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Sojasun lancia Cremoso Cocco e Cremoso Vaniglia

Sojasun presenta due novità per il banco frigo: Cremoso Cocco con scaglie dell’esotico frutto e Cremoso Vaniglia, dall’intenso aroma di una delle spezie più popolari.

La gamma Cremoso a firma Sojasun ha un gusto vellutato e una consistenza più cremosa e densa, caratteristiche che rendono unico questo prodotto tra le alternative vegetali allo yogurt presenti oggi sul mercato. Una ricetta originale e golosa, ideale per la prima colazione o perfetta anche per una pausa ricca di gusto nel corso della giornata.Sojasun_Cremoso_Vaniglia_FotoNEW

Ricchi di calcio e vitamina D e poveri di grassi, Sojasun Cremoso Cocco e Sojasun Cremoso Vaniglia sono i due nuovi prodotti che entrano a far parte dell’ampia gamma di alternative vegetali allo yogurt a marchio Sojasun, che si aggiungono ai tanti gusti golosi al naturale o alla frutta, proposti nel banco frigo dal brand internazionale di prodotti 100% vegetali.

Come tutte le alternative vegetali allo yogurt Sojasun, anche Cremoso è naturalmente privo di lattosio, quindi leggero e digeribile, ideale per diversificare la propria alimentazione ogni giorno.

Contraffazione delle merci: il valore ammonta a 338 miliardi di euro

338 miliardi di euro: a tanto ammonta il commercio mondiale delle merci contrafatte. Ed equivale al 2,5 degli scambi commerciali a livello mondiale.

Sono questi alcuni dei risultati principali di una relazione congiunta dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).Schermata 2016-04-18 a 13.55.20

Il documento, intitolato “Trade in Counterfeit and Pirated Goods: Mapping the Economic Impact”, stima gli effetti economici della contraffazione e della pirateria sugli scambi internazionali in base ai dati relativi a quasi mezzo milione di sequestri doganali.Schermata 2016-04-18 a 13.56.22

Ad esserne coinvolte, sono tutte le economie, forse ancora più quelle emergenti che svolgono un ruolo importante in quanto produttrici di prodotti contraffatti o zone di transito. In testa alla hit Cina, Hong Kong e Turchia.

Le merci

La gamma delle contraffazioni è ampia: si va dai beni di lusso ai prodotti industriali (quali macchinari, componenti di ricambio o sostanze chimiche) fino agli articoli di consumo con un impatto sulla sicurezza personale (come prodotti farmaceutici, alimenti e bevande, attrezzature mediche o giocattoli).Schermata 2016-04-18 a 13.55.41

I marchi maggiormente danneggiati dalla contraffazione sono registrati soprattutto nei paesi membri dell’OCSE e dell’UE, ad esempio Stati Uniti, Italia, Francia, Svizzera, Giappone, Germania e Regno Unito.

Luca Gardini: «Vi racconto il “mio” vino in gdo»

Per un personaggio come Luca Gardini, praticamente da sempre in simbiosi con il vino, appassionato, esperto, amante della materia, comprare vino in grande distribuzione è un’eresia? Per mettere subito le cose in chiaro e non dar adito a equivoci di sorta siamo andati dritti al punto. E, ugualmente diretta, è giunta la sua risposta.

“Assolutamente no. La grande distribuzione, in molti casi, offre spazi, supporti e scelta di etichette paragonabili a quelli di un’enoteca. Lo dimostra il fatto che durante le feste di Natale, gli scaffali si popolano di quelle blasonate etichette che solo alcuni anni fa erano impensabili da trovare in questi luoghi.”

Ovviamente non tutte le insegne  trattano il vino nello stesso modo: esiste qualche esempio virtuoso per esposizione e assortimento?

Come dicevo molti. Alcune catene offrono inoltre supporti adeguati tra cui personale e/o tablet per la consultazione delle specifiche delle varie referenze.

Qual è invece l’errore che ritrovi più spesso nell’angolo vino della grande distribuzione?

L’errore che mi viene in mente è quello di non contestualizzarle a livello geografico. Vedere un vino raggruppato con altri della stessa regione, aiuterebbe a ricordare meglio da quale zona un vino provenga. Questo aiuterebbe inoltre a pensare quella stessa etichetta in fase di abbinamento, accoppiandola magari ad una ricetta regionale.

 

Lo scaffale del vino e la sua lettura: come giudichi l’approccio ai prodotti?

Non ci sono tante vie per affrontarlo. Troppe informazioni confondono, limitarlo al cartellino con il prezzo rischierebbe di banalizzare. Come detto, forse, basterebbe contestualizzare i vini per regione o area di produzione e nel cartellino inserire il nome dell’azienda e il vitigno principale con cui è prodotto quel vino, senza dimenticare, ovviamente, il prezzo.

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Secondo te come dovrebbe essere trattata oggi la categoria vino per aumentare la consapevolezza dei consumatori meno esperti e soddisfare i gusti e le aspettative dei veri appassionati?

Dovrebbe essere trattata con rispetto. Oggi spesso l’approccio di molti è quello del giudice-degustatore, dimenticando che il vino non è solo composto dal liquido all’interno della bottiglia. Dietro ad esso, o per meglio dire dentro ad esso, ci sono vite di uva ma anche vite di persone che si sacrificano. Se parliamo invece di grande distribuzione, credo che il salto di qualità potrebbe essere un ricambio costante delle etichette, ma capisco che certi prezzi sono legati a determinate quantità che spesso non si possono esaurire, ovvero vendere, in poco tempo.

Esiste un assortimento tipo o propenderesti più per la personalizzazione anche nel modern retail? 

Personalizzazione a manetta come dicono dalle mie parti. La gente deve capire che il vino offre infiniti stili, altrettanti sapori e numerosissime soluzioni in fase di abbinamento. Solo così si esce dal ruolo, oggi molto in voga, del degustatore seriale per riappropriarsi di un approccio con il vino più immediato, divertente e legato alla convivialità.

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 Attività degustative instore: sono valide, potrebbero essere migliorate? 

Sono valide ma bisognerebbe creare dei momenti dedicati. Non troppo tecnici e non troppo lunghi. Una sorta di pillole da offrire per far sì che il cliente si appassioni al vino in generale.

 

Il retail è storicamente noto per l’elevata pressione promozionale: secondo te questa politica di taglio prezzi danneggia il vino e la sua immagine? O potrebbe essere  utilizzata in maniera proficua? 

Danneggia se si guarda solo al prezzo. Esistono vini buoni e alle volti ottimi a prezzi contenuti, ma il prezzo stracciato raramente va di pari passo con la qualità. Per far capire questo concetto cardine si potrebbero far girare molte più etichette sugli scaffali magari facendo dei temporary corner sempre suddivisi per area di produzione.

 

La comunicazione sul vino in store: cosa ne pensi? Quali formule giudichi più azzeccate e quali totalmente sbagliate?

Penso che non esista una vera comunicazione del vino in store o se esiste si basa sulle offerte e stop. Bisognerebbe farci un progetto serio, con persone competenti, perché il vino da grande distribuzione potrebbe far ripartire il consumo quotidiano, ma comunque moderato, che ha sempre caratterizzato il nostro paese.

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  Come organizzeresti un’attività di  degustazione, tenendo conto di location, bacino d’utenza, posizionamento prezzo dello store e assortimenti?

Sarebbe un progetto da pensare ad hoc. Così, ex abrupto, mi verrebbe in mente un corner, magari anche ampio, da utilizzare in due momenti top della giornata. Cercherei di raggruppare i clienti in base ai loro momenti di accesso all’interno della grande distribuzione. Ricordiamoci che chi fa la spesa dopo le 20 non è lo stesso cliente che la fa alle 18. Ognuno di essi dovrebbero avere un momento, come detto breve, ma dedicato. Si potrebbe infine pensare anche di tenere aperto anche in serata, quando l’approccio di chi ascolta è più sereno e ben disposto.

Il Vinitaly ha debuttato: quali le aspettative?

Maggiore nel senso di più facile accessibilità e, dal punto di vista dei vini, grande valorizzazione dei vitigni autoctoni. Poi molti produttori porteranno assaggi della 2015, quella che si dice essere una grande annata

Quali le sorprese?

Ancora una volta i vitigni autoctoni. In italia ne abbiamo talmente tanti che le sorprese non mancano mai.

Bio, la viticoltura è sempre più bio. Nel 2015 le vendite ammontano a 205 milioni

Bio, sempre più bio. Vino compreso. E l’analisi Wine Monitor – Nomisma su dati FIBL – predisposta in occasione di Vinitaly 2016 lo dimostra in pieno. La viticoltura biologica, infatti nel periodo 2004/2014 è cresciuta del  +259% Europa, del +261% mondo.

Nel mondo il 4,5% della superficie vitata è bio; nella UE l’incidenza sale al 7,8%. La graduatoria per Paese rileva al primo posto il Messico (con uno share del 15,6%), seguito dall’Austria (10,7%). L’Italia è al terzo posto (con il 10,3%) precedendo Spagna (8,9%), Francia (8,7%), Germania (7,6%), Nuova Zelanda (6,7%), Bulgaria (5,8%) e Grecia (4,3%).
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Per superfici vitate bio, l’Italia, con 72.361 ettari, è al secondo posto in Europa, dopo la Spagna (84.381 ettari). Considerando l’orizzonte temporale 2003-2014 il Paese iberico presenta una crescita del +413% mentre l’Italia del +128% e la Francia del +307% (terzo posto in graduatoria, con 66.211 ettari). Spostando l’obiettivo sulla superficie a vite biologica per regione, in Italia guida la Sicilia (27.105 ettari nel 2014, 38% sul totale italiano e +43% rispetto al 2011); seguono Puglia (10.269 ettari, +22%) e Toscana (9.243 ettari, +46%).

Ma la novità presentata a VinitalyBio è la mappatura delle dimensioni del mercato final: nel 2015 le vendite di vino bio hanno raggiunto complessivamente 205 milioni di euro. Tale giro d’affari è realizzato per 1/3 sul mercato interno (68 milioni di euro, considerando tutti i canali – gdo, catene specializzate in prodotti bio, enoteche, ristorazione/wine, vendite diretta …) e per la restante parte (137 milioni di euro) sui mercati internazionali (+38% rispetto all’export di vino bio realizzato nel 2014). E a crescere è anche la consumer base: negli ultimi 12 mesi il 21% della popolazione italiana over 18, ovvero 10,6 milioni di persone, ha bevuto in almeno un’occasione – a casa o fuori casa – vino biologico certificato. Percentuale in continua crescita negli ultimi anni (nel 2013 era pari al 2%, nel 2014 era pari al 12%), sintomo di un forte apprezzamento da parte del consumatore, che riconosce al vino bio naturalità (44% degli user riconosce tale fattore distintivo) ma anche qualità (17%). Per tutte queste caratteristiche distintive, il 75% dei wine user bio è disposto a spendere di più per acquistare un vino con il marchio bio.

Retail e Consumer Goods: cambiano le priorità. Il focus è su consumatore e innovazione

Nell’universo del Retail e del Consumer Goods, le cose stanno cambiando radicalmente: basti dire, per esempio, che tra il 2000 e il 2015 la penetrazione di Internet (a livello mondiale) è aumentata di quasi 7 volte, dal 6% al 43%. Quella della banda larga per cellulari è 12 volte maggiore rispetto al 2007 tanto che oggi il 69% della popolazione mondiale è raggiunta dalla rete 3G. Ne emerge uno scenario che l’Annual Global CEO Survey di PwC descrive sempre più complicato da comprendere e da assecondare, in cui il fattore più dirompente è lo shopping on-line.

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La conseguenza più diretta è la preoccupazione, avvertita dal 77% dei CEO del settore Retail e dal 73% di quelli del settore Consumer Goods. Tra i rischi quelli che più angosciano i CEO del settore Retail e Consumer Goods sono la sovra-regolamentazione, la volatilità dei tassi di cambio, l’aumento del carico fiscale, l’instabilità sociale e la disponibilità di competenze chiave. Ne discende che In cima alle priorità– per il 71% dei CEO del Consumer Goods e il 64% dei CEO del Retail – è la gestione della volatilità dei prezzi delle commodity, che influisce sulle azioni delle aziende lungo l’intera catena del valore.

Ciò non toglie che le aspettative ci siano: il 45% dei CEO del Retail e il 40% di quelli del Consumer Goods sono certi che il fatturato della loro impresa crescerà nei prossimi 12 mesi, rispetto al 35% complessivo. In linea con questo trend positivo, il 45% crede che ci siano più opportunità di crescita oggi rispetto al 2013.

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Le priorità

La responsabilità sociale dell’impresa avrà una posizione centrale nelle scelte dei prossimi 5 anni: ne sono convinti ben il 58% dei CEO Retail e il 67% dei CEO Consumer Goods. Quanto al fatto che gli strumenti di social media listening siano un canale chiave per conoscere le priorità degli stakeholder lo sostiene il 30% dei CEO intervistati.

Altre tecnologie ritenute utili per rispondere alle esigenze del consumatore sono l’analisi dei dati (70% Retail, 64% Consumer Goods) ed i sistemi di customer relationship management (71% Retail, 69% Consumer Goods).

Schermata 2016-04-06 a 14.44.23Erika Andreetta, Retail and Consumer Consulting Leader PwC commenta: “La nostra survey conferma come i CEO del settore Retail e Consumer Goods abbiano delle priorità molto diverse rispetto al passato, focalizzate sulle opportunità che derivano dall’innovazione tecnologica, in termini di offerta al cliente, comunicazione con il consumatore e mission aziendale. I clienti, dall’altro lato, hanno nuove abitudini di consumo, con la generazione millennials che ricorre agli srumenti mobile in ogni fase, dalla ricerca del prodotto, alla comparazione, sino all’acquisto”.

“L’arena competitiva dell’industria sta profondamente cambiando, abilitando nuovi modelli di business che anche in Italia stanno emergendo, come il servizio Amazon Prime Now di consegna entro un’ora, o Supermercato 24 che consente la spesa online attraverso molteplici retailer con consegna entro 24 ore. Questi cambiamenti pongono numerosi interrogativi aperti per i player del settore, per esempio: cosa accadrà agli assortimenti dei nuovi retailer?”

Birra Moretti presenta La Bianca, nuova weiss all’italiana

Birra Moretti, presenta La Bianca, la nuova weiss all’italiana ad alta fermentazione. Solo ingredienti di alta qualità, selezionati dai Mastri Birrai Birra Moretti: malto di frumento e malto d’orzo chiari 100% italiani, luppolo, lievito ad alta fermentazione, che regala a Birra Moretti La Bianca un profumo fresco, note speziate e un retrogusto delicato ed elegante.

Con i suoi 5% vol., La Bianca ha un gusto rinfrescante, caratteristico delle migliori weiss bavaresi, e una schiuma fine e compatta. È una birra caratterizzata dall’inconfondibile e genuino stile italiano. Ideale in ogni momento, è ottima gustata a tavola o, da sola, in diversi momenti della giornata, come all’aperitivo.

La Bianca è l’ultima nata nella famiglia Birra Moretti che si va a unire a Birra Moretti La Rossa, prodotta con malto d’orzo brunito 100% italiano, Birra Moretti Doppio Malto, con malto d’orzo e malto di frumento, 100% italiani, e Birra Moretti Baffo d’Oro, la prima birra prodotta in Italia con energia rinnovabile derivante da pannelli solari e con pregiati orzi primaverili 100% italiani.

 

Scopa batte mocio 74% a 56%. E il bucato piace profumato

Scopa in vetta al gradimento. Almeno in Italia dove si accaparra il 74% delle preferenze contro il 56% del mocio.  Situazione opposta al resto d’Europa dove la ramazza, invece, gli cede il passo (59% “lei”, 64% “lui”). Quanto al ruolo della donne nelle attività domestica, se la media europea si attesta al 49%, nel nostro Paese, invece, raggiunge il 56%. Mentre scende al 40% in Spagna.

A dirlo è la survey Nielsen Global Home-Care realizzata da Nielsen su un campione di oltre 30.000 individui in 61 Paesi tra i quali l’Italia.

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“Le abitudini di acquisto dei consumatori – ha dichiarato l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia – sono condizionate da diversi elementi, quali il background culturale, la disponibilità di prodotto, considerazioni di ordine economico, dinamiche sociali e politiche. Per ciò che concerne i prodotti dell’home care e del laundry vale la pena tenere conto dei seguenti macro trend: la diffusione di lavatrici e lavastoviglie nei paesi emergenti, l’aumento delle donne che conducono una vita professionale, il tasso dei divorzi e la crescita dell’età media nei matrimoni, il trasferimento in zone ad elevata urbanizzazione, l’approccio alla multicanalità in fase di acquisto, l’utilizzo del mobile con la conseguente ampiezza delle informazioni a disposizione e l’intensificazione dei ritmi di vita. Questi fattori inducono alla ricerca di prodotti altamente personalizzati, sempre più efficaci e rapidi nell’azione, contenuti in packaging funzionali sia dal punto di vista delle quantità che dello spazio occupato nelle case sempre più piccole, facili e leggeri da trasportare. L’efficacia dei prodotti, quindi, non può essere più considerata l’unica ragione dell’acquisto, bensì deve essere coniugata con caratteristiche innovative in grado di soddisfare nuove esigenze di consumo. L’interesse per i prodotti ecofriendly costituisce un ulteriore elemento di differenziazione dei medesimi”.

I negozi più frequentati
L’83% degli italiani, per i suoi acquisti nel comparto cura casa, sceglie la GDO, a fronte dei negozi tradizionali a conduzione familiare, dove si reca solo l’8% della popolazione. Il 5% si rivolge all’online: dato di poco inferiore a quello del Regno Unito che, in testa agli altri Paesi europei, fa registrare il 7% di questa categoria di consumatori.
Prezzi convenienti e sconti (55% e 34%) risultano i driver d’acquisto principali.

Come seconda motivazione troviamo il grado di accessibilità del punto vendita (36%) seguita dalla gamma di prodotti disponibili (33%). L’ampio assortimento viene a costituire fattore premiante in questa categoria di spesa.

 

Schermata 2016-04-06 a 12.37.02Quanto un prodotto è giudicato valido?
I requisiti di un buon prodotto per la detergenza di superfici sono innanzitutto l’efficacia, menzionata dall’82% del campione, e la convenienza (buon rapporto qualità/prezzo) dichiarata dall’84% degli intervistati. Fra le altre motivazioni che conducono all’acquisto, la consuetudine con un determinato prodotto vale più  del marchio di fiducia (75% vs 64%). A seguire, l’attenzione al packaging. Gli Italiani sono invece meno sensibili rispetto alle caratteristiche “green”, visto che solo il 49% preferisce una confezione ecosostenibile e il 47% ricerca packaging derivati da elementi di riciclo.

L’importanza dei disinfettanti. E del profumo
La funzione disinfettante non è mai trascurata: il 17% preferisce un pulitore multi-uso che abbia azione disinfettante, mentre per il detersivo da bucato, l’azione disinfettante in Italia è richiesta dal 32% del campione, al di sopra della componente green (ecofriendly 22%, senza agenti chimici aggressivi 25%). All’opposto il dato europeo per cui la caratteristica di disinfettante è richiesta solo dal 19% dei rispondenti, mentre la valenza green sale rispettivamente al 25% e 30%.
Agli italiani, infine,  interessano anche l’azione smacchiante (51%) e la profumazione gradevole (36%).

Secondario, sembra, il fattore prezzo, sesto in classifica.

 

Salse, una categoria in piena ascesi. Il report di Nielsen

Salse, una categoria in piena ascesi. In un clima di lieve ripresa un po’ per tutto il grocery,  il comparto delle salse (+1% di crescita di fatturato) conferma un trend chiaro già da tre anni: +1% nel 2014 (+un anno negativo per l’alimentare) e un +3,5% nel 2013.

Nell’ultimo anno, rivelano i dati Nielsen – la crescita delle salse è spinta dall’area 1 che registra un aumento di fatturato del 3%, grazie a un lieve aumento dei volumi e soprattutto al contributo dei prezzi (+2%). Positivo l’andamento anche in area 2, benchè su livelli più bassi. Chiaramente siamo davanti ad un andamento in linea con quello del Grocery:  positivo nel Nord Italia più in sofferenza in Area 4, l’unica ad evidenziare una flessione (-0.9 a volume, -1.8 a valore) pur a fronte di un elevato e crescente sostegno promozionale (in crescita dai 37 ai 39 punti).

I canali distributivi

In termini di fatturato sono positive le grandi superfici (Iper e Super), in particolare gli Iper (+2,1%) che puntano ulteriormente su una amplissima scelta assortimentale per il consumatore (passando dalle 77 alle79 referenze) e che supportano la categoria con un sostanzioso sostegno promozionale (vicino al 33%). Anche i supermercati incrementano la gamma di referenze e ne beneficiano di conseguenza (+1.3% di fatturati ).

Rilevante la crescita del discount (+5.1% a valore), un risultato più elevato del totale Grocery (+4.2%) .

In lieve calo di fatturato le superfici più piccole, i Liberi servizi e i negozi tradizionali (rispettivamente -2% e -5%).

Chi sale e chi scende

Le salse da contorno (+6% in fatturato) sono quelle più performanti, grazie alla crescita di tipologie come la Barbecue, la Tonnata e la Messicana. Si registra un aumento assortimentale e un maggiore sostegno (anche pubblicitario) all’utilizzo di nuovi tipi di salse rispetto alle tradizionali, utilizzando anche la leva promozionale.

I prodotti più tradizionali sono invece poco dinamici: su livelli migliori il segmento principale della Maionese (+0.4%), che rimane quello dove è maggiore l’utilizzo promozionale (33%), mentre è in calo l’altro segmento importante, il Ketchup, sia nei volumi (-2%) che nei fatturati (-1%) nonostante la spinta promozionale rilevante.

Negativa invece la Senape (-6% a Volume e -4% a Valore). Le salse Dressing crescono solo a volume (+6%) con un prezzo medio più basso (-7%) legato all’aumento distributivo nei Discount e all’aumento sensibile delle promozioni che si portano oltre il 20%.

 

Schär rinnova la linea Bontà d’Italia con tre referenze 100% gluten free: pizza, gnocchi e lasagne

Schär rinnova la linea Bontà d’Italia: pizza, gnocchi e lasagne 100% gluten free.

Le nuove pizze surgelate Bontà d’Italia, proprio come vuole la tradizione napoletana, hanno un impasto più lievitato, che le rende più croccanti fuori e più soffici dentro, e sono guarnite con ingredienti genuini e rigorosamente made in Italy: olio extra vergine d’oliva, passata di pomodoro e su tutti l’elemento principe della pizza, la mozzarella, prodotta con latte dell’Alto Adige. Le pizze Bontà d’Italia, cotte ad alta temperatura, in forno su pietra sono tutte senza glutine e disponibili nei gusti margherita, salame, prosciutto e funghi e nella versione mini pizza margherita. Inoltre la versione Margherita è disponibile da ora anche senza lattosio con un’attenzione in più per chi soffre di questa intolleranza. A breve sarà disponibile anche la versione veggie con verdure grigliate.

Schermata 2016-03-23 a 16.05.02L’Emilia Romagna è la patria sia della pasta fresca, una specialità semplice e unica, che del ragù. Le Lasagne alla bolognese rappresentano il matrimonio perfetto tra una sfoglia tirata a regola d’arte e un ragù cotto a lungo a fuoco lento. La sfoglia senza glutine delle Lasagne Bontà d’Italia Schär è sottile e porosa, perfetta per accogliere strato dopo strato il ragù preparato con ingredienti scelti e di prima qualità.Schermata 2016-03-23 a 16.04.37

Gli Gnocchi Bontà d’Italia Schär sono preparati con patate italiane lavorate con delicatezza aggiungendo la farina gluten free poco a poco, senza fretta, fino ad ottenere la giusta consistenza dell’impasto. Il risultato è un piatto è il più classico dei piatti della tradizione italiana, capace di accontentare tutti i palati, perché pronto da abbinare a piacere con qualsiasi condimento.

 

Selenella: al via la nuova campagna che parla di tracciabilità, sostenibilità e valori nutrizionali

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Selenella, patata 100% italiana, ha lanciato per il 2016 una nuova campagna pubblicitaria multicanale  con l’obiettivo di promuovere non solo i valori del marchio, ma soprattutto i valori nutrizionali della patata Selenella e il ruolo fondamentale del Consorzio Patata Italiana di Qualità, che controlla e traccia tutta la filiera produttiva per garantire una patata dal gusto unico, certificata e sostenibile.Schermata 2016-03-23 a 15.37.53

Schermata 2016-03-23 a 15.38.20Si è deciso di comunicare e mettere in risalto questi aspetti attraverso un format prettamente iconico, che pone la patata Selenella come unica protagonista. La campagna, ideata e realizzata da Red Cell, si sviluppa sulla stampa attraverso quattro diverse creatività, ciascuna in grado di rappresentare al meglio e con fantasia il singolo tema in oggetto: la tracciabilità è raffigurata disponendo le patate Selenella in modo che assumano le sembianze di un’orma; la sostenibilità è messa in luce da una patata Selenella che rappresenta una lampadina; i valori nutrizionali si esprimono invece con patate Selenella di diverse dimensioni poste una sull’altra, con chiaro riferimento ai quattro sassi in equilibrio del “giardino zen”; una creatività è infine dedicata alle “primizie” Novelle Selenella, con la patata raffigurante un ciuccio per bambini.Schermata 2016-03-23 a 15.37.43Schermata 2016-03-23 a 15.38.06
Sui migliori siti web dedicati a wellness, cucina e alimentazione, così come su Facebook, vengono riprese le medesime creatività tradotte in efficaci campagne display; sulle principali emittenti Radio nazionali, invece, vanno in onda quattro spot da 15 secondi, che secondo i requisiti creativi propri del mezzo radiofonico declinano in parole e musica il messaggio della campagna stampa.

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