CLOSE
Home Tags Centri commerciali

Tag: Centri commerciali

Città dello shopping: Milano al vertice, davanti a Roma e Torino. Sale Bari

Milano (zona Duomo), Roma Centro e centro storico di Torino: è questo il podio delle città preferite dagli italiani in fatto di shopping. A dirlo l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy con il TradeLab Shopping Index, l’indicatore che elabora il ranking tra i due principali “contenitori” commerciali esistenti in Italia – le agglomerazioni urbane centrali e i centri commerciali – in base alla capacità di attrazione di ciascun punto vendita presente della moderna distribuzione.

La nuova classifica delle top 10 per attrattività delle agglomerazioni urbane centrali non registra new entry ma vede dei riposizionamenti in termini di ranking. Al primo posto dunque resta salda Milano zona Duomo e al secondo Roma Centro. Il centro storico di Torino ritorna in terza posizione, riconquistando la medaglia di bronzo persa l’anno precedente a favore di Bologna zona Indipendenza/Bassi/D’Azeglio, che riscende al quarto posto. Da segnalare l’exploit di Bari, che guadagna due posizioni passando dalla decima all’ottava posizione.

Nel complesso, tra le prime dieci agglomerazioni urbane centrali cinque si trovano in città del Nord (Torino, Bologna, Genova e Milano, che fa il bis, grazie a Corso Buenos Aires e dintorni), due in città del Centro (Firenze e Roma) e tre città del Sud (Palermo, Napoli e Bari). Conferme per il podio dei centri commerciali con Orio Center di Orio al Serio (BG) saldo al primo posto, il Centro Campania di Marcianise (CE) al secondo e il Porta di Roma al terzo. Nel resto della classifica emergono dei cambiamenti: salgono Euroma 2 (dalla sesta alla quarta posizione), Fiordaliso (dalla nona alla settima posizione) e Centro Sicilia (dalla decima all’ottava posizione). In totale nell’area Nord si collocano 5 delle prime 10 strutture, altre 3 sono nel Centro (e tutte nella zona di Roma) e 2 si trovano al Sud.

Ceetrus vende il mall Alegro Montijo a Lighthouse Capital per circa 180 milioni

La società internazionale specializzata nel commercial real estate e nella rigenerazione urbana Nhood ha assistito Ceetrus, attiva nel settore degli immobili a uso misto, in collaborazione con RPE e JLL, nella vendita del centro commerciale Alegro Montijo in Portogallo a Lighthouse Capital. Il valore della transazione ammonta a circa 180 milioni di euro. Nhood continuerà a gestire Alegro Montijo per conto della nuova proprietà Lighthouse Capital. Il team di Nhood Capital Markets è stato guidato da Federico Valentini, Global Head of Capital Markets e Rui Vacas, Head of Capital Markets Iberia.

Situato a Montijo, nella zona sud di Lisbona, il centro commerciale Alegro Montijo beneficia di una infrastruttura e di un bacino di visitatori che tocca 270.000 persone, a una distanza massima di 20 minuti dal centro città. Con una superficie commerciale di oltre 62.000 mq, nel 2023 Alegro Montijo ha attratto 7,4 milioni di visitatori.

“Stiamo raggiungendo il nostro obiettivo di vendita in tutta Europa, che conferma che i nostri asset sono caratterizzati dalle performance e resilienza che gli investitori stanno cercando. Siamo certi della qualità dei nostri centri e rimaniamo aperti a nuove partnership con proprietari che vogliono contribuire, in collaborazione con noi, a generare valore sul territorio. Quest’anno abbiamo già ceduto diversi asset e, come annunciato lo scorso marzo, nei prossimi anni siamo intenzionati ad accelerare questo processo” ha commentato Étienne Dupuy, CEO di Ceetrus.

“La cessione di Alegro Montijo ha dimostrato la vivacità del mercato dei centri commerciali in Portogallo, animato da una domanda degli investitori rivolta ad asset performanti. Nel complesso, nel 2024 RPE Capital Markets prevede un volume di investimenti totale di oltre 1 miliardo di euro in operazioni nel mercato del retail real estate portoghese, il 70% in più rispetto ai 580 milioni di euro del 2023 e alla media triennale inferiore ai 300 milioni di euro all’anno dal 2020. La solida performance del mercato a livello di investimenti, con vendite che superano di gran lunga i livelli del 2019 e con maggiori finanziamenti delle banche, insieme a un mercato che vede una maturazione del settore e un contesto economico in fermento, stanno ridando vita e dinamicità agli investimenti nel settore retail, con investitori internazionali che costituiscono la forza trainante di molte delle operazioni in corso. A prescindere dai volumi di fine anno, è chiaro è che in Portogallo il mercato retail è tornato di moda”, ha aggiunto Bill Judge, Managing Director di RPE Capital Markets.

40 candeline per il Panorama di Marghera, previsti eventi e promozioni speciali

Sono trascorsi quarant’anni dall’inaugurazione del primo centro commerciale ad insegna Panorama, a Marghera, in provincia di Venezia. Per celebrare l’importante traguardo, Panorama ha organizzato una serie di eventi e promozioni speciali come sconti del 40% su 40 prodotti selezionati.

Sin dagli albori, il Panorama di Marghera ha rappresentato un pilastro fondamentale per la comunità locale che, all’alba degli anni Ottanta, chiedeva meno tempo e più servizi. Ubicato nella zona artigianale della città e caratterizzato da un ampio assortimento e un layout funzionale e accattivante, la galleria commerciale, estesa su oltre 18.160 metri quadrati, incontrò il favore dei consumatori e la formula commerciale ebbe un successo strepitoso tale da essere replicata altrove. La lettura dei bisogni e delle tendenze dei consumi si rivelò corretta, l’ubicazione fuori città, il rapporto qualità – prezzo e l’ambiente gradevole si affiancavano a una serie di servizi all’interno dei negozi o nelle loro immediate vicinanze. Da quella data, si sono moltiplicate le aperture di punti vendita nel Nord e Centro Italia e Pam Panorama si è affermata definitivamente come una realtà di rilievo della Gdo a livello nazionale.

Nel corso degli anni, il Panorama di Marghera ha evoluto la propria offerta per rispondere alle mutevoli esigenze dei consumatori, mantenendo sempre al centro l’attenzione per le persone, la sicurezza degli acquisti e l’innovazione. Con 23 attività commerciali al suo interno offre ai propri clienti un’ampia gamma di servizi tra cui: l’ipermercato Panorama, negozi, bar, ristoranti, giochi per bambini, sportello bancomat, distributore di benzina e autolavaggio. L’ipermercato, con un’estensione di 4.900 mq, tra produzione e negozio occupa circa 90 persone e conta al suo interno il forno che impasta e produce panificati freschi quotidianamente; la gastronomia che cucina 80 ricette al giorno tra primi, secondi e contorni; la pasticceria e il Drugstore Tibi.

Mercato immobiliare retail: bene il comparto high street, Gdo in ripresa

A fronte della riduzione degli investimenti registrata nel 2023, nei prossimi mesi è attesa una ripresa nel settore del mercato immobiliare retail, sostenuta dal profondo processo di trasformazione già in atto e dal rafforzamento del mercato high street, dove cresce la domanda di immobili di alta qualità ubicati in zone centrali. I consumatori sono sempre più esigenti e, parallelamente all’acquisto, ricercano una vera e propria esperienza personalizzata e coinvolgente. L’obiettivo dei retailer oggi, dunque, è creare ambienti di shopping unici e memorabili. L’integrazione di canali online e offline è ormai imprescindibile per qualsiasi attività commerciale. Inoltre gli utenti richiedono ai player del settore responsabilità ed evoluzione verso un modello circolare e più sostenibile, a partire dai punti vendita. Sono solo alcune delle evidenze emerse dalle analisi riportate nella nona edizione di Real Estate Data Hub, il rapporto realizzato dai Centri Studi di Re/Max Italia e di Avalon Real Estate e dall’Ufficio Studi di 24Max sul mercato immobiliare italiano.

High street e urban retail
Per l’immobiliare high street retail il 2023 è stato un anno di sfide e cambiamenti. Le tendenze già in atto nel biennio precedente, come lo sviluppo dell’e-commerce e il tema della sostenibilità, si sono ulteriormente accentuate, rimodellando il panorama del mercato retail che continua a conservare la sua importanza nel settore immobiliare nazionale. I canoni di locazione sono in crescita con Milano che si conferma la città più costosa per spazi commerciali e con via Monte Napoleone in testa alla classifica come strada più cara d’Europa. Per quanto riguarda la domanda, gli investitori continuano a rivolgere il proprio interesse verso immobili di alta qualità situati nei centri urbani principali, che dimostrano una maggiore resilienza rispetto ai cambiamenti socioeconomici. Nel corso del 2023 è stato il settore del lusso a mostrarsi particolarmente resiliente. Oggi il commercio high street si sta rafforzando grazie a una ridefinizione degli spazi votata all’offerta di esperienze d’acquisto esclusive da cui deriva la trasformazione degli store in poli di attrazione, dove l’interazione con il prodotto si arricchisce di eventi, cultura e socializzazione.

Centri commerciali
L’analisi dei dati di fatturato relativi al 2023 rivela un chiaro consolidamento del trend di ripresa dei centri commerciali, con segnali positivi che indicano una prospettiva favorevole per l’anno 2024. L’apprezzamento dei consumatori rimane evidente ed è riconducibile all’adeguata risposta dei gestori alle mutevoli esigenze e preferenze, attraverso innovazione e adattamento. Durante gli ultimi due anni, le proprietà e gli sviluppatori hanno cambiato approccio sui centri commerciali, riducendo i nuovi sviluppi e concentrandosi su riqualificazioni e ampliamenti; un trend che si riflette nel volume di transazioni.

Retail park e Gdo
I dati più recenti sull’andamento dei centri outlet confutano le previsioni negative per questo settore di investimento. I risultati sono trainati dalla crescente richiesta dei consumatori per la tipologia di offerta degli outlet, basata su una combinazione vincente di marchi di alto livello, prezzi convenienti ed esperienza d’acquisto coinvolgente. La Gdo sta vivendo un momento di forte sviluppo, trainato principalmente dai discount, mentre i supermercati continuano a mostrare le migliori performance in termini di redditività. La crescita è stata più consistente per gli spazi con metrature comprese tra 801 e 1.500 metri quadri (+9,8%, per un totale di circa 36 miliardi di euro), piuttosto che per i punti vendita con superfici superiori, comprese tra 1.501 e 2.500 metri quadri (+7,7%, per un fatturato totale di oltre 15 miliardi).

Quattro città sotto la lente d’ingrandimento
L’analisi dei tagli dimensionali per le vie dello shopping di Milano evidenzia un trend di costante crescita negli anni post-pandemici, a dimostrazione di un mercato effervescente e di grande appeal. Nella città della moda si assiste, inoltre, a una leggera crescita dei canoni medi richiesti. Osservando l’andamento dei metri quadri disponibili, si rileva un aumento dell’offerta fino al 2023 e un successivo calo nei primi mesi del 2024. L’analisi dei tempi medi di permanenza degli annunci sui principali portali online mostra un andamento costante, fatta eccezione per gli ultimi mesi del 2023 e i primi del 2024, che vedono correlata la crescita dei tempi con la diminuzione di canoni e con la disponibilità.

Per le vie dello shopping di Roma si assiste ad una stabilizzazione dei canoni di locazione e dei metri quadri disponibili a partire dal 2022, dopo il picco registrato nel 2021. Negli ultimi mesi del 2023 e nei primi mesi del 2024 l’offerta risulta in crescita, confermando il graduale rallentamento del mercato retail high street evidenziato dai maggiori tempi di permanenza e da canoni di locazione che devono ulteriormente adattarsi al ribasso. Nel corso del 2023 risulta evidente la preferenza per tagli dimensionali ridotti rispetto a quelli di ampia metratura che, quando immessi nel mercato, vi restano per tempi più lunghi. A partire dal 2024 il tempo medio di permanenza ha mostrato un incremento, in linea con il numero degli annunci, a parità di taglio medio: questi dati, sembrano indicare un lieve rallentamento della domanda e un adattamento dei prezzi che fatica a incontrare la domanda.

L’analisi dell’offerta presente nelle vie di maggiore appeal del centro di Bologna evidenzia un mercato che predilige le unità commerciali di piccolo e medio taglio. Il tempo di permanenza segnala una maggiore vivacità rispetto al 2022, con una riduzione di circa 10 giorni nel 2023. L’offerta di unità high-street retail in locazione è in continua ma graduale decrescita dal 2021. I canoni richiesti hanno raggiunto il picco nel 2022 per poi ridursi nel 2023, fino a valori unitari di €/mq/anno inferiori ai livelli pre-pandemici. Analizzando l’andamento dei tempi di permanenza medi degli annunci sui portali online, che sono calati fino al 2023 e cresciuti nei primi mesi del 2024, si nota una correlazione tra i dati analizzati: la contrazione dell’offerta, legata al minor canone richiesto, ha lasciato unità disponibili con una qualità media inferiore, cui conseguirebbe un allungamento dei tempi di permanenza sul mercato.

L’analisi condotta sulle unità retail in locazione nelle zone di maggiore appeal a Palermo evidenzia una stabilizzazione generale dell’andamento di mercato: i tempi di permanenza degli annunci sui principali portali sono mediamente stabili a partire dal 2022 e sembrano mostrare lo stesso andamento anche per i primi mesi del 2024. Per quanto riguarda i canoni richiesti, una riduzione si è osservata per il 2023, ma anche per questi ultimi sembra avviarsi un trend di stabilizzazione. Per il 2024 si delinea lo scenario di un mercato relativamente maturo, in cui canoni e tempi di assorbimento si sono stabilizzati e la disponibilità di spazio è in diminuzione. L’analisi svolta sul mercato high-street retail di Palermo mostra come l’offerta del 2023 sia stata caratterizzata prevalentemente da annunci relativi a unità di taglio medio-grande e da un migliore assorbimento di quelle più piccole (di maggiore interesse nel corso del 2022). La fine del 2023 e i primi mesi del 2024 fanno ipotizzare il ritorno a un’offerta più limitata e di taglio inferiore, a dimostrazione di un buon assorbimento di tagli medio-grandi.

Trend positivo per i centri commerciali, fatturati in crescita nel primo semestre ’23

I dati raccolti nel primo semestre 2023 dall’Osservatorio CNCC-EY mostrano un andamento positivo per i centri commerciali sia in termini di vendite che di ingressi. Nei primi 6 mesi dell’anno si evidenzia infatti un fatturato in crescita del +7% rispetto all’anno precedente, confermando i trend di fine 2022. I fatturati del primo semestre dei centri commerciali sono leggermente superiori anche a quelli del 2019, anno pre-pandemia, segnando un aumento pari al 1,7%: questo risultato rimarca una solida ripresa per tutto il comparto, concentrata in particolare nel primo trimestre dell’anno, alla luce del fatto che il primo trimestre del 2022 risultava ancora fortemente influenzato dall’impatto della variante Omicron del coronavirus.

Parallelamente alla dinamicità del trend dei fatturati, anche gli ingressi di visitatori mostrano un costante miglioramento: i primi 6 mesi del 2023 si chiudono, infatti, con una crescita significativa rispetto al 2022 (+10,6%), sebbene permanga ancora un gap con il 2019 pre-pandemia del -9,4%. È credibile prevedere, anche per gli ingressi, un ritorno ai livelli pre-Covid per il primo semestre del 2024. Il quadro che emerge dall’analisi dai risultati dell’Osservatorio CNCC conferma l’apprezzamento da parte della clientela del “format centro commerciale”; a fronte di un’affluenza non ancora ai livelli pre-Covid, ma con trend di crescita sempre più consistenti, si evidenzia infatti un importante incremento dello scontrino medio o del numero di transazioni per visita, un cambiamento nelle abitudini di spesa che era già stato intercettato lo scorso anno.

Dal raffronto del fatturato del primo semestre 2023 con lo stesso periodo del 2022 si confermano gli ottimi risultati già evidenziati alla fine dello scorso anno per la quasi totalità delle categorie merceologiche, che riportano tutte un andamento in crescita, ad esclusione dell’elettronica di consumo che presenta una flessione del -5,3%. Il comparto dell’elettronica viene da anni di ottime performances favorite dai contributi pubblici mirati al digitale nel 2019 e dall’impulso in fase di pandemia verso gli acquisti a distanza; si evidenzia, inoltre, che le aziende di questo settore si stanno orientando sempre più sulla multicanalità, coordinando congiuntamente le vendite e il servizio tra canale online e canale fisico. La migliore performance è data certamente dall’accelerazione della ristorazione (+25,1%), seguita da cura persona e salute (+13,2%), cultura tempo libero e regali (+10,5%), abbigliamento (+7,1%), attività di servizi (+8,2%) e beni per la casa (+1,3%). Se si confrontano invece i fatturati del primo semestre 2023 e del 2019, le categorie merceologiche con andamento positivo sono beni per la casa (+2,2%) e cultura tempo libero e regali (+12%), così come anche cura della persona, salute (+6,4%), oltre alla ristorazione che registra il miglior trend con una crescita del 9,1%. In calo, oltre alla citata elettronica di consumo, anche l’abbigliamento (-0,8%) e le attività di servizi (-5,9%). Un altro aspetto interessante riguarda le vendite rapportate alle classi dimensionali dei negozi, da cui si evince che le grandi superfici e i negozi di piccole dimensioni hanno ormai sostanzialmente recuperato i livelli pre-Covid, mentre i negozi di medie dimensioni registrano delle crescite superiori.

I valori di fatturato del primo semestre 2023 sono stati positivamente influenzati dall’inflazione, anche se i dati raccolti dall’Osservatorio CNCC-EY sono stati meno colpiti dall’aumento dei prezzi rispetto ai tassi di inflazione complessivi medi registrati a livello nazionale. Infatti la maggiore spinta inflattiva è stata registrata per classi di beni non trattati dai punti di vendita facenti parte del panel, i cosiddetti “despecializzati” (in primis supermercati e ipermercati), o in generale beni non commercializzati nei centri commerciali (ad es. energia e carburanti, spese per trasporto, ecc.). Inoltre, tra le classi merceologiche oggetto della rilevazione, alcune tipologie specifiche che caratterizzano le gallerie dei centri commerciali, quali l’abbigliamento e l’elettronica, hanno registrato nell’ultimo anno crescite molto limitate dei prezzi seppur nello scenario generale di crescita dell’inflazione.

Inaugurato To Dream, l’Urban District torinese da 250 milioni di euro

To Dream atto primo. Ha aperto i battenti ieri, 13 aprile, la mega struttura commerciale pensata per riqualificare l’ex area industriale Michelin, nel quadrante nord-ovest di Torino. Si tratta della prima fase di un progetto che si svilupperà su un’area complessiva di 270.000 metri quadri, tra open mall e parcheggi.

A essere inaugurati in corso Romania – alla presenza di Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, e Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino – sono stati per ora circa 25.000 metri quadri, che ospitano negozi di abbigliamento, casalinghi, libri, attrezzatura sportiva, beauty e una food court con 14 ristoranti, per un totale di 56 attività. Ma è solo l’antipasto: una volta completato – a fine 2024 – To Dream accoglierà, oltre al nuovo headquarter Michelin, 107 punti vendita, di cui 24 dedicati alla ristorazione; un cinema con 8 sale; una palestra Virgin; un Hotel Marriot 4 stelle con 120 stanze; una pista per go-kart tra le più lunghe d’Europa, costruita su tre livelli. Sono previsti inoltre numerosi servizi, un’area parcheggio per oltre 4.000 posti auto, dei quali 700 all’aperto, 400 postazioni di ricarica per le vetture elettriche e più di 150 stalli per le biciclette. A regime, in base alle attese dei promotori, To Dream dovrebbe richiamare ogni anno 12 milioni di visitatori, grazie a 88.000 metri quadri di superficie, suddivisi tra 45.000 metri quadri di negozi, ristoranti e servizi; 20.000 metri quadri di attività ludico ricreative, hotel, palestra; 20.000 metri quadri di retail park; 3.000 metri quadri di uffici.

Numeri impressionanti e l’investimento non è da meno: To Dream costerà oltre 250 milioni di euro, secondo quanto dichiarato a Instoremag da Francesco Federico, Amministratore Delegato di Romania Sviluppo, la società che ha portato avanti l’iniziativa: “To Dream nasce con l’ambizione di portare benefici a un ampio territorio; è un progetto di rigenerazione urbana straordinario, con un evidente valore sociale, che recupera oltre 270.000 metri quadri di area industriale restituendo ai cittadini un pezzo di città che offrirà servizi, occupazione, accessibilità, sistemi di mobilità efficienti e alternativi. L’intervento rappresenta uno snodo strategico di collegamento tra la periferia nord e il resto della città: una ricucitura fisica, economica e sociale. Una centralità urbana, ottimamente collegata non solo con il centro di Torino, ma con l’intera regione. To Dream dimostra concretamente come l’applicazione degli strumenti di rigenerazione urbana possano dare vita a un luogo nuovo in grado di creare valore, offrendo anche possibilità di incontro, lavoro e relazione”.

Questa prima fase ha richiesto 18 mesi di lavori, ma chiaramente la genesi del progetto è molto più antica, visto che il cambio di destinazione d’uso dell’area era stato avviato dall’Amministrazione di Torino nel 2010. Nella seconda fase – la cui apertura è prevista per il prossimo autunno – l’offerta commerciale verrà arricchita con ulteriori 20.000 metri quadri e l’arrivo delle insegne del gruppo Inditex (7.000 metri quadri) e di Primark (6.000 metri quadri). La terza, e ultima, fase di sviluppo di questo Urban District è prevista per la fine del 2024, con la realizzazione dell’area dedicata alle attività ludico-ricreative e del retail park con grandi e medie superfici commerciali (tra cui Decathlon con 5.500 metri quadri), Euronics, Risparmio Casa e il completamento dell’offerta di ristorazione, nonché l’apertura dell’Hotel Marriott.

Per quanto riguarda l’alimentare, To Dream avrà tre food court che incideranno circa il 10% sulla superfice commerciale utile: “La prima è collocata all’ingresso – spiega Edoardo Favro, Amministratore Delegato di Realia, la società che cura la commercializzazione del progetto – ed è focalizzata su fast food e delivery; la seconda, anch’essa inaugurata nella prima fase, seppure parzialmente, ha un carattere più da slow food, con servizio al tavolo. La terza food court, che verrà realizzata nell’aera ludica, sarà un misto tra le due formule. Ci saranno tutte le principali insegne, come Bomaki, Roadhouse, Wagamama, La Piadineria, Caffè Vergnano, Kebhouze. In particolare, Signorvino farà qui il suo flagship piemontese con un’area di 550 meri quadri, di cui 300 dedicati all’enoteca e 250 dedicati alla ristorazione. To Dream è un’iniziativa di natura regionale e questo è stato riconosciuto da tutti i principali brand, che hanno optato per taglie importanti dei punti vendita”.

Sotto il profilo architettonico, il progetto dell’architetto Adolfo Suarez, direttore di L22 Retail, brand del Gruppo Lombardini22, prevede che il percorso di visita inizi dalla piazza sviluppata intorno alla torre piezometrica, elemento di archeologia industriale che è stato conservato per ricordare il passato dell’area. Una grande scalinata in legno porta al piano commerciale rialzato dove archi e portici abbracciano la promenade (un viale centrale che sarà lungo circa un chilometro) e accolgono le vetrine dei negozi. Suarez – ideatore di altre importanti opere in ambito retail come il Forum Palermo, il Centro Sarca e il Bicocca Village di Milano, il centro commerciale Porte dello Jonio a Taranto e il Centro Commerciale Lingotto di Torino – si è ispirato ai portici della città sabauda, reinterpretandoli con grandi archi dal disegno minimale e contemporaneo, che si ritrovano anche nel logo della struttura.

L’impatto del Covid sui centri commerciali in Italia

La pandemia ha avuto effetti su diverse asset class immobiliari, tra cui il mondo del retail, nel quale tutte le categorie merceologiche hanno registrato evidenti flessioni delle vendite, seppure con performance diverse. Dai dati emersi dal nuovo Snapshot “L’impatto del Covid sui centri commerciali” realizzato dal Dipartimento di Ricerca di World Capital, rispetto al 2019 è la ristorazione a segnare la contrazione maggiore con -45,8%, seguita dall’abbigliamento e calzature (circa -34,5%), da attività di servizio (-33,9%), servizi sanitari e alla persona (-30,9%), cultura e tempo libero (-29,1%), beni per la casa (-15,9%) ed elettronica di consumo (-13,5%).

Focalizzandoci sugli effetti pandemici registrati nei centri commerciali italiani, il CNCC (Consiglio Nazionale Centri Commerciali), insieme a Confesercenti, Confcommercio, Confimprese, Federdistribuzione, Coop, Conad ha stimato che le perdite di fatturato in questo specifico segmento si aggirano attualmente intorno ai 400 milioni di euro a settimana, con un calo degli ingressi di circa il 50% rispetto ai mesi del 2020 precedenti alla pandemia.

Dando uno sguardo ai dati relativi all’indice di affluenza, le continue chiusure e severe restrizioni a cui tutti i centri commerciali d’Italia sono stati sottoposti hanno generato una contrazione dei trend rispetto al 2019.
Sempre rispetto al 2019, le regioni italiane che hanno registrato le performance più incoraggianti (registrate nel mese di aprile) sono l’Emilia-Romagna e il Lazio, che si assestano rispettivamente al -29,6% e al -29,7%, mentre quelle più colpite sono state la Sardegna, con un -58,3%, e la Campania, che segna un divario pari al -56,9%.

“Con il protrarsi delle continue chiusure dettate della pandemia anche gli shopping mall hanno arrestato la loro crescita. Ad oggi, gli ultimi dati affermano come, rispetto al 2019, il comparto abbia fatto registrare un -15%. Tuttavia, vista la situazione di forte crisi globale, il segno meno risulta essere tutto sommato incoraggiante. Il nostro settore ha mostrato una forte resilienza, con i gestori e gli operatori che hanno affrontato il periodo più difficile della crisi senza arrendersi – ha commentato Roberto Zoia, Presidente del CNCC. Il trend emergente sarà quello di espandere sempre più lo share funzionale delle piattaforme commerciali rendendole dei veri e propri Hub territoriali con una propria identità; insistendo sempre più sul commercio di esperienza.”

“La ripresa delle attività commerciali e la riapertura dei negozi durante i weekend contribuiranno sicuramente a dare maggior respiro al settore del retail – dichiara Andrea Faini, CEO di World Capital. Un’asset class di grande appeal per gli investitori, che nel 2019 (primi 3 Q) si classificava al terzo posto della graduatoria delle tipologie di beni immobiliari che attirano maggiori investimenti con un volume pari a 7,2 miliardi di euro, ovvero +40% rispetto allo stesso periodo 2018. Focalizzandoci sul segmento dei centri commerciali, tale settore rappresenta in Italia una grande fonte occupazionale, annoverando al suo interno 700.000 lavoratori.”

Alle Terrazze debutta il primo Voice Magazine

E’ arrivato in esclusiva alle Terrazze il primo Voice Magazine di un centro commerciale in Italia: tante esclusive rubriche vocali che, tramite i racconti di alcuni degli influencer più seguiti del web, condivideranno consigli e tendenze del momento e guideranno alla scoperta del territorio spezzino!

Già al debutto è stato possibile ascoltare tramite gli assistenti vocali Alexa e Ok Google i primi contenuti delle diverse rubriche:

  • La consulente di immagine @iristinunin dispenderà consigli di moda nella rubrica “STILE CON IRIS”
  • Francesca de @lasottilelinearosa guiderà la rubrica “CONSIGLI DI FRANCESCA” offrendo suggerimenti e proposte di stile e idee per il tempo libero e la casa.
  • La sezione “POLLICE VERDE” sarà curata da @balcone.fiorito, garden blogger ed esperto di giardinaggio.
  • La rassegna “CURIOSITÀ DAL TERRITORIO” condurrà gli utenti in un viaggio itinerante alla scoperta delle realtà del territorio spezzino, attraverso interviste alle associazioni e istituzioni del territorio.

Ascoltare il Voice Magazine è facilissimo! Basata accedere con il comando “Ok Google/Alexa apri Centro Commerciale Le Terrazze” ascolta il trailer e pronuncia “Magazine”.

Poi si dovrà scegliere la rubrica preferita, pronunciando il nome dell’argomento desiderato: POLLICE VERDE – STILE CON IRIS – CONSIGLI DI FRANCESCA – CURIOSITÀ DAL TERRITORIO.

 

 

Coprifuoco alle 23, riaprono al 100% i centri commerciali

La cabina di regia ha deciso. Tra le novità: coprifuoco alle 23, centri commerciali aperti nel weekend, caffè al banco al chiuso dal 1° giugno.

Era nell’aria, ma si pensava al 24 maggio. E invece già dal 19 (cioè dal giorno dopo la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale) il coprifuoco slitterà di un’ora: dalle 22 alle 23. Per poi probabilmente passare alle 24, dal 7 giugno, fino alla completa soppressione – contagi permettendo – dal 21 giugno.

E non basta: dal 22 maggio via libera anche alle aperture di centri commerciali, mercati, gallerie e parchi commerciali nei festivi e prefestivi. E sempre nella stessa data potranno rimettersi in moto gli impianti di risalita.

In anticipo rispetto al precedente decreto anche le riaperture delle palestre: non più il 1° giugno, ma il 24 maggio.

Per bar e ristoranti al chiuso, invece, è il 1° giugno la pietra miliare: potranno infatti restare aperti sia a pranzo che a cena e – of course – il caffè al banco sarà concesso. Un passo avanti rispetto al precedente decreto che prevedeva solo il consumo al tavolo e fino alle 18.

E sempre dal primo giugno si potrà assistere alle competizioni sportive all’aperto (capienza al 25% e comunque non più di 1000 persone).

Conferma per il wedding, al nastro di partenza il 15 giugno, ma i partecipanti dovranno esibire il green pass (ovvero un certificato di avvenuta vaccinazione, di guarigione o un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti).

Sempre il 15 giugno, in anticipo di 15 giorni, riprendono fiere e parchi tematici.

Ed eccoci al 1° luglio quando avranno il via libera anche piscine al chiuso e centri benessere.

Nessuna apertura prevista ancora, invece, per le discoteche.

Pandemia e mercato immobiliare: i Centri Commerciali

Da un punto di vista economico, la pandemia ha avuto diverse ricadute sulle aziende operatrici nel settore del commercio, con riflessi particolarmente critici dal punto di vista immobiliare. Secondo le analisi di DATA HUB, nelle città di Milano e Roma si registra un’evidente contrazione del mercato retail in termini di volumi di investimento nell’ultimo anno. Nello specifico il sottomercato milanese ha visto una contrazione degli investimenti tra il 2019 e il 2020 in tutta la città, in particolare all’interno delle zone centrali. Questo quanto emerge dalla prima edizione del Report Annuale firmato da Real Estate DATA HUB, frutto della collaborazione tra RE/MAX Italia e Avalon.

Per quanto riguarda i valori immobiliari, nel Report di DATA HUB risulta particolarmente interessante l’analisi del cluster ‘Shopping Center’. Dal 2016 al 2020 il valore medio €/mq è evidentemente diminuito, in particolare dal 2019 in poi. La motivazione non risiede nella riduzione di valore degli asset, bensì nella tipologia di oggetti transati. Se fino al 2019 venivano acquistati oggetti con una buona occupancy o con previsioni di interventi di light refurbishment, successivamente si è osservata una progressiva tendenza verso investimenti di tipo opportunistico, riferiti ad asset da riqualificare o riposizionare sul mercato e a volte riconducibili a pacchetti immobiliari in dismissione in operazioni NPL.

Per quanto riguarda i rendimenti attesi per i centri commerciali si registrano due differenti tendenze. Da un lato, i centri commerciali “Prime-Regional”, che rappresentano una asset class ancora piuttosto stabile in termini di affitto e di rendimento. Gli alti valori sottostanti e la situazione di instabilità potrebbero tuttavia rendere questa asset class illiquida nei prossimi mesi. Dall’altro lato, i centri commerciali secondari (o per location o per bacino di utenza) che hanno delle potenzialità ma necessitano di investimenti. Per questi la possibilità di percepire un flusso di ricavi basso dovuto alla perdita di occupancy e la difficoltà di mantenere gli attuali tenant porta ad una contrazione in doppia cifra dei valori e a rendimenti attesi, con notevoli differenze da caso a caso.

In particolare, DATA HUB ha condotto un’analisi su un campione di oltre 20 asset tra GDO e Centri Commerciali per un totale di circa 726 unità che evidenzia una diffusa richiesta di rinegoziazione del canone di locazione. Tali richieste non hanno però interessato la GDO che si è confermata performante, insieme alle categorie merceologiche legate alla casa, alla salute e al fitness. L’elettronica, agevolata dalle aperture anche durante il lockdown, ha registrato buone performance nonostante la concorrenza dell’e-commerce.

La diffusione dello smart working può essere una opportunità per la riqualificazione dei centri dislocati sul territorio in piccoli hub dotati di un’offerta variegata che spazierà dalla ristorazione, ai beni essenziali fino ai servizi medici. In generale, a fronte del cambiamento delle abitudini di acquisto, emerge la necessità di ripensare gli spazi all’interno degli shopping center e dei retail tradizionali per riattrarre i consumatori offrendo esperienze d’acquisto innovative o forme di intrattenimento particolari.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare