Pedon sbarca ufficialmente in Egitto con l’apertura di un nuovo stabilimento della divisione industria ACOS. Un investimento da 2 milioni di dollari per un’area da 5.000 metri quadri, 60 collaboratori locali impiegati e una produzione annua di 15.000 tonnellate di legumi.
Una scelta strategica per aumentare le fonti di approvvigionamento del Gruppo e accrescere l’internazionalizzazione e l’espansione verso nuovi mercati.
«L’apertura dello stabilimento in Egitto è un segno importante della continua crescita e vitalità del Gruppo – spiega l’AD Remo Pedon – La presenza in quest’area strategica ci permetterà di aumentare la capacità produttiva e di aprire nuovi sbocchi commerciali verso i Paesi del Mediterraneo, accrescendo la nostra presenza sui mercati internazionali e con l’obiettivo di commercializzare il 20% della produzione annua di cannellini egiziani entro il 2016».
Alla presenza di clienti, istituzioni e fornitori Remo Pedon ha avviato la nuova linea produttiva, innovativa per la tecnologia adottata e all’avanguardia per il settore. L’investimento di oltre 2 milioni di dollari, proviene in parte da fondi propri e in parte da istituti bancari che hanno supportato il Gruppo Pedon in questo importante progetto. Una volta a pieno regime, si raggiungerà la produzione annua di 15.000 tonnellate principalmente di fagioli cannellini, ma dal prossimo anno entreranno in produzione anche fagioli borlotti, lenticchie e altri tipi di legumi.
Il sito produttivo di Acos Egypt è inserito nel nuovo polo industriale di Giza – a circa 30 chilometri da Il Cairo – un’area strategica e in forte espansione scelta anche da altre importanti realtà multinazionali come GM, Nissan, Coca Cola, Unilever e Procter & Gamble.
Il nuovo Mondadori Megastore di via San Pietro all’Orto a Milano è un luogo d’incontro tra persone e libri, dove l’esperienza di acquisto diventa per i visitatori un percorso di scoperta ed esplorazione: al libro, cuore dell’offerta, si affianchano infatti proposte di intrattenimento, servizi e un’area Café.
Il Megastore è il primo esempio del nuovo format di store di Mondadori (leggi anche La libreria infinita prossimamente da Mondadori Store), caratterizzato da un innovativo concept di arredo e da una diversa formula di offerta. Con l’apertura di questo punto vendita, che va ad aggiungersi a Duomo e Marghera, già presenti nel centro di Milano, continua il piano di consolidamento delle attività Retail del Gruppo Mondadori, che può vantare la più estesa rete di librerie in Italia, con oltre 600 store sul territorio.
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«Il lancio del nuovo format di Megastore rappresenta una tappa importante nel processo di crescita delle nostre attività nel settore Retail, uno dei nostri core business» ha dichiarato Ernesto Mauri, amministratore delegato del Gruppo Mondadori. «Siamo leader nel mercato dei libri e, per un editore come noi, poter contare su una catena di librerie così diffusa sul territorio è certamente uno straordinario patrimonio strategico e uno strumento privilegiato per essere in contatto diretto con i consumatori, oltre 20 milioni di persone che ogni anno entrano nei nostri negozi e dialogano con noi», ha concluso Mauri.
«Sviluppo dell’offerta, esperienza di acquisto, valorizzazione del prodotto, servizi, comfort dell’ambiente: sono questi gli elementi che ci hanno guidato nel percorso di innovazione della libreria tradizionale verso un modello che permetta di avvicinarsi con maggiore frequenza e gratificazione al mondo della cultura e del divertimento», ha dichiarato Mario Maiocchi, amministratore delegato di Mondadori Retail.
Il progetto architettonico e di allestimento del Mondadori Megastore di via San Pietro all’Orto è stato sviluppato con Mondadori Retail dallo studio milanese Migliore + Servetto Architects. Articolato su 3 livelli, per una superficie totale di 750 metri quadrati, lo spazio è caratterizzato da un sistema espositivo che nella leggerezza del disegno e nella ricchezza cromatica e materica mette in risalto i veri protagonisti della scena, i libri. Un’ampia scala centrale crea un legame verticale tra i tre piani conducendo il visitatore attraverso un racconto tra contemporaneità e tradizione, dove il rosso Mondadori – segno distintivo della scala e di tutta la comunicazione grafica – incontra il verde e il bianco dei metalli.
Il progetto intreccia spazi di accoglienza e di esposizione, costruendo un’innovativa relazione con il visitatore libero di muoversi a seconda delle proprie esigenze e dei propri interessi.
Il nuovo Mondadori Megastore è un luogo dove sostare e ritornare, per chi ama leggere approfittando di comode sedute e di un ricco assortimento che va dalla letteratura al fumetto, ai libri in lingua originale, ed è suddiviso su tre livelli
– il piano terra ospita il Marketplace con le ultime novità editoriali, prodotti di cartoleria e gift box, ma anche prodotti di tecnologia, accanto al nuovo servizio di assistenza e post vendita Help;
– il primo piano è dedicato a Books&Café, in cui trovano spazio l’ampia libreria dello store, con l’area Comics e la cartoleria, e Mondadori Café, realizzato in collaborazione con Cibiamogroup, società leader nella ristorazione veloce di qualità: uno spazio di relazione, all’interno della libreria, che accoglierà adulti e bambini tutti i giorni, dalle ore 9 alle ore 23, con prodotti selezionati e ricette semplici, aperitivi compresi. Il Café farà inoltre da scenario per incontri con autori e presentazioni di libri;
– il piano -1 prevede inoltre una zona Kids rivolta a bambini e ragazzi: un’area che unisce dimensione fisica e digitale grazie ai nuovi touchwall, pensati per divertire e stimolare la fantasia dei più piccoli attraverso il disegno e il gioco di gruppo.
L’attenzione al cliente non si ferma allo spazio fisico del Megastore, ma vive anche attraverso servizi e strumenti digitali, in un sistema integrato con il sito Mondadoristore.it e con la nuova appMondadori Card: disponibile per smartphone Apple e Android, permetterà ai soci Mondadori Card di gestire ancora più comodamente il proprio profilo e, con la nuova funzione storelocator, ricevere informazioni sulle iniziative in corso negli store Mondadori più vicini.
I clienti dello store potranno inoltre presto accedere al nuovo servizio di book on demand che metterà a disposizione dei lettori un catalogo di oltre 7 milioni di titoli provenienti da tutto il mondo.
Non è una questione da poco, quando il terzo produttore al mondo di prodotti a base di cioccolato, decide di votarsi al cacao equosolidale. Ne ha parlato Aldo Cristiano, Director cocoa procurement Ferrero, alla conferenza di presentazione dei dati FairTrade Italia tenutasi in Expo. Che anche per il 2014 segnalano una crescita a due cifre: +17,8% il valore del venduto sul 2013, pari a 90 mln di euro.
Un impegno, quello di Ferrero, che copre tutti gli ingredienti principali dei prodotti della multinazionale di Alba, ovvero oltre al cacao (l’azienda ne acquista 4 milioni di tonnellate l’anno, il 3% della produzione mondiale), zucchero di canna, olio di palma, nocciole, uova e latte.
“Oggi siamo al 40% di cacao certificato, superiore alla previsione che avevamo stabilito per fine 2014 del 20%, e sono certo che raggiungeremo questo traguardo nei tempi stabiliti, o anche prima” ha detto Cristiano. La scelta di Ferrero è stata motivata, oltre che dai valori etici e di sostenibilità di impresa, da un fatto incontrovertibile: le pratiche equosolidali, tramite l’educazione dei contadini, permettono di ottenere non solo una resa maggiore dei terreni (in Costa d’Avorio si è passati da 400 a 1000 Kg per ettaro, ma in Ecuador si arriva a 3000 Kg per ettaro), ma anche di garantirne la qualità. “Ad oggi abbiamo formato 60mila contadini, tramite FairTrade o cooperative od enti che sono poi stati sottoposti ad audit”. La qualità, appunto, è risultata la molla che ha fatto scattare il meccanismo virtuoso. “Dopo il 1999 abbiamo notato un progressivo degrado della qualità e delle proprietà organolettiche del cacao prodotto, ma anche della quantità. Oggi da un terzo a un quarto del raccolto è perso a causa delle malattie, che potrebbero essere evitate usando pratiche agricole corrette”. In altre parole, ci sono ragioni economicamente valide per scegliere un commercio “justo”, come si chiama in spagnolo. “Lo scopo non è la competitività con le altre aziende, ma la soddisfazione delle esigenze dei consumatori” spiega Aldo Cristiano.
Dunque dobbiamo aspettarci a breve una Nutella con marchio Fair Trade? “Non ci interessa avere prodotti “buoni” e altri no, per noi è più importante certificare che il 40% del nostro cacao è equosostenibile, ed è equamente distribuito in tutti i nostri prodotti. E possiamo farlo, perché importiamo le fave di cacao, non semilavorati di cui non è sempre facile tracciare le origini. La trasparenza è fondamentale, ciò che è indicato in etichetta deve essere ciò che c’è nel prodotto” conclude Aldo Cristiano.
Dopo la decisione di Carpenè Malvolti di chiudere la collaborazione (v. Carpenè Malvolti chiude la partnership con Giv e distribuisce in diretta), e dopo i successi ottenuti all’estero con i propri Prosecco Bolla e Lamberti, il Gruppo italiano vini ha deciso di seguire il trend in forte crescita e di sviluppare ed ampliare la propria gamma di spumanti Prosecco sia nel segmento della denominazione Doc sia in quello della prestigiosa Conegliano Valdobbiadene Docg per replicare i successi internazionali anche nel mercato interno.
Si tratta di un progetto che prevede una gamma di spumanti Prosecco più ampia e ben diversificata per canale di vendita. «La quinquennale collaborazione con Carpenè Malvolti – dichiara Corrado Casoli, Presidente di Gruppo Italiano Vini (nella foto di apertura) – ci ha permesso di conoscere ancora più a fondo il trend e le dinamiche dei vini spumanti e di affrontare così con competenza e convinzione il mercato nazionale. Sono certo che grazie ai nuovi spumanti Prosecco che presenteremo al mercato continueremo ad ottenere i successi conseguiti in questi anni di collaborazione con Carpenè».
Per celebrare i 10 anni di continua crescita della cantina Bolla dopo la sua acquisizione dall’americana Brown-Forman, Gruppo italiano vini presenterà presto un nuovo Bolla Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG destinato al canale off-trade.
Sembra quasi un modo per festeggiare i 150 anni: La Rinascente acquisterà il 50,1% dell’attività retail del gruppo di grandi magazzini KaDeWe dall’austriaca Signa.
L’annuncio è stato fatto dal gruppo austriaco guidato dall’investitore immobiliare Rene Banko, aggiungendo che Signa e La Rinascente investiranno entrambe una somma nell’ordine di centinaia di milioni di euro nel business, che comprende il flagship store KaDeWe di Berlino e punti vendita ad Amburgo e Monaco.
Signa aveva comprato KaDeWe l’anno scorso con l’obiettivo di crescere nel settore del retail del lusso, programmando di espandersi nel mercato interno e in Repubblica ceca, Germania e Svizzera.
Il gruppo è stato anche coinvolto in una battaglia per rilevare la catena tedesca di grandi magazzini Kaufhof. (Reuters)
Per gli estimatori di Nutella in arrivo una limited edition in occasione di Expo Milano 2015 caratterizzata da un decoro esclusivo che celebra insieme il ruolo di Nutella come official partner della manifestazione e tutta l’Italia. Il decoro infatti raffigura i principali monumenti e attrazioni artistiche, dalla Mole Antonelliana al Colosseo, dalle Torri di Bologna al FDuomo di Milano alla Torre di Pisa e fa del vasetto di Nutella un oggetto da collezione.
Due i formati: il formato “scorta” da un 1 Kg, con i loghi di Nutella e di Expo stampati sulla superficie trasparente e accompagnati dalle architetture del nostro Paese stilizzate graficamente e il vasetto da 200 grammi in diverse versioni cromatiche.
Il vasetto da 200 g, caratterizzato dalla stessa composizione ma declinata in tante versioni cromatiche.
L’introduzione nella grande distribuzione di queste confezioni speciali è accompagnata dal lancio di una piattaforma web dedicata a Nutellaed Expo.
Una visione a 360° del cliente, che integri le informazioni provenienti da tutti i differenti device, identifichi i segmenti di clientela prioritari su cui agire e adegui costantemente la propria offerta per migliorare la fidelizzazione grazie ad offerte rilevanti e mirate. In una parola: Omnicanalità.
È questo il tema al centro dell’evento residenziale che si svolgerà l’11 e 12 giugno a Scarperia, presso Una Hotel Golf & Resort. Il convegno è organizzato da NextBi, la business unit di Sanmarco Informatica, società nata negli anni Ottanta come software house e oggi, con oltre 2 mila clienti è uno dei maggiori system integrator italiani.
Una due giorni che accanto a intermezzi ludici si occuperà di customer intelligence e di supply chain (qui il programma) nel contesto dell’omnicanalità, per il quale NextBi ha sviluppato una specifica suite OmniChannel.
«Il percorso di conoscenza del consumatore è diventato ormai dinamico, accessibile e continuo», spiega Michele Romano, marketing manager di NextBi. «L’attenzione infatti non è più rivolta esclusivamente all’acquisto ma alla valutazione dei prodotti e dei servizi offerti. Immaginiamo solamente quanto possano influire le recensioni sui vari social, sulla precisione delle promozioni inviate. In questo contesto il nostro progetto definisce la creazione di un’esperienza multicanale con l’adozione di una soluzione integrata per un nuovo approccio che trasforma l’organizzazione tradizionale in un ecosistema armonico».
Con il moltiplicarsi dei device e dei touch point aumenta infatti la complessità gestionale per i retailer in termini di allineamento di prezzi nei diversi canali, di gestione delle promozioni, di reperibilità dei prodotti online e off line, che comporta una gestione della supply chain integrata, per reagire in tempo reale alle azioni e alle esigenze dei clienti.
«Omnichannel significa fornire al cliente una esperienza unica attraverso una strategia coordinata», puntualizza Romano «anche perché ciascun cliente reagisce in maniera diversa alle sollecitazioni dei diversi canali: se i millennials sono digital addicted, gli anziani ricercano rassicurazione, le donne sono più predisposte alla multicanalità e i giovani adulti hanno un approccio pionieristico alle diverse modalità di ingaggio».
In concreto che cosa consente la soluzione OmniChannel? «Le aree di intervento sono molteplici sia sul piano del modello di interazione con il cliente (segmentazione, definizione di una strategia di contatto multicanale, introduzione di nuove modalità di loyalty) sia su quello dello sviluppo di competenze multicanale. L’obiettivo è aumentare la conoscenza del cliente per gestire delle campagne multicanale».
Partenza sprint per il settore agroalimentare italiano in questo primo scorcio di 2015, seppure in presenza di un quadro non privo di elementi di incertezza sia a livello nazionale che estero. Lo rivelanoIsmea e Unioncamere nel consueto appuntamento con AgrOsserva, l’Osservatorio sull’agroalimentare italiano relativo al primo trimestre del 2015.
Particolarmente positivo il dato delle vendite all’estero di prodotti agricoli e di alimenti e bevande trasformati, con una crescita del 6,2% su base annua nel periodo gennaio-marzo 2015. La dinamica appare in forte accelerazione rispetto all’anno scorso – specie verso i mercati extra Ue – e nettamente più sostenuta se confrontata con l’andamento generale dell’export nazionale.
Confortanti segnali di ripresa, prosegue AgrOsserva, emergono anche dal lato della domanda interna dopo la fase di prolungata contrazione dei consumi alimentari delle famiglie registrata in particolare nel 2013 (-3,1%). Le rilevazioni Ismea-Nielsen indicano un incremento degli acquisti alimentari domestici dell’1,4% nel bimestre gennaio-febbraio 2015 sullo stesso periodo del 2014, dato che risulta in linea con le indicazioni Istat sulle vendite del commercio al dettaglio del settore. A influire sulla ripresa dei consumi, sottolinea l’Ismea, anche le scelte di politica fiscale finalizzate a restituire un maggiore potere d’acquisto alle famiglie italiane.
Quanto alle prospettive per il resto dell’anno, la debolezza dell’euro continuerà a giocare un ruolo determinante assieme alle ricadute positive sull’economia nazionale che ci si attende dall’Expo. Tuttavia, precisa il rapporto Agrosserva, fattori di incertezza nel quadro internazionale provengono dagli sviluppi non più scontati della politica monetaria in Usa, a seguito di una probabile revisione peggiorativa delle stime di crescita dell’economia statunitense e dalla forte decelerazione del Pil in Cina. L’evoluzione del quadro macroeconomico di breve termine potrebbe inoltre risentire degli sviluppi della vicenda greca in Europa, della forte instabilità nell’area mediorientale e nordafricana e del protrarsi dell’embargo russo.
Tornando alle dinamiche di questo primo trimestre del 2015, l’agricoltura ha contribuito a rilanciare il Pil del Paese, che in base alla stima preliminare dell’Istat ha registrato un aumento dello 0,3% su base congiunturale.
Una conferma della positiva evoluzione del settore proviene anche dall’incremento degli indici di fiducia dell’agricoltura e dell’industria alimentare elaborati da Ismea, che riflettono un maggiore ottimismo tra le imprese, eccezione fatta per il comparto della zootecnia da latte su cui pesano le incognite del post quote.
La pasta trionfa, ma…
Sempre l’Ismea rileva che le esportazioni di pasta made in Italy, con un balzo in avanti del 4%, hanno superato nel 2014 la soglia di 2 milioni di tonnellate, per un giro d’affari complessivo di oltre 2,2 miliardi di euro. La pasta pesa oggi il 7% circa del valore dell’export dell’intero agroalimentare, e negli ultimi 15 anni, osserva l’Ismea, ha registrato un trend delle spedizioni all’estero in continua e rapida ascesa. Nel caso della pasta di semola secca – che rappresenta oltre l’80% dell’intero comparto – le esportazioni sono cresciute, a partire dal 2001, mediamente ad un ritmo del 2,3% annuo in volume e del 5% in valore, con uno stop solo nel 2008, quando la fiammata dei listini del grano duro determinò una drastica riduzione dei quantitativi immessi sui circuiti internazionali (-5% circa) per via degli alti livelli di prezzo raggiunti.
Non mancano tuttavia le preoccupazioni, come ha recentemente evidenziato l’Aidepi, l’Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane, che sottolinea l’attacco della concorrenza sui mercati internazionali (a volte sleale) e la debolezza dei pastifici italiani, oggi ridotti a non più di 120 dagli oltre 500 negli anni Settanta. Tanto da convincere il Governo, come annunciato nelle settimane scorse a Ipack Ima, a dar vita a una Cabina di regia con il Mnistero delle politiche agricole e il Ministero dello sviluppo economico per sostenere l’export della pasta italiana.
Paolo Barilla Presidente AIDEPI
Tre, essenzialmente, gli obiettivi della Cabina di regia.
1) Favorire processi di aggregazione dell’offerta della materia prima, anche al fine di aumentare le garanzie sugli stock complessivi.
2) Individuare strategie di valorizzazione della capacità produttivainespressa del settore, di potenziamento delle esportazioni e di redistribuzione sull’intera filiera del valore aggiunto creato. Tramite accordi di filiera, verranno previste strategie di sostegno alle coltivazioni di grano duro di qualità e di potenziamento della competitività della pasta italiana rispetto agli emergenti competitor stranieri a difesa e valorizzazione della pasta come simbolo del Made in Italy alimentare, esportabile a livello nazionale a tutti i settori.
3) Attrazione dei fondi comunitari destinati al settore nella programmazione 2014-2020 e di ulteriori fondi nazionali e comunitari per iniziative promozionali a supporto della produzione e dell’esportazione della pasta completa infine – insieme all’identificazione di progetti per l’innovazione industriale sulla Bioeconomia nell’ambito del master-plan “Agenda Italia 2015” – il quadro degli obiettivi del progetto.
«La pasta – ha dichiarato il presidente di Aidepi Paolo Barilla – è un settore rilevante dell’economia italiana, ma rischiamo di cedere il passo ad aziende non italiane, che, supportate da politiche di governo incentivanti, hanno compresso la marginalità dei profitti e turbato la tenuta delle aziende pastarie italiane. Varie sono le concause del fenomeno, ma certamente la generalizzata crisi dei consumi, la stretta creditizia e l’elevata capacità produttiva installata inespressa, pari al 33% circa.”
Il successo della pasta all’estero, che fa da volano al consumo di prodotti tipici del primo piatto all’italiana (pomodoro, olio, formaggio) evidenzia, secondo l’Ismea, “la dicotomia strutturalmente esistente tra la fase agricola nazionale e quella industriale”, in linea con con l’andamento generale del sistema agroindustriale nazionale, poiché l’Italia è strutturalmente dipendente dall’estero per l’approvvigionamento di materie prime agricole ma è esportatore netto per un’ampia gamma di prodotti lavorati.
La strutturale dicotomia esistente tra la fase agricola – caratterizzata da un’offerta fortemente polverizzata, da un incostante livello qualitativo e da una sempre più incerta redditività – e quella della trasformazione industriale – che, invece, necessita di un costante approvvigionamento di granella, sia in termini quantitativi sia qualitativi – può essere mitigata attivando un processo di integrazione tra le due fasi, suggerisce l’Ismea.
Appare auspicabile, quindi, sostenere processi di aggregazione dell’offerta attraverso l’adozione dei contratti di filiera allo scopo di conseguire una maggiore stabilità nei rapporti contrattuali e una maggiore redditività a favore di tutti gli operatori coinvolti.
Ed è proprio questo uno degli obiettivi della Cabina di regia.
È aperto fino al 2 agosto il temporary store iBalsamic di Monari Federzoni 1912, un laboratorio di esperienza dedicato all’aceto balsamico di Modena Igp che propone non solo una vasta scelta di prodotti dello storico produttore modenese, ma ricostruisce nel cuore della Milano di Expo una vera acetaia.
«Questo spazio – spiega il direttore commerciale Sandro Gozzi – ha non solo un obiettivo di comunicazione al largo pubblico italiano e internazionale che si concentra su Milano per ‘Expo, ma anche quello di spazio per incontrare buyer e mostrare loro la grande varietà di proposte che hanno al centro l’Aceto Balsamico di Modena Igp (e che potrebbero trovare spazi interessanti negli scaffali del trade, ndr). Inoltre è un banco di prova per valutare la possibilità di store o corner monomarca, soprattutto all’estero».
Con un concept che unisce l’esperienza di Monari Federzoni 1912 a un prodotto affermato in tutto il mondo come eccellenza gastronomica, iBalsamic è un vero e proprio “laboratorio del gusto”: eventi, esperienze e percorsi di degustazione, faranno infatti da cornice alla vendita della linea aceti e non solo. Al piano terra – che affaccia su Corso Garibaldi e che è dedicato all’innovazione e al lato gourmet: tutti i visitatori possono infatti acquistare anche bottiglie uniche, realizzate in edizione limitata per il temporary shop.
Ma il viaggio alla scoperta dei tanti sapori dell’aceto balsamico, prosegue scendendo di un piano dove è stata ricreata l’atmosfera di una vera e propria acetaia modenese: la tradizione, la cultura e la storia dell’azienda sono raccontate dalle botti per l’invecchiamento e la maturazione del balsamico, ma anche dalle foto della famiglia Monari Federzoni di generazione in generazione e da una collezione di bottiglie storiche. All’interno di questo spazio vi è anche anche un angolo per gli assaggi e per gli incontri formativi.
Il temporary store iBalsamic è stato concepito, disegnato e realizzato da RE.D, la divisione di marketing e retail design di M&T-Marketing&Trade.
BeMyEye, azienda leader nell’innovativo settore delle ricerche di mercato tramite mobile crowdsourcing, annuncia la nomina di Luca Pagano a CEO del Gruppo.
«BeMyEye” dichiara Luca Pagano, che vanta un’esperienza decennale nel mondo mobile, “è un esempio lampante dove l’uso innovativo di tecnologie di nuova generazione permette di risolvere problemi reali in tempi e modi impensabili fino a pochi anni fa e, potenzialmente, di sovvertire gli equilibri decennali di un’industria importante come quella delle ricerche di mercato. È un’idea geniale con possibilità di sviluppo enormi che ha già dimostrato di poter generare volumi di attività e ricavi significativi. Il nostro obiettivo nel breve è di fare leva sulla leadership nel mercato Italiano per diventare leader Europeo partendo dalla conquista dei mercati chiave dove siamo già attivi, in particolare UK, Germania e Francia. BeMyEye avrà presto una delle più grandi mobile workforce d’Europa».
La società, fondata e presieduta da Gian Luca Petrelli, si avvale di un capillare network di oltre 70.000 rilevatori on-demand in grado di svolgere audit, mystery shopping, interviste e raccogliere lead commerciali su migliaia di punti di vendita, in pochi giorni, annullando le spese di trasferta.
I rilevatori di BeMyEye sono privati cittadini che utilizzano un’app gratuita tramite la quale vengono ricompensati in denaro per svolgere, su base volontaria, micro-lavori nei negozi dei loro dintorni.
Sono oggi oltre 100 i clienti tra cui i principali marchi dei prodotti confezionati (Henkel, Coca-Cola, Barilla, Heineken, Nestlè, Perfetti-Van Melle, Colgate-Palmolive, Kimberly-Clark), della Gdo (Auchan, Conad, Coop, Finiper), della telefonia (Telecom Italia, Vodafone, H3g, Fastweb), e dell’elettronica di Consumo (Nespresso, Sony, HP, Samsung, Lenovo) per misurare e migliorare la propria presenza in supermarket, negozi tradizionali, bar, farmacie, stazioni di servizio e molto altro.
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