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Caffè tostato in GDO: le vie del cambiamento

Il caffè tostato, con un giro d’affari di 1,1 miliardi di euro ed oltre 273 milioni di unità vendute, mostra nel 2018 ancora segnali di instabilità, così come già accaduto negli ultimi anni; la categoria infatti ha perso dal 2013 ad oggi circa il 3% del valore.

I profondi cambiamenti negli stili di vita e di consumo degli italiani sono, almeno in parte, alla base di questa tendenza.

Ma come performa la categoria  in Distribuzione moderna, e quali potranno essere le evoluzioni del mercato?  Ecco le evidenze proposte sul tema da Iri

 

Andamento del caffè tostato nel canale moderno

In Distribuzione Moderna (Ipermercati, Supermercati e Libero Servizio Piccolo) circa il 72% dei volumi del Caffè tostato sono spiegati dal segmento Moka, che tuttavia sviluppa il 52% del valore complessivo con un andamento in decisa flessione (-2,2% in volume e -5% in valore). Proporzioni inverse per le Capsule che

incidono solamente per il 7% sui volumi della categoria ma sviluppano il 28% del valore e che, con un posizionamento di prezzo elevato, sono l’unico segmento che sostiene la categoria con un trend del +14% in volume e +10% in valore.

Le Capsule crescono sia in termini di vendite che in termini di offerta. L’incremento riguarda tutte le aree con una maggiore accelerazione al Sud, in cui hanno un’incidenza più bassa. Nel Nord Ovest, dove si sviluppa la maggior parte dei volumi,  si registra un rallentamento. Considerando invece il caffè tostato al netto delle Capsule, è proprio il Nord Ovest a contribuire maggiormente alla flessione della categoria e in generale si contraggono gli assortimenti.

La metà dei volumi del caffè tostato sono sviluppati in condizioni promozionali anche nel segmento Capsule, in cui i nuovi lanci sembra stiano ricreando lo scenario competitivo dei segmenti più maturi guidati dalla leva promozionale e di prezzo.

Le capsule: continua la crescita

Il segmento trainante cresce con tutti i sistemi compatibili anche se a ritmi diversi. Tra questi ‘A Modo Mio’, che sviluppa circa il 32% del fatturato delle Capsule, frena la crescita (+0,5%) con un incremento significativo della pressione promozionale e conseguente calo del prezzo medio, mantenendo dinamicità a livello dei volumi (+10%).

L’andamento migliore è quello delle Capsule compatibili Nespresso, (+33,7% nella spesa e +36% in volume) con un’incidenza del 30%sul valore del segmento, il cui assortimento aumenta in maniera importante a seguito dei nuovi lanci, con 24 referenze medie a scaffale nel 2018 ed un incremento di 5 referenze rispetto al 2017.

I sistemi Dolce Gusto, che spiegano il 26% del fatturato, mantengono livelli positivi (+7,7% in valore e +12,5% in volume).

I nuovi stili di vita e le tendenze di consumo

Stiamo assistendo negli ultimi anni ad una forte accelerazione nei mutamenti delle abitudini e degli stili di vita degli Italiani che trovano origine in cambiamenti sociali profondi: la gestione della vita professionale e privata è sempre più complessa, gli spazi domestici sono più piccoli, crescono le famiglie monocomponenti e i giovani faticano a trovare l’indipendenza economica restando più a lungo in famiglia.

Questi mutamenti inducono i consumatori ad essere più efficienti nelle scelte alimentari senza rinunciare al gusto, premiando i prodotti ad alto livello di servizio come le Capsule appunto, e anche nel fare la spesa.

Una recente ricerca di Shopper Insightrealizzata da IRI a livello europeo indica che l’acquirente italiano diversifica l’acquisto di prodotti Grocery tra i canali alternativi più della media europea; inoltre i dati InfoscanCensus©confermano che nel 2018 le vendite si sono spostate dai canali tradizionali verso i canali specializzati, i discount e l’online. 

Focalizzandoci in particolare su quest’ultimo, vale la pena sottolineare che il Largo Consumo Confezionato nel canale Online supera i 458mio€ con una crescita pari a quasi  il 40% rispetto al 2017.  IRI e-commerce Panel, l’esclusiva soluzione di trackingdelle vendite online, indica proprio il caffè macinato come prima categoria venduta nel canale digitale. Anche Amazon elenca tra le categorie più vendute quella del caffè nelle diverse tipologie.

Il caffè tostato ha mostrato buone performance nel 2018 anche nel canale Discount, grazie al contributo dell’aumento dei punti vendita. Il segmento delle Capsule cresce infine anche nel canale Drugstore.

Le nuove tendenze Alimentari: il biologico

Un’importante tendenza degli ultimi anni nel Largo Consumo Confezionato è il biologico, che ha sviluppato nel 2018 1,6 miliardi di Euro, con una crescita del 5,8% rispetto al 2017.

Il caffè macinato biologico non fa eccezione. Infatti questo segmento ha realizzato nel 2018 un fatturato di 6 milioni di Euro con un trend in valore del +18,2% e del 15% in volume.

Quali possibili scenari per il mercato del Caffè?

Nel canale moderno prezzi e promozioni sembrano guidare ancora la categoria. I nuovi ingressi nelle Capsule ed in particolare nei sistemi Nespressocompatibili potrebbero avere come conseguenza l’aumento della pressione promozionale ed un incremento dei formati convenienza.

La vera sfida per il mercato del caffè si giocherà tuttavia anche fuori dai canali tradizionali. Gli specializzati, i Drugstore, i Discount e soprattutto l’online potrebbero essere il terreno di gioco per la competition, sia sul mondo capsule che sui segmenti tradizionali.

Le nuove tendenze di consumo legate al mondo biologico ed all’ecosostenibilitàinfluenzeranno il mercato? E’ possibile ipotizzare che nel lungo termine alcuni temi legati in particolare al segmento Capsule possano indurre il mercato a proporre alternative in linea con le attuali tendenze relative al mondo del biologico e della ecosostenibilità. 

 

Lavazza lancia nella Gdo il caffè biologico ¡Tierra! Bio-Organic

Sono due grandi tendenze del momento: il biologico, che da anni ormai riscuote il favore crescente e l’attenzione dei consumatori italiani, e il caffè, un intramontabile che sta assumendo nuove sfumature: sarà per questo che Lavazza lancia nella Gdo ¡Tierra! Bio-Organic, il suo primo caffèbiologico da assaporare a casa scegliendo tra l’esperienza con la tradizionale moka in una nuova e piùattuale veste, o il rito tutto italiano dell’espresso semplice da preparare con le capsule Lavazza A Modo Mio.

Nel corso del 2017, il 47% degli Italiani ha scelto biologico almeno una volta a settimana, con numeri in continua crescita che vedono le vendite di questa tipologia di prodotti aumentare del 10,5% nei primi cinque mesi del 2018.
“Il trend del biologico èrilevante anche per il settore del caffe, con numeri in forte crescita in Italia che vedono un incremento del 12,5% nel Roast & Ground e del 10,3% nel segmento delle capsule anno su anno, e una grande attenzione da parte di un consumatore giovane, curioso di sperimentare nuovi aromi e attento alle origini dei prodotti che sceglie quotidianamente” ha commentato Pietro Mazzà, Head of Food Home, OCS & Vending Marketing di Lavazza -. Da sempre gusto e sostenibilità fanno parte del nostro DNA e sono i valori che contraddistinguono il nuovo power brand ¡Tierra! per i consumi a casa, che vede la nuova miscela biologica affiancarsi a due monoorigini provenienti da Brasile e Perù.”
Proveniente da piantagioni dove si pratica l’agricoltura biologica e si rispettano i principi di sostenibilitàambientale, questa nuova miscela rappresenta un’ulteriore innovazione nella storia di Lavazza che, a partire dal 1910 quando Luigi Lavazza creòle prime miscele di caffè, ha presentato una lunga serie di rivoluzionarie novitàdi prodotto.

¡Tierra! Bio-Organic èil primo prodotto Lavazza per il segmento domestico coltivato con certificazione BIO, che assicura la conformitàdei processi produttivi ai requisiti specifici per la lavorazione di materie prime di origine biologica, e certificazione UTZ a garanzia di standard qualitativi sociali e ambientali nella produzione di caffè. La sua particolare aromaticitàderiva dal metodo di lavorazione e dall’elevata altitudine delle sue zone di coltivazione. I chicchi di questa 100% Arabica da caffèbiologico sono infatti tostati per periodi di tempo piùlunghi, utilizzando una combinazione di basse e medie temperature cosìda ottenere una perfetta combinazione di gusto, corpo e aroma. Le speciali note floreali e di frutta matura derivano invece dalle sue terre di origine, l’America centrale e meridionale.

¡Tierra! Bio-Organic va ad arricchire la gamma Lavazza ¡Tierra! composta dalle monorigini ¡Tierra! Single Origins, entrambe certi cate da Rainforest AllianceTM, organizzazione non governativa il cui scopo èpreservare la biodiversitàe garantire condizioni di vita sostenibili ai coltivatori delle aree di produzione guidando le pratiche di uso del suolo, le pratiche commerciali e i comportamenti dei consumatori.

 

Campagna di comunicazione
A supporto del lancio di ¡Tierra! Bio-Organic, Lavazza ha realizzato, con la direzione artistica dell’agenzia Armando Testa, la campagna di comunicazione integrata “C’èdel Buono sulla Terra” che vede protagoniste le mani, vero e proprio simbolo del marchio ¡Tierra! ed emblema di lavoro e sostenibilita.

La campagna prevede uno spot TV e una serie di attivazioni sul territorio: oltre 40 giornate di degustazione nel Nord Italia durante importanti fiere e mercati legati al tema green e sostenibilitò, inclusa la partecipazione alle manifestazioni milanesi della Milano Green Week e del Milano Film Festival. Con lo spot “Hands”, on air in TV e sul web sia nella versione di 30’’ che di 15’’, Lavazza racconta il viaggio del suo chicco di caffèbiologico dai luoghi d’origine fino a noi attraverso una serie di videoproiezioni, sulle note di Ben Harper, che alternano uomo e ambiente in maniera del tutto naturale e sorprendente. La campagna prevede inoltre suggestive affissioni in location di alto impatto a Milano e Torino e una speciale installazione in Piazza XXV Aprile a Milano, cuore delle iniziative Lavazza e luogo esclusivo dove degustare ¡Tierra! Bio-Organic. Lavazza ha infatti scelto il flower design di fama internazionale Daniel Ost per dar vita a un’evocativa opera d’arte: una scultura floreale che rappresenta due mani che reggono un chicco di caffè.

Starbucks debutta a Milano con una magica fabbrica del caffè

In fondo è tutto iniziato anni fa nella mente del fondatore di Starbucks, Howard Schutz, che trentenne nel 1983 venne in viaggio a Milano, come ha spiegato emozionato alla presentazione per la stampa. E, affascinato dalla cultura del caffè italiana, che significa anche e soprattutto socialità e accoglienza, immaginò come sviluppare la sua azienda, ispirandosi proprio al buon vivere italico. Oggi Starbucks è il primo torrefattore e rivenditore di caffè nel mondo con oltre 25.000 negozi in tutto il mondo. Ma fino ad ora nessuno in Italia. Il primo caffè alto di gamma, terza Roastery al mondo dopo Seattle e Shangai, apre le porte al pubblico il 7 settembre alle ore 9 in piazza Cordusio a Milano, nell’antico palazzo delel poste, ed è “il cerchio della storia di Starbucks che si chiude”.

[Not a valid template]Non uno Starbucks qualunque dunque (anche se Schultz ha confermato che apriranno altri Starbucks entro l’anno a Milano, in collaborazione con il partner licenziatario Percassi), ma uno spazio di grande impatto che offre “tutto il meglio di Starbucks” e che presenta un vero e proprio palcoscenico sul fantastico mondo del caffè, variegato e caleidoscpico ma che noi italiani spesso vediamo a due dimensioni: miscela ed espresso.
Un sorta di fabbrica del cioccolato à la Willy Wonka dove poter gustare, odorare ma anche seguire la lavorazione dal chicco verde alla tazzina, con un caffè estratto in vari metodi. Tutto il caffè servito e venduto è torrefatto all’interno della Roastery dalla gigantesco tostatrice. L’effetto “wow” è assicurato dal caffè che sfreccia sopra le teste dei clienti dentro tubi in rame con “finestre” tasparenti che finiscono in silos posizionati nei vari bar della Roastery, dove è possibile assaporare la freschezza del caffè Reserve, o attraverso la linea di confezionamento, dove viene impacchettato per essere venduto o distribuito negli Starbucks di tutta Europa, Medio Oriente e Africa.
La Reserve Roastery di Milano, gestita direttamente dall’azienda, va a consolidare l’investimento aziendale nel suo brand esclusivo come parte della sua strategia di sviluppo generale, fungendo inoltre da base per l’innovazione commerciale e prodotto dei suoi negozi principali nel resto del mondo. 

Coca-Cola punta sul caffè e compra Costa, la “Starbucks britannica”

Coca-Cola acquisirà la catena di caffetterie britanniche Costa dalla controllante Whitbread PLC ha un valore di 5,1 miliardi di dollari (4,4 miliardi di Euro). L’annuncio è stato dato oggi dalla multinazionale americana e la transazione dovrebbe avvenire entro la metà di ottobre. L’accordo è soggetto alle approvazioni antitrust nell’Unione Europea e in Cina, e si prevede sarò chiuso nella prima metà del 2019.

Costa Limited, fondata a Londra nel 1971 e cresciuta fino a diventare un importante marchio di caffè in diversi Paesi dell’Europa, Asia-Pacifico, Medio Oriente e Africa con quasi 4.000 punti vendita.
Per Coca-Cola, “l’acquisizione aggiunge una piattaforma di caffè scalabile con know-how e competenze critici in una categoria in rapida crescita e di tendenza.”

Costa è leader nel caffè nel Regno Unito e si sta sviluppando in Cina, tra gli altri mercati. I Costa Express propongono un caffè di qualità in location on-the-go, tra cui distributori di benzina, cinema, stazioni e aeroporti, con vari format.

Coca-Cola è già presente nel settore caffè con Georgia, leader di mercato in Giappone, e con vari prodotti a base caffè.

“Costa offre a Coca-Cola nuove capacità e competenze nel caffè, e il nostro sistema può creare opportunità per far crescere il marchio Costa in tutto il mondo – ha dichiarato il presidente e CEO di Coca-Cola James Quincey -. Le bevande calde sono uno dei pochi segmenti del panorama delle bevande in cui Coca-Cola non ha un marchio globale. Costa ci dà accesso a questo mercato con una solida piattaforma di caffè”.

Alla chiusura, The Coca-Cola Company acquisterà tutte le azioni emesse e in circolazione di Costa Limited, una sussidiaria interamente controllata da Whitbread. Questa filiale contiene tutte le attività operative esistenti di Costa. Il caffè è un segmento crescita del business globale delle bevande. A livello mondiale, il caffè rimane un mercato ampiamente frammentato e nessuna azienda opera su tutti i formati su base globale. 

“Il team Costa e io siamo estremamente entusiasti di entrare a far parte di The Coca-Cola Company – ha dichiarato l’amministratore delegato di Costa, Dominic Paul -. Costa è un’azienda fantastica con collaboratori impegnati e appassionati, una grande esperienza e un enorme potenziale globale. Essere parte del sistema Coca-Cola ci consentirà di far crescere il business di più e più velocemente. Vorrei ringraziare enormemente i nostri clienti e tutti quelli del team Costa che ci hanno aiutato a costruire l’azienda per arrivare in questa posizione”.

 

In Uk sorpasso storico: il caffè supera il tè

Secondo Euromonitor nel 2021 il consumo di caffè nel Regno Unito raggiungerà 91,1 mila tonnellate, superando il tè (90,6 mila) sotto la spinta del boom del cappuccino, che sta modificando il tradizionale “English breakfast” a base di tè, uova e pancetta.

Secondo Coldiretti “Così come gli americani, anche gli inglesi prediligono bere caffè con il latte o soprattutto sotto forma di cappuccino. Si tratta di una ulteriore conferma dell’affermazione dello stile di vita italiano nel mondo ma anche di una sconfitta delle fake news su caffè e latte che rischiano di influenzare i comportamenti a tavola. Inizialmente il cappuccino era una bevanda consumata prevalentemente a colazione, ma in Nordamerica e in molti Paesi europei come la Germania, l’Olanda, il Belgio e il Regno Unito si è diffusa l’abitudine di consumare il cappuccino dopo i pasti e in altri momenti della giornata. Un comportamento che spinge l’aumento dei consumi e ha contribuito a rendere appetibile l’investimento del settore da parte della Coca Cola”.

I brand di caffè più “social” nella classifica Blogmeter (infografica)

Quali sono i brandi di caffè più “social”, ovver quellli che se la cavano meglio su Facebook, Twitter e YouTube? Ce lo rivela la classifica di Blogmeter che analizza 30 dei principali marchi presenti sul mercato italiano: sul podio spicca Lavazza, che stacca di parecchio Nespresso e Covim Caffè.

Sono state analizzate nel periodo che va dall’1 aprile al 30 giugno 2018 le performance di tutte le pagine ufficiali Facebook, Twitter e YouTube, e Blogmeter ha evidenziato i primi 5 brand migliori per interazioni totali (escludendo le views di YouTube). La classifica è stata costruita utilizzando il nuovo tool di Social Analytics, uno strumento migliorato sia dal punto di vista grafico sia nelle funzionalità, che permette di mettere a confronto non solo i diversi brand, ma anche i diversi canali social di un singolo brand.

Il primo brand della classifica Top5 costruita in base alla metrica di engagement totale è risultato Lavazza, storica azienda torinese, che ha staccato di parecchio i suoi principali competitor grazie a 102.800 interazioni che lievitano addirittura a oltre 4 milioni se si includono le visualizzazioni sul proprio canale YouTube dove hanno spopolato i video con protagonista il comico Maurizio Crozza. Secondo classificato Nespresso, leader indiscusso del caffè in capsule, che a totalizzato oltre 58mila interazioni. Il brand svizzero del gruppo Nestlé ha ottenuto il 100% dell’engagement totale attraverso il suo canale Facebook dove pubblica specialmente scatti condivisi dai suoi fan con l’hashtag #RitualeNespresso. Sul terzo gradino del podio sale Covim Caffè, torrefazione genovese nata ai primi del Novecento. Con oltre 91 mila tra fan e follower, Covim totalizza un engagement pari a 93.000, di cui il 41% proveniente dalla sua pagina Facebook e il 58% dal canale YouTube. A generare più interazioni sono stati proprio i video postati su YouTube intitolati “Storie in tazzina” con cui l’azienda ha invitato i suoi follower a condividere le proprie storie legate in qualche modo al caffè. 

Quarta posizione per Segafredo Zanetti che ha totalizzato 27.600 interazioni nel periodo di riferimento: il 96% proviene dalla pagina Facebook mentre appena il 4% da Twitter. Il contenuto di Segafredo che ha ottenuto più successo è stato un post pubblicato sulla pagina Facebook, il quale attraverso un celebre meme ironizzava sulle proprietà del caffè, ottenendo così un engagement di 3.900.  Quarta Caffè, storica azienda di torrefazione di Lecce, ha invece guadagnato la quinta posizione in classifica con un engagement totale pari a 14.800. La sua attività social si è concentrata sulla pagina Facebook dove ha ottenuto il 100% delle interazioni totali nel trimestre considerato. Infine, la menzione speciale questo mese spetta a Caffè Mauro, azienda nata a Reggio Calabria nel 1905, che con il video della serie “Piccoli momenti di piacere”, ha totalizzato oltre 153mila views su YouTube, aggiudicandosi il premio di most viewed content.

 

Metodologia: La Blogmeter Top Brands Caffè è stata realizzata a partire da un panel di profili/pagine corporate ufficiali italiane delle principali aziende del settore di riferimento. Il valore “Total Interactions” rappresenta la somma delle interazioni ricevute dai singoli profili social come da dettaglio: Facebook: likes e reactions, comments e shares. Twitter: retweets e favorites. YouTube: likes, dislikes e comments. Mentre il valore “Source Engagement” rappresenta la somma delle interazioni ricevute dai singoli profili social come da dettaglio: Facebook: likes e reactions, comments e shares. Twitter: retweets e favorites. YouTube: views, likes, dislikes e comments.

The Positive Cup, il programma di Nespresso, continua a crescere

Il programma di Nespresso The Positive Cup per la raccolta e il riciclo delle capsule esauste in Italia continua a registrare risultati positivi: nel 2017 sono state recuperate oltre 532 tonnellate di capsule in alluminio. L’impegno a sostegno di quest’importante iniziativa di tutela ambientale è stato rinnovato oggi con la sottoscrizione di un protocollo d’intesa da parte di Nespresso, CIAL (Consorzio Nazionale Imballaggi in Alluminio), CIC (Consorzio Italiano Compostatori) e Utilitalia.

Il progetto di recupero e valorizzazione delle capsule usate di Nespresso ha confermato nel 2017 il trend positivo, registrando un aumento del 19%rispetto al 2016 nella raccolta delle capsule e il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di consumatori. La crescita del programma è attestata anche dai risultati dei primi mesi del 2018 in cui la quantità di capsule raccolte è già triplicata rispetto allo stesso periodo del 2017.

“Il nostro Consorzio opera in tutta Italia per garantire il riciclo degli imballaggi in alluminio raccolti in oltre 6.700 Comuni italiani, dai cittadini, grazie alla raccolta differenziata. Parliamo di lattine per bevande, scatolette e vaschette per il cibo, bombolette spray, tubetti, tappi e chiusure ed anche il foglio sottile. Grazie al progetto The Positive Cup e alla collaborazione con Nespresso, dal 2011, riusciamo inoltre a garantire il riciclo delle capsule in alluminio per il caffè, ampliando in questo modo il raggio d’azione di un sistema proficuo che in questi anni ci ha resi un esempio virtuoso in tutta Europa” ha dichiarato Gino Schiona, Direttore Generale di CIAL

Il programma, nato nel 2011, è reso possibile dalla preziosa collaborazione tra Nespresso, CIAL Util Italia e il CIC e consente ogni anno di recuperare e valorizzare importanti risorse. Il comune impegno nel sostenere e implementare questo progetto è stato confermato dalla sottoscrizione di un nuovo accordo, firmato questa mattina da tutti gli attori coinvolti con l’obiettivo di continuare a lavorare insieme per garantire una seconda vita alle capsule in alluminio.

Attualmente, l’iniziativa è attiva attraverso un sistema capillare di108 punti di raccolta, 61 Boutique Nespresso e 47 isole ecologiche,distribuiti su tutto il territorio nazionale e presenti in 61 città italiane, di cui 29 capoluogo di Provincia.

“Siamo orgogliosi di registrare una crescita costante, di anno in anno, nel programma per il recupero e il riciclo delle capsule esauste in Italia. Si tratta di un segnale importante, che attesta la consapevolezza e la voglia dei nostri consumatori di contribuire attivamente alla salvaguardia dell’ambiente. Nespresso non può che rinnovare con grande entusiasmo il proprio impegno a favore di un’economia circolare e di una gestione responsabile di risorse e materiali lungo tutto il ciclo di vita delle proprie capsule”, ha commentato Marta Schiraldi, Technical and Quality Director Nespresso Italiana.

Attraverso una filiera dedicata, l’iniziativa consente di destinare ad una seconda vita i due materiali che compongono la capsula: l’alluminio viene riciclato al 100%, con un notevole risparmio di energia e di materia, fino al 95%; il caffè residuo viene trasformato in fertilizzante e utilizzato in una risaia in provincia di Pavia dove Nespresso acquista il riso e lo dona a Banco Alimentare della Lombardia. Dal 2011 ad oggi il progetto ha permesso di recuperare oltre 2.700 tonnellate di capsule esauste e di contribuire concretamente ad un’economia circolare dei rifiuti e delle risorse.

Per conoscere tutti i punti di raccolta Nespresso e partecipare attivamente al progetto visitare il sito:
https://www.nespresso.com/it/it/storeLocator

Caffè: chi dove, quando, come e quanto? Lungo, espresso o moka?

Se si dovesse scegliere una bevanda nazionale italiana, fortissima sarebbe la tentazione di indicare il caffè. Non a caso, infatti, a berlo abitualmente è il 95% dei nostri connazionali (Fonte: Coffee Monitor Nomisma, 2018).

Ma dove vanno, per l’esattezza, le preferenze degli italiani? Ha cercato di mappare le macro tendenze in fatto di espressi, macchiati,  cappuccini, moka e macchinette automatiche, idealo, il portale internazionale di comparazione prezzi per gli acquisti digitali.

Il primo dato intressante è il crescente bisogno di “conoscere”: emerge infatti che l’attenzione dei consumatori digitali italiani alla ricerca di informazioni, prezzi e opinioni a tema caffè ha registrato nel 2017 un picco del +124,3% rispetto all’anno precedente, segnando una tendenza del +64% nel corso del 2018 (idealo ha analizzato la macro-categoria “preparazione del caffè” sul portale idealo.it nel periodo compreso da Gennaio 2017 a Maggio 2018). Sintomo che la tematica coinvolge massimamente anche il settore online, a testimonianza del fatto che l’e-commerce è ormai uno specchio della quotidianità.

Moka o macchina per l’espresso?

Pare proprio stia vincendo la seconda con un 35,8% di preferenze  rispetto alla moka, che però gode ancora di una nutrita schiera di sostenitori e si attesta attorno al 10,8%. Le performance migliori sono quelle delle macchine da caffè in capsule che nel corso del 2017 hanno registrato una crescita di interesse del 310,8% rispetto all’anno precedente. Trainando con sé anche l’intero comparto delle capsule che, nel 2017, ha generato un aumento di interesse superiore del 150% rispetto al 2016.

Lungo o espresso?

In questo caso, non c’è storia. Secondo idealo, infatti, in Italia c’è un appassionato di caffè lungo ogni 78 amanti di caffè espresso. Dato schiacciante, in contro tendenza rispetto al resto d’Europa, dove in media il rapporto è di 1:4.

Le ricerche on line

I tre prodotti più desiderati dagli internauti italiani sono le macchine per caffè espresso (35,8%), le macchine per caffè a capsule (35,5%) e le caffettiere moka (10,4%). Ossia, nel loro ordine di ricerca, i prodotti più costosi relativi alla categoria, sintomo che l’e-consumer usa il canale online per verificare le offerte e valutare se c’è la possibilità di ottenere un risparmio.

A tale riguardo, l’e-commerce viene in aiuto degli amanti di caffè anche quando si parla di risparmio, basti pensare che i prodotti più costosi della categoria – le macchine per caffè espresso da 1000€ in su – possono costare in media fino al 25,8% in meno se acquistate online.

La geografia degli appassionati

La ricerca di idealo mostra come si tratti di un settore che interessa quasi in egual misura uomini e donne (52,6% vs. 47,4%) e che coinvolge principalmente gli under-44 (quasi il 60%). I consumatori digitali appassionati di caffè si concentrano tra Lazio, Lombardia e Toscana. Ma ciò che stupisce è probabilmente il quarto posto che premia la Campania,  tendenzialmente lontana dal podio quando si parla di e-commerce ed, invece, ben rappresentata quando si parla del “suo” caffè (Dati: Google Analytics. Periodo: Febbraio 2017 – Maggio 2018. Paese: Italia)

 

E il distributore (smart) ora usa i Big Data: l’esperimento di Confida

Nell’era del touch screen, dell’Internet of Things e dei Big Data era inevitabile che le macchinette per distribuire cibo e bevande, oggi comunemente note come vending machine, dovessero evolvere. Uno sguardo sul futuro che è già presente è stato fornito da un esperimento condotto dall’Università Politecnica delle Marche insieme a Confida, l’Associazione Italiana Distribuzione Automatica, che hanno analizzato i comportamenti dei consumatori davanti alle vending machine. 

Il primo esperimento di Shopper Analytics, che è poi un’analisi del comportamento dei consumatori, applicato al settore ha rivelato ad esempio che per acquistare un prodotto alle vending machine ci mettiamo mediamente 14 secondi, e che oltre il minuto si permanenza non si acquista di più.

L’esperimento – che sarà illustrato dal professore dell’università marchigiana Emanuele Frontoni nel workshop Il vending e l’esperienza d’acquisto del consumatore organizzato da Confida presso Confcommercio MIlano, ha utilizzato quattro telecamere RGB puntate su altrettanti distributori automatici, rispettivamente in un’università, un ospedale, un’area self service e un’azienda. È stato monitorato per 12 settimane il comportamento dei consumatori. “L’obiettivo dello studio – spiega Massimo Trapletti, presidente di Confida – è migliorare l’esperienza d’acquisto degli utenti convertendo contemporaneamente i dati in informazioni strategiche per i gestori delle macchine, al fine di migliorare ulteriormente il servizio. Il vending muove così un ulteriore passo nell’era dell’Impresa 4.0”.

 

Più di sosta, meno si compra

Secondo le rilevazioni, spiega il professor Frontoni, “più tempo si trascorre di fronte ai distributori automatici, meno si compra: il 32% degli acquisti, infatti, avviene nei primi 5 secondi, mentre soltanto il 2% dopo 60 secondi”.

I dati emersi dallo studio dimostrano, inoltre, che solo il 9,9% degli utenti acquista più di un prodotto. e che le interazioni calano drasticamente quando i consumatori si trovano di fronte a scomparti con prodotti esauriti: il numero degli utenti che si ferma al distributore automatico si riduce dell’8%, e la quota degli acquisti scende addirittura del 43%. All’opposto, aumenta sensibilmente l’attrattività dei distributori di nuova generazione, specialmente quelli dotati di sistemi di pagamento cashless, che conquistano l’attenzione del 23% di utenti in più.

 

Sempre più “smart”

“I distributori automatici di nuova generazione anche dette smart vending machine – sottolinea Trapletti – trasformano completamente l’esperienza d’acquisto del consumatore. Questo genere di distributori automatici integra schermi touch che, attraverso il digitale, consentono un’offerta personalizzata mixando gli ingredienti di base come caffè, latte, cacao con granelle e topping creando bevande gourmet, anche nella versione XL con le comode cup-to-go. Inoltre i sistemi di telemetria consentono tramite la rete di controllare la macchina da remoto e accorgersi in tempo reale se mancano prodotti o se c’è un guasto. È possibile fare offerte combinate: un cappuccino, una brioche e una bottiglietta d’acqua. Infine il pagamento mobile, attraverso le App, permette di poter dialogare con il consumatore, analizzando le sue preferenze”.

La nuova tecnologia del vending sarà esposta nella fiera del settore, Venditalia che si terrà presso fieramilanocity dal 6 al 9 giugno prossimi.

Il nuovo vending digitale e il suo rapporto col consumatore è al centro del workshop Il vending e l’esperienza d’acquisto del consumatore organizzato da Confida, nel contesto dell’iniziativa Coffee & the City. Dal 7 al 13 maggio chiunque si presenti nel cortile di Palazzo Bovara, in corso Venezia 51, tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30 può scegliere gratuitamente tra le numerose opzioni consentite dai due distributori smart installati in occasione di Milano Food City, insieme a Confcommercio Milano e Altoga – Associazione Torrefattori e Importatori di Caffè e Grossisti Alimentari.

Nestlè paga 7,15 miliardi di dollari per vendere prodotti con il brand Starbucks

È costato a Nestlè 7,15 miliardi dollari (6 miliardi di euro) l’accordo che consentirà alla multinazionale svizzera di vendere caffè con il marchio Starbucks a supermercati, ristoranti e catering, comprese capsule Nespresso con il marcio della sirena. Con questa “alleanza globale” secondo Bloomberg, le due aziende “uniscono le forze per ringiovanire i loro imperi del caffè”, mentre una nota della compagnia di Seattle parla di “accelerare e crescere la diffusione globale del brand Starbucks nel largo consumo e nella ristorazione”, sia nel mercato casalingo che nel fuoricasa.

Grazie all’accordo Nestlé potrà anche vendere e distribuire i caffè in grani e altri prodotti.

“Questa alleanza globale del caffè porterà l’esperienza di Starbucks nelle case di milioni di persone in più in tutto il mondo grazie alla diffusione e alla reputazione di Nestlé” ha detto Kevin Johnson, presidente e Ceo Starbucks -. L’accordo storico fa parte del nostro attuale sforzi di focalizzare ed evolvere la nostra azienda per incontrare i bisogni del consumatore e siamo orgogliosi di lavorare con una compagnia con la quale condividiamo i nostri valori”.

“Questa transazione è un passo significativo per le nostre vendite di caffè, che è la categoria di Nestlé con la crescita maggiore – ha dichiarato Mark Schneider CEO di Nestlé -. Con Starbucks, Nescafé e Nespresso uniamo tre marchi iconici nel mondo del caffè. Siamo entusiasti di lavorare con Starbucks con la quale condividiamo la passione per il caffè di alta qualità e siamo considerati leader globali per i loro approvvigionamenti sostenibili della materia prima”.

Le due compagnie lavoreranno congiuntamente per creare nuovi, innovativi prodotti e Nestlè punta in particolare ad espandere la sua presenza sul mercato nordamericano. 

L’accordo che dovrà passare il vaglio degli enti regolatori, dovrebbe finalizzarsi tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno 2018. Dall’accordo sono esclusi i caffè solubili, il tè e i succhi.

L’accordo non avrà nessun effetto sulle 28mila caffetterie in tutto il mondo della compagnia di Howard Schultz. Il quale in occasione del suo intervento a Seeds & Chips ha dichiarato che il primo store in Italia, una Roastery con il partner Percassi, aprirà i primi di settembre nell’edificio delle ex Poste in Piazza Cordusio a Milano, dove i lavori fervono ormai da tempo.

 

 

Tutti pazzi per Starbucks, in 5mila si candidano per lavorare nella prima caffetteria a Milano

I dipendenti della Starbucks Reserve Roastery da poco aperta a Shangai.

Tutti in fila per lavorare nel primo Starbucks italiano che aprirà il prossimo settembre in piazza Cordusio a Milano. Sarebbero ben 5mila, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, le candidature pervenute al colosso del caffè per lavorare nella Reserve Roastery, il format sofisticato pensato per la conquista di quello che i manager di Seattle ritengono il mercato più difficile del mondo per il caffè, e che proprio per questo è stato affrontato tardi e con un certo timore dalla multinazionale della sirena.

Ma ormai il conto alla rovescia è iniziato e alla voglia dei consumatori italiani di vedere che cosa sarà lo Starbucks milanese si affianca il desiderio di molti giovani di lavorare in quella che viene considerata un’insegna trendy e assai stimolante.

«Sono sicuro che la Milan Roastery Reserve avrà successo e spero di far parte di questo progetto, di crescere dentro questa azienda», dice alla giornalista del quotidiano economico Pierluigi, un ventiseienne di origine barese che un lavoro ce l’ha (fa lo steward) ma che pur di lavorare per Starbucks si dice disposto a lasciarlo.

I posti di lavoro nel nuovo locale di piazza Cordusio, che sarà grande 2.400 metri quadri e occuperà l’ex Palazzo delle Poste, saranno 150 e quindi per moltissimi dei candidati trovare un impiego nell’entusiasmante avventura italiana di Starbucks resterà un sogno. Tutti o quasi i candidati sono giovani o giovanissimi, millennials che hanno girato il mondo e che subiscono il fascino di un’insegna che ovunque è nota per il suo prodotto ma anche come luogo accogliente, di incontro, di relax e di lavoro, al punto da essere ribattezzata a Londra “the third place”, ovvero “il terzo posto”, sottintendendo che i primi due sono la casa e il lavoro. «Mi piace come ambiente, per i servizi che offre, oltre che per il caffè e per questo vorrei lavorarci», dice la diciannovenne Sara.

Le candidature sono al vaglio di Martin Brok, presidente Emea di Starbucks, e del general manager della Roastery milanese Giampaolo Grossi, che avrebbero già scremato le 5mila candidature riducendole al numero di 500. Nella Roastery milanese verranno offerti solo caffè da miscele pregiate prodotte da piccoli coltivatori indipendenti e sarà preparato anche uno speciale caffè filtrato sul momento.

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