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Il negozio connesso: così le tecnologie cambiano il ruolo degli addetti alla vendita

«Il negozio connesso è una necessità»: così esordisce Henri Seroux, senior vice president Emea di Manhattan Associates in questa videointervista realizzata nel corso del World Retail Congress.

L’omnicanalità infatti trascina con sé un cambiamento del ruolo dei negozi fisici e di come i commessi di nuova generazione debbano operare nella vendita assistita, in particolare nel settore dell’abbigliamento e del lusso, ma non solo. Per fornire un servizio eccellente, infatti, questi ultimi devono conoscere lo storico online e offline del cliente, completare al meglio il processo ordine, agevolare resi e scambi cross-channel e accelerare pagamento e check out.

I commessi di oggi non restano più dietro al bancone o in cassa ma si muovono continuamente all’interno del negozio creando una nuova classe di consulenti alle vendite (venditori, addetti all’assistenza clienti e al completamento ordini) con competenze specifiche in grado di garantire la migliore esperienza d’acquisto possibile, attraverso tutti i canali.

 

 

Risiko birra: AB InBev verso il matrimonio con Sab Miller

Il numero uno modiale della birra AB InBev ha comunicato a Sab Miller (secondo produttore mondiale) l’intenzione di un’acquisizione amichevole. Nel già consolidato panorama della birra, l’operazione, che coinvolge, tra gli altri, marchi come Pilsner Urquell, Peroni, Miller et Grolsch per Sab Miller e Corona, Budweiser e Stella Artois per AB InBev, porterebbe alla creazione di un colosso da 250 miliardi di fatturato.

La complessità di un deal di queste dimensioni risiede nelle decisioni delle autorità antitrust dei vari Paesi. È quindi prevedibile che, se andrà in porto, innescherà un vero e proprio risiko della birra, con cessioni e acquisizioni in molti mercati.

Sicurezza dati dei clienti: il retail è ancora in ritardo nel contrastare i cyberattacchi

Nel corso dell’ultimo anno molti brand di grande notorietà hanno subìto violazioni dei dati su vasta scala: che si tratti di eBay, Home Depot o Staples, sono tutti marchi che conosciamo e utilizziamo, e la sottrazione delle informazioni relative a milioni di clienti provoca notevoli preoccupazioni.

Arbor_Ivan Stranierodi Ivan Straniero, Territory Manager Sout-East and Eastern Europe di Arbor Networks

Il settore retail rappresenta un bersaglio particolarmente appetitoso, dal momento che i dati che vi vengono memorizzati risultano decisamente preziosi per i cybercriminali e i danni che un attacco di successo è in grado di causare possono essere enormi dal punto di vista sia finanziario che della reputazione. Una ricerca condotta recentemente da Ponemon Institute ha misurato il grado in cui 675 società appartenenti al settore retail sono riuscite a gestire le minacce AT (Advanced Threat) scatenate contro di esse.

Uno dei dati di questa ricerca che colpiscono maggiormente riguarda il tempo occorso agli operatori retail per rilevare e contenere le minacce: 197 giorni e 39 giorni rispettivamente. Questo significa che un attaccante che si trovi all’interno di una rete ha a disposizione tantissimo tempo per muoversi liberamente e raggiungere i propri obiettivi, qualunque essi siano. In molti casi gli attaccanti non vengono nemmeno intercettati: la violazione viene scoperta solo quando i dati sottratti iniziano a circolare successivamente all’attacco.

Considerando quanto sopra si potrebbe prevedere che i retailer siano ormai impegnati a migliorare la situazione, e in effetti la ricerca conferma come siano stati intrapresi diversi passi in questo senso. Il più diffuso di essi è la ‘integrazione dell’intelligence sulle minacce all’interno della funzione di risposta agli incidenti’; sebbene un’intelligence di questo genere possa essere d’aiuto, la sua utilità dipende tuttavia dalla pertinenza e dalla tempestività dell’intelligence medesima.

Come commodity, l’intelligence sulle minacce perde rapidamente valore man mano che l’infrastruttura compromessa viene ripristinata dall’utente o modificata dall’attaccante. È importante anche la pertinenza di questa intelligence, visto che per esempio disporre di informazioni circa le minacce rivolte contro il settore petrolchimico in Medio Oriente non risulta di grande utilità a un retailer operante in Europa occidentale. Un dato statistico chiave di questa ricerca è che solo il 17% dei retailer interpellati mette in condivisione la propria intelligence con altre aziende o enti pubblici. Questa percentuale contrasta con il 43% del settore finanziario (un altro campo esaminato dallo studio Ponemon), che vanta inoltre tempi di rilevamento e contenimento decisamente più brevi.

Condividere l’intelligence relativa alle minacce con altre organizzazioni operanti nel medesimo settore, concorrenti compresi, è importante ed è un aspetto che molti comparti devono migliorare. Il settore finanziario riesce meglio di altri in questa condivisione e possiede una certa tradizione nel far questo per contrastare le frodi. Action Fraud, British Bankers Association, HMRC, FCA e NCA sono solo alcune delle organizzazioni che prendono parte alla CIFAS collaborando insieme per combattere le frodi in questo settore.

Uno degli altri elementi interessanti che un terzo dei retailer interpellati sta considerando per ridurre i tempi di rilevamento e contenimento è l’introduzione di un ‘team di cacciatori’. Questo approccio si concentra sui principali obiettivi ‘di valore’ presenti all’interno di un’organizzazione e sulle strade che permettono di raggiungerli, affidandosi agli analisti per ricercare attivamente le anomalie che potrebbero indicare la presenza di una minaccia precedentemente non rilevata. Una caccia di questo genere permette alle aziende di potenziare i processi event-driven di risposta agli incidenti attraverso un approccio maggiormente proattivo.

Andare a caccia di minacce può aiutare a ridurre i tempi di rilevamento e contenimento degli attacchi che riescono a sfuggire ai nostri controlli preventivi, ma perché questo approccio sia percorribile occorrono soluzioni che permettano agli analisti di visualizzare le tendenze del traffico e delle minacce – andando oltre le schermate a righe e colonne oggi proposte da molti prodotti per la sicurezza.

Quel che è evidente, sia leggendo lo studio citato che guardando all’attuale scenario delle minacce, è che i malintenzionati hanno la meglio molto più spesso di quanto vorremmo. Per risolvere questo problema dobbiamo lasciarci alle spalle il consueto focus esclusivo sulle tecnologie preventive. Le più recenti tecnologie di rilevamento saranno sempre importanti, ma dobbiamo bilanciarle con investimenti a favore di persone e processi. Gli attaccanti che stiamo contrastando sono anch’essi persone, e costantemente impegnate a innovare.

Dobbiamo far leva sulle capacità delle nostre risorse per combattere questa innovazione; per far ciò condividere l’intelligence sulle minacce e andare preventivamente a caccia rappresentano due passi davvero importanti.

 

Tecnologie “salutiste”: con Pro-cured il prosciutto ha fino al 15% di sale in meno

Una nuova tecnologia aiuta a calibrare alla perfezione il contenuto di sale del prosciutto crudo, permettendo di risparmiare fino al 15% di NaCl, a tutto vantaggio della salute dei consumatori e delle economie dei produttori. Rendere più efficienti i processi produttivi, ma anche migliorare la salubrità dei prodotti sembra una delle strade intraprese dalla ricerca alimentare in questi ultimi anni. Ne sono un esempio la riduzione della gradazione alcolica in alcuni vini (vd il caso Sainsburys) e l’introduzione di dolcificanti naturali come la stevia.

Il progetto in questione, che si chiama ProCured, finanziato dalla REA – Research European Agency con un investimento di 1,4 milioni di euro, in Italia è stato seguito da due attori: Fratelli Galloni, azienda che produce Prosciutto crudo di Parma, con circa 280mila cosce annue lavorate e un fatturato di quasi 30 milioni di euro, e SSICA – Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari, che promuove il progresso scientifico e tecnologico dell’industria conserviera italiana, attraverso attività di ricerca applicata, consulenza, formazione e divulgazione.

Già disponibile all’interno di uno degli stabilimenti produttivi di Fratelli Galloni, la macchina ProCured è uno strumento in grado di misurare il sale assorbito da ogni singolo muscolo della coscia di suino utilizzata per ottenere prosciutto: la macchina non intende sostituirsi all’uomo, che anzi rimane fondamentale nel processo produttivo, bensì minimizzarne gli errori di valutazione. La tecnologia si compone di due moduli: il primo sensore effettua una scansione della coscia di suino, fornendo informazioni dettagliate sulle caratteristiche della carne, in particolare pesando con estrema precisione la quantità di pura parte magra, priva di grasso esterno e di grasso intra e intermuscolare, invisibile allo sguardo umano. Il secondo sensore, che interviene dopo che la stessa coscia è stata trattata manualmente dalla squadra di salatori, monitora invece la quantità di sale che è stata assorbita dalla carne: se quest’ultima è in difetto, il team che cura la salagione può intervenire con un’aggiunta. Se invece è in eccesso, il modello flessibile di produzione adatta tempi e modi dello stesso alle necessità, così da ottenere un prosciutto con una quantità di sale corretta e costante in tutta la produzione

I vantaggi per i produttori del comparto dei salumi, DOP e non, riguarda quel circa 10% della produzione che “soffre” per problemi legati alle operazioni di salagione, che si traducono in difetti a livello di consistenza delle carni. Il risultato sono prodotti che possono essere immessi sul mercato come declassati. Attraverso la tecnologia ProCured, Galloni mira a ridurre questo 10% di difettosità, aspettandosi un beneficio economico di 300mila euro all’anno recuperati, pari a 10 euro a prosciutto riqualificato. Marcello Barilli, Responsabile Ufficio Qualità della Fratelli Galloni, spiega la portata dell’innovazione: «Già oggi i produttori di prosciutto crudo effettuano analisi predittive per garantire che il prodotto che arriva sulla tavola del consumatore sia di qualità. Si tratta però di controlli a campione, quindi su quantità limitate di prodotto: inoltre sono decisamente onerosi, in quanto il prosciutto, date le modalità delle analisi, viene successivamente distrutto. ProCured rappresenta un notevole passo in avanti per due motivi: da un lato permette di effettuare controlli su un numero di prosciutti statisticamente molto più significativo. Dall’altro, la natura non invasiva del test di rilevazione consente all’operatore di intervenire nuovamente sulla carne e di correggere i difetti di assorbimento».

Al via il 19 settembre il talent di Nastro Azzurro “Portami Lontano”

Tra talent show che è anche una sfida tra quattro grandi eccellenza del Made in Italy: moda, food, tech e design, rappresentate ciascuna da un “mentore” e da un giovane talentuoso, selezionato attraverso il concorso “Una Nastro Azzurro Con” tra 120 partecipanti: è il concept che sta alla base di “Portami Lontano”. Sviluppato in quattro puntate, andrà in onda in contemporanea su FoxLife, FoxComedy e Nat Geo People a partire dal 19 settembre, ogni sabato alle 20.00. I quattro vincitori delle categorie Moda, Food, Tech e Design, che parteciperanno al format televisivo si confronteranno con il proprio “mentore”, ma solo uno di questi si aggiudicherà il corso presso la “Mind The Bridge” di San Francisco.

I talenti selezionati sono per la Moda Alessandra Ribello, che ha vinto con il progetto “Remade your denim”, che si propone di dare nuova vita al proprio jeans puntando a garantire qualità, stile e sostenibilità; per il Food Andrea Marconi con “Foodoor.it”, un box con tutto ciò che serve (videoricetta compresa) per cucinare una cena top, direttamente consegnato a casa; per il Tech Marco Tittarelli con “Handsapp”, una game app con finalità benefiche che per prima unisce, in un’unica piattaforma, aziende, giocatori ed enti no profit; per il Design Federica Sala con “Interiorbe”, un portale che rende l’Interior Design di qualità accessibile a tutti.

In ogni episodio di “Portami Lontano”, programma prodotto da FreMantle Media ed al cui concept creativo ha collaborato l’agenzia DLV BBDO, ogni vincitore si confronterà con il proprio “mentore”. «La scelta dei maestri da affiancare ai nostri talenti non è stata facile» racconta Sabrina Fontana, Marketing Manager di Nastro Azzurro & Premium Brands «abbiamo puntato su professionisti di rilievo, affermati nel mondo, che rappresentassero al meglio la realizzazione del talento “Made In Italy”». I mentori sono per la Moda Luca Rubinacci, erede di una famiglia di grandi sarti e fondatore della linea prét à porter “Rubinacci”; per il Food Gino Sorbillo, uno tra i Pizza Chef italiani più affermati ed apprezzati nel mondo, che spopola sui social network; per il Tech Benedetta Lucini, Manager di Start Up che, dopo studi ed importanti esperienze all’estero, è tornata nel Belpaese per seguire l’avvento di Uber della quale è stata general manager Italia; per il Design Lorenza Bozzoli che ha iniziato come Fashion Designer per aziende come Fiorucci e Sergio Rossi per poi spostarsi sull’industrial design, diventando una delle più importanti “firme” di Alessi.

Nastro Azzurro seguirà, attraverso i propri canali social, tutta l’esperienza di queste settimane e di quelle a venire. Le informazioni sui vincitori, sui maestri e su quanto accadrà nelle prossime settimane sono disponibili sul sito di Nastro Azzurro.

Stabilimento di produzione in etichetta: il Governo reintrodurrà l’obbligo di indicazione

Negli ultimi mesi è stata una lotta che ha coinvolto la GDO nostrana quella contro la norma del Regolamento europeo 1169/2011 che prevede l’eliminazione dello stabilimento di produzione dall’etichetta dei prodotti alimentari. La mobilitazione, partita da Twitter, aveva portato a una petizione e a una raccolta firme che aveva sfiorato quota 30.000 (vd nostro articolo).

Ieri, con una nota, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha reso noto che “il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di disegno di legge di delegazione europea che all’art.4 contiene la delega per la reintroduzione nel nostro ordinamento dell’indicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione o confezionamento per i prodotti alimentari e per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento n. 1169/2011 in materia di etichettatura. L’obbligo di indicazione della sede dello stabilimento riguarderà gli alimenti prodotti in Italia e destinati al mercato italiano. Allo stesso tempo partirà a breve la notifica della norma alle autorità europee per la preventiva autorizzazione. L’Italia insisterà sulla legittimità dell’intervento in applicazione di quanto previsto dall’articolo 38 del regolamento n. 1169/2011, motivandola in particolare con ragioni di più efficace tutela della salute dei consumatori”.

«Quello di oggi – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – è un passo importante che conferma la volontà del Governo di dare indicazioni chiare e trasparenti al consumatore sullo stabilimento di produzione degli alimenti. Diamo una risposta anche alle tantissime aziende che hanno chiesto questa norma e hanno continuato in questi mesi a dichiarare lo stabilimento di produzione nelle loro etichette. Non ci fermiamo qui, porteremo avanti la nostra battaglia anche in Europa, perché l’etichettatura sia sempre più completa, a partire dall’indicazione dell’origine degli alimenti. Per noi si tratta di un punto cruciale, perché la valorizzazione della distintività del modello agroalimentare italiano passa anche da qui. Lo scorso anno per la prima volta il Governo ha chiamato i cittadini a esprimersi ufficialmente su questa materia, attraverso una consultazione pubblica online. Il 90% dei 26 mila italiani che hanno risposto ha detto che vuole leggere la provenienza chiaramente indicata sui prodotti che consuma».

Soddisfazione è stata espressa su Twitter da vari esponenti delle insegne nostrane.

DHL Supply Chain distribuirà 20.000 pallet all’anno di carne Montana

DHL Supply Chain, società del gruppo Deutsche Post DHL , ha siglato un nuovo accordo con Inalca, del Gruppo Cremonini, per la gestione su tutto il territorio nazionale dei prodotti in scatola a marchio Montana. L’intesa prevede il trasporto e la distribuzione di circa 20.000 pallet all’anno di carne in scatola prodotti nello stabilimento di Rieti e destinati alla GDO.

La collaborazione deriva dal know-how maturato da DHL Supply Chain nel mercato Consumer, settore nel quale gestisce le attività logistiche di oltre 40 Aziende primarie che consentono efficaci sinergie soprattutto a livello distributivo. Inoltre, l’offerta della multinazionale del gruppo Deutsche Post DHL prevede il monitoraggio della spedizione e della sua esitazione in tempo reale grazie a strumenti come il track&trace e la IOD (Information of delivey).

“La conoscenza e la competenza sul canale richiesto dal cliente e la nostra capacità di offrire servizi a valore aggiunto sono elementi che ci distinguono e che spingono i nostri clienti a riporre la loro fiducia in noi – ha dichiarato Eddy de Vita, Presidente e Amministratore delegato di DHL Supply Chain Italy –. La collaborazione con Montana, in questo senso, premia la strategia aziendale di specializzazione nella grande distribuzione per offrire sempre un servizio di qualità superiore”.

Il benessere abita qui: nasce il nuovo portale Pam Panorama

“Il benessere abita qui”: nasce il nuovo portale di Pam Panorama, dedicato al mondo del benessere, della salute e dell’alimentazione.

Nel nuovo spazio online, interno al sito di Pam Panorama, gli utenti potranno approfondire la conoscenza su regimi alimentari, intolleranze, cibi sani e naturali, con curiosità, utili consigli e suggerimenti e preziose indicazioni a riguardo.

Al nuovo progetto collabora il Dott. Giorgio Donegani, nutrizionista, consulente per l’alimentazione e collaboratore del MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – che mese dopo mese aiuterà gli utenti a capire come prendersi cura della propria salute attraverso una sana e corretta alimentazione rispondendo a tutti i dubbi e le domande nell’apposita sezione “Domande e Risposte”.

Suo anche il glossario a supporto che aiuterà gli utenti ad orientarsi nel grande mondo dell’alimentazione.

E per rispondere alle nuove esigenze nutrizionali di una sempre più ampia fascia di consumatori, ecco anche la sezione dedicata alle linee di prodotto Pam Panorama: Veg&Veg, Senza Glutine, Pam Panorama Bio e i 5 Colori del Benessere con approfondimenti nutrizionali e tante gustose ricette.

“Abbiamo da sempre a cuore il tema della salute e del benessere e abbiamo voluto offrire ai nostri Clienti uno spazio utile che possa offrire un valido supporto per quanti sono alla ricerca di consigli, indicazioni e suggerimenti a riguardo – spiega infatti Michela Airoldi, Direttore Marketing di Pam Panorama – “La creazione di questa sezione online è il naturale proseguimento di una serie di attività dedicate al mondo dell’alimentazione che stiamo portando avanti con grande successo in termini di pubblico ed apprezzamento all’interno dei nei nostri punti vendita e rappresenta un ulteriore esempio di come Pam Panorama sia attenta alle esigenze dei Clienti che vogliono mantenere uno stile di vita sano, prima di tutto con quello che mettono nel piatto”.

Amaro Ramazzotti festeggia i 200 anni con una bottiglia Fairtrade e un progetto in India

Coltivatori di spezie in Kerala, appartenenti alla cooperativa PBS.

Una bottiglia in edizione limitata, celebrativa e non in commercio, certificata Fairtrade di Amaro Ramazzotti. È stata prodotta in occasione dei 200 anni del celebre amaro, e dedicata ai valori di responsabilità sociale e ambientale. Lo zucchero utilizzato proviene da Mauritius, mentre parte RamazzottiFTdelle 33 spezie utilizzate (cardamomo, zedoaria e chiodi di garofano) sono state acquistate in Kerala, da coltivatori che hanno partecipato a un progetto di riqualifica delle coltivazioni, ora biologiche oltre che equosolidali, grazie a un progetto di formazione agraria, commerciale e finanziaria cui ha partecipato Pernod-Ricard insieme all’Ong Positive Planet, all’agenzia governativa GIZ e alla cooperativa locale Pbs (vd Attali: immigrazioni o fame nel mondo, l’unica soluzione è la sostenibilità sociale).

03_Vetiver handicraft making_Slicing of vetiver leavesPernod-Ricard, secondo produttore di alcolici al mondo, sembra aver abbracciato la strada della responsabilità e promette che questo appena conclusosi in Kerala non è l’unico progetto seguito. “Abbiamo impiegato nel progetto 400mila dollari in cinque anni. Giz, agenzia del governo tedesco, ha partecipato per il 50% ai finanziamenti. Oltre alla certificazione delle coltivazioni di spezie, che ha aiutato i contadini a vendere meglio il loro prodotto, sono state coinvolte una cinquantina di donne in un’attività parallela: la coltivazione di vetiver e la produzione di cestini intrecciati. Da anni siamo impegnati nello sviluppo di relazioni sostenibili e dell’imprenditoria locale con partner di diversi Paesi. In Messico ad esempio stiamo lavorando con i piccoli produttori di Mezcal” ha detto Noël Adrian, Ad di Pernod Ricard Messico ed ex Ad di Pernod Ricard Italia.

Per Cédric Retailleau, Ad Pernod-Ricard in Italia “Continueremo ad acquistare spezie in India ma quel che è più importante questa esperienza ha aperto la strada a nuovi progetti in altre parti del mondo”. Le soluzioni sono molteplici, è necessario però individuare i giusti partner con la collaborazione di tutti gli stakeholder.

Cantine Ferrari Sparkling Wine Producer of the Year

Ferrari, Trentodoc
Camilla Lunelli (a sinistra) e Essi Avellan

Le Cantine Ferrari si aggiudicano il titolo di “Sparkling Wine Producer of the Year” nel concorso internazionale The Champagne and Sparkling Wine World Championships 2015, un riconoscimento che le ha viste imporsi sugli altri due finalisti, i produttori di Champagne Charles Heidsieck e Luis Roederer.

Questo risultato si aggiunge al premio al Ferrari Perlé 2006 Trentodoc come Best Italian Sparkling Wine e a ben nove medaglie d’oro assegnate a diversi Trentodoc della casa, dal Ferrari Maximum Brut al Giulio Ferrari Riserva del Fondatore.

The Champagne and Sparkling Wine World Championships è un concorso dedicato esclusivamente alle bollicine organizzato da Tom Stevenson, un’autorità internazionale nel campo. Lo stesso Stevenson, nel suo discorso di premiazione durante la cena di gala del 2 settembre alla Vintner’s Hall di Londra, ha affermato che il premio al produttore dell’anno è il riconoscimento all’azienda di maggior successo del concorso e, tra le tre cantine in gara, il vincitore era assolutamente chiaro.

Se la prima edizione del concorso aveva consacrato il Ferrari Perlé 2007 Trentodoc World Champion Sparkling Wine Outside Champagne, il premio di quest’anno rappresenta l’incoronazione del Ferrari Trentodoc a Metodo Classico in grado di primeggiare sui migliori Champagne. Un’ulteriore conferma della straordinaria vocazione del territorio trentino e della sua viticoltura di montagna per la produzione di bollicine di eccellenza.

Questo riconoscimento arriva a pochi giorni dalla nomination di Ferrari a The Best European Winery per i Wine Star Awards di Wine Enthusiast, l’importante premio del magazine americano che sarà annunciato a fine 2015.

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