CLOSE
Home Tags Consumi

Tag: Consumi

Nel bio-retail la Gdo guida le vendite, ma gli specializzati stanno crescendo bene

Il biologico, è ormai un dato consolidato, è il settore che, a dispetto degli anni di crisi e della caduta dei consumi, ha sempre mantenuto un trend in crescita. Nel 2014, secondo i dati dell’Osservatorio Sana 2015, diffusi nel giorno di apertura della manifestazione a Bologna in corso in questi giorni, il 2014 si è chiuso con un valore delle vendite di 2,1 miliardo di euro (che cresce a 2,5 miliardi con la ristorazione) registrando un incremento del 12,6%. E anche nel primo semestre del 2015 le vendite nella sola Gdo fanno registrare un balzo del 18% per i prodotti a peso imposto (fontr: Nielsen).

È proprio la Gdo è ormai protagonista del biologico in Italia. Secondo i dati della ricerca Ismea Bio-Retail, la distribuzione moderna registra un fatturato nel segmento di circa 855 milioni (il 40% del valore del bio-retail), mentre le superfici specializzate nella vendita di prodotti biologici muovono più di 760 milioni di euro (equivalenti al 35% del totale). Tra specializzato e Gdo, afferma l’Ismea, lo spread dei prezzi è del 10%-20%, a fonte di un plus di servizio offerto dai punti vendita specializzati come l’assortimento, l’informazione e la capacità di creare engagement anche attraverso i social network. L’aumento delle vendite nel canale specializzato – sottlinea sempre Ismea- è risultato più accentuato rispetto a quello riscontrato nei punti vendita della Distribuzione moderna. Si stimano 1-2 punti percentuali in più, nei ritmi di crescita medio annui, rispetto alle pur rilevanti performance registrate dagli Iper e Super, dai discount e dal libero servizio.

Più precisamente lo specializzato ha registrato, nell’ultimo quinquennio, tassi di crescita del 12-15% nella media di ciascun anno. È prevedibile nei prossimi anni una sostanziale equiparazione dei ritmi di espansione delle vendite tra i due canali considerati.

Il restante 25% è appannaggio degli altri canali rappresentati per il 10% da mercatini, vendite dirette, gruppi di acquisto solidali (Gas) ed e- commerce, per l’8,9% dai negozi tradizionali e per il 5,1% dalle farmacie. Quasi trascurabile, pari allo 0,6%, la quota complessiva riconducibile ad erboristerie e parafarmacie.

In crescita anche l’export. Nel 2014 le vendite di prodotti agroalimentari italiani certificati bio all’estero – afferma l’Osservatorio Sana 2015 – sono state pari a 1,4 miliardi di euro (4% sull’export agroalimentare italiano totale). Forte è la propensione all’export agroalimentare delle imprese del bio: il fatturato che raggiunge i mercati internazionali rappresenta il 24% (a fronte del 18% registrato dalle imprese agroalimentari italiane nel complesso). Ricordiamo però che il mercato mondiale del biologico esprime un fatturato complessivo di 72 miliardi di dollari, secondo l’Ifoam (International foundation for organic agriculture)

Presentata Biofach, la fiera mondiale del biologico

Il benessere abita qui: nasce il nuovo portale Pam Panorama

“Il benessere abita qui”: nasce il nuovo portale di Pam Panorama, dedicato al mondo del benessere, della salute e dell’alimentazione.

Nel nuovo spazio online, interno al sito di Pam Panorama, gli utenti potranno approfondire la conoscenza su regimi alimentari, intolleranze, cibi sani e naturali, con curiosità, utili consigli e suggerimenti e preziose indicazioni a riguardo.

Al nuovo progetto collabora il Dott. Giorgio Donegani, nutrizionista, consulente per l’alimentazione e collaboratore del MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – che mese dopo mese aiuterà gli utenti a capire come prendersi cura della propria salute attraverso una sana e corretta alimentazione rispondendo a tutti i dubbi e le domande nell’apposita sezione “Domande e Risposte”.

Suo anche il glossario a supporto che aiuterà gli utenti ad orientarsi nel grande mondo dell’alimentazione.

E per rispondere alle nuove esigenze nutrizionali di una sempre più ampia fascia di consumatori, ecco anche la sezione dedicata alle linee di prodotto Pam Panorama: Veg&Veg, Senza Glutine, Pam Panorama Bio e i 5 Colori del Benessere con approfondimenti nutrizionali e tante gustose ricette.

“Abbiamo da sempre a cuore il tema della salute e del benessere e abbiamo voluto offrire ai nostri Clienti uno spazio utile che possa offrire un valido supporto per quanti sono alla ricerca di consigli, indicazioni e suggerimenti a riguardo – spiega infatti Michela Airoldi, Direttore Marketing di Pam Panorama – “La creazione di questa sezione online è il naturale proseguimento di una serie di attività dedicate al mondo dell’alimentazione che stiamo portando avanti con grande successo in termini di pubblico ed apprezzamento all’interno dei nei nostri punti vendita e rappresenta un ulteriore esempio di come Pam Panorama sia attenta alle esigenze dei Clienti che vogliono mantenere uno stile di vita sano, prima di tutto con quello che mettono nel piatto”.

Osservatorio Findomestic: per l’acquisto dei libri di scuola un terzo delle famiglie riduce i consumi – Infografica

Ogni anno l’apertura dell’anno scolastico significa parlare di caro libri. Quest’anno,il dibattito essendo focalizzato sugli effetti della riforma scolastica e delle nomine che obbligano migliaia di insegnanti a trasferirsi, le spese delle famiglie sono rimaste n po’ nell’ombra. Fino ad oggi.

A colmare il vuoto ci ha pensato l’Osservatorio Findomestic nella sua indagine mensile di settembre.

Secondo l’Osservatorio gli acquisti per la scuola sono in crescita del 5% rispetto all’anno scorso, arrivando a 735 euro per nucleo familiare.

Ovviamente la voce di maggiore impatto sul bilancio delle famiglie sono i libri, che hanno un’incidenza del 61%, anche se in calo sul 2014 (-6%).

spese scuola Oss Findomestic

Il 63% effettuerà online gli acquisti di beni per la scuola, soprattutto per quanto riguarda libri e dizionari , in deciso aumento rispetto al 2014, quando era il 51% a ricorrere all’e-commerce.

Sebbene resti stabile la quota delle famiglie che affronteranno le spese scolastiche senza problemi, vi è però un 21% del campione che intaccherà i risparmi per far fronte a queste “uscite”(+3%), il 7% che ricorrerà a prestiti di amici e, il 5% che utilizzerà formule di finanziamento.

Tuttavia il41% di coloro che sosterranno spese scolastiche dovrà fare delle rinunce e i tagli ricadranno nel 33% dei casi su viaggi, cultura e spettacoli, il 23% sull’informatica, foto e telefonia, il 19% sull’elettronica di consumo, il 17% sulle spese per la casa, il 14% sulla salute e cura della persona e il 12% sull’abbigliamento.

Rapporto Coop 2015: la ripresa è slow ma l’Italia è bipolare. I programmi del retailer

Schermata 2015-09-03 alle 19.24.51Una ripresa lenta, da seguire con attenzione. Il Rapporto Coop (cui hanno collaborato Ref Ricerche, Nielse, Gfk, Doxa e Demos), come da tradizione, riapre la stagione dopo la pausa estiva e ci restituisce l’immagine di un Paese che dalla soglia del precipizio della crisi dove era attestato nel 2014 si è messo in marcia con “passo di buona lena”.

La recessione è finita, è costata lacrime e sangue alle famiglie italiane che hanno lasciato sul piatto dal 2007 a oggi 122 miliardi di euro (47 miliardi di minori risparmi e ben 75 miliardi di minori consumi).

Rimangono però nubi all’orizzonte come un possibile ritocco alle aliquote Iva, già tra le più alte d’Europa, con effetto ovviamente penalizzante sui consumi appena ripartiti e il persistere dell’elevato tasso di disoccupazione, soprattutto fra i giovani e soprattutto al Sud.

Ma più che la variazione seppur minima di segno positivo del Pil con cui si è aperto il 2015 (la crescita della nostra economia attesa per fine anno è di un +0,7%) è il sentiment degli italiani a essere cambiato. La felicità è di casa nel Nord Europa ma gli italiani, al pari di tedeschi e francesi e prima degli spagnoli, mostrano buoni livelli di soddisfazione per la propria qualità della vita e il 52% delle persone (era il 41% appena un anno fa) considera invariata o addirittura migliorata la propria situazione.

Sette anni di crisi hanno però lasciato cicatrici profonde nel tessuto sociale del nostro Paese, è un’Italia bipolare e schizofrenica; sempre più lunga, il Sud sempre più sud (tra Trento e Calabria corrono più di 1000 euro di differenza nella spesa mensile), la forbice generazionale si è allargata (gli under 35 spendono 100 euro al mese in meno degli over 65) e il lavoro continua ad essere la grande discriminante di genere e la grande chimera.

italia bipolare

Tuttavia siamo i più palestrati e i più connessi d’Europa (12.000 palestre il record in Italia e più di 6 ore al giorno su Internet tra pc e smartphone) se non atei certo più laici e indifferenti, i più evasori e paradossalmente tra i più altruisti (a fronte di una stima di 200 milioni di euro di evasione annua, sono 7 milioni gli italiani che prestano il proprio tempo gratuitamente in attività di volontariato). Con gli euro che ci siamo ritrovati nelle tasche (quei pochi che gli italiani non hanno voluto risparmiare continuando a perpetrare l’immagine -questa sì tradizionale- di un popolo di formiche più che di cicale: nel 2015 il tasso di risparmio è salito dal 8,6% al 9,2), gli italiani sono tornati ai consumi evergreen.

potere d'acquisto

Hanno ripreso a comprare case (complice una stabilizzazione dei prezzi e una ripresa dei mutui), hanno sostituito il parco dei loro elettrodomestici (la lavatrice, mito degli anni Sessanta, ma anche l’asciugatrice + 50% solo nell’ultimo anno), ripartite anche le immatricolazioni delle auto (+ 15% nel 2015 le vendite) anche se la mobilità è sempre più dolce: il raggio d’azione preferito è di appena 5 chilometri dalla propria residenza e la bicicletta un must insostituibile (la bici supera per grado di soddisfazione moto, auto, metro, treni e autobus).

Risultati e strategie Coop

«Per quanto riguarda la dinamica interna – afferma il presidente di Coop Italia Marco Pedroni – i primi segnali di recupero delle vendite non possono che essere accolti positivamente, ma è il quadro complessivo a essere completamente mutato e la cautela è d’obbligo».

Secondo le elaborazioni di Coop, nella distribuzione moderna le vendite totali dei primi sette mesi sono positive a valore (+0,7%) e flat a volume (-0,1%) avendo beneficiato del forte incremento estivo di alcune categorie come le bevande e o gelati.

A parità di rete le vendite sono leggermente negative (-0,1% a valore e -0,9% a volume), mentre a rete corrente si registra +0,7% a valore e -0,1% a volume. In questo contesto Coop si comporta in controtendenza, registrando -1,5% a valore e una parità a volume a rete omogenea, mentre a rete corrente -0,4% a valore e +1,1% a volume.

La spiegazione è nel riposizionamento commerciale avviato da Coop che ha portato il trend dei prezzi del retailer in territorio deflattivo, a fronte di una parziale ripresa dell’inflazione alimentare di quasi un punto percentuale.

La politica di vendita in atto dal primo trimestre ha infatti generato riduzioni di prezzo (- 6/7%) sulle grandi marche e sulla PL venduti in continuativo («costa meno, non è una promozione») e un cambiamento della politica promozionale («scegli tu»).

Schermata 2015-09-03 alle 18.57.33

«Non pensiamo certamente di abbandonare le promozioni, ma certamente stiamo dando maggiore enfasi a una politica di scaffale», aggiunge Pedroni. E se Coop riduce le vendite correnti a valore del -0,4%, soprattutto per la forte presenza degli Ipercoop che, pur perdendo meno della media degli Ipermercati italiani, pesano molto nel mix di vendite, la Private Label cresce a volumi (+2,2%), a differenza delle altre MDD, e si conferma leader di mercato.

Così come, presentando un ranking con le quote di mercato della Gdo escludendo le superfici sotto i 400 metri quadrati e i discount, il presidente Coop ribadisce la leadership, nonostante «spesso si senta parlare di sorpasso».

Schermata 2015-09-03 alle 18.56.55

Al di là delle schermaglie, Coop è anche impegnata sul versante internazionale con Coop Italian Food (v. l’intervista su instoremag.it) e con l’alleanza Coopernic su quello dell’e-commerce in particolare per il non alimentare, su quello della nuova Coop Alleanza 3.0 (la fusione delle Coop emiliane) che ha tra gli obiettivi una crescita al Sud.

Dall’esperienza del Supermercato del futuro di Expo, poi, che ha al suo attivo numeri più che lusinghieri, prende corpo l’idea di un’evoluzione dell’ipermercato dove all’esuberanza degli assortimenti si sostituisce una ottimizzazione della logistica, in modo da poter soddisfare le richieste del cliente con prodotti anche non presenti fisicamente nella superficie di vendita. Un progetto che porta diritto allo sviluppo dell’e-commerce (il Drive aperto qualche mese fa a Bergamo da Coop Lombardia indica una delle direzioni di sviluppo del retailer).

Schermata 2015-09-03 alle 18.57.56

«Nel 2016 – annuncia infine Pedroni – proseguiremo su questa strategia di convenienza e di modifica della politica promozionale e potenzieremo le azioni distintive sui temi della sicurezza alimentare, della trasparenza informativa, della legalità nelle filiere agro-alimentari e della tutela ambientale».

Altroconsumo: Emisfero, Iper ed Eurospin dove la Gdo è più conveniente

È Emisfero del Gruppo Unicomm dei fratelli Cestaro (associato Selex) l’insegna più economica secondo la consueta indagine di Altroconsumo riguardante la convenienza nella Gdo. Indagine che conferma il divario tra Nord e Sud. La spesa più conveniente, su più di un milione di prezzi analizzati in 885 punti vendita di 68 città italiane, si fa in Toscana, dove si spende, per acquistare prodotti di marca, 6039 euro all’anno, contro i 6.636 euro della Valle d’Aosta, la regione più cara, di fronte a una media italiana di 6350 euro. Seguono il Veneto, il Piemonte, la Puglia, l’Umbria e la Liguria, quest’ultima che ha perso il primato di “regione più cara della media”. Male le regioni come Lazio, Sicilia, Sardegna ed Emilia Romagna, ma anche Marche, Molise, Basilicata e Abruzzo.
Questo nella media generale.

cartina-altroconsumo
Fonte: Altroconsumo

 

Analizzando il tipo di spesa, Altroconsumo suddivide in tre categorie: spesa di prodotti di marca, spesa per prodotti a marchio del distributore, spesa economica (discount, essenzialmente)

È proprio nella spesa di prodotti di marca che Emisfero ha ottenuto la palma del più economico, seguito dagli ipermercti Galassi e da Famila Superstore. Quello che emerge dalla lettura della tabella è che la differenza di prezzo tra le prime dieci insegne è nell’ordine del 4% e tra la prima e l’ultima insegna della classifica vi è un divario del 13%. Ma le modalità di acquisto tra promozioni e composizione del carrello, fedeltà al punto vendita sono talmente varie, come hanno insegnato questi ultimi anni, che difficilmente un acquirente acquita solo prodotti di marca o solo prodotti a marchio del distributore. Resta però il fatto che l’indagine di Altroconsumo resta un indicatore importante.

supermercati-più-convenienti-1
Fonte: Repubblica, da Altroconsumo

“Se si passa dall’insegna più cara in città a quella più economica – segnaa Altroconsumo – in una stessa città, si possono risparmiare in media 590 euro all’anno, ma nelle città in cui la concorrenza è alta si può arrivare persino a un risparmio di 1.100 euro. Parliamo in questo caso di Pordenone, Torino, Cuneo o Napoli, mentre molto scarse sono queste opportunità a Reggio Calabria e Caserta”.

Se si acquistano prodotti a marchio del distributore, con un risparmio che può arrivare fino a 1.800 euro all’anno, l’insegna più conveniente è Iper, dove il risparmio può arrivare al 43% per l’acquisto degli stessi prodotti di marca. Anche U2 si posiziona s questo indice di risparmio (la proprietà è sempre di Iper), ma ha un numero minore di referenze. Del resto sottolinea altroconsumo è difficile fare una spese composta solo di prodotti a marchio del distributore.

Infine, tra i distount, Eurospin è l’insegna che guida la speciale classifica seguito da LD Market, D-Più Discount, Penny Market, Lidl, Md Discount, In’s Mercato, Prix Quality. Se non si bada al brand il risparmio può arrivare al 51% sui prodotti di marca: in soldoni, 3100 euro, che arrivano a 3500 ad Aosta e Trieste, dove i punti vendita sono i più cari in assoluto.

Alimenti per l’infanzia, giù i volumi su la fascia premium/bio

35 miliardi di USD nel 2015; questo vale secondo Nielsen il mercato mondiale di alimentazione per l’infanzia. In crescita nei paesi in via di sviluppo e in recessione nei paesi occidentali, causa calo endemico delle nascite (-45% a livello globale dal 1960 al 2013) che ha portato in Italia a un decremento nelle vendite del 3,2% dal 2012 al 2014.
“Nonostante i problemi le opportunità per il mercato sono ancora consistenti – spiega Liz Buchanan, direttore Global Professional Services di Nielsen –; i consumatori investono molto in queste categorie perché sono molto attenti ai prodotti che selezionano per i loro bambini. Ma per ottenere risultati in un’area dominata da pochi marchi bisogna capire quali sono gli aspetti chiave che guidano la scelta”

La sicurezza del bio
Ci si aspetta una forte crescita dei prodotti biologici, che già nei due anni passati hanno registrato un +26% di vendite a livello globale, a fronte di una diminuzione del 6% del non biologico.
“I consumatori sono sempre più preoccupati dall’aspetto salutista e cercano cibi naturali ed elaborati al minimo, e questo è ancora più vero per gli alimenti per l’infanzia – dice Buchanan –; sempre più genitori cercano cibi in grado di instradare i figli verso una vita sana, anche se ciò significa passare alla fascia premium. Ci aspettiamo che questo segmento crescerà nel momento in cui un maggior numero di genitori sarà in grado di spendere di più”.
In Europa e Asia-Pacifico il 31% degli intervistati considera il biologico e naturale come elemento “importante” nella scelta dei prodotti da acquistare (26% in Africa/ Medio Oriente, 20% in America Latina e 18% in America del Nord, che però è il maggior consumatore che copre il 72% delle vendite del biologico mondiale).

Piace l’innovazione, anche nel packaging
Oggi l’87% delle confezioni di cibo per l’infanzia è in vasetti di vetro o vaschette. Ma ci si aspetta una forte crescita delle confezioni morbide (contenitori con beccucci di plastica dai quali si può succhiare il cibo) in gran voga al momento perché considerate pratiche, e che già dal dicembre 2013 al dicembre 2014 sono aumentate nel mondo del 28% con picchi in Ucraina (916%), Brasile (528%), Portogallo (316%), Russia (264%), Olanda (184%) e Spagna (125%).
“La popolarità delle confezioni morbide è dovuta alla facilità d’uso e alla flessibilità – spiega Buchanan -. Permettono di trasportare il cibo comodamente e ciò è compatibile con gli stili di vita moderni sempre più in movimento, inoltre favoriscono l’indipendenza del bambino e la sua capacità di mangiare da solo”.

Il prezzo resta una delle chiavi

Anche se restano fondamentali tre considerazioni principali -affidabilità della marca, nutrizione e sicurezza – il rapporto qualità/prezzo è una considerazione importante specie in Europa e Nord America, per oltre un terzo dei partecipanti alla ricerca. Promozioni e buoni sconti guidano la scelta, all’interno di una serie di marchi selezionati in precedenza perché giudicati affidabili.
“In Europa il consumatore ritiene che gli alimenti per l’infanzia siano comunque sicuri e nutrizionalmente bilanciati – dice Buchanan – ed esiste anche una scelta di prodotti più ampia rispetto ad altre aree del mondo. Dunque per alcuni consumatori il prezzo diventa una chiave importante nella scelta della marca. Emergono due gruppi di acquirenti: i premium, disposti a pagare di più per un prodotto che percepiscono come migliore, e i cacciatori di valore, che ricercano il miglior affare”.

Marca, pronti a cambiare se c’è la promozione
il 70% degli intervistati ha infatti dichiarato di avere cambiato marca. Il 40% consigliati da parenti o amici, il 34% sulla base di raccomandazioni del pediatra e il 23% per motivi medici.

Gli "influenzatori" nella decisione d'acquisto degli alimenti per l'infanzia.
Gli “influenzatori” nella decisione d’acquisto degli alimenti per l’infanzia.

Ma il 26% degli europei è passato a una marca meno cara e il 23% a una in promozione.

I dati della ricerca The Nielsen Global Baby Care Survey risultano da un sondaggio online eseguito in 60 Paesi e condotto tra febbraio e marzo 2015 su acquirenti di prodotti per l’infanzia nei cinque anni precedenti.

Le leve del successo per Nielsen
Le chiavi del successo negli alimenti dell’infanzia per Nielsen:

Trasparenza: i genitori vogliono sapere esattamente cosa c’è nel cibo dei loro figli. Oltre all’elenco, è utile mettere in etichetta le proporzioni dei vari alimenti contenuti.

Sicurezza innanzitutto: deve essere percepita come la prima preoccupazione della marca e deve esserci la possibilità per il consumatore di avere risposta alle proprie domande e preoccupazioni, anche tramite i canali social

Essere naturali: la semplicità delle cose fatte in casa senza lo sforzo di cucinare: questo cercano molti genitori. Evitare ingredienti come zuccheri e sale aggiunti e conservanti.

Sottolineare i benefici per la salute: l’innovazione prenderà questa strada in futuro proponendo ingredienti che portano benefici come sviluppo fisico e cognitivo, migliore qualità del sonno e difese immunitarie. Da non ignorare la fascia crescente di bambini intolleranti o allergici.

Comprendere e soddisfare le esigenze e i gusti del mercato dove si vende: un esempio è la gamma VitaMeal Baby introdotta da Agro-Food in Medio Oriente, alimenti per l’infanzia halal.

Considerare le opportunità date dalla partnership con un grosso nome, quando si propone un prodotto innovativo, o un produttore locale, se si entra in un mercato estero.

Istat: commercio al dettaglio in lenta crescita. Bene il food, male gli iper.

L’Istat ha reso noto i dati del commercio al dettaglio di giugno. Un mese che, rispetto a maggio, regista un lieve calo delle vendite al dettaglio (-0,3%). Tuttavia il confronto tra trimestri pende a favore del periodo aprile-giugno su quello precedente (+0,4%) e rispetto a giugno 2014 si registra una variazione positiva sia per il valore delle vendite delle imprese della grande distribuzione (+1,5%) sia per quello delle imprese operanti su piccole superfici (+1,7%).

Ista  giu15_giu14

Schermata 2015-08-31 alle 10.39.16

«Sono indicazioni – commenta il presidente di Federdistribuzione Giovanni coboldi Gigli – da prendere sicuramente con cautela, ma a fronte di tassi inflattivi sostanzialmente fermi (ad agosto ancora +0,2%) l’auspicio è che questo segnale rappresenti un primo passo di un percorso di crescita che possa irrobustirsi nel tempo, anche grazie alle condizioni economiche internazionali che permangono positive: basso prezzo delle materie prime, quantitative easing, cambio euro/dollaro favorevole.

Occorre ora sostenere questi segnali di ripresa – prosegue il presidente di Federdistribuzione – anche per contrastare le preoccupazioni che provengono dai mercati finanziari esteri (crisi greca e cinese) che potrebbero gettare nuova incertezza sulle famiglie frenandone ancora i consumi. È indispensabile dunque attuare il piano annunciato di riduzione della pressione fiscale per famiglie e imprese, completare il programma di riforme e avviare un serio e strutturato progetto di sviluppo del Mezzogiorno».

Con riferimento al primo semestre del 2015, cresce dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2014.

Nella grande distribuzione il valore delle vendite aumenta, in termini tendenziali, del 2,3% per i prodotti alimentari e dello 0,4% per quelli non alimentari. Nelle imprese operanti su piccole superfici, le vendite registrano una variazione positiva sia per i prodotti alimentari (+2,4%) sia per quelli non alimentari (+1,6%).

Schermata 2015-08-31 alle 10.40.46

Con riferimento alla tipologia di esercizio della grande distribuzione, a giugno 2015 si registra un aumento dell’1,4% per le vendite degli esercizi non specializzati e del 2,4% per quelle degli esercizi specializzati. Tra i primi, aumentano dell’1,5% le vendite degli esercizi a prevalenza alimentare e dello 0,7% quelle degli esercizi a prevalenza non alimentare.

Schermata 2015-08-31 alle 10.41.22In particolare, per quanto riguarda gli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare, aumentano le vendite di supermercati e discount (rispettivamente +2,3% e +4,5%), mentre diminuiscono quelle degli ipermercati (-1,2%).

 

Pedon e OrtoRomi insieme per una pausa pranzo all’insegna del benessere

La nuova referenza con Bulgur e Quinoa, tre tipi di insalata e olive Kalamata, proposta da Pedon e OrtoRomi nella linea Pausa Pranzo in Forma si inserisce nella tendenza che vede in crescita l’attenzione al benessere nel piatto e i consumi di piatti pronti e veloci e di cereali.

Secondo le più recenti analisi di Nielsen, infatti, si registra un nuovo approccio agli alimenti, caratterizzato da una sempre maggiore attenzione agli aspetti salutistici dei cibi, nella consapevolezza che una giusta alimentazione sia lo strumento più adeguato per prevenire e gestire disfunzioni fisiche come l’eccesso di colesterolo, l’ipertensione, il diabete e l’obesità.

Su versante dei numeri, invece, i cereali secchi stanno vivendo una stagione felice. Nei primi cinque mesi di quest’anno Nielsen registra una crescita del 23% a volume e del 34% a valore sullo stesso periodo del 2014. A parte il grano, sono tutti i cereali a beneficiare della crescita. In particolare la Quinoa, “un cereale altamente proteico e completamente privo di glutine, che quadruplica quasi le sue vendite, attestandosi su oltre 400 tonnellate e sviluppando 4,4 milioni di euro di giro d’affari, con un prezzo medio di 10,94€/Kg”, spiega Nielsen

Infine, la fase positiva che stanno attraversando i comparti dei prodotti pronti d mangiare e facili e veloci (secondo la classificazione data da Nielsen ai sei panieri del largo consumo) che nel primo semestre di quest’anno hanno segnato una crescita di poco più del 2% i primi e di più del 3% i secondi (a volume e a valore).

La nuova referenza è il primo episodio di co-branding tra Pedon, big player per la lavorazione, il confezionamento e la distribuzione di cereali, legumi e semi, e OrtoRomi, impresa con quasi vent’anni anni di storia nel settore ortofrutticolo della IV gamma

Tesco distribuisce il surplus di cibo dei punti vendita con una app

Per la distribuzione di eccedenze di cibo alle associazioni caritatevoli, Tesco sta utilizzando un sistema innovativo. Attraverso la App FareShare Food Cloud, ogni store manager avvisa le associazioni collegate (Fare Share nel Regno Unito e l’impresa sociale Food Cloud in Irlanda) della disponibilità di surplus di cibo ogni giorno. L’organizzazione conferma il ritiro, lo raccoglie direttamente nel punto vendita e lo trasforma in pasti per chi ne ha bisogno. Fare Share non distribuisce il cibo direttamente alle persone bisognose, ma collabora con oltre 1900 progetti locali (ostelli per anziani, donne, rifugiati) che si occupano di fornire cibo alle persone beneficiarie.

Attualmente Tesco ha in corso questo progetto in Irlanda e lo sta testando in un punto vendita di Londra e in altri dieci a Liverpool, Belfast e Glasgow.

 

Alimentazione domestica -14% in 20 anni per Confcommercio, e ora cresce il fuori casa

Si è alleggerito il carrello degli italiani negli ultimi 20 anni, con un calo a due cifre (-14%) degli acquisti di beni alimentari e un incremento di telecomunicazioni, tempo libero e vacanze, voci passate nel paniere di spesa delle famiglie italiane da una quota del 23,7% del 1995 al 28% del 2007. Lo rivela un’analisi dell’Ufficio Studi ConfcommercioIn particolare, l’andamento degli acquisti per i pasti domestici ha subito un’andamento altalenante con un crollo recente: -2,5% medio annuo nel periodo 2008-2012, -4,5% nel 2013, -0,9% nel 2014.

Nel lungo periodo si evidenzia un incremento dei consumi negli ultimi venti anni del 10%, con uno sviluppo complessivo tra il 1995 ed il 2007 del 19% e una flessione del 7,6% dall’inizio della crisi al 2014.

In aumento c’è la domanda di servizi, che passa come quota di spesa delle famiglie dal 43,6% del 1995 al 52,6% del 2014. Una crescita avvenuta a scapito di altri settori: oltre all’alimentare, mobili e articoli di arredamento (-28%), mezzi di trasporto (-18,2%) e abbigliamento (-8%) sono le voci di consumo che, dal 1995 ad oggi, hanno registrato le maggiori riduzioni in termini pro capite.

Nel 2015 più pasti fuori casa e tempo libero

Venendo ad oggi, nel corso del 2015 l’analisi di Confcommercio prevede, in termini pro capite, un andamento positivo in tutti i settori, con l’unica eccezione della cura del sé e della salute (-0,1%). Le funzioni di consumo più dinamiche dovrebbero essere quelle relative alle spese per viaggi e vacanze (+4%) e per la mobilità e le comunicazioni (+2%). La ripresa dei consumi sembra poi privilegiare i consumi fuori casa rispetto a quelli domestici, con una modesta diminuzione per l’alimentazione domestica (-0,1%) ed una crescita abbastanza sostenuta per i pasti fuori casa (+3,1%).

A livello delle singole voci di spesa i dati stimati per il 2015 evidanziano come tra le dieci voci più dinamiche vi siano quasi esclusivamente prodotti e servizi legati in diverso modo alla fruizione del tempo.

 

 

La previsione delle singole voci di spesa var. % in termini reali pro capite (2014-2015)

le 10 voci di consumo più dinamiche…
20142015
1Apparecchi telefonici19,71Apparecchi telefonici7,0
2Elettrodomestici bruni e IT6,22Servizi alberghieri e alloggiativi4,6
3Servizi telefonici5,43Servizi di trasporto3,7
4Gioielleria e altro2,44Servizi telefonici3,5
5Frutta1,75Pubblici esercizi3,1
6Prodotti medicinali e altro0,56Elettrodomestici bruni e IT2,7
7Assicurazioni0,57Spese esercizio mezzi di trasporto2,1
8Servizi alberghieri e alloggiativi0,48Servizi ricreativi e culturali1,8
9Vegetali incluse le patate0,29Altri articoli ricreativi1,5
10Elettricità, gas e altri combustibili0,110Vacanze tutto compreso1,3
…e le 10 voci di consumo meno dinamiche
47Servizi sociali-1,847Libri-0,2
48Mobili e articoli d’arredamento-2,248Giornali, articoli di cancelleria-0,2
49Cristalleria e utensili casa-2,449Latte, formaggi e uova-0,2
50Spese esercizio mezzi di trasporto-2,550Istruzione-0,3
51Fiori, piante, animali domestici-2,751Generi alimentari n.a.c.-0,3
52Acqua e altri servizi-2,952Servizi postali-0,3
53Acquisto mezzi di trasporto-4,153Oli e grassi-0,5
54Giornali, articoli di cancelleria-5,254Altri servizi-0,6
55Vacanze tutto compreso-6,255Zucchero e altro-0,8
56Altri durevoli per la ricreazione-6,856Tabacchi-1,8

Fonte: Elaborazioni e previsioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat.

Non stupisce insomma che, dopo un arretramento e un concentrarsi delle famiglie in periodo di crisi sui beni essenziali, con l’attenuarsi della recessione e con il probabile avvio della ripresa le famiglie tornino a incrementare la quota di spesa destinata al soddisfacimento di bisogni considerati meno essenziali.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare