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Italiani e Fase 2: tutto dipende da una (buona) comunicazione. I dati GfK

Dal 4 maggio l’Italia ha ricominciato lentamente a riaprire dopo quasi due mesi di lockdown. È ormai chiaro che la cosiddetta Fase 2 sarà un percorso graduale verso una “nuova normalità”. Ma dopo la crisi legata al Coronavirus saremo gli stessi di prima? Quali scenari si profilano dal punto di vista dei consumi, del sentiment e della comunicazione?

Durante il live event “Attivarsi per la Fase 2: insight GfK su Largo Consumo, Media e Comunicazione” gli esperti GfK hanno fornito nuovi spunti alle aziende su come affrontare la crisi attuale e l’incertezza futura. Tutti gli insight presentati derivano dal monitoraggio settimanale a 360 gradi sugli effetti del Coronavirus sui mercati, i consumatori e i media che GfK ha attivato nel mese di febbraio.

Nuove abitudini di spesa nel Largo Consumo

Daniele Novello -Sub-Lead Consumer Insight – ha parlato di come è evoluto il sentiment dei consumatori italiani nelle ultime settimane, presentando i risultati più aggiornati della ricerca GfK COVID-19 Tracking, che da quasi un mese monitora l’evoluzione su base settimanale delle abitudini, gli stili di vita e le strategie di acquisto degli italiani.

Nel suo intervento “FMCG Shopper unlocked” Marco Pellizzoni– Commercial Lead Consumer Panels – ha sottolineato come l’emergenza COVID-19 sta rivoluzionando le abitudini di acquisto nel Largo Consumo. “Nelle prime settimane del lockdown è cresciuta in maniera significativa la spesa nel FMCG (+19,8%), in particolare per  famiglie giovani con bambini. – Spiega Marco Pellizzoni. Gli italiani continuano a fare scorta di prodotti, riducendo la frequenza di acquisto. È cambiato profondamente il Channel Mix, con la crescita dei canali di prossimità (inclusi i negozi tradizionali) e dell’online: l’11,5% delle famiglie italiane ha fatto la spesa online a marzo. Una abitudine nuova per molti (il 37% non aveva mai fatto la spesa online nell’ultimo anno) ma con grandi potenzialità di crescita: infatti a marzo il 19% degli Italiani ha provato a fare la spesa online ma non c’è riuscita, per limitazioni del Canale nel gestire una domanda esplosa”. Oltre ai prodotti di prima necessità e quelli legati alla pulizia, durante il lockdown sono cresciuti tutti i prodotti legati alla sfera del Benessere (Biologico, Plant Based, Senza Lattosio e Senza Glutine).

Ma cosa possiamo aspettarci per la Fase 2? Spiega Pellizzoni: “Le categorie con maggiore prospettiva di crescita sono quelle che hanno attivato Penetrazione aggiuntiva nelle ultime settimane e che sono in linea con le nuove occasioni di consumo che, in molti casi, continueranno anche nella Fase 2. Vengono meno le leve tattiche da azione in-store e ritorna centrale la comunicazione, anche da indirizzare a target di acquirenti profondamente diversi dal solito. Per sostenere la crescita durante la Fase 2, sarà centrale focalizzarsi sul mantenimento della Penetrazione, ripensare il ruolo dei Canali e stare più vicino al Consumatore, anche valutando il Direct to Consumer.”

Comunicazione di marca e strategie multimediali

Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, GfK sta monitorando come le aziende stanno adattano le proprie strategie di comunicazione alla crisi e ha attivato un monitoraggio settimanale per seguire l’evoluzione dei sentiment e delle attese dei consumatori nei confronti della comunicazione. Durante la web conference, Cristiana Zocchi-Solution Lead Marketing Effectiveness- ha presentato i risultati del monitoraggio, facendo il punto sul come sta reagendo la comunicazione di marca e su quali sono le attese future dei consumatori. Le nostre ricerche mostrano un elevato interesse a mantenere attivo il dialogo – commenta Zocchi – attraverso una comunicazione che dovrà però adeguarsi alla nuova normalità. Nelle attese delle persone, le aziende dovranno porre attenzione ad alcuni temi di responsabilità sociale ed economica, portati in primo piano dalla pandemia. I brand saranno poi chiamati a rispondere ai ‘nuovi’ bisogni dei cittadini-consumatori con iniziative di marketing e comunicazione specifiche per il settore in cui operano”.

Anche la fruizione dei Media è cambiata molto dopo l’inizio dell’emergenza COVID-19. Ne hanno goduto in maniera importante TV (+18%) e Web (+25%), che fanno registrare incrementi inediti, trainati da un’altissima domanda di contenuti informativi, di intrattenimento, di comunicazione. La Radio, nonostante il collasso del drive time, ha mantenuto buoni livelli di fruizione grazie, da un lato, a una consistente porzione di popolazione che ha continuato a muoversi (prevalentemente in auto), dall’altro alla possibilità di essere ascoltata attraverso un gran numero di piattaforme. Segnali simili arrivano anche dal lato della Stampa (fisica o digitale).

Durante il lockdown gli italiani sono diventati anche più multimediali, come ha spiegato Giorgio Licastro -Solution Lead Media Measurement-: “In generale la ‘carcerazione’ forzata a casa ha indotto gli Italiani ad attivare nuove modalità di fruizione dei mezzi e li ha resi più multimediali. Inducendo le generazioni più giovani a scoprire e aprirsi ai mezzi tradizionali, e le generazioni più mature ad accelerare la conversione al digitale. Tutto questo può essere un lascito per la nuova normalità, alla fine dell’emergenza sanitaria”.

In chiusura della conference, Giuseppe Minoia -Insight Advisor- ha presentato una riflessione sul ruolo “salvavita” che ha l’Entertainment ha avuto durante il lockdown – e che può avere ancora nella Fase 2. “Gli italiani, i cittadini, i consumatori come si comporteranno nella riapertura, dopo la fase acuta di COVID-19? Dai nostri dati settimanali affiora un consumatore bifronte, rispettoso degli input degli esperti, ma anche desideroso di tornare a fare altro, ad intrattenersi con altri, insomma motivato verso l’Entertainment. Dopo tanto smart working, schooling e shopping,  vogliamo tornare a rilassarci, da soli e con gli altri”.

Secondo i dati GfK, gli acquirenti di Entertainment sono cresciuti negli ultimi due anni e anche nella Fase 2 ci sono molte opportunità per questo settore: “Gli italiani non vedono l’ora di uscire  con gli amici, fare un viaggio, fare shopping non da soli, andare al bar e al ristorante, tornare dall’estetista e in palestra, entrare di nuovo in un cinema, in un teatro, in uno stadio, in un evento. Per ora non si può fare, ma i consumatori di Entertainment non vedono l’ora di poter essere i primi ad uscire per condividere questi consumi che ieri chiamavamo esperienze. Per gli operatori del settore è quindi fondamentale tornare a comunicare e a programmare, elaborando anche nuove strategie di promozione e vendita in ottica early bird”.

Covid-19: così cambiano le abitudini digitali. L’analisi GfK

All’imperversare di Covid-19 sono cambiate anche le abitudini digitali delle diverse generazioni. Per analizzare gli effetti del Coronavirus sui mercati, i consumatori e i media GfK ha attivato a fine febbraio un monitoraggio settimanale a 360 gradi.

Ne è emerso che complessivamente, il tempo dedicato al Digitale è cresciuto in maniera significativa durante il lockdown e gli italiani hanno sfruttato gli strumenti digitali per rompere l’isolamento e continuare a informarsi, intrattenersi, comunicare e coltivare le relazioni.

In particolare, secondo i dati passivi rilevati attraverso GfK Sinottica*, nel periodo compreso tra il 21 febbraio e il 12 aprile è cresciuta dell’11% la quota di tempo dedicato agli strumenti digitali legati alla comunicazione (ad esempio per chat e videochiamate), ai social media e agli streaming audio e video.

Già prima del lockdown, comunicazione virtuale, social e streaming rappresentavano molto del tempo speso quotidianamente online, ma durante l’isolamento forzato in casa questo ambito è diventato ancora più importante per gli italiani.

Differenze tra le diverse Generazioni

L’incremento più alto in termini di tempo dedicato si è avuto tra Baby Boomers (+16%) e Generazione X (+14%), che probabilmente prima del lockdown utilizzavano meno di frequente questi strumenti digitali e che si sono dovuti attrezzare per comunicare a distanza, per necessità legate allo smart working o al mantenimento delle relazioni sociali. Nelle generazioni più giovani, già abituate a dedicare molto tempo a questi aspetti della vita digitale, l’incremento è stato più ridotto:  +9% per i Millennials e +3% per la Generazione Z.

Se l’incremento del tempo dedicato a comunicazione, social e streaming è stato – seppure con accenti diversi – comune a tutte le Generazioni, andando a considerare le categorie che durante questa fase hanno visto l’incremento maggiore in termini di tempo dedicato emergono alcune differenze generazionali.

Considerando il totale del tempo dedicato al digitale, la Generazione Z durante il lockdown sta dedicando più tempo del solito al Fitness, alla GDO (incluso il fare la spesa) e a tutto quello che riguarda la Cucina. I Millennials in quarantena hanno incrementato soprattutto il tempo online dedicato alla Cucina, alla GDO e all’informazione quotidiana. Anche per la Generazione X l’incremento più significativo di tempo nella sfera digitale ha riguardato la Cucina, ma al secondo posto troviamo gli strumenti digitali della Pubblica Amministrazione (PA online) e al terzo la GDO. Ancora diversa la classifica per i Baby Boomers, che hanno incrementato soprattutto il tempo online dedicato alla GDO, seguito dalla PA online e dal settore Non Profit. In questa ultima categoria rientrano anche tutte le iniziative legate a donazioni, raccolte fondi e volontariato, per le quali gli italiani più maturi hanno intrapreso diverse iniziative sfruttando gli strumenti digitali.   

Nota metodologica

*Fonte: GfK Sinottica, indagine single source basata su un campione rappresentativo di italiani con più di 14 anni. Sinottica monitora giorno per giorno i comportamenti reali dei consumatori appartenenti al Panel, anche per quanto riguarda il consumo multimediale. I dati contenuti in questo comunicato si riferiscono al periodo compreso tra il 21 febbraio e il 12 aprile 2020 e sono stati raccolti quotidianamente, in maniera continuativa con metodologie passive (Meter e Software Tracker). Tutti i trend si riferiscono al confronto con il periodo precedente al lockdown (27 gennaio-20 febbraio 2020).

Zona rossa: il servizio che connette i negozi di quartiere ai consumatori

Covid-19: i piccoli negozi di quartiere tornano in auge. Ma come fare a collegarli con le persone isolate in casa? Una soluzione trovata è quella di Ivan Laffranchi, programmatore e imprenditore digitale, che ha creato un servizio per aiutare i piccoli negozianti di paese, e quartiere, paralizzati dal lockdown, ad organizzarsi per la spesa online.

È nata così SpesaRossa.it, la piattaforma italiana per la spesa online locale, che ha raccolto centinaia di ordini in poche settimane dall’inizio delle attività, in piena emergenza da Covid-19.

Ivan ha messo in piedi il servizio in sole 48 ore e dopo il forte interesse riscosso sin dalla ‘prima versione di emergenza’, che ha visto picchi di oltre 1.000 utenti al giorno, SpesaRossa ora ha rilasciato questa settimana una seconda versione in grado di valorizzare maggiormente i prodotti dei negozianti, servire un traffico ancora più importante e raccogliere recensioni certificate sulla qualità dei prodotti.

Il servizio nato inizialmente a Torino ora si sta rapidamente espandendo su altre città come Bologna e Napoli.

Per Ivan il successo della piattaforma il successo della spesa online è legato alla facilità di utilizzo della piattaforma da lui creata, sia per il negoziante che per il cliente:

“Il negoziante è in grado di raccogliere il primo ordine in meno di 3 minuti, mentre il consumatore può fare ordini senza mail e senza alcuna registrazione. La piattaforma è nata per aiutare i negozianti ad affrontare la grave crisi attraverso una rapida digital transformation’.

Sulla piattaforma sono presenti macellerie, negozi alimentari, banchi ambulanti di prodotti per la casa, pescherie, pasticcerie, produttori di birre artigianali, gastronomie, ristoranti e vivai che ogni giorno ricevono ordini dai loro clienti abituali e da nuovi clienti.

“Da un progetto di emergenza per aiutare i negozianti potrebbe essere nata la risposta dei piccoli commercianti locali per far fronte alla concorrenza dei grandi marketplace come Amazon” dice ancora il founder di SpesaRossa.it.

Attualmente la piattaforma ha più di 70 negozi attivi con una crescita organica giornaliera del 5% e decine di ordini gestiti ogni giorno, con un tempo medio di presa in carico dell’ordine di 52 minuti.

Per i negozianti di quartiere SpesaRossa.it è una sorta di “braccio digitale” per affrontare un cambiamento che fino a ieri era stato trascurato e che oggi potrebbe diventare indispensabile per la loro sopravvivenza.

Per i consumatori d’altro canto è la possibilità di evitare lunghe code, ordinando in qualunque momento del giorno e della notte per poi recensire l’ordine ricevuto dopo 1 ora.

Italiani e lockdown: nascono a casa palestre e uffici. L’analisi Idealo

Con il lockdown totale gli italiani si sono trovati a dover passare in casa tutta la giornata, In molti quindisi sono attrezzati creando un angolo della casa dedicato all’home office e una piccola palestra con qualche attrezzo.

Un’analisi di idealo sulle categorie “Home fitness” e “Informatica” presenti sul proprio portale italiano, mette in evidenza, come entrambe siano cresciute notevolmente nell’ultimo mese rispetto al periodo precedente. Si parla infatti di un +3909,4% per i prodotti relativi al fitness, di un +122,7% per gli articoli di informatica e anche di un +260,8% per scanner e stampanti[1].

L’importanza di avere un piccolo angolo in casa per lo smart working

Quando bisogna lavorare da casa è importante avere una piccola postazione dedicata, che sia funzionale e soprattutto che eviti di distrarsi. Analizzando le categorie dedicate all’home office[2] dal 24 Febbraio al 14 Aprile 2020 – e confrontando questo periodo con le settimane precedenti[3] – idealo ha rilevato una forte crescita di molti articoli di informatica. Si tratta di: webcam (+96053,4%), altoparlanti per pc (+1137,8%), tavolette grafiche & accessori (+296,9%), notebook (+219,0%), mouse (+187,7%), tastiere pc (+183,6%), pennini capacitivi (+179,5%), tablet (+174,2%), ebook-reader (+164,6%), powerline (+109,6%), pc all-in-one (+102,4%), monitor (+89,0%), pc (+80,2%). In particolar modo, i dieci articoli maggiormente cercati dagli e-consumer italiani in questo periodo sono stati: webcam, notebook, tablet, periferiche, altoparlanti per pc, schede video, monitor, processori/cpu, router e schede madri.

Per quanto riguarda prodotti come scanner e stampanti[4], anche questi di particolare importanza quando si lavora da casa, idealo ha evidenziato come la categoria sia cresciuta del +260,8%[5]. Nel dettaglio, questi gli articoli a maggior crescita rispetto al periodo precedente: stampanti multifunzione (+374,4%), stampanti laser (+288,7%), accessori per stampanti (+225,3%), stampanti 3d     (+196,7%), scanner (+128,0%) e stampanti a getto d’inchiostro (+15,8%). Dati come questi dimostrano come gli italiani, a casa, siano stati probabilmente sprovvisti fino ad ora di articoli come stampanti o monitor, poiché la conversione al mobile ha ridotto drasticamente l’utilizzo di questi accessori.

Notevoli sono state le fluttuazioni dei prezzi per questi articoli. Nel dettaglio, tra le categorie che hanno avuto un ribasso medio ad Aprile rispetto a Febbraio vi sono le tavolette grafiche (-20,6%), monitor (-17,9%) ed e-book reader (-12,4%). Al contrario, quelle che hanno avuto un costo maggiore durante la crisi sono state: webcam (+50,0%), tastiere e case per PC (rispettivamente +36,9% e +36,6%).

Una palestra anche a casa

Analizzando i dati del proprio portale Italiano dal 24 Febbraio al 1° Aprile 2020[6], idealo ha rilevato un boom delle intenzioni di acquisto relative a prodotti fitness del +3909,4%. In particolar modo, la crescita delle intenzioni di acquisto è stata registrata a partire dal 9 Marzo in poi, fino al picco massimo del giorno 21 dello stesso mese, e l’interesse è tuttora molto elevato, pur essendo ormai a metà Aprile.

Qui di seguito i prodotti fitness che hanno maggiormente catturato l’attenzione degli e-consumer italiani, in ordine di interesse: tapis roulant, indoor cycling, pesi, cyclette, ellittica, attrezzi da palestra, panche fitness, vogatori, stepper, ginnastica e aerobica, yoga & pilates, allenamento funzionale, tappeti elastici.

In particolar modo, questi i prodotti che hanno evidenziato la crescita maggiore rispetto al periodo immediatamente precedente: tapis roulant (+10685,6%), indoor cycling (+9776,9%), tappeti elastici (+7350,0%), pesi (+6280,7%), ellittica (+3912,3%), panche fitness (+2656,3%), cyclette (+2095,2%), vogatori (+1879,2%), yoga & pilates (+1630,0%), allenamento funzionale (+1400,0%), stepper (+1254,5%), attrezzi da palestra (+850,4%), ginnastica e aerobica (+428,9%).

Analizzando i prezzi medi dei prodotti dedicati al fitness[7], idealo ha evidenziato come i relativi costi siano stati soggetti ad importanti fluttuazioni a Marzo rispetto a Febbraio. Tra le categorie maggiormente convenienti idealo ha evidenziato: yoga & pilates (-45,6%), ellittica (-40,8%) e indoor cycling (-33,7%). Quelle con un rincaro sono invece state: attrezzi da palestra (+25,5%), pesi (+16,9%) e ginnastica/aerobica (+9,9%). 

[1] Per realizzare questo studio, idealo ha analizzato esclusivamente i dati presenti sul proprio portale italiano mettendo a confronto il periodo oggetto dell’analisi con le settimane precedenti.

[2] Queste tutte le categorie oggetto dello studio: Alimentatore PC, Altoparlanti per PC, Case per PC, Chiavetta internet, Digital Signage, Dissipatore CPU, Hard disk esterno, Mouse, Notebook, PC, PC All-in-one, Powerline, Processore/CPU, Router, Scheda madre, Scheda video, Single Board Computer, SSD, Tablet, Tastiera PC Tavoletta grafica / Accessorio, Webcam.

[3] Ovvero dal 4 Gennaio al 23 Febbraio 2020.

[4] Nel dettaglio, idealo ha analizzato le seguenti categorie: Cartuccia per stampanti, Scanner, Stampante laser, Stampante multifunzione, Toner.

[5] Dal 24 Febbraio al 14 Aprile 2020 vs periodo precedente (dal 4 Gennaio al 23 Febbraio 2020).

[6] E facendo un confronto con il periodo immediatamente precedente dal 17 Gennaio al 23 Febbraio 2020.

[7] Ovvero Yoga & Pilates, Ellittica, Indoor Cycling, Stepper, Panche fitness, Cyclette, Tapis roulant, Vogatori, Tappeti elastici, Ginnastica e aerobica, Pesi, Attrezzi da palestra.

[8] Gli idealo days si sono svolti il 30 e 31 Marzo 2020, ma a partire dal 2 Marzo gli utenti hanno potuto impostare il proprio prezzo ideale per i prodotti desiderati grazie a una landing page creata appositamente sul portale italiano di idealo.

[9] Si parla invece di un +30,6% rispetto ad eventi simili organizzati dai big player del settore.

[10] Mangiare & Bere (+427,5%), Giocattoli & Gaming (+369,5%), Salute, Bellezza & Drogheria (+291,3%), Prodotti per animali (+236,7%), Arredamento & Giardino (+215,5%), Elettronica (+135,6%), Bambini & Neonati (+124,1%), Sport & Outdoor (+59,0%), Auto & Moto (+19,6%), Moda & Accessori (-3,3%).

Prénatal, riaperture ed ecommerce: l’analisi del CEO Giustini

Il risultato della graduale riapertura dei punti vendita di Prénatal Retail Group, a partire dal 14 aprile, ha confermato la bontà della decisione del Governo di riaprire i negozi per bambini, nel massimo rispetto delle disposizioni di sicurezza per clienti e addetti alla vendita.

Nel corso della settimana che si è conclusa sabato 18 aprile, i primi 86 negozi Bimbostore e i 44 Prénatal incaricati alla riapertura (sono rispettivamente 97 e 162 quelli totali sul territorio nazionale) hanno infatti registrato vendite del tessile (completi per culle, carrozzine, lettini), e abbigliamento pari mediamente al 50% del totale venduto. Nella sola giornata di martedì 14 aprile, primo giorno utile, il risultato è quadruplicato rispetto allo stesso giorno dell’anno precedente.

Il nostro dato conferma che i prodotti tessili e l’abbigliamento, unitamente ai generi di prima necessità come ad esempio baby food, rappresentano un’esigenza reale per le mamme con bambini in fase di rapida crescita”, commenta il CEO di Prénatal Retail Group Amedeo Giustini.

Nella stessa settimana ha continuato a crescere l’intera attività di e-commerce Prénatal il cui sito ha elaborato ordini con componente tessile per il 60%.

Quanto al periodo di chiusura dei negozi, l’aumento di vendite online per Prénatal è stato significativo: il numero di ordini ha segnato +1500% rispetto al mese precedente (i volumi complessivi sono di 20 volte superiori all’abituale) ed è stata estesa anche la possibilità di gestire le “liste nascite a distanza”. Nello stesso periodo è stata fatta la consegna a domicilio di 4.300 prenotazioni di prodotti effettuate prima della quarantena e il nuovo servizio “drive-in” ha consentito il ritiro di 2.860 ordini.

Complessivamente, l’e-commerce di tutte le insegne Prénatal Retail Group ha segnalato un balzo in avanti del 95% nel numero di nuovi utenti e il numero ordini è stato 15 volte superiore rispetto al mese precedente.

Come crescono i consumi online. Lo studio di Salesforce

Covid-19: crescono gli acquisti digitali a svantaggio del retail fisico.

Il report Q1 Shopping Index di Salesforce, basato sui dati raccolti sulla piattaforma Commerce Cloud, si è occupato di analizzare questo trend.

Secondo i dati del report, il numero di acquirenti digitali unici è aumentato del 40% su base annua. Di seguito viene fornita un’analisi dettagliata dello stato del commercio digitale nel primo trimestre 2020 che tiene in conto la situazione attuale.

Superato lo shopping online di Natale

Poiché i governi hanno chiesto ai brand e ai rivenditori di beni non essenziali di chiudere i loro negozi fisici, i consumatori non hanno altra scelta che utilizzare i canali digitali per alcune categorie di prodotti. Di conseguenza, le performance nel Q1 hanno persino superato quelle della stagione dello shopping natalizio 2019, già molto importanti. I punti salienti del commercio elettronico per il primo trimestre 2020 rispetto al primo trimestre 2019 rilevano dunque:

  • una crescita del 20% dei ricavi (rispetto alla crescita del 12% nel primo trimestre 2019);
  • una crescita del 16% del traffico digitale;
  • una crescita del 4% della spesa per acquirente (ossia l’importo medio speso dagli acquirenti per ogni visita).

Benché l’aumento del digitale sia ben lontano dal compensare l’enorme perdita che deriva dalle mancate vendite fisiche, sta comunque contribuendo ad arginare e sopperire a parte delle perdite. La crescente adozione del digitale continuerà anche quando i consumatori ritorneranno a una situazione più libera a cui ci eravamo abituati prima della pandemia. Questo è il motivo per cui così tanti rivenditori tradizionali, marchi nativi digitali e produttori di beni di consumo stanno raddoppiando il digitale per offrire un’esperienza senza interruzioni tra lo shopping journey virtuale e fisico.

I beni essenziali

Con l’implementazione delle politiche di lockdown in tutte le città del mondo, la domanda di beni essenziali è salita a livelli senza precedenti. Nel dettaglio, tra il 10 e il 20 marzo 2020, la spesa per beni essenziali attraverso i canali digitali è cresciuta del 200%, rimanendo elevata nell’intero trimestre. Fare acquisti in digitale per categorie essenziali, come alimentari e articoli per la cura della persona, è diventato una prassi comune. La spesa digitale in alcune importanti categorie di prodotti è cresciuta significativamente nel primo trimestre. Ad esempio, i beni per la casa hanno registrato un aumento senza precedenti pari al 51% su base annua, l’abbigliamento sportivo ha registrato un picco del 31% su base annua e giocattoli e giochi hanno visto una crescita del 34% su base annua.

Questa impennata della spesa digitale è sintomo di un segnale. Brand e rivenditori stanno facendo campagne e sconti elevati per stimolare la domanda e liquidare le scorte. Nonostante l’incertezza economica, è chiaro che le persone benché debbano lavorare e trascorrere il loro tempo libero in casa, vogliono sentirsi più a loro agio. Che si tratti di semplici oggetti di arredamento per rendere più confortevole il proprio ambiente domestico o capi di abbigliamento per lavorare comodi a casa, i consumatori stanno spendendo al di là dell’essenziale e sfruttando la possibilità degli sconti a loro disposizione.

Gli influssi della pandemia

Se il primo trimestre è iniziato in modo abbastanza coerente con gli anni precedenti, la situazione è rapidamente cambiata quando il virus ha iniziato a diffondersi. In particolare, negli ultimi 15 giorni del trimestre si è registrato un aumento del 41% delle entrate digitali.

Con l’aumento della domanda, conseguente alla chiusura di negozi e dei centri di distribuzione, alcuni rivenditori hanno faticato a stare dietro alla raccolta, all’imballaggio e alla spedizione degli ordini. Alcuni hanno tentato di accelerare e riorganizzare le catene di approvvigionamento per offrire punti di ritiro e consegne a domicilio nelle vicinanze. La flessibilità e la creazione di connessioni digitali con i propri clienti saranno fondamentali per resistere a questo momento di incertezza.

In futuro

Indubbiamente, molti brand e rivenditori hanno registrato performance digitali forti nel Q1. Mentre è troppo presto per fare un bilancio della perdita del traffico fisico nel lungo periodo, i primi dati suggeriscono un cambiamento significativo nel comportamento dei consumatori. Poiché la domanda di beni essenziali e le catene di approvvigionamento iniziano a stabilizzarsi, i fornitori di prodotti per il giardinaggio e la cura della casa, i negozi di artigianato, giocattoli e le aziende di athleisure probabilmente vedranno un aumento nel mese di aprile. Inoltre, la spesa attraverso i canali digitali continuerà a salire, soprattutto appena le generazioni più anziane si abitueranno allo shopping digitale.

 

 

Detergenti per piccole superfici ai tempi di Covid-19. L’analisi di IRI

La sparizione dell’Amuchina, seguita a ruota da quella dell’alcol (introvabile se non a prezzi da mercato nero) dovevano pur significare qualcosa. in effetti con lo scoppiare della pandemia l’igiene della casa è tornata pesantemente alla ribalta e con essa i prodotti dedicati. Il risultato? Una piccola ripresa del comparto, ma con qualche “se” e qualche “ma”. Sul tema presentiamo un’analisi dettagliata di Iri, da cui emerge che il comparto del Cura Casa, con un valore complessivo di 5.329 milioni di euro rappresenta una porzione sempre minore del totale Largo Consumo Confezionato in Italia. Oggi raggiunge una quota di 7,9 punti percentuali con qualche segnale di inversione di tendenza a valore rispetto agli anni scorsi (+1,9%), mentre rimane sostanzialmente stabile in termini di unità (+0,4% se analizziamo l’anno terminante a febbraio 2020). Il comparto è caratterizzato da una forte componente promozionale. Tuttavia, con la spinta ai consumi data dalla crisi derivante dall’emergenza Covid-19 – non ancora totalmente colta dai dati aggiornati a febbraio – questi mercati hanno visto una rivitalizzazione. Nel 2019 il tasso di crescita era nullo a valore ed in perdita del -1% in termini di unità, ma i primi due mesi del nuovo anno mostrano una crescita rispettivamente del +4,6% a valore e del +3,5% in unità, evidenziando anche una tensione sui prezzi (prezzi medi in crescita del 2,4%).Nel primo bimestre del 2020 i comparti dei deodoranti ambiente e dei detergenti superfici sono quelli che crescono maggiormente rispetto al 2019. Positivi anche i risultati della detergenza bucato e cura dei tessuti e dei detersivi per le stoviglie. Al contrario, sono in flessione i prodotti usa e getta, soprattutto a causa della presenza di componenti in plastica che hanno determinato una riduzione dei consumi. Alcune categorie presentano crescite superiori alla media; fra queste evidenziamo i detersivi lavastoviglie liquidi/gel (trend oramai consolidato da anni grazie alla versatilità del prodotto in termini di dosaggio), i deodoranti ad azione continua e istantanea, il cura wc, gli ammorbidenti, i detergenti pavimenti (in particolare gli igienizzanti con ammoniaca e i disinfettanti) e i detersivi bucato lavatrice. Si evidenzia poi una crescita a doppia cifra dei prodotti per le piccole superfici e delle «commodities» (alcol, ammoniaca, candeggina, soda, acido muriatico e acquaragia). Il Cura Casa rimane comunque un comparto in difficoltà già da diversi anni. Infatti, la vivacità dei trend di inizio anno si è già raffreddata nelle ultime settimane, dopo che si è esaurita la spinta all’approvvigionamento dei consumatori. È però da qualche tempo che si evidenzia un recupero dal lato dei prezzi accompagnato da una lieve flessione della pressione promozionale, anche se quest’ultima continua a rimanere su livelli importanti. La risalita dei prezzi medi ha però inevitabilmente influenzato in parte i volumi e il numero di prodotti venduti che rimangono depressi. Analizzando i canali distributivi nel medio periodo, Ipermercati e Libero Servizio Piccolo evidenziano gli andamenti a valore più negativi; al contrario i Supermercati crescono di mezzo punto e i Superstores del +2,1%, mentre gli Specializzati Casa e Persona continuano a crescere a doppia cifra. A seguito della diffusione del Covid-19 e della conseguente limitazione agli spostamenti, lo scenario ha subito delle trasformazioni: permane la negatività degli Ipermercati ma crescono le vendite in Supermercati, Libero Servizio Piccolo e Discount, premiando così la prossimità e i punti vendita con assortimenti generalisti.

I detergenti «Piccole Superfici»

La Detergenza Superfici è composta da tanti mercati diversi: partendo da prodotti più elementari, con una bassa componente di differenziazione, come ad esempio prodotti generici indicati per un numero elevato di superfici, si arriva a prodotti più complessi, estremamente specifici e ad alto valore. Il comparto della Detergenza Superfici nella Distribuzione Moderna vale circa 620 milioni con un incremento in valore del +3,2% rispetto all’anno precedente. Il segmento dei Detergenti Piccole Superfici rappresenta circa il 40% di questo giro d’affari con un valore di 255 milioni di euro ed un trend che nell’anno terminante a marzo 2020 mostra una crescita del 10% (confezioni vendute +8,8% e +9,2% in litri). Assistiamo quindi ad un fenomeno di aumento della contenenza delle confezioni e parallelamente ad un incremento dei prezzi. Tutte le aree geografiche evidenziano una dinamica importante sia nei fatturati che nelle unità commercializzate: la crescita maggiore a valore è nel Sud (+16,4%), seguita dal Centro+Sardegna (+8,5%) e dal Nord Est (+8,1%). Anche il Nord Ovest segna un «più», ma con tassi meno sostenuti (+6,4%).Analizzando i canali distributivi, viene confermata la sofferenza degli Ipermercati (-2,2% a valore), mentre tutti gli altri formati registrano un aumento importante delle vendite, con particolare successo per i canali di prossimità (+9,4% per i Supermercati e +7,9% per il Libero Servizio Piccolo) e per i negozi Specializzati, la cui offerta è spesso più specifica e differenziante rispetto ai canali generalisti. Infatti i punti vendita con offerta dedicata alla cura della casa e della persona hanno un tasso di crescita del +17%.

L’andamento dei segmenti

All’interno del mercato della Detergenza Piccole Superfici coesistono referenze più performanti e con una maggiore capacità pulente e prodotti dedicati a superfici più “delicate”. Nel primo gruppo rientrano quattro sottosegmenti: cucina, bagno, generici multiuso e candeggina. Nel segmento «light» distinguiamo invece prodotti specifici per i vetri e prodotti che hanno come superficie di destinazione sia i vetri che altre superfici lucide. Nell’anno terminante a marzo 2020 tutti i segmenti presentano una certa crescita. Fra questi, il segmento “multiuso” e “candeggina” crescono a doppia cifra, rispettivamente +34,2% e +12,4%. Proprio questi due sono i segmenti che hanno incrementato maggiormente le performance di vendita a seguito del forte bisogno di igiene scaturito dall’emergenza Covid-19. Infatti, se consideriamo solo il primo trimestre del 2020, le crescite salgono al +132,3% per i multiuso e al +39,1% per i prodotti a base candeggina. Trai i prodotti più venduti si distinguono gli igienizzanti, sanificanti, certificati PMC e disinfettanti per le superfici, oltre ai classici a base candeggina nelle varie formulazioni. Il segmento “sgrassatori cucina” rimane il più importante, con un peso a valore del 41% ed una crescita del +31,9% nel primo trimestre 2020.  Anche in questo segmento gli acquirenti prediligono un’offerta che, oltre al potere sgrassante, unisce anche quello disinfettante ed igienizzante per le superfici della cucina e a contatto col cibo. Il secondo segmento per importanza è rappresentato dai “pulitori a base candeggina” che vale il 18% del mercato ed è in crescita del +39,1% nei primi tre mesi del 2020. Il segmento “bagno” (40 milioni di Euro) cresce del +9,5%.

 

La gestione degli assortimenti

Lo scaffale dei Detergenti Piccole Superfici vede mediamente la presenza di 61 referenze; una profondità nell’offerta spiegata dell’esistenza di svariate destinazioni d’uso unite a modalità di erogazioni diverse (spray, trigger, ricariche o prodotti abbinati), con differenti stati di prodotto (liquido, gel, schiuma), molteplici profumazioni e componenti a potenziare l’efficacia pulente (candeggina, ammoniaca, alcol ecc), nonché a una moltitudine di formati/contenenze (500ml, 600ml, 650ml, 700ml, 750ml, ecc.). Una maggior estensione dell’offerta è presente nel canale degli Specializzati Casa e Persona con mediamente 118 referenze a scaffale, in crescita rispetto al 2019.

Le attività promozionali

Rispetto ai principali segmenti del comparto del Cura Casa, il mercato dei Detergenti Piccole Superfici ha un livello promozionale leggermente superiore. Tuttavia, nei primi tre mesi del 2020 i volumi di prodotti in promozione raggiungono il 34% (Ipermercati, Supermercati, Libero Servizio Piccolo, Specializzati Casa e Persona) con un andamento in flessione (-1,9 punti). Il calo delle attività promozionali è ancor più accentuato se si considera il primo trimestre 2020 come orizzonte temporale: a causa delle restrizioni alla circolazione delle persone e al contingentamento degli ingressi nei punti vendita, molte promozioni sono state cancellate o posticipate quindi il livello promozionale è sceso al 32,1%, in flessione di 6,5 punti rispetto allo scorso anno. Focalizzandosi sul canale Specializzati Casa e Persona, le promozioni di taglio prezzo raggiungono il 35,8%, in calo di 1,1 punti. Il segmento “cucina” è quello con la pressione promozionale più alta (37,0% a volume) e con la flessione minore. Segue il segmento “multiuso” (pressione promozionale: 36,0%),con un decremento di 3,1 punti. Come accade per quasi tutti i mercati che compongono il settore del Cura della Casa, il peso in unità dei nuovi prodotti nei Detergenti per Piccole Superfici è molto basso. Nell’anno terminante a marzo 2020 l’incidenza a valore dei nuovi prodotti sul mercato è dell’1,1%.

Conclusioni

In generale, come negli anni passati, le aziende, sia di piccole dimensioni che di respiro internazionale, si sono focalizzate sullo sviluppo di prodotti «super-performanti» in termini di igiene e disinfezione degli ambienti domestici, con una riduzione del tempo necessario per la pulizia della casa e con la garanzia di un certo livello di protezione della salute e di salvaguardia dell’ambiente. Inoltre, resta confermato l’interesse da parte dei consumatori di Detergenti per le Piccole Superfici per il segmento “Green”, che però ha esaurito la sua spinta di crescita. Infine, si affermano in modo consistente le Marche del Distributore con linee sempre più attrattive per i consumatori.

L’abbigliamento degli italiani post Covid-19

L’emergenza sanitaria ha trasformato le regole dello shopping. Un po’ iin tutti i comparti. Il quesito principale è se e in che misura ritorneranno le abitudini di un tempo. Attualmente le prime evidenze fanno invece registrare un sentiment mutato tra gli italiani.

“L’emergenza sanitaria, legata all’incertezza economica e allo stravolgimento della quotidianità, sta innescando nei consumatori nuove dinamiche di acquisto dettate da necessità e bisogni differenti dal passato. – commenta infatti Matteo Lucchi, Presidente di Assirm – Un cambiamento importante che, grazie alle ricerche di mercato, oggi i brand possono però cogliere, studiare ed interpretare per adottare azioni sempre più efficaci e rilevanti. Le aziende che per prime comprenderanno appieno questo inedito consumatore dell’era COVID-19, avranno infatti un vantaggio competitivo che permetterà loro una ripresa più veloce.”

Un approccio diverso ai consumi che merge chiaramente anche nell’ambito dell’abbigliamento, come viene risassunto da Assirm  attraverso una serie di dati preparati da istituti associati.

L’incertezza del presente

Dai dati raccolti dall’Associazione emerge innanzitutto un’evoluzione dell’opinione pubblica che si traduce in alcunrsignificative evidenze: la maggior parte degli italiani afferma che la vicenda COVID-19 non si concluderà in tempi rapidi e in modo semplice; per questo diminuisce sensibilmente l’ottimismo rispetto alla possibilità per gli individui di uscire positivamente da questa crisi; e si mantiene alto e generalizzato un atteggiamento di risparmio e di attenzione alle spese. Si indebolisce, in modo lieve ma costante, il fronte di totale condivisione delle limitazioni imposte dal governo, anche se per ora non vengono comunque messe in discussione; aumentano però lo stato d’ansia (il 46%1 degli intervistati dichiara di sentirsi molto/moltissimo ansioso in questo ultimo periodo), il nervosismo (39%), la tristezza/malinconia (39%) e l’insonnia (31%)2

Il settore dell’abbigliamento

L’eccezionalità del momento mostra che ultimamente i consumatori italiani acquistano abbigliamento, accessori e scarpe prevalentemente per necessità (45%), mentre solo il 17% degli intervistati compra per svago e distrazione3. Significativo però che 1 italiano su 3 dichiari di rimandare gli acquisti a fine emergenza4. Considerando poi il nuovo canale di acquisto, ossia il mondo e-commerce, emerge una piena soddisfazione del servizio da parte del 20% degli intervistati, mentre il 34% lamenta dei problemi nei tempi di consegna5 (non garantiti o allungati notevolmente).

Immaginando il ritorno nei negozi fisici, che per la maggior parte degli italiani avverrà a fine maggio, nei comportamenti dei consumatori si consolida il valore della sicurezza: 1 intervistato su 3 dichiara infatti che manterrà la distanza imposta in queste settimane ed eviterà giorni e orari di punta come anche locali commerciali affollati6. In termini di acquisti futuri emerge invece l’attenzione ai prodotti italiani (40%), come atto di fiducia e sostegno dell’economia nazionale, e un ulteriore orientamento verso saldi e/o promozioni (38%)7.

Per varcare nuovamente la porta delle attività di abbigliamento, accessori e calzature, i consumatori si aspettano però dai brand attenzioni specifiche, tra le più richieste la pulizia e la sanificazione dell’ambiente (49%), l’installazione di dispenser igienizzanti all’ingresso del negozio a pari merito con la regolamentazione degli accessi (39%) ed infine il controllo del comportamento della clientela nell’osservanza delle norme igieniche (27%)8.

La riapertura dei negozi per bambini

A fronte del nuovo decreto, dal 14 aprile i negozi di abbigliamento per i bambini possono riaprire sempre nel rispetto delle indicazioni del Governo. Una notizia che il 47% degli intervistati ha accolto positivamente anche se per i consumatori del Nord Ovest, la zona più colpita dall’epidemia, si tratta di un provvedimento prematuro come dimostra anche la continua preferenza dello store online (47%)9.

Qualora si optasse però per il negozio fisico è interessante notare come l’attenzione alla limitazione degli accessi (59%) e alle norme igieniche (48%) superi notevolmente il valore di sconti e promozioni (24%)10. Considerando invece la posizione, primeggiano i negozi di quartiere (58%)11. Un atteggiamento prudente che si traduce anche nel bene da acquistare: al primo posto si trovano intimo e calze (62%), prodotti non solo più indispensabili ma anche più semplici e rapidi da comprare, seguiti da calzature (54%) e abbigliamento esterno (49%)12.

Nextplora, note 1 e 2

Sita Ricerca, note 3 – 12

Bevande, pasta e farine sono i più gettonati. L’osservatorio di Trovaprezzi

Video chatting with friends during social distancing

Come sono cambiati gli acquisti online degli italiani durante la pandemia? Se ne è occupato Trovaprezzi.it, con l’Osservatorio Vini, bevande e alimenti, prendendo in esame i dati registrati dal 10 febbraio al 29 marzo 2020.

Sono trascorse diverse settimane dal primo decreto “Io Resto a casa”. Gli italiani hanno imparato a rivivere gli spazi delle proprie case e a cambiare le proprie abitudini quotidiane, a partire dagli gli alimenti oggi acquistati comodamente sul web per evitare le lunghe code ai supermercati. Tantissimi, spesso abituati a pranzi veloci fuori casa per lavoro, hanno ritrovato il piacere della cucina in famiglia, trasformando questo momento difficile in un’occasione di riscoperta della buona tavola anche in vista delle feste pasquali. Tra un tutorial sul web e una videochiamata a mamme e nonne lontane per consigli e suggerimenti, molti sono gli italiani che si cimentano nella preparazione di pizze, focacce e piatti tipici della tradizione, sia dolci che salati: così le sfide corrono veloci anche sui social a colpi di fotografie.

I primi segnali di cambiamento nelle tendenze si avvertono su Trovaprezzi.it confrontando la settimana 9-15 marzo con i dati raccolti nella seconda settimana di febbraio 2020 (10-16, fuori emergenza Covid-19): si evidenzia una crescita di interesse nelle categorie Acqua Succhi e Bibite (+ 57%), Tè, caffè e solubili (+50%) e Pasta pane e farina (+29%), seguite da Salumi (+25%) e infine Sughi e salse (+13%). Nelle due settimane successive (16-22 marzo e 23-29 marzo) si registra un vero e proprio boom per tè, caffè, pasta e farina. Ma non solo: in molti si sono dedicati alla ricerca di dolci e confetture, e non è mancato l’interesse nei confronti di prodotti biologici, alimenti senza glutine e cibo per chi soffre di intolleranze alimentari.

Giovani e meno giovani hanno poi riscoperto il piacere della convivialità davanti a un buon calice di vino, da sempre grande passione e orgoglio degli italiani.

Analizzando il traffico della categoria dedicata ai vini è stata rilevata una crescita del 5% nel bimestre febbraio – marzo 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, per un totale di quasi 375mila ricerche. Nella classifica delle aree con maggiori ricerche online si distinguono le piccole regioni del Centro e del Sud Italia, che si affiancano a quelle del Nord sempre in grado di tener fede alla propria passione anche in questo periodo difficile.

Tra le regioni del Centro-Nord più attive, il Piemonte ha fatto registrare una crescita del 13% nel mese di febbraio 2020 e del 26% durante marzo (rispetto agli stessi mesi del 2019), mentre il Veneto ha registrato aumenti più lineari (+17% e +15%) nelle stesse settimane. Trentino Alto-Adige (+37%), Toscana (+28%) e Lombardia (+14%) hanno mostrato invece degli incrementi rilevanti nelle ricerche del mese di febbraio. Spostandoci al Centro-Sud, il primato in queste ultime settimane spetta all’Abruzzo, dove si è registrata una crescita del 69% nel mese di febbraio e del 92% nel mese di marzo (rispetto agli stessi mesi del 2019), e alla Basilicata (+40% a febbraio e +92% a marzo). Mentre Puglia (+30%), Sardegna (+30%) e Marche (+26%) mostrano gli incrementi più rilevanti delle ricerche soprattutto dall’inizio del lockdown.

Anche la categoria dedicata alle cantinette per la conservazione dei vini resta di costante interesse per gli amanti del mondo wine (+8% nel bimestre febbraio-marzo 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019). Non mancano alcune curiosità relative ai modelli di cantinette più desiderati tra gli appassionati, che hanno approfittato proprio di questo periodo per acquistarne una.

I modelli sono davvero molto vari e in grado di accontentare le necessità di tutti. La scelta spazia da prodotti più economici in classe energetica A fino ad arrivare ai più innovativi in classe A++, che permettono un buon risparmio energetico. Chi ama bere diverse tipologie di vino deve fare molta attenzione alla temperatura della cantinetta: un prodotto base ha solitamente la possibilità di impostare un’unica temperatura, ma in commercio si trovano anche cantine con più zone termoregolabili (4 o più) per avere cura di ogni tipo di vino. Anche riguardo ai prezzi è possibile trovare prodotti che soddisfano tutte le tasche: con circa 90 euro* si può acquistare una cantinetta Medion in grado di rinfrescare fino a 8 bottiglie in classe energetica A+. Per una cantinetta con diverse zone termoregolabili, i prezzi salgono fino ad arrivare agli oltre 12mila euro* di un prodotto professionale come l’armadio-cantina di Datron, in grado di contenere fino a 850 bottiglie e con ben 5 zone a temperatura differente.

Coronavirus e GdO: il monitoraggio di Nielsen

+2,2%: continua la crescita rispetto allo stesso periodo del 2019 delle vendite della Grande Distribuzione Organizzata, durante la settimana tra lunedì 30 marzo e domenica 5 aprile,

Per la terza settimana di fila, è il Nord Est a registrare gli incrementi più alti su base tendenziale: +5,9%, seguito subito dal Sud (+5,8%). Rimangono stabili il Nord Ovest (+0,3%) e il Centro (-0,5%).

“Con l’avvicinarsi della Pasqua emergono ulteriori novità nei comportamenti di consumo degli italiani. Rispetto allo stesso periodo del 2019, continuano infatti a crescere i prodotti base con i quali si preparano pasta, pizza e dolci caserecci. – dichiara Romolo de Camillis, Retailer Service Director di Nielsen Connect in Italia – Lo schema dei canali si è invece assestato: fino alla fine della quarantena i piccoli negozi di vicinato e le opzioni di eCommerce e click & collect rimarranno i favoriti.” 

A livello di format distributivi, il trend positivo si registra nei Liberi Servizi (+36,0%), nei Supemercati (+14,2%) e nei Discount (+4,5%). Il calo delle vendite di Specialisti Drug (-22,2%) e Ipermercati (-16,3%) rimane in linea con la contrazione delle ultime settimane.

Continua il calo dei format Cash & Carry, con un trend negativo del -48,8%, sempre in linea con il calo delle ultime quattro settimane, quindi dall’inizio della quarantena ufficiale e dalla chiusura dei locali pubblici e degli esercizi di ristorazione e catering.

Per quanto riguarda l’eCommerce, il trend delle vendite di prodotti di largo consumo online da lunedì 30 marzo e domenica 5 aprile è stato del +158%, leggermente inferiore al trend della settimana precedente.

Dal 30 marzo al 5 aprile: la cronaca

A livello di affluenza ai negozi, le dinamiche giornaliere confermano la perdita di importanza del weekend, che ormai pesa appena il 21% delle vendite settimanali; in una settimana media prima della quarantena pesava circa il 33%. Questo calo è in parte riconducibile all’orario ridotto e/o alla chiusura domenicale dei negozi.

Nello specifico, sabato 4 aprile ha registrato un -22,6% vs. stesso sabato del 2019 e domenica 5 aprile un -50,8% vs. stessa domenica del 2019, a parità di negozi. Il picco positivo si è registrato invece giovedì 2 aprile (+27,2%).

A livello di peso sulla settimana, il giorno principale rimane comunque il venerdì, confermando una nuova tendenza iniziata con la quarantena. Ricordiamo che in condizioni di normalità, il giorno principale in termini di peso sulla spesa settimanale degli italiani è sempre stato il sabato.

Le categorie

Le categorie di prodotti maggiormente impattate durante la settimana 13 (30 marzo/5 aprile) del 2020 sono sempre legate ai tre “effetti” identificati da Nielsen:

  1. effetto “stock”, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato: caffè macinato (+20,0%), conserve rosse (+37,3%), olio di semi (+40,6%), biscotti (+9,0%), pasta (+9,6%), conserve animali (+10,3%), riso (+15,2%), vegetali conservati (+16,0%); i comparti della dispensa non alimentare si sono invece stabilizzati, si segnalano la carta casa (+21,0%), i detergenti lavastoviglie (+19,1%) e carta igienica (3,8%);
  2. effetto “prevenzione e salute”, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato: guanti (+124,5%), detergenti superfici (+29,1%), sapone per le mani solido e liquido (+41,2%), candeggina (+35,6%), alcol denaturato (+128,9%), salviettine umidificate (+15,3%);
  3. effetto “resto a casa”, sempre in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato, suddiviso in Cuochi a casa, il paniere degli ingredienti base, quindi farine (+176,0%, fatturato triplicato rispetto al 2019), uova di gallina (+50,7%), ingredienti per pasticceria (+149,3%), burro (+69,5%), mascarpone (+155,6%), zucchero (+40,1%), panna UHT (+29,5%), lievito di birra (+217,4%), margarina (+80,4%); cresce anche il Comfort food, il paniere dell’indulgence, quindi creme spalmabili dolci (+63,4%), tavolette di cioccolato (+21,7%), miele (+51,6%), patatine (+16,9%), vaschette di gelato (+22,5%), olive (+15,3%), pop-corn (+70%). Continuano anche i trend positivi di vino (+19,1%) e birre alcoliche (+18,5%).

Evidenze pre pasquali

Nelle ultime quattro settimane sono state vendute 10,1 milioni di singole uova di cioccolato, nello stesso periodo pre-Pasquale dell’anno scorso la cifra era di 15,3 milioni (-33,9%). Le colombe, invece, sono a quota 5,4 milioni di confezioni vendute, rispetto agli 11 milioni dello scorso anno (-50,4%).

*Fonte: Nielsen, Market*Track, Iper+Super+Liberi Servizi+Discount+Specialisti Drug.

Vendite a valore per categoria nella settimana 14 del 2020 vs. la stessa settimana del 2019.

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