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Caffè Borbone, i ricavi crescono dell’11,4% e arrivano a 334,5 milioni di euro

La Gdo mette il tubo al fatturato di Caffè Borbone. L’azienda di torrefazione campana archivia il 2024 con ricavi a 334,5 milioni di euro, in crescita dell’11,4% rispetto all’esercizio precedente. Le vendite in grande distribuzione organizzata hanno registrato un incremento del 32% e continuano a guidare lo sviluppo. Buone sono definite anche le performance sul canale digitale – che comprende e-commerce diretto, Amazon e portali specializzati – e sui mercati esteri. Il monoporzionato (cialde e capsule) fa segnare un progresso del 6% a volume.

Caffè Borbone ha dimostrato una grande capacità di far fronte alle sfide, ottenendo buoni risultati anche in un contesto di mercato estremamente complesso – dichiara Marco Schiavon, Amministratore Delegato di Caffè Borbone –. L’elevato costo del caffè all’origine, ed in particolare l’incremento di prezzo della qualità Robusta ai massimi storici, non ha penalizzato gli standard di qualità del nostro caffè in cui i consumatori continuano a riconoscere il gusto dell’espresso italiano associato al valore della sostenibilità. Uno dei nostri obiettivi è continuare la crescita sia in Italia sia all’estero, dove siamo quasi raddoppiati nell’ultimo triennio, puntando sul monoporzionato”.

Nata a Napoli nel 1999, Caffè Borbone è controllata dal 2018 da Italmobiliare Investment Holding, che ne ha acquisito il 60%, mentre il restante 40% rimane al fondatore Massimo Renda. Negli anni è diventata uno dei principali produttori specializzati di caffè in cialde compostabili e capsule compatibili: è stata la prima in Italia a proporre la cialda compostabile che, smaltita nell’umido, può essere utilizzata per la produzione di compost, con involucro riciclabile nella raccolta della carta; successivamente, ha lanciato la capsula compostabile in biopolimero con il top in carta filtro. Oggi conta oltre 330 dipendenti e produce 2,6 miliardi di unità di caffè porzionato all’anno. Lo stabilimento di Caivano (Napoli) si estende su una superficie di oltre 50.000 mq ed è alimentato da energia 100% rinnovabile. Caffè Borbone sottolinea infatti di dedicare particolare attenzione al contenimento delle emissioni climalteranti lungo tutta la catena del valore, un percorso che comporta la selezione e l’ingaggio dei fornitori, l’efficientamento dei processi produttivi, l’eco-design di prodotti e imballaggi e l’ottimizzazione della logistica.

Gruppo Ferrero avanti tutta: il fatturato sale dell’8,4% e arriva a 18,4 miliardi di euro

La volatilità delle materie prime non frena il Gruppo Ferrero, che archivia l’esercizio 2023/2024, chiusosi lo scorso 31 agosto, con un fatturato consolidato di 18,4 miliardi di euro, in aumento dell’8,9% rispetto all’anno precedente. Risultati – precisa l’azienda – ottenuti proseguendo la strategia di crescita guidata dal Presidente Esecutivo, Giovanni Ferrero, ed eseguita dal Ceo Lapo Civiletti. In termini di ampliamento dell’attività, l’esercizio ha visto il lancio di Nutella Ice Cream, il primo gelato confezionato a marchio Nutella presentato proprio nell’anno in cui Nutella compie 60 anni e che ha guidato la crescita della categoria dei gelati; l’ulteriore espansione nella categoria dei biscotti, con il lancio di Kinderini in mercati chiave; il successo del lancio dei marchi Eat Natural e Fulfil in ulteriori mercati europei, a riprova – sottolinea l’azienda – della capacità di soddisfare le mutevoli tendenze dei consumatori e la crescita della categoria better- for-you. La presenza globale del gruppo si traduce in 37 stabilimenti produttivi e una forza lavoro globale che ha raggiunto 47.517 dipendenti.
Siamo lieti di poter raccontare un altro anno di crescita – afferma Daniel Martinez Carretero, Chief Financial Officer del Gruppo Ferrero – nonostante le continue turbolenze che l’industria sta affrontando. Anche se il contesto economico rimane complesso, i nostri marchi e prodotti continuano a ottenere ottimi risultati. Ciò testimonia il modo in cui continuiamo ad innovare per soddisfare le mutevoli esigenze dei nostri consumatori. Per stimolare questa innovazione e aumentare le nostre capacità produttive, quest’anno finanziario ha visto un aumento degli investimenti in conto capitale del 18% rispetto al periodo precedente”.
In termini assoluti, si tratta di ben 958 milioni di euro di risorse, utilizzate per supportare l’espansione geografica e del portafoglio, oltre all’aumento della capacità produttiva. Tra le principali novità, Ferrero indica l’apertura del suo primo impianto di lavorazione del cioccolato negli Stati Uniti: uno stabilimento di circa 70.000 piedi quadrati a Bloomington, Illinois, che produce cioccolato per i marchi leader del gruppo nel Nord America, tra cui Kinder, Ferrero Rocher, Butterfinger e Crunch, e ospita un nuovo impianto di produzione di Kinder Bueno. Altre iniziative rilevanti sono l’ammodernamento dell’impianto produttivo di Stadtallendorf, in Germania, e il potenziamento della capacità di approvvigionamento e lavorazione delle nocciole in Cile.

Tonitto 1939 cresce a doppia cifra e guarda alla Cina

Incremento del fatturato a doppia cifra per Tonitto 1939, azienda ligure attiva nel settore del sorbetto, dei gelati senza zuccheri aggiunti e dei gelati “speciali” come High Protein e Vegan. Il 2024 si è chiuso a quota 16,2 milioni di euro, con una crescita del 13% rispetto al 2023, confermando il trend positivo degli ultimi cinque anni. In particolare, nel mercato italiano (che rappresenta il 60% del fatturato) si è registrato un balzo di circa 1,3 milioni di euro, mentre l’estero (che copre il restante 40%) ha visto un incremento di 700.000 euro. Tonitto 1939 ha recentemente presentato il piano strategico 2025-2028, dal quale, nonostante le difficoltà legate al contenimento dei costi e alle incognite derivanti dalle diverse situazioni internazionali, emerge la volontà di perseguire una crescita di altri 10 milioni di euro entro il 2028.

Siamo soddisfatti e orgogliosi dei risultati ottenuti, frutto del lavoro collettivo di tutta l’azienda – afferma Alberto Piscioneri, General Manager di Tonitto 1939 –. Per una realtà piccola come la nostra, crescere velocemente è un percorso sicuramente entusiasmante, ma anche difficile e dispendioso. Inoltre, con la trasformazione in corso, mantenere gli equilibri economici è sempre complicato. Per noi è fondamentale restare in contatto con tutti i nostri partner, sforzi congiunti necessari per ottenere risultati duraturi nel tempo”. Tonitto 1939 annuncia investimenti e progetti di qui a tutto il 2026 per avviare la trasformazione del sito produttivo di Genova. Alcune aree di intervento saranno già attivate quest’anno, con impatti significativi sulle linee di produzione previsti per il 2026 e 2027, che permetteranno un ulteriore salto di qualità.

Sul fronte dell’export, area di forte interesse per l’azienda di Campi (Genova), il 2024 è stato un anno di grandi cambiamenti, con 14 nuovi clienti. In particolare, Tonitto 1939 – attualmente presente in oltre 30 Paesi del mondo – ha fatto il suo ingresso in America Latina, ovvero in Perù, e in Vietnam, Taiwan, Marocco, Grecia, UAE, Macedonia del Nord, Oman, Croazia, Belgio, Lussemburgo, Lituania, Qatar e Bulgaria. Per il 2025 l’obiettivo è consolidarsi nei Paesi del Nord Europa già nel portafoglio clienti, a cui si aggiungerà la Finlandia nei primi mesi dell’anno. Il passo successivo è accelerare i progetti avviati negli ultimi due anni nei nuovi Paesi e, infine, stabilirsi in modo concreto e definitivo in mercati come la Cina, progetto in precedenza ostacolato dalle difficoltà legate al Covid.

Sul fronte italiano, Tonitto 1939 sottolinea di aver ulteriormente consolidato la propria posizione nel Centro-Sud, attivando nuove partnership con catene della Gdo, migliorando la distribuzione dei propri prodotti a marchio e sviluppando nuove private label. “Con circa 60 dipendenti, Tonitto 1939 è un’azienda che si basa su solide radici tramandate da generazioni – spiega Piscioneri –. Se l’obiettivo è investire in termini di efficienza tecnologica e miglioramento delle linee di produzione, abbiamo già avviato, lo scorso anno e proseguiremo anche nel 2025, un investimento sulle persone, che per noi sono la base della nostra storia di successo. Con l’azienda ora completamente managerializzata, continuiamo a cercare nuovi talenti che possano unirsi a noi per contribuire alla crescita”. Varie le novità di prodotto del 2025: dalla collaborazione con Bauli che proseguirà con il Gelato al gusto Panmoro e il gelato al Croissant al pistacchio, fino alla partnership con Sperlari e il nuovo gelato Galatine.

Provolone Valpadana DOP, crescono produzione ed export

Il Consorzio Tutela Provolone Valpadana manda in archivio il 2024 con dati in crescita sotto il profilo della produzione, delle vendite e delle esportazioni. Con un aumento della produzione del 5,8% rispetto al 2023, il Provolone Valpadana DOP si conferma tra i protagonisti del panorama caseario italiano. A giudizio del Consorzio, l’incremento è attribuibile all’impegno costante della filiera produttiva e all’adozione di tecnologie innovative che garantiscono standard qualitativi sempre più elevati.

Anche le vendite nazionali hanno mostrato un trend positivo con una crescita del 6% e ancora più rilevante è stato l’aumento delle esportazioni, che da gennaio a ottobre 2024 hanno registrato un +13,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La Spagna si conferma il principale mercato europeo per il Provolone Valpadana, mentre l’Australia si posiziona come primo mercato extra europeo, dimostrando una crescente passione per i prodotti italiani di alta qualità.

Questi dati si inseriscono in un contesto generale positivo per il settore lattiero-caseario italiano, che ha visto una crescita dell’export del 11% in valore nei primi sei mesi del 2024, come riportato da Ismea e dai dati dell’Ansa. In particolare, l’incremento delle esportazioni verso i paesi extra-UE ha contribuito a consolidare la leadership italiana nel mercato internazionale dei formaggi.

Il Consorzio di Tutela precisa che, con il supporto dell’Unione Europea e del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, continuerà a investire in iniziative di valorizzazione e promozione, rafforzando la presenza del Provolone Valpadana DOP sui mercati internazionali e sensibilizzando i consumatori sulla sua unicità e tradizione. “La qualità e la tradizione del Provolone Valpadana sono i pilastri del nostro successo. Continueremo a lavorare per garantire l’eccellenza del nostro prodotto e per promuoverlo in tutto il mondo – commenta Giovanni Guarneri, Presidente del Consorzio Tutela Provolone Valpadana –. La crescita produttiva è stata sostenuta dall’impegno della filiera nel coniugare l’innovazione tecnologica con il rispetto delle metodologie tradizionali, garantendo al consumatore un prodotto autentico e sicuro”.

Action, il fatturato cresce e sfiora i 14 miliardi. Nel 2025 aperture in Svizzera e Romania

Un 2024 più che positivo per Action. Per il discount non-food olandese le vendite nette sono cresciute raggiungendo 13,8 miliardi di euro, con un aumento del 21,7% rispetto al 2023. Le vendite a rete costante (esclusi i nuovi store) invece hanno avuto un incremento 10,3%, grazie a un numero crescente di clienti che visitano i negozi esistenti. Questo sottolinea l’importanza dell’insegna come negozio di destinazione per i suoi clienti, dove acquistare i beni di prima necessità. Nel 2024 Action ha aperto 352 store, concludendo l’anno con un totale di 2.918 punti vendita in 12 Paesi europei. In media, 18,7 milioni di clienti visitano un negozio ogni settimana.

Nel quarto trimestre 2024 l’azienda ha continuato a offrire ai clienti i vantaggi derivanti dalla riduzione dei prezzi di oltre 650 prodotti. Questo principio fondamentale di Action ha portato a una significativa crescita della clientela. Nel 2024 l’aumento delle vendite dell’azienda è stata determinata esclusivamente dal volume. “Nel 2024 abbiamo accolto in media 18,7 milioni di clienti a settimana, 3,4 milioni in più rispetto all’anno precedente. Una crescita del genere è possibile solo grazie alla nostra solida formula e al grande lavoro di squadra” ha commentato Hajir Hajji, CEO di Action.

Nella prima metà del 2025, Action prevede di aprire i suoi primi negozi in Svizzera, sia nelle regioni di lingua tedesca che francese, seguiti dall’apertura del primo negozio Action in Romania in autunno. Lo sviluppo dell’azienda porta a una crescita importante anche del numero di colleghi impiegati. Nel 2024 Action ha creato 10.641 nuovi posti di lavoro, in aumento rispetto agli 8.988 del 2023. L’azienda impiega ora un totale di 79.681 colleghi di 151 nazionalità. Action sta investendo significativamente nelle opportunità di sviluppo. Lo scorso anno, 3.507 colleghi sono stati promossi a una nuova posizione, rispetto a 3.183 nel 2023. Questo consente di trattenere competenze ed esperienza, rafforzando la cultura aziendale mentre i colleghi beneficiano della possibilità di assumere maggiori responsabilità. Inoltre è stato istituito l’Action Scholarship Fund per aiutare i colleghi a finanziare parte delle esigenze educative dei loro figli. Il fondo è aperto a tutti i dipendenti di Action. Nel 2024 l’azienda ha supportato 179 famiglie in sette Paesi con borse di studio per spese per l’istruzione, come tasse scolastiche, tutoraggio e materiali didattici

Significativi i passi anche in ambito sostenibilità. Tra le altre iniziative, l’azienda sta ampliando la partnership esistente con Fairtrade e sarà il primo rivenditore internazionale a impegnarsi a pagare il “Living Income Reference Price” (salario minimo di sussistenza) per il cacao di tutti i marchi di cioccolato a marchio Action (come Choco Moments). L’investimento necessario aumenterà in modo consistente il contributo a Fairtrade. A farsi carico di tutti i costi aggiuntivi sarà l’azienda, quindi i prezzi per i consumatori non subiranno variazioni.

Pam Panorama, strategia mdd: il fatturato vola a 330 milioni nella rete diretta

Pam Panorama consolida il segmento della mdd registrando nel 2024 una crescita a doppia cifra del fatturato – che si attesta a circa 330 milioni di euro nella rete diretta – e un aumento di quota a valore del 2%, superiore alla media di mercato. L’obiettivo è raggiungere quota 3.600 referenze nel 2025 e portare il peso delle private label al 30% del fatturato entro il 2026, puntando su qualità e convenienza per rispondere alle esigenze di una clientela sempre più consapevole.

“Abbiamo elevato il prodotto a marchio, unendo convenienza e qualità per garantire ai nostri clienti un accesso privilegiato a prodotti di alto valore a prezzi competitivi – afferma Riccardo Martinelli, Direttore Divisione Prossimità e Acquisti Pam Panorama –. Allo stesso tempo abbiamo investito nei freschi – carne, pesce e ortofrutta – settori in cui eccelliamo storicamente grazie a strutture come il centro carni di Firenze e la nostra flotta di pescherecci. Questa attenzione ci ha consentito di trasformare i nostri punti vendita in luoghi ideali per ogni tipo di spesa, dalla settimanale alla quotidiana, nel rispetto della nostra promessa”.

L’offerta a marchio Pam Panorama incarna pienamente il valore “Più A Meno”. “Il rapporto qualità-convenienza rappresenta un pilastro fondamentale: ogni prodotto è concepito per coniugare eccellenza e accessibilità, rispondendo alle aspettative di una clientela sempre più attenta – aggiunge Gerardo Luca Sinesi, Responsabile MDD Pam Panorama –. Il successo delle nostre linee a marchio è frutto di una visione strategica e di un lavoro di squadra. Abbiamo investito in un team di esperti in quattro aree chiave: acquisti, private label, qualità e marketing. Questo approccio integrato ci ha permesso di controllare rigorosamente ogni fase, dalla selezione dei fornitori allo sviluppo dei prodotti che rispondano alle esigenze del mercato, dal packaging fino alla comunicazione nei punti vendita. Grazie a questo metodo siamo riusciti a conquistare la fiducia e la fedeltà dei clienti, consolidando la nostra posizione come partner affidabile per la spesa di tutti i giorni”.

Con una crescita costante e un forte orientamento al futuro, Pam Panorama continua a puntare sulla marca del distributore come elemento chiave per soddisfare le richieste dei clienti. Ne è un esempio il recente lancio del brand Tesori dell’Arca, che rappresenta il meglio in termini di qualità proposta a un prezzo competitivo. A Tesori dell’Arca si affiancano linee consolidate come Pam, Calici DiVini, BIO, Semplici e Buoni, Fresche Bontà, Baby, Arkalia, Arkalia BIO, Eco e Zòa, ciascuna pensata per rispondere a bisogni specifici e garantire eccellenza a ogni acquisto. Pam Panorama conferma così il proprio ruolo di riferimento nel settore delle private label, guardando con determinazione agli obiettivi futuri e continuando a mantenere il cliente al centro di ogni scelta.

Noberasco, focus su healthy e Horeca. Obiettivo: 120 milioni entro il 2027

La crisi è alle spalle per Noberasco. L’azienda specializzata in frutta secca e disidratata è riuscita a superare la fase critica grazie al supporto finanziario del fondo illimity Credit & Corporate Turnaround di illimity SGR, alla nuova governance che vede Flavio Ferretti al timone come Amministratore Delegato e, soprattutto, grazie all’impegno collettivo dei dipendenti che non hanno mai smesso di contribuire alla ripresa.

“A fronte di un fatturato stabile, sul quale hanno inciso i pesanti ridimensionamenti di un portfolio prodotti in parte non profittevole, il margine è stato riportato a livelli di sicuro interesse – spiega il CEO Flavio Ferretti -. Nonostante la prima parte di questo nuovo esercizio sia partita con rinnovate problematiche sulle materie prime, sugli impatti del cambiamento climatico, sulle tensioni del dollaro e su quelle geopolitiche, l’outlook ci consente di pianificare un futuro prossimo di positività e di sviluppo sostenibile. In seguito alla chiusura del bilancio positivo e alla lettura dei dati di questi mesi, possiamo più tranquillamente prevedere di rispettare le aspettative e puntare a raggiungere i 120 milioni di ricavi entro il 2027 come previsto dal piano industriale (il gruppo ha chiuso il 2023/2024 con entrate per 85 milioni e un EBITDA Margin attorno all’6,8% grazie anche al controllo dei costi e degli investimenti). Questi numeri letti con attenzione si traducono in risultati importanti quali la fiducia da parte degli stakeholder e – dei consumatori – l’accelerazione della crescita e il rafforzamento all’interno delle più importanti catene della GDO che aprono scenari anche verso altri canali di vendita”.

Per il prossimo triennio Noberasco intende quindi raggiungere obiettivi ambiziosi all’interno di un piano strategico che valorizzerà ulteriormente l’heritage di un gruppo storico che si fregia dal 2022 dell’onorificenza di Marchio Storico di Interesse Nazionale, concentrando l’attenzione sui bisogni del consumatore, sviluppando ulteriormente il canale Horeca e il consumo fuori casa con prodotti healthy sempre più in trend come le barrette-snack e nuovi prodotti di frutta “arricchita”.

Ma non è tutto perché Flavio Ferretti è attento, oltre ai numeri relativi alla crescita di volumi e fatturato, anche ad altri goal legati alla sostenibilità della Agenda 2030. “Al centro della mission Noberasco ci sono innovazione e attenzione al consumatore per permettergli tutti i giorni un “Facile Star Bene” grazie alla facile e pronta assunzione di frutta convenzionale e bio, morbida e secca, lavorata e garantita dal “Metodo Noberasco” – sottolinea il manager -. Inoltre lavoreremo per sviluppare e comunicare al mercato alcune caratteristiche che da sempre contraddistinguono ricerca ed attenzione alla qualità di Noberasco. In particolare abbiamo intenzione di rendere il nostro consumatore consapevole degli sforzi che facciamo sul controllo, la ricerca e la valutazione “in loco” delle materie prime da noi utilizzate”.

Dopo l’insediamento della nuova governance, il divenire dell’azienda si sta disegnando con chiare direttrici strategiche: attenzione alla massima qualità e all’eticità dei prodotti, che caratterizza il ‘Metodo Noberasco’ fin dalle origini e una spinta decisa sul fronte dell’innovazione, ineludibile in un mercato dove l’acquisto di impulso è uno dei pilastri delle scelte del consumatore e richiede di essere costantemente incuriosito e stimolato a provare cose nuove. Ulteriore driver di sviluppo, sarà la sostenibilità con l’impegno concreto verso un tema quanto mai attuale: la continua ricerca di soluzioni innovative per minimizzare l’impatto ambientale in ogni aspetto della filiera, dai processi produttivi fino ai materiali di confezionamento.

Bilanci: Conad chiude il 2024 a 21,1 miliardi (+4,5%). Decisiva la mdd

Conad chiuderà il 2024 ancora in crescita, con un fatturato di 21,1 miliardi di euro, in aumento del 4,5% sull’anno precedente. In un contesto macroeconomico complesso, caratterizzato da un’inflazione contenuta, da una ripresa lenta e con i consumi delle famiglie stagnanti, Conad consolida dunque il proprio percorso di crescita con un tasso superiore a quello del mercato, trainato da un aumento dei volumi, nel solco di una tendenza che l’ha vista incrementare il proprio fatturato del 70% negli ultimi dieci anni. In questo scenario, risulta la brillante performance dei negozi specializzati, con PetStore Conad (+17,8%), il nuovo “urban format” TuDay Conad (+ 5,8%) e con Conad Superstore (+5,7%).

“Conad si conferma la più grande impresa del commercio italiano, la sola presente con un’unica insegna in tutte le regioni d’Italia, con tutti i principali indicatori economici in crescita rispetto all’esercizio 2023 – ha dichiarato Mauro Lusetti, Presidente di Conad -. Il nostro ruolo nell’economia reale è fondamentale: difendiamo il potere d’acquisto dei clienti e delle famiglie, motore della società e delle Comunità sul territorio. Ringraziamo i soci e le cooperative associate a Conad, che vivono con passione questo impegno, offrendo prodotti e servizi di qualità a prezzi competitivi, sostenendo l’economia locale e promuovendo l’occupazione e lo sviluppo delle piccole e medie imprese del settore agroalimentare”.

Il 2024 ha visto anche l’ulteriore crescita della mdd Conad, con un fatturato a 6,3 miliardi di euro (+4,7% a valore) e una quota sul totale delle vendite al 33,7% (+0,5 punti) nel canale ‘supermercati’. Gli investimenti sulla marca commerciale si sono concentrati sui prodotti di base, sulla valorizzazione delle marche premium e sul rilancio di Piacersi Conad. “Da qui al 2030 prevediamo una crescita contenuta del mercato Gdo, unita a una forte pressione sui margini, dovuta alla riduzione del potere d’acquisto e alla crescita del discount. L’arena competitiva rimarrà affollata, con la crescita degli specialisti di valore e di convenienza, canali nei quali Conad dovrà incrementare la propria presenza – ha aggiunto Francesco Avanzini, Direttore Generale di Conad -. Per questo, avranno un ruolo ancora più fondamentale gli investimenti in digitalizzazione e sostenibilità, così come lo sviluppo di nuove linee di business nei servizi ai clienti, che compenseranno la minore crescita attesa dei canali tradizionali.

Conad conferma il piano di investimenti, secondo un’agenda strategica caratterizzata da due priorità – “Consolidare il presente” e “Gettare le Basi per il Futuro” – e da cinque pilastri strategici: efficienza, canalizzazione, digitalizzazione, sviluppo delle competenze e sostenibilità. In tema di sostenibilità, lo scorso ottobre Conad ha presentato ai propri partner industriali fornitori di prodotti mdd (oltre 700 imprese di tutta Italia, con oltre 110mila occupati complessivi) un programma di lavoro pluriennale finalizzato al raggiungimento degli obiettivi ESG, in particolare per la decarbonizzazione e l’attenzione alla salute e benessere dei clienti. Infine, la digitalizzazione ha visto nell’ultimo anno lo sviluppo di diversi servizi relativi all’ecosistema digitale HeyConad, con l’avvio di proposte dedicate a viaggi e tempo libero, a salute e benessere, alla cura degli animali e alle assicurazioni, con una vasta gamma di prodotti di protezione, tra cui infortuni-salute, casa-famiglia e viaggi. L’ecosistema sarà ulteriormente arricchito con nuovi progetti nel 2025. Infine si segnala la partnership con RCS Sports & Events: Conad sarà sponsor della “Maglia Bianca” del Giro d’Italia, riservata al leader della classifica dei migliori giovani.

La Torinese continua a crescere: fatturato previsto a 15 milioni (+10%)

La Torinese prevede di chiudere l’anno in corso con un fatturato di 15 milioni di euro e un +10% rispetto al 2023. L’azienda dolciaria, che dal 1932 produce lievitati da ricorrenza come il panettone Pandorato e il Piemunteis, oggi si muove a pieno ritmo, complice la sua acquisizione nel 2018 da parte Idb – Industria Dolciaria Borsari, holding specializzata in lievitati delle feste che raggruppa diversi brand legati al mondo dolciario delle tradizioni.

Il passaggio societario dalla terza generazione di questa azienda familiare, composta da Claudio Verri e Milvia, al gruppo Idb, ha consentito una continuità e una nuova prospettiva all’impresa, così come sottolinea Andrea Muzzi, Amministratore Delegato di Idb: “Nel 2018 abbiamo trovato una realtà di grande tradizione artigianale, ma bisognosa di interventi di ammodernamento negli impianti e nelle attrezzature. A Torino abbiamo cercato di portare l’expertise del nostro gruppo sia su tutti gli aspetti della produzione, sia su quelli della logistica pur continuando a mantenere l’unicità delle sue ricettazioni e del suo savoir faire di impronta artigianale”.

In soli sei anni, dalla nuova gestione del 2018 ad oggi, La Torinese ha raddoppiato il suo fatturato ma ha anche raggiunto la saturazione della capacità produttiva che si attesta su un milione e mezzo di kg di lievitati lavorati all’anno. In un ciclo di lavorazione complessiva, che porta al prodotto finito in circa 70 ore, i laboratori de La Torinese producono oltre 50 diverse ricette tra Panettone Classico, glassato alla piemontese, specialità farcite e/o ricoperte, Pandoro classico, il Pandorato, la Colomba classica e altre specialità dolciarie. I prodotti sono ancora confezionati manualmente, per mantenere una connotazione artigianale e una preziosità unica negli incarti che rappresenta la cifra stilistica di Idb.

Consorzio Parmigiano Reggiano, 28 milioni per il marketing. Prosegue la lotta contro i fake

È stato approvato il bilancio preventivo 2025 del Consorzio del Parmigiano Reggiano: la plenaria ha deliberato un bilancio con 51,54 milioni di euro di ricavi. Sul totale, 20,08 milioni di euro andranno a coprire i costi di funzionamento del Consorzio, mentre le risorse destinate alle attività saranno 31,13 milioni, al netto di accantonamenti, ammortamenti e tasse. Gli investimenti per azioni di marketing e comunicazione saranno pari a 28,4 milioni di euro, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo della domanda in Italia e, in particolare, all’estero. Verrà data priorità agli investimenti per l’acquisto di spazi pubblicitari (tv, radio, stampa e web) nazionali e internazionali, e per il sostegno dei progetti di crescita dei mercati realizzati direttamente con catene distributive italiane ed estere, e con importatori e caseifici. Inoltre 0,30 milioni di euro verranno dedicati al rafforzamento dei programmi di vigilanza di mercato e di tutela legale nei mercati internazionali, con una particolare attenzione dedicata ai canali non retail in Unione Europea e agli Stati Uniti.

Anche per sostenere questo obiettivo, lo scorso 27 luglio (anniversario dei 90 anni dalla fondazione) il Consorzio ha ufficializzato l’apertura di un ufficio operativo negli Stati Uniti per avere una maggiore efficacia nelle operazioni di tutela, di vigilanza, di promozione e di formazione al consumatore. Inoltre, dopo la delibera temporanea del 2021 che aveva elevato a 7 euro a forma il contributo ordinario per il triennio 2022-2024, si è votato per consolidare e rendere senza termine tale contributo dal 2025. Nel corso dell’Assemblea generale ordinaria dei Consorziati è stata anche approvata la proposta di accordo preventivo Filiera Parmigiano Reggiano – Piano Regolazione Offerta 2026-2031, con uno stanziamento di 1,5 milioni di euro destinato al fondo crisi di mercato. Per celebrare i 10 anni dall’introduzione di questo fondamentale strumento, previsto dal Regolamento UE 261/2012 per consentire di regolare l’offerta e assicurare condizioni di equilibrio rispetto alla capacità di assorbimento di prodotto da parte della domanda nazionale ed estera, la cui durata massima è stata allungata a sei anni con il nuovo regolamento comunitario 2024/1143, l’Assemblea ha previsto anche un momento pubblico dal titolo dieci anni di Piani Regolazione Offerta: modello per le filiere di qualità.

Il Consorzio ha colto l’opportunità offerta dall’UE attivando un proprio Piano Regolazione Offerta già dal 2014. Grazie a ciò, la ciclicità del mercato è stata mitigata, con quotazioni stabili nel tempo e, in media, a livelli remunerativi. Nello scorso decennio, la produzione ha registrato un +2,2% annuo, passando dalle 3,280 milioni di forme prodotte nel 2013 alle 4,014 milioni del 2024, con un prezzo medio che dal 2022 si è mantenuto stabilmente oltre i 10 euro. Grazie allo strumento delle “quote latte Parmigiano Reggiano”, unica Dop in Europa a essersene dotata, i produttori di latte sono diventati una parte “attiva” della filiera e il Consorzio ha potuto attivarsi con azioni e politiche calibrate ed efficaci. In dieci anni le dimensioni aziendali degli allevatori sono passate da 5.200 quintali all’anno a quasi 8.900 q.li/anno con un incremento di oltre il 70%. Inoltre, è stata salvaguardata la produzione in montagna, che nel 2023 ha superato le 861.000 forme (pari a più del 21% del totale) prodotte da 83 caseifici, con un aumento del +11% rispetto al 2016, anno in cui è stata inaugurata la politica del Consorzio di rilancio e valorizzazione, riconfermando il Parmigiano Reggiano come il più importante prodotto Dop ottenuto in quest’area geografica. La percentuale di allevatori di montagna è rimasta invariata nel tempo e rappresenta oltre il 36% del totale, con un’età media che si è mantenuta stabile, favorendone dunque il ricambio generazionale.

“Per creare nuovi spazi nei mercati internazionali, abbiamo stanziato 28,4 milioni di euro per azioni di marketing e comunicazione. Inoltre il Consorzio è proiettato con forza a supportare una cultura nuova e coerente relativa alle Indicazioni geografiche: quella di essere strumento di sviluppo non solo rurale, ma di un intero territorio; un patrimonio collettivo, slegato da interessi di parte o di singole comunità. I nostri 292 caseifici e 2.100 allevamenti danno lavoro a circa 50.000 persone: un numero enorme di famiglie. L’opportunità di sviluppare modelli vincenti per i territori basati sulle denominazioni di origine dipende dalla capacità di combattere a livello globale le contraffazioni e le misure protezionistiche che le ostacolano, che vanno considerate strumenti “non etici”, dannosi per prodotti che non possono essere per loro natura delocalizzati dalle zone di origine e che rappresentano una ricchezza che ne garantisce lo sviluppo e la sostenibilità sociale. Il nostro impegno è affrontare le sfide di oggi e del futuro con la consapevolezza che questa non è solo un’opportunità, ma anche una responsabilità per il ruolo di portabandiera e di esempio che il nostro Consorzio ricopre per una parte assolutamente rilevante di imprese, lavoratori e cittadini italiani” ha commentato Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano.

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