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Rio Mare: tre fresche novità da portare in tavola durante l’estate

Rio Mare continua il suo impegno nell’innovazione, lanciando tre nuove referenze.

Cominciamo con i nuovissimi Filetti di Sardine, sapientemente selezionati a mano, senza pelle e senza lische, che garantiscoo a tutti una sana alimentazione e i benefici nutrizionali del pesce azzurro.

I nuovi Filetti di Sardine sono disponibili nei migliori supermercati e ipermercati d’Italia nella variante all’olio di oliva e in quella all’olio di oliva con peperoncino e garantiscono un buon apporto di proteine vitamina D, calcio, ferro, fosforo, magnesio e Omega 3.

Filetti di Sardine all'Olio di Oliva con PeperoncinoPer chi vuole restare in forma, senza rinunciare al gusto, Rio Mare propone il nuovissimo Tonno Rio Mare SuperNaturale, un prodotto rivoluzionario, grazie ad una tecnologia brevettata da Rio Mare che consente di aggiungere in lattina solo una piccola quantità d’acqua e proteggere il gusto del tonno mantenendolo al tempo stesso compatto. Il Tonno Rio Mare SuperNaturale, contiene quindi solo una goccia d’acqua e non ha bisogno di essere sgocciolato.

Ed eccoci alla terza novità: Tonno Rio Mare all’Olio di Oliva con Limone e Pepe Nero. Gusto unico grazie al mix di succo di limone e pepe nero, infatti, che creano una stuzzicante marinatura che esalta il gusto del Tonno Rio Mare all’olio d’oliva lasciando al tempo stesso una sensazione di freschezza al palato in grado di garantire un vero e proprio “assaggio di estate”.

DoveConviene oggi raggiunge 8 milioni di utenti: lo scenario competitivo

“DoveConviene, traslando su digitale l’abitudine di massa di leggere il volantino per decidere in quale negozio andare e cosa comprare, gode di una diffusione ormai molto importante in diversi paesi, dove è entrata nell’elite di quello 0,01% delle app mobile che fanno il 90% dell’utilizzo reale dei consumatori”. Con questa affermazione Stefano Portu (ideatore della piattaforma insieme ad Alessandro Palmieri) ci racconta la genesi e lo sviluppo della loro start up.

Siamo già tra le prime 5 app di shopping in Italia, Brasile e Messico, disponibili anche in Usa, Spagna e Indonesia e veniamo utilizzati già da 15 milioni di utenti, il doppio rispetto a un anno fa.

In Italia, dove lo sviluppo è iniziato prima, è l’app più utilizzata su base mensile nel settore retail e la seconda italiana più utilizzata in assoluto (escludendo gli operatori telefonici). Numeri impressionanti e che continuano a crescere in doppia cifra ogni trimestre”.

Leggi qui l’intervista integrale

Crai in sinergia con dunnhumby per una CRM sempre più efficace

Crai e dunnhumby: un binomio storico che da oggi consentirà alla società leader globale nei servizi di analisi dei consumatori e parte del gruppo di distribuzione Tesco, di mettere il proprio know how al servizio dell’insegna italiana.

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L’obiettivo? Portare avanti un ambizioso progetto di CRM, che, con il supporto di dunnhumby, migliori la shopping experience dei clienti e incrementi ulteriormente il valore espresso nei negozi della rete Crai

La decisione di partire con questo ambizioso progetto, sottolinea la nostra visione di posizionamento sul mercato.dichiara Mario La Viola, Direttore Marketing, Format, Rete e Sviluppo CRAI“Mai come oggi è vitale conoscere i profili dei propri clienti e soprattutto intercettare i diversi comportamenti di acquisto. Dobbiamo cercare di integrare maggiormente la leva promozionale con politiche di marketing diversificate e più mirate, allo scopo di portare più valore ai clienti e ai negozi. Oltre al fatto che governare i dati e conoscere gli stili di acquisto dei propri clienti rappresentano un “valore” importante che le aziende dell’industria possono sfruttare con noi. Per tutto questo non poteva esserci partner strategico migliore del gruppo dunnhumby”.

“In dunnhumby siamo entusiasti di iniziare a lavorare con CRAI, un distributore che sta crescendo velocemente nel mercato italiano e che ha molti progetti innovativi per il futuro.” afferma James Tamblyn, Head of dunnhumby EmeaPensiamo di condividere la stessa passione, cioè arricchire l’esperienza dei clienti, partendo sempre dalla comprensione delle loro preferenze ed esigenze. Questo approccio permetterà all’insegna italiana di migliorare la fedeltà dei suoi clienti. La fedeltà non è qualcosa che si vince, deve essere conquistata, dimostrando ogni giorno che la relazione tra distributore e cliente è importante, e noi possiamo affiancare CRAI e i suoi associati nel rafforzare questo legame.”

Nasce Emporio Rimini, il supermercato sociale, tra solidarietà e spreco zero

Un momento dell'inaugurazione. Foto dal profilo Facebook del Comune di Rimini.

Ha aperto a Rimini dopo un percorso di crowdfunding partito l’ottobre scorso Emporio Rimini, anzi #EmporioRimini, il supermercato sociale dedicato alle famiglie in difficoltà del territorio. Un vero e proprio supermercato dove però chi fa la spesa non paga perché dispone di un “carnet” mensile di punti da utilizzare, un supermercato solidale insomma.

Il progetto, promosso dal Comune di Rimini insieme ad associazioni e con il sostegno di privati, è nato dall’iniziativa di gruppo di lavoro sul settore sociale che si è posto il compito di sensibilizzare i soggetti privati economici della Provincia di Rimini e di elaborare proposte finalizzate a fronteggiare la grave situazione di impoverimento di molte famiglie residenti nel territorio.

Può accedere ai servizi del “supermercato solidale chi è residente in provincia, ha un reddito ISEE di valore massimo di 7.500 euro ed è iscritto al centro per l’impiego, una sorta di centro di collocamento per chi cerca un lavoro. A domanda accolta, viene consegnata una tessera necessaria per fare la spesa con caricati dei punti che serviranno per acquistare i beni alimentari necessari.

Il progetto prevede anche un protocollo d’intesa volto a “sostenere, facilitare e implementare la raccolta di eccedenze del mercato alimentare e dei prodotti non più commerciabili ma ancora commestibili conferiti gratuitamente dalle industrie alimentari del territorio di Rimini e dell’area vasta al fine di realizzare il progetto Emporio Solidale di Rimini”. Un circolo virtuoso che unisce solidarietà, sostegno alle persone in difficoltà e e lotta allo spreco alimentare.

Quello di Rimini non è il primo “supermercato solidale” d’Italia. Un precedente di questa logica che lega spreco zero, donazioni e solidarietà si trova a Modena ed è l’Emporio Sociale Portobello, un negozio per famiglie e persone a basso troppo che però utilizza un’altra logica: i clienti “pagano” la spesa fornendo il loro tempo libero per partecipare ad attività di volontariato da svolgere nell’emporio stesso o nelle associazioni del territorio.

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L’Emporio sociale Portobello di Modena.

Rovagnati e il giro d’Italia in nome del buon gusto

Rovagnati lancia il “Giro del Buon Gusto”, un viaggio nei sapori italiani, che toccherà diverse regioni per far conoscere e promuovere le eccellenze gastronomiche locali. Ogni mese, fino a dicembre, sarà dedicato a un salume della tradizione italiana, dal Prosciutto crudo dell’Alto Lazio alla Porchetta di Ariccia, dal Capocollo calabrese allo Speck Altoatesino, tutti prodotti firmati da ROVAGNATI.

DI ciascuna specialità regionale, si racconta l’origine, la storia, il particolare processo produttivo, oltre a curiosità, consigli su come degustarlo al meglio e naturalmente una ricetta tipica.

Il “Giro del Buon Gusto” coinvolgerà salumerie, gastronomie e decine di migliaia di consumatori che avranno la possibilità di assaggiare la bontà di tutti i prodotti tipici di ROVAGNATI.ROVAGNATI - GIRO DEL BUON GUSTO

Per i punti vendita, ROVAGNATI ha previsto una grande iniziativa. Ai negozianti aderenti sarà richiesto di scattare una foto al proprio punto vendita con i materiali di comunicazione dell’iniziativa. Tutti gli scatti saranno postati nella sezione “Il Giro del Buon Gusto” del blog Rovagnati e sui canali social dove i consumatori potranno scoprire i punti vendita più vicini per gustare queste eccellenze.

Anche i consumatori saranno coinvolti attivamente nel “Giro del Buon Gusto”, grazie a un divertente concorso a premi: “Creare il Buon Gusto ti premia!”. Chiunque vorrà potrà postare sulla pagina Facebook di ROVAGNATI una ricetta con il salume tipico del mese accompagnato da una foto e dall’hashtag #girodelbuongusto. Per tutti coloro che parteciperanno ci sarà la possibilità di diventare protagonisti della pagina ufficiale ROVAGNATI e ricevere un omaggio super gustoso: tanti buoni sconto per continuare a gustare i buonissimi prodotti Rovagnati!

Luca Gardini: «Vi racconto il “mio” vino in gdo»

Per un personaggio come Luca Gardini, praticamente da sempre in simbiosi con il vino, appassionato, esperto, amante della materia, comprare vino in grande distribuzione è un’eresia? Per mettere subito le cose in chiaro e non dar adito a equivoci di sorta siamo andati dritti al punto. E, ugualmente diretta, è giunta la sua risposta.

“Assolutamente no. La grande distribuzione, in molti casi, offre spazi, supporti e scelta di etichette paragonabili a quelli di un’enoteca. Lo dimostra il fatto che durante le feste di Natale, gli scaffali si popolano di quelle blasonate etichette che solo alcuni anni fa erano impensabili da trovare in questi luoghi.”

Ovviamente non tutte le insegne  trattano il vino nello stesso modo: esiste qualche esempio virtuoso per esposizione e assortimento?

Come dicevo molti. Alcune catene offrono inoltre supporti adeguati tra cui personale e/o tablet per la consultazione delle specifiche delle varie referenze.

Qual è invece l’errore che ritrovi più spesso nell’angolo vino della grande distribuzione?

L’errore che mi viene in mente è quello di non contestualizzarle a livello geografico. Vedere un vino raggruppato con altri della stessa regione, aiuterebbe a ricordare meglio da quale zona un vino provenga. Questo aiuterebbe inoltre a pensare quella stessa etichetta in fase di abbinamento, accoppiandola magari ad una ricetta regionale.

 

Lo scaffale del vino e la sua lettura: come giudichi l’approccio ai prodotti?

Non ci sono tante vie per affrontarlo. Troppe informazioni confondono, limitarlo al cartellino con il prezzo rischierebbe di banalizzare. Come detto, forse, basterebbe contestualizzare i vini per regione o area di produzione e nel cartellino inserire il nome dell’azienda e il vitigno principale con cui è prodotto quel vino, senza dimenticare, ovviamente, il prezzo.

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Secondo te come dovrebbe essere trattata oggi la categoria vino per aumentare la consapevolezza dei consumatori meno esperti e soddisfare i gusti e le aspettative dei veri appassionati?

Dovrebbe essere trattata con rispetto. Oggi spesso l’approccio di molti è quello del giudice-degustatore, dimenticando che il vino non è solo composto dal liquido all’interno della bottiglia. Dietro ad esso, o per meglio dire dentro ad esso, ci sono vite di uva ma anche vite di persone che si sacrificano. Se parliamo invece di grande distribuzione, credo che il salto di qualità potrebbe essere un ricambio costante delle etichette, ma capisco che certi prezzi sono legati a determinate quantità che spesso non si possono esaurire, ovvero vendere, in poco tempo.

Esiste un assortimento tipo o propenderesti più per la personalizzazione anche nel modern retail? 

Personalizzazione a manetta come dicono dalle mie parti. La gente deve capire che il vino offre infiniti stili, altrettanti sapori e numerosissime soluzioni in fase di abbinamento. Solo così si esce dal ruolo, oggi molto in voga, del degustatore seriale per riappropriarsi di un approccio con il vino più immediato, divertente e legato alla convivialità.

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 Attività degustative instore: sono valide, potrebbero essere migliorate? 

Sono valide ma bisognerebbe creare dei momenti dedicati. Non troppo tecnici e non troppo lunghi. Una sorta di pillole da offrire per far sì che il cliente si appassioni al vino in generale.

 

Il retail è storicamente noto per l’elevata pressione promozionale: secondo te questa politica di taglio prezzi danneggia il vino e la sua immagine? O potrebbe essere  utilizzata in maniera proficua? 

Danneggia se si guarda solo al prezzo. Esistono vini buoni e alle volti ottimi a prezzi contenuti, ma il prezzo stracciato raramente va di pari passo con la qualità. Per far capire questo concetto cardine si potrebbero far girare molte più etichette sugli scaffali magari facendo dei temporary corner sempre suddivisi per area di produzione.

 

La comunicazione sul vino in store: cosa ne pensi? Quali formule giudichi più azzeccate e quali totalmente sbagliate?

Penso che non esista una vera comunicazione del vino in store o se esiste si basa sulle offerte e stop. Bisognerebbe farci un progetto serio, con persone competenti, perché il vino da grande distribuzione potrebbe far ripartire il consumo quotidiano, ma comunque moderato, che ha sempre caratterizzato il nostro paese.

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  Come organizzeresti un’attività di  degustazione, tenendo conto di location, bacino d’utenza, posizionamento prezzo dello store e assortimenti?

Sarebbe un progetto da pensare ad hoc. Così, ex abrupto, mi verrebbe in mente un corner, magari anche ampio, da utilizzare in due momenti top della giornata. Cercherei di raggruppare i clienti in base ai loro momenti di accesso all’interno della grande distribuzione. Ricordiamoci che chi fa la spesa dopo le 20 non è lo stesso cliente che la fa alle 18. Ognuno di essi dovrebbero avere un momento, come detto breve, ma dedicato. Si potrebbe infine pensare anche di tenere aperto anche in serata, quando l’approccio di chi ascolta è più sereno e ben disposto.

Il Vinitaly ha debuttato: quali le aspettative?

Maggiore nel senso di più facile accessibilità e, dal punto di vista dei vini, grande valorizzazione dei vitigni autoctoni. Poi molti produttori porteranno assaggi della 2015, quella che si dice essere una grande annata

Quali le sorprese?

Ancora una volta i vitigni autoctoni. In italia ne abbiamo talmente tanti che le sorprese non mancano mai.

Bio, la viticoltura è sempre più bio. Nel 2015 le vendite ammontano a 205 milioni

Bio, sempre più bio. Vino compreso. E l’analisi Wine Monitor – Nomisma su dati FIBL – predisposta in occasione di Vinitaly 2016 lo dimostra in pieno. La viticoltura biologica, infatti nel periodo 2004/2014 è cresciuta del  +259% Europa, del +261% mondo.

Nel mondo il 4,5% della superficie vitata è bio; nella UE l’incidenza sale al 7,8%. La graduatoria per Paese rileva al primo posto il Messico (con uno share del 15,6%), seguito dall’Austria (10,7%). L’Italia è al terzo posto (con il 10,3%) precedendo Spagna (8,9%), Francia (8,7%), Germania (7,6%), Nuova Zelanda (6,7%), Bulgaria (5,8%) e Grecia (4,3%).
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Per superfici vitate bio, l’Italia, con 72.361 ettari, è al secondo posto in Europa, dopo la Spagna (84.381 ettari). Considerando l’orizzonte temporale 2003-2014 il Paese iberico presenta una crescita del +413% mentre l’Italia del +128% e la Francia del +307% (terzo posto in graduatoria, con 66.211 ettari). Spostando l’obiettivo sulla superficie a vite biologica per regione, in Italia guida la Sicilia (27.105 ettari nel 2014, 38% sul totale italiano e +43% rispetto al 2011); seguono Puglia (10.269 ettari, +22%) e Toscana (9.243 ettari, +46%).

Ma la novità presentata a VinitalyBio è la mappatura delle dimensioni del mercato final: nel 2015 le vendite di vino bio hanno raggiunto complessivamente 205 milioni di euro. Tale giro d’affari è realizzato per 1/3 sul mercato interno (68 milioni di euro, considerando tutti i canali – gdo, catene specializzate in prodotti bio, enoteche, ristorazione/wine, vendite diretta …) e per la restante parte (137 milioni di euro) sui mercati internazionali (+38% rispetto all’export di vino bio realizzato nel 2014). E a crescere è anche la consumer base: negli ultimi 12 mesi il 21% della popolazione italiana over 18, ovvero 10,6 milioni di persone, ha bevuto in almeno un’occasione – a casa o fuori casa – vino biologico certificato. Percentuale in continua crescita negli ultimi anni (nel 2013 era pari al 2%, nel 2014 era pari al 12%), sintomo di un forte apprezzamento da parte del consumatore, che riconosce al vino bio naturalità (44% degli user riconosce tale fattore distintivo) ma anche qualità (17%). Per tutte queste caratteristiche distintive, il 75% dei wine user bio è disposto a spendere di più per acquistare un vino con il marchio bio.

Pam Panorama lancia Guida alla crescita, portale per genitori e insegnanti

Tanti consigli, informazioni e suggerimenti per aiutare nella crescita dei ragazzi: si trovano in “Guida alla Crescita”, il nuovo progetto editoriale di Pam Panorama pensato come supporto per genitori ed insegnanti.
Guida alla Crescita è un portale all’interno del quale gli utenti, grazie alle mascotte Chiara e Leo, una giovane mamma e suo figlio, sono guidati alla scoperta di tanti temi e discipline diverse: matematica, italiano, scienze, alimentazione, sport, e molto altro.
Nell’area pubblica del sito sono presenti consigli utili, rubriche tematiche su sport e alimentazione e ricette da preparare insieme.
Registrandosi nell’area riservata ai genitori, le famiglie avranno accesso a contenuti di approfondimento per i ragazzi, ogni mese basati su un tema diverso: guide per scoprire come stimolarli nelle attività scolastiche, poster infografici, il “Colora e ritaglia” e schede di attività sperimentali.
Anche gli insegnanti, registrandosi nella sezione a loro dedicata, potranno accedere a materiali pensati per l’attività didattica in classe, tra cui i sussidiari tematici del progetto Nutri il Sapere di Pam Panorama (Pane, Pesce, Frutta e verdura, Legumi, Latte e derivati, Biologico), le carte di identità dei prodotti freschi, ogni mese differenti, e alcuni test online da sottoporre agli studenti proprio sui temi di Nutri il Sapere.
Guida alla crescita contiene inoltre il calendario dei laboratori Nutri il Sapere dedicati alla scuola primaria.

Retail e Consumer Goods: cambiano le priorità. Il focus è su consumatore e innovazione

Nell’universo del Retail e del Consumer Goods, le cose stanno cambiando radicalmente: basti dire, per esempio, che tra il 2000 e il 2015 la penetrazione di Internet (a livello mondiale) è aumentata di quasi 7 volte, dal 6% al 43%. Quella della banda larga per cellulari è 12 volte maggiore rispetto al 2007 tanto che oggi il 69% della popolazione mondiale è raggiunta dalla rete 3G. Ne emerge uno scenario che l’Annual Global CEO Survey di PwC descrive sempre più complicato da comprendere e da assecondare, in cui il fattore più dirompente è lo shopping on-line.

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La conseguenza più diretta è la preoccupazione, avvertita dal 77% dei CEO del settore Retail e dal 73% di quelli del settore Consumer Goods. Tra i rischi quelli che più angosciano i CEO del settore Retail e Consumer Goods sono la sovra-regolamentazione, la volatilità dei tassi di cambio, l’aumento del carico fiscale, l’instabilità sociale e la disponibilità di competenze chiave. Ne discende che In cima alle priorità– per il 71% dei CEO del Consumer Goods e il 64% dei CEO del Retail – è la gestione della volatilità dei prezzi delle commodity, che influisce sulle azioni delle aziende lungo l’intera catena del valore.

Ciò non toglie che le aspettative ci siano: il 45% dei CEO del Retail e il 40% di quelli del Consumer Goods sono certi che il fatturato della loro impresa crescerà nei prossimi 12 mesi, rispetto al 35% complessivo. In linea con questo trend positivo, il 45% crede che ci siano più opportunità di crescita oggi rispetto al 2013.

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Le priorità

La responsabilità sociale dell’impresa avrà una posizione centrale nelle scelte dei prossimi 5 anni: ne sono convinti ben il 58% dei CEO Retail e il 67% dei CEO Consumer Goods. Quanto al fatto che gli strumenti di social media listening siano un canale chiave per conoscere le priorità degli stakeholder lo sostiene il 30% dei CEO intervistati.

Altre tecnologie ritenute utili per rispondere alle esigenze del consumatore sono l’analisi dei dati (70% Retail, 64% Consumer Goods) ed i sistemi di customer relationship management (71% Retail, 69% Consumer Goods).

Schermata 2016-04-06 a 14.44.23Erika Andreetta, Retail and Consumer Consulting Leader PwC commenta: “La nostra survey conferma come i CEO del settore Retail e Consumer Goods abbiano delle priorità molto diverse rispetto al passato, focalizzate sulle opportunità che derivano dall’innovazione tecnologica, in termini di offerta al cliente, comunicazione con il consumatore e mission aziendale. I clienti, dall’altro lato, hanno nuove abitudini di consumo, con la generazione millennials che ricorre agli srumenti mobile in ogni fase, dalla ricerca del prodotto, alla comparazione, sino all’acquisto”.

“L’arena competitiva dell’industria sta profondamente cambiando, abilitando nuovi modelli di business che anche in Italia stanno emergendo, come il servizio Amazon Prime Now di consegna entro un’ora, o Supermercato 24 che consente la spesa online attraverso molteplici retailer con consegna entro 24 ore. Questi cambiamenti pongono numerosi interrogativi aperti per i player del settore, per esempio: cosa accadrà agli assortimenti dei nuovi retailer?”

Birra Moretti presenta La Bianca, nuova weiss all’italiana

Birra Moretti, presenta La Bianca, la nuova weiss all’italiana ad alta fermentazione. Solo ingredienti di alta qualità, selezionati dai Mastri Birrai Birra Moretti: malto di frumento e malto d’orzo chiari 100% italiani, luppolo, lievito ad alta fermentazione, che regala a Birra Moretti La Bianca un profumo fresco, note speziate e un retrogusto delicato ed elegante.

Con i suoi 5% vol., La Bianca ha un gusto rinfrescante, caratteristico delle migliori weiss bavaresi, e una schiuma fine e compatta. È una birra caratterizzata dall’inconfondibile e genuino stile italiano. Ideale in ogni momento, è ottima gustata a tavola o, da sola, in diversi momenti della giornata, come all’aperitivo.

La Bianca è l’ultima nata nella famiglia Birra Moretti che si va a unire a Birra Moretti La Rossa, prodotta con malto d’orzo brunito 100% italiano, Birra Moretti Doppio Malto, con malto d’orzo e malto di frumento, 100% italiani, e Birra Moretti Baffo d’Oro, la prima birra prodotta in Italia con energia rinnovabile derivante da pannelli solari e con pregiati orzi primaverili 100% italiani.

 

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