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Pandemia e mercato immobiliare: i Centri Commerciali

Da un punto di vista economico, la pandemia ha avuto diverse ricadute sulle aziende operatrici nel settore del commercio, con riflessi particolarmente critici dal punto di vista immobiliare. Secondo le analisi di DATA HUB, nelle città di Milano e Roma si registra un’evidente contrazione del mercato retail in termini di volumi di investimento nell’ultimo anno. Nello specifico il sottomercato milanese ha visto una contrazione degli investimenti tra il 2019 e il 2020 in tutta la città, in particolare all’interno delle zone centrali. Questo quanto emerge dalla prima edizione del Report Annuale firmato da Real Estate DATA HUB, frutto della collaborazione tra RE/MAX Italia e Avalon.

Per quanto riguarda i valori immobiliari, nel Report di DATA HUB risulta particolarmente interessante l’analisi del cluster ‘Shopping Center’. Dal 2016 al 2020 il valore medio €/mq è evidentemente diminuito, in particolare dal 2019 in poi. La motivazione non risiede nella riduzione di valore degli asset, bensì nella tipologia di oggetti transati. Se fino al 2019 venivano acquistati oggetti con una buona occupancy o con previsioni di interventi di light refurbishment, successivamente si è osservata una progressiva tendenza verso investimenti di tipo opportunistico, riferiti ad asset da riqualificare o riposizionare sul mercato e a volte riconducibili a pacchetti immobiliari in dismissione in operazioni NPL.

Per quanto riguarda i rendimenti attesi per i centri commerciali si registrano due differenti tendenze. Da un lato, i centri commerciali “Prime-Regional”, che rappresentano una asset class ancora piuttosto stabile in termini di affitto e di rendimento. Gli alti valori sottostanti e la situazione di instabilità potrebbero tuttavia rendere questa asset class illiquida nei prossimi mesi. Dall’altro lato, i centri commerciali secondari (o per location o per bacino di utenza) che hanno delle potenzialità ma necessitano di investimenti. Per questi la possibilità di percepire un flusso di ricavi basso dovuto alla perdita di occupancy e la difficoltà di mantenere gli attuali tenant porta ad una contrazione in doppia cifra dei valori e a rendimenti attesi, con notevoli differenze da caso a caso.

In particolare, DATA HUB ha condotto un’analisi su un campione di oltre 20 asset tra GDO e Centri Commerciali per un totale di circa 726 unità che evidenzia una diffusa richiesta di rinegoziazione del canone di locazione. Tali richieste non hanno però interessato la GDO che si è confermata performante, insieme alle categorie merceologiche legate alla casa, alla salute e al fitness. L’elettronica, agevolata dalle aperture anche durante il lockdown, ha registrato buone performance nonostante la concorrenza dell’e-commerce.

La diffusione dello smart working può essere una opportunità per la riqualificazione dei centri dislocati sul territorio in piccoli hub dotati di un’offerta variegata che spazierà dalla ristorazione, ai beni essenziali fino ai servizi medici. In generale, a fronte del cambiamento delle abitudini di acquisto, emerge la necessità di ripensare gli spazi all’interno degli shopping center e dei retail tradizionali per riattrarre i consumatori offrendo esperienze d’acquisto innovative o forme di intrattenimento particolari.

Le Piazze: sicurezza all’avanguardia nel Centro Commerciale di Bologna

Un sistema di videosorveglianza integrato che segnala in tempo reale la presenza di persone non autorizzate alla società vigilante. Una componente audio che, attraverso gli altoparlanti, può inviare messaggi o segnali di allarme come deterrente per i malintenzionati, oppure tenere sotto controllo il numero di accessi in totale sicurezza. Queste sono, in sintesi, le prestazioni avanzate del nuovo sistema di videosorveglianza che Axis Communications insieme a Servizi Sicurezza Italia e al partner tecnologico Koinos, ha realizzato per soddisfare le esigenze del centro commerciale Le Piazze, situato alle porte di Bologna.

Il progetto, che rientra in un ampio piano strategico di rinnovo e rilancio del Centro, ha visto l’upgrade dell’impianto di videosorveglianza già esistente in un sistema di nuova generazione affidabile, semplice da installare e gestire e progettato per durare nel tempo. Grazie all’integrazione delle più recenti tecnologie audio, video e radar, Axis ha infatti portato il monitoraggio a distanza dell’area ad un nuovo livello tecnologico, garantendo serenità ai clienti e fornendo soluzioni ai loro problemi e risposte alle loro esigenze.

Composta da un sistema completo di telecamere, radar e audio (tutti di rete), gestito da remoto grazie alla piattaforma AXIS Camera Station, la soluzione End-to-End Axis, è frutto di un lavoro sinergico con Koinos e integra diverse tecnologie per garantire la sicurezza di clienti e negozianti e ridurre, al tempo stesso, gli elevati costi di presidio fisico. Con AXIS Camera Station è infatti possibile accedere da remoto alle attività di ciascun dispositivo del sistema e ricevere notifiche – tramite pop up o avvisi inviati dalle telecamere – che segnalano immediatamente un evento ai responsabili della sorveglianza. Questi possono così verificare cosa stia succedendo anche da una centrale operativa situata altrove e intervenire con messaggi audio per scongiurare tentativi di furto e ingressi non autorizzati. Tutti i dispositivi, inoltre, sono in grado di dialogare tra loro scambiandosi informazioni.

Dopo una prima fase di upgrade dell’impianto già esistente, che comprendeva 25 telecamere a controllo degli accessi alla struttura e dei parcheggi, si è proceduto a un ampliamento delle zone videosorvegliate, includendo aree che prima non erano mai state identificate come prioritarie, come le zone di raccolta di rifiuti, gli accessi alle rampe, le zone pedonali. È stata poi aggiunta la componente audio che, associata ai radar o all’applicazione anti-intrusione AXIS Fence-Guard, ha contribuito a trasformare un sistema passivo in uno strumento proattivo. Quando viene segnalato un ingresso non autorizzato alla centrale operativa, il personale di turno può infatti stabilire, a seconda della situazione, se rivolgersi direttamente all’intruso in real-time o se far partire un messaggio automatico. Funzione molto utile, ad esempio, per avvisare le persone che si recano a vedere le vetrine dei negozi nelle ore notturne che il centro è chiuso. Un sistema di notifiche consente inoltre di ridurre il numero di falsi allarmi.

Essendo un sistema aperto e flessibile, può facilmente evolvere in caso dovesse sorgere la necessità di inserire altre tecnologie o nuovi dispositivi per dotarsi di ulteriori funzionalità legate, ad esempio, alla tutela della salute pubblica in caso di emergenze o scopi commerciali, come il miglioramento della Customer Experience.

“Penso che questo sia lo strumento più efficace per un grande centro commerciale all’aperto come Le Piazze” dichiara Marco Ughini di Unieco. “La scalabilità della soluzione, quindi la possibilità di essere ampliata, così come la sua elevata integrabilità con nuove componenti con funzionalità differenti, rappresentano il vero valore aggiunto”, conferma Luca Gorini, Managing Director Koinos.

“Scegliendo una soluzione End-to-End e affidandosi a un unico partner, il centro commerciale Le Piazze si è assicurato un sistema completo, affidabile e flessibile, con la certezza che i dispositivi acquistati siano già pensati per essere integrati nativamente, sfruttando al massimo le loro potenzialità”, conclude Simone Biancardi, Sales account manager di Axis.

Centri Commerciali in Fase 2: footfall in recupero. Il Report CBRE

Footfall in recupero, aumento della spesa media per visitatore e nuove esigenze degli utenti dei centri commerciali: ecco quanto emerge dall’ultimo report di CBRE,che analizza i dati delle prime due settimane dalla riapertura dei centri commerciali, evidenziando una ripresa positiva di footfall e fatturato, paragonata ai valori registrati nello stesso periodo del 2019, e un conversion rate più alto rispetto al periodo precedente al lockdown.

Le evidenze

Vediamo i risultati più nel dettaglio.
La prima settimana di riapertura (18-24 maggio) ha registrato un recupero del footfall
(il 62,5% rispetto al valore registrato per lo stesso periodo nel 2019), risultato
particolarmente incoraggiante considerando le limitazioni degli spostamenti tra regioni
e un 18% di attività commerciali ancora chiuse.
Anche durante la seconda settimana di riapertura è proseguita la rimonta del footfall, che ha  raggiunto il 72,3% dei volumi dello scorso anno, a cui è seguito un recupero ancora più marcato del fatturato.

Cosa chiedono i clienti
Pulizia, sicurezza, rispetto delle regole e controllo degli accessi sono ora al centro dell’attenzione dei consumatori. Emergono inoltre l’esigenza di una maggiore integrazione con l’e-commerce per i servizi click & collect e delivery e l’impiego di nuove modalità di pagamento.
Sconti e promozioni sono le iniziative più richieste dai consumatori e fra i desiderata
emergono attività all’aperto e servizi dedicati alle coppie con figli.

Aspettative in fase di apertura

 

Geografia delle aperture

Dall’analisi dei dati emerge come il ritorno ai centri sia stato condizionato in modo significativo dai formati commerciali: i centri commerciali di maggiore dimensione hanno registrato i recuperi più contenuti, mentre la situazione appare migliorare più velocemente nei centri più piccoli. Questo fenomeno può essere collegato alla momentanea contrazione dei bacini d’utenza dei formati regionali, causata dal blocco degli spostamenti tra regioni ancora in atto nelle prime settimane di apertura, dal mancato contributo del turismo e dalla capacità dei centri di minore dimensione di rispondere efficacemente alla domanda di prossimità.

Servizi che si desidera vengano attivati

E’ interessante notare come i risultati migliori in termini di affluenze siano stati raggiunti dai parchi commerciali, dove gli spazi comuni all’aperto costituiscono
un’alternativa probabilmente più rassicurante rispetto alle gallerie commerciali,
almeno per il momento.

Suggerimenti

 

L’impatto della localizzazione geografica sulle performance delle affluenze appare
visibile, sebbene in modo più contenuto. Le regioni del nord-Ovest, dove si sono concentrati i principali focolai di COVID-19, hanno visto ripartenze più timide nella prima settimana di riapertura (55,9% di recupero di footfall). Traina il footfall il NordEst (68,9%), seguito dal Sud (66,8%) e dal Centro Italia (58%)

Modalità della ricerca

Il documento esamina inoltre le risposte degli utenti alla CBRE “Re-opening” Flash Survey, un sondaggio diffuso dal 7 maggio tramite le pagine social dei centri commerciali gestiti dall’azienda per comprendere le attese dei consumatori in vista della riapertura: dal campione di oltre 5.000 rispondenti si evince una grande attenzione nei confronti di pulizia, sicurezza e rispetto delle regole ma anche l’esigenza di nuovi servizi (come il Click & Collect e il Delivery) e di nuove modalità di pagamento.

Antirion affida a Cushman & Wakefield la gestione delle gallerie

Antirion, società di gestione del risparmio indipendente, ha affidato a Cushman & Wakefield i servizi di property management, leasing/agency, facility management e project management degli asset del Fondo Antirion Retail. Il Fondo è composto da tre gallerie commerciali per una superficie commerciale di circa 60.000 metri quadrati: Porte di Mestre (presso Venezia), Porte dell’Adige (presso Bussolengo, Verona- foto di apertura) e Appia Antica (presso Mesagne, Brindisi).

Cushman & Wakefield subentra a Ceetrus che ha gestito le gallerie commerciali per conto di Antirion per sei anni.

La durata del mandato, affidato a Cushman & Wakefield a seguito di una gara che ha coinvolto sette fra i principali player del mercato,  è di due anni e mezzo e riguarderà le oltre 250 attività commerciali presenti in tutto il portafoglio. I centri commerciali stanno vivendo un ulteriore processo positivo di cambiamento, per via della trasformazione degli ipermercati Auchan in SpazioConad. 

“Siamo soddisfatti di aver individuato un nuovo partner a seguito di un processo di selezione accurato, ampio e trasparente. Siamo certi che Cushman & Wakefield saprà mettere a servizio del Fondo il grande know how maturato in questo settore, partendo dal lavoro svolto da Ceetrus sin dall’istituzione del Fondo”, ha dichiarato Ofer Arbib, CEO di Antirion.

 “Siamo molto orgogliosi di poter affiancare Antirion nella valorizzazione di questo portafoglio di centri commerciali. Il nostro team integrato, con competenze trasversali, lavorerà per offrire un nuovo approccio olistico alla gestione, orientato alla sostenibilità. Oggi più che mai è fondamentale adattare gli spazi ai nuovi trend di mercato: lo spazio deve essere modellato in funzione dei gusti dei consumatori che cambiano sempre più velocemente, deve dialogare con la comunità esterna e accompagnare la strategia di commercializzazione e marketing”, ha dichiarato Joachim Sandberg, Head of Italy and Southern Europe Region per Cushman & Wakefield.

Design International Foundation: così ripensiamo gli spazi di socializzazione

Dal Covid-19 in poi (e chissà per quanto) il distanziamento sociale avrà un impatto a lungo termine sull’architettura e sulla progettazione di qualsiasi edificio che serva la propria comunità come luogo di incontro. Come i Centri Commerciali, per esempio. E’ per questo che la Design International Foundation sta collaborando con Design International per sfruttare la sua esperienza nella progettazione di Food Court e identificare delle soluzioni al problema più urgente: come adattare ciò che di solito è progettato per essere un’area affollata e vivace alle esigenze del distanziamento sociale, senza perdere l’attrattività e il divertimento che caratterizzano i luoghi di aggregazione?

“Poiché i luoghi di ospitalità, shopping, ristorazione e intrattenimento stanno gradualmente riaprendo le porte al pubblico, la chiave è massimizzare la sicurezza dei visitatori, senza compromettere l’esperienza del cliente e il coinvolgimento della comunità” commenta Gianluca Gerosa, Presidente in pectore  di Design International Foundation.

L’iniziativa è pensata per fornire una consulenza e degli schemi distributivi, creati dai team di Design International che lavorerà con i proprietari dei Malls per definire dei layout conformi al distanziamento sociale nelle Food Court di loro proprietà. Facendo propri la responsabilità sociale e i valori etici della Fondazione, Design International contribuirà con 300 giorni di progettazione gratuiti – l’obiettivo è produrre layout per 300 Food Court in 300 giorni; il numero non è casuale in quanto rappresenta i progetti realizzati da Design International nel corso dei suoi cinquantacinque anni di storia, una sorta di restituzione e ringraziamento al settore.

“Apprezziamo molto le relazioni strette che abbiamo instaurato con i nostri clienti nel tempo”, afferma Davide Padoa, CEO di Design International. “Questo è il motivo per cui sentiamo che dopo aver condiviso così tanti anni di progetti innovativi, visioni e collaborazioni produttive, è tempo di restituire qualcosa al settore. I nostri team di Londra, Milano, Shanghai e Dubai sono pronti a fornire un aiuto a qualsiasi proprietario in cerca di supporto in questo momento di crisi”.

Food Court Remastered è disponibile per tutti i proprietari di Malls dal 12 maggio 2020 all’indirizzo www.designinternational.com/giveback.

Galleria Borromea a fianco della Croce Rossa, contro Covid-19

Galleria Borromea Shopping Center aderisce all’iniziativa di raccolta fondi Aiutiamo CRI, la campagna a sostegno di CRI Croce Rossa Italiana Milano Est, in prima linea nella lotta al Covid-19, in uno dei territori più colpiti dall’esplosione pandemica.

Peschiera Borromeo, così come i comuni limitrofi, ha vissuto l’emergenza sin dalle prime ore. La risposta di tutto il sistema sanitario è stata immediata, ma dopo oltre sei settimane di crisi, combattuta su più fronti, anche risorse e materiali scarseggiano. L’aiuto richiesto da Croce Rossa è quindi legato alla necessità di garantire ai soccorritori la disponibilità dei presidi di protezione individuale: mascherine, occhiali, camici e disinfettanti per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso.

Galleria Borromea ha risposto all’appello con una donazione diretta di 10.000€ e con un’operazione di sensibilizzazione e crowdfunding promossa attraverso i propri canali social. Fabio Laguardia, direttore del centro commerciale, ha commentato: “Oggi, la nostra priorità è contribuire, seppure in minima parte, all’immane sforzo della Croce Rossa e mobilitare la cittadinanza in una campagna di generosità. Anche a nome della Proprietà del centro commerciale, e degli operatori della galleria, vogliamo ringraziare tutti i professionisti e volontari della sanità che strenuamente e quotidianamente affrontano il rischio e la stanchezza in una battaglia senza precedenti.

Il presidente di Croce Rossa Comitato Milano Est Renato Emasi, ha dichiarato: “Ora più di molti altri momenti della storia del nostro comitato, ci sentiamo chiamati a svolgere il nostro servizio verso la cittadinanza. Di fronte a questa emergenza sanitaria i nostri volontari e dipendenti hanno risposto subito con decisione e disponibilità. Questo non vuol dire non aver paura, ma semplicemente essere consapevoli dell’importante ruolo che la nostra presenza ha a supporto della nostra città e delle nostra regione, oltre al fatto che la nostra preparazione è sicuramente l’arma che ci aiuta ad affrontare questa emergenza con più decisione

E’ possibile partecipare alla raccolta fondi donando tramite bonifico sostenendo CRI Milano Est sul sito www.crimilanoest.com o accedendo a www.gofundme.com.
Il denaro raccolto sarà un aiuto concreto messo a disposizione della CRI Comitato Milano Est, per combattere il nemico invisibile che sta sconvolgendo il mondo, e in particolare la Lombardia e l’Italia intera.

Per donare: IBAN: IT 71 N060 8533 5700 0000 0024 632 – oggetto: AiutiamoCRI

LinkNow: nasce il primo coworking all’interno di un Centro Commerciale

Dall’accordo tra Catalic, società specializzata nel settore del coworking, e Ceetrus Italy che detiene 47 centri commerciali sparsi in tutto il territorio, nasce il progetto LinkNow: primo coworking in Italia  all’interno di un centro commerciale (quello di Belpo’ a San Rocco al Porto).

Lo spazio è un vero e proprio working business space, ovvero un luogo studiato per un’utenza business: tra cui smart worker delle grandi aziende, start-up, PMI, freelance e liberi professionisti che possono usufruire di sale riunioni, attrezzature, servizi di segreteria e spazi comuni per la lettura e il relax. Grazie alla particolare posizione gli utilizzatori potranno utilizzare anche tutti quei servizi tipici di un centro commerciale di ultima generazione: la spesa, il parcheggio, i servizi alla persona, i ristoranti, il baby parking e doposcuola per bambini dai 3 ai 12 anni e la palestra.

Il progetto è il risultato della filosofia di Ceetrus che mette al centro il cittadino con progetti innovativi e sostenibili, creando spazi in cui sia piacevole vivere oggi e domani, in cui si possano sviluppare legami sociali.

Per la prima volta in Italia nasce uno spazio di coworking per aziende, associazioni e cittadini all’interno di un centro commerciale – ha dichiarato Raffaella Colacicco, Head of Property Ceetrus Italyun’iniziativa innovativa che ha l’obiettivo di offrire progetti e spazi di vita smart e sostenibili per i cittadini. Si consolida ancora di più il centro commerciale Belpò come luogo innovativo, punto di riferimento importante per i cittadini del territorio: uno spazio di condivisione e socialità, che offre un’ampia scelta di nuovi servizi per grandi e piccoli, in aggiunta alle tradizionali attività commerciali”.

“Il coworking è un fenomeno in costante espansione ed evoluzione ha dichiarato Pietro Cotrupi, presidente di Catalitic e fondatore dei centri inCOWORK® –. Si afferma laddove alla condivisione di spazi e di attrezzature si somma la capacità di realizzare un ambiente dove la condivisione non è un ostacolo, ma una ricchezza che aiuta ad avere più servizi a costi accessibili, pensare, progettare, operare, sviluppare relazioni e collaborazioni”.

Il progetto e l’organizzazione degli spazi

Il concept ha potuto sfruttare le pareti perimetrali del centro, nelle quali sono state ricavate nuove finestrature per gli uffici assicurandone così l’aeroilluminazione naturale. Nella fascia successiva, più all’interno, trovano spazio le postazioni open space e al centro l’area Link People. A ridosso del perimetro esterno non finestrabile sono state posizionate la sala riunioni e l’area break. La distribuzione centrale, assieme alla presenza di aree flessibili, come quella dedicata alle postazioni open space e agli spazi accessori, permettono una semplice replicabilità del concept in altri centri commerciali.

L’immagine del coworking segue un mood urban-industrial chic, caratterizzato dall’utilizzo di legno a vista, già presente negli elementi strutturali del centro, con elementi separatori verticali di metallo a vista. Il grigio e l’arancio sono i colori utilizzati che inducono alla riflessione, donando calore e luminosità all’ambiente.

La scelta “forte” di chiudere gli uffici con pareti vetrate anziché muri sancisce l’unitarietà di questo spazio, nel quale la privacy degli utenti è comunque garantita grazie all’uso di pellicole satinate sui vetri e pannelli verticali dotati di elementi insonorizzanti che distribuiscono le aree open space senza mai chiuderle.

Grande attenzione è stata posta all’ecosostenibilità dell’intervento, attraverso la scelta di materiali con certificazione ambientale, provenienti da filiere che riutilizzano scarti di produzione (per esempio grès porcellanato), o totalmente riciclabili (vetro, alluminio). Sono inoltre stati scelti arredi caratterizzati da alta durabilità, per evitare un frequente ricambio e privi di formaldeide o altre sostanze tossiche che possano disperdersi nell’aria, al fine di garantire il benessere degli utilizzatori del coworking.

Il progetto è stato realizzato dallo studio BBA-Architetti & Partners che si occupa di servizi per la valorizzazione immobiliare di gallerie commerciali, retail e immobili direzionali, dello sviluppo, del restyling e di tutti gli aspetti inerenti la progettazione, esecuzione fino alla cantierizzazione degli stessi.

 

 

Debuttano Le Cucine di Curno

Debuttano Le Cucine di Curno di Eurocommercial, la nuova food hall che sorge a corredo dell’esistente galleria del Centro Commerciale: attorno a una grande piazza ovale, sormontata da una luminosa cupola alta 17 metri si affacciano 17 ristoranti con 600 posti a sedere. L’intera area, smart & simple, è di dimensioni medie, lineare, facile da percorrere e raggiungere grazie anche a 500 nuovi parcheggi coperti con stalli più grandi e comodi. Aperta a tutte le ore della giornata, si estende su di una superficie di oltre 5mila mq ed è completata da una Food Truck area esterna, da 3 aree bambini e una speciale area cani esterna. Il progetto Le Cucine di Curno vede il coinvolgimento di 24 aziende e ditte, molte delle quali locali e sono oltre 200 i nuovi posti di lavori creati con questa operazione. L’investimento è ben superiore ai 10 milioni di euro. I 17 ristoranti che compongono l’offerta de Le Cucine di Curno rappresentano un food brand mix equilibrato con molteplici proposte enogastronomiche in cui la ristorazione tradizionale incontra le sofisticate tendenze gourmet e dove l’offerta dinamica tipica del fast food dialoga con proposte più slow. Tra i 17 marchi leader della moderna ristorazione vi sono: Alice Pizza, Chiquita – Capatoast, Cioccolati Italiani, Dispensa Emilia, Doppio Malto, Fram ristorante di pesce, Fritto Divino, Johnny Rockets, KFC, La Piadineria, Màs Mexico, Old Wild West, Rosso Pomodoro, Signorvino. Alcuni di essi, come Fritto Divino e Màs Mexico, saranno presenti per la prima volta in Lombardia. La birreria Doppio Malto sarà il locale più grande con i suoi 450 mq.
L’assoluta novità de Le Cucine di Curno èrappresentata dalla Mainardi Bakery: il locale, firmato e gestito dal noto chef televisivo Andrea Mainardi, testimonial e brand ambassador della food court, sarà anche il primo ristorante di uno chef in uno shopping center italiano.
L’offerta gastronomica de Le Cucine di Curno si arricchisce della presenza di Food Truck che, in modalità temporary e a tema regionale, saranno allestiti nella piazza esterna della food hall, completando con un’apposita proposta “street food” i numerosi eventi a tema cibo e non solo. Punto di forza de Le Cucine di Curno è infatti l’attività di food court marketing dedicata che, con un imponente piano di attività e di eventi, sosterrà sia nei weekend che nelle giornate infrasettimanali e in differenti fasce orarie la ristorazione, tra cui spicca una vera e propria accademia di cucina gestita da famosi chef dei più popolari programmi tv, alternati a coinvolgenti show cooking, in programma nel 2020.
Il progetto de Le Cucine di Curno nasce con l’intenzione di creare uno spazio adibito non solo alla ristorazione. Il piacere di stare insieme, di ritrovarsi e ristorarsi è il leitmotiv dei suoi spazi innovativi. Tra le novità, l’area Kids&Family per ristorare e divertire i più piccoli e poter mangiare con loro o rilassarsi mentre giocano, dotata di una zona pappatoia, di spazi reading&learning, area digital con schermi touch e area gaming.
Per la prima volta in Italia a Le Cucine di Curno vi sarà una speciale area esterna per cani, il Bau Bar, pensata per condividere i pasti insieme ai propri amici animali e dotata di sedute a tema per i padroni, attrezzature per l’agility dei cani e distrubutore con cibo confezionato secco. Il tema della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente ha caratterizzato Le Cucine di Curno fin dalla sua costruzione, consentendo di ottenere il prestigioso certificato “BREEAM in Construction” di livello “very good”. Tra le misure adottate la dotazione di vassoi di plastica totalmente riciclata da parte di tutti i ristoranti presenti. Disponibili per tutti i clienti le speciali doggy bag per portare a casa il cibo non consumato.

foto Fabio Supernova

Centri Commerciali e investitori: scene da un matrimonio

Sono due realtà strettamente connesse l’una con l’altra: i centri commerciali e i loro investitori si sono confrontati in un importante convegno, un vero e proprio dialogo tra le parti, lo scorso 17 ottobre nella scenografica cornice di Palazzo Visconti, storica ed elegante location milanese. Organizzatore della giornata il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, che ha voluto questo momento di incontro per riflettere, in maniera ampia ed esaustiva, sullo scenario del mercato del retail real estate, tracciando anche tendenze e prospettive future. Numerose le testimonianze di alcuni fra i principali attori delle due parti, uniti in un percorso comune che deve ovviamente tenere ben presenti i mutamenti socioeconomici, ambientali e le nuove necessità ed esigenze del retail. Di certo c’è che le due parti in causa sembra facciano a volte fatica a parlare un efficace linguaggio comune; un dialogo a volte difficoltoso, forse dovuto al desiderio da parte degli investitori di ridurre i rischi (l’e-commerce può frenare le strategie di investimento, così come i timori economici propri del nostro paese destano perplessità a causa dell’instabilità anche politica, che rischia di rendere vani i piani a lungo termine), che ha determinato una partenza, nell’anno in corso, in sordina, caratterizzata da una certa lentezza anche se i numeri, ad ora, delineano invece una fine d’anno in ripresa. Ripresa confermata da numeri caratterizzati dal segno più; c’è quindi da chiedersi quale sarebbe stato il percorso comune (si tenga presente che l’Italia è comunque considerata particolarmente “appetitosa”, soprattutto per investitori provenienti dal Nord America, Asia e Medio Oriente) qualora il dialogo tra le parti fosse stato più costruttivo e con linguaggio e obiettivi sinergici. Per quanto attiene il centro commerciale risulta evidente, da recenti studi e ricerche, la sua vocazione come polo aggregante oltre, ovviamente, alla possibilità di effettuare acquisti e partecipare attivamente ad eventi; in sintesi sembrano evidenziarsi sempre più finalità relazionali e socializzanti. Emerge anche sempre più la necessità di razionalizzazione dei nuovi progetti, che dovranno pensare alla loro collocazione urbana o extraurbana, alle notevoli differenze tra nord, centro e sud Italia, alle dimensioni delle città cui si riferiscono e a ceto sociale, culturale ed economico dei loro frequentatori. Nuovi progetti che dovranno anche tenere in grande considerazione i mutati (e tutt’ora mutanti) stili di consumo e l’architettura e distribuzione degli spazi interni: il nuovo polo commerciale non deve infatti guardare all’oggi, ma deve sapere prevedere, anticipandolo e se possibile creandolo, il domani.

di Andrea Matteucci   

 

I centri commerciali del futuro, tra ambiente e aggregazione

“Non solo shopping: un nuovo ruolo. Una nuova immagine (e un nuovo nome?) per i centri commerciali”. E’ stato questo il claim del 2° convegno sull’impatto sociale dei mall organizzato dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali lo scorso 18 settembre negli eleganti ambienti del Palazzo delle Stelline, edificio milanese storico e di charme. Tavole rotonde, workshop, momenti di confronto e testimonianze dirette hanno cercato di fare luce sul nuovo ruolo dei mall e sulla loro interazione con chi li frequenta, anche in virtù dei sempre più complessi cambiamenti sociali, di sostenibilità ambientale e di aggregazione. Molto è cambiato dagli anni ’50, quando i primi centri commerciali videro la luce negli Stati Uniti: lo scopo era, a quei tempi, solo ed esclusivamente di mera vendita: il consumatore era cliente, nulla più, solo parte passiva in un processo estremamente semplice, quasi basic. Da allora parecchio è stato fatto, attraverso step continui ma sostanziali, anche in termini di architettura stessa degli edifici (ora più “aperti” e coinvolgenti il consumatore), e loro posizione in ambito urbano ed extraurbano. Mutamenti che non possono prescindere dai profondi cambiamenti, e le accresciute attenzioni, che riguardano l’impatto ambientale e il desiderio di aggregazione.

Il mall del futuro (peraltro già ampiamente presente) deve quindi essere sempre più “green” e deve ancor di più diventare “agorà”, anche attraverso un maggiore coinvolgimento di chi lo frequenta: eventi, attività no profit, iniziative e partnership con enti di assistenza, aiuto e sensibilizzazione, offerte diversificate di servizi… per tutte le età e per qualsiasi target. In sintesi, il mall deve essere un modello di sostenibilità sociale a tutto tondo. Ma può e deve anche (e già lo sta facendo) riavvicinarsi alle metropoli, sia per motivi strettamente legati alla sua facile raggiungibilità sia per poter, ancor di più, interagire con le pubbliche amministrazioni, con progetti e iniziative comuni e virtuose, con evidente beneficio a medio e lungo termine per entrambi gli attori, se ben pensati. I centri commerciali sono cambiati, cambiano e cambieranno, a partire dalla loro anima, sempre più “dialogante” con territorio, necessità contingenti e utenti finali; un cambiamento che deve, perché no, coinvolgere anche il nome, che rappresenta un’identità ben precisa. Un nome sempre più legato all’evoluzione del ruolo dei mall, ben diverso da quello pensato in origine.

 

di Andrea Matteucci

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