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Nova Coop archivia il 2024 con ricavi lordi per 1,2 miliardi di euro

Vendite lorde dell’intera rete commerciale pari a 1 miliardo e 209,4 milioni di euro (+1,24%) e utile netto di 12 milioni di euro: si è chiuso così il 2024 di Nova Coop, che ha avviato le assemblee dei soci – in totale 589.666 iscritti, dato in crescita di oltre 6.700 unità sul 2023 dopo anni di flessione – per l’approvazione del bilancio civilistico e consolidato. Nel 2024, le vendite della rete tradizionale di supermercati e ipermercati hanno pesato sui ricavi per un importo di 1 miliardo e 85 milioni di euro, realizzando una crescita sull’anno precedente del 1,74%. A rete assoluta è salito il numero di scontrini battuti (+3,19% per un totale di 33,68 milioni), seppur con una lieve flessione del valore della spesa media, dovuto principalmente all’aumento della frequentazione dei punti ristoro, sui quali Nova Coop ha scelto da tempo di puntare sviluppando il format Fiorfiore Cafè.

MDD A QUOTA 35% A VOLUME
Il carrello della spesa di soci e clienti si è riempito di oltre 77 milioni di pezzi di prodotti a marchio (+5 milioni), con un aumento dell’incidenza di queste referenze nel confezionato, dove hanno raggiunto il 35% delle vendite in quantità (+3%). La cooperativa quantifica in 126 milioni di euro gli sconti complessivi (+18 milioni) ai propri soci. Proseguito l’ampliamento delle aree coperte dal servizio di home delivery (431 i codici di avviamento postale ora serviti in Piemonte) ed in parallelo è cresciuto il numero di spese prodotte, pari a 108.812, per un valore complessivo pari a 11,36 milioni di euro (+5,90%). Le vendite lorde delle cinque stazioni di carburante a marchio Enercoop si sono attestate a 107 milioni di euro. La gestione finanziaria ha generato utili per un valore di 44,3 milioni di euro come frutto del mix originato dalla presenza in portafoglio di titoli ad un buon livello di rendimento e dei risultati della gestione attiva del portafoglio.

GLI INVESTIMENTI SULLA RETE
Sviluppo e ammodernamento della rete di vendita hanno beneficiato di oltre 26 milioni di euro di investimenti complessivi, che sono stati usati per la ristrutturazione del Parco Commerciale Gli Orsi di Biella, per la trasformazione dei due punti vendita di Bra (Cn) e Tradate (Va) in superstore, per l’apertura di un nuovo superstore a Ivrea (To), di un Enercoop ad Asti, della prima stazione di autolavaggio a Vercelli e per la cantierizzazione di un ulteriore Enercoop a Domodossola (Vb), di prossima apertura.
Nova Coop ha chiuso l’anno con 4.570 dipendenti e un tasso di assunzione con forme di occupazione stabile (contratto a tempo indeterminato o apprendistato) pari al 99,26%. Nel corso dell’anno sono stati attivati 193 nuovi contratti nell’ambito delle iniziative di ampliamento della rete e del fisiologico turnover. Ai dipendenti e ai loro familiari sono stati riservati circa 850.000 euro di sconti sulla spesa, oltre ai benefici compresi nel  piano di welfare aziendale, per fruire di servizi quali assistenza e cura domestica, percorsi di aiuto allo studio, campagne medico pediatriche, bonus asilo nido e borse di studio per i figli dei dipendenti frequentanti un percorso di secondaria superiore o l’università.

LE INIZIATIVE A FAVORE DEL TERRITORIO
Nova Coop sottolinea che tra i suoi scopi sociali è centrale il rapporto con i territori che ospitano i negozi. Nel 2024, tra le molte attività svolte, sono stati donati prodotti non più vendibili ma ancora consumabili a enti del terzo settore per un valore commerciale di 9,6 milioni di euro (+20%), pari a 1 milione 385.000 pasti offerti gratuitamente a persone in condizione di difficoltà attraverso il progetto “Buon Fine”; sono stati distribuiti gratuitamente materiali scolastici alle scuole piemontesi con il progetto “Coop per la scuola” per un valore di 504.000 euro, coinvolgendo 3.185 istituti; sono state realizzate 746 iniziative con le scuole nell’ambito dell’offerta formativa gratuita “Saperecoop” su attività di educazione al consumo consapevole, coinvolgendo 13.059 studenti.

PATRIMONIO E PRESTITO SOCIALE
Il patrimonio netto, alla fine del 2024, ammonta a 870 milioni e 536.000 euro, con un incremento di oltre 18 milioni di euro sull’anno precedente, determinato per circa 12 milioni dall’utile di esercizio e per la restante parte dall’avanzo di fusione relativo alle attività di scissione di Koru, società partecipata insieme ad altre cooperative che possedeva il 3,3% del gruppo assicurativo Unipol. A fine 2024 erano 85.627 i soci prestatori della Cooperativa, con un’incidenza percentuale sulla base sociale totale del 14,52%. L’indice del rapporto tra prestito raccolto e patrimonio della cooperativa corrispondeva a 0,75%. Il bilancio consolidato 2024 del Gruppo Nova Coop, che include i fatturati della cooperativa e quelli delle sue principali controllate Nova Aeg e Sviluppo Dora, registra un valore complessivo della produzione consolidata pari a 2 miliardi e 327 milioni di euro.
In un anno caratterizzato da un’inflazione ancora più marcata nel contesto delle materie prime alimentari, dall’aumento dei costi energetici e del lavoro, abbiamo continuato a proteggere il potere d’acquisto delle famiglie – spiega Ernesto Dalle Rive, Presidente di Nova Coop – limitando per quanto possibile il trasferimento degli aumenti subìti sui prezzi di vendita per generare valore per la nostra comunità. Questo ha significato un forte impegno sul fronte dell’efficienza, una razionalizzazione interna dei costi e, inevitabilmente, un sacrificio sui margini. Una scelta coerente con i nostri valori, che ha ribadito ancora una volta la nostra missione mutualistica e sociale e ha accompagnato il nostro impegno nel difendere le quote di mercato, portandoci a incrementare in maniera significativa i volumi sull’anno precedente, a testimonianza di una dinamica commerciale vivace e ben radicata sul territorio. Inoltre, nel corso del 2024 abbiamo lavorato intensamente alla definizione del nuovo piano strategico che guiderà la nostra azione nei prossimi anni, identificando i tre driver fondamentali sui quali intendiamo puntare: l’innovazione, lo sviluppo e la competitività”.

Fatturato di 8,7 miliardi di euro per Deichmann, il leader europeo delle scarpe

Risultati record nel 2024 per Deichmann, il più grande rivenditore di scarpe in Europa. Il gruppo tedesco ha chiuso l’esercizio con un fatturato lordo di circa 8,7 miliardi di euro (7,5 miliardi di euro netti). L’incremento ammonta al +2,3%, depurato dagli effetti dei tassi di cambio. L’andamento positivo è stato conseguito anche grazie alle performance dei modelli di marca più costosi, che hanno incrementato il prezzo medio del venduto. Nel 2024 sono stati commercializzati oltre 180 milioni di paia di scarpe in tutto il mondo nei negozi e negli shop online. Presente attualmente in oltre 30 Paesi, il gruppo ha generato circa il 68% del suo fatturato al di fuori della Germania. Al 31 dicembre 2024 i negozi gestiti da Deichmann erano circa 4.700, un numero pari a quello dell’anno precedente, e i negozi online 40, mentre i dipendenti avevano raggiunto quota 49.900. “L’anniversario dei 111 anni della nostra azienda nel 2024 ha segnato oltre un secolo di continuo sviluppo positivo e di successi – dichiara Heinrich Deichmann, Chairman of the Management Board of Deichmann Se. –. Per questo motivo guardiamo al futuro con ottimismo nonostante le difficili condizioni del mercato. La nostra mission è offrire nei nostri negozi e online le ultime tendenze in fatto di scarpe per tutta la famiglia e brand di qualità a prezzi vantaggiosi, oltre a un servizio cordiale. Questa mission è al centro di tutto ciò che facciamo, ciò che ci distingue e che sta alla base del nostro successo”.

L’AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA
L’anno scorso il contesto di mercato è stato complesso, in quanto la spesa dei consumatori è diminuita in molti mercati. Deichmann sottolinea però che il suo concept ha comunque dato i suoi frutti, con una crescita del fatturato di oltre il 5% in Europa. Oltre a un’ampia selezione di top brand sportivi come Adidas, Nike, Puma e Fila, l’offerta comprende marchi di punta come New Balance. L’azienda ha inoltre acquisito i diritti del marchio di calzature Esprit per l’Europa e gli Stati Uniti e le licenze di Kappa e s.Oliver. Per completare l’assortimento, al portafoglio si sono aggiunti altri marchi popolari come Rieker, Buffalo e Bugatti, Crocs, Skechers, Tom Tailor, Bench e Dockers. Nata nel 1913, l’azienda è tuttora controllata interamente dalla famiglia fondatrice ed Heinrich Deichmann si dice certo di poter continuare a mantenere l’indipendenza commerciale e finanziare la crescita senza investitori esterni: “Gli ultimi anni hanno consolidato la nostra convinzione che puntare a una crescita mirata in un processo graduale sia la strategia giusta per la nostra azienda a conduzione familiare”.

LA PRESENZA IN ITALIA
Grazie al fatturato 2024 in crescita del 14% e alla vendita di oltre 5,5 milioni di paia di scarpe, Deichmann continua ad ampliare il numero di negozi monomarca in Italia. Nel 2024 sono stati aperti 26 nuovi store e altri 3 sono stati totalmente rinnovati con il nuovo concept di arredamento, portando la rete a quota 142. Da segnalare l’apertura a Palermo, in seguito alla ristrutturazione di Palazzo Monteleone, dimora storica dell’aristocrazia siciliana; il progetto ha mantenuto inalterata la struttura architettonica interna ed esterna, enfatizzandone il valore artistico e culturale. Salito anche il numero di dipendenti italiani, che a fine 2024 erano pari a 1.200. Entro la fine del 2025 sono previste 20 nuove aperture e investimenti pari a circa 13,56 milioni di euro. “L’Italia oggi è uno dei maggiori mercati europei, dove la moda da sempre riveste un ruolo particolarmente importante – afferma Salvo Romano, Amministratore Delegato di Deichmann Italia (nella foto in alto) –. Il nostro modello di business continua a funzionare e a crescere anche grazie all’aggiunta di marchi e modelli di tendenza solo per il mercato italiano; nelle ultime quattro stagioni abbiamo sviluppato circa il 30% dell’offerta proprio per i clienti italiani più attenti alle novità e alle tendenze della moda rispetto agli altri paesi europei”.
Il piano di sviluppo per l’Italia ha previsto anche il potenziamento del network logistico e distributivo. Grazie all’inaugurazione a ottobre 2024 del nuovo polo logistico di NCV – Cooperativa Autotrasporti Nuova Camp Veloci – presso il G-Park di Valsamoggia, oltre 30.000 rolltainer contenenti quasi 500.000 colli sono stati distribuiti alla rete di punti di vendita nel secondo semestre dell’anno.

GLI INVESTIMENTI PER IL 2025
Per il 2025 Deichmann annuncia investimenti pari a circa 420 milioni di euro, il livello più alto nella storia dell’azienda. Quest’anno sono previste l’apertura di 450 nuovi store, l’ulteriore modernizzazione della rete di negozi esistenti, dell’IT, della logistica, nonché l’inaugurazione di un campus aziendale presso l’head quarter di Essen. Anche gli investimenti nelle attività omnichannel sono stati e saranno intensificati. Le innovazioni e i servizi come “ship to home” o “click & collect” rivestono un oggi ruolo importante. Inoltre, molti negozi hanno introdotto e introdurranno dispositivi digitali per la misurazione del piede e del numero corretto di scarpe, che migliorano notevolmente l’esperienza d’acquisto dei clienti e sono molto utili soprattutto per la misurazione dei piedi dei più piccoli. Significativi gli investimenti nell’app che combina gli acquisti con un programma di fidelizzazione dei clienti, la misurazione digitale del piede e contenuti moda.

I PROGETTI DI SOSTENIBILITÀ
Sul fronte della sostenibilità, da oltre 50 anni la Fondazione Deichmann è impegnata in progetti sociali e umanitari, nonché iniziative volte a promuovere la partecipazione sociale in Germania e all’estero. Tra i circa 200 progetti sostenuti nel 2024, merita una menzione speciale un’iniziativa lanciata per aiutare la popolazione dell’isola di Madagascar ad affrontare i problemi più urgenti. I progetti di aiuto includono, ad esempio, la fornitura di acqua potabile a circa 300.000 abitanti dell’isola attraverso sistemi di pozzi su larga scala, opportunità di formazione mediante scuole agricole proprie e un’assistenza medica mirata con veicoli fuoristrada e cliniche mobili. In Italia Deichmann sostiene Scarpetta Rossa, Associazione di Promozione Sociale attiva dal 2014 nel contrasto della violenza di genere. Da ottobre 2023 i negozi italiani dell’insegna sono diventati centri di primo ascolto con l’obiettivo di offrire un aiuto concreto e di ampliare la rete di protezione indispensabile a chi ha bisogno di sostegno. Tutti i dipendenti sono stati formati dai volontari dell’associazione e possono fornire prima assistenza alle donne in difficoltà raccogliendo i loro contatti e trasmettendoli tempestivamente ai volontari di Scarpetta Rossa. L’impegno di Deichmann a favore di Scarpetta Rossa prevede anche una raccolta fondi in tutti i negozi presenti sul territorio italiano.

D.it, fatturato convenzionato 2024 a quota 1,09 miliardi (+3%)

Si è chiuso con un fatturato convenzionato di 1,09 miliardi di euro il 2024 di D.it-Distribuzione Italiana, la centrale di servizi commerciali e marketing delle insegne Sigma e Sisa. In crescita di oltre il 3% sul 2023 i prodotti dell’industria di marca, miglior risultato degli ultimi 8 anni, mentre i prodotti a marchio del distributore registrano una crescita a valore di oltre il 2% sul 2023, che già aveva avuto un trend positivo, con un aumento dei volumi circa doppio e dunque trasferendo almeno due punti di deflazione al consumo in controtendenza rispetto all’industria di marca. Salgono i ricavi delle vendite e delle prestazioni (+3%), il valore della produzione è stato di 17,7 milioni di euro, in linea con il dato dell’anno precedente. L’utile dell’esercizio è stato di 14.510 euro.
D.it – Distribuzione Italiana conta su una rete di oltre 900 negozi che presidiano in Italia tutti i canali di vendita, con una prevalenza nel format di vicinato, una superficie media di circa 400 metri quadri, un assortimento di oltre 2.200 referenze Mdd e più di 200 fornitori per i marchi Sigma, Sisa, Gusto&Passione, Equilibrio&Piacere, VerdeMio e Primo. Una rete che, nel 2024, ha generato nel suo complesso un fatturato alle casse di 3 miliardi di euro. La quota di mercato prevista per il 2025 è del 2% circa, che si declina nel 4,4% nel format 200-400 metri quadri e nel 3,4% se si considera il format 400-800 metri quadrati, vero core business della cooperativa.

Il bilancio 2024 presenta risultati positivi, ottenuti in un contesto economico complesso grazie alle innovazioni e agli investimenti per migliorare l’efficienza aziendale – commenta Oreste Santini, Presidente di D.it (foto in alto) –. I benefici si riversano sulla rete, in termini di qualità dell’offerta e del servizio. Il presidio del rapporto con i clienti e la valorizzazione della prossimità e del territorio sono pilastri che ispirano la nostra azione e che danno un valore aggiunto fondamentale all’intero sistema che ha in D.it il proprio centro”. Per il 2025 D.it prevede una conferma dei risultati del 2024, grazie anche ad una ulteriore serie di attività che nei piani della centrale dovrebbero portare ulteriore efficienza nelle organizzazioni periferiche ed una maggiore efficacia nei risultati di vendita. Prosegue inoltre l’impegno di D.it sulla sostenibilità a seguito del piano di miglioramento attivato già nel 2023. Nel 2024 sono stati registrati gli avanzamenti su tutte le azioni previste dal piano e tutti i dati raccolti sono alla base del primo Bilancio di Sostenibilità, in cui D.it indica anche le azioni future per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. Il documento, di imminente pubblicazione, affronta tutti gli ambiti della responsabilità d’impresa, e quindi l’impatto sociale, quello ambientale e il sistema di governance.
L’assemblea dei soci, convocata per l’approvazione del bilancio, ha confermato all’unanimità tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione, il Presidente Oreste Santini e il Vicepresidente Giuseppe Sammaritano (nella foto a sinistra). Secondo Santini, “il focus di D.it dovrà essere sempre più rivolto alla costruzione di progetti di vendita specifici per la prossimità, su cui occorrerà sviluppare format sempre più differenzianti. Il mercato richiede scelte precise ed il nostro ruolo deve essere rivolto alla creazione di politiche commerciali e marketing che portino valore – attraverso i nostri punti vendita – ai territori nei quali operiamo. Questa è la specificità e la vera forza della Do e di D.it in particolare, attraverso le sue insegne storiche Sigma e Sisa”. Giuseppe Sammaritano, Vicepresidente di D.it, sottolinea che la centrale “nei prossimi anni dovrà puntare su un deciso allargamento del sistema, sia a livello nazionale per quanto concerne la base sociale, sia a livello locale attraverso uno sviluppo delle reti di vendita dei diversi Cedi. L’elemento dimensionale – pur salvaguardando le specificità territoriali – è sempre più rilevante; pertanto, è fondamentale che fin da subito D.it metta in campo tutti le proprie risorse affinché i punti di forza della cooperativa diventino i pilastri di alleanze più allargate”. A D.it fanno riferimento 10 centri distributivi: Realco, Consorzio Europa, Cedi Sigma Campania, San Francesco, Sisa Sicilia, Supercentro, Europa Commerciale, Lombardi & C., Le Delizie del Sud e Va.Pa.

Parmigiano Reggiano: 2024 da record, con 3,2 miliardi di euro al consumo

Giro d’affari al consumo ai massimi storici per il Parmigiano Reggiano: il 2024 si è chiuso con 3,2 miliardi di euro contro i 3,05 miliardi del 2023 e un aumento del 4,9%. Risultati positivi per le vendite totali a volume (+9,2%), sostenute da un andamento positivo del mercato italiano (+5,2%) e, soprattutto, dell’export (+13,7%). In crescita anche le quotazioni all’origine: per il 12 mesi la media annuale si è attestata a 11,0 €/kg, segnando un +9% rispetto ai 10,13 €/kg del 2023; per il 24 mesi, l’aumento è stato del +5%, passando dagli 11,90 €/kg dello scorso anno ai 12,5 €/kg del 2024. La produzione è risultata stabile rispetto al 2023: 4,079 milioni di forme vs 4,014 milioni nel 2023 (+1,62%). Tra le provincie della zona di origine, prima per produzione è Parma (1.362.226 forme vs 1.350.415, +0,87%), seguita da Reggio Emilia (1.217.128 forme vs 1.217.380, -0,02%), Modena (877.874 forme vs 860.971, +1,96), Mantova (507.631 forme vs 476.361, +6,56) e Bologna (114.389 forme vs 109.173, +4,77%).
La quota Italia si attesta al 51,3% (osservatorio Sell-In Nielsen). Per quanto riguarda i canali distributivi, la Gdo rimane il primo (65%), seguita dall’industria (18%), che beneficia della crescente popolarità dei prodotti caratterizzati dalla presenza di Parmigiano Reggiano tra gli ingredienti. Il canale Horeca rimane fanalino di coda, e quindi con un enorme potenziale di sviluppo, attestandosi al 7% del totale. Il restante 10% è distribuito negli altri canali di vendita. Le vendite dirette dei caseifici (che si concentrano per oltre l’85% in Italia, pari a circa 9.000 tonnellate) rappresentano il 5,5% delle vendite totali e hanno registrato un forte aumento (+13,0%).
Per il Consorzio, se c’è una certezza che il 2024 ha consolidato è che il futuro del Parmigiano Reggiano è sui mercati internazionali: la quota export rappresenta oggi quasi la metà del totale, il 48,7% (pari a 72.440 t.), con una crescita del +13,7%. Risultati particolarmente positivi sui cinque mercati principali: USA (+13,4%), Francia (+9,1%), Germania (+13,3%), Regno Unito (+17,8%) e Canada (+24,5%). Note positive anche per il Giappone (+6,1%), primo mercato in Asia, e Australia (+28,2%). Con 28,4 milioni di euro investiti per azioni di marketing e comunicazione, Parmigiano Reggiano ha confermato il percorso avviato da alcuni anni per diventare un vero brand iconico globale, pronto ad affrontare gli ostacoli posti da mercati estremamente vasti, ricchi di prodotti d’imitazione e caratterizzati da una marcata confusione al momento dell’acquisto. Il Consorzio sottolinea di lavorare assiduamente per valorizzare la distintività della Dop, fornendo al consumatore più informazioni sulle sue caratteristiche: la stagionatura, la provenienza, il processo produttivo e il gusto, tutti particolari che offrono l’opportunità di differenziarsi dai concorrenti.
Nel prossimo futuro, dovremo sempre più investire sulla crescita nei mercati esteri – dichiara Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano – che rappresentano il futuro della nostra Dop, con una quota export che ha raggiunto quasi la metà del totale, il 48,7%. È obbligatorio creare nuovi spazi nei mercati internazionali e sarà necessario guidare le precondizioni affinché ciò si possa avverare. È evidente come in questo scenario, gli USA, ovvero il nostro primo mercato estero, svolgano un ruolo fondamentale. L’aumento dei dazi sul Parmigiano Reggiano è una notizia che di certo non ci ha rallegrato, ma il nostro è un prodotto premium e l’aumento del prezzo non porta automaticamente a una riduzione dei consumi. Lavoreremo per cercare con la via negoziale di fare capire per quale motivo non ha senso applicare dazi a un prodotto come il nostro che non è in reale concorrenza con i parmesan americani. Con gli USA occorre intavolare un ragionamento sul fatto che non si hanno vantaggi nell’intraprendere una guerra commerciale, né da un lato né dall’altro. Questo dialogo non va condotto bilateralmente dai singoli Paesi, ma dall’Unione Europea. Stiamo attraversando un momento di grande cambiamento, caratterizzato da uno scenario di incertezze legato ai conflitti in essere, da nuovi limiti imposti al libero commercio e da una nuova sensibilità del consumatore che cerca in ciò che mangia quei valori che il nostro prodotto incarna e che deve fare emergere per diventare sempre più una marca globale: non un semplice formaggio, ma uno stile di vita, un’icona del saper fare italiano”.

Despar Nord: 2,78 miliardi di fatturato e 17 aperture nel 2024

Fatturato, investimenti, rete di vendita e marchio privato: il 2024 di Despar Nord – Aspiag Service va in archivio con tutti i principali indicatori in positivo, a riprova delle ambizioni di sviluppo della concessionaria dei marchi Despar, Eurospar e Interspar in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e Lombardia. L’esercizio si è chiuso con un fatturato al pubblico di 2,784 miliardi di euro, salito del 2,7% rispetto ai 12 mesi precedenti. La spinta è arrivata dagli investimenti, aumentati del 12% in confronto al 2023, per un valore complessivo di 76 milioni di euro. Cinque i nuovi negozi a gestione diretta tra Veneto (Castelfranco Veneto-TV) ed Emilia-Romagna (San Giorgio di Piano – BO, Guastalla – RE, Castelnuovo Rangone – MO, Spilamberto – MO), a cui si aggiungono 12 supermercati affiliati inaugurati nelle province di Trieste, Gorizia, Ferrara, Udine, Forlì-Cesena, Venezia, Padova, Trento, Milano e Ravenna. Questo ha portato la rete commerciale di Despar Nord a contare 550 punti vendita complessivi, di cui 247 diretti e 303 in affiliazione. A sostenere il trend positivo dei ricavi hanno contribuito anche 18 ristrutturazioni (di cui 11 dirette e 7 affiliate), distribuite tra Veneto (5), Friuli-Venezia Giulia (6), Emilia-Romagna (3) e Trentino-Alto Adige (4). Allo sviluppo sul territorio ha corrisposto anche un incremento dei livelli occupazionali che ha consentito l’ingresso di 465 nuovi collaboratori portando il totale a 9.750, di cui il 62% è rappresentato da donne, con l’89% dei contratti è a tempo indeterminato.

VOLA LA LINEA CONVENIENZA S-BUDGET
Nel 2024 il prodotto a marchio ha rappresentato il 33% dell’intero fatturato dei punti vendita diretti, un dato in crescita di oltre il 2% rispetto ai valori espressi nel 2023. Oggi l’Mdd comprende 6.755 referenze a marchio Despar. Particolarmente significativo l’apporto di S-Budget: la linea convenienza è arrivata a quota 750 prodotti alimentari e non, ma soprattutto è cresciuta del 35,2% in termini di fatturato, consentendo un risparmio medio che Despar Nord quantifica nel 30% sul carrello della spesa. Grande spazio sugli scaffali anche per i prodotti delle filiere corte locali con 3.000 referenze provenienti da più di 400 produttori locali raccolti nel brand “Sapori del Territorio”, e ai micro-localismi con oltre 150 micro-produttori coinvolti in tutte le regioni per circa 1.000 referenze.

LOTTA ALLO SPRECO ALIMENTARE
Nell’ambito della strategia di Corporate Social Responsibility, quasi 480.000 euro sono stati destinati nel 2024 a supporto di centinaia di iniziative in tutte le regioni di riferimento come donazioni e sponsorizzazioni sportive e culturali. Inoltre, grazie alla consolidata collaborazione con Last Minute Market e Fondazione Banco Alimentare, nei punti vendita a gestione diretta di Despar Nord sono state raccolte 1.139 tonnellate di prodotti alimentari rimasti invenduti, che hanno consentito la preparazione di circa 2,5 milioni di pasti destinati a coloro che si trovano in situazioni di maggiore necessità.
Prosegue il nostro percorso di evoluzione su tutti i territori regionali nei quali siamo presenti – commenta Christof Rissbacher, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Despar Nord – così come quello di efficientamento e di miglioramento continuo dei nostri modelli organizzativi, per competere al meglio rispetto ai cambiamenti costanti del settore della grande distribuzione. Crescono ancora gli investimenti, con l’obiettivo di rafforzare e qualificare ulteriormente la nostra offerta e i nostri servizi. A conferma di questo impegno, continua a crescere anche il nostro modello di affiliazione, che rappresenta uno strumento concreto di sostegno all’imprenditoria locale, valorizzando le energie del territorio e promuovendo un’economia diffusa. Guardiamo al 2025 con fiducia, con l’obiettivo di continuare ad investire con convinzione nei territori, nello sviluppo della rete e nel servizio alla comunità”.

Penny chiude il 2024 con 1,6 miliardi di fatturato e investe sui reparti serviti

Si è chiuso con un fatturato di 1,6 miliardi di euro (+1,4%) il 2024 di Penny Italia. Il discount alimentare del gruppo tedesco Rewe nel nostro Paese ha una rete vendita composta da 466 negozi in 18 regioni e ha investito 48 milioni di euro per 20 aperture e 86 ammodernamenti, 65 dei quali con l’inserimento dei nuovi reparti serviti di macelleria, gastronomia e punto caldo. Penny sottolinea l’attenzione ai reparti serviti, confermando a fine 2024: 191 macellerie, 165 gastronomie e 149 punti caldi. Sono oltre 1.200 le persone assunte lo scorso anno e quasi 200 le crescite interne anche grazie alle oltre 35.000 ore di formazione erogate. In totale, nel 2024 l’azienda contava su oltre 5.000 collaboratori, con il 65% donne e 28 nazionalità. Tra gli avvenimenti più rilevanti dell’anno, l’insegna ricorda di aver ricevuto il 28 ottobre 2024 dal Presidente della Repubblica il premio Airc per il sostegno alla Ricerca, avendo sviluppato, già nel 2023, 12 referenze per un’alimentazione che supporta la prevenzione in collaborazione con l’Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro. Sempre lo scorso anno c’è stato il lancio di Foreveryou, nuovo marchio frutto di 18 mesi di ricerche di mercato, focus group, analisi di laboratorio e test clinici. Le 25 referenze – food e non food – sono pensate e create ad hoc per i clienti 50+ con formulazioni specifiche.

In tema di relazioni di business, sono stati oltre mille i partecipanti al Penny & Partners Forum del 10 aprile 2024; l’evento, riconosciuto giornata nazionale del “Made in Italy” e in cui è intervenuto il ministro del MIMIT Adolfo Urso, ha visto la partecipazione degli amministratori delegati e dei top manager di medie e grandi aziende operanti in Italia. Infine, con il claim “Daje Penny” è iniziata la sponsorship con Run Rome The Marathon: Penny è presente nel percorso con i suoi 27 negozi della capitale, ma anche con un temporary store all’Expo Village e uno stand dedicato al Circo Massimo, punto di partenza ed arrivo della 42 km. Anche sul piano del CSR e della lotta allo spreco, all’interno del virtuoso percorso #Viviamosostenibile, l’insegna sottolinea di aver rinforzato per tutto il 2024 il legame con partner di valore come Banco Alimentare, Fondazione Progetto Arca, Croce Rossa Italiana, Too Good To Go e Coripet, studiando e attivando azioni concrete di sostegno per le comunità e diffondendo una cultura responsabile del rispetto delle persone e delle risorse del pianeta. “In un contesto economico e sociale complesso e a tratti molto difficile – dice Nicola Pierdomenico, Ceo Penny – Penny Italia è stata in grado di mantenere la sua quota di mercato e di crescere di misura. Sono altresì orgoglioso del fatto che Penny Italia, e le sue persone, non abbiano mai smesso di portare idee e di essere pionieri di innovazione, proponendo soluzioni, con la capacità di rimettersi in gioco e la professionalità e la resilienza che questi tempi ci chiedono”.

Despar Italia: fatturato di 4,5 miliardi di euro nel 2024, Mdd a un soffio dal 24%

Un fatturato al pubblico pari a 4,5 miliardi di euro, in crescita del 2,6% rispetto all’anno precedente: è questo il bilancio del 2024 per Despar Italia, la società consortile che riunisce sotto il marchio Despar sei aziende della distribuzione alimentare e negozianti affiliati. Al risultato hanno contribuito lo sviluppo e l’ammodernamento della rete vendita con 110 tra nuove aperture (75) e restyling (35) di negozi e l’apporto del prodotto a marchio Despar che, nel 2024 ha superato il miliardo di euro di fatturato e raggiunto una quota di mercato a valore pari al 23,9%, registrando una crescita superiore a quella del mercato Mdd in Italia.
Il 2024 è stato per Despar un anno di consolidamento che ha fatto leva sullo sviluppo della rete e sui risultati registrati dalla nostra Mdd – afferma Filippo Fabbri, Direttore Generale di Despar Italia – che si è posizionata tra le best performer nella Gdo italiana. Due pilastri che guideranno la nostra crescita anche nel 2025: sull’espansione e l’ammodernamento della nostra rete vendita prevediamo infatti oltre 66 milioni di euro di investimenti che ci permetteranno di radicare sempre più l’insegna sui territori. Continueremo poi a lavorare sull’implementazione del prodotto a marchio: i risultati già raggiunti ci portano a grandi passi verso il raggiungimento dell’obiettivo del 25% di quota di mercato per la nostra Mdd che sempre più rappresenta un elemento competitivo e fidelizzante dell’insegna, anche grazie a nuove progettualità che stiamo già implementando per rendere la nostra proposta ogni giorno più completa e integrata. Obiettivi ambiziosi che da sempre sono stati uno stimolo per alimentare la capacità di evolversi di Despar che proprio nel 2025 festeggia i 65 anni di presenza in Italia”.

LA RETE DI VENDITA
Le sei aziende associate a Despar Italia sono: Despar Nord Ovest – Gruppo 3A, Despar Nord – Aspiag Service, Despar Centro Sud – Maiora, Despar Sardegna – SCS, Despar Sicilia – Ergon, Despar Messina – Fiorino. I ricavi raggiunti nel 2024 sono stati generati per il 64% dai punti vendita diretti e per il 36% dai negozi affiliati. Guardando alla distribuzione del fatturato per insegna, il 34% è stato originato dai punti vendita Despar (marchio che identifica il supermercato di quartiere, fino agli 800 mq), il 39% dai negozi Eurospar (l’insegna del supermercato di media metratura, tra gli 800 e i 2.000 mq) e il 27% dai punti vendita Interspar (il supermercato di grande metratura, oltre i 2.000 mq). A registrare le performance migliori sono stati i format di negozio con le metrature medie, gli Eurospar, che hanno registrato trend in crescita del 4,4% rispetto al 2024.
Il network di Despar Italia conta oggi 1.323 punti vendita (411 diretti e 912 affiliati) per una superficie complessiva di vendita che raggiunge 797.631 metri quadrati. Le nuove aperture hanno interessato tutte le insegne con cui l’azienda presidia il territorio: nel dettaglio sono stati inaugurati 58 Despar, 4 Despar Express, 11 Eurospar e 2 Interspar. A livello di aree geografiche, lo sviluppo ha riguardato tutte le 17 regioni in cui l’insegna è presente con un’accelerazione significativa al Sud (Puglia, Calabria e Basilicata), oltre che in Emilia-Romagna, Lazio e Piemonte.

IL RUOLO DELL’AFFILIAZIONE
Sono oltre 700 gli imprenditori affiliati al marchio e i loro punti vendita nel 2024 hanno registrato un fatturato al pubblico di 1,6 miliardi di euro (35,6% del fatturato al pubblico complessivo). Nel 2024 la rete affiliata ha visto l’apertura di 62 punti vendita e la ristrutturazione di 16, grazie al consolidamento di legami storici e a 37 nuovi imprenditori. Negli ultimi dieci anni (2015-2024), il fatturato dei negozi affiliati è cresciuto dell’88%, passando da meno di 1 miliardo a 1,6 miliardi di euro.

LE PERFORMANCE DEL PRODOTTO A MARCHIO
Il prodotto a marchio si è confermato un fattore centrale di sviluppo e leva strategica per la crescita dell’insegna con una quota di mercato che a fine 2024, a valore, ha raggiunto il 23,9%, con un incremento di 1,2 punti percentuali rispetto al 2023, superiore alla media di mercato Mdd (fonte NielsenIQ I+S). Le vendite dei prodotti a marchio Despar hanno superato il miliardo di euro, registrando un incremento del 7,6% rispetto al 2023, mentre i volumi di vendita, in termini di confezioni, sono aumentati dell’8,1% rispetto all’anno precedente (fonte: NielsenIQ, I+S+LS). I dati consumer rilevano come nel 2024 la percentuale acquirenti Mdd sul totale acquirenti in Despar è cresciuta di quattro punti, raggiungendo l’84,7%. (fonte: NielsenIQ Consumer Panel). Nel 2024 Despar Italia ha lanciato oltre 200 nuovi prodotti e realizzato oltre 300 restyling: un percorso di continuo arricchimento raggiunto grazie alla partnership con i circa 500 fornitori Mdd, di cui il 97% è italiano.
A fine 2024 erano 16 le linee Mdd Despar per un totale di circa 3.800 referenze. Le linee che hanno registrato le performance migliori sono la linea del food-to-go Enjoy (+15,1% a valore), la linea Free From dedicata ai prodotti senza glutine e senza lattosio (+12,7% a valore), la linea Despar Premium (+9,5% a valore), la linea di prodotti non alimentari a ridotto impatto ambientale Scelta Verde Eco,logico (+14,5% a valore) e la linea di prodotti per la cura della persona XMe (+11,1% a valore) (dati Nielsen AT 29/12/2024). Quest’anno Despar Italia intende introdurre in tutte le regioni in cui opera S-Budget, la linea convenienza già presente sugli scaffali del socio Despar Nord, portando così a 17 il totale delle linee Mdd. È inoltre previsto il lancio di circa 200 nuove referenze, oltre all’aggiornamento di referenze esistenti, guardando alle nuove tendenze del mercato e a segmenti con opportunità di crescita interessanti quali l’ambito degli alimenti specializzati, come il funzionale, o dei prodotti premium che valorizzano le filiere corte e i prodotti tipici locali.

IL RAPPORTO CON IL TERRITORIO
Sul fronte dell’impegno ambientale, è proseguito il percorso avviato nel 2022 insieme ai fornitori Mdd per calcolare e ridurre, ove possibile, l’impatto ambientale dei prodotti firmati Despar in termini di CO2, così come il lavoro sul packaging dei prodotti a marchio per renderli sempre più rispondenti a criteri di circolarità e riciclo. Despar Italia ha confermato l’impegno per la riduzione dello spreco alimentare, aderendo, su una prima selezione di prodotti a marchio, alla campagna di Too Good to Go sull’Etichetta Consapevole “Osserva, Annusa, Assaggia” grazie alla quale il cliente viene sensibilizzato sulla differenza tra le diciture “Da consumarsi entro” e “Da consumarsi preferibilmente entro”, con la finalità di ridurre lo spreco alimentare all’interno delle mura domestiche.
Sul fronte dell’impegno sociale, per il secondo anno è stata realizzata l’iniziativa “Bosco Diffuso Despar”, insieme alle sei aziende associate: nel 2024 sono stati piantati 1.600 nuovi alberi che, sommati a quelli già messi a dimora nel 2023, portano a oltre 3.000 il totale degli alberi che ampliano la superficie del “Bosco Diffuso Despar” nelle diverse regioni dove l’insegna è presente. Despar ha poi promosso su tutto il territorio nazionale Scuolafacendo, il progetto a sostegno delle scuole che dà agli istituti scolastici la possibilità di ottenere nuove attrezzature e strumenti utili all’insegnamento. L’edizione 2024/2025 ha coinvolto 6.936 scuole di ogni ordine e grado ha permesso di donare oltre 13.800 premi in strumenti e materiali didattici, per un valore corrispondente di circa 489.600 euro. È inoltre proseguito “Le Buone Abitudini”, il progetto gratuito dedicato alle scuole primarie, volto a sensibilizzare i bambini sull’importanza di una sana alimentazione e di corretti stili di vita. Attivo da diversi anni, il programma ha già coinvolto oltre 2.700 insegnanti (+50% rispetto a dicembre 2023). Infine, Despar è stato sponsor delle Giornate FAI d’Autunno che si sono svolte in tutta Italia gli scorsi 12 e 13 ottobre. I punti vendita sono stati coinvolti nella promozione dell’evento attraverso poster, locandine e materiali informativi in-store per raccontare e promuovere le bellezze FAI sui territori.

Newlat Food sfiora i 2,8 miliardi di ricavi e rilancia sulle acquisizioni

Il nome è destinato a cambiare, la strategia no. Newlat Food archivia il 2024 con 2,77 miliardi di euro di ricavi consolidati combined, in linea con l’esercizio precedente e considerando quindi i risultati consolidati aggregati del Gruppo Newlat e del Gruppo Princes, di cui è stata perfezionata l’acquisizione lo scorso luglio. A riprova dell’importanza di questa operazione, la società prenderà la denominazione di NewPrinces, restando però pronta “a cogliere nuove opportunità di crescita e consolidamento in un mercato in continua evoluzione” come ha chiarito il Presidente Angelo Mastrolia. Insomma, il capitolo acquisizioni è tutt’altro che chiuso, anche perché l’azienda mira a raggiungere nel 2030 3,3 miliardi di euro di ricavi con la crescita organica e 5 miliardi con il contributo della crescita per linee esterne. Voci di mercato indicano Plasmon, società di proprietà di Kraft Heinz, come possibile target. L’esercizio 2024 ha visto un Ebitda normalizzato combined pari a 177,6 milioni di euro (6,4% dei ricavi), mentre il risultato operativo (Ebit) consolidato combined è stato di 194,5 milioni di euro, in miglioramento del 10,1% rispetto al dato registrato l’esercizio precedente, con un utile netto consolidato combined di 142,3 milioni di euro (+5,3%, rispetto all’esercizio precedente). La posizione finanziaria netta consolidata adjusted al 31 dicembre 2024 è stata negativa per 346 milioni di euro, in netto miglioramento rispetto al dato registrato al 30 settembre 2024 (-437,4 milioni di euro) per effetto della generazione di cassa dall’attività operativa e dal miglioramento del capitale circolante del Gruppo Princes.

Il primo segmento (23,2% dei ricavi) è quello definito Foods dall’azienda, che ha conosciuto però un calo del volume dovuto alla maggiore concorrenza nei baked beans e una diminuzione del prezzo medio di vendita al fine di mantenere alcuni contratti in essere. Al secondo posto il Fish con il 16,8%, cresciuto rispetto al 15,4% del 2023 per effetto di maggior volumi in particolare nei surgelati nel mercato del Regno Unito e in Europa ed in particolare tonno in scatola e tonno congelato. I ricavi relativi al segmento Oils (terzo con un’incidenza del 13,2%) risultano in diminuzione principalmente per un decremento dei volumi di vendita in particolare in Polonia, compensata da un’ottima performance nel Regno Unito. Altri importanti ambiti di operatività di Newlat Food sono Drinks (12,8%), Milk Products (9,9%) e Pasta (7%). Quanto ai canali, le Private labels pesano il 44,1% dei ricavi, la Gdo il 36,2%, mentre B2B partners e Food service sono appaiati all’8,2% seguiti dal Normal trade con il 3,3%. Primo mercato per importanza è il Regno Unito, con il 53,6% dei ricavi, che precede l’Italia con il 15,9% e la Germania con il 7%, mentre il restante 23,5% è suddiviso tra gli altri Paesi.

I risultati conseguiti nel 2024 – ha affermato Angelo Mastrolia – rappresentano una chiara testimonianza della solidità del nostro gruppo che ha saputo generare valore anche in un contesto macroeconomico caratterizzato da pressioni deflazionistiche sui prezzi, raggiungendo a fine 2024 un fatturato combined di 2,8 miliardi di euro. La nostra straordinaria capacità di generare cassa, espressa in oltre 197 milioni di euro di free cash flow generati durante l’anno, ha consentito una riduzione significativa di oltre 90 milioni della posizione finanziaria netta, rafforzando la nostra struttura patrimoniale e garantendo una maggiore flessibilità strategica per il futuro. Quanto all’integrazione con Princes, Mastrolia ha sottolineato che “procede con grande efficacia e i primi benefici derivanti dalle sinergie, in particolare sul fronte produttivo e commerciale e grazie alla centralizzazione del procurement, si stanno già traducendo in un tangibile miglioramento del capitale circolante di Princes e in un incremento della marginalità operativa, con effetti estremamente positivi sull’Ebitda. Il nostro ampio portafoglio prodotti apre inoltre nuove prospettive di valorizzazione infragruppo, permettendoci di cogliere opportunità strategiche di ottimizzazione e sviluppo, sia nei nostri mercati di riferimenti che in tutto il mondo”.

Caffè Borbone, i ricavi crescono dell’11,4% e arrivano a 334,5 milioni di euro

La Gdo mette il tubo al fatturato di Caffè Borbone. L’azienda di torrefazione campana archivia il 2024 con ricavi a 334,5 milioni di euro, in crescita dell’11,4% rispetto all’esercizio precedente. Le vendite in grande distribuzione organizzata hanno registrato un incremento del 32% e continuano a guidare lo sviluppo. Buone sono definite anche le performance sul canale digitale – che comprende e-commerce diretto, Amazon e portali specializzati – e sui mercati esteri. Il monoporzionato (cialde e capsule) fa segnare un progresso del 6% a volume.

Caffè Borbone ha dimostrato una grande capacità di far fronte alle sfide, ottenendo buoni risultati anche in un contesto di mercato estremamente complesso – dichiara Marco Schiavon, Amministratore Delegato di Caffè Borbone –. L’elevato costo del caffè all’origine, ed in particolare l’incremento di prezzo della qualità Robusta ai massimi storici, non ha penalizzato gli standard di qualità del nostro caffè in cui i consumatori continuano a riconoscere il gusto dell’espresso italiano associato al valore della sostenibilità. Uno dei nostri obiettivi è continuare la crescita sia in Italia sia all’estero, dove siamo quasi raddoppiati nell’ultimo triennio, puntando sul monoporzionato”.

Nata a Napoli nel 1999, Caffè Borbone è controllata dal 2018 da Italmobiliare Investment Holding, che ne ha acquisito il 60%, mentre il restante 40% rimane al fondatore Massimo Renda. Negli anni è diventata uno dei principali produttori specializzati di caffè in cialde compostabili e capsule compatibili: è stata la prima in Italia a proporre la cialda compostabile che, smaltita nell’umido, può essere utilizzata per la produzione di compost, con involucro riciclabile nella raccolta della carta; successivamente, ha lanciato la capsula compostabile in biopolimero con il top in carta filtro. Oggi conta oltre 330 dipendenti e produce 2,6 miliardi di unità di caffè porzionato all’anno. Lo stabilimento di Caivano (Napoli) si estende su una superficie di oltre 50.000 mq ed è alimentato da energia 100% rinnovabile. Caffè Borbone sottolinea infatti di dedicare particolare attenzione al contenimento delle emissioni climalteranti lungo tutta la catena del valore, un percorso che comporta la selezione e l’ingaggio dei fornitori, l’efficientamento dei processi produttivi, l’eco-design di prodotti e imballaggi e l’ottimizzazione della logistica.

Gruppo Ferrero avanti tutta: il fatturato sale dell’8,4% e arriva a 18,4 miliardi di euro

La volatilità delle materie prime non frena il Gruppo Ferrero, che archivia l’esercizio 2023/2024, chiusosi lo scorso 31 agosto, con un fatturato consolidato di 18,4 miliardi di euro, in aumento dell’8,9% rispetto all’anno precedente. Risultati – precisa l’azienda – ottenuti proseguendo la strategia di crescita guidata dal Presidente Esecutivo, Giovanni Ferrero, ed eseguita dal Ceo Lapo Civiletti. In termini di ampliamento dell’attività, l’esercizio ha visto il lancio di Nutella Ice Cream, il primo gelato confezionato a marchio Nutella presentato proprio nell’anno in cui Nutella compie 60 anni e che ha guidato la crescita della categoria dei gelati; l’ulteriore espansione nella categoria dei biscotti, con il lancio di Kinderini in mercati chiave; il successo del lancio dei marchi Eat Natural e Fulfil in ulteriori mercati europei, a riprova – sottolinea l’azienda – della capacità di soddisfare le mutevoli tendenze dei consumatori e la crescita della categoria better- for-you. La presenza globale del gruppo si traduce in 37 stabilimenti produttivi e una forza lavoro globale che ha raggiunto 47.517 dipendenti.
Siamo lieti di poter raccontare un altro anno di crescita – afferma Daniel Martinez Carretero, Chief Financial Officer del Gruppo Ferrero – nonostante le continue turbolenze che l’industria sta affrontando. Anche se il contesto economico rimane complesso, i nostri marchi e prodotti continuano a ottenere ottimi risultati. Ciò testimonia il modo in cui continuiamo ad innovare per soddisfare le mutevoli esigenze dei nostri consumatori. Per stimolare questa innovazione e aumentare le nostre capacità produttive, quest’anno finanziario ha visto un aumento degli investimenti in conto capitale del 18% rispetto al periodo precedente”.
In termini assoluti, si tratta di ben 958 milioni di euro di risorse, utilizzate per supportare l’espansione geografica e del portafoglio, oltre all’aumento della capacità produttiva. Tra le principali novità, Ferrero indica l’apertura del suo primo impianto di lavorazione del cioccolato negli Stati Uniti: uno stabilimento di circa 70.000 piedi quadrati a Bloomington, Illinois, che produce cioccolato per i marchi leader del gruppo nel Nord America, tra cui Kinder, Ferrero Rocher, Butterfinger e Crunch, e ospita un nuovo impianto di produzione di Kinder Bueno. Altre iniziative rilevanti sono l’ammodernamento dell’impianto produttivo di Stadtallendorf, in Germania, e il potenziamento della capacità di approvvigionamento e lavorazione delle nocciole in Cile.

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