CLOSE
Home Tags Consumatori

Tag: Consumatori

Retail e Consumer Goods: cambiano le priorità. Il focus è su consumatore e innovazione

Nell’universo del Retail e del Consumer Goods, le cose stanno cambiando radicalmente: basti dire, per esempio, che tra il 2000 e il 2015 la penetrazione di Internet (a livello mondiale) è aumentata di quasi 7 volte, dal 6% al 43%. Quella della banda larga per cellulari è 12 volte maggiore rispetto al 2007 tanto che oggi il 69% della popolazione mondiale è raggiunta dalla rete 3G. Ne emerge uno scenario che l’Annual Global CEO Survey di PwC descrive sempre più complicato da comprendere e da assecondare, in cui il fattore più dirompente è lo shopping on-line.

Schermata 2016-04-06 a 14.42.55

La conseguenza più diretta è la preoccupazione, avvertita dal 77% dei CEO del settore Retail e dal 73% di quelli del settore Consumer Goods. Tra i rischi quelli che più angosciano i CEO del settore Retail e Consumer Goods sono la sovra-regolamentazione, la volatilità dei tassi di cambio, l’aumento del carico fiscale, l’instabilità sociale e la disponibilità di competenze chiave. Ne discende che In cima alle priorità– per il 71% dei CEO del Consumer Goods e il 64% dei CEO del Retail – è la gestione della volatilità dei prezzi delle commodity, che influisce sulle azioni delle aziende lungo l’intera catena del valore.

Ciò non toglie che le aspettative ci siano: il 45% dei CEO del Retail e il 40% di quelli del Consumer Goods sono certi che il fatturato della loro impresa crescerà nei prossimi 12 mesi, rispetto al 35% complessivo. In linea con questo trend positivo, il 45% crede che ci siano più opportunità di crescita oggi rispetto al 2013.

Schermata 2016-04-06 a 14.43.26

Le priorità

La responsabilità sociale dell’impresa avrà una posizione centrale nelle scelte dei prossimi 5 anni: ne sono convinti ben il 58% dei CEO Retail e il 67% dei CEO Consumer Goods. Quanto al fatto che gli strumenti di social media listening siano un canale chiave per conoscere le priorità degli stakeholder lo sostiene il 30% dei CEO intervistati.

Altre tecnologie ritenute utili per rispondere alle esigenze del consumatore sono l’analisi dei dati (70% Retail, 64% Consumer Goods) ed i sistemi di customer relationship management (71% Retail, 69% Consumer Goods).

Schermata 2016-04-06 a 14.44.23Erika Andreetta, Retail and Consumer Consulting Leader PwC commenta: “La nostra survey conferma come i CEO del settore Retail e Consumer Goods abbiano delle priorità molto diverse rispetto al passato, focalizzate sulle opportunità che derivano dall’innovazione tecnologica, in termini di offerta al cliente, comunicazione con il consumatore e mission aziendale. I clienti, dall’altro lato, hanno nuove abitudini di consumo, con la generazione millennials che ricorre agli srumenti mobile in ogni fase, dalla ricerca del prodotto, alla comparazione, sino all’acquisto”.

“L’arena competitiva dell’industria sta profondamente cambiando, abilitando nuovi modelli di business che anche in Italia stanno emergendo, come il servizio Amazon Prime Now di consegna entro un’ora, o Supermercato 24 che consente la spesa online attraverso molteplici retailer con consegna entro 24 ore. Questi cambiamenti pongono numerosi interrogativi aperti per i player del settore, per esempio: cosa accadrà agli assortimenti dei nuovi retailer?”

Birra Moretti presenta La Bianca, nuova weiss all’italiana

Birra Moretti, presenta La Bianca, la nuova weiss all’italiana ad alta fermentazione. Solo ingredienti di alta qualità, selezionati dai Mastri Birrai Birra Moretti: malto di frumento e malto d’orzo chiari 100% italiani, luppolo, lievito ad alta fermentazione, che regala a Birra Moretti La Bianca un profumo fresco, note speziate e un retrogusto delicato ed elegante.

Con i suoi 5% vol., La Bianca ha un gusto rinfrescante, caratteristico delle migliori weiss bavaresi, e una schiuma fine e compatta. È una birra caratterizzata dall’inconfondibile e genuino stile italiano. Ideale in ogni momento, è ottima gustata a tavola o, da sola, in diversi momenti della giornata, come all’aperitivo.

La Bianca è l’ultima nata nella famiglia Birra Moretti che si va a unire a Birra Moretti La Rossa, prodotta con malto d’orzo brunito 100% italiano, Birra Moretti Doppio Malto, con malto d’orzo e malto di frumento, 100% italiani, e Birra Moretti Baffo d’Oro, la prima birra prodotta in Italia con energia rinnovabile derivante da pannelli solari e con pregiati orzi primaverili 100% italiani.

 

Scopa batte mocio 74% a 56%. E il bucato piace profumato

Scopa in vetta al gradimento. Almeno in Italia dove si accaparra il 74% delle preferenze contro il 56% del mocio.  Situazione opposta al resto d’Europa dove la ramazza, invece, gli cede il passo (59% “lei”, 64% “lui”). Quanto al ruolo della donne nelle attività domestica, se la media europea si attesta al 49%, nel nostro Paese, invece, raggiunge il 56%. Mentre scende al 40% in Spagna.

A dirlo è la survey Nielsen Global Home-Care realizzata da Nielsen su un campione di oltre 30.000 individui in 61 Paesi tra i quali l’Italia.

Schermata 2016-04-06 a 12.35.36

“Le abitudini di acquisto dei consumatori – ha dichiarato l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia – sono condizionate da diversi elementi, quali il background culturale, la disponibilità di prodotto, considerazioni di ordine economico, dinamiche sociali e politiche. Per ciò che concerne i prodotti dell’home care e del laundry vale la pena tenere conto dei seguenti macro trend: la diffusione di lavatrici e lavastoviglie nei paesi emergenti, l’aumento delle donne che conducono una vita professionale, il tasso dei divorzi e la crescita dell’età media nei matrimoni, il trasferimento in zone ad elevata urbanizzazione, l’approccio alla multicanalità in fase di acquisto, l’utilizzo del mobile con la conseguente ampiezza delle informazioni a disposizione e l’intensificazione dei ritmi di vita. Questi fattori inducono alla ricerca di prodotti altamente personalizzati, sempre più efficaci e rapidi nell’azione, contenuti in packaging funzionali sia dal punto di vista delle quantità che dello spazio occupato nelle case sempre più piccole, facili e leggeri da trasportare. L’efficacia dei prodotti, quindi, non può essere più considerata l’unica ragione dell’acquisto, bensì deve essere coniugata con caratteristiche innovative in grado di soddisfare nuove esigenze di consumo. L’interesse per i prodotti ecofriendly costituisce un ulteriore elemento di differenziazione dei medesimi”.

I negozi più frequentati
L’83% degli italiani, per i suoi acquisti nel comparto cura casa, sceglie la GDO, a fronte dei negozi tradizionali a conduzione familiare, dove si reca solo l’8% della popolazione. Il 5% si rivolge all’online: dato di poco inferiore a quello del Regno Unito che, in testa agli altri Paesi europei, fa registrare il 7% di questa categoria di consumatori.
Prezzi convenienti e sconti (55% e 34%) risultano i driver d’acquisto principali.

Come seconda motivazione troviamo il grado di accessibilità del punto vendita (36%) seguita dalla gamma di prodotti disponibili (33%). L’ampio assortimento viene a costituire fattore premiante in questa categoria di spesa.

 

Schermata 2016-04-06 a 12.37.02Quanto un prodotto è giudicato valido?
I requisiti di un buon prodotto per la detergenza di superfici sono innanzitutto l’efficacia, menzionata dall’82% del campione, e la convenienza (buon rapporto qualità/prezzo) dichiarata dall’84% degli intervistati. Fra le altre motivazioni che conducono all’acquisto, la consuetudine con un determinato prodotto vale più  del marchio di fiducia (75% vs 64%). A seguire, l’attenzione al packaging. Gli Italiani sono invece meno sensibili rispetto alle caratteristiche “green”, visto che solo il 49% preferisce una confezione ecosostenibile e il 47% ricerca packaging derivati da elementi di riciclo.

L’importanza dei disinfettanti. E del profumo
La funzione disinfettante non è mai trascurata: il 17% preferisce un pulitore multi-uso che abbia azione disinfettante, mentre per il detersivo da bucato, l’azione disinfettante in Italia è richiesta dal 32% del campione, al di sopra della componente green (ecofriendly 22%, senza agenti chimici aggressivi 25%). All’opposto il dato europeo per cui la caratteristica di disinfettante è richiesta solo dal 19% dei rispondenti, mentre la valenza green sale rispettivamente al 25% e 30%.
Agli italiani, infine,  interessano anche l’azione smacchiante (51%) e la profumazione gradevole (36%).

Secondario, sembra, il fattore prezzo, sesto in classifica.

 

Salse, una categoria in piena ascesi. Il report di Nielsen

Salse, una categoria in piena ascesi. In un clima di lieve ripresa un po’ per tutto il grocery,  il comparto delle salse (+1% di crescita di fatturato) conferma un trend chiaro già da tre anni: +1% nel 2014 (+un anno negativo per l’alimentare) e un +3,5% nel 2013.

Nell’ultimo anno, rivelano i dati Nielsen – la crescita delle salse è spinta dall’area 1 che registra un aumento di fatturato del 3%, grazie a un lieve aumento dei volumi e soprattutto al contributo dei prezzi (+2%). Positivo l’andamento anche in area 2, benchè su livelli più bassi. Chiaramente siamo davanti ad un andamento in linea con quello del Grocery:  positivo nel Nord Italia più in sofferenza in Area 4, l’unica ad evidenziare una flessione (-0.9 a volume, -1.8 a valore) pur a fronte di un elevato e crescente sostegno promozionale (in crescita dai 37 ai 39 punti).

I canali distributivi

In termini di fatturato sono positive le grandi superfici (Iper e Super), in particolare gli Iper (+2,1%) che puntano ulteriormente su una amplissima scelta assortimentale per il consumatore (passando dalle 77 alle79 referenze) e che supportano la categoria con un sostanzioso sostegno promozionale (vicino al 33%). Anche i supermercati incrementano la gamma di referenze e ne beneficiano di conseguenza (+1.3% di fatturati ).

Rilevante la crescita del discount (+5.1% a valore), un risultato più elevato del totale Grocery (+4.2%) .

In lieve calo di fatturato le superfici più piccole, i Liberi servizi e i negozi tradizionali (rispettivamente -2% e -5%).

Chi sale e chi scende

Le salse da contorno (+6% in fatturato) sono quelle più performanti, grazie alla crescita di tipologie come la Barbecue, la Tonnata e la Messicana. Si registra un aumento assortimentale e un maggiore sostegno (anche pubblicitario) all’utilizzo di nuovi tipi di salse rispetto alle tradizionali, utilizzando anche la leva promozionale.

I prodotti più tradizionali sono invece poco dinamici: su livelli migliori il segmento principale della Maionese (+0.4%), che rimane quello dove è maggiore l’utilizzo promozionale (33%), mentre è in calo l’altro segmento importante, il Ketchup, sia nei volumi (-2%) che nei fatturati (-1%) nonostante la spinta promozionale rilevante.

Negativa invece la Senape (-6% a Volume e -4% a Valore). Le salse Dressing crescono solo a volume (+6%) con un prezzo medio più basso (-7%) legato all’aumento distributivo nei Discount e all’aumento sensibile delle promozioni che si portano oltre il 20%.

 

Amazon Prime e Click and Collect, Spesa On Line e Consegna a domicilio: il parere del web

Click and Collect ed Amazon Prime si configurano  come vere e proprie speacility, come servizi innovativi, per ora utilizzati solo da pionieri entusiasti pronti a promuoverli. Spesa On Line e Consegna a domicilio stanno invece vivendo le dinamiche del passaggio da speciality a commodity. L’esito è che la qualità media, che invece dovrebbe essere presidiata, risulta più bassa.

Ecco quanto emerge dall’indagine effettuata sui 3.947.812 tra pareri opinioni e commenti scritti nella rete domestica da consumatori privati all’interno di Social, Blog e Forum, nel periodo di 12 mesi compreso tra il 1°Marzo 2015 ed il 29 Febbraio 2016.

I dati
Prima di esaminare insieme i risultati, sarà utile dare un’indicazione sulle prime macro aggregazioni dei dati intercettati:

– Pareri scritti da utilizzatori di uno o più servizi: 79%
– Pareri scritti da NON utilizzatori di nessuno dei servizi: 21%

Fatto 100 il 79% dei pareri lasciati da UTILIZZATORI di uno o più servizi:

– Giudizi positivi     88%
– Giudizi neutrali    6%
– Giudizi negativi    6%

Fatto 100 il 21% dei pareri lasciati da NON UTILIZZATORI di nessuno dei servizi :

– Giudizi positivi     39%
– Giudizi neutrali    28%
– Giudizi negativi    33%
Se ne deduce che: chi utilizza i servizi ne parla e ne parla bene; i non utilizzatori sono diffidenti o non interessati a prescindere.

 

Pareri aggregati in base alla tipologia di servizio (pareri multipli):

Spesa On Line: 98%
– Consegna a domicilio: 82%
– Click and Collect: 28%
– Amazon Prime: 22%

È ovvio che i pareri menzionino nella quasi totalità dei casi la Spesa on Line, bassa per ora la talkability di Click and Collect e Amazon Prime.

Un focus sulla Consegna a domicilio: fatto 100 l’82% di chi ne scrive liberamente nel web (pareri multipli):

utilizza la Consegna a domicilio in conseguenza di una Spesa on line: 78%
– utilizza la Consegna a domicilio dopo la spesa presso un’insegna / negozio: 22%

Vediamo ora il livello di soddisfazione per ogni tipologia si servizio, fatto 100 il totale dei pareri relativi a  ciascun singolo servizio:
Schermata 2016-03-21 a 13.41.44I servizi più diffusi, pur totalizzando votazioni più che positive, sono quello che raccolgono le maggiori critiche, comunque quantitativamente limitate.

Le lamentele

Principali lamentele Spesa On line (fatto 100 rispettivamente 16% ed il 22% di pareri negativi; pareri multipli)
– assortimento incompleto: 78%
– scarsa chiarezza nella descrizione delle referenze: 72%
– non fruibilità delle offerte / di tutte le offerte: 51%
– difficile navigabilità del sito: 48%
– lentezza del sito: 22%
– limitazioni nei pagamenti: 12%

Principali lamentele Consegna a domicilio (pareri multipli, ricordiamo si tratta si tratta di un 22% globale) :
servizio a pagamento: 96%
– vincolato ad una spesa minima: 92%
limitazione della fascia oraria: 86%
– limitazione del peso: 77%
limitazione di referenze fresche: 65%
– limitazione di referenze della catena del freddo: 61%
mancanza di puntualità: 37%
– consegna non al piano senza ascensore: 18%

Il profilo di chi scrive

Schermata 2016-03-21 a 13.56.15I servizi più innovativi o di recente nascita pur essendo meno utilizzati, non solo raccolgono i maggiori consensi ma sono anche utilizzati dai consumatori del futuro.

Vediamo ora da dove provengono i pareri, ripartiti per servizio :
Schermata 2016-03-21 a 14.14.24I servizi presenti sul mercato da più tempo hanno una penetrazione territoriale più uniforme.

Rispetto all’ambente web in cui si svolge il dibattito, queste le percentuali :
Schermata 2016-03-21 a 14.19.08Dei servizi innovativi si parla in ambiti (Blog e Forum) in cui il dibattito è affrontato con cognizione di causa, in maniera approfondita, specialistica; dei servizi più tradizionali si parla in maniera più o meno uniformemente distribuita negli ambienti web, leggermente di più nei Social dove il dibattito è trattato con superficialità.

La ripartizione tra Influencer e Naviganti Comuni
– Spesa On Line: Influencer 28%;   Naviganti Comuni 72%
– Consegna a domicilio: Influencer 22%; Naviganti Comuni 78%
– Click and Collect: Influencer 74%; Naviganti Comuni 26%
– Amazon Prime: Influencer 76%; Naviganti Comuni 24%

Ricordiamo che con influencer indichiamo quegli internauti ritenuti dagli altri fonte attendibile di informazione, quei naviganti che “fanno proseliti”, che raccolgono consensi.

 

WWW.WEB-RESEARCH.IT Srl

È un istituto di ricerche di mercato e consulenze di marketing che offre servizi rivolti ad aziende e multinazionali presenti nel mercato domestico.

Ha portato tra i primi in Italia una nuova metodologia di ricerche ed analisi di mercato: Web listening – Web research – Web monitoring. Utilizzando software di intelligenza artificiale che emulano il funzionamento delle reti neurali effettua un’analisi semantica e psicometrica dei testi presenti nel Web attribuendo loro personalità e punteggi. www.web-research.it ascolta il Web per scoprire, analizzare, razionalizzare cosa i clienti reali e potenziali pensano e dicono oggi e indietro nel tempo fino agli ultimi tre anni. E’ il partner ideale di aziende, marchi, prodotti, servizi e personaggi pubblici con esposizione mediatica significativa.

www.web-research.it – Tel. 02.89367297 – Fax 02.89367298 – P.zza Castello 26 – 20121 Milano info@web-research.itgianmarco.stefanini@web-research.it

 

Smalti, mascara e creme per il viso: ecco i prodotti di bellezza più acquistati online

Specchio, specchio delle mie brame quali sono i prodotti di bellezza più in voga nel reame (anche di quello online)?

Appurato che ad andare per la maggiore sono quelli green, bio ed ecosostenibili, sul canale online (ci rivela un’indagine realizzata da Showroomprive.it su un campione di 1.000 italiani) i più acquistati sono crema per il viso, smalti e mascara.

La top 5

Secondo l’indagine condotta “le creme per il viso” sono il prodotto di bellezza più acquistato online dal 13,7% degli italiani, seguite subito dagli “smalti”, preferiti dal 13,3% dei rispondenti. Al terzo posto troviamo “i mascara” con il 12,9% delle preferenze, seguiti dai “profumi” (11,5%) e dai “prodotti per la cura dei capelli” (10,3%).

“Rossetti e gloss” occupano la sesta posizione (9,5%), seguiti dai “prodotti da bagno” con il 9%, all’ottava posizione troviamo “crema per il corpo” (7,9%) e alla nona gli “ombretti” con il 7,7% . In fondo alla classifica, anche perché fortemete condizionati dalla stagionalità, troviamo i “solari” (4,2%).

L’investimento

Per quanto riguarda la spesa media annua, il 60,9% degli italiani intervistati dichiara di non spendere online più di 50 euro in prodotti di cosmetica, mentre il 23,4% investe tra i 50 e i 100 euro e il 15,7% oltre i 100 euro.

Paese che vai, colori che trovi

1f7169dd-fdd4-486a-8d1f-9627b9772b93__O“Tra i vari paesi europei – spiega Virginia HernándezInternational PR Manager and Business Development di Showroomprive.com – esistono poi alcune differenze nelle abitudini di consumo per quanto riguarda la scelta della gamma cromatica: colori più accesi come il rosso, i gialli e le sfumature del blu sono infatti più popolari in Italia che in altri paesi come Spagna o Portogallo. Le italiane inoltre risultano più propense a sperimentare nuovi colori e texture e sembrano più attente nel seguire le ultime tendenze proposte dalle passerelle della moda anche in fatto di make-up.”

 

Articoli collegati: Nella cosmesi è sempre più e-commerce

Saldi invernali 2016, spese degli stranieri in crescita secondo Visa

Visa Europe fa il bilancio sui consumi dei visitatori stranieri in Italia durante il periodo dei saldi invernali appena concluso. Con 15 milioni di operazioni i dati delle transazioni transfrontaliere registrati da Visa Europe nel nostro Paese indicano una crescita dell’11,3% anno su anno, per un volume totale delle spese che raggiunge 1,7 miliardi di euro, in crescita del 4% rispetto allo stesso periodo 2015. Il valore medio delle transazioni su Visa è a 113 euro, in crescita di circa il 30% rispetto al periodo dei saldi invernali 2015. “Questi indicatori – sottolinea Davide Steffanini, Direttore Generale Visa Europe in Italia – evidenziano non solo una maggiore frequenza di utilizzo degli strumenti elettronici da parte dei consumatori, ma anche un’accettazione più ampia degli stessi da parte degli esercenti italiani”.

 

Britannici primi dei Big Spender

I dieci Paesi big spender hanno generato in Italia una spesa pari a 1,3 miliardi di euro, che contribuisce al 76,5% del totale dei volumi nel periodo dei saldi per un incremento di spesa cumulativa dell’8,4%. Le prima posizione nella top 10 dei big spender spetta ai titolari Visa del Regno Unito, che con 536 milioni di euro di spesa e una crescita del 13% si confermano come nel 2015 in testa alla classifica. Sul podio il secondo posto è occupato dai titolari francesi, con una spesa di 171,6 milioni di euro (+5,7%) e il terzo dai titolari USA, con 132,8 milioni di euro (+0,2%). Seguono la Germania (120,7 milioni, +6,1%), la Svizzera (81,7 milioni, +0,4%) e la Cina (80,0 milioni, +0,2%). I titolari russi e spagnoli, pur rimanendo nella top 10, riportano rispettivamente una flessione nei consumi di -7,5% e -3,6%, una tendenza negativa che Visa sta registrando da oltre un anno.
Da segnalare anche la crescita di spesa dei titolari Visa della Corea del Sud, che entrano nella top 10 con una percentuale positiva del 7% e una spesa di 23,1 milioni di euro, nonché la ripresa dei consumi in Italia da parte dei cittadini giapponesi, che con 40,0 milioni di euro incrementano la spesa di circa il 4%.

 

Abbigliamento ancora al top, ristorazione incrementa a due cifre

La regina dei saldi rimane la moda/abbigliamento. Che nel periodo considerato si attesta su 346,4 milioni di euro, in crescita del 5% anno su anno. Visa registra poi un incremento dei volumi di spesa anche per l’elettronica di consumo (113,7 milioni di euro) e negli store delle grandi catene o magazzini, sia mono sia multimarca (17 milioni di euro), che segnano rispettivamente una crescita del 6% e del 3,7%.
Anche alberghi e strutture ricettive registrano una crescita in termini di volumi, pari a 371 milioni di euro, ovvero +7,2% rispetto al periodo dei saldi invernali 2015. Ma la crescita maggiore in termini percentuali viene raggiunta nel settore ristorazione-bar/caffetterie (21,4 milioni di euro) e nel settore dell’intrattenimento (146,3 milioni di euro), rispettivamente +17% e +11,2%.
La spesa legata ad accessori, beauty e profumi, pur con volumi pari a quasi 110 milioni di euro, è la sola voce di spesa che registra un segno negativo, con una percentuale del -5,2% rispetto allo stesso periodo nel 2015.

Shopping ieri, oggi e domani: tendenze e novità raccontate da FutureBuy

Shopping: come stanno cambiando le abitudini in seguito alla rivoluzione digitale, che rende tutti iperconnessi e multicanale?

Lo indaga FutureBuy®, l’indagine multiclient online di GfK (realizzata con metodologia CAWI) che rileva comportamenti e atteggiamenti dei consumatori nel processo di acquisto, comprensivo anche dei momenti propedeutici come ricerca, confronto e raccolta di informazioni sui prodotti, oltre che l’effettivo atto di acquisto.

Dall’edizione italiana di FutureBuy 2015 emerge un cliente sempre più consapevole, padrone degli strumenti tecnologici che ha a disposizione ed efficiente nel processo di acquisto: il 74% degli intervistati è d’accordo nell’affermare che sta imparando a fare acquisti in modo sempre più efficace.

L’omnichannel

Anche nel nostro Paese, lo shopping omnichannel è ormai una realtà, anche se con un’incidenza diversa a seconda della categoria di prodotto considerata. L’omnicanalità si fonda su driver di scelta diversi e complementari: nello shopping online conta soprattutto la convenienza, mentre nello shopping offline è importante la possibilità di vedere e provare i prodotti.

L’integrazione tra showrooming e webrooming conferma la consuetudine sempre più diffusa di passare da un canale di vendita all’altro, cercando informazioni sul web e acquistando successivamente in store, o viceversa guardando o provando prodotti in negozio per poi acquistarli on line. Questa dinamica dà vita a fenomeni nuovi: da una parte, i negozi brick&mortar diventano click&mortar per sopravvivere alla concorrenza dei giganti dell’e-commerce, dall’altra i pure player online iniziano ad operare anche attraverso negozi tradizionali, per fornire un servizio migliore ai consumatori.

E ovviamente, in questo contesto, i device mobili (lo smartphone in particolare) diventano strumenti chiave nell’esperienza di shopping.

Infedeltà

Conseguenza diretta della maggiore padronanza di strumenti tecnologici e dell’approccio omni-channel è la diminuzione della fedeltà dei consumatore nei confronti di marche e retailer. Il 66% degli intervistati italiani ammette di essere diventato meno fedele a un solo rivenditore: per trovare gli affari migliori oggi è necessario ampliare il proprio raggio di shopping.

Ed ecco che infine l’analisi propone un focus sui consumatori più smart, cioè, gli early adopter, gli innovatori, gli appassionati. Questi shopper si rivelano sempre meno propensi a essere influenzati passivamente da retailer, brand e pubblicità, e sempre più inclini ad intraprendere un dialogo paritario, basato sullo scambio reciproco di input, per la costruzione di prodotti e servizi tarati sulle proprie esigenze.

Dreher Limone Radler Zero eletta Prodotto dell’Anno da 12 milioni di consumatori

Dreher Limone Radler Zero è stata eletta Prodotto dell’Anno nella categoria bevande gassate. Scelta da più di 12mila consumatori, Dreher Limone Radler Zero ha conquistato il premio che da oltre 30 anni valorizza i prodotti più innovativi e ne amplifica la visibilità attraverso l’uso del logo “Eletto Prodotto dell’Anno” che assicura forza e impatto su ogni scaffale.

Con questo premio, Dreher Limone Radler Zero conferma la capacità di innovazione del gruppo HEINEKEN sempre pronto a stupire i suoi consumatori con prodotti originali e dal gusto unico. Il premio, infatti, basato esclusivamente sul voto dei consumatori che hanno partecipato alla più importante ricerca di mercato sull’innovazione in Italia, assicura ai prodotti vincitori una grande visibilità. Non a caso: il 73% dei prodotti eletti negli ultimi 5 anni è ancora a scaffale, l’83% dei consumatori dice di fidarsi di “Eletto Prodotto dell’anno” e il 68% è “più propenso ad acquistare un prodotto con questo logo”.

Dreher Lemon Radler Zero è distribuita attraverso i canali Ho.Re,Ca, Modern Trade e nei distributori automatici nei formati bottiglia di vetro da 33cl e lattine sleek da 33cl. È disponibile in cluster 33clx3 a € 2,39 e in lattina sleek da 33cl a € 0,76.

Anche l’uomo si fa bello: nel 2015 3,5 milioni di euro spesi in trattamenti estetici via web

Sono stati 115.000 i trattamenti per una spesa di quasi 3,5 milioni di euro i trattamenti estetici prenotati online dagli uomini italiani nel 2015, a riprova che la cura per la persona è ormai ben lungi dall’essere solo declinata al femminile. Lo rivela una ricerca dell’Osservatorio di Uala.it, sito italiano dedicato al mondo beauty cui fanno capo saloni di hairstyling, centri di bellezza ed estetica. Sono dunque oltre 5.000 gli uomini italiani che ogni mese si sono presi cura della propria bellezza.

Il sito ha analizzato i tipi di richieste effettuate dagli uomini e se da un lato è emerso, prevedibilmente, che la principale è stata il taglio dei capelli, a seguire si trovano servizi generalmente considerati lontani dal mondo maschile come il colore, ma sono state anche prenotate oltre 200 manicure maschili ed è letteralmente esplosa la passione della barba modellata, scolpita o “forgiata”, richiesta da 4.000 clienti dei saloni analizzati da Uala.it.

«Anche gli uomini hanno ufficialmente abbattuto il tabù della cura del proprio aspetto – ha dichiarato Alessandro Bruzzi, amministratore delegato di Uala – e apprezzano particolarmente la possibilità di non sprecare tempo tra prenotazioni e conferme, prenotando online 24 ore su 24 e scegliendo trattamenti pensati ad hoc per una clientela maschile. Il mercato della bellezza e del benessere sta vivendo un periodo di grande espansione e sempre più persone scelgono di prendersi cura di sé e migliorare la propria immagine. E a farlo sono tanto le donne quanto gli uomini».

Il trend emerso nel 2015 si conferma ancora più forte nel 2016 dato che, dal 1 gennaio al 29 febbraio, sono stati già più di 35.000 gli uomini che hanno scelto di prenotare un trattamento online con Uala.it.

L’attenzione sempre più evidente verso l’aspetto estetico maschile è del resto stata confermata dal Congresso Internazionale di Medicina e Chirurgia Estetica Sies-Valet dove è stato sottolineato come siano 151mila gli uomini che si sono sottoposti a trattamenti estetici nel 2014. Tra gli interventi più richiesti, la correzione dei difetti al volto, come il mento sfuggente, considerato sinonimo di scarsa forza e virilità, ma anche il contorno della mandibola e il rimodellamento delle labbra. Insomma, botox, filler e biorivitalizzazione sono ormai richiesti anche dagli uomini. Il reparto beauty e dermocosmesi farà bene a tenerne conto e ad allargare i propri orizzonti, proponendo prodotti ad hoc anche per l'”altra metà del cielo”.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare