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DIS Design Italian Shoes, scarpe italiane su misura grazie a scansione 3D e personal stylist

Quella della personalizzazione è un’approccio antico, tipico dell’artigianato, che sta ritornando oggi di grande attualità: ed è anche il segno distintivo di DIS Design Italian Shoes, startup marchigiana specializzata nella produzione di scarpe su misura completamente personalizzabili dal cliente, che dopo il round di 150mila euro di finanziamento da parte di Nuvolab lancia una campagna di raccolta fondi online.

Ospitata su Mamacrowd, la piattaforma di crowdfunding gestita da SiamoSoci, il crowdfunding ha l’obiettivo di raccolta di 400mila euro. In cambio per gli investitori, oltre che parte delle quote della società, sono previste anche scontistiche notevoli sui futuri acquisti di scarpe su misura. Di recente Nuvolab, venture accelerator e innovation advisor di Milano, ha investito nella società 150 mila euro insieme ad alcuni partner.

 

Personalizzazione e nuove tecnologie per conquistare l’Estremo Oriente

Tra i progetti in cantiere della start up c’è la possibilità per il cliente di operare la scansione del piede, tramite mobile app o attraverso i totem con touch screen nei negozi fisici dove è presente DIS. L’operazione permetterà alla startup di crescere sui mercati internazionali in cui è già presente e di lanciare il prodotto in nuovi Paesi.

Sono già 50 gli store nel mondo che già oggi ospitano scarpe DIS, dalla Russia fino agli Stati Uniti, dal Giappone alla Cina. Numeri che potrebbero aumentare grazie alla tecnologia proprietaria che permette ai clienti di personalizzare la propria scarpa direttamente in negozio: i totem installati nei punti vendita, infatti, garantiscono un’esperienza utente perfettamente integrata tra online e offline, aumentando la propensione all’acquisto e la creatività nel disegnare la propria calzatura ideale. Una soluzione, quest’ultima, particolarmente apprezzata nei mercati più ricettivi quali Russia ed Europa dell’Est, e che, secondo le previsioni, dovrebbe portare a una crescita consistente del fatturato grazie all’accordo già chiuso in Cina con una catena sartoriale di 24 negozi per arrivare a coprire i loro 300 punti vendita e agli accordi in chiusura in Giappone e Corea del Sud.

 

Round da 150mila euro
Il lancio della campagna di crowdfunding e l’espansione internazionale saranno possibili anche grazie al recente ingresso nella società di Nuvolab e al suo accompagnamento con un programma di accelerazione dedicato all’internazionalizzazione della startup. L’ingresso è avvenuto nell’ambito di un round seed di 150 mila euro appena concluso insieme a primari business angels come Francesco Mantegazzini, Alberto Casagrande, Guglielmo Fiocchi e i fratelli Marco e Massimo Scalmati. Nuvolab entra così ufficialmente nel settore del fashiontech, ampliando la rosa dei verticali di riferimento per quanto riguarda le proprie attività di accelerazione.
“Questo investimento conferma il nostro crescente interesse nell’innovare il Made in Italy – dice Francesco Inguscio, CEO di Nuvolab – puntando su progetti dalle ambizioni internazionali che sappiano unire tradizione manifatturiera e innovazione digitale per farsi ambasciatori del meglio dell’Italia nel mondo”.

DIS, nata nel 2015, si è posizionata in questi anni come startup innovativa in grado di trovare il giusto connubio tra manifattura Made in Italy di alta qualità e digitale, grazie al configuratore 3D e a un approccio non convenzionale all’innovazione dei modelli di business tradizionali.
“Attraverso l’installazione di corner DIS in sartorie e department store – spiega Andrea Carpineti – velocizziamo il go to market all’estero, evolvendo l’esperienza d’acquisto tradizionale. Il cliente può provare le scarpe, toccare con mano i materiali, prendere ispirazione dai modelli esposti e creare la propria scarpa personalizzata grazie al configuratore 3D e all’aiuto di un personal stylist. Con questa campagna rilasceremo una nuova funzionalità: la scansione del piede, che potrà avvenire tramite mobile app o attraverso il nostro totem touch screen. E se centriamo l’obiettivo massimo di funding lanceremo anche la linea femminile”.

Di fatto DIS è l’unico brand Made in Italy a risolvere il grande problema del mondo retail: l’invenduto a fine stagione. Con un minimo investimento, infatti, il negoziante ha uno stock virtuale di 50 milioni di calzature, incassa in anticipo sul venduto, azzera il magazzino e migliora il ciclo finanziario. In soli 18 mesi DIS ha affiliato 50 punti vendita e solo nel primo semestre 2018 ha raddoppiato il fatturato, ricavando 8 euro da ogni euro investito in marketing.

Back to School (and to Work) all’insegna di autococcole e promozioni

È stata una vacanze poco rigenerante e probabilmente anche troppo breve (quale non lo è?) quella  di metà degli italiani, che affrontano il trauma da rientro e l’inevitabile Back to School. DoveConviene, piattaforma leader di servizi di drive to store e shopper marketing che guida il percorso di acquisto nei punti vendita fisici di 30 milioni di consumatori nel mondo, ha realizzato un sondaggio per capire come gli italiani stiano o abbiano vissuto il rientro dalle vacanze, e come i genitori affrontino le spese del back to school.

Finite le ferie, il ritorno alla quotidianità rimane un momento difficile da affrontare anche perché per la metà degli italiani (50%) le vacanze non sono state sufficienti per rigenerarsi ed eliminare lo stress. C’è anche chi però si sente riposato (24%) o chi dichiara di esserlo abbastanza, affermando che sono solo i primi giorni di rientro a essere i più impegnativi (25%).

Il trauma da rientro insomma pesa. E le strategie messe in atto per superarlo sono varie. Se nel 2017 il mantra era concentrarsi sulla pianificazione del lavoro e iniziare a strutturare al meglio fin da subito tutte le attività quotidiane (era la risposta di un italiano su quattro), quest’anno l’organizzazione retrocede (20%) per lasciare spazio all’idea di approfittare del proprio tempo libero e dei ritmi ancora soft per stare con amici e famiglia (46%). C’è poi chi si è “coccolato” togliendosi sfizi (16%), programmando subito nuovi week end e gite fuori porta (14%) e pianificando acquisti (10%). In media con il trend del 2017 anche chi ha deciso per rimedi pragmatici, come rientrare a metà settimana per una partenza più tranquilla (11%).

 

Voglia di cambiamento: cambio stagione e accessori per la casa cima agli acquisti
Concentrarsi sugli acquisti permette di svagarsi, pensando ad altro oltre al lavoro e allo stress da rientro. Le attenzioni sono rivolte principalmente al cambio di stagione con acquisti di capi di abbigliamento e scarpe (70%) o a tutti gli articoli per rendere la propria casa ancora più accogliente (35%). Non ci si dimentica nemmeno delle ultime novità per quanto riguarda l’elettronica ne dell’acquisto di libri per svagare la mente (17%). In ascesa rispetto al 2017 (1%) anche l’acquisto di corsi per l’autunno (14%) per dimostrare attenzione verso se stessi e il proprio tempo libero fin da subito.

 

Per il Back to School è caccia all’offerta
Con calma e cautela: è l’approccio dei genitori italiani che devono affrontare le spese del ritorno sui banchi di scuola. Se il 66% dei genitori non ha ancora acquistato tutto l’occorrente, la maggior parte ha già iniziato a prepararsi agli acquisti consultando le offerte (69%) principalmente sullo smartphone (68%). Il mobile si conferma il tool primario per la ricerca delle informazioni, ma gli store fisici rimangono il luogo d’eccellenza per gli acquisti (78%). Le previsioni di spesa, esclusi i libri, sembrano essere piuttosto moderate e in linea con lo scorso anno senza particolari rincari: tra i 100 e i 200 euro per il 79% degli italiani (vs il 76% del 2017) e tra i 200 e i 300 euro per il 15% (vs il 14% del 2017). Solo un 3% (vs il 10% del 2017) prevede di spendere più di 300 euro.

Alla survey, lanciata da DoveConviene, hanno partecipato 1000 maggiorenni, distribuiti in tutta Italia: Nord (42%), Sud (36%) e Centro (22%). Il campione è rappresentato in prevalenza da utenti donne (61%) rispetto agli uomini (39%) e ha coinvolto principalmente la fascia 41-60 (44%) e la fascia 32-40 (30%) seguita dalla fascia 26-31 (13%).

Rinascente estende il personal concierge su WeChat e punta a un miliardo di cinesi

Obiettivo Cina, e per affronatre il mercato cinese Rinascente punta ancora sulla tecnologia: dopo il successo di On Demand, il servizio di instant messaging che consente di cercare nel flagship di Milano i prodotti richiesti e a spedirli ovunque desideri il cliente, l’insegna presenta WeChat On Demand. L’obiettivo èestendere il servizio di personal concierge, lanciato quasi un anno fa sul canale WhatsApp, anche alla piattaforma WeChat. Stiamo parlando di numeri da capaogiro: un miliardo di utenti attivi al mese in Cina, di cui l’83% fa acquisti on line.
“I clienti stranieri rappresentano circa il 50% del totale fatturato di Rinascente – spiega Pierluigi Cocchini, Amministratore Delegato Rinascente -. In particolare quelli di nazionalitàcinese sono i primi nel ranking delle top nationalities. Lo scontrino medio èdi circa 250 euro ed èin continua crescita e solo in questa prima metàdell’anno si contano piùdi 275 mila loro transazioni. Con il riposizionamento del nostro Department Store verso il lusso accessibile, il nostro pubblico si è arricchito e diversificato. L’introduzione del servizio WeChat On Demand dimostra come Rinascente non sia solo il luogo dove vivere un’esperienza di shopping unica e gratificante, ma sia anche una realtà impegnata quotidianamente a intercettare le esigenze di tutti i target e a superarne le aspettative.”
La fruizione del nuovo servizio èla stessa di On Demand, ma mentre WhatsApp viene utilizzato dal cliente per inoltrare la propria richiesta e ricevere le informazioni necessarie per effettuare l’acquisto, WeChat offre un’esperienza più: viene infatti impiegato da Rinascente anche per condividere informazioni e promozioni. Rappresenta quindi un ulteriore passo verso una relazione omnichannel, intesa come capacità di interagire con il cliente utilizzando tutti i canali disponibili: fisici e digitali.

Partner del progetto è Digital Retex, trusted partner di Tencent, gruppo cinese leader globale nell’innovazione digitale, che nel 2011 ha lanciato WeChat. L’azienda è speicalizzata nella gestione nelle azioni necessarie per portare brand europei in Cina, facendo leva sulle potenzialità della piattaforma. Il nuovo servizio viene quindi comunicato attraverso engagement digitale e in store, tramite totem touch screen e QRcode. Sul punto vendita sono inoltre presenti sei concierge di nazionalità cinese per facilitare l’onboarding del progetto.

Il nuovo servizio viene quindi comunicato attraverso engagement digitale e in store, tramite totem touch screen e QRcode. Sul punto vendita sono inoltre presenti sei concierge di nazionalità cinese per facilitare

Rinascente conferma dunque la volontàdi ampliare il concetto di customer care e di estendere sempre piùi propri orizzonti internazionali.

Aperture domenicali: “inaccettabili” le proposte di legge per Ancd Conad

Posizioni sempre più divise sulle aperture domenicali dopo l’accelerazione dichiarata dal ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio che ha dichiarato l’approvazione “sicuramente entro l’anno” di una legge che impone lo stop nei fine settimana e nei festivi a centri commerciali, con delle turnazioni e l’orario che non sarà più liberalizzato.

Una posizione netta è stata espressa da Ancd Conad, che in una nota parla di “una proposta totalmente insensata e disancorata dalla realtà e dai bisogni reali dei consumatori e del mondo produttivo”.

Oltre a “limitare fortemente la libertà di impresa, la concorrenza e la libertà di scelta dei consumatori riportando il Paese indietro di diversi anni”, ci sarebbero ricadute negative sui consumi e sul Pil., ma anche sukl’ocupazione, con 50mila posti di lavoro a rischio come ha affermato il presidente Conad Francesco Pugliese a La7.

Sarebbero circa 19,5 milioni gli italiani che approfittano dei giorni festivi per fare acquisti, mentre gli occupati della Gdo sono attualmente circa 450 mila addetti, a cui vanno aggiunti quelli dell’indotto. “Stupisce, anzi, che in un momento di grandi difficoltà economiche le organizzazioni a tutela dei lavoratori non mostrino preoccupazione a fronte di una proposta che mette a rischio migliaia di posti di lavoro” continua la nota.

Altro elemento di criticità riguarda la possibilità, prevista nelle proposte di legge, di affidare alle Regioni il compito di regolamentare orari e giorni di chiusura, che avrebbe come diretta conseguenza quella di peggiorare un quadro normativo già frammentato, e che già oggi costituisce uno dei principali ostacoli allo sviluppo economico del nostro Paese.

Grande beneficiario di una norma di questo ripo sarebbeto i Big dell’e-commerce che riceverebbero “uno straordinario regalo”.

Contro questa decisione per noi inaccettabile – conclude la nota – poiché priva di buon senso e concepita al di fuori delle logiche di sviluppo ci opporremo in tutte le sedi, fino ad arrivare, se sarà necessario, alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea”.

Commentando i dati stagnanti Istat sul commercio al dettaglio relativi al mese di luglio 2018 anche il  Presidente di Federdistribuzione, Claudio Gradara, ha sottolienato come “Le vendite al dettaglio mostrano due facce completamente diverse: da un lato l’e-commerce che continua a svilupparsi a due cifre, dall’altro il commercio tradizionale che arranca. In questo scenario, alterato in termini concorrenziali a favore delle vendite on line che non sono sottoposte a vincoli su promozioni e sottocosto che invece limitano il dettaglio off line, si ricomincia a discutere su ulteriori freni al commercio fisico, come potrebbero essere le eventuali chiusure domenicali e festive dei negozi. Un’impostazione che non tiene conto della reale situazione in cui versa il commercio facendo un ulteriore regalo all’e-commerce, che toglie servizio ai consumatori e che avrà inevitabili impatti in termini occupazionali e di minori consumi”.

Eventi estivi sold out al Valmontone Outlet, e a settembre c’è il Kids Festival

Hanno registrato il “sold-out” della capienza massima consentita dalle autorità le prime tre serate ad ingresso gratuito dell’edizione 2018 del Valmontone Outlet Summer Festival a Valmontone Outlet, il villaggio dedicato allo shopping gestito da Promos in provincia di Roma. Venduti in tempi record anche tutti i biglietti per l’evento speciale di chiusura, sabato 11 agosto, con il concerto di Alvaro Soler.
Il Festival musicale organizzato da Valmontone Outlet ha ospitato quest’anno quattro grandi nomi della musica italiana e internazionale, da Noemi a Giusy Ferreri, da Jarabe de Palo ad Alvaro Soler.

“Una scelta risultata vincente, nonostante il gran caldo e il periodo di esodo estivo – commenta Cristina Lo Vullo, direttrice di Valmontone Outlet – anche grazie agli artisti che si sono alternati sul palco, ognuno in grado di attrarre una fascia di pubblico diversa, dalle famiglie ai più giovani”.

I quattro appuntamenti notturni, che hanno visto l’apertura prolungata di tutti i negozi fino a mezzanotte, hanno fatto registrare un incremento del 20% dei visitatori rispetto alla precedente edizione.
Per il concerto di Alvaro Soler è stata inoltre sperimentata una nuova formula, con biglietto di ingresso a pagamento, ridotto per i possessori della Valmontone Card: l’inserimento di un ticket ha permesso al centro di ospitare un artista internazionale e di grande fama, garantendo al pubblico l’accoglienza sicura e monitorata tipica dei grandi eventi. E la risposta dei fan è stata incredibile, con tutti i biglietti esauriti a due settimane dall’evento.

Complici anche le promozioni attivate in occasione del Festival come le Special Shopping Nights con sconti fino al 30% in più rispetto ai saldi, il successo in termini di affluenza ha avuto anche importanti riflessi in termini di fatturato, sia nel comparto fashion sia nel distretto dedicato alla ristorazione, con un incremento del 40% rispetto a quanto registrato lo scorso anno, in cui le serate del Festival erano state sei. Questo dato conferma quindi l’intuizione di puntare su un numero minore di serate, allungando il periodo di attività anche al mese di agosto e scegliendo ospiti musicali di grande impatto mediatico e comunicativo.
“Un andamento – conclude Lo Vullo – al di sopra di ogni aspettativa, da una parte legato a doppio filo alla contiguità tra la Food Court e l’area palco degli spettacoli, ma che in ogni caso conferma l’efficacia del percorso di evoluzione di Valmontone Outlet da centro strettamente dedicato allo shopping a luogo di aggregazione e incontro”.

Tanto che a breve ricomincerà la stagione degli eventi autunnali con la seconda edizione del Kids Festival, la manifestazione che prenderà il via sabato 8 settembre e per tutto il mese trasformerà Valmontone Outlet in un villaggio a misura di bambino, tra laboratori creativi, incontri e tanto divertimento.

Il Valmontone Outlet vanta oltre 7 milioni di visitatori annui e ospita 180 negozi su una superficie di oltre 40.000 metri quadri. La food court ha 7 diverse proposte di ristorazione su 3.000 metri quadri di superficie, e dispone di 3.000 posti auto.

Rapporto Bio Bank 2018: continua l’avanzata del biologico, vola la cosmesi

Sempre più diffuso, al di là delle mode e degli integralismi: stiamo parlando del biologico e una conferma del suo successo viene dai numeri del nuovo rapporto Rapporto Bio Bank 2018, che verrà presentato ufficialmente al Sana di Bologna il 7 settembre e che pubblica e analizza i dati riferiti alle 10.001 attività censite da Bio Bank nel 2017: 9.075 per l’alimentazione e 926 per la cosmesi.

Un settore quello del biologico che ha superato i 5 miliardi di euro nel 2016 tra Italia ed estero, con un incremento del 16,3% rispetto all’anno precedente.

 

Aumentano le attività, nella cosmesi +177%

Negli ultimi cinque anni il numero di attivitàdelle otto tipologie monitorate nel Rapporto per gli Alimenti ècresciuto di oltre il 6%. A volare sono invece le tre tipologie di attivitàmonitorate per la Cosmesi, cresciute del 177%.


Per gli Alimenti ancora in testa gli e-commerce di alimenti bio, passati dai 147 del 2013 ai 344 del 2017, con una crescita del 134%, e i ristoranti bio, passati da 350 a 556, con una crescita del 58,9%. Seguono i 1.437 negozi specializzati di alimenti bio (+12,5%), le 1.311 mense scolastiche (+6,1%), i 238 mercatini (+3%), mentre le 2.879 aziende con vendita diretta crescono appena dell’1,5%. In calo gli agriturismi a quota 1.497 (-4,5%) e i gruppi d’acquisto solidale a 813 (-8,3%).

Per la Cosmesi guidano ancora il trend le profumerie bio, balzate dalle 49 del 2013 alle 245 del 2017 (+400%). Notevole lo sviluppo degli e-commerce di cosmesi bio, passati da 70 a 255 (+264,3%). Ma è significativo l’aumento delle aziende di cosmesi bio e detergenza eco certificate, che raddoppiano passando da 215 a 426 (+98,1%).

 

Lombardia prima della classe

La classifica delle regioni leader per numero assoluto di attivitàbio nel 2017 riconferma la Lombardia con ben 1.417 attività, prima per numero di gruppi d’acquisto, negozi, mense, aziende ed e-commerce di cosmesi. Al secondo posto ancora l’Emilia-Romagna con 1.312 attività, che primeggia con vendita diretta, mercatini, e-commerce di alimenti e ristoranti. Al terzo la Toscana con 1.126 realtà, regina incontrastata, e non ci sorpende, degli agriturismi. Anche alla guida della classifica per densitàdi attivitàsi riconfermano le stesse tre regioni del Centro Italia: le Marche con 397 attivitàper milione di abitanti, l’Umbria con 347 e la Toscana con 301.

Tra le regioni leader in Italia solo una èpresente sia nella classifica per numero sia in quella per densitàed èla Toscana. Tra le regioni leader in una singola tipologia entra per la prima volta il Sud, con la Campania, leader per numero di profumerie bio.

 

Polarizzazione tra basico e di alta qualità

Diecimila attivitàsono una fetta importante del biologico italiano, dall’alimentazione, dove il bio ha visto il suo esordio, alla cosmesi, dove la sua diffusione èpiùrecente. Dai canali storici, come i negozi specializzati, a quelli emergenti, come l’e-commerce.
Il perimetro del Rapporto Bio Bank non comprende quindi tutto il biologico – che ormai non ha più confini e si trova ovunque – ma fornisce dati quantitativi e qualitativi per leggere il cambiamento in atto e affrontare le nuove sfide. Oggi che sono entrate nel bio sia le multinazionali, sia grandi, medie e piccole aziende agroalimentari, si assiste a una polarizzazione. Da una parte il bio basico, che rispetta il regolamento europeo e si accontenta dell’Eurofoglia. Dall’altra le aziende storiche del bio, che continuano la scalata dei valori nel segno della qualità totale. Ma che in qualche modo diversificano e specificano, accogliendo nuove suggestioni: ecco allora nascere il biologico legato all’origine delle materie prime (locale, regionale, made in Italy), il biologico che si evolve in biodinamico, il biologico che fa filiera (assciurando un giusto prezzo ai produttori e una distribuzione equa del valore lungo tutta la catena), il biologico etico (attento alle condizioni di lavoro nelle campagne, avvelenate dalla piaga del pizzo e del caporalato), il biologico equosolidale, attento al sociale.

Nel rapporto è posisbile trovare l’andamento delle vendite bio negli ultimi dieci anni, i Trend 2013-2017 del numero di attività bio per le di 11 tipologie monitorate, le regioni Leader 2017 per numero assoluto e per densità, l’analisi puntuale di otto tipologie di attività per gli Alimenti e di tre per la Cosmesi, anche con dati storici. Le 58 pagine sono consultabili liberamente su Issuu.

Maxi Zoo, una campagna europea per l’apertura del 1500° store

E siamo a 1500, o quasi: aprirà infatti a metà ottobre, in località del Vecchio Continente su cui si sta mantenendo il più stretto riserbo fino all’inugurazione, lo store che permetterà a Maxi Zoo di raggiungere l’importante traguardo.
Nel frattempo la più grande catena di punti vendita di alimenti e accessori per animali in Europa parte del tedesco Gruppo Fressnapf, ha già dato il via alle celebrazioni attraverso una campagna europea che coinvolgerà tutti gli 11 stati in cui il Gruppo è presente e il cui slogan recita: “1.500 negozi Maxi Zoo in Europa. Festeggia e risparmia con noi!”.

Sono passati 29 anni da quando il fondatore Torsten Toeller ha aperto il primo negozio a Erkelenz, una cittadina della Renania Settentrionale-Vestfalia, in Germania. In questi tre decenni Maxi Zoo ha avuto modo di espandersi e crescere e a oggi il gruppo vanta un fatturato annuo di circa 2 miliardi di euro e impiega 11.000 collaboratori.

La campagna per l’apertura del 1.500° store verrà comunicata ai clienti attraverso una campagna outdoor attiva dal 3 al 16 settembre. Le affissioni saranno presenti in diverse città e regioni in cui si trovano i punti vendita Maxi Zoo. Inoltre la campagna verrà comunicata tramite pagine stampa sulle più importanti testate settimanali e mensili nazionali a partire da domenica 2 settembre. Il concept grafico per le affissioni outdoor e le pagine stampa richiama i festeggiamenti per questo importante traguardo, con dei palloncini dorati che volteggiano sull’Europa, circondati da coriandoli e festoni. Sullo sfondo verde campeggia il pay off della campagna accompagnato da un invito a partecipare alla “festa di sconti” appositamente organizzata.  

 

Nuovo store a Moncalieri

Nel frattempo continua ad allargarsi anche la rete italiana: dal 31 agosto al 2 settembre viene inaugurato un nuovo store a Moncalieri, in provincia di Torino, in Corso Savona 10.

Sviluppato su una superficie di oltre 450 metri quadri, sin dall’apertura offrirà oltre 7.000 articoli, di cui 4.500 a marchio esclusivo, per tutte le tasche e le esigenze. Inoltre, al fine di migliorare e facilitare il rapporto tra pet e proprietario, saranno presenti specifici corner dedicati agli accessori, alla cura e al benessere dell’animale. Per tutta la durata dei tre giorni di festa inaugurale sarà applicato un extra sconto del -20% su tutti i prodotti in assortimento, compresi quelli già i promozione.

Nel punto vendita prenderà servizio uno staff di 6 persone, tutti professionisti appositamente assunti e provenienti dalla zona di riferimento, che hanno in comune la passione per gli animali e una solida formazione fornita dal programma di training della Maxi Zoo Academy per i nuovi dipendenti. Con il coinvolgiemento di un veterinario e uno psicologo, prevede, oltre all’affiancamento con colleghi esperti, programmi di e-learning e 15 giornate all’anno di sessioni in aula. Forte di questo programma di formazione che non ha eguali, il personale Maxi Zoo è in grado di consigliare i clienti al meglio e nel pieno interesse dell’animale.

Il nuovo store Maxi Zoo di Moncalieri è provvisto di un ampio parcheggio riservato ai clienti di fronte al punto vendita. A disposizone dei clienti ci sono servizi quali l’area picnic con acqua fresca e cibo di ottima qualità e la bilancia per cani per controllare in modo facile e veloce il peso del proprio pet, l’incisione medagliette e una donation box, in cui è possibile lasciare alimenti di prima necessità che saranno devoluti alle ONLUS locali del settore.

Apertura doppia per Aldi a Brunico e Verona, raggiunta quota 33 punti vendita

Due nuovi punti vendita Aldi aprono i battenti oggi giovedì 23 agosto: il primo store dell’insegna a Brunico (BZ) e un secondo punto vendita a Verona, dove si trova la sede operativa del discounter tedesco arrivato in Italia lo scorso febbraio.

Già presente in Trentino-Alto Adige con 4 negozi, il brand prosegue il suo piano di espansione con un nuovo store dal concept moderno, realizzato appositamente per l’Italia, e con l’assunzione di 20 collaboratori. Situato in una posizione strategica di Brunico, in via San Lorenzo 23/25, rappresenta la soluzione ideale per fare acquisti in tutta comodità e rapidità. Il negozio, sviluppato su due piani, presenta un’area vendita di oltre 1.530 metri quadri e offre ai clienti prodotti selezionati che uniscono qualità e convenienza. L’area esterna, di oltre 2.000 metri quadri, ospita un parcheggio di circa 61 posti auto. È aperto dal lunedì al venerdì dalle 7.15 alle 21.00, il sabato dalle 7.30 alle 21.00 e la domenica dalle 8.00 alle 19.00.

A Verona Aldi apre il suo secondo punto vendita e il nono in Veneto, con l’assunzione di 16 collaboratori. Il nuovo punto vendita di corso Venezia 107 presenta un’area vendita di oltre 1.300 metri quadri e offre ai clienti prodotti selezionati che uniscono qualità e convenienza. L’area esterna, di oltre 4.900 metri quadri, ospita un parcheggio di circa 115 posti auto.

Il concept degli store Aldi pensato per l’Italia prevede un reparto ortofrutta, ispirato ai mercati rionali, all’ingresso, una vinoteca con una selezione accurata e di qualità di vini, il “Banco dei Sapori”, riservato alla gastronomia, che rappresenta l’inizio di un progetto dedicato alle tipicità regionali. Particolare attenzione, inoltre, è stata rivolta all’area pensata per il pane e i prodotti da forno, “Pan del Dì”, affiancata dal corner “CAFFÈ AL DÌ”, per regalarsi la pausa di un caffè durante gli acquisti. Un ampio spazio dei negozi è destinato ai prodotti in promozione: due volte a settimana, il lunedì e il giovedì, ALDI propone una variegata offerta di articoli promozionali sempre nuovi a prezzi imperdibili.

 

45 negozi nel 2018

L’apertura del punto vendita di Brunico rientra nel più ampio piano di sviluppo di ALDI per l’Italia che prevede l’apertura di più di 45 negozi nel Nord Italia e mira a chiudere il 2018 con oltre 1.500 collaboratori. Con queste nuove aperture, ALDI raggiunge quota 33 punti vendita totali nel Nord Italia.

 

Piatti pronti freschi: funzionalità, gusto e leggerezza. L’analisi di IRI

Funzionalità e praticità nell’esecuzione: è a queste esigenze dei consumatori che i piatti pronti freschi si ripromettono di dare soddisfazione,  a differenza di quelli  surgelati e ambient il cui acquisto è maggiormente legato a fattori di convenienza e di stoccaggio.   Accanto alla sfera funzionale, più legata al consumo infrasettimanale, esiste però anche una sfera slegata dai concetti di tempo, che richiama il desiderio di appagamento di gusto e leggerezza. Grazie anche al continuo ampliamento dell’offerta a cui stiamo assistendo negli ultimi anni,  a questa categoria si associano numerosi fattori legati alla salute, alla qualità e all’esplorazione.

Nell’anno terminante a febbraio 2018, il mercato dei piatti pronti freschi ha registrato un giro d’affari pari a oltre 351mio€ (quasi 42 mila tonnellate in termini di volumi) con una crescita del 11.4%. Rispetto al totale Fresco che cresce con ritmi più modesti, i piatti pronti hanno conosciuto uno sviluppo eccezionale con un incremento di quasi 140milioni di Euro negli ultimi 3 anni (+18.4% medio annuo), arrivando a pesare nel 2017 il 3.1% sul totale comparto refrigerato a peso imposto. Molto diverse le dinamiche negli altri comparti dove i primi piatti ambient e surgelati alternano performance pressoché stabili o  leggermente negative  ormai da qualche anno (rispettivamente CAGR a valore ultimi 3 anni -0.7% e -0.4%). Il confronto quindi non lascia spazio a dubbi sul fatto che il fresco sia sempre più catalizzatore di attenzioni da parte del consumatore e delle industrie.

Mappa dei consumi

A trainare le vendite dei piatti pronti freschi è il Supermercato che sviluppa il 70% dei volumi e cresce del 15.6%. Anche Negozi di vicinato e Ipermercati mostrano una certa dinamicità, attestandosi su tassi di crescita rispettivamente del +10.7% e +8.3%. Per quanto riguarda le aree si registra un’importante polarizzazione dei consumi verso il Nord Ovest, che veicola il 44% del fatturato della categoria, mentre il Sud, risulta fortemente sotto dimensionato raggiungendo solo l’8% (media sul Fresco 15.7% del giro d’affari).

La categoria si compone di tre macro segmenti: Primi piatti (169 mio€) che vanno dalle leggere zuppe o insalate di riso/altri cereali, alle ben più sostanziose lasagne; Secondi piatti (161 mio€) che comprendono piatti elaborati come spezzatino o vitel tonnè ma anche i più semplici hamburger panati o non, fino ad arrivare al mondo dei piatti a base vegetale.  Infine i Contorni che sono un segmento ancora ristretto ma molto dinamico (20mio€ , +19.6%) dove troviamo principalmente  i Purè e altri contorni ricettati. Le recenti dinamiche di consumo legate alla ricerca del benessere e della naturalità e alla riduzione della carne hanno fatto sbocciare un’offerta di piatti pronti freschi sempre più articolata e variegata, arrivando ad oggi a più di 90 referenze medie a scaffale e superando le 120 negli ipermercati.

Molte aziende hanno investito in questo segmento inserendo nuovi marchi o ampliando linee di prodotto già esistenti al fine di diversificare sempre più l’offerta, tanto che nel corso degli ultimi due anni abbiamo assistito ad un forte aumento delle referenze medie a scaffale (+17 2016 vs 2015, +8 2017 vs 2016).

Il segmento Vegetale: il caso” Burger”

È evidente come il segmento del Vegetale abbia svolto un ruolo protagonista all’interno di questo sviluppo specialmente nei Secondi piatti che sono stati la tipologia di prodotti che hanno maggiormente beneficiato della dinamicità degli assortimenti, raggiungendo le 49 referenze medie a scaffale (+5). Rappresentando ormai il 45% dei volumi del totale secondi piatti freschi, il mondo vegetale viene identificato sempre meno come  alimento privativo e  riservato ad una nicchia ristretta di consumatori (vegani e vegetariani);al contrario viene associato a benessere e salute in generale. Questi prodotti sono inoltre oggetto di sperimentazione da parte dei consumatori. È proprio qui che l’innovazione di prodotto si concentra ricercando nella ricettazione e nelle nuove tipologie di prodotto la chiave per il successo.

Il fenomeno appena descritto mette in luce un aspetto sul quale è opportuno fare una riflessione ovvero il rallentamento del  Burger. Con oltre 90 milioni di Euro di fatturato (equamente divisi tra base vegetale e base carne) essi sono da sempre le star dei Secondi piatti sviluppandone il 55% del fatturato. Ed è proprio la recente difficoltà del segmento dei Burger vegetale (-1.2% negli ultimi 12 mesi) a frenare l’andamento positivo. Questo è  ancora più evidente se restringiamo lo sguardo all’ultimo semestre dove registriamo un -11.0%.  Nel segmento dove la concentrazione di brand e prodotti è più elevata (15 referenze medie a scaffale) diventa quindi sempre più importante differenziarsi e trovare modalità di competizione alternativa.

Primi piatti: il ruolo delle Zuppe

Anche i primi piatti beneficiano del crescente impulso al benessere che è maturato nel consumatore negli ultimi anni. In modo particolare le Zuppe, con un fatturato che supera i 97 milioni di Euro e una crescita del 16.2% rappresentano il 57% del segmento e ne trainano la crescita grazie anche alla combinazione di gusti appaganti e se da un lato l’offerta è sempre più eterogenea, dall’altro il vissuto del consumatore che approccia il mercato dei piatti pronti freschi è quello di poca convenienza, giustificata dalla qualità dei prodotti. La battuta di cassa di un Primo piatto si aggira sui 2.99€, passando dai 2.75€ di una Zuppa fino ad arrivare ai 3.72€ di una Lasagna. Si registra più variabilità all’interno dei Secondi piatti con prezzi medi per unità che vanno dai 2.30€ per un Hamburger fino ai 5.00€ per un arrosto o uno spezzatino di carne.

Il livello promozionale della categoria viaggia su tassi del 35% per i Primi e sul 40% per i Secondi. In generale le offerte speciali vengono percepite come stimolo ad un consumo più frequente e come un supporto alla sperimentazione, che favorisce gli acquisti di prodotti e ricettazioni diverse.

di Irene Adami– Client Service Account Manager IRI

Prende il volo un Lidl nella nuova area commeciale di Olbia

Sorge nella nuova area commerciale presso l’aeroporto il Lidl inaugurato giovedì 9 agosto a Olbia, parte del piano di 40 nuove aperture previste dal discounter tedesco in Italia nel 2018. Il nuovo punto vendita in Via degli Astronauti completa l’offerta della zona dove nei mesi scorsi hanno aperto altri grandi marchi del retail come Decathlon, Piazza Italia e Euronics.

Questa nuova apertura ha permesso l’assunzione di 18 nuovi collaboratori che, dopo un adeguato periodo di formazione svolto nelle scorse settimane, sono ora pronti ad accogliere clienti e turisti nel supermercato. Salgono così a circa 320 i dipendenti Lidl in Sardegna impiegati nei 19 punti vendita dell’Insegna sull’isola.

Il taglio del nastro: al centro Massimiliano Cidda, Area Manager Lidl Italia, e Gianfranco Frau, Responsabile pdv.

Il nuovo supermercato di Via degli Astronauti, che sviluppa un’area vendite di oltre 1.300 metri quadri e offre alla clientela un ampio parcheggio gratuito da circa 140 posti, è stato realizzato secondo i più moderni criteri di sostenibilità. Dispone, infatti, di un impianto fotovoltaico da 50 kW, impiega materiali altamente coibentanti e sfrutta un impianto di illuminazione LED che consente un risparmio fino al 50% sul normale consumo di energia.

Sugli scaffali del nuovo punto vendita Lidl di Olbia troverà spazio un ampio assortimento di oltre 2.000 prodotti per rispondere al meglio alle esigenze dei clienti. Più dell’80% degli articoli è Made in Italy, in particolare la linea Italiamo che rappresenta il meglio del patrimonio gastronomico del nostro Paese e coniuga ottima qualità ad un prezzo conveniente. 

Presente anche un reparto panetteria che accoglie i clienti all’entrata e sforna tutto il giorno pane, croissant e altre prelibatezze dolci e salate. L’offerta dei punti vendita sardi comprende inoltre un centinaio di prodotti locali. Un modo per valorizzare la cultura gastronomica regionale e dare un’opportunità di sviluppo ai fornitori del luogo, segno del profondo legame di Lidl con il territorio.

Lidl Italia ha annunciato un piano di investimenti da oltre 350 milioni di euro per l’anno 2018 che comprende lo sviluppo della rete vendita con l’apertura prevista di oltre 40 nuovi supermercati per l’anno in corso, mantenendo così lo stesso trend di aperture e di nuove assunzioni del 2017.

 

 

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