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Mobile Payment: aumenti del 55% ma la smaterializzazione del contante è ancora lontana

Pagamenti in mobilità: siamo a una svolta? I Pos contactless attivi oggi in Italia sono 250mila, anche nelle insegne della GDO, e nel 2014 in Italia il Mobile Payment & Commerce da remoto, attraverso app, ha incassato circa 2 miliardi di euro. I dati sono stati comunicati ieri dall’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano, che prevede che nel 2017 si giungerà a 4 / 5 miliardi di euro. 
Nel 2014 sono stati 3 milioni i biglietti dei mezzi pubblici, 2 milioni i servizi di car-sharing e 1 milione le ore di sosta
 acquistati via smartphone. In attesa della maggior diffusione delle soluzioni SIM-based e HCE e dell’arrivo di Apple Pay (previsto per la primavera in UK e per la fine del 2015 in “altri Paesi europei, non specificati”), gli italiani iniziano a pagare “in prossimità” grazie alle carte Contactless e ai Mobile POS, per un transato totale di 300 milioni di euro. Due i prerequisiti secondo gli attori intervenuti al convegno per la reale diffusione di questo tipo di pagamenti: la loro facilità a usability da parte dei consumatori, e la capacità degli attori coinvolti di unire al mero pagamento “l’ultima parte di un solo processo” servizi vissuti come utili e appetibili dall’utente finale, quali couponing od operazioni promozionali ad hoc.

Gli italiani certo non hanno ancora rinunciato al contante, che utilizzano ancora in proporzione preponderante rispetto agli altri Paesi europei, ma i pagamenti digitali innovativi li stanno abituando a utilizzare la carta di credito con maggiore frequenza e per beni di piccolo importo, soprattutto tramite acquisti e pagamenti via cellulare. Infatti, mentre i pagamenti elettronici con carta di credito crescono nel 2014 solo dell’1,6% passando da 126 a 128 miliardi di Euro, i New Digital Payment ottengono un incremento del 20% passano da 15 a 18 miliardi di Euro e conquistano il 12% dell’intero mercato dei pagamenti digitali, che può così registrare un incremento complessivo del 3,6% e arrivare a quota 146 miliardi di Euro. “Per agevolare ulteriormente questa crescita occorrono sia un intervento normativo che proponga incentivi e diffonda conoscenza, sia l’impegno, da parte del mondo dell’offerta, a puntare sui New Digital Payment”.

Dalla ricerca emerge che gli italiani non vedono più il Mobile solo come un canale per gli acquisti in mobilità, ma sempre più come uno strumento comodo anche per gli acquisti e i pagamenti più tradizionali.

 Se gli acquisti e pagamenti “in prossimità” e agevolati dalla tecnologia NFC non sono ancora decollati, gli italiani sono pronti a utilizzarli. Sono infatti circa 12 milioni i possessori di telefono cellulare NFC e oltre 250mila i POS contactless attivi. Ancora poche le SIM NFC (circa 800mila), ma con la promessa da parte degli operatori telefonici di raggiungere quota 5 milioni entro la fine del 2015. “Grandi aspettative ricadono su questo segmento di mercato – afferma Valeria Portale, co-curatrice della ricerca -. Prevediamo che nel 2017 si possano raggiungere 4,8 milioni di utenti attivi per un transato di oltre 6 miliardi di euro, nel caso in cui alcuni fattori abilitanti venissero messi in atto: l’avvio delle iniziative di tutte le Banche e degli operatori telefonici, la distribuzione massiva delle SIM NFC, il raggiungimento di accordi da parte di Apple con almeno le tre principali banche italiane, l’arrivo delle soluzioni HCE sul mercato italiano e una forte azione promozionale”.

Anche la possibilità di pagare in negozio con carte contactless e Mobile POS si sta allargando: le transazioni hanno raggiunto i 300 milioni di euro nel 2014.
 L’infrastruttura contactless è cresciuta nel 2014: una carta su 8 è contactless (si stimano 12 milioni di carte a fine 2014, raddoppiate rispetto al 2013) ma solo il 10%, 1,2 milioni, sono attive. Un POS su 6 è attivo in modalità contactless (250mila, +67% rispetto al 2013). Tuttavia solo una transazione su 300 di quelle con carta è contactless, per un transato complessivo pari a circa 200 milioni di euro. È un risultato ancora limitato, ma in forte crescita rispetto al 2013 (cinque volte in più), grazie anche agli sforzi messi in atto dagli esercenti che, con l’aiuto dei circuiti e degli acquirer, hanno fatto alcune azioni per abituare il cliente a questo tipo di pagamenti. Ad esempio, girando il POS verso il cliente ed invitandolo a svolgere il pagamento in autonomia.
Cosa fondamentale specialmente nel momento in cui si vorrà utilizzare lo smartphone per il pagamento (chi vorrà infatti dare il proprio telefonino, sempre più emanazione della nostra personalità, in mano ad un estraneo?)

“Il futuro dei pagamenti digitali è legato alla sfida della diffusione del Mobile Payment & Commerce ‘di prossimità’ e il 2015 è un anno cruciale per il comparto: si aprirà la competizione delle diverse filiere dell’offerta”, afferma Alessandro Perego. “Da una parte la filiera cosiddetta ‘SIM-based’ che vede coinvolti operatori telefonici e banche in una configurazione collaborativa (nelle infrastrutture abilitanti). Dall’altra filiere basate sulle più recenti tecnologie HCE (Host Card Emulation) che potranno consentire ad alcune banche di offrire soluzioni di pagamento su cellulare direttamente senza utilizzare la SIM. Ed infine Apple Pay. Si accettano scommesse su chi vincerà la partita conquistando quote maggiori di mercato. Certo, dipenderà molto dalla strategia commerciale degli attori che hanno già investito molto. Quello che più importa, lato consumatori, è che le regole del gioco sono ormai per buona parte definite e qualsiasi soluzione non potrà che arrivare rapidamente ed essere estremamente sicura e facile da usare”.

Dall’orto alla cucina di Simply con Giorgione del Gambero Rosso

Parte dal Simply Store di Piazza Maestri del Lavoro a Siena domenica 22 febbraio il tour La cucina Simply di Giorgione, al secolo Giorgio Barchesi, romano “quasi veterinario” e volto noto di Gambero Rosso Channel che darà preziosi consigli per fare la spesa e preparerà all’interno del punto vendita alcune delle sua storiche ricette.

«Le mie ricette – spiega “Giorgione” – seguono la stagionalità dei prodotti. Sono piatti pensati per una cucina semplice e gustosa da mettere in tavola ogni giorno. Protagonisti indiscussi sono i prodotti del territorio, per questa ragione è importante saperli scegliere e quindi fare la spesa. Nel rapporto con Simply ritrovo la genuinità e la semplicità della mia filosofia in cucina, che intende divertire, unire le persone e recuperare la centralità dello stare bene a tavola».

Sisa presenta le sue referenze di prodotti ittici

SISA continua a incrementare la sua linea di surgelati a marchio,  presentando sul mercato numerose gustosissime referenze di pesce. Referenze adatte ad ogni preparazione, che offrono tutta la freschezza e la bontà del mare direttamente nel piatto. E stimolano la fantasia, arricchendo i primi piatti con molluschi e crostacei puliti, tagliati e subito pronti.

Le referenze

Partiamo dal Misto Scoglio, in pack da 300 gr., un mix di vongole, cozze, gamberi sgusciati e code di mazzancolle, da soffriggere in padella con olio, aglio e scalogno, un preparato ideale per un delizioso e salutare piatto di spaghetti.

Ecco poi le Cozze Cilene SISA, in pack da 225 gr, polpose e veraci da presentare in tavola con paccheri, pomodori ed olive nere oppure da accompagnare, in un delizioso sautè, alle Vongole precotte, sgusciate e surgelate, ottime e gustose anche con gli spaghetti, in un classico della cucina italiana.

E ancora i Gamberi sgusciati SISA, in pack da 225 gr, che, presentati grigliati come spiedino, sono un antipasto semplice e d’effetto oppure diventano una farcitura ricca, con prezzemolo, patate e pangrattato, per i Calamari interi SISA o per le Seppie Intere SISA, entrambi in pack da 450 gr. Non ultimo, il Preparato per risotto e spaghetti, in pack da 300 gr, con totani, cozze, gamberetti e vongole per dare ancora più gusto ad ogni primo piatto in tavola.

Tutte queste referenze si presentano con pack rinnovato, una limpida mezzaluna blu come il mare dove emerge il logo dell’Insegna, riportante il QR-Code per l’accesso diretto e rapido a numerose indicazioni sui prodotti, le preparazioni, le tabelle nutrizionali e non solo, e con l’etichettatura rispettante la normativa europea attuale per un attenzione in più alla salute dei consumatori.

 

Il supermercato controcorrente secondo Mario Gasbarrino (Unes)

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Mario Gasbarrino, amministratore delegato di Unes

Nell’ultimo numero (che puoi leggere nella versione sfogliabile)  inStore pubblica l’intervista a Mario Gasbarrino, amministratore delegato di Unes, manager fuori dagli schemi, che risponde a Guido Montaldo spiegando le motivazioni della scelta fatta anni fa di abolire le promozioni e adottare una politica di every day low price. tema quanto mai attuale oggi, che sta animando il dibattito sull’eccesso di proporzionalità nella gdo italiana, su cui ognuno sta cercando strade alternative per ridare valore alla filiera. E al consumatore.

Intanto Gasbarrino ha pubblicato sul suo profilo Twitter i dati Nielsen di gennaio relativo alle vendite dei Gruppi della gdo. Scrive l’amministratore delegato: “Like4like nielsen: parte bene gen2015 10 gruppi positivi U!+U2 al 2 posto (da 8 anni cons nei primi 3 posti)”. Un motivo in più che rafforza la decisione presa tempo fa.

Leggi qui tutta l’intervista

Conad: apre a Prato il 30° distributore a marchio

Conad, a distanza di dieci anni dal primo a Gallicano (Lucca), festeggia l’apertura del suo 30° distributore di carburante a proprio marchio, inaugurando una nuova struttura a Prato.

In questi anni hanno utilizzato i servizi dei distributori Conad circa 11 milioni di automobilisti (per un erogato complessivo medio di 240 milioni di litri di carburanti) e il loro risparmio è stato di circa 76,3 milioni di euro, pari a 8,8 centesimi di euro ogni litro erogato.

L’erogato medio annuo di un distributore Conad è pari a circa 10 milioni di litri, contro l’1,3 milioni di un impianto della rete tradizionale. Nel 2014, a parità di rete, tutti gli impianti di carburanti a marchio Conad hanno registrato un aumento del 12 per cento di erogato rispetto all’anno precedente, contro il -1,4 per cento della rete tradizionale Italia.

Nel mese di gennaio 2015, sempre a parità di rete, i volumi erogati dagli impianti Conad sono cresciuti del 2,6 per cento rispetto allo stesso mese del 2014, mentre la rete Italia segna ancora un -1 per cento.

Nel periodo 1 settembre 2014 – 13 febbraio 2015, il prezzo dei carburanti Conad è diminuito del 13,4 per cento. Attualmente c’è un rialzo dei prezzi riconducibile al rapporto dollaro/euro; l’incremento dei prezzi Conad è comunque sempre inferiore all’andamento del mercato.

«Le liberalizzazioni sono a costo zero per lo Stato e non gravano sul bilancio statale, possono però contribuire a migliorare la vita di milioni di cittadini: perché il governo non spinge in tale direzione?», chiede l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese. «Sulle liberalizzazioni – carburanti, farmaci, commercio – serve una fase nuova. Occorre, però, “liberare” da tantissimi lacciuoli burocratici quella cultura imprenditoriale che è capace di interpretare l’innovazione come una traccia per lo sviluppo e coniugare le risorse disponibili con la capacità e la voglia di competere anche in un contesto sempre meno animato da spinte propositive. In questo scenario, la strada che Conad ha intrapreso da anni è lavorare per assicurare soluzioni efficaci ed efficienti alle proprie strutture, per innovare e cambiare ciò che è possibile nel Paese, per raggiungere obiettivi individuali in una cornice di valori globali, condivisi. Per i distributori di carburanti, il nostro programma è aprirne altri otto entro la fine dell’anno».

 

Martina-Gdo: convergenza su promozione Dop e Igp e trasparenza su origine del latte

È soddisfatto il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina per l’esito dell’incontro di ieri con le principali sigle della Gdo che operano in Italia.

«La grande distribuzione – ha detto il Ministro Martina – può svolgere un ruolo ancora più determinante nel rilancio del comparto agroalimentare italiano e il Governo è impegnato per favorire questo processo. Sono soddisfatto in particolare per la convergenza sulla nostra proposta di dare un’informazione chiara e trasparente al consumatore in merito alla zona di mungitura del latte, evidenziando l’origine del prodotto e dando così uno strumento di maggiore competitività alle aziende. Anche sul fronte dei prodotti Dop e Igp iniziamo un lavoro di valorizzazione per aprire nuovi spazi e per promuovere meglio questi marchi di qualità riconosciuta. Sono convinto, poi, che la nostra Rete del lavoro agricolo di qualità potrà contribuire a dare un metro certo e riconosciuto dallo Stato per la certificazione etica delle aziende, sgravando da questo compito le imprese della distribuzione. C’è molto lavoro da fare su questi fronti, così come su quello dell’internazionalizzazione, ma ci sono anche le premesse per fare il salto di qualità necessario».

Durante l’incontro sono stati affrontati i principali temi relativi al mercato dei prodotti agroalimentari nazionali, all’organizzazione della filiera e alla distribuzione del valore all’interno della stessa.

Quattro i punti di lavoro presentati dal Ministro e condivisi da tutti i soggetti al tavolo. In particolare:

1) Operazione straordinaria di promozione dei prodotti di qualità Dop e Igp nazionali con azioni dedicate nei negozi della Distribuzione organizzata, abbinata a una campagna di educazione alimentare e di promozione verso i consumatori.

2) Investimento nella Rete del lavoro agricolo di qualità, la cui cabina di regia si è insediata ieri presso l’Inps, come strumento di contrasto al lavoro nero e per la certificazione etica dei produttori fornitori della Gdo in ottica di semplificazione.

3) Sostegno all’export con piattaforme logistico distributive all’estero per accrescere il mercato dei prodotti italiani a livello internazionale.

4) Maggiore coordinamento su alcune filiere a partire da quella lattiero casearia dove anche un intervento della distribuzione può contribuire nella gestione del delicato passaggio di fine del regime delle quote. In particolare c’è stata adesione alla proposta del Ministero di garantire al consumatore una maggiore trasparenza sull’origine del latte, attraverso un segno chiaro e omogeneo per l’indicazione della zona di mungitura in etichetta.

Nei supermercati NaturaSì e CuoreBio i prodotti bio liberi dalla ‘ndrangheta della Coop Goel Bio

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A sinistra Fabio Brescacin Presidente di EcorNaturaSì, a destra
Vincenzo Linarello, presidente del Gruppo Cooperativo Goel

La promozione dei valori più forti dell’agricoltura biologica con un’attenzione alla tutela economica e sociale del territorio è al centro dell’intesa tra GOEL Bio ed EcorNaturaSì.

GOEL Bio, infatti, è espressione del Gruppo Cooperativo GOEL  e nasce per opporsi alle aggressioni e alle infiltrazioni della ‘ndrangheta in ambito agricolo oltre che per creare condizioni di dignità per i produttori soci e per i lavoratori. Agrumi e prodotti della terra calabrese che nascono da aziende agricole riscattate alla ‘ndrangheta, alle quali viene garantito il giusto prezzo per il loro lavoro e dove, attraverso l’applicazione di un rigoroso protocollo etico, non esiste lavoro nero e illegale.

L’intesa tra Goel Bio ed EcorNaturaSì prevede la distribuzione dei prodotti freschi (arance, clementine, bergamotti, cipolla rossa, peperoncino) e confezionati (olio extra-vergine di oliva, miele, vellutata di cipolla rossa, di peperoncino, marmellata di bergamotto, di agrumi freschi, di clementine) nei supermercati NaturaSi e CuoreBio e in tutti i negozi specializzati in alimentazione biologica del territorio nazionale.

Il gruppo EcorNaturaSì ha inoltre aderito al progetto GOEL Bio come socio sovventore nella convinzione che investire sull’etica crea prospettive di sviluppo per tutti.

Spiega Fabio Brescacin Presidente di EcorNaturaSì: «Operare nel bio non significa solo sostenere la qualità del prodotto e dare un cibo sano alle persone, ma significa lavorare per un sano sistema agricolo, ecologicamente ma anche socialmente, quindi uscire dalla piaga del lavoro nero a cui molte aziende spesso sono spinte a causa dei prezzi troppo bassi dei prodotti agricoli e da forme di illecite appropriazioni dei terreni agricoli».

Vincenzo Linarello, presidente del Gruppo Cooperativo GOEL ha affermato che “Opporsi alla ‘ndrangheta non è un problema ormai solo dei Calabresi. Così come il rispetto della dignità dei produttori agricoli e dei lavoratori è un investimento che giova anche ai consumatori. Il futuro è un’opera comunitaria dove nessun interesse di parte deve essere posto sopra quello degli altri: conciliare l’interesse di tutti è la vera sfida dell’etica e dell’innovazione.”

GOEL Bio sta potenziando la produzione di agrumi grazie alla costruzione di un nuovo centro di confezionamento nella Locride che nascerà grazie all’importante sostegno di Enel Cuore che ne sta cofinanziando l’investimento. Questo consentirà presto di poter accogliere nuovi produttori in GOEL Bio e ampliare la distribuzione di agrumi biologici.

Linkontro Nielsen si focalizza sull’Energia d’impresa

L’annuale appuntamento delle imprese del largo consumo e della business community più allargata con Linkontro Nielsen in Sardegna è entrato nella fase calda: definito il tema, rifatta l’immagine, aperte le iscrizioni.

Il tema sceltoper l’edizione 2015 (21-24 maggio) è volto all’investigazione dell’Energia d’impresa, a individuare e condividere la strategia di crescita per un futuro sostenibile. “La lunga e pesante crisi che attanaglia il Paese sembra non lasciare spazio a visioni ottimistiche. Ma è compito della classe dirigente – si legge nella nota di lancio dell’evento – non solo della politica, ricercare possibili soluzioni e adottare comportamenti adeguati al cambiamento di passo. In questi ultimi anni Linkontro si è fatto interprete di questa necessità, proponendo storie di uomini e imprese che ce l’hanno fatta, nonostante tutto”.

Tra le relazioni si segnala la testimonianza di William Gillispie, Senior Executive IBM Global Business Services Retail Center of Competence su che cosa i consumatori si aspettano dai Retailer di domani.

Con l’edizione 2015 si apre un nuovo ciclo de Linkontro: quest’anno l’evento è dedicato al consumatore contemporaneo che si muove nei cambiamenti creati dall’era digitale e dall’avanzare dell’economia della condivisione. Il focus si sposta dall’ingaggio e network (link) alla condivisione e partecipazione (on).

L’obiettivo è quello di chiamare a raccolta risorse, progetti, visioni, sogni, con l’obiettivo di creare energia nuova, contrastare questo nostro lungo declino e alimentare con determinazione ed entusiasmo un nuovo rinascimento.

A segnare questo cambiamento di registro di cui Linkontro vole farsi interpreste è il nuovo sito e il nuovo logo, che evidenzia l’importanza di essere ON, con un forte orientamento alla condivisione e partecipazione.

C’è tempo fino al 30 aprile per iscriversi. Le iscrizioni a Linkontro Nielsen 2015 si effettuano online e vengono elaborate dalla segreteria iscrizioni, che provvederà a confermare ai partecipanti l’iscrizione dopo aver controllato l’avvenuto pagamento.

Al via l’Ipo di OVS per sostenere i piani di sviluppo

È partita ieri per conlcudersi il 24 febbraio l’operazione di collocamnto sul mercato telematico azionario di OVS (insegne OVS e Upim) del Gruppo Coin.

Oggetto del collocamento sono 101.000.000 Azioni ordinarie della Società rappresentative del 44,5% del capitale sociale, con un prezzo di collocamento compreso in una forbice di prezzo tra 4,00 euro e 5,40 euro. In caso di integrale esercizio dell’Opzione Greenshoe, la percentuale di capitale sociale di OVS rappresentata dalle azioni ordinarie oggetto dell’Offerta Globale di Vendita e dell’Opzione Greenshoe sarà pari al 49,3%.

Il termine dell’operazione è fissato per il 2 marzo, data in cui dovranno essere pagate le azioni assegnate.

L’operazione, ha spiegato alla stampa l’amministratore delegato di OVS Stefano Beraldo non serve per ripianare l’indebitamento del Gruppo Coin, ma è necessaria per rafforzare la rete commerciale, che conta più di 1000 punti vendita, soprattutto in Italia, con un programma di aperture di circa 30 negozi all’anno. «Il mercato italiano è molto frammentato: i primi cinque operatori del settore hanno il 12%, ma in dieci anni questa quota è destinata a crescere. E noi vogliano essere protagonisti”, ha dichiarato Beraldo.

Il Gruppo OVS è posseduto da BC Partners, società di private equity leader a livello internazionale e, nell’esercizio chiuso al 31 gennaio 2014, ha registrato ricavi consolidati pari a Euro 1.136 milioni.

Istat: il Pil al Sud è la metà del Nord. Federdistribuzione: Mezzogiorno priorità assoluta

L’Istat ha diffuso oggi i numeri relativi al 2013 che confermano l’aggravarsi del divario tra Sud e Nord del Paese. Due Paesi con indicatori totalmente opposti, sia quelli relativi al Pil sia quelli dei consumi finali delle famiglie.

Nel 2013 il Pil per abitante risulta pari a 33,5 mila euro nel Nord-ovest, a 31,4 mila euro nel Nord-est e a 29,4 mila euro nel Centro.

Il Mezzogiorno, con un livello di Pil pro capite di 17,2 mila euro, presenta un differenziale negativo molto ampio. Il suo livello è inferiore del 45,8% a quello del Centro-Nord.

La spesa per consumi finali delle famiglie a prezzi correnti nel 2013 risulta pari a 18,3 mila euro per abitante nel Centro-Nord e a 12,5 mila euro nel Mezzogiorno.

PIL REGIONALE E SPESA PER CONSUMI

«Sono dai estremamente preoccupanti – sottolinea Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione – e riportano il tema del Sud d’Italia tra le assolute priorità del Paese».

Nel 2013, il Pil per abitante ha registrato una riduzione rispetto al 2011 in tutte le regioni italiane, con l’eccezione di Bolzano e della Campania. Risulta in testa Bolzano con un Pil per abitante di 39,8 mila euro, seguito da Valle d’Aosta e Lombardia (rispettivamente con 36,8 e 36,3 mila euro). Prima tra le regioni del Mezzogiorno è l’Abruzzo, che registra un livello paragonabile a quello delle regioni del Centro, con 23 mila euro. Le altre regioni del Mezzogiorno presentano tutte valori inferiori ai 19 mila euro. All’ultimo posto della graduatoria si trova la Calabria con 15,5 mila euro, ovvero un livello inferiore del 61% rispetto a Bolzano e del 57% rispetto alla Lombardia

Nel 2013, la spesa per consumi finali delle famiglie valutata a prezzi correnti2, (in Italia pari a 16,3 mila euro), è risultata di 18,3 mila euro nel Centro-Nord a fronte di 12,5 mila euro nel Mezzogiorno, con un differenziale negativo del 31,7%, molto inferiore a quello registrato per il Pil. La spesa per consumi finali delle famiglie per abitante è in calo, rispetto al 2011, in tutte le regioni. Tra il 2011 e il 2013 la graduatoria regionale non subisce cambiamenti e nelle due prime posizioni si collocano Valle d’Aosta e provincia autonoma di Bolzano (rispettivamente con 22 e 21,8 mila euro), nelle ultime due Campania e Basilicata (11,6 e 12,1 mila euro). Tutte le regioni del Mezzogiorno si posizionano alla fine della graduatoria.

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Il presidente di Federdistribuzione Giovanni Cobolli Gigli

«Questi dati si aggiungono a quelli sui livelli di disoccupazione e di lavoratori irregolari, che sono più del doppio nel Sud rispetto al resto del Paese, disegnando un quadro drammatico dal punto di vista economico e sociale»,continua il Presidente di Federdistribuzione.

Secondo l’Istat infatti nel 2013 il tasso di disoccupazione è stato del 19,7% nel Sud rispetto a una media nazionale del 12,2%. Nel 2012 le unità di lavoro irregolari sono state nel Mezzogiorno pari al 20,9% del totale delle unità di lavoro, contro un dato nazionale del 12,1%.
“Questo quadro complessivo produce anche situazioni di concorrenza sleale tra imprese, scoraggiando investimenti e allontanando dal territorio aziende soffocate dalle situazioni di contesto. Affrontare il problema del Mezzogiorno è una priorità che non può essere più rimandata. Correggere le attuali distorsioni e avviare una decisa politica di sostegno dello sviluppo delle regioni meridionali è una chiave fondamentale per la crescita di tutto il Paese. Senza interventi in questo senso tutto il cammino dell’Italia di uscita dalla crisi sarà più lungo e complicato», conclude Cobolli Gigli.

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