
La dieta mediterranea vince la sfida delle diete 2025. Ad annunciarlo è la Coldiretti sulla base del nuovo best diets ranking elaborato dai media statunitense U.S. News & World’s Report’s, noto a livello globale per la redazione di classifiche e consigli per i consumatori. La dieta mediterranea ha fatto registrare un punteggio di 4,8 su 5, davanti alla dash contro l’ipertensione (seconda con 4,6) e alla flexitariana, che si basa su prodotti di origine vegetale ma senza escludere del tutto la carne, terza con 4,5. Nella top five seguono la mind, che previene e riduce il declino cognitivo (4,4), e la mayo clinic (4,0) un programma di dodici settimane che enfatizza frutta, verdura e cereali integrali. La dieta mediterranea aiuta a prevenire molte patologie come il diabete, l’obesità e la sindrome metabolica, le malattie cardiovascolari e osteoarticolari o i tumori.
Facile da seguire, la dieta incoraggia un consumo moderato di grassi sani, come l’olio d’oliva, e limita i grassi malsani, come i grassi saturi. È anche benefica per la salute cardiovascolare, poiché è stata associata a una riduzione della pressione sanguigna, del colesterolo e del peso corporeo, nonché a miglioramenti generali della salute del cuore e a un abbassamento dei tassi di malattie cardiache e ictus. L’abbondanza di frutti di mare nutrienti, noci, semi, olio extravergine, fagioli, verdure a foglia verde e cereali integrali nella dieta mediterranea offre anche numerosi vantaggi per il cervello. In particolare, gli antociani contenuti nelle bacche, nel vino e nel cavolo rosso sono considerati particolarmente benefici per la salute. I suoi benefici furono studiati dallo scienziato americano Ancel Keys che visse per quarant’anni a Pioppi, frazione del Comune di Pollica, oggi “capitale” della dieta mediterranea.
Un patrimonio del Made in Italy messo a rischio dalla diffusione dei cibi ultra-trasformati che mette a rischio la salute, soprattutto delle giovani generazioni, e alimenta l’obesità, come sostenuto unanimemente dalla scienza medica. Un fenomeno che va fermato – sottolinea Coldiretti – aumentando le ore di educazione alimentare nelle scuole e mettendo in campo campagne di sensibilizzazione per far conoscere i pericoli associati all’assunzione sistematica e continuativa di cibo spazzatura, come chiesto dall’82% dei genitori italiani, secondo un’indagine Coldiretti/Censis. In particolare serve definire forme di etichettatura per evidenziare che un determinato prodotto appartiene alla categoria degli ultra-trasformati e vietarne del tutto l’uso nelle mense scolastiche e nei distributori automatici negli edifici pubblici.