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Metro Italia, nel 2024-2025 fatturato oltre 2,1 miliardi

Si è chiuso con un fatturato di 2,133 miliardi di euro (+5,9% rispetto all’anno precedente) l’anno fiscale 2024-2025 di Metro Italia, azienda di distribuzione specializzata nel commercio all’ingrosso nel settore Horeca. Un risultato trainato da tutti i canali di vendita in un anno che la stessa Metro definisce come “caratterizzato da importanti investimenti a supporto della strategia multicanale e aggiornamenti della rete ispirati a principi di sostenibilità di lungo periodo”.
Metro Italia conta 46 punti vendita in 16 regioni, 3 depositi per il canale FSD (Food Service Distribution) e circa 3.600 dipendenti. A livello globale il Gruppo Metro ha registrato un fatturato di oltre 32,4 miliardi di euro.

LEGGERE CRESCITA PER IL C&C, ACCELERA LA CONSEGNA DIRETTA
Entrando nel dettaglio delle performance dei canali, nel 2024-2025 il Cash & Carry, che rappresenta il 75% delle vendite totali dell’azienda, ha registrato un fatturato di 1,591 miliardi di euro leggermente in crescita rispetto al 2023-2024 (+4,2%). Il Food Service Distribution – FSD, il canale di consegna diretta presso le attività di ristorazione, ha chiuso l’anno a 513 milioni di euro (+10% rispetto al 2023-2024).
Il Mercato Online – operativo anche in Germania, Spagna, Portogallo, Paesi Bassi e Francia – ha raggiunto un fatturato di 29 milioni di euro (+38% rispetto al 2023-2024). Il marketplace aperto a tutti offre oltre 250.000 attrezzature professionali di circa 200 aziende partner.

LA QUOTA DELLA MDD SALE AL 36%
Positivo anche l’anno dei quasi 5.000 prodotti a marchio Metro, forniti da circa 400 fornitori. Nel 24-25 il fatturato è stato di 754 milioni di euro (+12,7% sul 2023-2024), pari al 36% di quello totale dell’azienda.
I prodotti ultrafreschi (carne, pesce, ortofrutta) hanno toccato i 547 milioni di euro (+8,3%), mentre i localismi hanno registrato vendite per 101 milioni di euro (+8,6%).

NEL FOOD SPAZIO AI PRODOTTI LOCALI
Metro Italia vanta un assortimento di circa 30.000 referenze, di cui circa 22.500 food e circa 8.000 non food. Sul totale delle referenze food, 7.000 sono quelle locali (23%), messe a disposizione grazie a una rete di circa 725 fornitori partner distribuiti sul territorio italiano. Circa 200.000 sono infine i clienti.
Il 2024-2025 è stato un anno ricco di sfide e importanti evoluzioni in linea con l’implementazione della nostra strategia multicanale, volta a supportare i professionisti dell’Horeca a navigare i cambiamenti del mercato – afferma David Martínez Fontano, Ceo di Metro Italia (nella foto in alto) –. Nell’anno appena iniziato proseguiremo l’attuazione della Strategia 2030 concentrandoci su tre priorità fondamentali: consolidare il nostro business multicanale nei territori di potenziale, far evolvere i nostri punti vendita per garantire servizi sempre più efficienti e un’esperienza d’acquisto sempre migliore, offrire assortimenti in linea con le mutevoli esigenze dei clienti valorizzando le eccellenze locali del Made in Italy. Sempre con il focus sulla sostenibilità futura dell’azienda”.

LE PRIORITÀ PER IL PROSSIMO ESERCIZIO FISCALE
Metro Italia prevede un nuovo anno all’insegna della continuità degli investimenti e dell’attenzione alla sostenibilità aziendale. La strategia multicanale integrerà ancora più strettamente i tre canali di vendita per offrire ai clienti Horeca un’esperienza d’acquisto fluida e servizi sempre più personalizzati. Gli investimenti saranno mirati al rafforzamento logistico, seguendo la recente apertura del nuovo deposito FSD di Pontedera, che amplifica la capacità distributiva e la capillarità delle consegne in Toscana e bassa Liguria.
L’azienda annuncia, inoltre, che evoluzione degli store secondo il modello MFC – Multichannel Fulfillment Center – come il nuovo punto vendita di Olbia, sarà pienamente operativa: spazi concepiti per integrare logistica avanzata, digitalizzazione dei processi e un’esperienza d’acquisto fluida tra canale fisico, delivery e marketplace online.

DALLO STORE MANAGER AL TERRITORY MANAGER
All’insegna della multicanalità sarà anche l’evoluzione che vivrà la forza vendita di Metro, con lo Store Manager che diventerà Territory Manager: non più guida del singolo punto vendita, ma punto di riferimento di tutti i colleghi e le colleghe operativi sul territorio limitrofo al punto vendita.
Nel 2025-2026 la digitalizzazione dell’Horeca sarà uno dei pilastri dell’attività di consulenza ai clienti. Metro specifica che la sua piattaforma Dish fornisce servizi innovativi, sistemi di pagamento digitali e strumenti per la gestione dei tavoli e della delivery. Allo stesso modo, proseguiranno le attività di formazione per gli operatori Horeca attraverso le Metro Academy, definite dall’azienda hub di competenza e aggiornamento su trend, sostenibilità e nuove tecnologie.
Nel corso del nuovo anno verranno portate avanti anche le collaborazioni in essere con la Fondazione Banco Alimentare, a cui nell’ultimo anno sono state donate eccedenze di prodotti per 7 milioni di euro, e con l’organizzazione Azione Contro la Fame per coinvolgere l’intero settore della ristorazione nella lotta contro la povertà alimentare.

Gruppo Selex supera i 22 miliardi di fatturato nel 2025

Un incremento del +5,5% sull’anno precedente, per un fatturato al consumo pari a 22,2 miliardi di euro. Gruppo Selex ha anticipato i risultati del 2025 e conferma la sua traiettoria di sviluppo. Sommando le iniziative delle 18 imprese socie, il 2026 vedrà investimenti per 590 milioni di euro, destinati all’inaugurazione di 60 nuovi punti vendita e alla ristrutturazione di 96 negozi, in un’ottica di rafforzamento della rete e miglioramento dell’esperienza cliente. La stima di fatturato per il nuovo anno si attesta a 23,2 miliardi di euro, con un incremento atteso del +4,5% rispetto al 2025.
Considerato lo scenario generale siamo molto soddisfatti dei risultati che stiamo consolidando nel 2025 che confermano la buona salute del gruppo e delle imprese socie – dichiara Alessandro Revello, Presidente di Gruppo Selex –. Altrettanto importante è la conferma del piano di investimenti previsto per il 2026, motore indispensabile per continuare a crescere e per garantire qualità e convenienza ai nostri clienti. Concentreremo le risorse su aperture, ristrutturazioni, digitalizzazione, omnicanalità e sviluppo delle risorse umane, una delle priorità nel nostro piano strategico.

MARCA DEL DISTRIBUTORE IN CRESCITA DEL 7%
In crescita anche la marca del distributore: +7% rispetto al 2024 e un fatturato alla vendita di 2,3 miliardi di euro. L’incidenza nelle categorie presidiate varia tra le imprese socie, con punte che raggiungono quasi il 30%. Per il Gruppo Selex la Mdd continuerà a rappresentare uno degli assi strategici del 2026 e conoscerà un ulteriore ampliamento della gamma.

BUONA PARTENZA PER SELEX MEDIA
La comunicazione delle stime di chiusura del 2025 è stata l’occasione per fare il punto su Selex Media, il progetto retail media proprietario lanciato lo scorso giugno. Nei primi quattro mesi di vita sono state erogate 30 campagne pubblicitarie dei brand partner sui 4.000 schermi installati in 250 supermercati del gruppo, il circuito radio in-store e i siti e app proprietari delle imprese socie. L’ecosistema si completa con la possibilità di associare al palinsesto media la possibilità di effettuare campagne di CRM profilate su audience di clienti segmentate in funzione dei propri comportamenti d’acquisto.
Selex sottolinea che il sistema garantisce tracciabilità completa degli effetti generati in termini di vendite e clienti incrementali, misurando puntualmente le performance generate dalle campagne grazie alla lettura dei comportamenti d’acquisto e di navigazione digitale.

E NEL 2026 SI ALLARGHERÀ LA RETE DI PUNTI VENDITA COINVOLTI
Il progetto Selex Media proseguirà il suo sviluppo nel 2026, con una roadmap che prevede il potenziamento significativo della rete attraverso l’installazione progressiva di ulteriori centinaia di punti di vendita, rafforzando la capacità di misurazione e l’integrazione delle properties digitali.
Negli ultimi anni abbiamo investito in tecnologia, digitalizzazione ed omnicanalità – afferma Maniele Tasca, Direttore Generale di Gruppo Selex portando i dati sempre più al centro delle politiche commerciali. I risultati in termini di crescita e fidelizzazione ci incoraggiano a proseguire il percorso ed i servizi di retail media appena lanciati ci consentono di innovare le modalità di collaborazione con i fornitori e rendere ancora più interessante l’esperienza di acquisto dei nostri clienti”.

L’IDENTIKIT DEL GRUPPO
Nato nel 1964 come Unione Volontaria A&O, Selex è il primo gruppo della distribuzione moderna organizzata italiana, con una quota di mercato del 15,8% (fonte GNLC NielsenIQ Iper + Super + Superettes + Discount). Costituito da 18 imprese socie, ha una rete commerciale formata da 3.331 punti di vendita con un’elevata pluralità di formati, dai superstore ai discount. Le insegne con diffusione nazionale che fanno capo al gruppo sono Famila, A&O e C+C, cui si affiancano brand regionali. L’organico è di oltre 42.600 addetti. Selex Gruppo Commerciale è socio della centrale d’acquisto ESD Italia, a sua volta partner della centrale EMD, leader in Europa.

Fatturato di 23,5 milioni di euro per Conapi

Si è chiuso con 23,5 milioni di euro di fatturato (+2,5% sull’anno precedente) l’esercizio 2024/2025 del Consorzio Nazionale Apicoltori (Conapi), la più grande cooperativa apistica d’Europa. La cooperativa riunisce oltre 600 apicoltori, con 100.000 alveari – pari a circa 5 miliardi di api presenti in Italia – e una produzione annua di circa 30.000 quintali di miele tra convenzionale e biologico. La base sociale, presente anche in Spagna e Ungheria, si è allargata a cinque nuovi soci negli ultimi mesi.
Oltre ad approvare il bilancio, l’Assemblea dei soci ha proceduto alle elezioni del Consiglio di Amministrazione, che ha confermato Giorgio Baracani alla presidenza per il prossimo triennio. Il nuovo Cda include Stefano Farnetani, Matteo Federici, Fernandez Santiago Javier Raul, Mattia Martelli, Mario Martino, Davide Mele, Savino Petruzzelli, Enrico Pugliese, Nicola Tieri, Filippo Traviglia.
Essere confermato alla presidenza è un grande onore – dichiara Giorgio Baracani, Presidente di Conapi –. La crescita della base sociale, l’espansione internazionale e il rafforzamento di Mielizia confermano che il nostro modello cooperativo, basato sulla filiera corta e sulla qualità, funziona. Continueremo a portare il miele italiano sui mercati di tutto il mondo”.

FOCUS SULLA CINA CON LE COMPOSTE DI FRUTTA
L’export ha raggiunto 2,5 milioni di euro, pari a circa l’11% del fatturato totale, con mercati principali in Europa e Giappone. Tra i focus strategici internazionali si conferma l’ingresso nel mercato cinese con la linea di composte di frutta, mentre prosegue il progetto di espansione in Corea e Canada, quest’ultimo particolarmente interessato ai prodotti italiani grazie alla presenza di una comunità locale.
Buoni risultati si registrano anche in mercati consolidati come Francia, Svizzera e Giappone. Conapi sottolinea che le vendite internazionali sono sostenute dalla qualità e varietà dei prodotti, tra cui i mieli monoflora, che rafforzano il posizionamento premium della cooperativa.

IL MERCATO DEL MIELE IN ITALIA
Il mercato del miele in Italia continua a mostrare dinamiche positive: con un giro d’affari che supera i 157 milioni di euro, registra una crescita del 3,7% a valore, del 5% a volume e del 5,3% in confezioni vendute (fonte: NielsenIQ Retail Measurement al 28 settembre 2025). In questo contesto, Conapi ribadisce che il suo marchio Mielizia consolida la posizione premium e ottiene performance significative. Nel totale mercato Italia il brand cresce del 2,4% a valore e del 7,5% in confezioni, trainato dall’ingresso della linea doypack Sportpocket.
Nel canale iper+super, Mielizia si conferma secondo marchio a livello nazionale, con una crescita del 3,2% a valore, dell’1,4% a volume e dell’8,5% in confezioni, a fronte di un mercato che cresce rispettivamente del 3,4%, 3,6% e 5,3%. La cooperativa legge questi dati come una dimostrazione della sua capacità competitiva nei canali più strutturati, sostenuta da una strategia di distribuzione ponderata, dall’ampliamento dell’assortimento e dall’introduzione della nuova linea Doypack, che ha rafforzato sia la presenza nei punti vendita sia la visibilità del marchio.

I CAMBIAMENTI CLIMATICI IMPATTANO SULLE PRODUZIONI
La stagione 2025 registra un andamento mediamente positivo, con un potenziale conferimento stimato intorno alle 2.000 tonnellate. Le produzioni mostrano variabilità a causa dei cambiamenti climatici, sempre più evidenti e responsabili di raccolti “a macchia di leopardo”. Buoni risultati si registrano per i mieli di acacia e agrumi, stabile il castagno, mentre i mieli millefiori e melata di bosco si mantengono su livelli soddisfacenti. Limitata, invece, la produzione di eucalipto.

LA FILIERA CORTA È UNA LA LEVA STRATEGICA
L’ingresso di cinque nuovi soci conferitori è salutato dalla cooperativa come un rafforzamento della presenza territoriale che consolida l’elemento distintivo del modello Conapi: la filiera corta. Questa viene definita leva strategica, perché a giudizio di Conapi gestire direttamente l’intero processo produttivo – dall’alveare al vasetto – permette di garantire qualità, trasparenza e tracciabilità.
Oggi il termine filiera viene spesso utilizzato in modo generico – sottolinea Nicoletta Maffini, Direttrice Generale di Conapi-Mielizia –. Per l’azienda significa essere produttori diretti, presidiare ogni fase del processo produttivo e garantire al consumatore certezza, qualità e controlli rigorosi, rappresentando così un reale vantaggio competitivo”.

Gruppo VéGé punta ai 20 miliardi di ricavi entro la fine del 2027

La road map è stata annunciata in occasione della presentazione dei piani commerciali e marketing per il prossimo anno: il 2024 si è chiuso con 15,3 miliardi di euro, l’obiettivo per il 2025 è fissato a 16,2 miliardi di euro, ma il traguardo più ambizioso è da raggiungere entro la fine del 2027: 20 miliardi di euro. Gruppo VéGé guarda al futuro con fiducia, forte di una rete di 3.561 punti vendita su tutto il territorio nazionale e una superficie totale di vendita pari a 2.433.185 metri quadri.
Al momento sono 32 le imprese mandanti, mentre la quota di mercato dell’8,5% vale il quarto posto nella classifica Gnlc. Gli investimenti per il 2025 si sono assestati complessivamente a 265 milioni di euro, con 54 nuove aperture e 38 ristrutturazioni. Per il 2026 si prevedono 65 nuove aperture e 60 ristrutturazioni e un ulteriore investimento di 300 milioni di euro. Il presente e a maggior ragione il futuro passa anche dall’online: sono 1.685 i codici di avviamento postale coperti dall’home delivery, insieme a 362 punti di ritiro per il click & collect, con l’attivazione di partnership nazionali con Glovo, Everli, Just Eat, Deliveroo e Alfonsino.

UN FUTURO POLARIZZATO
“L’obiettivo è accelerare sullo sviluppo – ha dichiarato Giovanni Arena, Presidente di Gruppo VéGé – e puntare a 20 miliardi di euro entro la fine del 2027. Il futuro del retail è costellato di sfide che evolveranno dai paradigmi di oggi e Gruppo VéGé è pronto ad accettare queste sfide: nel medio lungo termine la strada sarà quella della super concentrazione di imprese e razionalizzazione delle insegne, dei pagamenti digitali che renderanno ogni punto di vendita automatizzato e di una polarizzazione del mercato che vedrà i consumatori divisi esclusivamente tra la fascia premium e la fascia convenience. Le risposte risiederanno nella capacità di unirsi, avere coraggio e investire in maniera lungimirante, ottimizzando le soluzioni che già oggi rispondono attivamente alle necessità del mercato: dalla Mdd che rappresenta una scelta crescente da parte dei consumatori e che a mio avviso raggiungerà presto il 50% delle vendite complessive, alla formazione continua dei dipendenti, dalla creazione di un welfare aziendale, all’omnichannel espanso del punto vendita, in grado di fornire tutti i servizi necessari a ogni consumatore e diventarne punto di riferimento”.

OLTRE IL DATA SHARING
Nell’incontro avvenuto presso il Teatro Manzoni di Milano, agli oltre 800 manager dell’industria è stato presentato VéGé Data Sharing 5.0, evoluzione della nuova piattaforma digitale, in grado di rendere fruibile con immediatezza l’analisi dei dati scanner del gruppo: sarà attivo dal 2026 con novità volte a migliorare l’esperienza dei fornitori.
Utilizzando dati profilati, statisticamente espansi, di 2.980 punti di vendita e che coinvolgono l’85% dei soci di VéGé, nella nuova versione la base informativa verrà ampliata per trasformare il data sharing in quello che il gruppo definisce un vero hub di intelligence. In questo modo, attraverso un numero maggiore di variabili e correlazioni, si potrà leggere il mercato in maniera ancora più approfondita. L’obiettivo sarà inoltre quello di approfondire l’analisi a livello EAN di tutti i prodotti degli oltre 441 fornitori (che rappresentano il 96% del fatturato all’acquisto di VéGé) avendo così la possibilità di ottenere insight puntuali su ogni singolo prodotto e progettare strategie commerciali performanti e misurabili.
Attraverso l’innovazione dei processi e la costante spinta tecnologica e digitale Gruppo VéGé volge sempre lo sguardo al futuro cercando di intercettare le tendenze che definiranno il modo di fare retail di domani – ha commentato Giorgio Santambrogio, Amministratore Delegato di Gruppo VéGé – – sperimentando in prima persona le possibili risposte. Ma è al futuro che dobbiamo guardare, creandolo come lo si desidera. Sono 13 anni di crescita ininterrotta, tra quota di mercato, fatturato concentrato e vendite complessive. Con la metafora della magia, ho illustrato la vision del gruppo, celebrando le capacità dei nostri 32 imprenditori. Ecco allora il senso del nuovo claim che ho creato per VéGé: valori che ci uniscono, persone che ci distinguono”.

LA RELAZIONE CON L’INDUSTRIA DI MARCA
Quanto al rapporto con i fornitori, Edoardo Gamboni, Direttore Commerciale di Gruppo VéGé, si è detto favorevole a reali partnership con l’industria di marca: “L’incontro tra le rispettive scelte strategiche di sviluppo e promozione è la leva principale che ci consente di mettere al centro le famiglie e difendere il potere di acquisto, soprattutto dopo i recenti rialzi inflattivi, degli oltre 9 milioni di consumatori che entrano ogni giorno nei nostri punti di vendita. Gruppo VéGé, anche nel 2026, sarà impegnato per raggiungere obiettivi che anzitutto restituiscano ulteriori vantaggi competitivi ai nostri clienti finali”.
Infine, Gruppo VéGé ha sottolineato la centralità della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, ribadendo che – grazie anche all’apporto dell’industria di marca – le iniziative continueranno all’insegna della lotta allo spreco alimentare con il coinvolgimento della clientela e il rinnovo dei progetti di sostegno alle scuole e alle associazioni sportive dilettantistiche. Dal 2025 inoltre si è affiancata l’iniziativa “Noi Amiamo gli Animali” con cui VéGé supporta le associazioni che si occupano di tutelare gli animali in difficoltà e il nuovo progetto dedicato interamente all’educazione alimentare “Missione Buon Appetito”.

Fatturato oltre i 250 milioni di euro per dm Italia

Crescita a doppia cifra per dm Italia, che archivia l’anno fiscale 2024–2025 (ottobre 2024 – settembre 2025) con un fatturato complessivo di 252 milioni di euro: +26,4% rispetto all’esercizio precedente. Il numero di scontrini emessi è aumentato del 24,3% superando i 16 milioni, mentre il numero di prodotti venduti è salito del 29,3%, raggiungendo gli oltre 81 milioni. Entrata in Italia nel 2017, la catena drugstore conta ad oggi 94 punti vendita sul territorio nazionale. A chiusura dell’anno fiscale l’organico comprendeva 1.036 persone, con una quota femminile pari all’85% del totale.
Il canale online ha registrato un +46% di ordini e da settembre 2025 sono stati introdotti anche in Italia i punti di ritiro self-service, un sistema di locker automatizzati che consente ai clienti di ritirare gli ordini online in negozio in modo rapido, senza passare dalla cassa. L’app “la mia dm” ha totalizzato nell’anno fiscale oltre 830.000 download. Integrata nell’app, è disponibile la carta fedeltà digitale “dm fedeltà” che premia gli oltre 1 milione di clienti già iscritti con coupon e sconti dedicati.

POSITIVO IL TREND DELL’INTERO GRUPPO
A livello internazionale, il gruppo nel corso dell’ultimo anno fiscale ha aumentato il fatturato del +8,2%, passando da 17,749 miliardi di euro a 19,197 miliardi di euro. Il numero totale di collaboratori è salito da 89.197 a 93.426 e le 73 inaugurazioni hanno portato la rete di vendita a contare complessivamente 4.189 negozi.
Siamo orgogliosi di chiudere un anno di risultati così positivi, che testimoniano la solidità della nostra strategia e il crescente apprezzamento dei clienti italiani per il nostro modello di drugstore – afferma Benjamin Schneider, Ceo di dm Italia (foto in alto) –. La crescita del fatturato nei punti vendita e la conoscenza sempre più diffusa del marchio in Italia ci confermano che stiamo costruendo una relazione solida con i nostri clienti. L’approccio omnichannel, che unisce la praticità del digitale all’esperienza d’acquisto in negozio, è oggi e continuerà a essere in futuro un pilastro centrale per il nostro sviluppo”.

L’INCIDENZA DELLA MARCA PRIVATA
La marca del distributore genera circa il 30% del fatturato totale della filiale italiana, con 28 private label tra cui alverde, Balea, Denkmit e dmBio. Tra le iniziative marketing del 2025, è da segnalare dm babybonus, un progetto dedicato a futuri genitori e a quelli che hanno bambini fino ai 3 anni. In seguito alla registrazione, gli iscritti ricevono consigli personalizzati in base alla fase della gravidanza o di vita del bambino e possono accedere a coupon con sconti su prodotti per l’infanzia. Inoltre, hanno subito la possibilità di ottenere come welcome gift il telo multiuso babylove, realizzato in collaborazione con la cooperativa tedesca Nieder-Ramstädter Diakonie, che coinvolge persone con disabilità in un contesto lavorativo inclusivo.
Sul fronte logistico, dm Italia ha trasferito il proprio magazzino in una nuova sede di 18.000 mq a Nogarole Rocca (VR), con l’obiettivo di migliorare l’approvvigionamento dei punti vendita. Avviata inoltre la costruzione di un centro di distribuzione automatizzato a Kronstorf (Alta Austria), destinato a potenziare la sinergia operativa tra Austria, Italia e Slovenia.

OBIETTIVO NEUTRALITÀ CLIMATICA ENTRO IL 2045
Lo scorso giugno, dm ha pubblicato il suo primo report di sostenibilità internazionale, che riunisce le iniziative dei 14 Paesi in cui il gruppo è presente e ribadisce l’obiettivo comune di raggiungere la neutralità climatica entro il 2045. Tra i punti fondamentali toccati all’interno del report c’è l’adozione di un approccio “no waste” per gli imballaggi, che punta a ridurre l’uso dei materiali e scegliere quelli più sostenibili, promuovere l’economia circolare, contenere al minimo possibile il numero dei rifiuti e sensibilizzare collaboratori e clienti sull’importanza di questi temi.
Un secondo filone rilevante è l’aumento delle fonti energetiche rinnovabili: sono in totale 64 gli impianti fotovoltaici installati dal gruppo nei vari Paesi e producono oltre 4,8 milioni di kWh di energia pulita, equivalenti al consumo medio annuo di circa 1.400 famiglie. Di questi, ben 12 si trovano in Italia.

SCONTRINI PIÙ CORTI PER RISPARMIARE CARTA
Per quanto riguarda la responsabilità sociale, il Report sottolinea l’impegno del drugstore nella creazione di una catena del valore che mira ad una filiera produttiva sempre più controllata, trasparente e rispettosa dei diritti umani e lavorativi. Tra le azioni concrete messe a punto per contenere l’impatto ambientale, c’è la riduzione della lunghezza dello scontrino cartaceo in punto vendita, che ha consentito a dm Italia di avere un risparmio di carta stimato pari a oltre 3.000 km. Nel corso dell’anno fiscale 2024–25, dm Italia ha inoltre lavorato al conseguimento della certificazione ISO 50001, che attesta un sistema di gestione energetica volto a migliorare l’efficienza e ridurre i consumi, in linea con gli obiettivi del Gruppo di raggiungere le zero emissioni nette.

UNO SPORTELLO DI ASCOLTO PER LE VITTIME DI VIOLENZA
Sul fronte dei progetti a sostegno delle persone e delle comunità locali, c’è stato il rilancio del progetto “Il Petalo Bianco”, lo sportello di ascolto psicologico e legale gratuito dedicato a tutte le vittime di violenza e discriminazione, nato dalla collaborazione tra Catrice, FARE X BENE e dm, presso il punto vendita di via Vittor Pisani 10 a Milano. A fine anno fiscale, le persone che si sono rivolte allo sportello dal giorno della sua apertura erano 220. Alcune di queste hanno concluso il percorso e sono oggi seguite dagli avvocati per la denuncia o dai centri antiviolenza con il supporto di psicologi specializzati, mentre molte sono ancora in carico e nuovi casi continuano ad aggiungersi.
Durante il Giving Friday del novembre 2024, dm Italia ha devoluto il 5% del fatturato della giornata di incassi in store e online all’associazione FARE X BENE, per la creazione degli Spazi Vera, luoghi fisici nel Municipio 8 di Milano in cui vengono organizzati corsi gratuiti finalizzati a supportare le persone provenienti da contesti sociali fragili.

PROGETTI PER STUDENTI E FAMIGLIE
Con l’iniziativa “Le mestruazioni non sono un lusso” sono stati donati oltre 100.000 assorbenti Jessa ad alcune scuole di Milano e provincia e attivati di percorsi educativi gratuiti per studentesse e studenti, promuovendo una cultura del rispetto, della consapevolezza e dell’inclusione, sempre in collaborazione con FARE X BENE.
Infine, prosegue l’adesione al progetto Baby Kit del Comune di Genova, con la distribuzione, a tutte le famiglie con nuovi nati, di coupon per ricevere in omaggio prodotti a marchio dm per la prima infanzia.

Rovagnati, 2024 chiuso con un fatturato di 320 milioni di euro

Soddisfazione per i risultati dello scorso esercizio, ma soprattutto per i trend positivi di quello in corso. È questa la sensazione comunicata da Rovagnati, che ha reso noto l’andamento del 2024. L’anno si è chiuso con un fatturato di oltre 320 milioni di euro, ma l’accento è posto in particolare sui primi otto mesi del 2025, che hanno fatto registrare un incremento del giro d’affari di circa il +5% rispetto all’analogo periodo precedente.
Quest’anno, lo sviluppo è trainato dalla grande distribuzione, che ha evidenziato un aumento del +7% rispetto al 2024; segnali importanti anche dal mercato internazionale, caratterizzato da dinamiche in rapido cambiamento, dove Rovagnati ha messo a segno un incremento del +39% sul precedente esercizio. La presenza all’estero è oggi estesa a 20 Paesi, tra cui Francia, Svizzera, Germania, Croazia e Stati Uniti, con uno stabilimento produttivo a Vineland, nel New Jersey, inaugurato nel settembre 2021.

ANDAMENTO POSITIVO PER LA LINEA SNELLO
Sul fronte dei brand, la linea Snello, focalizzata sulla categoria benessere, ha registrato ottimi risultati da inizio anno con un incremento delle vendite pari a +7% rispetto al 2024, mentre Gran Biscotto, il brand simbolo di Rovagnati e tra i più amati, ha segnato una crescita del +4%.
Il 2024 si è rivelato un anno positivo – dichiara Gabriele Rusconi, Managing Director & Board Member di Rovagnati – durante il quale abbiamo sostenuto una crescita equilibrata del brand e rafforzato la nostra presenza sui mercati internazionali. I risultati ottenuti sono il frutto di una strategia chiara, fondata su innovazione, qualità e impegno per la sostenibilità, e di un’organizzazione che ha saputo reagire con tempestività alle complessità del contesto. Affrontiamo il 2025 con un trend positivo e con la consapevolezza che la nostra forza risiede nella coerenza tra valori e risultati: continuiamo a investire per migliorare i processi, ampliare le competenze e generare un impatto positivo dal punto di vista economico, sociale e ambientale. La crescita è importante, ma lo è ancor di più costruirla su basi solide e responsabili, per creare valore duraturo per tutti i nostri stakeholder”.

IL PROGRAMMA DI SOSTENIBILITÀ
In questa cornice, l’azienda evidenzia la sua attenzione costante alle tematiche Esg. Il programma di sostenibilità Rovagnati Qualità Responsabile mira a uno sviluppo sostenibile, con azioni e progetti orientati alla promozione di un’alimentazione consapevole, al supporto di persone e comunità locali, all’efficientamento degli stabilimenti e all’impatto positivo sulla filiera.
Nata nei primi anni ’40 da un’idea di Angelo Ferruccio Rovagnati e da suo figlio Paolo, Rovagnati è oggi tra le aziende italiane leader nella produzione di salumi. I sei stabilimenti produttivi presenti in Italia sono specializzati per categoria: Biassono per il prosciutto cotto, Villasanta per gli affettati e gli stagionati brevi, Arcore per i piatti pronti, Felino e Sala Baganza per il prosciutto crudo, Faenza per la mortadella. Il gruppo gestisce, inoltre, sette allevamenti, tra strutture di proprietà e altre in soccida. Al vertice ci sono oggi Claudia Limonta Rovagnati, vedova di Paolo, nel ruolo di Presidente e il figlio Ferruccio quale Amministratore Delegato, dopo la scomparsa in un incidente aereo dell’altro figlio Lorenzo, anch’egli Amministratore Delegato.

Conserve Italia, 106 milioni di euro liquidati ai soci

Supera i 106 milioni di euro l’ammontare delle liquidazioni erogate da Conserve Italia ai propri soci produttori che, nel corso dell’esercizio 2024-25, hanno conferito il 95% delle 549.542 tonnellate di materia prima trasformate tra pomodoro, frutta e orticole da industria. Si tratta di un importo mai raggiunto in precedenza, che arriva a seguito di un trend di costante aumento delle liquidazioni registrato negli ultimi cinque anni (+60%). Un risultato di grande rilevanza per il Consorzio composto da 35 cooperative agricole e che detiene i marchi Valfrutta, Cirio, Yoga, Derby Blue e Jolly Colombani.

VALORIZZARE LA FILIERA AGRICOLA
La cifra record delle liquidazioni alla base sociale testimonia l’impegno concreto di Conserve Italia nella valorizzazione della propria filiera agricola, alla quale non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà” ha commentato il Presidente Maurizio Gardini (a sinistra nella foto in alto) intervenendo all’Assemblea dei Soci di Conserve Italia.
Gardini ha anche illustrato gli interventi realizzati nell’ambito del Piano investimenti da oltre 86 milioni di euro, che andrà a concludersi nel 2026: “Le innovazioni che stiamo portando a termine in tutti i nostri stabilimenti produttivi e nella sede centrale ci consegnano un’azienda sempre più all’avanguardia in termini di qualità delle produzioni, efficienza e tracciabilità dei processi, sostenibilità ambientale, digitalizzazione e miglioramento delle condizioni di lavoro. Abbiamo cambiato il volto di Conserve Italia tenendo ben salde le radici nella terra dei nostri soci produttori”.

I NUMERI DEL BILANCIO
L’Assemblea dei Soci di Conserve Italia ha inoltre provveduto ad approvare all’unanimità il bilancio di esercizio 2024-25 (chiuso al 30 giugno 2025). Il bilancio relativo a tutto il Gruppo (la capogruppo Conserve Italia Soc. Coop. Agricola e le altre otto società controllate) ha registrato un fatturato di 1,15 miliardi di euro (in leggera contrazione rispetto all’esercizio precedente), con un utile di 6,5 milioni di euro. La posizione finanziaria netta consolidata si è attestata a 115 milioni di euro, l’Ebitda a 76 milioni di euro (8,5%) mentre il patrimonio ha raggiunto i 306 milioni di euro.

POLITICA COMMERCIALE A DIFESA DEI MARGINI
L’esercizio 2024-25 è stato caratterizzato da un contesto macroeconomico internazionale fortemente instabile e da un effetto deflattivo sui prezzi verificatosi dopo una lunga fase di inflazione, uniti ad una flessione dei consumi in alcune categorie di prodotto. La nostra politica commerciale sia nel mercato interno che nei mercati internazionali – ha spiegato il direttore generale Pier Paolo Rosetti (a destra nella foto in alto) – ha mirato a salvaguardare il più possibile i livelli di marginalità aziendale a beneficio della filiera agricola, anche a costo di sacrificare volumi di vendita, in parte compromessi dalle difficili campagne 2024 che hanno ridotto la disponibilità di prodotto, soprattutto per il pomodoro. Abbiamo continuato a puntare sull’innovazione con la forza dei nostri marchi, a partire da Yoga con le nuove gamme di succhi di frutta sostenute anche dalla campagna pubblicitaria, il pomodoro Cirio con un ampliamento della linea dei sughi con datterino e le novità di Valfrutta nel segmento dei piatti pronti vegetali”.

Brio cresce a doppia cifra, grazie all’export e alla partnership con Alce Nero

I consumi di biologico in Italia sono stagnanti, ma non per tutti. Con un fatturato che raggiunge i 67,3 milioni di euro, in crescita del 21% rispetto all’anno precedente, Brio – azienda del Gruppo Alegra specializzata nell’ortofrutta biologica – archivia con soddisfazione l’esercizio 2024/2025. “In un mercato nazionale che cresce ben poco, il nostro +21% è un risultato di assoluto rilievo – commenta Gianni Amidei, Presidente di Brio –. Il dato principale non è solo la crescita, ma il fatto che questa indichi chiaramente un incremento delle nostre quote in un settore che oggi non fa registrare grandi slanci in termini di consumi, come invece era accaduto qualche anno fa. È il segno che il cammino intrapreso da Brio negli ultimi anni è stato vincente: un ampio paniere di prodotti bio, qualità e servizio al centro dell’offerta, e poi una riorganizzazione profonda che ha riguardato persone, strategie commerciali, scelte di partner e modalità di lavorazione”.

LA SPECIALIZZAZIONE PAGA
A trainare la crescita è stata in particolare la performance sui mercati esteri, che da soli rappresentano oltre la metà del volume d’affari dell’azienda di Zevio (VR), mentre sul panorama nazionale Brio sottolinea di aver raccolto i frutti del proprio impegno: “La stagnazione dei consumi interni – spiega Mauro Laghi, Responsabile Commerciale di Brio – paradossalmente ci ha premiato: diversi player che si erano lanciati nel comparto durante il boom del biologico oggi sono in difficoltà o sono tornati a puntare sul prodotto convenzionale. Mentre Brio, specializzata nel bio, anno dopo anno ha saputo costruire una reputazione di affidabilità, coerenza e solidità: oggi i clienti cercano proprio questo tipo di servizio”.
Strategica e di primaria importanza viene definita dall’azienda la collaborazione con Alce Nero, brand storico del biologico di cui Brio è partner per l’ortofrutta di prima gamma. “Oggi molte insegne della distribuzione organizzata, soprattutto quelle di dimensioni medio-piccole, che avevano avviato o pianificato progetti di Mdd biologica negli anni degli incrementi in doppia cifra, stanno facendo un passo indietro – prosegue Laghi – e scelgono, per la propria offerta, di affidarsi a un brand riconosciuto, affidabile e affermato come Alce Nero. È un marchio che porta valore e garantisce risultati in reparto, e questo sta contribuendo anche alla nostra crescita, registrando nell’arco di pochi anni un valore a bilancio più che raddoppiato”.

FOCUS SULLA RISTORAZIONE COLLETTIVA
Nel corso dell’anno Brio ha inoltre rafforzato la propria presenza nella ristorazione collettiva, segmento che comprende strutture pubbliche – in primis le scuole – e realtà private. “Il nostro obiettivo è quello di presidiare in maniera più efficace un canale in crescita, ma ancora poco valorizzato per il biologico – spiega Gianni Amidei (nella foto a sinistra) –. Oltre alle mense scolastiche, dove siamo già saldamente presenti ma che mostrano ancora margini di crescita, in particolare al nord Italia, penso a contesti come quelli degli ospedali, dei ristoranti e delle mense aziendali, dove il bio è quasi assente. La nostra filiera è cortissima, dal campo al piatto, e siamo in grado di fornire direttamente dalla produzione alla mensa: una garanzia importante, anche in termini di sicurezza e tracciabilità. Inoltre, questo canale permette di valorizzare davvero tutta la produzione, premiando la qualità autentica più che l’estetica”.
Il bilancio 2024/2025 di Brio è stato approvato all’unanimità dall’assemblea tenuta lo scorso 26 agosto, che ha anche rinnovato le cariche sociali: Gianni Amidei è stato confermato Presidente, mentre il nuovo Vicepresidente è Aristide Castellari (a sua volta Presidente della cooperativa Agrintesa) che subentra ad Albino Migliorini.

Margherita cresce a doppia cifra e investe in un nuovo polo produttivo

La soglia dei 100 milioni di euro è a un passo e, a giudicare dal trend di crescita dello scorso anno, non sarà difficile da raggiungere. Si è chiuso con un fatturato consolidato superiore ai 97 milioni di euro il 2024 di Margherita, azienda di Fregona (TV) attiva nella produzione di pizze per private label e con il proprio brand Re Pomodoro, commercializzate in Gdo e nel canale Horeca. L’incremento è stato di ben il 24% rispetto all’esercizio precedente e a contribuire in maniera significativa è stata l’acquisizione di ProPizza, realtà produttiva abruzzese specializzata in basi pizza e pinsa. Un’ulteriore operazione straordinaria c’è stata quest’anno, con l’acquisizione da parte della capogruppo Idak di una società nel Sud Italia che – in base a quanto comunicato da Margherita – oltre a rafforzare l’asset complessivo, amplia la gamma prodotti e consolida la presenza sul mercato. L’export rappresenta il 90% del fatturato, con una distribuzione in più di 30 Paesi.

Margherita conta 5 stabilimenti e produce circa 200.000 pizze e prodotti a base pizza al giorno. A ciò si aggiunge la prossima apertura di un nuovo polo produttivo a San Donà di Piave (VE), il più grande del gruppo, destinato a lavorare in sinergia con lo stabilimento di Fregona (TV). La crescita si riflette anche sul piano occupazionale: i dipendenti, tra diretti e indiretti, sono passati da 427 a 491 in un anno, con il 60% di personale femminile. L’azienda fa sapere che ulteriori assunzioni sono previste per l’avvio del nuovo stabilimento e che nel 2024 ogni collaboratore ha ricevuto un premio produzione medio di 1.440 euro netti.

L’ATTENZIONE ALL’AMBIENTE
Quanto alla sostenibilità ambientale, di recente è stata ottenuta la valutazione “silver medal” Ecovadis, che sancisce lo standard globale per catene di fornitura sostenibili e resilienti. L’azienda è anche attivamente impegnata nella riduzione della plastica, nell’uso di imballaggi in carta riciclata e nel recupero degli oli di conservazione per la produzione di biocarburanti in collaborazione con Hera. “La filosofia di Margherita non si limita a produrre pizza e prodotti a base pizza di qualità superiore – dichiara Andrea Ghia, Amministratore Delegato di Margherita (nella foto in alto) –. Il nostro impegno è anche sociale e territoriale: puntiamo a inclusione, sostenibilità e trasparenza, condividendo obiettivi e risultati con tutti i dipendenti. Crediamo infatti che un’azienda con questo tipo di approccio verso le persone possa ottenere miglioramenti non solo in termini produttivi ma anche di qualità della vita lavorativa”.

Piano industriale da 180 milioni di euro per Gruppo Megamark

Aperture, ristrutturazioni e anche acquisizioni per accelerare la crescita in Puglia e Campania. Vale 180 milioni di euro il piano industriale 2025/2026 del Gruppo Megamark di Trani, attivo nel Sud Italia con circa 600 punti vendita ad insegna A&O, Dok, Famila, Sole365 e Ottimo. A sostenere l’investimento, 45 milioni di euro di risorse proprie e un finanziamento di 135 milioni di un pool di banche costituito da Intesa Sanpaolo – Divisione IMI CIB (Global Coordinator e Banca Agente), BNL BNP PARIBAS e BPER CIB.
Il piano prevede un’attività di sviluppo e ammodernamento della rete commerciale nelle due regioni in cui Megamark è più presente: Puglia (in cui il gruppo detiene il 22,6% del mercato) e Campania (18,9%). In Puglia, dove il gruppo è nato oltre cinquant’anni fa, sono previste dieci nuove aperture e undici ristrutturazioni, oltre alla realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra per autoconsumo, per un investimento complessivo di 128 milioni di euro. In Campania, Megamark investirà 52 milioni di euro destinati all’acquisizione di tredici punti vendita nelle province di Benevento e Avellino, all’apertura di otto nuovi negozi, alla ristrutturazione di cinque punti vendita di proprietà e all’acquisto di due nuovi marchi. Tutte le aperture e le ristrutturazioni dei punti vendita saranno realizzate nell’ottica della sostenibilità ambientale e dell’efficientamento energetico.
Megamark – che oggi conta oltre 4.500 collaboratori a gestione diretta e circa 4.800 delle società compartecipate operative anche in Campania e Molise – al termine del piano industriale avrà circa 1.200 collaboratori diretti in più, essendo previste tra 800 e 1.000 assunzioni in Puglia e 300 in Campania.

CRESCITA A DUE CIFRE NEL PRIMO SEMESTRE 2025
Il gruppo ha chiuso il 2024 con vendite al pubblico pari a 3,2 miliardi di euro, segnando un +11,1% a rete corrente e +4,5% a rete costante, crescita quasi doppia rispetto a quella media registrata dal mercato (2,3%, dati Like for Like, fonte Nielsen). Il trend positivo è stato confermato nel primo semestre del 2025, con ricavi in aumento del 13,8% a rete corrente rispetto allo stesso periodo del 2024.
Siamo orgogliosi del sostegno finanziario delle banche concesso sulla base della nostra situazione patrimoniale e finanziaria – dichiara Giovanni Pomarico, fondatore e Presidente del Gruppo Megamark –; riconosciamo ai tre finanziatori il merito di aver riposto in noi quella fiducia e stima che, nel corso degli anni, abbiamo conquistato presso il sistema bancario. È un finanziamento che rappresenta un riconoscimento della solidità del gruppo, oltre che un’opportunità per accelerare il nostro percorso di crescita”.
L’intera operazione di finanziamento è stata condotta con la consulenza dello Studio Legale Advant Nctm di Milano che ha assistito il pool di banche e, per Megamark, dello Studio Associato Poliseno di Bari.

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