Pagamenti in mobilità: siamo a una svolta? I Pos contactless attivi oggi in Italia sono 250mila, anche nelle insegne della GDO, e nel 2014 in Italia il Mobile Payment & Commerce da remoto, attraverso app, ha incassato circa 2 miliardi di euro. I dati sono stati comunicati ieri dall’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano, che prevede che nel 2017 si giungerà a 4 / 5 miliardi di euro. Nel 2014 sono stati 3 milioni i biglietti dei mezzi pubblici, 2 milioni i servizi di car-sharing e 1 milione le ore di sosta acquistati via smartphone. In attesa della maggior diffusione delle soluzioni SIM-based e HCE e dell’arrivo di Apple Pay (previsto per la primavera in UK e per la fine del 2015 in “altri Paesi europei, non specificati”), gli italiani iniziano a pagare “in prossimità” grazie alle carte Contactless e ai Mobile POS, per un transato totale di 300 milioni di euro. Due i prerequisiti secondo gli attori intervenuti al convegno per la reale diffusione di questo tipo di pagamenti: la loro facilità a usability da parte dei consumatori, e la capacità degli attori coinvolti di unire al mero pagamento “l’ultima parte di un solo processo” servizi vissuti come utili e appetibili dall’utente finale, quali couponing od operazioni promozionali ad hoc.
Gli italiani certo non hanno ancora rinunciato al contante, che utilizzano ancora in proporzione preponderante rispetto agli altri Paesi europei, ma i pagamenti digitali innovativi li stanno abituando a utilizzare la carta di credito con maggiore frequenza e per beni di piccolo importo, soprattutto tramite acquisti e pagamenti via cellulare. Infatti, mentre i pagamenti elettronici con carta di credito crescono nel 2014 solo dell’1,6% passando da 126 a 128 miliardi di Euro, i New Digital Payment ottengono un incremento del 20% passano da 15 a 18 miliardi di Euro e conquistano il 12% dell’intero mercato dei pagamenti digitali, che può così registrare un incremento complessivo del 3,6% e arrivare a quota 146 miliardi di Euro. “Per agevolare ulteriormente questa crescita occorrono sia un intervento normativo che proponga incentivi e diffonda conoscenza, sia l’impegno, da parte del mondo dell’offerta, a puntare sui New Digital Payment”.
Dalla ricerca emerge che gli italiani non vedono più il Mobile solo come un canale per gli acquisti in mobilità, ma sempre più come uno strumento comodo anche per gli acquisti e i pagamenti più tradizionali. Se gli acquisti e pagamenti “in prossimità” e agevolati dalla tecnologia NFC non sono ancora decollati, gli italiani sono pronti a utilizzarli. Sono infatti circa 12 milioni i possessori di telefono cellulare NFC e oltre 250mila i POS contactless attivi. Ancora poche le SIM NFC (circa 800mila), ma con la promessa da parte degli operatori telefonici di raggiungere quota 5 milioni entro la fine del 2015. “Grandi aspettative ricadono su questo segmento di mercato – afferma Valeria Portale, co-curatrice della ricerca -. Prevediamo che nel 2017 si possano raggiungere 4,8 milioni di utenti attivi per un transato di oltre 6 miliardi di euro, nel caso in cui alcuni fattori abilitanti venissero messi in atto: l’avvio delle iniziative di tutte le Banche e degli operatori telefonici, la distribuzione massiva delle SIM NFC, il raggiungimento di accordi da parte di Apple con almeno le tre principali banche italiane, l’arrivo delle soluzioni HCE sul mercato italiano e una forte azione promozionale”.
Anche la possibilità di pagare in negozio con carte contactless e Mobile POS si sta allargando: le transazioni hanno raggiunto i 300 milioni di euro nel 2014. L’infrastruttura contactless è cresciuta nel 2014: una carta su 8 è contactless (si stimano 12 milioni di carte a fine 2014, raddoppiate rispetto al 2013) ma solo il 10%, 1,2 milioni, sono attive. Un POS su 6 è attivo in modalità contactless (250mila, +67% rispetto al 2013). Tuttavia solo una transazione su 300 di quelle con carta è contactless, per un transato complessivo pari a circa 200 milioni di euro. È un risultato ancora limitato, ma in forte crescita rispetto al 2013 (cinque volte in più), grazie anche agli sforzi messi in atto dagli esercenti che, con l’aiuto dei circuiti e degli acquirer, hanno fatto alcune azioni per abituare il cliente a questo tipo di pagamenti. Ad esempio, girando il POS verso il cliente ed invitandolo a svolgere il pagamento in autonomia. Cosa fondamentale specialmente nel momento in cui si vorrà utilizzare lo smartphone per il pagamento (chi vorrà infatti dare il proprio telefonino, sempre più emanazione della nostra personalità, in mano ad un estraneo?)
“Il futuro dei pagamenti digitali è legato alla sfida della diffusione del Mobile Payment & Commerce ‘di prossimità’ e il 2015 è un anno cruciale per il comparto: si aprirà la competizione delle diverse filiere dell’offerta”, afferma Alessandro Perego. “Da una parte la filiera cosiddetta ‘SIM-based’ che vede coinvolti operatori telefonici e banche in una configurazione collaborativa (nelle infrastrutture abilitanti). Dall’altra filiere basate sulle più recenti tecnologie HCE (Host Card Emulation) che potranno consentire ad alcune banche di offrire soluzioni di pagamento su cellulare direttamente senza utilizzare la SIM. Ed infine Apple Pay. Si accettano scommesse su chi vincerà la partita conquistando quote maggiori di mercato. Certo, dipenderà molto dalla strategia commerciale degli attori che hanno già investito molto. Quello che più importa, lato consumatori, è che le regole del gioco sono ormai per buona parte definite e qualsiasi soluzione non potrà che arrivare rapidamente ed essere estremamente sicura e facile da usare”.