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Le magie di Expo: il supermercato Future Food District di Coop in una fotogalllery

2500 metri quadri di superficie sviluppati su due livelli, uno spazio sperimentale, capace di generare nuove interazioni tra consumatori, prodotti e produttori: un luogo in cui ritrovare un rapporto diretto con la filiera.

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Inizialmente i visitatori entreranno in un corridoio d’ingresso dove prenderanno coscienza di essere in un supermercato Coop (una parete illustra il concetto chiave della proprietà condivisa) e concettualmente effettueranno un viaggio nel tempo, dal magazzino di previdenza a Torino, il primo negozio Coop in Italia datato 1854 ai giorni nostri. Con lo stesso sistema poi si potrà visualizzare l’evoluzione del mercato dal medioevo al prossimo futuro. Arrivando al piano superiore il visitatore trova un mezzanino di passaggio interamente abitato da informazioni e popolato da un presidio di soci Coop cosi come opereranno nel supermercato 40 dipendenti di Coop Lombardia.  Anche qui un’infografica a parete permetterà di ripercorrere alcune tappe significative della storia di un movimento che ha oltre 160 anni di vita. Da questo spazio trasmetterà per tutta la durata di Expo RadioCoop, la radio in store di Coop che fungerà da amplificatore di tutto ciò che succederà nel FFD dentro la rete dei 1200 punti vendita Coop.

Dai soci coop in carne e ossa al primo incontro con YuMi, un robot di nuova generazione realizzato da ABB in grado di interagire con le persone dotato di braccia, vista e tatto, pensato per una nuova era dell’automazione in cui gli esseri umani e i robot eseguiranno congiuntamente le stesse operazioni. YuMi è infatti l’abbreviazione di “you and me” a sottolineare la collaborazione tra robot e uomo, con la sua capacità di manipolare in completa sicurezza qualsiasi oggetto, dai delicati elementi di precisione di un orologio fino a infilare il filo in un ago o interagire con i clienti del Supermercato del Future Food District.

Al piano superiore ci si immerge nella vera e propria superficie di vendita: un mare di prodotti su una struttura a gradoni, disposti su tavoli che seguono un ordine che va dalle materie prime, la frutta, il grano, il latte, ai prodotti via via più trasformati e elaborati, valorizzando il patrimonio agroindustriale italiano. Cinque le filiere: latte e derivati, the, caffè e cacao, cereali e birra, carne e pesce, ortofrutta e vino. Per fare un esempio: si parte dalla farina passando per la pasta i biscotti fino alla birra.

I prodotti sono esposti su ampi tavoli; il  loro semplice sfioro con la mano permetterà all’utente di ottenere informazioni aumentate sui prodotti ovvero tutte quelle informazioni che oggi o non sono disponibili o lo sono parzialmente solo in rete ma che, in ogni modo, non riusciamo a far stare in un’etichetta tradizionale. Attraverso queste “etichette aumentate” il prodotto è in grado di raccontare se stesso, le sue proprietà, la sua storia, il suo tragitto.

Tre sono i livelli di interazione previsti. Il primo permette di ottenere indicazioni sulle caratteristiche primarie dell’articolo, il secondo fornisce l’etichetta aumentata capace di rivelare l’origine delle principali materie prime che compongono il prodotto, e l’eventuale presenza di ingredienti allergizzanti, il dato nutrizionale per porzione e l’impatto ambientale espresso in CO2 equivalente, infine (terzo livello) informazioni in dettaglio sulla storia e sulle sue caratteristiche. Sostanzialmente si applica l’’Internet of Things “ai processi di vendita/acquisto della grande distribuzione.

L’eliminazione delle barriere verticali disegna un paesaggio orizzontale che favorisce il contatto e la relazione, permettendo di utilizzare il supermercato quasi come un’area di libero scambio,  una sorta di baratto delle idee. Lo stesso concetto di filiera apparenta in qualche modo il supermercato di Coop ai cluster tematici presenti in Expo.

Soda Stream numero uno al mondo nelle acque minerali. E a maggio arrivano gli sciroppi bio

Appena “Eletto prodotto dell’anno 2015”, Soda Stream Italia arricchirà presto l’offerta di aromi con una linea di sciroppi biologici in bottiglie in vetro da 0,5 litri e in quattro gusti: mirtillo, rabarbaro, limone verde e sambuco. Questi sciroppi, prodotti in Germania, hanno ricevuto il certificato di “prodotto biologico” dall’ente austriaco. Non prevedono inoltre esaltatori di sapidità, aromi artificiali o coloranti e conservanti ammessi.

Lifestlye Play BlackIn questo modo Soda Stream si conferma un player a 360 gradi nel mercato non solo come gasassero di acque domestiche, ma anche come brand di acqua minerale.

Lo si rileva dall’analisi dei dati di una recente ricerca condotta da Canadean – che ha rilevato il consumo globale a volume di acqua frizzante confezionata – comparati con i dati aziendali SodaStream, da cui emerge che SodaStream è leader mondiale a volume totale nel consumo di acqua gassata.

Gli utilizzatori SodaStream di tutto il mondo – ben 24 milioni in 45 Paesi – hanno infatti consumato oltre 700 milioni di litri di acqua gassata, numeri ben superiori rispetto alle grandi marche del settore: Singha (558 milioni di litri), San Pellegrino (480 milioni di litri), e Perrier (412 milioni di litri).

Se si conta poi quanto viene prodotto con i 120 gusti di sciroppi, SodaStream può vantare oltre 1 miliardo di litri di bevande frizzanti prodotti.

Anche in Italia SodaStream continua a crescere: secondo una recente ricerca GfK dedicata al comparto dei gasatori domestici, SodaStream aumenta nel 2014 la sua quota di mercato a volume del +12,2%, attestando una crescita significativa anche a valore del +10,7%. Aumenta infine anche la vendita di bottiglie per il gasatore del +7%.

Gestione dell’acqua prossima emergenza, ma solo tre aziende su dieci hanno una policy

La gestione sostenibile dell’acqua da parte delle aziende sarà un aspetto sempre più cruciale in futuro: lo rileva l’indagine internazionale realizzata lo scorso dicembre dall’ente internazionale di certificazione DNV GL – Business Assurance in collaborazione con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (UNIDO) e con il supporto dell’istituto internazionale di ricerca GFK Eurisko. Lo studio ha coinvolto 1.907 professionisti di differenti settori in Europa, Nord America, Centro e Sud America e Asia.

Italia consapevole ma poco proattiva

Sulla teoria siamo tutti bravi: ben il 98% degli italiani ritiene infatti che la disponibilità d’acqua sià uno dei principali problemi del pianeta. Quando si guarda però all’impatto sulla vita di tutti i giorni (62%; -11%) o sul proprio Paese (77%; -6%) siamo meno preoccupati del resto del resto del mondo.

Anche le aziende sono alla finestra: solo il 57% delle aziende italiane (contro una media europea del 65% e mondiale del 70%) ritiene che le problematiche relative all’acqua possano avere un impatto sulle proprie strategie di business, e il 40% si dice non informato sulla legislazione specifica in materia di acqua. Qualcosa però inizia a muoversi. Una azienda su 3 ha già una policy per il water management e una su 4 si pone degli obiettivi specifici, soprattutto per favorire la riduzione dei consumi (50%), aspetto che – non solo in Italia ma in tutto il mondo – conta più della tutela delle risorse idriche.

Tra le iniziative più comuni intraprese dalle imprese figurano attività legate alla misurazione (21%) e all’efficienza dei consumi (17%). Non si è ancora passati veramente all’azione però: darsi degli obiettivi concreti per risolvere le problematiche legate alla disponibilità di acqua (12%; – 10%), coinvolgere il top management (9%; -9%) o stabilire funzioni dedicate (6%; -8%) è molto meno diffuso rispetto a quanto avviene nel resto del mondo.

A spingere le aziende a occuparsi di water management non sono i clienti (2%) o gli altri stakeholder (5%) ma piuttosto il rispetto di leggi e normative o delle politiche interne (22%). Nonostante un’attenzione diffusa per l’efficienza dei consumi, tra le motivazioni gli aspetti economici (ad es. riduzione delle spese) pesano la metà rispetto al resto del mondo (12%; -12%), probabilmente per via di costi non proibitivi. Interrogate sui principali ostacoli al progresso in materia di risorse idriche, le aziende italiane hanno identificato nella mancanza di consapevolezza (18%) un impedimento più forte delle ristrettezze economiche (15%).

L’intenzione è comunque quella di impegnarsi di più. Le imprese italiane continueranno a focalizzarsi su attività legate alla misurazione (+9% rispetto al presente) e all’efficienza dei consumi (+13%) ma ci si concentrerà anche su iniziative più complesse come la formazione dello staff (+18%) o gli assessment (+10%) sulla gestione delle risorse idriche. Il 32% delle aziende italiane si dichiara intenzionata ad aumentare i propri investimenti in materia di water management nei prossimi cinque anni.

“La domanda d’acqua cresce e ci si aspetta che continui a farlo. È un problema meno lontano di quanto possa sembrare. Senza un’inversione di rotta, si farà presto sentire anche in quei Paesi come l’Italia che fino ad oggi hanno potuto contare su disponibilità discrete. Un utilizzo efficiente delle risorse non è mai stato così necessario. Le aziende italiane hanno l’opportunità di farsi portatrici di questa sensibilità, contribuendo a diffonderla sul territorio e godendo dei benefici che un tale approccio comporta, in termini di risparmio e di soddisfacimento della richiesta di comportamenti sostenibili da parte del mercato” ha detto Nicola Privato, Regional Manager Sud Europa di DNV GL – Business Assurance.

 

Gestione dell’acqua obiettivo per lo sviluppo sostenibile

“L’acqua è destinata a rappresentare uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in discussione a livello globale – dice LI Yong, Direttore Generale di UNIDO – . Questa indagine è davvero tempestiva: fornisce informazioni su come le aziende gestiscono l’acqua al giorno d’oggi ma anche sulle opportunità e sulle sfide attese per il futuro. L’indagine, inoltre, rivela differenze a livello geografico inaspettate e molto interessanti. I risultati dello studio consentiranno a UNIDO e ai suoi partner anche di perfezionare il proprio approccio nel fornire supporto tecnico ai governi e alle imprese”.

Nonostante che a livello globale Il 70% delle aziende considera infatti le problematiche relative alla gestione dell’acqua rilevanti per le proprie strategie aziendali, con punte dell’85% nel caso di imprese che utilizzano acqua nei processi produttivi, un quinto delle aziende che utilizzano acqua per la produzione non è a conoscenza della legislazione nazionale in materia e solo un terzo del totale mondiale delle aziende si è già dotata di una policy di water management.

Parte bene il 2015 per il Gruppo Isa in Sardegna

I risultati del primo bimestre 2015 del Gruppo ISA, impresa socia di Gruppo VéGé e leader nella Distribuzione in Sardegna, confermano e consolidano ulteriormente il trend estremamente positivo con cui si è chiuso il 2014. Dopo un anno caratterizzato da importanti investimenti e da una forte espansione della propria presenza sul territorio regionale, infatti, il dinamico gruppo distributivo di Villacidro fa segnare nei primi due mesi del 2015 un +5% nel giro d’affari rispetto all’analogo periodo del 2014.

A questo ulteriore incremento di fatturato, realizzato in un contesto economico isolano che resta oltremodo difficile, ha contribuito l’entrata a regime dell’accordo di affiliazione relativo ai 5 Supermercati Il Vascello, di proprietà dei Fratelli Concas, situati a Muravera, Castiadas e Villasimius. I cinque punti vendita affiliati hanno superfici commerciali da 400 a 1300 mq e si trovano in tre località costiere di grande richiamo turistico della Sardegna Sud-Orientale.

“Siamo un gruppo con profonde radici, ma proiettato al futuro” – afferma Michel Elias, Amministratore Delegato Gruppo ISA. “I risultati del primo bimestre 2015 ci spronano a guardare oltre la crisi e a proseguire nel nostro impegno diretto a creare una realtà distributiva sempre più solida, competitiva e capace di rispondere alle esigenze dei consumatori isolani.”

Per Gruppo ISA, che oggi conta su una rete di oltre 350 punti vendita, di cui 30 di proprietà e il rimanente in affiliazione, l’accordo raggiunto con i supermercati Il Vascello è strategico anche ai fini della crescita in Sardegna della rete Dimeglio e per l’ampliamento del presidio del mercato isolano da parte di Gruppo VéGé.

Le prospettive per il prosieguo dell’anno vedono Gruppo ISA impegnato nell’ulteriore potenziamento della propria presenza social, con importanti novità sul piano digital che andranno ad affiancare le 5 pagine Facebook, il canale youtube e le attività su Google+ e Twitter già implementate. Allo stesso tempo, il 2015 si prospetta come un anno di sostanziale continuità per la politica commerciale del Gruppo, realtà fortemente radicata nel territorio isolano e che ha sempre fatto della sardità un principio basilare per le sue strategie anche in termini di scelte assortimentali.

Dopo il supermercato, ad Assisi Emi (Gmf-Unicomm) inaugura la piazza

Dopo l’apertura del supermercato di Santa Maria degli Angeliad Assisi (superficie netta di vendita di 1.500 mq,  in assortimento  oltre 10.000 referenze), avvenuta qualche mese fa, EMI, insegna di Gmf del gruppo Unicomm,  inaugura domenica 8 marzo, la nuova piazza pubblica.

«La piazza, realizzata da Emi in condivisione con l’amministrazione locale – ha dichiarato l’A.D. di GMF Giancarlo Paola –  rappresenta un esempio positivo di collaborazione tra pubblico e privato nell’interesse della comunità».

Sotto al supermercato e sotto la piazza, dove si affacciano altre attività,  è  disponibile un grande parcheggio coperto da 600 posti, servito da scala mobile e ascensori.

EMI Supermercati, insegna di GMF di Ponte San Giovanni (Pg), è una presenza consolidata nel Centro Italia con centri distributivi a Perugia, e una rete di oltre 100punti vendita presente in Umbria, Toscana, Marche e Lazio. GMF è una società del gruppo Unicomm di Vicenza, della famiglia Cestaio, presente in 7 regioni, 25 province, con una rete multicanale di oltre 200 punti vendita – dai cash&carry ai discount, dai negozi di vicinato agli ipermercati – per 2 miliardi di fatturato e con oltre 7.000 collaboratori. Uniamo è associato a Selex.

 

Alla Cooperativa Latte Arborea la Sardegna non basta

«Arborea non è il mulino bianco, ma è territorio, persone, prodotti». Con queste parole il direttore generale della cooperativa che affonda le sue radici nelle bonifiche delle paludi della piana di arborea attorno a Oristano negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, racconta dell’unicità di un’azienda che, negli anni, si è imposta come un player importante nel lattiero caseario dominato da grandi marchi: con un fatturato di 150,8 milioni di euro a livello nazionale è infatti la settima azienda e la quarta per contributo alla crescita. Unicità che è data dal fatto che tutto il latte lavorato è esclusivamente munto in Sardegna dai 246 allevatori aderenti alla cooperativa, ciò che significa garanzia sull’origine del latte, rigido controllo della filiera dalla coltivazione dei campi (8.000 ettari di superficie a foraggio) a tutte le fasi di allevamento, mugitura, produzione, logistica e legame con il territorio di origine.

Da sempre specializzata nella lavorazione del latte bovino, recentemente Arborea ha acquisito Fattorie Girau, specializzata nel settore ovicaprino con una gamma di prodotti che vanno dal latte di capre pastorizzato e UHT, yogurt, ricottine di capra e di pecora, grattugiati.

Schermata 2015-03-06 alle 00.04.40Sull’isola I i prodotti Arborea e Fattorie Girau sono presenti capillarmente sia presso la GDO sia presso il dettaglio tradizionale ed è leader di mercato, con quote a volume dell’82% per il latte fresco, 64,5% per il latte UHT, 37,3% per la mozzarella e 34,1% anche per il burro, infine con il 38,6% per la ricotta, 18,3% per lo stracchino e il 10,6 % per lo yogurt (Fonte: Nelsen). Sul mercato nazionale, la Cooperativa dispone di una piattaforma distributiva a Bologna e di reti di vendita indiretta.

« L’obiettivo della Cooperativa – precisa Luciano Negri, Direttore Commerciale e Marketing di Arborea – è il rafforzamento in Sardegna e la crescita in Penisola e all’estero.  In Sardegna, nonostante la distribuzione capillare e le quote di mercato di tutto rispetto, possiamo migliorare ancora la nostra presenza attraverso un maggiore presidio dei punti vendita col duplice scopo di avere un contatto più assiduo e collaborativo con i clienti ed effettuare un monitoraggio puntuale delle attività della concorrenza. In Penisola l’obiettivo rimane la presenza continuativa soprattutto nelle varie insegne della GDO del centro nord. In questo senso abbiamo visto crescere il rapporto commerciale con Coop, Conad, Bennet, Selex, Finiper, Esselunga, Auchan anche se ci manca ancora la presenza costante di referenze per noi fondamentali.

«Nei prossimi anni – precisa a sua volta Casula – vogliamo consolidare la nostra posizione, sia nel mercato regionale che in quello nazionale ed estero, puntando soprattutto sull’innovazione di prodotto e sullo sviluppo commerciale nei mercati esteri con particolare riferimento al continente asiatico. Per questo siamo impegnati in una costante attività di ricerca e sviluppo orientata al mercato dei cosiddetti ‘latti speciali’, che è attualmente l’unico a crescere, focalizzandoci sia nell’area delle intolleranze e della digeribilità, ma anche in quella del latte aromatizzato. L’attenzione verso la digeribilità e il benessere in senso più generale è un driver di crescita fondamentale per il latte, che deve rimanere un alimento essenziale per il benessere di tutti. Abbiamo già arricchito la proposta di prodotti delattosati. Non solo latte UHT, quindi, ma anche latte ESL, mozzarella nei diversi formati, ricotta, yogurt, recentemente il tradizionale formaggio Dolcesardo e, a seguire, svilupperemo anche mascarpone, panna, burro».

Schermata 2015-03-06 alle 00.02.00Tra le più recenti novità di prodotto Wey, la bevanda a base di siero di latte con purea di frutta e vitameine ACE e, prossimamente la linea di yogurt golosi al caffè, alla stracciatella e alla vaniglia.

Per guidare la crescita la Cooperativa Arborea guarda fuori dall’isola. È entrata nel novero delle aziende interessate a partecipare all’aumento di capitale della Centrale del latte di Firenze. «È un’operazione cui guardiamo con molta attenzione perché condividiamo lo stesso forte legame con i rispettivi territori, senza sovrapposizioni di tipo commerciale, e si potrebbero creare interessanti sinergie di sviluppo all’estero», conclude Casula.

Palletways raddoppia a Vinitaly, e si prepara per Expo

Il 30% delle spedizioni riguardano vino e olio, e un terzo ha come destinatario la GDO: sono questi i numeri di Palletways, che non a caso sceglie per l’ottavo anno consecutivo di partecipare a Vinitaly 2015, a Verona dal 22 al 25 marzo. Quest’anno lo spazio espositivo, nei colori aziendali, verde e blu, è due volte più ampio rispetto allo scorso anno, e scenograficamente delimitato da “pareti” di pallet.

E proprio nel servizio di trasporto di vino e olio su pallet l’azienda di Calderara di Reno (BO) intende differenziarsi maggiormente rispetto alla concorrenza. “Sono prodotti un po’ speciali e con molte caratteristiche in comune, quando si parla di spedizioni – spiega Roberto Rossi, presidente di Palletways Italia e Francia e consigliere di Palletways Europe GmbH – . Sono trasportati generalmente in bottiglie di vetro di capacità simile e richiedono la massima cura, specie nelle fasi di carico e scarico, per garantire l’integrità dei contenitori. Entrambi hanno un elevato rapporto peso/volume e spesso destinazioni simili, come ristoratori, enoteche o piccoli negozi di specialità gastronomiche; le confezioni di olio e vino devono essere spesso tolte dal bancale e consegnate singolarmente, per soddisfare le esigenze di approvvigionamento dei clienti finali. Per i prodotti invece destinati alla GDO, cui consegnamo circa mezzo milione di pallet l’anno, le caratteristiche del servizio per l’ultimo miglio richiedono la massificazione delle spedizioni”.

Prova generale per Expo

Quest’anno il Vinitaly precede di poche settimane l’inizio dell’EXPO Milano 2015. “Per il Network è una grande opportunità di crescita, che intendiamo valorizzare attraverso investimenti mirati – spiega Rossi -. Abbiamo potenziato l’Hub milanese di Siziano (PV) e le strutture dei Concessionari limitrofi, aumentato le flotte dei mezzi a disposizione, pianificato le tempistiche di ritiro e consegna della merce in funzione di un previsto aumento dei volumi, legato all’evento”. Expo 2015 offre il contesto ideale per stringere nuove alleanze e aprire canali commerciali finora inesplorati. Per un Network che abbraccia 14 Paesi europei – Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria e Spagna, con un totale di oltre 400 Concessionari – l’evento rappresenta un’occasione imperdibile per esprimere al meglio la propria vocazione internazionale. “Al Vinitaly avremo un assaggio di ciò che sarà l’Esposizione Universale. Siamo pronti a coglierne tutte le opportunità – ricorda Rossi -. Senza dimenticare il richiamo alla sostenibilità, implicito nel tema della manifestazione, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, e punto focale dell’attività di Palletways”.

Dal 2014 l’azienda è infatti parte attiva nella tutela dell’ambiente, attraverso la partecipazione, con Treedom, a un progetto di responsabilità sociale d’impresa finalizzato a promuovere la tutela di territori ricchi di risorse naturali, come le Province di Catania e Siracusa. In ottica green, Palletways è impegnata nella gestione degli Epal (un sistema per il riciclo e l’interscambio efficiente dei pallet, con l’obiettivo di ridurne lo smarrimento), nell’utilizzo di mezzi di nuova generazione per ridurre l’inquinamento atmosferico e nella gestione attenta degli scambi, allo scopo di ottimizzare le percorrenze e contenere costi e consumi.

Apre a Milano il nuovo flagship Illy tra caffè, gastronomia e arte

Si presenta come “un caffè artistico contemporaneo” il nuovo flagship Illy inaugurato ieri a Milano in Piazza Gae Aulenti, nel quartiere completamente ridisegnato di Porta Nuova.
All’interno del flagship store, dove il caffè è il protagonista assoluto, appare evidente il legame di illy con l’arte contemporanea. Grazie alla collaborazione con la Galleria Lia Rumma un’area dello store esporrà a rotazione l’opera di un artista contemporaneo che è in qualche modo legato ai progetti artistici dell’azienda (al momento c’è un grande arazzo di William Kentridge).

Evento IllySTORE-P.zzaGaeAulenti_Milano_14Il locale è strutturato su 200 metri quadri distribuiti su due piani e con oltre 70 posti a sedere. Punto focale è il bancone in marmo Calacatta dal frontale rosso decorato con un pattern composto dallo storico logo illy. Nove storie, riprodotte sul muro che porta al mezzanino, raccontano i nove pilastri dell’unicità della marca mentre, accanto all’entrata, 63mila tessere compongono il mosaico che raffigura la pubblicità realizzata da Xanti Schawinsky nel 1934 per illy.
L’offerta gastronomica del locale si rinnova ad ogni ora della giornata. Per la mattina vengono proposte le creazioni del maestro pasticciere Luigi Biasetto, golosità perfette per accompagnare il caffè o il cappuccino per la colazione o una tazza di tè Dammann Frères o le cioccolate Domori per una pausa pomeridiana. In pausa pranzo o per un brunch speciale durante il weekend la cucina accompagna l’ospite alla scoperta del caffè e di altri prodotti del gruppo illy (Mastrojanni, Domori, Damman e Agrimontana) utilizzati anche come ingredienti di ricette che spaziano dal salato al dolce. L’aperitivo propone un’ampia carta dei cocktail.

All’interno dell’illy Caffè è possibile acquistare tutti i prodotti del mondo illy: macchine da caffè, tazze da collezione, accessori per la colazione, cioccolato, tè e confetture.

Nasce il primo Parmigiano Reggiano Dop Kosher, a firma Bertinelli

Puntare su un mercato, quello dei prodotti kosher, che vale nel mondo 150 miliardi di dollari, ma anche proporre un prodotto di qualità declinato secondo le tante esigenze di una clientela sempre più varie e globalizzata: questi i motivi che hanno spinto l’azienda agricola Bertinelli, produttore di Parmigiano Reggiano Dop, ad iniziare la produzione della versione kosher: le prime forme kosher (l’azienda prevede di produrne 5000 all’anno), dato che la produzione è stata avviata a ottobre scorso, saranno disponibili a fine 2015, e buona parte sono già state vendute.

Nicola Bertinelli.
Nicola Bertinelli.

«Nella religione ebraica, le regole alimentari e i cibi sono rigorosamente codificati dai Libri Sacri – spiega Nicola Bertinelli, che insieme con il padre guida oggi l’azienda agricola -. La sfida di conciliare il disciplinare di un prodotto unico al mondo come il Parmigiano Reggiano DOP con la kasherut si è rivelata estremamente complessa: le fasi interessate sono tutte, dall’allevamento delle bovine, che deve seguire determinate regole, alla mungitura, eseguita sotto la supervisione di un rabbino che verifica la natura Chalav Yisrael del latte, che può provenire solo da animali kosher. Anche il caglio animale con cui produciamo il Parmigiano Reggiano DOP deve essere certificato Kosher. In caseificio, il processo produttivo è costantemente monitorato dalla figura del Mashgiach Temid. Inoltre, per quanto riguarda gli impianti e le strutture, tutto il percorso è stato sanificato per adeguarlo alla normativa ebraica».
L’azienda agricola Bertinelli è la prima realtà al mondo ad aver ottenuto la certificazione Kosher per la produzione di formaggio Parmigiano Reggiano DOP sia da parte di OU – The Orthodox Union (la certificazione è in fase di ratifica, verrà ufficializzata ad aprile) sia da parte di OK Kosher Certification, tra i più autorevoli enti di certificazione Kosher mentre in Italia ha ottenuto il riconoscimento del rabbino di Milano.
Ha facilitato il riconoscimento il fatto che l’azienda Bertinelli gestisca in proprio tutti i comparti produttivi. «I prodotti dei nostri campi sono utilizzati per il fabbisogno nutritivo del bestiame presente nelle nostre stalle. Questo è importantissimo perché il formaggio si fa “in stalla” e non in caseificio. Per ottenere un buon formaggio, si parte da una corretta alimentazione delle bovine: solo chi ha il controllo su tutta la filiera può essere certo che il bestiame sia alimentato nel migliore dei modi, vale a dire con foraggi freschi, ricchi di “batteri buoni” che danno aroma e profumo al Parmigiano Reggiano».

Accanto al Parmigiano Reggiano Kosher l’azienda produrrà un formaggio fresco lattosio-free, sempre Kosher: le prime forme di questo prodotto saranno disponibili a partire dall’estate 2015.

Nel mondo vivono circa 13,5 milioni di persone di fede ebraica, di cui poco meno di 40.000 in Italia. Negli Usa, i prodotti kosher – oltre 90.000 – rappresentano il 28% dei prodotti alimentari venduti nei supermercati: il 56% dei consumatori è composto da non ebrei.

Conad e CPR System insieme per la riduzione dell’impatto ambientale nella supply chain

Un progetto innovativo di Conad e Cpr System in collaborazione con l’ Università di Bologna ha consentito di quantificare il valore della partnership nella supply chain che si è espresso in 12 mila spedizioni e circa 4 milioni di chilometri in meno in un anno con una riduzione dell’impatto ambientale misurabile in circa 2600 tonnellate di CO2 equivalente l’anno. La razionalizzazione logistica e la sostenibilità ambientale sono l’obiettivo strategico dell’alleanza tra Conad e CPR System, la cooperativa di Gallo (Fe)  leader in Italia per gli imballaggi a sponde abbattibili e riutilizzabili, che associa tutta la filiera dalla produzione alla distribuzione, ai trasporti. L’analisi comparativa dell’efficienza e dell’impatto ambientale della filiera distributiva di Conad nel settore dei prodotti freschi e deperibili, analizzando il vantaggio del ricorso al servizio di CPR System con i fornitori di prodotti deperibili che utilizzano pallet che vengono recuperati con trasporti ottimizzati a pieno carico, è stata condotta dal centro di ricerca Food Supply Chain dell’Alma Mater Studiorum, di cui è direttore Riccardo Manzini, professore della Scuola di Ingegneria. Grazie all’impiego di una piattaforma software innovativa sviluppata dal gruppo di ricerca dell’università, basata su modelli di ottimizzazione matematica, è stato possibile contabilizzare con precisione costi, efficienza logistica e impatto ambientale In particolare, riconfigurando la rete con l’ausilio dell’ottimizzazione e l’inserimento di CPR per la rete distributiva Conad dei prodotti freschi a marchio si sono registrati: – circa 12.000 spedizioni in meno in un anno (da 37.000 a circa 25.000 spedizioni) con l’avvento del pooling CPR System con una movimentazione di alcuni milioni di pallet. – La riduzione dei chilometri percorsi dai mezzi del 42%, che corrisponde a 4 milioni di chilometri in meno percorsi in un anno con una riduzione dell’impatto ambientale misurabile in circa 2600 tonnellate di CO2 equivalente l’anno. – La misurazione precisa della diminuzione delle emissioni di numerose altre sostanze nocive responsabili dell’effetto serra, dell’eutrofizzazione, dello smog fotochimico, dell’assottigliamento dello strato di ozono e dell’acidificazione, in linea con i protocolli e le linee guida internazionali che normano il life cycle assessment applicato a prodotti e processi industriali. CPR, grazie alla sua rete di impianti di produzione e manutenzione (lavaggio e ripristino dei pallet e contenitori riutilizzabili) è in grado di garantire alti standard di affidabilità e di livello di servizio dei propri prodotti. La partnership con CPR System ha consentito a Conad di sviluppare strategie importanti che hanno consentito di: preservare la Qualità e la Sicurezza Alimentare dei prodotti freschi anche grazie alla gestione dello stress fisico-ambientale e di quantificare e governare l’efficienza logistica, ottimizzando i costi e agendo per ridurre l’impatto ambientale comportano.

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