CLOSE
Home Tags Discount

Tag: Discount

Lidl, 1.200 prodotti a “inflazione zero” da un anno

Prezzi senza rincari per 12 mesi su oltre 1.200 prodotti. È questa la mossa di Lidl Italia per contrastare il ritorno dell’inflazione. E la cosa interessante è che non si tratta di un impegno per il futuro, ma il bilancio di quanto già fatto, certificato da NielsenIQ. La premessa indispensabile è data dalle stime preliminari dell’Istat: a maggio l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una variazione nulla su base mensile e un incremento del +1,7% su base annua. Si tratta di una frenata rispetto al +1,9% registrato ad aprile, ma con un dato in controtendenza: i beni alimentari accelerano nettamente, salendo dal +2,2% al +3,2% e trainano l’inflazione del cosiddetto “carrello della spesa”, che tocca un +3,1% contro il +2,6% di aprile. La tendenza è confermata anche da NielsenIQ, che ha rilevato, sempre a maggio, un balzo dell’inflazione tendenziale al 2,3% (rispetto allo 0,8% di aprile).

In questo scenario, Lidl Italia sottolinea il suo impegno contro il caro-vita con oltre 1.200 articoli a “inflazione zero” sulle oltre 3.500 referenze proposte a scaffale nei circa 780 punti vendita dell’insegna. Come certificato da NielsenIQ, nel periodo dall’1.06.2024 al 31.05.2025, il prezzo di vendita di oltre 1.200 prodotti non ha mai superato il prezzo di inizio monitoraggio. Articoli del paniere base come spaghetti, fusilli, biscotti, farina, baguette, prosciutto cotto vengono offerti a scaffale senza rincari da 12 mesi. “Tutelare il potere di acquisto dei nostri clienti è da sempre uno dei nostri obiettivi – dichiara Massimiliano Silvestri, Presidente Lidl Italia –. Abbiamo già intrapreso azioni simili in passato, in periodi in cui il tema dell’inflazione era molto più sentito, ma non intendiamo abbassare la guardia. I dati purtroppo mostrano come l’inflazione sia tornata ad alzare la testa soprattutto sul carrello della spesa. Questa è la nostra risposta concreta”.

Aldi rilancia il suo impegno nella prossimità

Una nuova fase strategica di consolidamento e rafforzamento della presenza in Italia: è così che Aldi vede il suo futuro, dopo aver tagliato il traguardo dei sette anni dalla prima apertura. Arrivata quasi alla soglia dei 200 negozi, la catena fa parte del Gruppo Aldi Süd, realtà di riferimento della grande distribuzione organizzata a livello internazionale, con oltre 7.500 punti vendita in 11 Paesi e 4 continenti. Aldi afferma di essersi impegnata sin dal 2018 ad offrire ai clienti il meglio del Made in Italy all’insegna della convenienza, in sinergia con la costante valorizzazione dei collaboratori e il sostegno continuativo alla comunità locale, con una sempre crescente attenzione alla sostenibilità. In questa nuova fase Aldi vuole attestarsi come motore di supporto alla società, in grado di dare nuovo respiro alle piccole comunità e realtà del territorio e contribuire allo sviluppo. Un approccio sintetizzato nella filosofia “Spendi meno, vivi meglio”, espressione concreta di un format di vendita che è stato adattato all’Italia. Circa l’80% dei prodotti alimentari nasce, infatti, dalla collaborazione con fornitori italiani.

“In un contesto che vede l’Italia affrontare grandi sfide economiche e sociali, Aldi riafferma oggi la sua presenza e vicinanza, non solo in termini di prossimità e crescente distribuzione dei nostri negozi – dichiara Michael Gscheidlinger, Country Managing Director Aldi Italia – ma soprattutto in termini di impatto valoriale. Dopo 7 anni di presenza in Italia, oggi Aldi è pronta ad iniziare una nuova fase strategica che punta al consolidamento. Questi anni sono serviti per porre le fondamenta e le giuste condizioni per la nostra presenza nel Belpaese. I clienti ed il mercato hanno dato grandi risposte alle nostre proposte. Ora, guardiamo al futuro con maggiore consapevolezza, responsabilità e chiarezza attraverso un cambio di passo che presuppone un’integrazione maggiore con le strategie internazionali”.

La presenza in Italia è stata costruita su uno store concept appositamente studiato e l’azienda si impegna a continuare a realizzare punti vendita in grado di esprimere al meglio la qualità e lo stile italiano. Quanto al personale, ad oggi nei quasi 200 punti vendita in 6 regioni del Nord (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige) Aldi conta oltre 3.800 collaboratori; l’età media del management è inferiore a 36 anni, con più del 50% di donne in posizioni manageriali. Inoltre, a riprova dell’attenzione ai temi legati alla Diversity& Inclusion, Aldi sottolinea di avere un organico composto da 64 nazionalità differenti, Italia esclusa. Nell’ultimo anno è stata rinnovata anche la strategia di comunicazione, con l’obiettivo di presentare la propria offerta e aprirsi maggiormente all’ascolto attivo delle esigenze della comunità locale. In tutti i touchpoint di riferimento, Aldi sostiene di parlare direttamente al consumatore, mettendo al centro l’italianità e raccontando un’identità aziendale focalizzata attorno ai concetti di freschezza, territorialità e convenienza.

Penny chiude il 2024 con 1,6 miliardi di fatturato e investe sui reparti serviti

Si è chiuso con un fatturato di 1,6 miliardi di euro (+1,4%) il 2024 di Penny Italia. Il discount alimentare del gruppo tedesco Rewe nel nostro Paese ha una rete vendita composta da 466 negozi in 18 regioni e ha investito 48 milioni di euro per 20 aperture e 86 ammodernamenti, 65 dei quali con l’inserimento dei nuovi reparti serviti di macelleria, gastronomia e punto caldo. Penny sottolinea l’attenzione ai reparti serviti, confermando a fine 2024: 191 macellerie, 165 gastronomie e 149 punti caldi. Sono oltre 1.200 le persone assunte lo scorso anno e quasi 200 le crescite interne anche grazie alle oltre 35.000 ore di formazione erogate. In totale, nel 2024 l’azienda contava su oltre 5.000 collaboratori, con il 65% donne e 28 nazionalità. Tra gli avvenimenti più rilevanti dell’anno, l’insegna ricorda di aver ricevuto il 28 ottobre 2024 dal Presidente della Repubblica il premio Airc per il sostegno alla Ricerca, avendo sviluppato, già nel 2023, 12 referenze per un’alimentazione che supporta la prevenzione in collaborazione con l’Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro. Sempre lo scorso anno c’è stato il lancio di Foreveryou, nuovo marchio frutto di 18 mesi di ricerche di mercato, focus group, analisi di laboratorio e test clinici. Le 25 referenze – food e non food – sono pensate e create ad hoc per i clienti 50+ con formulazioni specifiche.

In tema di relazioni di business, sono stati oltre mille i partecipanti al Penny & Partners Forum del 10 aprile 2024; l’evento, riconosciuto giornata nazionale del “Made in Italy” e in cui è intervenuto il ministro del MIMIT Adolfo Urso, ha visto la partecipazione degli amministratori delegati e dei top manager di medie e grandi aziende operanti in Italia. Infine, con il claim “Daje Penny” è iniziata la sponsorship con Run Rome The Marathon: Penny è presente nel percorso con i suoi 27 negozi della capitale, ma anche con un temporary store all’Expo Village e uno stand dedicato al Circo Massimo, punto di partenza ed arrivo della 42 km. Anche sul piano del CSR e della lotta allo spreco, all’interno del virtuoso percorso #Viviamosostenibile, l’insegna sottolinea di aver rinforzato per tutto il 2024 il legame con partner di valore come Banco Alimentare, Fondazione Progetto Arca, Croce Rossa Italiana, Too Good To Go e Coripet, studiando e attivando azioni concrete di sostegno per le comunità e diffondendo una cultura responsabile del rispetto delle persone e delle risorse del pianeta. “In un contesto economico e sociale complesso e a tratti molto difficile – dice Nicola Pierdomenico, Ceo Penny – Penny Italia è stata in grado di mantenere la sua quota di mercato e di crescere di misura. Sono altresì orgoglioso del fatto che Penny Italia, e le sue persone, non abbiano mai smesso di portare idee e di essere pionieri di innovazione, proponendo soluzioni, con la capacità di rimettersi in gioco e la professionalità e la resilienza che questi tempi ci chiedono”.

Lidl raggiunge il 6% di quota nel mercato italiano della Gdo

Lidl Italia consolida il percorso di crescita degli ultimi anni e tocca il 6% di quota di mercato. A certificarlo è la Prima Edizione 2025 della Guida NielsenIQ Largo Consumo, che scatta una fotografia dettagliata della distribuzione moderna in Italia, il cui giro d’affari complessivo è di 132,1 miliardi di euro, suddiviso tra ipermercati (24,8%), supermercati (41,7%), discount (23,8%) e libero servizio (9,6%). “Il raggiungimento del 6% di quota di mercato è il frutto di un importante lavoro di squadra, partito da lontano – dichiara Massimiliano Silvestri, Presidente Lidl Italia – e che ha come perno gli investimenti sul territorio. Negli ultimi 10 anni abbiamo investito 3,5 miliardi di euro, di questi, circa 2,1 miliardi negli ultimi cinque. Pensando al futuro, per il prossimo triennio abbiamo in serbo un piano di sviluppo da 1,5 miliardi di euro per la realizzazione di 150 nuovi store. Il 2025 è iniziato con l’apertura di ben 23 negozi, solo nei primi due mesi, per un investimento complessivo di 180 milioni di euro. Grazie a questi importanti e strutturati interventi siamo stati in grado di ampliare la nostra rete vendita raggiungendo quota 780 store e guadagnando, di conseguenza, la fiducia di un numero crescente di clienti”.
Lidl, arrivata in Italia nel 1992, si pone l’obiettivo di raggiungere quota 1.000 punti vendita entro il 2030. Sul territorio nazionale conta 12 piattaforme logistiche, impiega più di 22.000 collaboratori e ha un’offerta a scaffale composta da oltre 3.500 referenze, di cui oltre l’80% prodotte in Italia e a marchio proprio.

Action, almeno una nuova apertura al giorno nel 2025

Almeno un negozio al giorno: è questo il programma di aperture di Action per il 2025. Obiettivo peraltro sfiorato dalla catena discount non food già nel 2024, chiuso con 352 nuovi negozi, portando il totale a 2.918 punti vendita in 12 paesi europei. Lo scorso anno le vendite nette di Action sono aumentate del 22%, raggiungendo 13,8 miliardi di euro. La crescita a rete costante – escludendo quindi i nuovi negozi – è stata del 10,3% e grazie all’incremento delle vendite nette e a una continua disciplina dei costi, il retailer olandese è riuscito ad aumentare il proprio Ebitda operativo a 2.076 milioni di euro, segnando un incremento del 29% rispetto all’anno precedente. Action sta inoltre ultimando i preparativi per il suo ingresso nel mercato svizzero: l’inaugurazione del primo negozio è prevista per il 5 aprile 2025 a Bachenbülach, nel cantone di Zurigo, mentre il 24 aprile sarà la volta di Martigny, nella Svizzera francese. Per l’autunno è pianificato l’ingresso in Romania, mentre Croazia e Slovenia sono gli obiettivi del 2026.

Sul fronte della sostenibilità ambientale, l’insegna si impegna a ridurre le emissioni di gas serra (GHG) lungo l’intera catena del valore. Lo scorso mese di febbraio i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni a breve termine, basati su criteri scientifici, sono stati approvati dall’iniziativa Science Based Targets (SBTi). “L’approvazione della SBTi conferma che i nostri obiettivi climatici sono ambiziosi ma realizzabili – afferma Hajir Hajji, Ceo di Action – garantendo una riduzione delle emissioni in modo scientificamente rigoroso. Questi obiettivi sono in linea con l’impegno a limitare il riscaldamento globale, come stabilito dall’Accordo di Parigi sul clima. Siamo fermamente determinati a raggiungere questi traguardi e a mettere in atto le azioni necessarie per conseguirli”. Nel dettaglio, Action ha ridotto le emissioni di gas serra in termini assoluti dalle proprie attività (scope 1 e scope 2) del 51% rispetto all’anno di riferimento 2021. I progressi ottenuti nel 2024 sono stati possibili grazie al raggiungimento dell’obiettivo di negozi 100% gas-free (67 utilizzano sistemi di riscaldamento alternativi, come per esempio il teleriscaldamento) e all’implementazione dell’illuminazione LED al 100% in negozi, uffici e centri di distribuzione. Attualmente, il 90% dell’elettricità consumata proviene da fonti pulite e rinnovabili. Sulla base di questi risultati, la catena discount non food ha deciso di aumentare il proprio obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra di scope 1 e 2 al 75% entro il 2030 (in precedenza era il 60%). Inoltre, Action si impegna affinché l’80% dei suoi fornitori, in base alle emissioni generate, adotti obiettivi basati su criteri scientifici entro il 2029 (scope 3) rispetto al 12% attuale.

Avena: il parco acquirenti si amplia, con Mdd e discount in vetta alle preferenze

La presenza nel carrello di avena e di cereali a base di avena si conferma per gli italiani un trend di lungo periodo, con una crescita costante dovuta all’aumento del parco acquirenti che negli ultimi tre anni ha guadagnato circa 600.000 famiglie. Un effetto della maggiore attenzione degli italiani verso la propria salute e benessere, che ha un impatto rilevante sulla loro alimentazione e su una maggiore domanda di cibi nutrienti e sani (con scelte anche non “tradizionali”). Il 72% degli italiani, infatti, considera prodotti con probiotici o alimenti che aiutano a proteggere l’organismo come ottimali per la conduzione di uno stile di vita salutare. All’interno di tale scenario si inserisce l’avena, i prodotti a base di avena (quali ad esempio il latte d’avena, la farina, le barrette e gli snack) e le ricette da essa derivate (come il porridge o il muesli), le cui proprietà nutrizionali la rendono un vero e proprio “superfood” non solo per gli appassionati di sport, visto che essendo ricca di carboidrati complessi fornisce un rilascio costante di energia, ma anche perché favorisce il processo digestivo e aiuta a mantenere stabili i livelli di colesterolo e di zucchero nel sangue. Quest’ultimo risulta essere un particolare molto rilevante per il 42% degli italiani che considera i cibi con un alto contenuto di zucchero (quali bevande zuccherate ed energy drinks) deleteri per la propria salute, quindi da evitare.

Tuttavia, nonostante la produzione totale di avena in Italia continui a diminuire (passando da 2,3 milioni di quintali nel 2023 a 2,1 milioni nel 2024), l’ultima analisi condotta da YouGov, gruppo globale di ricerca e analisi dei dati, ha rilevato come il segmento “avena” venga scelto dal 13% delle famiglie intervistate, con una frequenza di 2,4 atti d’acquisto. L’indagine evidenzia, infatti, che a differenza del totale del settore cereali da colazione, il comparto “avena” continui a crescere, con circa 3,3 milioni di famiglie che nel 2024 hanno acquistato questi prodotti (rispetto ai 3,0 milioni nel 2023 e i 2,6 milioni nel 2022) facendo registrare un fisiologico calo dell’acquisto medio (1,33 kg nel 2024 rispetto a 1,49 del 2023). All’interno del settore, è stato rilevato come i cereali tradizionali e l’avena abbiano guadagnato volumi dagli altri segmenti, specialmente da Granola, Muesli e dai cereali per bambini.

Nella scelta dei fornitori, l’analisi di YouGov ha rivelato che gli italiani preferiscano rivolgersi in prima battuta al marchio del distributore (2,2 milioni di famiglie, in decisa crescita), mentre l’unico player “branded” scelto (Fiorentini) si sta gradualmente avvicinando al mezzo milione di famiglie (484.000). Per ciò che concerne i canali di acquisto, il discount è risultato il principale con quasi 2 milioni di famiglie acquirenti e un acquisto medio di 1,3 Kg, seguito dai supermercati (1,2 milioni) e dagli ipermercati. I dati relativi alla geolocalizzazione e al profilo degli acquirenti vedono un indice di acquisto sopra media nel Nord Italia, soprattutto nel Nord Est, e al contrario un Centro-Sud sotto media. A livello sociodemografico il core target (con indici sopra media sia di penetrazione che di acquisto) è costituito da famiglie con responsabile acquisti di età media e adulta (tra i 35 e i 64 anni) e senza bambini; target interessante e potenziale è quello dei nuclei più giovani (con RA sotto i 34 anni) che mostrano una penetrazione sopra media, ma un livello di acquisto medio migliorabile.

La crescita dell’avena, all’interno di un mercato in flessione, cioè i cereali da prima colazione, può anche inserirsi in un contesto di crescita dei prodotti ad alto contenuto proteico che, partiti praticamente da zero pochi anni fa, raggiungono oggi quasi il 60% delle famiglie italiane – commenta Paola Bonassoli, Multinational Client Cluster Lead di YouGov –. I consumatori di questi prodotti, similmente ai consumatori di avena, sono giovani (soprattutto maschi) alla ricerca di prodotti che aiutino la performance sportiva e anche donne di età media-adulta maggiormente interessate al controllo della linea. Di contro, diversi prodotti specifici per i bambini, come i cereali Kids, sono in sofferenza seguendo il ben noto (e tragico) trend negativo delle nascite nel nostro Paese”.

Aldi fa 70 in Lombardia con l’apertura a Suzzara

Apre i battenti oggi, 6 febbraio 2025, a Suzzara (MN) il 70esimo punto vendita di Aldi in Lombardia. Con questa inaugurazione, il traguardo dei 200 negozi è a un soffio: dal 2018, da quando è sbarcata in Italia, l’insegna parte del Gruppo Aldi Süd è arrivata contare 198 superfici commerciali, oltre ai due centri di distribuzione di Oppeano (MN) e Landriano (PV). Situato in in viale Lenin ang. Strada Pasine snc, il punto vendita di Suzzara si estende su 986,62 metri quadri ed è in una via commerciale di passaggio, vicina al centro della città e servita da autobus. Il progetto ha comportato il recupero di un’area precedentemente occupata da uno stabilimento di stagionatura formaggi, successivamente demolito e bonificato. I lavori di riqualificazione, durati 17 settimane, hanno previsto la realizzazione di una pista ciclabile e due rotatorie. A disposizione dei clienti anche 90 posti auto gratuiti, di cui tre riservati ai disabili e tre dedicati alle donne in attesa o ai neogenitori.

Certificato con classe energetica A3, il negozio è dotato di un impianto fotovoltaico della portata di 91,8 kWp. Il taglio del nastro ha contribuito alla creazione di 17 nuove opportunità lavorative per un totale di 1.241 collaboratori nella regione e 3.879 persone impiegate a livello nazionale. Per l’inaugurazione, Aldi propone speciali offerte in sottocosto in aggiunta alle promozioni settimanali. Da ultimo gli orari: il negozio sarà aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8 alle 20:30 e la domenica dalle 8 alle 20.

Il caro prezzi fa volare gli acquisti di cibo low cost, balzo dei discount (+9,5%)

Il caro prezzi taglia del 4,7% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani che sono però stati costretti però a spendere quasi 4 miliardi in più per mangiare a causa dei rincari determinati dall’inflazione. Il dato emerge dall’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio a maggio che nei primi cinque mesi del 2023 ha fatto registrare un aumento del 7,3% della spesa alimentare con un taglio degli acquisti in quantità del 4,7%.

La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,5% nei primi cinque mesi nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio. Il risultato dei discount evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. Le famiglie tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti.

La situazione di difficoltà si estende alle imprese agricole colpite dal maltempo che ha decimato i raccolti e dai bassi prezzi che non molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori. Secondo Coldiretti, occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole e industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.

Come cambia la shopping experience, discount preferiti da 1 italiano su 3

Una recente indagine di AstraRicerche per Aldi, che ha coinvolto più di 1.000 italiani (uomini e donne) tra i 18 e i 65 anni, ha indagato sull’esperienza di acquisto nei supermercati e nei discount e ha tratto un’evidenza: il 31,9% degli italiani oggi sceglie il discount per la propria spesa.

Dai dati raccolti emerge che una percentuale superiore al 40% attribuisce voti di eccellenza (9 o 10) al discount e ai supermercati per quanto riguarda le aree destinate al parcheggio, all’illuminazione, alla pulizia e all’ordine dei locali, alla facilità di muoversi all’interno del punto vendita e anche al fatto che la disposizione dei prodotti è chiara e rende la spesa veloce e comoda.

La ricerca ha acceso i riflettori anche sull’evoluzione del consumatore moderno, molto più consapevole e attento a ciò che acquista e che consuma. Uno dei maggiori punti di attenzione dei clienti che incide sulla shopping experience riguarda l’esposizione delle etichette dei prodotti alimentari, lette spesso o sempre dal 79,4% del campione. Chi frequenta primariamente un discount è più attento alla data entro cui è preferibile consumare il prodotto, ma si dimostra anche particolarmente interessato ad avere ancor più informazioni in merito all’origine di questi (40,5%) e a quelli con un rapporto qualità-prezzo particolarmente vantaggioso (37,3%). Una maggiore attenzione e consapevolezza si osserva anche in merito agli aspetti ambientali: il 31,1% degli intervistati, infatti, si aspetta che supermercati e discount comunichino maggiormente quali sono i prodotti più sostenibili a livello ambientale e sociale. C’è anche una forte curiosità di conoscere prodotti “insoliti” o “innovativi” (24,4%), scoprire le differenze di utilizzo delle singole referenze (20,3%), come combinarle tra loro e come ottenere il meglio acquistandole insieme (18,7%). Questi valori sono riflessi nell’assortimento, con una particolare attenzione alle linee a marchio privato.

Complessivamente il 53,9% degli intervistati indica l’area degli alimentari freschi come la zona in cui trascorre più tempo, mentre il 27,9% quella degli alimentari confezionati e l’11,4% quella delle promozioni. In particolare, nei discount gli alimentari freschi sono l’area in cui viene speso più tempo secondo il 49,8% del campione, il 30,8% invece lo passa nell’area degli alimentari confezionati. Dalla ricerca si nota anche che le aree in cui i consumatori passano più tempo sono le stesse che rimandano ai valori di italianità e Made in Italy. Inoltre, il reparto del pane e della gastronomia è fortemente associato al concetto di artigianalità e tradizioni nazionali, ma anche di buon umore; il reparto dei prodotti freschi, come latticini, salumi e formaggi, è associato ad ampia scelta, italianità ed eccellenza. Questo evidenzia come per i consumatori moderni sia importante riconoscere anche dei veri e propri valori superiori nei reparti, non soltanto concetti di convenienza e di qualità.

La convenienza è un altro elemento fondamentale nella shopping experience dei consumatori moderni. L’area dedicata alle promozioni, infatti, è una di quelle di maggior interesse così come le indicazioni delle offerte e delle promozioni sono tra gli elementi che più attirano l’attenzione dei consumatori nel punto vendita che maggiormente frequentano (55,3%): questo valore supera anche quello dei prezzi esposti tramite cartellino (49,8%). A supporto di questa evidenza, ricordiamo che l’area degli store dedicata alle promozioni è quella dove viene speso più tempo per l’11,4% dei consumatori intervistati e le promozioni effettuate dalle insegne della GDO risultano valide per l’80,3% del campione.

“L’evoluzione dei supermercati e dei discount sta andando in una direzione che potremmo definire ‘valoriale’” commenta Cosimo Finzi, Direttore di AstraRicerche. “I consumatori non cercano più solo qualità a prezzi convenienti; il supermercato diventa un luogo in cui il cliente ricerca valori superiori e con cui si identifica, come italianità, eccellenza o buon umore. La presenza di questi valori è fondamentale per creare relazioni solide e di lunga durata tra il retailer e il consumatore e devono essere chiaramente espressi nei reparti attraverso insegne e informazioni, per esempio, relativa all’origine e alla provenienza dei prodotti”.

Maiora si allea con Ergon ed entra nel canale discount

È stata presentata poche ore fa a Marca la joint venture tra il gruppo pugliese Maiora ed Ergon che ha dato vita ad ARDita, nuova società che ha come obiettivo la realizzazione di Ard discount sia diretti che affiliati in Puglia e nelle altre regioni presidiate da Maiora nel Centro-Sud. 

Maiora ed Ergon hanno vissuto insieme i vari cambiamenti del contesto distributivo e sono accomunate dall’attenzione per il proprio territorio, dalla valorizzazione del patrimonio umano e dalla ricerca dell’efficienza.

Maiora apporta la profonda conoscenza del territorio e le relazioni costruite grazie a più di 500 punti vendita distribuiti nelle varie regioni. Ergon, con oltre 380 punti vendita all’attivo di cui 220 discount, dal canto suo, ha lavorato al progetto Ard, ridefinendolo e potenziandolo.

Il Consiglio di Amministrazione di ARDita è composto da 5 consiglieri: Luigi Peschechera, il Presidente, Marco Sgarioto Amministratore delegato, Clara Cavalieri, Gerardo Cignarale e Grazia De Gennaro Consiglieri.

Ergon e Maiora hanno già assegnato ad ARDita gli obiettivi del 2023 prevedendo la realizzazione sia di punti vendita diretti che in franchising. ARDita ha sede a Barletta e, in attesa di sviluppi che la portino a strutturarsi autonomamente, nella fase iniziale si appoggerà alle strutture logistico/organizzative di Maiora ed Ergon.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare