Istat, inflazione all’1% e vendite ferme, bene solo i discount

Gli ultimi dati Istat per i consumi di dicembre e i prezzi di gennaio non fotografano un Paese in salute. Nel 2016 le vendite del commercio al dettaglio sono rimaste “sostanzialmente stabili” in valore con una crescita dello 0,1% rispetto al 2015.
In volume c’è stato invece un calo dello 0,3%. E nella Gdo a trainare sono stati ancora una volta i discount alimentari (+2%) e i grandi esercizi specializzati in prodotti non alimentari (+1,7%). Sono cresciuti molto di meno i supermercati (+0,2%) mentre è crisi per gli ipermercati (in flessione dello 0,5%). Gli acquisti alimentari sono aumentati dello 0,1% in valore e calati dello 0,1% in volume mentre quelli non alimentari sono rimesti invariati in valore e hanno perso lo 0,6% in volume.

Preoccupata Federdistribuzione «Dopo un 2015 di lieve ripresa delle vendite (+0,7% a valore), il 2016 è tornato a evidenziare una dinamica assolutamente piatta. Un fatto molto negativo, perché si associa a un incremento del potere d’acquisto delle famiglie che si è tradotto in risparmio e in liquidità anziché in acquisti capaci di riattivare un circolo virtuoso di maggiore produzione e occupazione».

Secondo l’Istat dal 2010 si sono persi il 10,1% dei volumi di vendite al dettaglio e il 4,8% a valore. Un trend dovuto, oltre che alle difficoltà concrete delle famiglie in questi lunghi anni di crisi, anche a un senso generale di incertezza e preoccupazione per il futuro, che ha frenato i consumi. Un dato confermato anche dalle ultime rilevazioni Nielsen (italiani avanti pianissimo) che vedono ancora l’Italia fanalino di coda in quanto a fiducia in Europa davanti solo alla Grecia.

«Per avviare un solido percorso di ripresa occorre stimolare la crescita dei consumi. Ma questo può essere fatto solo ridando alle famiglie nuove e migliori aspettative, puntando su un cambiamento strutturale del Paese, attraverso il completamento del programma di riforme avviato, profondi interventi di semplificazioni e introduzione di maggiore concorrenza nei mercati, superando le anacronistiche “resistenze” che sempre più si manifestano».

 

Inflazione, 300 euro in più per le famiglie

A gennaio Istat indica un’inflazione all’1%: il dato più alto registrato da tre anni e mezzo a questa parte. A contribuire al rialzo sarebbero stati gli aumenti di benzina e gasolio e il rincaro per verdura e frutta, dovuti anche al maltempo: +14,6% e dello +0,9%.

Per le famiglie ciò comporta una maggiore spesa su base annua pari a oltre 300 euro per la famiglia tipo secondo il Codacons.

«La ripresa dell’inflazione non sorprende ed era ampiamente prevista – spiega il Codacons – Nel mese di gennaio, infatti, si è verificata una ondata di rialzi dei prezzi e delle tariffe, sui quali ha pesato sia il maltempo sia l’incremento dei carburanti. In particolare nel settore alimentare si sono registrati fortissimi rincari dei listini, a causa del gelo e della neve che ha colpito nelle settimane scorse la penisola. Ma il mese di gennaio è stato caratterizzato anche dagli aumenti delle tariffe energetiche e dal caro-benzina, con effetto domino su una moltitudine di prodotti».