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Il retail che cresce: le ultime aperture su e giù per la penisola

Il retail che cresce: ecco le più recenti aperture su e giù per la penisola

Nuna Lie con cinque nuovi negozi arriva a 85

Continua lo sviluppo retail nazionale per Nuna Lie, brand italiano di abbigliamento femminile nato nel 2003 che raggiunge 85 negozi nel territorio italiano, svizzero e ceco. L’azienda romana in queste settimane sta portando a termine cinque nuove aperture nelle località di Brunico, Chiavari, Molfetta, Pontecagnano e Conegliano.
“Per quest’anno abbiamo in previsione ulteriori aperture – dichiarano dall’azienda – crediamo infatti nella necessità di continuare a svilupparci in Italia per far fronte alle richieste ed esigenze delle nostre clienti, che ci chiedono una maggiore capillarità sul territorio.” E l’estero? “Siamo molto soddisfatti del nostro posizionamento in Svizzera e Repubblica Ceca, e non vogliamo smettere con lo sviluppo internazionale, per il quale stiamo valutando nuove partnership oltre confine per il prossimo anno.”
Tutti i flagship store sono situati in vie e centri commerciali strategici.

 

Bicimania apre a Legnano

Cresce la catena di negozi specializzati Bicimania, di proprietà di Sergio Longoni, con l’apertura del terzo punto vendita a Legnano. Il nuovo negozio, presso il Centro Grancasa, si sviluppa su una superficie di 1.000 metri quadri, tutti dedicati al mondo della bicicletta: 

Nel nuovo punto vendita, che si aggiunge allo storico negozio di Lissone e al più recente di Milano, in Via Adriano 85, la gamma di biciclette proposta è ampia e in linea con le ultime tendenze del mercato: mountain bike, corsa, city bike, urban, trekking, gravel, bimbo, e-bike. Ma dalla bicicletta la proposta si amplia agli accessori, all’abbigliamento e alla nutrizione.

Grande attenzione è dedicata ai servizi: l’officina è specializzata in riparazione e montaggio di ogni tipo di bicicletta e assistenza e-bike. Una postazione è dedicata al lavaggio a mano, asciugatura, lucidatura e lubrificazione. Per chi sente che la sua pedalata non è sufficientemente redditizia o si verificano degli indolenzimenti nel corso dell’uscita in bicicletta, il personale tecnico di Bicimania è disponibile per consigli sul posizionamento in sella, con l’obiettivo di migliorare l’assetto sulla bicicletta e il comfort di pedalata. 

Il personale Bicimania è costituito da direttori sportivi, guide di mountain bike, ex professionisti, campioni regionali, viaggiatori su due ruote, tutti appassionati praticanti che mettono al servizio della clientela l’esperienza vissuta sul campo, la propria competenza e professionalità. 

 

Camomilla Italia va in aeroporto: al via gli store di Pisa e Cagliari

Hanno debuttato il 25 Maggio 2018 all’interno degli aeroporti di Pisa e Cagliari due nuovi punti vendita Camomilla, un marchio di C.M.T., Compagnia Manifatture Tessili srl, fondato nel 1974 da un imprenditore napoletano. Da allora il marchio è in continua crescita, presente in 18 regioni italiane con 222 store monomarca e 40 aperture annuali medie, suddivise quasi in parti uguali tra franchising e gestione diretta. La rete vendita è suddivisa in punti vendita situati principalmente su strada e presso i centro commerciali, con ottime percentuali anche nel canale travel ed in quello outlet, tutti situati in location che danno risalto e visibilità al marchio.

 

Brico Io, mille metri quadri debuttano a Parma

Nella galleria del nuovo Centro Commerciale “Le Officine” di Parma è stato inaugurato un nuovo Brico Io a gestione diretta, che porta a 110 il numero complessivo dei negozi del gruppo, tra diretti e affiliati.

Con una superficie di poco più di 1.000 metri quadri, si presenta al pubblico con i 16 reparti che caratterizzano l’insegna: circa 12.000 referenze tra casa, complementi d’arredo, decorazione, aria aperta, giardinaggio, arredo bagno, accessori bagno, idraulica, illuminazione, elettricità, utensileria elettrica e manuale, ferramenta, vernici e colle, piccola edilizia, legno, scaffali, accessori auto. Uno spazio di circa 100 metri quadri è inoltre dedicato all’Outlet del Kasalingo, lo shop in shop che propone complementi per casa, accessori per cucina, piccoli elettrodomestici e idee regalo a prezzi scontatissimi.  

Tre casse e 15 addetti a disposizione sono a disposizione dei clienti. Il Negozio offre inoltre i servizi di taglio al metro di tovagliati, corde, cavi, pavimentazioni, nonché il tintometro per la preparazione di smalti e pitture a campione; è a disposizione anche come punto di ritiro per lo shop on line. All’interno dello stesso polo commerciale riapre anche il supermercato Coop; per i Soci, Brico io di Parma partecipa alla raccolta punti e ogni mercoledì offre uno sconto del 10% sugli acquisti effettuati in negozio.

 

Pam Local cresce anche con il franchising: tre nuove aperture due a Bologna e una Trieste

Quella di Bologna via Pichat è la terza apertura in poche settimane del format Pam Local dopo Bologna dopo che giovedì 24 e venerdì 25 maggio, Pam franchising ha inaugurato due nuovi punti vendita: un Pam local in via Battisti 22 a Trieste e un Pam local in via Andrea Costa a Bologna. Proprio a Bologna, nel 2013, nasceva il primo Pam local d’Italia: una novità nel panorama dei supermercati di prossimità del Paese che ha riscosso fin da subito un grande successo. L’8 giugno, a distanza di 5 anni con l’inaugurazione del punto vendita di Via Carlo Berti Pichat 32 (Angolo con Via San Donato), i Pam local sono quasi 80 di cui 12 solo a Bologna. Il nuovo store sarà gestito in franchising e sorge di fronte alla storica Porta San Donato, a pochi passi da un distaccamento dell’Università degli Studi di Bologna e in una zona viva, dinamica e molto frequentata da studenti e giovani.

“Siamo molto contenti che il format Pam local stia riscuotendo così tanto successo a Bologna. Questa è la 12esima apertura nella città, in questo caso in franchising, e noi leggiamo nella crescita della rete una conferma di come sia clienti sia imprenditori desiderino entrare a far parte di questa grande famiglia – commenta Lorenzo Seccafien, Direttore Vendite Pam Franchising -. Inoltre, attraverso l’apertura di nuovi punti vendita, vogliamo contribuire concretamente anche noi alla crescita economica del territorio e all’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro”.

 

Domino’s Pizza raddoppia a Bergamo

Domino’s Pizza raddoppia la sua presenza a Bergamo e, a meno di un anno dall’apertura del punto vendita di via Broseta 65, inaugura la seconda pizzeria in via Angelo Maj 1. L’apertura è parte di un più ampio progetto di sviluppo iniziato ad ottobre 2015 e che continuerà con l’inaugurazione di nuovi punti vendita anche fuori dalla Lombardia: Bologna e Torino le prossime mete. La nuova pizzeria di Bergamo occupa già oltre 15 risorse, portando a più di 250 il numero delle persone totali impiegate da Domino’s Pizza in Italia.
Alessandro Lazzaroni, master franchisee di Domino’s Italia, ha commentato: “Bergamo ci ha accolti molto bene, in via Broseta: abbiamo servito dall’apertura oltre 100.000 pizze, fidelizzando più di 10.000 clienti e con questa nuova apertura ci aspettiamo altrettanto successo. L’apertura del primo Domino’s è stata una vera e propria sfida, abbiamo puntato tutto sulla qualità del prodotto e sull’innovazione, oltre che all’eccellenza nel servizio a domicilio, supportati da una tecnologia all’avanguardia. Un mix vincente che ci ha permesso in poco meno di tre anni di aprire 12 punti vendita e impiegare oltre 250 risorse con un’età media di 27 anni”.
Il vero punto di forza della catena è il servizio d’ordine online (sul sito www.dominositalia.it e via app) e la consegna a domicilio che viene effettuata dai driver Domino’s che consegnano entro 30 minuti dall’ordine, garantendo una pizza calda come appena sfornata.


 

Due nuove parfarmacie per Esselunga: Lido di Camaiore e via Rubattino

Sono arrivate a quota quattro le parafarmacie di Esseleunga. Le due nuove hanno debuttato all’interno del negozio di Via Rubattino a Milano e nel superstore Esselunga di Lido di Camaiore. Si aggiungono a quelle di Pioltello (MI) e di Firenze in via Di Novoli. Il reparto effettuerà gli stessi orari di apertura al pubblico del Superstore.

 

Satur riqualifica la circonvallazione Nord Est di Sassuolo

Il nuovo parco commerciale di Sassuolo deve essere ancora completato, ma c’è un marchio che ha creduto fermamente nel recupero di questa zona della città in strada circonvallazione Nord Est, tanto da essere il primo ad aprire: è Satur, brand retail del gruppo Galileo di Tivoli che il 19 maggio ha scelto di collocare qui il suo terzo punto vendita dell’Emilia Romagna, il 53esimo in Italia.

Il nuovo punto vendita ha una superficie di 600 metri quadri, perfettamente inseriti all’interno del progetto di recupero di questa ex area artigianale e industriale, dove molti locali in disuso sono stati riconvertiti ad attività commerciali restituendoli così alla città. Realizzato a tempo di record, dà lavoro a 6 nuovi dipendenti, tutti del territorio, e vuole proporsi come una tappa imprescindibile per gli amanti del design e di tutto quanto “fa casa”: piatti, posate, utensili a marchio Galileo, il piccolo elettrodomestico e l’elettronica a marchio Kooper, le proposte stagionali del garden, dell’arredo outdoor, i prodotti per il mare che in questo periodo diventano un vero punto di forza di Satur. 

Bellissimo anche lo spazio dedicato al mondo Villa d’Este Home Tivoli che accoglie il cliente con un caleidoscopio di colori e suggestioni stilistiche proprie del brand che in pochi anni ha rivoluzionato il concetto di tavola, “scomponendola” e rendendola unica e personalizzabile.

 

Penny Market apre in Sicilia tre negozi dopo il restyling

Penny Market ha deciso di concentrare parte dei propri investimenti nell’obiettivo di consolidare la propria presenza nel Sud Italia e in particolare in Sicilia, dove hanno riaperto al pubblico con un nuovo format tre dei punti vendita già presenti in regione, ovvero Siracusa e Melilli (il 31 maggio) e Menfi (il 7 giugno), a seguito degli interventi di restyling.

I negozi sono stati oggetto di remodelling per essere adeguati al concept Ambiente 3.0. Si tratta di un negozio completamente ripensato ponendo il cliente al centro, attraverso studi di Shopper Marketing relativi al percorso dei consumatori nei negozi e alle logiche decisionali applicate davanti allo scaffale, con ampio spazio ai freschi, lettura dello scaffale e delle promozioni semplificata, pane preparato durante tutto l’arco della giornata, il tutto in un ambiente accogliente. L’illuminazione, oltre a prevedere la sostituzione di tutte le lampade con apparecchi a basso consumo, viene adattata alla struttura del punto vendita e modificata a seconda delle aree e delle categorie merceologiche in modo da renderle immediatamente riconoscibili.

L’impegno e l’attenzione di Penny Market nei confronti della regione sono dimostrati anche dalla prossima apertura di un nuovo centro di distribuzione sito a Catania, al momento in fase di costruzione, che sarà inaugurato alla fine dell’anno.

 

ECU inaugura il nuovo punto vendita di Massa Finalese
Un discount di circa 400 metri quadri caratterizzato dalla qualità e dalla convenienza che da sempre contraddistinguono l’offerta di Ecu è stato inaugurato a Massa Finalese (fraz. di Finale Emilia). Situato in via Albero angolo via Mirandola è un piccolo discount con un’offerta di circa 2.600 referenze alimentari e non. Vedrà impiegate al suo interno otto persone, sei donne e due uomini, tutte nuove assunzioni.

Si tratta del decimo punto vendita ECU della provincia di Modena. Ecu, marchio di proprietà di Realco S.C., società cooperativa operante da oltre 50 anni nel settore della grande distribuzione organizzata, vanta oltre 50 negozi tra Emilia Romagna, Toscana, Piemonte e Veneto.

 

Facile.it va su strada anche a Parma

Facile.it sbarca in Emilia Romagna e sceglie la città di Parma (Strada Garibaldi, 9) per aprire il suo sesto punto vendita in Italia. All’interno del nuovo Store, i cittadini troveranno consulenti dedicati che li guideranno nell’utilizzo del comparatore e nell’identificazione delle migliori offerte su prodotti assicurativi, finanziari e utenze domestiche.

“Parma rappresenta una città importante all’interno del nostro percorso di espansione territoriale – ha spiegato Mauro Giacobbe, Amministratore delegato di Facile.it -. Non solo perché è la prima città dell’Emilia Romagna ad ospitare un Facile.it Store, ma anche perché analizzando i costi sostenuti dalle famiglie ci siamo resi conto che ci sono ampi margini di risparmio. All’interno dello Store i clienti, supportati da un team di consulenti dedicati, potranno analizzare i costi relativi a RC auto, mutui, prestiti, luce, gas e ADSL e scegliere i prodotti migliori disponibili sul mercato. Obiettivo dei Facile.it Store è di comprendere meglio le esigenze dei clienti e dare la possibilità, anche a un pubblico non ancora abituato a usare gli strumenti di comparazione online, di ridurre le spese”.

 

Bennet rinnova Cantù, Castelletto e Tavernola e apre due nuovi drive
Punti vendita rinnovati e apertura di altri due bennetdrive: Bennet prosegue con il processo di ristrutturazione dei propri punti vendita.
A Cantù e Castelletto le innovazioni riguardano soprattutto i nuovi reparti: freschi e prodotti che servono per la dispensa, con una grande varietà di articoli di ogni genere.
Un grande spazio è dedicato anche alla ristorazione, con i nuovi corner +CheSushi, nel Bennet di Cantù, e Ca è&Cucina, nel Bennet di Castelletto.
In prima linea soprattutto il benessere: ecco perché nascono angoli come la Salutistica, con prodotti vegani, vegetariani, senza lattosio, senza glutine, senza zucchero, senza uova, senza lievito e tanti altri, e l’adiacente Parafarmacia.
Il tutto inserito in una cornice moderna, capace di garantire massima funzionalità e fruibilità grazie a tecnologie innovative e ai metodi di pagamento che permettono di ottimizzare ancora i tempi. Il cliente può infatti approfittare dei nuovi servizi di SpesaPass e CassaSelf, Apple Pay e Samsung Pay, per evitare lunghe code alle casse ed effettuare pagamenti direttamente dallo smartphone o tramite carta.
Altra novità la presenza dei totem interattivi, attraverso i quali i clienti possono scoprire e accedere ai molti servizi o erti dal mondo Bennet Club in completa autonomia.
Ultima novità, ma non meno importante, è l’apertura del bennetdrive a Cantù e Tavernola raggiungendo così la quota di 12 punti vendita dotati di questo servizio.

Deregulation no grazie? Sei italiani su 10 bocciano le aperture nei giorni di festa

Porte aperte degli esercizi commerciali nei giorni di festa (e il primo maggio è una delle più controverse): sì o no? Come la pensano gli italiani? A questa domanda risponde un Sondaggio Confesercenti SWG sulle liberalizzazioni del commercio.  Dal quale emerge come lo shopping nei giorni di festa non convinca affatto gli italiani: il 59% si dice favorevole a introdurre una limitazione delle aperture delle attività commerciali almeno in occasione delle principali celebrazioni nazionali: Natale, Capodanno, Pasqua, 25 aprile e, appunto, 1^ maggio, giornata in cui solo 2 intervistati su 10 progettano di fare acquisti.

La liberalizzazione delle aperture delle attività commerciali, introdotta dal governo Monti a partire dall’1 gennaio 2012, prevede la possibilità di rimanere aperti sempre, anche a Pasqua e Natale. Obiettivo dichiarato del provvedimento, l’aumento delle occasioni d’acquisto per i consumatori e il conseguente impulso a consumi ed occupazioni.

Ad oggi, in media, un consumatore approfitta delle liberalizzazioni 10 giorni l’anno, ma sono 60 le giornate rese disponibili dalla deregulation, tra domeniche e feste comandate. Non solo: Lo spostamento dello shopping dai giorni feriali a quelli festivi non ha prodotto lo sperato aumento degli acquisti: nel 2017 le vendite del commercio al dettaglio sono ancora inferiori di oltre 5 miliardi di euro rispetto ai livelli del 2011, ultimo anno prima della liberalizzazione.

 

Gdo (e online) pigliatutto, soffrono gli indipendenti

Anche l’effetto sull’occupazione è stato nullo: se è vero che nella Gdo sono state assunte circa 30mila persone, il provvedimento è stata una catastrofe per i negozi indipendenti. Che, a partire dal fattore lavoro, non sono stati in grado di competere con le aperture 24 ore su 24, sette giorni su sette, praticate dalla grande distribuzione. E sono stati costretti a chiudere: secondo le stime Confesercenti, dal 2012 ad oggi l’aumento di competizione innescato dalla deregulation ha portato alla cessazione di almeno 90mila piccoli negozi.

La deregulation ha di fatto spostato ulteriori quote di mercato verso la grande distribuzione, l’unica in grado di stare aperta 365 giorni l’anno, a scapito dei piccoli esercizi, che dal 2011 hanno visto travasare circa 7 miliardi di euro di vendite nella Gdo. Il tutto in un contesto già messo sotto pressione dalla concorrenza del commercio online al retail tradizionale: tra il 2011 ed il 2017 il fatturato dell’e-commerce è infatti cresciuto di 3,7 miliardi. In media, i consumatori acquistano cinque volte l’anno via web.

 

La proposta di legge: aprire solo se necessario

Per riportare una situazione di equilibrio concorrenziale nella distribuzione commerciale, Confesercenti ha presentato nel 2013 una proposta di legge di iniziativa popolare per un regime di aperture in base alle necessità reali dei territori, riportando la decisione ai sindaci in accordo con le associazioni. È chiaro che lì dove c’è bisogno, come nelle mete turistiche, è necessario che le attività commerciali siano aperte. Ma dove non c’è bisogno, la deregulation si è trasformata in un obbligo competitivo che ha favorito i grandi e schiacciato lavoratori e piccoli imprenditori.

“La nostra è una proposta equilibrata – sottolinea Confesercenti – che ha già raccolto il favore di alcune forze politiche. Il testo è alla Camera e adesso, con il nuovo Parlamento, è tornato in cima alla lista delle leggi che aspettano il prossimo esecutivo: deve solo essere trasformato in legge”.

NOTA METODOLOGICA
Tema del sondaggio: soggetto realizzatore: SWG Spa Committente e acquirente: Confesercenti Nazionale
Data di esecuzione: 16-18 aprile 2018 Metodologia di rilevazione: sondaggio online CAWI su un campione casuale probabilistico stratificato e di tipo panel ruotato di 1000 soggetti maggiorenni, distribuito su tutto il territorio nazionale. Il campione intervistato online è estratto dal panel proprietario SWG. Tutti i parametri sono uniformati ai più recenti dati forniti dall’ISTAT. I dati sono stati ponderati al fine di garantire la rappresentatività rispetto ai parametri di sesso, età e macro area di residenza. Margine d’errore massimo: ± 3,0%

Aperture festive nel commercio il 62% degli italiani dice no, la proposta di Confesercenti

Negozi aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7? Non è una necessità impellente, quanto meno per il 62% degli italiani che secondo un’indagine Confesercenti-SWG è favorevole alla regolamentazione nei giorni di festa comandata. Il commercio, insomma, non è considerato dalla maggioranza come un servizio essenziale al pari di quelli forniti da ospedali, polizia e mezzi di trasporto. 

Un giudizio che secondo l’indagine è molto influenzato dalla consapevolezza che la deregulation, introdotta dal Governo Monti nel 2012 con la possibilità di rimanere aperti sempre, anche a Pasqua e Natale, sta schiacciando i negozi. Il 71% degli intervistati, infatti, segnala che negli ultimi due anni, nel proprio quartiere o città, hanno chiuso negozi di cui erano clienti abituali, mentre il 66% ha visto crescere il numero di locali sfitti o che hanno cambiato tipologia di attività, passando dal commercio alla ristorazione o ai servizi.

La posizione dei consumatori sulla deregulation trova evidenti assonanze con quella espressa dai commercianti. Che, però, vivono con ancora maggiore preoccupazione gli effetti della liberalizzazione, che ha portato le attività commerciali, in media, ad essere aperte 30 giorni di più all’anno. Il 61%, infatti, ritiene che il regime di apertura continua abbia danneggiato la propria attività, contro appena un 12% che dichiara effetti positivi.

 

La proposta di Confesercenti

12 chiusure festive e domenicali obbligatorie durante l’anno, con la possibilità da parte dei sindaci di raddoppiarle o annullarle a seconda delle esigenze del territorio: è questa la proposta che riscuote il favore quasi unanime dei commercianti: tra gli intervistati si è detto favorevole l’87%, contro un 4% di contrari e un 9% di incerti.  “Un esito motivato dal desiderio degli imprenditori di limitare la distorsione della concorrenza a favore della Gdo – si legge in una nota -, ma che nasce anche dalla considerazione che la debolezza del mercato interno rende insostenibile l’eccesso di deregulation“. Infatti, interrogati sul futuro della propria attività, la maggioranza degli imprenditori – il 52% – vede il maggior fattore di rischio nella situazione economica del Paese, mentre Gdo e centri commerciali sono indicati da un terzo degli intervistati e la concorrenza dell’online solo dal 15%.

«La nostra proposta – spiega il Presidente di Confesercenti Massimo Vivoli – prevede di passare dalla deregulation totale ad un minimo di regolamentazione, ragionevole e assolutamente compatibile con i principi e le prassi prevalenti in Europa in materia di libertà di concorrenza. Monti aveva promesso che con questa liberalizzazione sarebbe aumentato il Pil, sarebbe aumentata l’occupazione, si sarebbe stimolata una maggior concorrenza. Tutte e tre queste cose sono risultate non vere. Gli unici effetti certi rilevati con certezza sono stati la compressione dei diritti dei piccoli imprenditori e lo spostamento di quote di mercato – il 3%, pari a 7 miliardi di fatturato – dai negozi tradizionali alla grande distribuzione. È chiaro che noi non chiediamo di stare chiusi sempre, ma di restare aperti solo quando e dove necessario, come ad esempio nelle località turistiche, per predisporre un programma di aperture attento alle esigenze dei consumatori ma anche di chi lavora e di quel modello distributivo italiano che è, storicamente, fatto di piccole e medie imprese».

L’indagine è stata condotta su un campione di 1300  consumatori e 600 imprenditori della distribuzione relativamente al tema della deregulation del commercio.

 

Chiusure nella Gdo, è ancora polemica in vista del 25 aprile e 1° maggio

È scontro politico sull’apertura dei negozi della Gdo il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno. Da un lato i sindacati e alcune regioni si oppongono alla liberalizzazione delle aperture il giorno della festa della Liberazione, dall’altro in molti chiedono di lasciare agli imprenditori la libertà di scelta. È questa ad esempio la posizione di Federdistribuzione, secondo cui esiste anche una legge nazionale, la Salvaitalia, che stabilisce questo principio e deve essere rispettata, non potendo essere scavalcata da norme regionali o comunali. Gli orari dei negozi sono infatti fattore di concorrenza, e la tutela e la promozione della stessa è materia di esclusiva competenza statale, come più volte ricordato dalla Corte Costituzionale.

 

E-commerce sempre aperto

Del resto la concorrenza perpetua esiste già. È quella dei negozi virtuali dell’e-commerce che, come ricorda l’organizzazione rappresentativa delle imprese di distribuzione, “continua a crescere, lui sì con una vetrina aperta sette giorni su sette e 24 ore si 24”. Non solo, “centinaia di mercati e mercatini si svolgono regolarmenrte”. Insomma, secondo Federdistribuzione “continuando a operare per porre ostacoli alle attività del mondo del commercio fisico non si fa altro che aggiungere difficoltà a quelle che già sta affrontando il settore a causa della crisi, e questo potrà avere conseguenze sullo sviluppo, sia in termini di investimenti sia di occupazione”.

Quello del lavoro domenicale è un falso problema. Secondo la Cgia -Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre ben 4,7 milioni di persone lavorano la domenica, non solo nei servizi essenziali e nel commercio, ma soprattutto nel turismo, nella ristorazione e nella cultura, “e nessuno – fa notare Federdistribuzione – giustamente protesta per chi da tempo lavora nei giorni festivi nei bar, ristoranti, alberghi o cinema”. Comunque lasciare libertà non vuol dire apertura indiscriminata: “Le scelte delle imprese distributive sono orientate al buon senso, come testimonia il fatto che nella giornata di Pasqua solo il 15% dei negozi delle aziende associate a Federdistribuzione è rimasto aperto (e circa un terzo con orario ridotto), principalmente nelle città d’arte o turistiche”.

 

C’è chi dice no

Posizioni che non fermano le polemiche. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha invitato per le prossime festività infrasettimanali “tutti gli esercizi commerciali e i centri commerciali a chiudere nel rispetto del valore della festività, ancora così alto e profondo”. Emiliano raccoglie anche l’invito delle organizzazioni sindacali e propone “un tavolo di concertazione alla presenza di tutte le associazioni datoriali”, finalizzato a “ricercare una soluzione condivisa volta alla tutela della conciliazione dei tempi di casa e di lavoro del personale occupato nelle predette giornate, oltre che a restituire l’importanza alle festività”.

Le polemiche hanno riguardato anche la Toscana, dove Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Toscana hanno annunciato uno sciopero generale proprio il 25 aprile e il 1° maggio: “La completa liberalizzazione degli orari delle aperture domenicali e festive – dicono in coro le sigle – si è rivelata negativa e non ha portato nessun aumento dell’occupazione e dei consumi. Sono peggiorate le condizioni di lavoro ed è aumentata solo la precarietà. Per questo è inutile lavorare per le feste, il commercio non è servizio essenziale. È necessario che venga approvata in Parlamento la modifica delle legge Monti sulla liberalizzazione degli orari e delle aperture commerciali”.

A Bologna è stata invece la dirigenza del centro commerciale Vialarga a sbarrare i negozi pubblicizzando l’iniziativa anche con una campagna “ad hoc”: “Siamo chiusi per festeggiare assieme. Ci sono valori e fatti che hanno un significato che nessuno mai potrà cancellare. Per questo abbiamo scelto di chiudere il centro commerciale per celebrare due date importanti della storia del nostro Paese”, ha annunciato in una serie di cartelli pubblicitari. In questo caso, la chiusura festiva è diventata insomma uno strumento di marketing.

Voucher e aperture festive, monta la polemica

Puntuale con l’arrivo delle festività natalizia è partita la polemica sulle aperture “forzate” dei supermercati, anche nei giorni canonici di festa quali Santo Stefano e Capodanno. Sotto la lente anche l’uso ormai diffuso nella Gdo di ricorrere ai voucher per utilizzare lavoratori occasionali che vanno a “coprire” i giorni critici (i lavoratori dipendenti possono scegliere volontariamente se lavorare oppure no).

In campo sono scesi i sindacati. Con l’hashtag #LaFestaNonSiVende è in atto la campagna di Filcams Cgil, la quale continua a sostenere la propria contrarietà alle liberalizzazioni degli orari commerciali. “Molti centri commerciali e punti vendita della grande distribuzione organizzata non intendono rispondere all’appello di tanti enti locali a tenere chiusi i propri punti vendita almeno nelle giornate di Natale, Santo Stefano e Capodanno – si legge in una nota – . Contro questa decisione molte sono le iniziative di protesta, a partire dallo sciopero proclamato dalle segreterie regionali della toscana di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs”.

L’invito al Governo è di arrivare quanto prima a sostituire il decreto “Salva Italia” del Governo Monti sulle Liberalizzazioni con una nuova regolamentazione per il settore commerciale.

«La totale liberalizzazione delle aperture domenicali e festive nel commercio introdotte dal Governo Monti – afferma la segretaria generale nazionale Maria Grazia Gabrielli – non ha prodotto, come ipotizzato, risultati positivi né in termini di occupazione né di consumi, ma ha contribuito a complicare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro degli addetti del settore. Eliminare gli ostacoli all’esercizio delle attività economiche e il principio di libera concorrenza tra gli operatori erano i principi ispiratori del Decreto, ma non sono stati realizzati».

Il disegno di legge sulla limitazione delle aperture festive, approvato alla Camera a settembre del 2015, giace abbandonato in Senato. La proposta (parziale e – per la Filcams – insufficiente) prevede la possibilità di aprire le attività commerciali per un massimo di sei festività l’anno, nessun limite per le aperture domenicali, così come per le aperture 24 ore su 24. Restano così in vigore le liberalizzazioni decretate dal governo Monti.

 

Il “caso” Carrefour Venezia

Situazione particolare a Venezia, dove tutti i grandi marchi hanno deciso di tenere chiuso, con l’eccezione di Carrefour che a sorpresa ha informato la clientela di voler rispettare solo la chiusura per Natale, garantendo la spesa di Santo Stefano e Capodanno. “Un caso davvero singolare – afferma la Filcams Cgil – se si considera che il Centro Commerciale Valecenter, che ospita Carrefour, in quelle due giornate rimarrà chiuso”.

Allo sciopero indetto in Toscana potrebbero affiancarsi iniziative di mobilitazione e protesta di molti altri territori, con picchetti e presidi all’esterno di molti centri commerciali “per chiedere il riconoscimento del valore delle festività, per la tradizione del nostro paese, per il rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori – conclude la Segretaria Generale – ma anche perché è ormai tempo di ammettere che il sempre aperto è una “tendenza” imposta , che non ha rappresentato una vera strategia per rilanciare consumi e occupazione, capace di arginare la crisi della grande distribuzione, chiusure di negozi, licenziamenti e attacco a salario e diritti”.

 

Voucher, nati per l’agricoltura, finiti nel commercio

Intanto la Coldiretti sottolinea come, nonostante la forma di impiego con voucher sia nata pensando all’agricoltura (in via sperimentale per la vendemmia nel 2008), sulla base dei dati dell’Osservatorio sul lavoro accessorio dell’INPS relativi ai primi sei mesi del 2016 l’impiego dei voucher è sceso nel settore al minimo di appena l’1,09%.

Del totale di voucher venduti nel primo semestre dell’anno, il 14,9% sono stati impiegati nel turismo, il 14% nel commercio, l’11,4% nei servizi, il 42% nel giardinaggio e pulizia, il 4,1% per manifestazioni sportive e culturali e il 47,1% in altre attività.

Il punto di vista di Confimprese nella video-intervista a Mario Resca.

Apre Annex, La Rinascente versione teen-ager

Uno spazio pensato per le teen-ager, con i marchi più amati e una focacceria annessa ha aperto in via Santa Radegonda, presso la storica sede della Rinascente di piazza Duomo a Milano. Si chiama Annex, appunto, a sottolineare la continuità con la “casa madre”, e si sviluppa su due piani: il piano terra dedicato al make-up e il primo piano alla moda con la proposta di scarpe e sneakers, lingerie e accessori (dalle borse agli zaini, dagli orologi ai bijoux agli occhiali) senza dimenticare gli immancabili techno gadget e ancora i cosmetici. A febbraio 2015 aprirà poi un secondo piano dedicato alle collezioni fashion e agli accessori.

annex2L’area food, situata al piano terra e affidata a Manuelina Focacceria di Recco, offre street food alla ligure: oltre alla tipica focaccia col formaggio, la focaccia pizzata, la focaccia all’olio “del mattino” e la tradizionale torta Pasqualina. Il tutto accompagnato da un’ampia selezione di proposte dolci e da un servizio di bar e caffetteria.

Oltre all’ingresso da via Santa Radegonda 10, si può accedere allo store dal primo piano del main building della Rinascente di piazza Duomo.

L’obiettivo, dichiarato, è di diventare un punto di riferimento per la moda giovane in città e una tappa obbligata per chiunque voglia scoprire novità e brand cult del mondo young e non solo.

Ipersimply apre a Montecassiano

Convenienza, piazza del fresco e attenzione ai prodotti del territorio e sette percorsi tematici che aiutano il cliente a scegliere: sono queste le caratteristiche del nuovo IperSimply di Montecassiano (MC) che si estende su una superficie di 2.350 metri quadri con un assortimento di oltre 14.000 referenze, un parcheggio con 600 posti auto e 18 nuovi assunti su 48.

casse-MontecassianoPunto di forza del nuovo IperSimply è la piazza dei freschi che propone frutta e verdura di qualità, una gastronomia con ampio assortimento di piatti pronti, la panetteria con pane e focaccia sfornati in giornata, la pasticceria con una vasta gamma di dolci, pesce fresco e servito al banco, carne controllata e garantita, salumi e formaggi di prima scelta, anche regionali. Il tutto all’interno di una strategia di valorizzazione delle produzioni locali, in partnership con produttori della zona. Nel reparto gastronomia, ad esempio, il 10% dei prodotti proviene dal territorio del punto vendita. L’enoteca propone oltre 1.000 etichette di vini da tavola e da degustazione da realtà vitivinicole nazionali e cantine e vitigni locali.

Occhi puntati anche sulla convenienza grazie a un’ampia offerta ampia di prodotti a marchio Simply, che garantiscono mediamente un risparmio del 30% rispetto ai leader, dalle promozioni quindicinali sui prodotti delle Grandi Marche e dall’Operazione Salvaspesa che blocca i prezzi di 300 prodotti di uso quotidiano fino al 31 dicembre.

Sette percorsi a tema

Per fare più velocemente e più semplicemente i propri acquisti, i clienti sono facilitati da sette percorsi specifici: Verdenatura Bio, Verdenatura Eco e Equo e solidale raggruppano prodotti biologici e a ridotto impatto ambientale per scelte di consumo consapevole; Senza glutine e Senza lattosio segnalano articoli per particolari necessità salutistiche; Benessere più e Leggerezza più evidenziano particolari ricettazioni per sentirsi in forma rinunciando al superfluo e rafforzando le proprie difese. Infine, all’interno del percorso Prodotto locale si potranno trovare i sapori e tradizioni del territorio.

C’è anche la salute

La parafarmacia interna contiene circa 500 referenze di farmaci da banco e prodotti omeopatici, e circa 2.800 prodotti di erboristeria, dermocosmetici, integratori dietetici, integratori per sportivi e prodotti di veterinaria.

Fino al 31 dicembre anche il nuovo Ipersimply di Montecassiano partecipa alla raccolta fondi a favore Telethon, che Simply sostiene per il tredicesimo anno e che ha permesso di donare dal 2002 oltre 13 milioni di euro. Per dare un contributo alla ricerca scientifica di Telethon, si può donare direttamente in cassa aggiungendo un contributo di 1 o 5 euro alla spesa oppure acquistare un prodotto solidale.

Simply, insegna del gruppo Auchan, occupa in Italia circa 9.000 dipendenti ed è presente sul territorio nazionale in 19 regioni con oltre 1.500 punti  vendita, di cui 269 gestiti direttamente e i restanti gestiti con la formula dell’affiliazione.

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