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Fatturato oltre i 250 milioni di euro per dm Italia

Crescita a doppia cifra per dm Italia, che archivia l’anno fiscale 2024–2025 (ottobre 2024 – settembre 2025) con un fatturato complessivo di 252 milioni di euro: +26,4% rispetto all’esercizio precedente. Il numero di scontrini emessi è aumentato del 24,3% superando i 16 milioni, mentre il numero di prodotti venduti è salito del 29,3%, raggiungendo gli oltre 81 milioni. Entrata in Italia nel 2017, la catena drugstore conta ad oggi 94 punti vendita sul territorio nazionale. A chiusura dell’anno fiscale l’organico comprendeva 1.036 persone, con una quota femminile pari all’85% del totale.
Il canale online ha registrato un +46% di ordini e da settembre 2025 sono stati introdotti anche in Italia i punti di ritiro self-service, un sistema di locker automatizzati che consente ai clienti di ritirare gli ordini online in negozio in modo rapido, senza passare dalla cassa. L’app “la mia dm” ha totalizzato nell’anno fiscale oltre 830.000 download. Integrata nell’app, è disponibile la carta fedeltà digitale “dm fedeltà” che premia gli oltre 1 milione di clienti già iscritti con coupon e sconti dedicati.

POSITIVO IL TREND DELL’INTERO GRUPPO
A livello internazionale, il gruppo nel corso dell’ultimo anno fiscale ha aumentato il fatturato del +8,2%, passando da 17,749 miliardi di euro a 19,197 miliardi di euro. Il numero totale di collaboratori è salito da 89.197 a 93.426 e le 73 inaugurazioni hanno portato la rete di vendita a contare complessivamente 4.189 negozi.
Siamo orgogliosi di chiudere un anno di risultati così positivi, che testimoniano la solidità della nostra strategia e il crescente apprezzamento dei clienti italiani per il nostro modello di drugstore – afferma Benjamin Schneider, Ceo di dm Italia (foto in alto) –. La crescita del fatturato nei punti vendita e la conoscenza sempre più diffusa del marchio in Italia ci confermano che stiamo costruendo una relazione solida con i nostri clienti. L’approccio omnichannel, che unisce la praticità del digitale all’esperienza d’acquisto in negozio, è oggi e continuerà a essere in futuro un pilastro centrale per il nostro sviluppo”.

L’INCIDENZA DELLA MARCA PRIVATA
La marca del distributore genera circa il 30% del fatturato totale della filiale italiana, con 28 private label tra cui alverde, Balea, Denkmit e dmBio. Tra le iniziative marketing del 2025, è da segnalare dm babybonus, un progetto dedicato a futuri genitori e a quelli che hanno bambini fino ai 3 anni. In seguito alla registrazione, gli iscritti ricevono consigli personalizzati in base alla fase della gravidanza o di vita del bambino e possono accedere a coupon con sconti su prodotti per l’infanzia. Inoltre, hanno subito la possibilità di ottenere come welcome gift il telo multiuso babylove, realizzato in collaborazione con la cooperativa tedesca Nieder-Ramstädter Diakonie, che coinvolge persone con disabilità in un contesto lavorativo inclusivo.
Sul fronte logistico, dm Italia ha trasferito il proprio magazzino in una nuova sede di 18.000 mq a Nogarole Rocca (VR), con l’obiettivo di migliorare l’approvvigionamento dei punti vendita. Avviata inoltre la costruzione di un centro di distribuzione automatizzato a Kronstorf (Alta Austria), destinato a potenziare la sinergia operativa tra Austria, Italia e Slovenia.

OBIETTIVO NEUTRALITÀ CLIMATICA ENTRO IL 2045
Lo scorso giugno, dm ha pubblicato il suo primo report di sostenibilità internazionale, che riunisce le iniziative dei 14 Paesi in cui il gruppo è presente e ribadisce l’obiettivo comune di raggiungere la neutralità climatica entro il 2045. Tra i punti fondamentali toccati all’interno del report c’è l’adozione di un approccio “no waste” per gli imballaggi, che punta a ridurre l’uso dei materiali e scegliere quelli più sostenibili, promuovere l’economia circolare, contenere al minimo possibile il numero dei rifiuti e sensibilizzare collaboratori e clienti sull’importanza di questi temi.
Un secondo filone rilevante è l’aumento delle fonti energetiche rinnovabili: sono in totale 64 gli impianti fotovoltaici installati dal gruppo nei vari Paesi e producono oltre 4,8 milioni di kWh di energia pulita, equivalenti al consumo medio annuo di circa 1.400 famiglie. Di questi, ben 12 si trovano in Italia.

SCONTRINI PIÙ CORTI PER RISPARMIARE CARTA
Per quanto riguarda la responsabilità sociale, il Report sottolinea l’impegno del drugstore nella creazione di una catena del valore che mira ad una filiera produttiva sempre più controllata, trasparente e rispettosa dei diritti umani e lavorativi. Tra le azioni concrete messe a punto per contenere l’impatto ambientale, c’è la riduzione della lunghezza dello scontrino cartaceo in punto vendita, che ha consentito a dm Italia di avere un risparmio di carta stimato pari a oltre 3.000 km. Nel corso dell’anno fiscale 2024–25, dm Italia ha inoltre lavorato al conseguimento della certificazione ISO 50001, che attesta un sistema di gestione energetica volto a migliorare l’efficienza e ridurre i consumi, in linea con gli obiettivi del Gruppo di raggiungere le zero emissioni nette.

UNO SPORTELLO DI ASCOLTO PER LE VITTIME DI VIOLENZA
Sul fronte dei progetti a sostegno delle persone e delle comunità locali, c’è stato il rilancio del progetto “Il Petalo Bianco”, lo sportello di ascolto psicologico e legale gratuito dedicato a tutte le vittime di violenza e discriminazione, nato dalla collaborazione tra Catrice, FARE X BENE e dm, presso il punto vendita di via Vittor Pisani 10 a Milano. A fine anno fiscale, le persone che si sono rivolte allo sportello dal giorno della sua apertura erano 220. Alcune di queste hanno concluso il percorso e sono oggi seguite dagli avvocati per la denuncia o dai centri antiviolenza con il supporto di psicologi specializzati, mentre molte sono ancora in carico e nuovi casi continuano ad aggiungersi.
Durante il Giving Friday del novembre 2024, dm Italia ha devoluto il 5% del fatturato della giornata di incassi in store e online all’associazione FARE X BENE, per la creazione degli Spazi Vera, luoghi fisici nel Municipio 8 di Milano in cui vengono organizzati corsi gratuiti finalizzati a supportare le persone provenienti da contesti sociali fragili.

PROGETTI PER STUDENTI E FAMIGLIE
Con l’iniziativa “Le mestruazioni non sono un lusso” sono stati donati oltre 100.000 assorbenti Jessa ad alcune scuole di Milano e provincia e attivati di percorsi educativi gratuiti per studentesse e studenti, promuovendo una cultura del rispetto, della consapevolezza e dell’inclusione, sempre in collaborazione con FARE X BENE.
Infine, prosegue l’adesione al progetto Baby Kit del Comune di Genova, con la distribuzione, a tutte le famiglie con nuovi nati, di coupon per ricevere in omaggio prodotti a marchio dm per la prima infanzia.

Rovagnati, 2024 chiuso con un fatturato di 320 milioni di euro

Soddisfazione per i risultati dello scorso esercizio, ma soprattutto per i trend positivi di quello in corso. È questa la sensazione comunicata da Rovagnati, che ha reso noto l’andamento del 2024. L’anno si è chiuso con un fatturato di oltre 320 milioni di euro, ma l’accento è posto in particolare sui primi otto mesi del 2025, che hanno fatto registrare un incremento del giro d’affari di circa il +5% rispetto all’analogo periodo precedente.
Quest’anno, lo sviluppo è trainato dalla grande distribuzione, che ha evidenziato un aumento del +7% rispetto al 2024; segnali importanti anche dal mercato internazionale, caratterizzato da dinamiche in rapido cambiamento, dove Rovagnati ha messo a segno un incremento del +39% sul precedente esercizio. La presenza all’estero è oggi estesa a 20 Paesi, tra cui Francia, Svizzera, Germania, Croazia e Stati Uniti, con uno stabilimento produttivo a Vineland, nel New Jersey, inaugurato nel settembre 2021.

ANDAMENTO POSITIVO PER LA LINEA SNELLO
Sul fronte dei brand, la linea Snello, focalizzata sulla categoria benessere, ha registrato ottimi risultati da inizio anno con un incremento delle vendite pari a +7% rispetto al 2024, mentre Gran Biscotto, il brand simbolo di Rovagnati e tra i più amati, ha segnato una crescita del +4%.
Il 2024 si è rivelato un anno positivo – dichiara Gabriele Rusconi, Managing Director & Board Member di Rovagnati – durante il quale abbiamo sostenuto una crescita equilibrata del brand e rafforzato la nostra presenza sui mercati internazionali. I risultati ottenuti sono il frutto di una strategia chiara, fondata su innovazione, qualità e impegno per la sostenibilità, e di un’organizzazione che ha saputo reagire con tempestività alle complessità del contesto. Affrontiamo il 2025 con un trend positivo e con la consapevolezza che la nostra forza risiede nella coerenza tra valori e risultati: continuiamo a investire per migliorare i processi, ampliare le competenze e generare un impatto positivo dal punto di vista economico, sociale e ambientale. La crescita è importante, ma lo è ancor di più costruirla su basi solide e responsabili, per creare valore duraturo per tutti i nostri stakeholder”.

IL PROGRAMMA DI SOSTENIBILITÀ
In questa cornice, l’azienda evidenzia la sua attenzione costante alle tematiche Esg. Il programma di sostenibilità Rovagnati Qualità Responsabile mira a uno sviluppo sostenibile, con azioni e progetti orientati alla promozione di un’alimentazione consapevole, al supporto di persone e comunità locali, all’efficientamento degli stabilimenti e all’impatto positivo sulla filiera.
Nata nei primi anni ’40 da un’idea di Angelo Ferruccio Rovagnati e da suo figlio Paolo, Rovagnati è oggi tra le aziende italiane leader nella produzione di salumi. I sei stabilimenti produttivi presenti in Italia sono specializzati per categoria: Biassono per il prosciutto cotto, Villasanta per gli affettati e gli stagionati brevi, Arcore per i piatti pronti, Felino e Sala Baganza per il prosciutto crudo, Faenza per la mortadella. Il gruppo gestisce, inoltre, sette allevamenti, tra strutture di proprietà e altre in soccida. Al vertice ci sono oggi Claudia Limonta Rovagnati, vedova di Paolo, nel ruolo di Presidente e il figlio Ferruccio quale Amministratore Delegato, dopo la scomparsa in un incidente aereo dell’altro figlio Lorenzo, anch’egli Amministratore Delegato.

Conserve Italia, 106 milioni di euro liquidati ai soci

Supera i 106 milioni di euro l’ammontare delle liquidazioni erogate da Conserve Italia ai propri soci produttori che, nel corso dell’esercizio 2024-25, hanno conferito il 95% delle 549.542 tonnellate di materia prima trasformate tra pomodoro, frutta e orticole da industria. Si tratta di un importo mai raggiunto in precedenza, che arriva a seguito di un trend di costante aumento delle liquidazioni registrato negli ultimi cinque anni (+60%). Un risultato di grande rilevanza per il Consorzio composto da 35 cooperative agricole e che detiene i marchi Valfrutta, Cirio, Yoga, Derby Blue e Jolly Colombani.

VALORIZZARE LA FILIERA AGRICOLA
La cifra record delle liquidazioni alla base sociale testimonia l’impegno concreto di Conserve Italia nella valorizzazione della propria filiera agricola, alla quale non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà” ha commentato il Presidente Maurizio Gardini (a sinistra nella foto in alto) intervenendo all’Assemblea dei Soci di Conserve Italia.
Gardini ha anche illustrato gli interventi realizzati nell’ambito del Piano investimenti da oltre 86 milioni di euro, che andrà a concludersi nel 2026: “Le innovazioni che stiamo portando a termine in tutti i nostri stabilimenti produttivi e nella sede centrale ci consegnano un’azienda sempre più all’avanguardia in termini di qualità delle produzioni, efficienza e tracciabilità dei processi, sostenibilità ambientale, digitalizzazione e miglioramento delle condizioni di lavoro. Abbiamo cambiato il volto di Conserve Italia tenendo ben salde le radici nella terra dei nostri soci produttori”.

I NUMERI DEL BILANCIO
L’Assemblea dei Soci di Conserve Italia ha inoltre provveduto ad approvare all’unanimità il bilancio di esercizio 2024-25 (chiuso al 30 giugno 2025). Il bilancio relativo a tutto il Gruppo (la capogruppo Conserve Italia Soc. Coop. Agricola e le altre otto società controllate) ha registrato un fatturato di 1,15 miliardi di euro (in leggera contrazione rispetto all’esercizio precedente), con un utile di 6,5 milioni di euro. La posizione finanziaria netta consolidata si è attestata a 115 milioni di euro, l’Ebitda a 76 milioni di euro (8,5%) mentre il patrimonio ha raggiunto i 306 milioni di euro.

POLITICA COMMERCIALE A DIFESA DEI MARGINI
L’esercizio 2024-25 è stato caratterizzato da un contesto macroeconomico internazionale fortemente instabile e da un effetto deflattivo sui prezzi verificatosi dopo una lunga fase di inflazione, uniti ad una flessione dei consumi in alcune categorie di prodotto. La nostra politica commerciale sia nel mercato interno che nei mercati internazionali – ha spiegato il direttore generale Pier Paolo Rosetti (a destra nella foto in alto) – ha mirato a salvaguardare il più possibile i livelli di marginalità aziendale a beneficio della filiera agricola, anche a costo di sacrificare volumi di vendita, in parte compromessi dalle difficili campagne 2024 che hanno ridotto la disponibilità di prodotto, soprattutto per il pomodoro. Abbiamo continuato a puntare sull’innovazione con la forza dei nostri marchi, a partire da Yoga con le nuove gamme di succhi di frutta sostenute anche dalla campagna pubblicitaria, il pomodoro Cirio con un ampliamento della linea dei sughi con datterino e le novità di Valfrutta nel segmento dei piatti pronti vegetali”.

Brio cresce a doppia cifra, grazie all’export e alla partnership con Alce Nero

I consumi di biologico in Italia sono stagnanti, ma non per tutti. Con un fatturato che raggiunge i 67,3 milioni di euro, in crescita del 21% rispetto all’anno precedente, Brio – azienda del Gruppo Alegra specializzata nell’ortofrutta biologica – archivia con soddisfazione l’esercizio 2024/2025. “In un mercato nazionale che cresce ben poco, il nostro +21% è un risultato di assoluto rilievo – commenta Gianni Amidei, Presidente di Brio –. Il dato principale non è solo la crescita, ma il fatto che questa indichi chiaramente un incremento delle nostre quote in un settore che oggi non fa registrare grandi slanci in termini di consumi, come invece era accaduto qualche anno fa. È il segno che il cammino intrapreso da Brio negli ultimi anni è stato vincente: un ampio paniere di prodotti bio, qualità e servizio al centro dell’offerta, e poi una riorganizzazione profonda che ha riguardato persone, strategie commerciali, scelte di partner e modalità di lavorazione”.

LA SPECIALIZZAZIONE PAGA
A trainare la crescita è stata in particolare la performance sui mercati esteri, che da soli rappresentano oltre la metà del volume d’affari dell’azienda di Zevio (VR), mentre sul panorama nazionale Brio sottolinea di aver raccolto i frutti del proprio impegno: “La stagnazione dei consumi interni – spiega Mauro Laghi, Responsabile Commerciale di Brio – paradossalmente ci ha premiato: diversi player che si erano lanciati nel comparto durante il boom del biologico oggi sono in difficoltà o sono tornati a puntare sul prodotto convenzionale. Mentre Brio, specializzata nel bio, anno dopo anno ha saputo costruire una reputazione di affidabilità, coerenza e solidità: oggi i clienti cercano proprio questo tipo di servizio”.
Strategica e di primaria importanza viene definita dall’azienda la collaborazione con Alce Nero, brand storico del biologico di cui Brio è partner per l’ortofrutta di prima gamma. “Oggi molte insegne della distribuzione organizzata, soprattutto quelle di dimensioni medio-piccole, che avevano avviato o pianificato progetti di Mdd biologica negli anni degli incrementi in doppia cifra, stanno facendo un passo indietro – prosegue Laghi – e scelgono, per la propria offerta, di affidarsi a un brand riconosciuto, affidabile e affermato come Alce Nero. È un marchio che porta valore e garantisce risultati in reparto, e questo sta contribuendo anche alla nostra crescita, registrando nell’arco di pochi anni un valore a bilancio più che raddoppiato”.

FOCUS SULLA RISTORAZIONE COLLETTIVA
Nel corso dell’anno Brio ha inoltre rafforzato la propria presenza nella ristorazione collettiva, segmento che comprende strutture pubbliche – in primis le scuole – e realtà private. “Il nostro obiettivo è quello di presidiare in maniera più efficace un canale in crescita, ma ancora poco valorizzato per il biologico – spiega Gianni Amidei (nella foto a sinistra) –. Oltre alle mense scolastiche, dove siamo già saldamente presenti ma che mostrano ancora margini di crescita, in particolare al nord Italia, penso a contesti come quelli degli ospedali, dei ristoranti e delle mense aziendali, dove il bio è quasi assente. La nostra filiera è cortissima, dal campo al piatto, e siamo in grado di fornire direttamente dalla produzione alla mensa: una garanzia importante, anche in termini di sicurezza e tracciabilità. Inoltre, questo canale permette di valorizzare davvero tutta la produzione, premiando la qualità autentica più che l’estetica”.
Il bilancio 2024/2025 di Brio è stato approvato all’unanimità dall’assemblea tenuta lo scorso 26 agosto, che ha anche rinnovato le cariche sociali: Gianni Amidei è stato confermato Presidente, mentre il nuovo Vicepresidente è Aristide Castellari (a sua volta Presidente della cooperativa Agrintesa) che subentra ad Albino Migliorini.

Margherita cresce a doppia cifra e investe in un nuovo polo produttivo

La soglia dei 100 milioni di euro è a un passo e, a giudicare dal trend di crescita dello scorso anno, non sarà difficile da raggiungere. Si è chiuso con un fatturato consolidato superiore ai 97 milioni di euro il 2024 di Margherita, azienda di Fregona (TV) attiva nella produzione di pizze per private label e con il proprio brand Re Pomodoro, commercializzate in Gdo e nel canale Horeca. L’incremento è stato di ben il 24% rispetto all’esercizio precedente e a contribuire in maniera significativa è stata l’acquisizione di ProPizza, realtà produttiva abruzzese specializzata in basi pizza e pinsa. Un’ulteriore operazione straordinaria c’è stata quest’anno, con l’acquisizione da parte della capogruppo Idak di una società nel Sud Italia che – in base a quanto comunicato da Margherita – oltre a rafforzare l’asset complessivo, amplia la gamma prodotti e consolida la presenza sul mercato. L’export rappresenta il 90% del fatturato, con una distribuzione in più di 30 Paesi.

Margherita conta 5 stabilimenti e produce circa 200.000 pizze e prodotti a base pizza al giorno. A ciò si aggiunge la prossima apertura di un nuovo polo produttivo a San Donà di Piave (VE), il più grande del gruppo, destinato a lavorare in sinergia con lo stabilimento di Fregona (TV). La crescita si riflette anche sul piano occupazionale: i dipendenti, tra diretti e indiretti, sono passati da 427 a 491 in un anno, con il 60% di personale femminile. L’azienda fa sapere che ulteriori assunzioni sono previste per l’avvio del nuovo stabilimento e che nel 2024 ogni collaboratore ha ricevuto un premio produzione medio di 1.440 euro netti.

L’ATTENZIONE ALL’AMBIENTE
Quanto alla sostenibilità ambientale, di recente è stata ottenuta la valutazione “silver medal” Ecovadis, che sancisce lo standard globale per catene di fornitura sostenibili e resilienti. L’azienda è anche attivamente impegnata nella riduzione della plastica, nell’uso di imballaggi in carta riciclata e nel recupero degli oli di conservazione per la produzione di biocarburanti in collaborazione con Hera. “La filosofia di Margherita non si limita a produrre pizza e prodotti a base pizza di qualità superiore – dichiara Andrea Ghia, Amministratore Delegato di Margherita (nella foto in alto) –. Il nostro impegno è anche sociale e territoriale: puntiamo a inclusione, sostenibilità e trasparenza, condividendo obiettivi e risultati con tutti i dipendenti. Crediamo infatti che un’azienda con questo tipo di approccio verso le persone possa ottenere miglioramenti non solo in termini produttivi ma anche di qualità della vita lavorativa”.

Piano industriale da 180 milioni di euro per Gruppo Megamark

Aperture, ristrutturazioni e anche acquisizioni per accelerare la crescita in Puglia e Campania. Vale 180 milioni di euro il piano industriale 2025/2026 del Gruppo Megamark di Trani, attivo nel Sud Italia con circa 600 punti vendita ad insegna A&O, Dok, Famila, Sole365 e Ottimo. A sostenere l’investimento, 45 milioni di euro di risorse proprie e un finanziamento di 135 milioni di un pool di banche costituito da Intesa Sanpaolo – Divisione IMI CIB (Global Coordinator e Banca Agente), BNL BNP PARIBAS e BPER CIB.
Il piano prevede un’attività di sviluppo e ammodernamento della rete commerciale nelle due regioni in cui Megamark è più presente: Puglia (in cui il gruppo detiene il 22,6% del mercato) e Campania (18,9%). In Puglia, dove il gruppo è nato oltre cinquant’anni fa, sono previste dieci nuove aperture e undici ristrutturazioni, oltre alla realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra per autoconsumo, per un investimento complessivo di 128 milioni di euro. In Campania, Megamark investirà 52 milioni di euro destinati all’acquisizione di tredici punti vendita nelle province di Benevento e Avellino, all’apertura di otto nuovi negozi, alla ristrutturazione di cinque punti vendita di proprietà e all’acquisto di due nuovi marchi. Tutte le aperture e le ristrutturazioni dei punti vendita saranno realizzate nell’ottica della sostenibilità ambientale e dell’efficientamento energetico.
Megamark – che oggi conta oltre 4.500 collaboratori a gestione diretta e circa 4.800 delle società compartecipate operative anche in Campania e Molise – al termine del piano industriale avrà circa 1.200 collaboratori diretti in più, essendo previste tra 800 e 1.000 assunzioni in Puglia e 300 in Campania.

CRESCITA A DUE CIFRE NEL PRIMO SEMESTRE 2025
Il gruppo ha chiuso il 2024 con vendite al pubblico pari a 3,2 miliardi di euro, segnando un +11,1% a rete corrente e +4,5% a rete costante, crescita quasi doppia rispetto a quella media registrata dal mercato (2,3%, dati Like for Like, fonte Nielsen). Il trend positivo è stato confermato nel primo semestre del 2025, con ricavi in aumento del 13,8% a rete corrente rispetto allo stesso periodo del 2024.
Siamo orgogliosi del sostegno finanziario delle banche concesso sulla base della nostra situazione patrimoniale e finanziaria – dichiara Giovanni Pomarico, fondatore e Presidente del Gruppo Megamark –; riconosciamo ai tre finanziatori il merito di aver riposto in noi quella fiducia e stima che, nel corso degli anni, abbiamo conquistato presso il sistema bancario. È un finanziamento che rappresenta un riconoscimento della solidità del gruppo, oltre che un’opportunità per accelerare il nostro percorso di crescita”.
L’intera operazione di finanziamento è stata condotta con la consulenza dello Studio Legale Advant Nctm di Milano che ha assistito il pool di banche e, per Megamark, dello Studio Associato Poliseno di Bari.

Gruppo Amadori archivia l’esercizio 2024 con 1,7 miliardi di ricavi

È in linea con gli obiettivi prefissati nel Piano Strategico 2024-2028 il bilancio consolidato dell’ultimo esercizio del Gruppo Amadori. Il 2024 va in archivio con ricavi per 1.721 milioni di euro, Ebitda di 148,5 milioni di euro e un risultato netto pari a 37,6 milioni di euro, per il 70% reimpiegato a sostegno del piano di sviluppo e di crescita, con gli investimenti che hanno raggiunto i 65 milioni di euro. Amadori sottolinea che questi dati, conseguiti in un contesto segnato da eventi di grande rilevanza e incertezza globale che hanno avuto un impatto diretto sui mercati di riferimento, confermano la capacità di adattarsi e reagire a scenari macro-economici in evoluzione, per effetto della diversificazione delle fonti di approvvigionamento e a una cultura di filiera solida, integrata e italiana. Grazie all’attività di oltre 9.000 persone, questa filiera vede attivi 18 tra stabilimenti e siti produttivi e circa 800 allevamenti, sia a gestione diretta che in convenzione, per la produzione di più di 3.100 referenze da fonti sia animali che vegetali: proteine “bianche” (carni avicole), “gialle” (uova e ovoprodotti), “rosa” (carni di suino) e “verdi” (a base di legumi).

NELL’AVICOLO BENE IL SEGMENTO PREMIUM
Con una quota di mercato di circa il 30% nel settore di riferimento, Amadori segnala di aver ottenuto risultati particolarmente positivi nel segmento alta qualità e premium della category pollo, ad esempio con un +5,3% per “Il Campese”, la prima filiera italiana del pollo allevato all’aperto e la seconda in Europa. Le realtà entrate a far parte del gruppo, prosciuttificio Lenti e Forno d’Oro, hanno registrato tassi di crescita in doppia cifra.
Il raggiungimento nel 2024 degli obiettivi del Piano Strategico rappresenta una tappa fondamentale, a conferma della solidità del percorso intrapreso – dichiara Denis Amadori, Amministratore Delegato del Gruppo –. Soprattutto è la testimonianza di un impegno collettivo fatto di idee e innovazione, così come di attenzione all’ambiente e cura per le comunità in cui operiamo. Questo risultato ci mette nelle condizioni di pianificare il nostro futuro con ambizione e ottimismo, rafforzando la volontà di continuare ad investire perseguendo una strategia volta a creare valore con responsabilità, investendo su ciò che conta: persone, innovazione e sostenibilità a 360°”.

Gruppo Olitalia supera i 311 milioni di euro di fatturato

Il Gruppo Olitalia accelera sullo sviluppo e annuncia 45 milioni di euro di investimenti negli stabilimenti delle due sue realtà produttive: Olitalia a Forlì e Acetaia Giuseppe Cremonini a Spilamberto, in provincia di Modena. L’obiettivo è rafforzare la competitività a livello nazionale e nei mercati globali, dopo l’andamento positivo registrato nel 2024: il gruppo nel suo insieme – sommando quindi i risultati di Olitalia e Acetaia Giuseppe Cremonini – ha archiviato l’anno con un fatturato consolidato di oltre 311 milioni di euro (+10,5% rispetto al 2023), per il 41% derivato dall’export. Sono stati più di 102 milioni i litri di olio e aceto venduti (+4,2% sul 2023) e 170 i dipendenti occupati. Focalizzato su selezione, confezionamento e commercializzazione di oli extravergine d’oliva, oli di semi e da frittura e aceti, il gruppo è presente in circa 120 Paesi nei 5 continenti ed è guidato dai fratelli Angelo, Camillo ed Elisabetta Cremonini.
A FORLÌ UNA NUOVA PIATTAFORMA LOGISTICA
Per il sito produttivo di Olitalia di Forlì, dove si producono oltre 96 milioni di litri di olio, l’azienda investirà 30 milioni di euro per interventi infrastrutturali nella logistica e nell’approvvigionamento energetico e per aumentare la capacità produttiva del 20%. Tra le opere principali si evidenziano la costruzione della nuova piattaforma logistica da 7.500 metri contigua al sito produttivo, destinata allo stoccaggio dei prodotti alimentari e alla movimentazione automatizzata; l’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico, 6 volte più potente dell’attuale, che consentirà una significativa riduzione dell’impatto ambientale; nuove linee di produzione ad alta efficienza e un innovativo sistema di filtrazione e stoccaggio, 34 nuovi serbatoi che aumenteranno la capacità di stoccaggio del prodotto sfuso di 2 milioni di litri, a temperatura controllata (16-18°C) per una migliore conservazione dell’olio.
SPILAMBERTO AUMENTA LA CAPACITÀ PRODUTTIVA
Anche per il sito produttivo di Spilamberto (MO) di Acetaia Giuseppe Cremonini è previsto un investimento complessivo di 15 milioni di euro, finalizzato al potenziamento della capacità produttiva, all’ampliamento della superficie di stoccaggio e al miglioramento dell’autonomia energetica dello stabilimento. La fase 1, già completata, ha comportato un investimento di 9 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo fabbricato di 4.000 metri quadrati destinato alla produzione e al magazzino e per l’installazione di macchinari e tecnologie produttive di ultima generazione. La fase 2, che prevede ulteriori 6 milioni di euro di investimento, comprenderà la realizzazione di una linea dedicata al confezionamento del prodotto in vetro, un nuovo magazzino compattabile e una linea specifica per gli aceti speciali. A regime, lo stabilimento, nel suo complesso, passerà da 3.000 a 7.000 metri quadrati di superficie utile, raddoppierà la sua capacità produttiva da 20 a 35 milioni di bottiglie annue con un assetto logistico interno più efficiente, con oltre 4.000 posti pallet, e grazie ad un nuovo impianto fotovoltaico aumenterà sensibilmente l’autonomia energetica.
L’ANDAMENTO DELLE VENDITE IN ITALIA E ALL’ESTERO
Olitalia, la società che si occupa di confezionamento e commercializzazione di oli, ha chiuso il 2024 con un fatturato di 293,9 milioni di euro, in crescita del 12,4% rispetto al 2023, e volumi venduti di 96,5 milioni di litri di olio (+4% sul 2023). I canali principali per Olitalia sono la Gdo, che ha superato i 91 milioni di euro di ricavi (+4,5% sul 2023) e il food service, con 34,8 milioni di litri venduti e un fatturato di 85 milioni di euro (+11,3% sul 2023).
Ottima anche la performance all’estero, dove le vendite hanno raggiunto i 19,7 milioni di litri, generando un fatturato di 115 milioni di euro, pari a oltre il 40% del totale, con una particolare attenzione ai mercati asiatici come Taiwan, Sud Corea e Hong Kong. In questi Paesi, Olitalia ha conquistato una solida quota di mercato nel canale retail. Allo stesso tempo, la strategia prevede anche il rafforzamento della presenza in nazioni con alto potenziale, come Stati Uniti e America del Sud, dove la domanda di oli di qualità continua a crescere.
Quanto ad Acetaia Giuseppe Cremonini, la società che si occupa di produzione di aceti, nel 2024 il fatturato ha toccato i 23,3 milioni di euro (+2% sul 2023) a fronte di 7,5 milioni di litri venduti. Tra i driver di crescita spiccano le glasse, che hanno visto un incremento del 10% nei volumi e del 21% nel fatturato, arrivando a rappresentare il 28% del totale ricavi. L’estero rappresenta il canale principale, con oltre il 70% delle vendite complessive. Ai primi posti troviamo la Francia (16% delle vendite totali) e gli Stati Uniti (12% delle vendite), ma si segnala il buon andamento del mercato canadese che cresce del 27%. La marginalità è sensibilmente migliorata: l’Ebitda è salito dal 7,6% al 9,67% del fatturato e ammonta a 2,3 milioni di euro.
I risultati positivi raggiunti nel 2024 sono il frutto di una strategia chiara, che ha puntato sullo sviluppo di nuove linee di prodotto e su una presenza sempre più importante nei mercati esteri – dichiara Angelo Cremonini, Presidente di Olitalia –. Gli investimenti di circa 45 milioni di euro previsti nei nostri due stabilimenti di Forlì e Spilamberto hanno un obiettivo preciso: aumentare la capacità produttiva, migliorare l’efficienza logistica e rendere i nostri processi sempre più innovativi e automatizzati. Abbiamo scelto di intervenire in modo strutturale, con soluzioni che ci permetteranno di essere più reattivi alle richieste del mercato, migliorare la qualità del lavoro e aumentare la competitività, in Italia e all’estero”.

Grupo Consorcio, il fatturato sale a 78 milioni di euro (+12%)

Si è chiuso con un fatturato di 78 milioni di euro il 2024 di Grupo Consorcio, azienda spagnola attiva nel segmento premium delle conserve ittiche. La crescita sull’esercizio precedente è superiore agli 8,4 milioni di euro (+12,2%). Vola l’utile netto, che aumenta del 356% raggiungendo 1.590.741 euro, rispetto ai 348.347 euro del 2023. Il risultato operativo è salito del 650%, passando da 418.365 euro nel 2023 a 3.139.999 euro nel 2024. L’azienda sottolinea che questo significativo incremento arriva dopo aver superato le notevoli difficoltà di approvvigionamento di materie prime che, a causa di fattori naturali, hanno caratterizzato il 2023. I risultati sono anche il frutto di una strategia di miglioramento della redditività che sta funzionando e si riflette già chiaramente nei principali indicatori finanziari.

In totale, l’azienda ha operato in 42 Paesi, con una presenza nei cinque continenti: il 59% del suo fatturato proviene infatti dalle attività di esportazione, rispetto al 55% dell’anno precedente. Gli stabilimenti produttivi di Santoña (Spagna) e Pisco (Perù) e l’apertura del primo ufficio vendite indipendente a Milano, a gennaio 2024, sono stati fondamentali per il raggiungimento di questo traguardo. “Il 2024 è stato un anno positivo per l’azienda – dichiara Jesús Gómez, Ceo di Grupo Consorcio (nella foto in alto) – poiché ci ha permesso di continuare a consolidare la nostra posizione di leadership e di sviluppare ulteriormente il nostro modello di business. La nostra presenza in più di 40 Paesi, i nostri oltre 900 professionisti e l’apertura della nostra filiale indipendente a Milano sono pietre miliari importanti che riflettono la nostra ambizione di crescita globale. Questi risultati, insieme a quelli finanziari, ci spingono a continuare a espandere il nostro marchio mantenendo i valori di tradizione ed eccellenza che ci caratterizzano”.

“Nel mercato italiano, Grupo Consorcio ha chiuso il suo primo anno di gestione autonoma del business con un bilancio positivo – commenta Dario De Stefano, General Sales Manager per l’Italia –. Il volume di prodotto finito venduto è passato da 863.000 chili nel 2023, quando ancora operava attraverso un distributore esterno, a 1.185.000 chili nel 2024, con un incremento del 37%. Questa crescita dimostra la buona ricezione del marchio nel Paese e il successo della strategia commerciale attuata in questo mercato”.

In base ai dati NielsenIQ relativi all’anno terminante a giugno 2025, il mercato del tonno continua a crescere leggermente a valore nel 2025 (+1,9%), anche se registra un calo del -2,0% a volume. Il segmento premium, quello a cui appartiene Consorcio, mostra un incremento intorno al 3,8% (+133,5 Tn) a volume e del 4,5% a valore. Consorcio sottolinea di essere uno dei brand che sta performando meglio quest’anno, con un aumento nelle vendite dell’8,2% (+29 Tn), riuscendo così a guadagnare 0,5 punti di quota di mercato e a rafforzare la sua posizione come secondo marchio del segmento premium con una quota a valore del 12,1%. Il mercato delle acciughe evolve positivamente, con incrementi intorno al 4% (+4,1% a valore e +3,4% a volume). Le acciughe del Cantabrico (157,5 Tn) vedono salire le vendite al di sopra della media di mercato: +9,2% a volume e +9,3% a valore. Consorcio, che opera nel segmento premium delle acciughe cantabriche, migliora sensibilmente, con +27% a volume e +36% a valore, e porta la sua quota a valore al 12,8% (+2,5 punti rispetto all’anno precedente).

Conad investirà 2,1 miliardi entro il 2027

Nuove aperture, ovviamente, ma anche ammodernamento della rete ed efficientamento della supply chain, capitoli di spesa di certo altrettanto importanti in un mercato maturo e competitivo come quello italiano. Sono noti solo a grandi linee i contenuti del piano triennale di investimenti per il periodo 2025-2027 di Conad, ma il dato fondamentale – quello delle risorse – si conosce: 2,169 miliardi di euro. A comunicarlo è stato lo stesso Consorzio nell’incontro tenuto oggi, 10 luglio, a Milano con oltre un centinaio di rappresentanti delle banche e delle istituzioni finanziarie, a cui sono stati presentati anche i dati dell’ultimo esercizio. Conad ha chiuso il 2024 con un fatturato di 20,9 miliardi di euro, in crescita del 4,5% sul 2023, consolidando la propria quota di mercato a livello nazionale, pari al 14,86% nei canali Iper + Super + Discount (fonte: Guida Nielsen Largo Consumo). Rilevante il contributo dei prodotti Mdd, che costituiscono il 33,3% delle vendite, e hanno generato un fatturato di 6,3 miliardi di euro (+5%). Cresce anche il patrimonio netto consolidato del sistema Conad, pari a 3,757 miliardi di euro (+7,7%).

Conad si conferma chiaramente prima insegna italiana della grande distribuzione – sostiene Mauro Lusetti, Presidente di Conad – con tutte le nostre cooperative che hanno continuato a crescere più del mercato, in un anno particolarmente complesso per l’economia italiana e i consumi. Ora è tempo di guardare al futuro, senza escludere nessuna opportunità. Lo faremo con una governance stabile e unita, che rappresenta tutte le componenti del sistema e che ha definito un piano di investimenti molto rilevante, che renderà il nostro sistema più innovativo ed efficiente”.

Il piano triennale di investimenti per il periodo 2025-2027 presentato oggi vale 2,169 miliardi di euro – ribadisce Matteo Capelli, Direttore Amministrazione Finanza e Controllo di Conad –. Tutte le cinque Cooperative associate a Conad e cioè PAC2000A, Conad Nord Ovest, CIA-Commercianti Indipendenti Associati, Conad Centro Nord e Conad Adriatico, hanno definito piani di investimento per aumentare l’efficienza della logistica, ristrutturare la rete di vendita e aprire nuovi punti vendita. Un piano ambizioso, che il sistema Conad ha elaborato per competere sempre meglio, e con crescente impegno, in un mercato caratterizzato da ‘permacrisi’, sempre più complesso e imprevedibile, che impone nuove sfide che escono dai paradigmi del passato e che andranno affrontate con coraggio e approcci innovativi”.

La rete di vendita Conad conta ad ora 3.315 punti di vendita e 425 concept store, servendo grandi città, quartieri e piccoli borghi in 107 province italiane. “Siamo passati dai 18,5 miliardi del 2022 ai 20,9 miliardi del 2024: quasi due miliardi e mezzo in 3 anni – dichiara Francesco Avanzini, Direttore Generale Conad –. Siamo leader in 7 regioni italiane. Buoni risultati, che ci incoraggiano a continuare sulla strada della crescita, coscienti di muoverci in nuovi territori, con clienti sempre più attenti alla convenienza ma desiderosi di qualità. In un mercato a bassi tassi di crescita e con una clientela in evoluzione, Conad è l’insegna retail italiana con le maggiori opportunità di crescita. Grazie al suo brand unico e alla strategia condivisa con soci e cooperative, punta a consolidare la leadership nel largo consumo e tra i consumatori italiani. Rafforziamo il nostro core business con lo sviluppo e la specializzazione della rete di vendita, l’efficientamento della supply chain, la crescita delle competenze interne. Prosegue anche l’accelerazione progettuale e gestionale sui due principali fattori distintivi del business: digitalizzazione dei processi e sostenibilità delle nostre attività, promuovendo la cultura del rispetto degli obiettivi Esg lungo tutta la filiera”.

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