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Pete’s Fresh Market e il sogno americano

Pete’s Fresh Market è l’ennesima, classica espressione di un “American Dream”. È una catena indipendente pronta a insidiare la leadership di Whole Foods Market.

Così scrive Daniele Tirelli, presidente di Popai Italia, nell’ultimo numero di inStore, disponibile ora nella versione sfogliabile online, presentando un retailer indipendente americano, Pete’s Fresh Market, che opera nell’area di Chicago e che ha fatto una scelta controcorrente, insediandosi nei quartieri periferici della grande città americana, alla ricerca di un target “snobbato” dai grandi retailer, puntando però sulla qualità e varietà dell’assortimento, in particolare dei freschi.

“L’esigenza di un’alimentazione sana, varia, appetitosa, genuina e fresca è un valore sempre più irrinunciabile e basilare ormai sceso al primo livello della gerarchia Masloviana. Come si può vedere dal layout – scrive Tirelli – Pete’s propone un percorso ellittico perimetrale dei reparti freschi che inizia con l’ortofrutta e termina con il lungo banco dei piatti caldi pronti per il consumo in store o take-away. Il grocery che occupa poco più del 40% dello spazio è posto al centro. Il management di Pete’s ha definito in questo modo il proprio posizionamento puntando sulla qualità e la varietà dell’offerta dei “deperibili” come è illustrato sul sito web molto curato. Così, ad esempio, Kenny, il buyer dell’ortofrutta abile nella ricerca di specialità come nopales, bok choy, daikon, methi leaf, dragonfruit, quenepas, è prodigo di consigli sulla scelta e la conservazione di frutti e vegetali, sinergici al corner dei juice bar che raccoglie le proposte più avanzate in questo campo.

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Un aspetto della strategia di Pete’s è insomma la comunicazione. Oltre al website e all’house organ, punta sulla comunicazione in-store e, soprattutto, sulla pratica costante dei “demo”. In breve, la presentazione dei nuovi prodotti, delle specialità, delle stagionalità, ecc. sono parte della costruzione di una cultura di consumo superiore che consenta di uscire dalle secche del puro prezzo “gridato”. Pete’s Fresh Market si propone anche come una delle catene di supermercati più “verdi” degli Stati Uniti grazie all’utilizzo di materiali riciclati e l’adozione di tecnologie d’avanguardia per il riscaldamento, il condizionamento e la deumidificazione dell’aria, i sistemi di recupero energetico dei soffitti, l’illuminazione controllata e le attenzioni igieniche quali, per esempio, l’uso delle cortine d’aria per il respingimento degli insetti volanti nei vari reparti. In conclusione Pete’s Fresh Market rappresenta un’altra case-history molto interessante di quel mondo di catene indipendenti locali che porta l’innovazione del retail del largo consumo ai più elevati standard qualitativi e da cui molto v’è da apprendere”.

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Fiera Milano Media e IDG Communications insieme per Computerworld e CIO Italia

Fiera Milano Media annuncia il lancio dei nuovi siti Computerworld e Cio, considerati un punto di riferimento mondiale per quanto riguarda l’informazione, le analisi e le opinioni relative all’utilizzo professionale delle tecnologie informatiche e delle Tlc. Con una audience di oltre 12 milioni di manager e professionisti It nei 47 paesi in cui è pubblicato Computerworld è il principale strumento informativo per tutta la struttura It aziendale, dal manager che deve selezionare prodotti e servizi, ai responsabili e tecnici specializzati in infrastruttura, amministrazione di sistema, sicurezza informatica, gestione dei database, sviluppo e implementazione di applicativi aziendali o desktop.

Cio è il sito focalizzato sugli aspetti strategici, organizzativi e regolatori dell’information technology, per offrire alla community dei top manager e a tutti gli It decision maker un supporto per orientarsi in un panorama complesso ed in rapida evoluzione. Il sito farà parte del network digitale Business International Magazine dedicato ai manager e alle aziende italiane a forte vocazione internazionale. “Attraverso questa prestigiosa partnership Fiera Milano Media si dota di un ulteriore tassello che completa l’offerta rivolta alle community professionali attraverso un sistema di prodotti che spazia dal digital publishing agli eventi, dai database alla formazione manageriale”, dice Antonio Greco, amministratore delegato di Fiera Milano Media.

Jim Sullivan, president della divisione International Publishing Services di IDG ha aggiunto: “Fiera Milano Media è un’azienda consolidata, che fa parte di un gruppo quotato in borsa e che produce un’ampia varietà di pubblicazioni B2B, corsi di management e servizi digitali. È anche un leader indiscusso nel campo degli eventi e con la sua robusta presenza “corporate” apporta un notevole contributo al nostro portfolio di partner internazionali”. Grazie ad un database profilato di decision maker It e al know how di IDG Communications, Computerworld e Cio saranno in grado di fornire alle aziende del settore i più avanzati ed efficienti strumenti di comunicazione e marketing digitale. Le due testate saranno pubblicate a fine marzo all’indirizzo web cwi.it. Nel corso dell’anno saranno inoltre organizzati alcuni eventi internazionali per i Cio.

Carlsberg immagina il supermercato ideale per gli uomini

Cosa si cerca oggi nella marca? Lo dice un’indagine di Oggi-Centromarca

Qualità e sicurezza, provenienza delle materie prime e un occhio alle tematiche “green”: questo chiedono i consumatori alle marche, con le quali cercano una relazione autentica basata su fiducia e attenzione alle proprie esigenze. È questa la fotografia del consumatore delle grandi marche che emerge dalla ricerca “Il valore della qualità – Prodotti di Marca: le aspettative dei consumatori” presentata dal settimanale Oggi in collaborazione con Centromarca e condotta da AddedValue. La ricerca ha analizzato i dati provenienti dagli oltre 5.800 questionari raccolti attraverso oggi.it e incentrati sui settori Food, cura della Persona, cura della Casa ed Elettrodomestici, e focalizzati sulle aspettative del consumatore nei confronti della marca per il futuro, in particolare in relazione ad ambiti e attività da presidiare, per poi concentrarsi su sei aree di indagine: caratteristiche di prodotto, iconografia, valori, vibe, reputazione e tratti di personalità. I rispondenti sono in prevalenza donne (69%), hanno una famiglia con almeno un figlio (40%) e hanno un atteggiamento verso gli acquisti dei prodotti di marca più razionale che emotivo: il 60% degli intervistati dichiara infatti di essere attento al rapporto qualità-prezzo, di confrontare varie alternative, di effettuare l’acquisto solo dopo essersi ben informato, ma anche di essere disposto a pagare di più per un prodotto soddisfacente. E qualità e sicurezza dei prodotti sono due richieste cardine che in consumatori fanno alla marca, con le dovute sfumature a seconda del settore considerato.

Le caratteristiche di prodotto
Le caratteristiche di prodotto

Il prodotto non è certo solo il contenuto: packaging e comunicazione giocano un ruolo determinante, perché sono i messaggeri dei valori della marca, riguardo ai quali il consumatore sembra essere sempre più esigente.

L'iconografia
L’iconografia

Le azioni di responsabilità aziendale si riflettono pesantemente all’esterno anche grazie alla grancassa dei social network e incidono sulla reputazione della marca. Alla quale si richiedono politiche green, attenzione all’occupazione giovanile (tra le grandi preoccupazioni dei genitori d’oggi) ma soprattutto che la produzione avvenga in Italia.

La reputazione
La reputazione

Più intangibili le richieste che circondano il “vibe”, la qualità emozionale e l’atmosfera che circonda la marca. Qui però l’aspetto etico, comunque primario, sembra fare spazio più a richieste di innovazione e creatività nella realizzazione di nuovi prodotti.

Il Vibe
Il Vibe

Dunque, se per il settore Food è fondamentale che la marca assicuri qualità e sicurezza globale, che la produzione sia localizzata in Italia e che i prodotti sappiano valorizzare l’esperienza accumulata nel settore e la tradizione della marca stessa, in merito alla cura della Persona e della Casa, emerge grande attenzione alle tematiche ecologiche, come le materie riciclabili, la sostenibilità e il ridotto impatto ambientale, senza dimenticare il mantenimento di elevati standard di qualità. Per il settore Elettrodomestici, è fondamentale lo sviluppo di nuove tecnologie innovative ma anche l’assistenza al cliente, la trasparenza della comunicazione e una pubblicità informativa.

Dall’analisi dei dati emerge in generale una sempre maggiore aspettativa degli utenti verso le marche, alle quali viene chiesto, più che concentrarsi sul racconto di sé, di lavorare per costruire una relazione autentica con il consumatore basata sulla fiducia e sull’attenzione alle sue esigenze.

Manpower: aziende food assumono ma non nelle “aree calde”, export e digital

Secondo Manpower nel 2015 ci saranno parecchie assunzioni da parte delle aziende che operano nel food, settore solido ed in espansione. Si pensa però per l’80% riguarderà la produzione, mentre sono sostanzialmente ignorate le aree più innovative quali il digital e cruciali come l’export. Questo emerge dalla web survey dal titolo “Work in Food” che ha coinvolto 442 aziende in diversi Paesi, nazionali ed internazionali suddivise nei segmenti Industria (39%), Commercio (27%) e HO.RE.CA. (34%) e rappresentative di micro (21%), piccola (26%), media (24%) e grande impresa (29%).

In Italia nel 2015 il 29% delle aziende assumerà e il 63% non ridurrà l’organico, mentre solo l’8% prevede una riduzione.
Cresce però poco l’ambito digital: solo il 43% degli intervistati pensa di potenziarne le figure e, tra coloro che hanno risposto affermativamente, solo il 35% punterà sull’e-commerce, che non è ancora ritenuto strategico.
E nonostante l’export sia la vera risorsa per il settore, solo il 12% delle aziende intervistate investirà in figure collegate a questa competenza: si avverte dunque la necessità, per una maggiore visione strategica, di una crescita culturale a livello di management.

“Nonostante le lacune nell’export e nel digital, si continuano a cercare figure professionali in ambiti tradizionali, come quelli della produzione – afferma Stefano Scabbio, Presidente Area Mediterraneo ManpowerGroup – Le aziende italiane non percepiscono il gap che le allontana sempre più dalle imprese del resto d’Europa e d’Oltreoceano, rimanendo ancorate a retaggi ormai superati. I produttori alimentari sono spesso convinti dell’intrinseca qualità dei loro prodotti e non investono a sufficienza nel go to market e nel retail. Soprattutto le PMI hanno necessità di una crescita culturale a livello manageriale che dia loro una maggiore visione strategica”. Significativo il confronto con l’estero, Europa e Stati Uniti, dove prevalgono le figure con forti connotazioni nel marketing e nel digital: negli Stati Uniti il 65% pensa di potenziare le figure collegate all’e-commerce, mentre in Europa pensa di farlo il 60% delle aziende.

Alimenti speciali sì, e-commerce no

La ricerca ha anche indagato i settori strategici di innovazione sui quali le aziende intendono puntare. Al di là del 50% degli intervistati che risponde un laconico “non so”, la parte da leone sembrano farla gli alimenti speciali (su cui punterà il 54% della metà che “sa”) ovvero i prodotti per persone con esigenze speciali e intolleranze, mentre il 17% si concentrerà sul Biologico. Seguono Sostenibilità e Packaging a pari merito (10%), mentre l’E-Commerce si attesta solo al 7%. A riprova della bassa digitalizzazione delle nostre imprese e in netta controtendenza con l’Europa, dove l’E-Commerce è in cima alla classifica a pari merito con il Biologico (26%) e seguito subito dopo dagli Alimenti Speciali (22%) e dalla Sostenibilità (15%).

A dettare il trend negli USA, invece, dove le differenze culturali sono più inte- grate, sono gli Alimenti Etnici a pari merito con il Biologico (24%), seguito dagli Alimenti Speciali che si attestano sugli stessi valori dell’E-Commerce (19%): dati perfettamente coerenti con le previsioni di assunzione.

Risposte alla domanda “Quale ritiene siano i tre settori dell’innovazione strategici per il settore food?”

Superconti-Coop Centro Italia: prima di Pasqua la decisione dell’Antitrust

Si conoscerà solo prima di Pasqua la decisione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato in merito all’acquisizione della rete di punti vendita Superconti da parte di Coop Centro Italia.

A Superconti fano capo trentasei punti vendita tra centri commerciali, grandi magazzini e supermercati distribuiti nelle province di Terni, Perugia, Rieti, Viterbo, Roma e Macerata con oltre 800 dipendenti all’attivo.

L’operazione, stando alla stampa locale, non è totalmente indolore per i soci di Superconti: la famiglia Antonioli, proprietaria del 50% del gruppo si è infatti dissociata dall’operazione, anche se proprio all’indomani della firma del contratto Federico Conti, uno degli amministratori, aveva imputato proprio ai dissapori tra i soci la decisione della vendita.

Peraltro per Coop Centro Nord, che rafforzerebbe in questo modo il presidio del territorio, potrebbe configurare secondo l’Antitrust il rischio di una posizione dominante, soprattutto nella provincia di Terni. «L’operazione in esame – si legge infatti nel provvedimento dell’Antitrust -appare suscettibile di determinare effetti restrittivi sotto il profilo concorrenziale sul mercato degli ipermercati nella provincia di Terni: Coop Centro Italia, infatti, già primo operatore con una quota pari a circa il 43%, porterebbe la propria quota al 60% circa. Il secondo operatore, il gruppo Conad, detiene su tale mercato il 35% circa. Inoltre, qualora si dovesse verificare una sostanziale unitarietà decisionale o di comportamento tra le società aderenti al sistema Coop, l’operazione potrebbe determinare effetti di rilievo anche nel mercato degli ipermercati della provincia di Viterbo».

Se così fosse potrebbe scattare la decisione di un correttivo, con la cessione di alcuni punti vendita ad altri compratori. E qui, secondo Il Giornale dell’Umbria, potrebbe rientrare in gioco la famiglia Antognoli rilevandoli.

Da Mangiarsano Germinal nuova linea di biscotti bio vegan

I prodotti per la prima colazione sono il vero core business per Mangiarsano Germinal, il gruppo veneto specializzato negli alimenti biologici, salutistici e funzionali, formatosi nel 2007 dopo l’acquisizione di Germinal da parte di Mangiarsano. Sono oltre 200 le referenze biologiche e salutistiche presenti nel portafoglio dell’azienda, ognuna con caratteristiche nutrizionali e funzionali particolari: dai prodotti vegan a quelli senza glutine, senza lievito, senza latte e uova, fino a formulazioni mirate all’apporto di specifici nutrienti, come fibre, betaglucani, antiossidanti, proteine.

In questi giorni lancia sul mercato la gamma Germinal Bio Vegan con due nuove proposte, i Biscotti alle Gocce di Cioccolato e al Tè Verde.

Uno dei trend di consumo più sorprendenti degli ultimi due anni è il boom dei prodotti vegani, animato da nuove e crescenti consapevolezze da parte di una nicchia di consumatori alla ricerca di un nuovo rapporto tra alimentazione e salute, che critica l’insostenibilità ambientale attuata dagli allevamenti intensivi, a favore del rispetto dei “diritti degli animali”. Anche se solo lo 0,5% della popolazione italiana si dichiara vegana questa nicchia cresce al ritmo del 15% all’anno. In aggiunta un ulteriore 6,5% di persone segue una dieta vegetariana e il 20% dichiara di ridurre il consumo di carne, uova, latte e derivati per questioni etiche o salutistiche (Fonte: Eurispes 2014).

Nel 2014 il Gruppo MangiarsanoGerminal ha fatturato oltre 25 milioni di euro, per un 33% dettaglio specializzato (Ecor, Probios e altri), 31% Gdo con il marchio Germinal Bio, Mangiarsano e BioBimbo BioJunior, 16% private label, 14% estero, 4% canale farmacia e infine 2% horeca.

Auricchio consolida il mercato Usa con l’acquisizione di The Ambriola Company

«Una scelta strategica e un segnale importante per tutto il comparto alimentare». Così Alberto Auricchio ha commentato l’acquisizione da parte dell’azienda leader mondiale nella produzione di provolone della società americana The Ambriola Company, uno dei più grandi importatori e distributori di formaggi italiani e di Prosciutto di Parma negli USA.

The Ambriola Company, realtà molto conosciuta sia nel retail che in GDO, importa formaggi italiani dal 1921 ed è importatore esclusivo del brand Locatelli – con il Pecorino Romano e altri formaggi di pecora – il marchio numero uno tra i formaggi Italiani esportati negli USA.

L’azienda, che ha sede nel New Jersey, da oltre vent’anni importa e distribuisce anche i prodotti a marchio Auricchio (Provolone, Parmigiano Reggiano, Grana Padano), Giovanni Colombo (Gorgonzola, Taleggio, Mascarpone), F.lli Pinna (Pecorino Romano) e Luppi (Prosciutto di Parma). Inoltre importa e distribuisce con il marchio “Ambriola” Pecorino Romano, Parmigiano-Reggiano e Grana Padano. Nell’ultimo esercizioha realizzato un fatturato di 52 milioni di dollari con un incremento del 10% sull’esercizio precedente.

«Il mercato americano – ha aggiunto ancora Auricchio – è per noi il primo per quota d’export; per altro più del 50% del fatturato di Ambriola era già sviluppato con i nostri marchi Auricchio, Locatelli e Giovanni Colombo.

Inoltre in un prossimo futuro si potrà allargare la gamma dei prodotti Italiani ad altre merceologie alimentari».

Nel 2014 il Gruppo Auricchio ha realizzato un fatturato di oltre 200 milioni di euro, con una percentuale di crescita del 2% in Italia e del 8% nelle esportazioni.

Colomba pasquale all’albicocca e cioccolato di Modica, la novità Fiasconaro

Colomba fa rima con Pasqua: morbida, dall’impasto profumato, spesso farcita di canditi e ricoperta con una glassa alle mandorle è infatti il simbolo dolce della festività e una squisitezza tutta italiana che, nelle sue tante varianti, fa ormai parte della nostra tradizione gastronomica. Forte di questa caratterizzazione, l’azienda dolciaria siciliana Fiasconaro, ne ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia.

Tra le peculiarità delle colombe Fiaconaro, ricordiamo la lievitazione naturale, che dura ben 36 ore e che ha origine nella “madre” e l’utilizzo di ingredienti selezionati e materie prime provenienti esclusivamente dal territorio siciliano (come zucchero, vaniglia, miele di agrumi, nocciole) capaci di regalare al palato inaspettate combinazioni di sapori e profumi.

Per il 2015 ecco una golosa novità: la Colomba Albicocca e Cioccolato di Modica.

Il costante stimolo di innovare l’arte pasticcera e il desiderio di valorizzare le materie prime dell’Isola hanno infatti portato Nicola Fiasconaro a dar vita alla novità Colomba Albicocca e Cioccolato di Modica, un dolce artigianale da forno ricoperto di glassa e granella di nocciole e arricchito con canditi d’albicocca e cioccolato di Modica. Ancora oggi prodotto in maniera artigianale, secondo l’antica tradizione azteca tramandata dagli spagnoli, il cioccolato di questo spicchio di Sicilia è una prelibatezza conosciuta in tutto il mondo.

La colomba glassata alla manna

Tra le specialità Fiasconaro, merita di essere ricordata la Colomba Oro di Manna, proposta con una crema di manna spalmabile Sostanza prodotta dai frassini) e ricoperta di glassa bianca e da una colata di mannetti. Il nome della manna deriva dall’ebraico Mân Hu? (cosa è?) ovvero la domanda, come narra la Bibbia nel XVI Libro dell’Esodo, che gli ebrei stremati e affamati rivolsero a Mosè che li glassata alla manna

La gamma

Oltre alle colombe ‘Albicocca e Cioccolato di Modica’ e ‘Oro di Manna’, Fiasconaro propone: Oro Verde (con crema di pistacchio) – Oro Bianco (con crema di mandorle) – Oro Nero (con crema al caffè) – Classica (con canditi d’arancia) – Cioccolato (con gocce di cioccolato) – Pandorata (ricoperta di glassa) – Nocciole (con uvetta e glassa di nocciole) – Pera e Cioccolato (con gocce di cioccolato e cuore di pere williams) – Frutti di Bosco (con frutti di bosco semi-canditi) – Mediterranea (con canditi d’ananas e di albicocca, ricoperta con lassa e pistacchi).

 

Nonno Nanni: il suo fresco spalmabile eletto Prodotto dell’Anno 2015

Il fresco spalmabile Nonno Nanni è stato eletto Prodotto dell’Anno 2015 nella categoria “latticini”. Frutto di tre anni di ricerca, che hanno permesso di proporre un prodotto che va incontro a quel bisogno di praticità e versatilità oggi sempre più avvertito tra i consumatori, il Fresco Spalmabile per freschezza e delicatezza rispecchia in pieno l’eccellente qualità del marchio Nonno Nanni, con un perfetto equilibrio tra gusto vivace e delicato, ottenuto grazie a un’attenta selezione dei fermenti lattici. È venduto in una comoda vaschetta riciclabile richiudibile.

«Per la nostra azienda il fresco spalmabile rappresenta una novità assoluta, in quanto si colloca in un segmento del mondo dei formaggi spalmabili in cui finora non eravamo presenti» – commenta Silvia Lazzarin, responsabile marketing e comunicazione di Latteria Montello  – «Aver ottenuto questo riconoscimento è per noi motivo di grande soddisfazione, sia per l’importanza e il prestigio del premio, sia perché si basa sul giudizio dei consumatori. Il fresco spalmabile è un prodotto che, unendo praticità, bontà e versatilità, si è dimostrato fin da subito in linea con le nuove richieste del mercato. Questo successo ne è un’ulteriore conferma, perché premia il nostro impegno nel coniugare genuinità e rispetto della tradizione con la continua ricerca del miglioramento qualitativo e la capacità di innovare per andare incontro alle mutate esigenze dei consumatori».

 

 

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