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Innarrestabile e-Commerce: 19,3 miliardi nel 2016 (+17%), raddoppiato in cinque anni

Roberto Liscia, Presidente di Netcomm.

Non si arresta la crescita dell’E-commerce in Italia: secondo i dati presentati dall’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano nel corso della XI edizione del Netcomm eCommerce Forum che tiene oggi e domani a Milano, nel 2016 raggiungerà i i 19,3 miliardi di euro con un incremento del 17% rispetto al 2015. Sono 18,8 milioni gli italiani che fanno acquisiti su web, ormai il 61% dei 30,8 milioni di navigatori digitali: due anni fa erano meno del 50%.

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La dinamica della domanda eCommerce B2c (2010-2016) | Fonte: Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano.

 

Food&Grocery a quota 530 milioni (+29%)
Mentre crescono nelle previsioni per il 2016 i settori che tradizionalmente hanno sostenuto l’e-Commerce fino ad oggi come il Turismo (+11%), l’Informatica ed elettronica (+22%) e l’Abbigliamento (+25%), ma anche l’Editoria (+16%, le crescite maggiori si segnalano nei settori simbolo del Made in Italy che, pur considerati ancora emergenti per la vendita online: il Food&Grocery aumenterà del 29% e superando i 530 milioni di Euro mentre l’Arredamento&Home living crescerà del 39%, sfiorando i 570 milioni di Euro. La penetrazione dell’e-Commerce nel 2016 raggiungerà il 5% delle vendite retail. Lo scontrino medio vale 75 Euro per l’acquisto di prodotti, per un totale di 115 milioni di ordini, e di 253 Euro nei servizi, per 45 milioni di ordini.

La crescita dell’e-Commerce è trainata, nel Turismo, dall’acquisto di biglietti per i trasporti, soprattutto ferroviari, e dalla prenotazione di alloggi, non solo hotel ma anche affitti temporanei gestiti dai principali operatori della “sharing economy”. Nell’Informatica ed elettronica, l’apporto arriva principalmente dagli acquisti di smartphone e tv, a seguire si trovano gli elettrodomestici bianchi e gli accessori. Nell’Abbigliamento continuano a essere determinane l’alta moda, ma  il cresce contributo dell’abbigliamento sportivo e mass market. Nell’Editoria, la crescita è trainata dai libri, in particolare si prevede anche nel 2016 una crescita proveniente dai testi scolastici. «Nel 2016 possiamo considerare come settori fondamentali anche il Food&Grocery, l’Arredamento e Home design -afferma Alessandro Perego, Direttore degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano – che insieme valgono più di un miliardo di euro. Gli acquirenti italiani acquistano sempre più online anche quelle categorie merceologiche, come alimentari o oggetti d’arredamento, fino a qualche tempo fa considerate residuali sul web”.

In crescita anche il BtoC, ancora legato prevalentemente ai servizi, per il 55%. Tuttavia l’acquisto online di prodotti cresce a un tasso più elevato (+27%) rispetto all’acquisto di servizi (+10%) e così il paniere italiano si sta conformando a quello rilevato nei principali mercati occidentali. Se continua a crescere con questi tassi, l’e-Commerce B2c varrà entro 3 anni il 10% del totale degli acquisti retail.

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L’andamento della domanda eCommerce B2c nei Prodotti e Servizi (2015-2016) | Fonte: Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano.

 

Tra i servizi, svetta il Turismo, con 8.525 milioni di euro per il 44% del mercato e-Commerce B2c italiano, le Assicurazioni, con 1.294 milioni di euro, il 7% e gli altri servizi (Ticketing per eventi, Ricariche telefoniche, ecc.), con 836 milioni di euro, il 5,5%.

Tra i prodotti al primo posto c’è l’Informatica ed elettronica, che, con 2.789 milioni, vale il 14% del mercato seguita dall’Abbigliamento, con 1.835 milioni di euro, e un peso del 9%. Troviamo poi l’Editoria (4% del mercato, pari a 691 milioni di euro). Crescono il Food&Grocery (3% del mercato, pari a 531 milioni di euro), l’Arredamento & home living (3% del mercato, pari a 566 milioni di euro) ed anche la categoria degli Altri prodotti (16%, pari a 2,214 milioni) che comprende Beauty, Giocattoli, fai da te e i prodotti del “bazar” di marketplace stranieri.

 

Aziende ancora non pronte a cogliere le opportunità

Anche nel 2015 diverse imprese tradizionali hanno, infatti, attivato un sito di eCommerce. Molte le ritroviamo nell’Abbigliamento e negli accessori, comparto in cui la sensibilità nei confronti dell’eCommerce è ormai particolarmente elevata. Altre appartengono al Fai da Te, all’Informatica ed elettronica, al Food&Grocery e all’Arredamento e Home design. Al tempo stesso, molti retailer o produttori tradizionali vanno online attraverso i marketplace (Amazon, eBay ma anche ePrice) per affiancare un ulteriore canale al sito di eCommerce. Eppure la starda è ancora lunga.

«Non c’è niente in Italia che cresca come il commercio elettronico a +17% – commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm -. In Italia esiste, però, un paradosso perché nel Paese esistono tutte le condizioni potenziali perché quei 19 miliardi raddoppino diventando 40 miliardi. Mentre gli e-Shopper italiani sono raddoppiati, passando da 9 a oltre 18 milioni, le imprese non si sono digitalizzate con lo stesso ritmo: appena 40mila vendono online, contro le 800mila a livello europeo di cui 200mila solo in Francia: cinque volte le nostre. In questo modo le aziende italiane non solo perdono quote di mercato sugli acquirenti italiani, ma rischiano di perdere fatturati anche da e-Shopper esteri”

Nel 2016 l’Export, cioè il valore delle vendite da siti italiani a clienti stranieri, cresce del 18% e supera quota 3,5 miliardi di euro. Il 42% di questo valore è imputabile al Turismo, grazie agli operatori del trasporto e ai portali di hotel, e il 38% all’Abbigliamento con i grandi marchi e i retailer tradizionali, ma anche le boutique multi-brand italiane (tradizionali e Dot Com). Crescono poi l’Arredamento & Home living e il Food&Grocery.

Tra i dispositivi di accesso all’acquisto, sempre più spazio guadagna il mobile. Gli acquisti online tramite Smartphone aumentano del 51%, superano il valore di 2,8 miliardi di Euro e valgono il 15% dell’e-Commerce nel 2016, il 24% se aggiungiamo quelli via Tablet.

Tra i servizi più acquistati via Smartphone ci sono servizi turistici (10% del totale),  Arredamento & Home Living ed Editoria, entrambi con il 23%, Informatica (20%), Abbigliamento (19%) e Food & Grocery (9%).

La domanda eCommerce da nuovi device in Italia (2016) | Fonte: Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano .
La domanda eCommerce da nuovi device in Italia (2016) | Fonte: Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano .

In arrivo nuove private label di Amazon anche nel food confezionato

Frutta secca, spezie, tè, caffè, omogeneizzati e vitamine, oltre ad articoli per la casa, pannolini e detersivi: sarebbero queste le nuove referenze che partiranno con il marchio commerciale Amazon: dopo il fresco, dunque, la regina delle dot.com sembra volersi proporre ogni giorno di più come il più grande supermercato globale (già l’anno scorso aveva superato il primo dei “fisici”, Walmart). E dunque ha deciso di seguire in tutto le logiche della grande distribuzione, creando una propria private label, e offrendo la possibilità di fare ormai una spesa completa, in un’ora grazie al servizio Prime.

L’anticipazione viene dal Wall Street Journal, secondo il quale già nelle prossime settimane (fine maggio o inizio giugno) potrebbero partire le nuove referenze, con nomi di fantasia come Happy Belly (tè, olio, frutta secca) , Presto! (detersivi), Wickedly Prime (snack) e Mama Bear (prodotti per l’infanzia). Secondo un esperto interpellato dal quotidiano, la mossa deriverebbe dalla volontà di sperimentare nuovi prodotti, aumentare i margini e individuare nuovi prodotti premium da inserire nella sua linea Element.

Le nuove linee puntano ai Millennials, già fidelizzati al marchio Amazon e che quindi potrebbero essere ben disposti ad acquistare il suo caffè o detersivo “a marchio”, convinti di trovare qualità al giusto prezzo.

amazonbasics-batteriesUn percorso ad ostacoli comunque questo di Amazon nelle private label: un paio d’anni fa i suoi pannolini erano stati ritirati dalla vendita dopo poche settimane per “difetti di progettazione”. In vendita da tempo ci sono i componenti di elettronica della linea Amazon Basics, anche sul sito italiano dove però non c’è la linea premium Elements.

Vedremo se questa sarà la volta buona. Per ora, naturalmente, la vendita è limitata ai clienti Prime e agli Stati Uniti.

E ora sul web si vende anche l’auto: Smart lancia la shopping experience ad personam

Smart debutta proprio sul mercato italiano con un’innovativo progetto di e-commerce, gestito da Gruppo Roncaglia.  Ci mancavano proprio solo le auto a poter essere acquistate online. Non parliamo dei siti di compravendita, molto attivi già da anni sul web, ma di una primaria azienda del settore auto come Mercedes-Benz che decide di vendere auto, nuove, online, e per farlo pensa a una shopping experience ad hoc, originale e personalizzata.smart lancia il primo e-commerce automotive e sceglie l’Italia come Paese pilota affidando il progetto al Gruppo Roncaglia. Il risultato è un concentrato di innovazione allo stato puro: il primo marchio automobilistico in Italia a scegliere l’e-commerce come canale e la creazione della prima live experience di acquisto online in cui il contatto virtuale è in grado di essere altrettanto gratificante rispetto all’esperienza di acquisto nel mondo ‘reale’.

Il sito di e-commerce si chiama www.smartforstore.it e segue il cliente dalla scelta delle singole caratteristiche dell’auto passo passo, fino alla consegna della vettura, che avviene direttamente a casa.

«Abbiamo costruito un vero e proprio set, uno studio televisivo che ospita una smart fortwo – spiega Andrea Troiani, responsabile del progetto per il Gruppo Roncaglia. Il cliente può quindi guardare l’auto in tempo reale direttamente da casa sua tramite un semplice browser. Inoltre, ha a disposizione un personal shopper, fisicamente presente accanto alla smart, che lo aiuta a scoprire la vettura e tutte le sue caratteristiche, attraverso un’interazione audio-video in tempo reale».

Quattro telecamere inquadrano la vettura per realizzare uno streaming in alta definizione consente di vedere l’auto in ogni momento. Una vera e propria regia a disposizione dell’utente 24 ore al giorno, tutti i giorni dell’anno, in diretta ed in tempo reale.

 

Lancio sui social e anteprime

A pochi giorni dal lancio è stata venduta la prima vettura e continuano con successo le vendite anche sui nuovi modelli di smart cabrio, in anteprima sulla piattaforma e-commerce, e le nuove smart fortwo pois e pinstripe, primi esemplari di una “capsule collection” realizzata da smart in Italia con la collaborazione di Garage Italia Customs, “officina creativa” di Lapo Elkann, con lo scopo di “vestire” le auto con pattern e texture esclusivi. Il lancio del servizio è stato supportato da una campagna promozionale online che ha visto la produzione i 14 diversi soggetti creativi, dedicati a vari segmenti di pubblico e in linea con la precisione della targettizzazione garantita dai sistemi di programmatic advertising più evoluti. La campagna ha generato ad oggi 450mila visite al sito, 3,5 milioni di utenti su twitter e oltre 43 milioni di persone raggiunte sui social network.

 

Amazon apre alle specialità dell’artigianato sardo

Amazon e Regione Sardegna hanno inaugurato una nuova sezione del negozio Made In Italy di Amazon.it, Amazon.co.uk e Amazon.de dedicata all’eccellenza dei prodotti dell’artigianato sardo.
Con il lancio della nuova sezione, gli artigiani dell’isola potranno aprire le porte delle loro botteghe e rendere disponibili i loro prodotti alle centinaia di milioni di clienti di Amazon attivi in tutto il mondo.

Dalle creazioni in vetro alle maschere fenicie e puniche in cuoio, dai monili etnici isolani ai pannelli decorativi in tessuto fino ai complementi di arredo nei legni tipici sardi, il negozio Made in Italy Sardegna ospita tra le altre, le produzioni appartenenti al progetto di promozione dell’artigianato sardo promosso dalla Regione col portale www.sardegnaartigianato.com.

Le creazioni sarde si aggiungono ai più di 30.000 prodotti del negozio Made in Italy, realizzati da centinaia di artigiani del Bel paese. I clienti possono trovare le informazioni specifiche di ogni prodotto, tra cui le immagini, le descrizioni delle botteghe dove i prodotti sono stati realizzati e le tecniche utilizzate. I clienti italiani e internazionali possono scoprire e comprare i prodotti su Amazon.it, Amazon.co.uk e su Amazon.de. Inoltre, molto presto, una selezione di prodotti sarà disponibile anche sul sito Amazon.com.

“Per il negozio Made in Italy Sardegna ci siamo focalizzati sulle eccellenze artigianali selezionate da Sardegnaartigianato.com, il Progetto realizzato dalla Regione Autonoma della Sardegna. Il negozio Made in Italy si è così potuto arricchire di piccole imprese dell’isola che offrono sia la garanzia della produzione in Sardegna, sia una modalità di produzione tradizionale e non meccanizzata che utilizza materiali di alta qualità. Tutti quei prodotti di valore che possono perloppiù essere apprezzati da chi vive sul territorio o da coloro che possono viaggiare e visitare l’Isola, sono ora a disposizione dei nostri clienti di tutto il mondo” ha dichiarato Sara Caleffi, Manager Amazon Marketplace Italia.

 

On-line vs brick and mortar: il punto vendita fisico ha ancora e sempre il suo appeal

On-line: agli italiani piace. Basti pensare che, secondo una ricerca dell’Unione Nazionale dei Consumatori, solo il 13% dei rispondenti ha dichiarato di non aver effettuato acquisti on-line nell’ultimo anno.

Ma questo non vuol dire che il negozio fisico sia caduto nel dimenticatoio. Anzi: secondo l’indagine resta irrinunciabile per il 99% del campione”.

Lo studio ha poi evidenziato che il 55% dei rispondenti è ricorso ad Internet, almeno una volta negli ultimi 12 mesi, per l’acquisto di servizi per il tempo libero come viaggi, vacanze e libri, il 46% per biglietti di trasporto, spettacoli e sport, il 43% per elettronica ed elettrodomestici e il 36% per servizi bancari e finanziari.

Modalità di pagamento

Al primo posto troviamo la carta di credito con il 47% delle preferenze, seguita dalla carta prepagata (41%) e da PayPal (38%). Chi invece ha acquistato nei negozi fisici, ha pagato in contanti o con carte di debito/bancomat (a pari merito con il 72% delle preferenze), è ricorso alla carta di credito nel 46% dei casi, mentre solo 14 consumatori su 100 hanno scelto di pagare con carta prepagata.Schermata 2016-05-06 a 12.12.15

Indagando le previsioni di acquisto per i prossimi mesi, il tempo libero conquista ancora una volta il primo posto con il 60% delle preferenze; troviamo poi i biglietti per spettacoli, sport, etc. (49% delle risposte), scende al 22% la preferenza per acquisti di servizi bancari/finanziari, mentre sale quella per l’abbigliamento (37% delle risposte).

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Prestiti e finanziamenti
In questo caso la preferenza degli italiani è inequivocabile: meglio aver a che fare con un funzionario in carne ed ossa. Infatti alla domanda “Acquisteresti nel prossimo anno senza alcun problema con il finanziamento on-line di un bene o un servizio, ad esempio un elettrodomestico o un viaggio?” il 72% dei partecipanti risponde che non vi ricorrerebbe; nel caso di un prestito personale (in questo caso non direttamente legato a un acquisto) i rispondenti all’indagine preferirebbero essere seguiti nell’intera pratica direttamente nella filiale della banca/finanziaria (67% delle risposte). Solo il 16% si dichiara disposto a cominciare la pratica on-line per poi terminarla in filiale e solo il 17% farebbe tutto tranquillamente su Internet.Schermata 2016-05-06 a 12.17.25

“Insomma -spiega Massimiliano Dona Segretario generale dell’UNC- i dati emersi evidenziano come i consumatori si avvicinino sempre più consapevolmente al commercio elettronico per i piccoli acquisti, ma restino ancora legati a canali di vendita e modalità di pagamento tradizionali, basti pensare al predominante uso del denaro contante scelto da chi compra in negozi fisici. A tal proposito, da parte nostra riteniamo fondamentale proseguire nell’attività di informazione ed educazione finanziaria, sull’uso delle carte elettroniche e sugli strumenti di tutela che sono a disposizione dei consumatori sia nel commercio fisico sia in quello on-line”.

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Il commento

Alessandro Butali
Alessandro Butali

A proposito dell’indagine Alessandro Butali, Presidente della AIRES-Confcommercio, dichiara: “In Italia il negozio fisico continua a dare fiducia e a rappresentare un punto di riferimento per il cliente. Va evidenziata, inoltre, la problematica della sicurezza in rete, che in certi casi potrebbe ancora dissuadere dall’acquistare online.

Non meno importante, è la penetrazione disomogenea della banda larga sul territorio nazionale. È indubbio che anche da noi, Internet stia assumendo un ruolo sempre più importante e in questo contesto  registriamo anche una forte crescita il «pick and pay», ossia della pratica di prenotare o acquistare on line per poi ritirare in negozio. Tutto questo è un bene, ma non dobbiamo passare da un eccesso all’altro.

Con ampia probabilità, la quota degli acquisti online non raggiungerà i numeri che si riscontrano in talune aree del nostro Continente. Nei Paesi Scandinavi, ad esempio, i problemi legati al clima, alla bassa densità di negozi e alla distanza da percorrere per recarsi fisicamente in negozio spiegano bene il grandissimo ricorso agli acquisti on line. Non dobbiamo dimenticare, poi, la struttura sociale, demografica e geografica che rende l’Italia unica al mondo, e difficilissima da omologare a modelli distributivi di altri Mercati.

In quanto attori multicanale, imprese appunto Bricks & Clicks, che rappresentano le maggiori quote di mercato in tutti i segmenti della elettronica di consumo e dell’elettrodomestico, la vocazione delle imprese aderenti alla Aires è ovviamente  quella di mirare all’eccellenza e alla massima soddisfazione dei Clienti sia nei negozi fisici che nelle vendite online.

In particolare, sul versante del commercio elettronico riteniamo fondamentale che tutti gli attori possano competere ad armi pari, in un quadro legislativo chiaro, trasparente e non discriminatorio. In questa ottica abbiamo avviato un promettente dialogo con il Consorzio Netcomm del quale apprezziamo le competenze e l’importante opera di diffusione di una nuova cultura d’impresa per la quale il commercio online possa rappresentare un reale elemento di crescita dell’economia nazionale”.

Amazon aiuta le Pmi a vendere in Europa con il Nuovo programma Paneuropeo

Punta sulle Piccole e medie imprese, che spesso hanno difficoltà ad approcciare il “libero” (per ora) mercato europeo, il colosso delle dotcom Amazon, che lancia il Programma Paneuropeo, un servizio che consentirà ai venditori del Marketplace di raggiungere in maniera più efficiente milioni di clienti Amazon in Europa.

Il programma assicurerà ai clienti tempi di consegna più rapidi e costi di spedizione inferiori: i venditori potranno inviare il proprio inventario a un singolo Centro di Distribuzione, dal quale i prodotti saranno inviati verso i vari Centri di Distribuzione europei tenendo conto del diverso livello di richiesta da parte dei clienti in ciascun Paese in modo da spedire i prodotti ai clienti finali dal più vicino Centro di distribuzione in cui i prodotti sono disponibili.

L’Ue sta da tempo lavorando sulle limitazioni imposte dalle aziende che di fatto chiudono il mercato dell’e-commerce europeo tramite i geoblocchi (vedi E-commerce, il mercato non è europeo: 4 siti su 10 applicano il geoblocco). In questo senso potrebbe risultare interessante per le Pmi il nuovo progetto: in effetti sono già decine di migliaia le piccole e medie imprese che utilizzano il Marketplace Amazon per la vendita e la Logistica di Amazon ha permesso di consegnare, nel 2015, più di un miliardo di prodotti ai clienti nel mondo. Inoltre, il numero di venditori europei che vendono prodotti almeno in un’altra nazione estera è aumentato di oltre il 50% nel 2015.

Il nuovo Programma Paneuropeo di Amazon permetterà inoltre ai venditori di rendere i propri prodotti disponibili attraverso il servizio Amazon Prime, beneficiando di un ulteriore strumento di supporto all’espansione del proprio business. Quanto ai costi, i venditori dovranno pagare unicamente le tariffe di gestione dell’ordine applicate nel Marketplace in cui il prodotto è stato ordinato, anche se il prodotto è stato spedito da un Centro di distribuzione estero. Non sono previste commissioni per la ripartizione dei prodotti nei diversi Centri di Distribuzione. Amazon dispone di 29 Centri di Distribuzione in 7 paesi europei e di un servizio di assistenza clienti che opera in 5 lingue.

 

Prestazioni dei siti web: a maggio Iper solo in vetta, Esselunga e Decathlon sul podio

Sono gli Ipermercati Iper ad essere soli in vetta nella classifica stilata da BEM Research, e relativa a maggio 2016, seguiti da Esselunga, Decathlon, Coop e Bricocenter. La classifica classifica è stilata sulla base del BEM Rank calcolato all’inizio del mese di riferimento in modo da valutare le prestazioni dei siti web che influenzeranno il traffico e i contatti online con la clientela nei successivi 30 giorni.

In cima alla classifica ormai fa tre mesi resta saldamente Ipermercati Iper, società italiana del gruppo Finiper, mentre retrocede al secondo posto Esselunga, che registra un distacco di 6 punti indice dalla capolista. Al terzo posto Decathlon, la catena francese di articoli sportivi, che conquista una posizione rispetto ad aprile. Coop perde una posizione, rispetto ad aprile, attestandosi al quarto posto. Bricocenter, azienda specializzata nel bricolage, chiude la classifica dei primi cinque brand che a maggio hanno ottenuto la migliore performance online secondo l’indice BEM Rank. Esce dalla classifica dei top five Carrefour, catena di supermercati francese con oltre mille punti vendita in Italia, che ad aprile aveva raggiunto la quinta posizione.

«I brand impegnati nella grande distribuzione devono considerare come un dato di fatto il comportamento degli utenti italiani: acquistano online e non solo elettronica o abbigliamento, ma sempre di più prodotti alimentari – afferma Mariachiara Marsella, web marketing manager a BEM Research -. La vendita online di prodotti non può essere però l’unico metro di valutazione per decretare il successo o meno di un e-commerce. Occorre non solo vendere ma anche intercettare le reali esigenze dei clienti».

L’indice BEM Rank, grazie al quale viene prodotta mensilmente la classifica BEM Research, prende in considerazione 5 parametri che sono: i brand maggiormente cercati su Google; la visibilità dei siti web su parole chiavi ad alto traffico relative al settore di riferimento; la velocità di caricamento delle pagine web; l’usabilità dei siti web; il grado di competizione online nel settore in cui l’azienda opera.

DoveConviene oggi raggiunge 8 milioni di utenti: lo scenario competitivo

“DoveConviene, traslando su digitale l’abitudine di massa di leggere il volantino per decidere in quale negozio andare e cosa comprare, gode di una diffusione ormai molto importante in diversi paesi, dove è entrata nell’elite di quello 0,01% delle app mobile che fanno il 90% dell’utilizzo reale dei consumatori”. Con questa affermazione Stefano Portu (ideatore della piattaforma insieme ad Alessandro Palmieri) ci racconta la genesi e lo sviluppo della loro start up.

Siamo già tra le prime 5 app di shopping in Italia, Brasile e Messico, disponibili anche in Usa, Spagna e Indonesia e veniamo utilizzati già da 15 milioni di utenti, il doppio rispetto a un anno fa.

In Italia, dove lo sviluppo è iniziato prima, è l’app più utilizzata su base mensile nel settore retail e la seconda italiana più utilizzata in assoluto (escludendo gli operatori telefonici). Numeri impressionanti e che continuano a crescere in doppia cifra ogni trimestre”.

Leggi qui l’intervista integrale

notonthehighstreet.com, dal web al market per promuoversi, e ritorno

L'Old Spitalfields Market, foto Instagram oldspitalfields.

Come fa un sito che da 10 anni pratica esclusivamente vendite online a festeggiare l’anniversario dalla nascita? Semplice, diventa “fisico”, anche se solo temporaneamente. Così ha pensato di fare l’inglese notonthehighstreet.com, che già nel nome ha il suo programma: niente negozio fisico, mai sulla strada, solo online. L’idea, nata nel 2006 da due amiche e sviluppata “su un tavolo di cucina” (che ancora esiste ed è sistemato in una sala dell’azienda, che oggi impiega 200 persone) era semplice: rendere disponibili su web oggetti “carini e originali” prodotti da piccole aziende ed artigiani. Dall’abbigliamento all’oggettistica per la casa, dai gioielli ai prodotti gourmand.

Il temporary shop di notonthehighstreet.com durerà tre giorni e trasformerà il mercato londinese di Spitalfields, cuore hipster e trendy della metropoli e regno del shabby-chic, in una vera e propria “esperienza interattiva”. Non solo acquisti dunque, ma un programma che su tre giorni (dal 6 all’8 maggio) comprende laboratori e workshop di vario tipo, dall’intaglio con la carta ai cocktail, dalla calligrafia alla “tea mixology”, l’arte di creare miscele di tè. Non mancheranno musica, assaggi gastronomici ed eventi vari.

Sul lato commerciale, oltre 100 piccoli produttori che vendono tramite il sito monteranno il loro banco offrendo e loro mercanzie, dal cibo agli accessori, dai prodotti per la bellezza e la salute a quelli per la casa e il giardino. Tutti in un posto, proprio come nel sito.

Iper ed Esselunga le migliori della Gdo online, nell’abbigliamento vincono i marchi stranieri

Sono Ipermercati Iper ed Esselunga seguite da Coop le insegne della Gdo più apprezzate e ricercate per l’e-commerce secondo una ricerca di Bem Research.

Ipermercati Iper, società del gruppo Finiper, mantiene la prima posizione che aveva nel marzo 2016, ma è raggiunta sul podio più alto da Esselunga. Al terzo posto è stabile Coop, mentre in quarta posizione si attesta Decathlon, la catena francese di negozi specializzati in articoli sportivi. Avanza, di una posizione al quinto posto, Carrefour. Nel complesso la performance online dell’intero settore della grande distribuzione, calcolato su 11 diversi brand, ha mostrato una crescita di quasi il 6 per centro circa rispetto a marzo.

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“Le tendenze di ricerca su Google di parole connesse con la grande distribuzione evidenzia da diversi anni un profilo crescente – sottolinea Mariachiara Marsella, responsabile Web Marketing di BEM Research – segnale evidente che i consumatori italiani utilizzando sempre di più Internet per informarsi e per acquistare i prodotti di loro interesse. Per le aziende è necessario essere presenti e visibili sul web, ma questo non è sufficiente. Bisogna anche costruire siti web che rispondano alle esigenze dei consumatori”.

Anche se il mercato della spesa online è ancora marginale in Italia (vale l’1% circa) non sarà sempre così e anzi l’ultima rilevazione dell’Osservatorio del Politecnico ha segnalato un aumento di traffico e fatturati. L’arrivo di Amazon Fresh qualche mese fa promette di garantire un ulteriore impulso.

Sul fronte dell’abbigliamento la medaglia d’oro va a Zalando. La società tedesca, specializzata nelle vendite sul web di scarpe e abbigliamento, davanti ad Adidas che scavalca Bonprix nella lista dei migliori brand operanti sul web in lingua italiana. Nike guadagna una posizione rispetto al mese precedente e si posiziona al quarto posto, mentre al quinto entra H&M. Nel complesso la performance online dell’intero settore dell’abbigliamento e accessori, calcolato su 25 diversi brand, ha mostrato una crescita del 2,4 per centro circa rispetto a marzo.

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“Ciò che balza agli occhi dalla classifica dei migliori brand che abbiamo stilato è l’assenza di marchi italiani – afferma Carlo Milani, direttore di BEM Research – Un settore, come quello della moda, in cui il made in Italy è da solo un marchio vincente, non riesce ad esprimere sul web brand italiani sufficientemente competitivi”.

La classifica dei migliori brand online, prodotta da BEM Research, è costruita sulla base di un indice, il BEM Rank, che considera 5 diversi parametri: 1) i brand maggiormente cercati su Google; 2) la visibilità dei siti web su parole chiavi ad alto traffico relative al settore di riferimento; 3) la velocità di caricamento delle pagine web; 4) l’usabilità dei siti web; 5) il grado di competizione online nel settore in cui l’azienda opera.

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