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Infografica: online e off line il consumatore vuole risparmiare… tempo

Qual è il bene più prezioso? Probabilmente il tempo. Si parla tanto di shopping experience ma in realtà, con l’avvicinarsi delle feste e strade, centri commerciali e punti vendita sempre più affollati, fare la spesa o lo shopping è stressante, e nessuno ha voglia di perdere tempo. Ecco allora che le strategie attuate da retailer e Gdo sono sempre più richieste e apprezzate, dal self-check out (le casse fai da te) al self-scanning. E poi c’è il grande tema dei pagamenti via smartphone che, anche quelli, qualche secondo lo fanno risparmiare. Tutti accorgimenti che in periodi particolarmente frenetici possono fare la differenza nella scelta del negozio dove entrare.

Meno scontato è pensare come anche l’e-commerce sia soggetto alle stesse regole, come dimostra l’infografica qui sotto frutto di una ricerca Dynatrace su 2000 consumatori americani circa la perfomance dei siti Internet. Nove navigatori su dieci si aspettano che la “tenuta” dei siti non sia influenzata nei periodi di grande traffico, il 61% si è lamentato di avere avuto una esperienza negativa navigando sul sito di un retailer e il 75% di questi sono andati direttamente a un sito concorrente. Insomma, la conclusione è questa: il cliente è sempre meno paziente (addirittura il 46% se ne va se un sito o un’app non si carica entro 3 secondi), e il retailer farà bene e tenerne conto, on e offline.

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Presentato a Parma il documento UE sulla sicurezza alimentare

Si è aperta ufficialmente ieri la due giorni parmense dedicata a EXPO 2015: una fondamentale tappa di avvicinamento all’Esposizione Universale di Milano, a meno di sei mesi dall’apertura ufficiale.

EXPO Milano 2015, infatti, d’accordo e in collaborazione con BIE – Bureau International des Expositions, ha scelto Parma per ospitare il Collegio dei Commissari Generali.

Dagli Usa ai Paesi del Golfo, dalla Russia alla Cina, dall’America Latina all’Europa, sono 150 i Commissari arrivati da tutto il mondo nella città emiliana per prendere parte al Collegio: questo appuntamento rappresenta l’occasione per informare i Paesiche hanno già aderito e sottoscritto il contratto di partecipazione in merito alle attività della società organizzatrice EXPO Milano 2015. E per presentare lo stato di avanzamento dei lavori del sito che ospiterà fisicamente l’evento.

In apertura del summit Diana Bracco, Presidente di EXPO Milano 2015 e Commissario Generale di Sezione di Padiglione Italia per Expo 2015 ha spiegato le ragioni della scelta di Parma per l’evento: «La città di Parma è una delle capitali mondiali dell’alimentazione. Oltre a ospitare alcune tra le  più importanti industrie del settore, è la sede di EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, e vanta una grande tradizione per quanto riguarda le eccellenze del Made in Italy. Due plus notevoli, se si considera che proprio il food – con il tematismo “Feeding The Planet, Energy For Life” – sarà il filo conduttore di EXPO 2015».

Il momento più significativo della prima delle due giornate del Collegio dei Commissari Generali di EXPO Milano 2015 è stato rappresentato dall’intervento di David Wilkinson, Commissario Generale designato dall’UE per EXPO Milano 2015. Parlando alla platea dei 150 Commissari riuniti e alla presenza del neo Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e dei rappresentanti delle Istituzioni e del sistema economico parmense, Wilkinson ha illustrato il programma scientifico della UE per l’Esposizione Universale. In particolare, il Commissario Generale UE per EXPO Milano 2015  ha evidenziato il significativo lavoro già svolto per organizzare oltre 200 eventi scientifici pubblici nei sei mesi dell’evento.

Inoltre Wilkinson ha voluto anticipare ai presenti una sintesi del documento “EU Research and Global Food and Nutrition Security”, alla cui stesura ha lavorato un Comitato scientifico di Direzione, presieduto dall’ex Commissario all’Agricoltura Franz Fischler, con il contributo di EFSA. Questo policy paper – che nella sua interezza verrà presentato a marzo 2015 – intende essere il riferimento per un dialogo e un confronto costruttivi tra le Istituzioni e gli stakeholder e i cittadini durante i workshop, i seminari e le conferenze che animeranno EXPO 2015.

«Il policy paper che abbiamo voluto anticipare a Parma – spiega David Wilkinson – ruota intorno ai concetti di sicurezza alimentare e di cibo sostenibile, per tutti. La nostra mission è stimolare il cambiamento attraverso la ricerca e la condivisione della conoscenza. Abbiamo individuato sette aree chiave di intervento: la riduzione degli sprechi; il miglioramento della salute pubblica attraverso l’alimentazione; la gestione più efficace della risorsa terra; la sostenibilità dei prodotti agricoli; il miglioramento del cibo sotto il profilo qualitativo e della sicurezza alimentare; l’ottimizzazione dei commerci internazionali; una maggiore equità sociale. I benefici che ci attendiamo riguardano la crescita economica, la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente».

Fondamentale ai fini della stesura del documento “EU Research and Global Food and Nutrition Security” è stato il confronto con EFSA. Questo il commento di Alberto Spagnolli, capo dell’Ufficio del Direttore Esecutivo: «La sicurezza degli alimenti è una componente fondamentale del dibattito che si svolge intorno a EXPO 2015 e in qualità di agenzia europea per la sicurezza alimentare EFSA rappresenta una voce importante in questo dibattito. Contribuiamo attivamente alla riflessione scientifica lanciata dall’Unione Europea in occasione di EXPO, che allo stato attuale è sintetizzata nel documento “EU Research and Global Food and Nutrition Security”. EFSA organizzerà una serie di attività all’interno di EXPO e in particolare una conferenza scientifica per fare il punto della situazione sulle sfide e opportunità future nell’ambito della sicurezza alimentare, ponendo l’accento su due temi principali: l’analisi dei rischi da un lato e scienza, innovazione e società dall’altro».

Al summit ha partecipato anche il neo Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini che ha dichiarato: «EXPO 2015 rappresenta per noi un’occasione formidabile per attrarre visitatori e turisti nella nostra Regione che si trova a pochi chilometri da Milano, per presentare al mondo la ricchezza e l’eccellenza di questa terra, prima al mondo per numero di DOP e IGP».

Regali di Natale? Online per quasi dieci milioni di italiani

Un piccolo esercito di 9,2 milioni: sono gli italiani che quest’anno compreranno online almeno un regalo di Natale. Due milioni in più dell’anno scorso con un fatturato atteso di 2,5 miliardi di euro per le vendite online nella stagione natalizia. I dati vengono da una ricerca condotta da Netcomm, Consorzio del Commercio Elettronico Italiano, in collaborazione con Human Highway, che ha analizzato la propensione all’acquisto online su un campione formato da uomini e donne di età superiore ai 18 anni residenti su tutto il territorio nazionale e rappresentativi della popolazione italiana che si connette alla Rete con regolarità almeno una volta alla settimana.

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Se Il 18,6% degli acquirenti online di regali di Natale dichiara che farà meno acquisti rispetto all’anno scorso, il 34,8% dichiara che ne farà di più.

Comodità e convenienza sono le ragione per le quali ci si rivolge a Internet, anche e soprattutto in questo frenetico periodo dell’anno, in cui il tasso di crescita registrato risulta superiore a quello degli acquirenti online in generale. In aumento ci sono anche i cosiddetti “Online first”, ovvero quei 2 milioni di persone che compreranno i propri regali di Natale principalmente o esclusivamente sul web, in crescita del +35% rispetto allo scorso anno. Sono circa il 20% di coloro che dichiarano di acquistare almeno un regalo di Natale sul web e si rivolgono in prima istanza alla Rete già per compiere buona parte dei loro acquisti abituali, dai libri all’elettronica, dai viaggi ai contenuti digitali. Il trend di crescita è confermato, inoltre, dall’analisi delle intenzioni di acquisto per questa stagione: il 35% degli acquirenti online dichiara infatti che quest’anno farà più acquisti di regali di Natale online rispetto all’anno scorso.

Netcomm prevede che le categorie che ricavano maggior impulso dagli acquisti della stagione natalizia sono, nell’ordine: prodotti di Salute & Benessere, Attrezzatura sportiva, Biglietti di viaggio, Abbigliamento e scarpe, Soggiorni di vacanza.

Da Auchan e Simply la sporta della spesa diventa glamour per Telethon

È griffata Cruciani, noto brand della moda, la shopping bag che si può acquistare negli iper Auchan e nei supermercati Simply, IperSimply e PuntoSimply per contribuire alla ricerca sulle malattie genetiche rare promossa dalla fondazione Telethon..

La sporta della spesa griffata Cruciani disponibile in tre varianti di colore: lilla, arancione e canna da zucchero.

I consumatori vogliono più informazione. L’etichetta la nega. Firma la petizione

Quando il consumo si fa stretto… è il tema scelto per il Forum di Osserva Italia, l’osservatorio quotidiano di repubblica.it in collaborazone con Conad e Nielsen.

Nell’analisi dell’amministratore delegato di Nielsen Giovanni Fantasia emerge quello che molti ormai considerano come dato consolidato. Gli italiani non torneranno a spendere come prima nel largo consumo. Non lo faranno perché hanno introiettato i cambiamenti culturale di comportamento imposti dalla crisi: ricerca di convenienza, riduzione degli psrechi, diffusione della sarin economy (il 56% degl italiani è disposto a condividere benoi e servizi, contro il 46% dei tedeschi e il 29% di francesi e inglesi). Hanno imnparato a razionalizzare le spese: nel 2014 il risparmi incrementale sui consumi è stato di 900 milioni di euro.

Ma il più consistente fenomeno di cambiamento è il fatto che i consumatori sono diventati avidi di informazioni prima di acquistare. Soprattutto quel 30% di italiani che contribuiscono al 40% delle vendite nel largo consumo, che Nielsen divide in 8,4 milioni di consumatori esigenti (quelli che ricercano il prodotto con il prezzo più vantaggioso, di cui il 70% sono over 45enni) e nei 9,7 milioni di esigenti che sono affezionati a una marca da acquistare al miglior prezzo (dopo attente ricerche sulla rete).

Gli italiani, poi, quano acquistano richiedono qualità: l’82% è interessato all’origine del prodotto, il 70% legge gli ingredienti, il 65% acquista prodotti a denominazione.

A questo riguardo l’amministratore delegato di Generale Conserve Vito Gulli (nella foto in alto durante il Forum Osservaitalia) ha evidenziato come, di fronte a un consumatore che vuole sempre più informazioni, il nuovo regolamento europeo 1169 sull’etichettatura alimentare, che entrerà in vigore tra meno di un mese, non prevede l’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione, creando non solo confusione e poca chiarezza nei consumatori, ma venendo meno alla salvaguardia del Made in Italy con danno evidente per quelle imprese, come Generale Conserve e molte altre, che si ostinano a produrre in Italia.

Così se fino ad oggi in Italia grazie al D.lgs.109/1992 l’indicazione sull’etichetta dell’indirizzo della sede dello stabilimento di produzione è stata obbligatoria, dal prossimo dicembre a causa del regolamento europeo 1169/2011 l’indicazione rischia di scomparire non essendo considerata più obbligatoria.

Per questo, inStoremag. It appoggia e infita a sottoscrivere la campagna in corso lanciata da ioleggoletichetta per firmare una petizione al Governo Italiano e al Parlamento europeo per mantenere in Italia ed estendere agli altri paesi Ue l’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione in etichetta.

C’è poco tempo. Il 24 novembre verrà spedita la petizione che finora ha raccolto 15.000 firme.

di Fabrizio Gomarasca

Accordo Powa-Setefi rivoluziona i pagamenti con lo smartphone

Nel mondo del mobile payment le acque si stanno agitando. Dopo l’arrivo di Apple Pay con l’iPhone 6 è ora la volta di Powa Technologies che ha siglato un accordo di partnership con Setefi per offrire ai retailer un nuovo metodo di accettazione dei pagamenti con smartphone e tablet.

È questo il cuore dell’accordo tra Powa Technologies, la start up inglese specializzata nella realizzazione di soluzioni innovative per l’e-commerce e Setefi, leader nel mercato italiano nel settore dell’acquiring con oltre 290.000 terminali gestiti.

Setefi, specializzata nei pagamenti con moneta elettronica per tutte le banche del Gruppo Intesa Sanpaolo, di cui gestisce oltre 13 milioni di carte, integrerà i servizi offerti da Powa Technologies, tra cui la rivoluzionaria soluzione di vendita al dettaglio PowaTag, che consente ai commercianti convenzionati di disporre di un  nuovo modo multicanale per vendere i loro prodotti.

PowaTag è un’innovativa soluzione di mobile commerce che consente di effettuare degli acquisti ovunque e in qualsiasi momento con lo smartphpone in due semplici click, attraverso una serie di triggers tra cui Qr code, Audio Tag, beacon Bluetooth, NFC e social media.

L’app, inoltre, consente ai retailer  di coinvolgere  in  maniera interattiva i consumatori che potranno ricevere, direttamente sul loro smartphone,  informazioni sul prodotto e su eventuali offerte speciali e programmi fedeltà.

La partnership prevede  che Setefi  fornirà la tecnologia Powa ai suoi 50 clienti principali nell’arco di 6 mesi.

«I consumatori italiani – ha dichiarato il Ceo e fondatore di Powa Technologies Dan Wagner –  hanno dimostrato un forte desiderio di voler  utilizzare nuovi metodi di pagamento per  gli acquisti online e mobile, perciò i retailer  sono sotto pressione per fornire loro soluzioni in grado di soddisfare il bisogno di semplificare e velocizzare il processo di acquisto».

L’accordo consentirà inoltre ai retailer di offire ai consumatori un nuovo canale di vendita, che  permetterà loro di effettuare un acquisto ovunque e in qualsiasi momento.

«PowaTag – ha aggiunto il Ceo di Setefi, Maurizio Manzotti –  è uno strumento molto importante per i nostri clienti, che possono innovare  le loro imprese  grazie a questo nuovo canale di vendita. La partnership con Powa ci permetterà di consolidare la nostra posizione di leader per il mercato italiano nel settore dell’acquiring e allo stesso modo consentirà ai nostri clienti di rimanere all’avanguardia nel settore in rapida evoluzione dei pagamenti mobile».

Etichette alimentari, tra un mese si parte e solo il 43% è pronto

Fonte Indicod-Ecr

C’è consapevolezza diffusa delle aziende sull’attuazione del Reg. UE 1169 sulle etichette alimentari, la cui attuazione partirà il 14 dicembre, ma anche incertezza sulla effettiva compatibilità dei prodotti etichettati.

Secondo l’Osservatorio GS1 Italy | Indicod-Ecr 9 aziende alimentari su 10 sono a conoscenza dell’imminente entrata in vigore del Reg. UE 1169/2011 sull’etichettatura dei prodotti alimentari e in linea di massima ne conoscono i contenuti (così dichiara l’81,2%). E infatti praticamente tutte le aziende dichiarano di stare lavorando per mettere in regola le etichette dei prodotti ma, al momento, solo due su 10 pensano che i loro prodotti siano conformi alla normativa, la maggior parte ci sta lavorando e un modesto 43% ritiene che i propri prodotti abbiano raggiunto una “buona” compatibilità con i requisiti richiesti.

Il regolamento mira ad uniformare le informazioni presenti sulle etichette in 27 nazioni europee, stabilendo anche criteri di leggibilità, ed ha lo scopo di garantire che i consumatori effettuino decisioni di acquisto informate sulla base di dati come, ad esempio, la tabella nutrizionale, gli ingredienti, gli eventuali allergeni e le istruzioni per l’uso.

Bennet inaugura un nuovo iper consumer friendly

Bennet si rinnova, nella comunicazione e nel rapporto con i clienti, inaugurando l’ipermercato di Colle Umberto.

Tante le novità a cominciare dalla struttura che, con i suoi 110 dipendenti, è progettata in modo da coniugare essenzialità, rigore espositivo e pulizia a un’atmosfera coinvolgente.

Consumer friendly anche l’innovativa suddivisione in settori che, partendo dal concetto di complementarietà tra i prodotti, semplifica le modalità di accesso aprendo a una nuova concezione di esposizione.

È in questo senso che nascono reparti come il “Mercato dei freschi”: una vera e propria piazza dove passeggiare tra i banchi dei prodotti freschi e freschissimi. La stessa esperienza ovviamente è offerta in tutti i reparti, ribattezzati per l’occasione con nomi evocativi e dall’immediata comprensione come per esempio La Casa, Il Tempo Libero, La Cantina, La Colazione, La Bellezza, La Teleria e La Tv.

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Questa nuova impronta si estende anche all’attrezzatura che, vantando caratteristiche tipiche degli specialisti, rende tutto ordinato e accessibile offrendo un assortimento che risulta vario ma non “affollato”. In questo modo viene offerto un rapporto con i prodotti più coinvolgente e diretto ai clienti che nel momento della scelta non si sentono disorientati.

I servizi

Questo rapporto di familiarità va oltre i prodotti e raggiunge anche alcuni servizi speciali, offerti sia all’interno del punto vendita che fuori. All’interno dell’ipermercato si apre un mondo di possibilità: si può scegliere tra 23 casse a disposizione, di cui 6 fai da te, dove si può selezionare il metodo di pagamento preferito, si possono anche pagare i bollettini postali, attivare un cellulare appena acquistato o richiedere la consegna a domicilio di un acquisto ingombrante. Al tempo stesso, la pagina web dedicata offre al cliente altre opportunità, come scegliere i libri online prima di ritirarli in store, stampare le foto scegliendo il formato preferito e scaricare la propria musica preferita scegliendo tra più di 3.500.000 di brani.

Sostenibilità

L’unicità di questo ipermercato vanta anche una particolare attenzione per l’ambiente che, grazie ad alcune innovazioni, ha fruttato un risparmio energetico di circa il 40% rispetto alle strutture tradizionali e ha permesso l’ottenimento della classe energetica A.

Un risultato ambizioso, reso possibile da un’impiantistica all’avanguardia che comprende: un impianto geotermico che utilizza l’acqua della falda per la climatizzazione, pannelli fotovoltaici posizionati sul tetto, illuminazione interna ed esterna a LED, refrigerazione alimentare basata su un innovativo impianto centralizzato e banchi dei prodotti freschi e surgelati dotati di porte con doppio vetro e bassi consumi.

I vantaggi di alcune di queste innovazioni tecnologiche sono direttamente percepibili e fruibili dai clienti stessi possessori della carta Bennet Club che, ad esempio, tra i 1150 posti auto gratuiti possono trovare delle colonnine per la ricarica delle auto elettriche da utilizzare gratuitamente durante i loro acquisti.

Persino l’inquinamento acustico è stato ridotto utilizzando all’esterno asfalto fonoassorbente, sintomo di una propensione all’eccellenza che si estende a 360°.

 

Buon packaging antidoto allo spreco per tre italiani su quattro

Immagine: Comieco.

Un “buon” packaging, che protegga e mostri le corrette informazioni sul prodotto e sia anche riciclabile è importate per il 75% dei consumatori italiani secondo un’indagine curata da Astra Ricerche per conto del Club Carta e Cartoni di Comieco, il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica.

In particolare gli imballaggi in cartone/cartoncino sono associati al concetto di ordine (61%), protezione (43,6%), facilità di spostamento (40%), e quasi un terzo degli italiani ritiene fondamentale la funzione di comunicazione e informazione della confezione.

Pensando ai prodotti che contengono, carta e cartoncino sono considerati ideali per contenere gli alimentari secchi secondo il 74% degli intervistati, e per i dispositivi tecnologici secondo il 69%. Seguono piccoli elettrodomestici e prodotti per la cura della persona (come confezione esterna). Infine, i pack in materiale cellulosico sono imballaggi ritenuti facilmente riciclabili per l’89%, e il 92% è convinto della loro sostenibilità. Sarebbero addirittura un “antidoto allo spreco” per tre quarti degli intervistati. L’imballaggio in cartoncino piace perché consente di riportare informazioni dettagliate sul prodotto. Pensando alla riduzione dello spreco, due sono le misure che potrebbero facilitarlo secondo l’86% degli intervistati: l’indicazione chiara della data entro cui il prodotto può essere consumato senza rischi e la disponibilità di formati diversi di un prodotto, da utilizzare a seconda delle esigenze e dell’ampiezza del nucleo famigliare.

“Siamo particolarmente soddisfatti dei risultati di questa ricerca – dice Piero Attoma, coordinatore del Club Carta e Cartoni e vicepresidente di Comieco -. Gli italiani hanno espresso chiaramente il loro punto di vista: l’imballaggio, se concepito con criteri di sostenibilità, diventa una risorsa e un’opportunità da cogliere sempre più nella lotta contro lo spreco. Parlando di materiali cellulosici, le innovazioni studiate per ridurre ad esempio le grammature a parità di prestazioni, o la crescita nell’ultimo anno del 5,4% nell’uso di macero per la produzione di imballaggi si orientano in questa direzione”.

Gluten free Expo a Rimini: industria e gdo guardano con crescente attenzione al senza glutine

Gluten Free Expo, il primo e unico salone internazionale dedicato ai prodotti e all’alimentazione senza glutine, si svolge dal 14 al 17 novembre a Rimini Fiera.

Appuntamento importante, dicono gli organizzatori, perché con un incremento di espositori del 52% (sono 110 a oggi, in rappresentanza di 158 aziende) e in particolare con la partecipazione delle aziende alimentari (l’Associazione dell’industria dei semilavorati alimentari collabora con la manifestazione) Gluten Free Expo fa un salto di qualità, attirando l’interesse della Grande distribuzione. «Già oggi le più importanti catene hanno prodotti a marchio del distributore senza glutine» ha sottolineato Juri Piceni, di S-Attitude Group che organizza la manifestazione.

Ma il vero nodo da sciogliere riguarda la liberalizzazione di un mercato che oggi è quasi totalmente in mano alle farmacie. Il volume d’affari, in Italia, del mercato degli alimenti gluten free, è stimato a 237milioni di euro con una crescita continua a due cifre. La farmacia occupa un ruolo fondamentale (176milioni di euro) mentre la grande distribuzione è ancora marginale (61 milioni di euro), nonostante la differenza tra i prezzi dei prodotti al supermercato e quelli nelle farmacie sia tra il 40 e il 60%. Il nodo da sciogliere si chiama liberalizzazione, che potrà portare a un riallineamento del differenziale di prezzo e a una maggiore diffusione dei prodotti gluten free sugli scaffali dei supermercati.

Tanto più che una ricerca condotta dall’istituto di ricerca Apertamente ha individuato un ampio mercato, ancora poco esplorato, di persone sensibili al glutine o che decidono per scelta salutistica, seguendo uno stile alimentare orientato al benessere pur non essendo soggetti ad alcuna intolleranza o patologia, di limitarne il consumo nella propria dieta. «Il percepito dei prodotti gluten free – afferma la ricercatrice Eleonora D’Onofrio – è che siano mediamente di una qualità superiore rispetto ai comuni prodotti in commercio. Salubrità, leggerezza, basso contenuto calorico sono, in realtà, spesso dei falsi miti, ma è bene imparare a comunicare con questa nuova fetta di mercato che rappresenta per le aziende del largo consumo e della grande distribuzione uno sbocco commerciale di grande interesse».

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