Oggi m’allargo in altri settori, da Amazon (sport) a Ikea (caffè) a Zalando (beauty)

In prima fila c’è ancora Amazon, ma ultimamente sembra che siano svariati i “big” del retail che decidono di ampliare la propria proposta in settori “di sponda” rispetto al proprio, o addirittura del tutto nuovi.

Zalando, dotcom tedesca specializzata nell’eCommerce fashion, annuncia che dalla primavera 2018 inizierà a vendere anche cosmetici aprendo una sezione Beauty sul sito, affiancando a borse, scarpe e vestiti cosmetici, creme e trucchi. Si partirà dalla casa madre in Germania, poi seguiranno gli altri Paesi europei. Non solo: i progetto c’è anche l’apertura di u negozio fisico a Berlino, sempre dedicato alla cosmesi.

Amazon dopo aver conquistato il grocery e infiniti altri settori (qualcuno ricorda che era partito vendendo libri?) ora punterebbe a creare una propria linea di abbigliamento sportivo, con un marchio proprio. La notizia ufficiosa è apparsa su Bloomberg che spiega come la compagnia di Jeff Bezos avrebbe avvicinato alcuni produttori di abbigliamento sportivo taiwanesi che già lavorano per Gap, Uniqlo e Kohl’s. L’obiettivo sarebbe quello di aumentare l’assortimento per mantenere il cliente, volatile per definizione, coprendo i “buchi” lasciati dai brand (che sono spesso riluttanti a cedere ad Amazon l’intero loro catalogo) con prodotti private label che però hanno nomi di fantasia, e dunque non necessariamente vengono collegati direttamente al gigante dell’eCommerce. Intanto, in assenza di conferme dal diretto interessato, il settore trema, e dopo il leak di Bloomberg le azioni di alcuni grandi player come Lululemon, Under Armour e Nike hanno perso quota in Borsa. Sullo sfondo, il grande incremento che sta vivendo il settore dell’abbigliamento, sportivo e non, nelle vendite online con incrementi a due cifre di anno in anno

Di tutt’altro genere l’accordo che Ikea (che per la cronaca ha ceduto allo spirito dei tempi annunciando che dal 2018 inizierà a vendere i suoi prodotti online, forse proprio tramite Amazon) ha siglato per vendere un caffè monorigine dall’Uganda. L’ingresso nell’alimentare avviene però all’interno delle partnership a sfondo sociale intraprese dal gigante svedese dei mobili. L’accordo per 3 o 5 anni è stato siglato con Kawacom Ltd., che lavora ed esporta il caffè prodotto da piccoli coltivatori della regione del Nilo Bianco. Il caffè sarà disponibile nei negozi Ikea a partire da questo autunno in 30 Paesi. Secondo Bloomberg, Ikea ha già attivato 19 partnership a sfondo sociale con piccoli produttori e artigiani che trovano sbocco nei punti vendita Ikea con circa la metà della propria produzione annua. Sarebbero coinvolti circa 10mila piccoli produttori e, per quanto riguarda l’alimentare, i prossimi potrebbero essere cacao e noci.

Dal non food al food, anche Muji ha aperto ai prodotti alimentari che inizierà a vendere anche in Italia, mentre in Giappone già allinea sugli scaffali snack, pasti istantanei e ha aperto alcune caffetterie con proposte naturali a Singapore. Ma questa dei ristoranti nel retail, in fondo, è un’altra storia…