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Shopping in negozio? Sempre più consumatori lo trovano noioso

Shopping in store? Piuttosto lavo i piatti!

La sintesi è tranchant, ma non si discosta molto dalla realtà emersa dal report pubblicato dal Digital Transformation Institute di Capgemini con il titolo Making the Digital Connection: Why Physical Retail Stores Need a Reboot’ e realizzato intervistando 6.000 consumatori e 500 executive del settore retail in nove Paesi (Stati Uniti, Cina, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Spagna, Paesi Bassi e Svezia)

Pare infatti che nonostante l’81% dei retailer riponga ancora molta fiducia nelle potenzialità fidelizzanti degli store brick & mortar, tra i consumatori – invece – la percentuale degli ottimista sia molto minore: 45%. Gli altri sono alquanto sfiduciati.

schermata-2017-01-19-a-15-22-31Lo store fisico- dicono- è noioso (40% degli intervistati) tanto che un terzo si dichiara più propenso a rigovernare le stoviglie.

L’insoddisfazione è maggiore in Svezia e Spagna (dove rispettivamente il 54% e il 49% affermano che fare acquisti nei negozi fisici è un’attività noiosa) e minore in Cina e negli Stati Uniti (29% e 31% rispettivamente), mentre in Italia questo dato si attesta al 42%.

Tra le critiche principali:

  • lunghe code alle casse (lamentela precipua dei clienti grocery)
  • assenza di promozioni personalizzate realmente interessanti (recriminazione più diffusa per i settori del fashion e dell’elettronica
  • difficoltà nella comparazione dei prodotti (nel settore del bricolage).

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Tra le aspirazioni più diffuse emergono:

  • la possibilità raffrontare prodotti,
  • di avere consegne in giornata per i propri ordini,
  • scaffali digitali in grado di informare i clienti,
  • opzioni di pagamento di nuova generazione,
  • strumenti come chioschi e tablet per effettuare gli ordini.

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Emiliano Rantucci, Vice President e Responsabile Consumer Products & Retail di Capgemini Italia, ha dichiarato: “Gli acquirenti sono sempre più lontani dall’esperienza in-store, ed è facile capire perché. La maggior parte dei negozi fisici rimane testardamente ‘offline’, incapace di offrire la velocità, la flessibilità e la facilità d’uso che i consumatori si aspettano dai siti web. Le voci diffuse circa il rapido declino del negozio fisico possono essere esagerate, ma si avvicinano comunque alla realtà. Molti retailer con cui abbiamo parlato ammettono di avere difficoltà nella rapida digitalizzazione dei punti vendita a causa della difficoltà nella definizione di business case per i relativi investimenti. Questo report chiarisce che la vera domanda che i retailer debbono porsi non è tanto se possano permettersi di trasformare l’esperienza in-store, quanto piuttosto se possano permettersi di non farlo”.

Allora – la conseguenza è lapalissiana- non resta che puntare sulla digitalizzazione all’interno dei negozi.

Certo e i retailer lo sanno. Peccato, però, che alcune difficoltà si frappongano alla realizzazione dell’obiettivo.

La prima riguarda la scarsità di investimenti: il 40% degli executive afferma di essere ancora impegnato a implementare le basi tecnologiche, come il WiFi in-store.

Il secondo problema è relativo alle capacità del personale in negozio: ancche in questo caso il 40% lamenta il fatto che i responsabili di negozio non promuovano le iniziative digitali presenti nei punti vendita.

Il risultato?

Solo il 18% degli executive interpellati ha implementato iniziative digitali su scala da cui sta ottenendo vantaggi importanti.

 

Top 10 retailer di Deloitte: per la prima volta entra Amazon

In 250 (parliamo dei più grandi retailer mondiali) hanno raggiunto un fatturato pari a 4.308 miliardi di dollari, nell’anno fiscale 2015*. E si tratta di una cifra in crescita dal 4,3% al 5,2% rispetto all’anno precedente.

Questo uno dei dati più dirompenti emersi dalla  ventesima edizione dello studio Global Powers of Retailing di Deloitte.

E approfondendo ancora un po’, ecco l’altra notizia: il rapporto include anche una lista dei top 50 e-Retailer ed evidenzia come l’80% di essi faccia anche parte dei primi 250 retailer a livello mondiale.

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 La classifica nel dettaglio

Wal-Mart conferma la sua leadership indiscussa. E Costco mantiene la seconda posizione, continuando il percorso di crescita avviato nel precedente anno fiscale e riportando nell’anno un tasso del 3,2%. A seguirli è Kroger che, grazie all’acquisizione dei supermercati Harris Teeter, consolidail 3° posto in classifica.

Ancora due dati: Metro Group esce dalla classifica dei Top 10, mentre entra per la prima volta Amazon, con un fatturato in continua crescita (13,1% rispetto all’anno precedente), alimentato da un costante flusso di innovazioni di prodotto e di servizio per i consumatori.

“Negli ultimi anni abbiamo assistito a un drastico cambiamento nel mondo del retail e nelle abitudini dei consumatori. Il periodo attuale vede una sempre più marcata centralizzazione del consumatore, che è oggi la vera guida, capace di condizionare le proposte di acquisto, alla continua ricerca di autenticità, novità, convenienza, semplicità e creatività. Per andare incontro ai nuovi modelli di consumo, i retailer non tradizionali stanno sviluppando nuovi business model orientati alla personalizzazione e alla volontà di far vivere una vera e propria esperienza di acquisto” – commenta Dario Righetti, Partner Deloitte e responsabile Consumer & Industrial Products – “Proprio in tale contesto si inserisce il successo di Amazon, che per la prima volta entra nella classifica dei Top 10 retailer globali, accanto a colossi quali Wal-Mart e Schwarz Group. Una crescita esponenziale influenzata anche dal rapido consenso ottenuto grazie ad Amazon Prime, il nuovo servizio offerto dall’azienda, che mette ancora una volta al centro le esigenze del consumatore”.schermata-2017-01-19-a-12-07-58

 Europa

Diminuisce il numero delle aziende con sede in Europa, che passano da 93 a 85. Tra le maggiori economie europee la Germania è quella che evidenzia una crescita più elevata, seguita dalla Francia. Le aziende del Regno Unito invece registrano per il secondo anno consecutivo un andamento negativo e la Brexit non è estranea a questo processo, benchè il suo impatto non sia del tutto quantificabile.

“Se analizziamo i dati emersi dallo studio Deloitte sui principali retailer mondiali, si evidenzia come l’andamento dei Top 10, inclusi quelli europei, sia sostanzialmente positivo con buoni segnali di crescita- commenta Ernesto Lanzillo, Partner Deloitte e responsabile per il settore Retail. Fa eccezione Tesco, che nell’ultimo anno fiscale scende di 4 posizioni nella classifica: il calo è però principalmente dovuto alle continue cessioni di divisioni “non core” soprattutto in favore di aziende asiatiche. Da notare, inoltre, che Tesco cresce nel mercato nazionale e rafforza la propria posizione, a conferma della solidità e dell’importanza del bacino UK per nuovi investimenti”.

Le regioni che possono vantare ancora una volta la quota più alta di retailer nella classifica dei Top 250 sono, nell’ordine, Nord America e Europa.

Nonostante le loro grandi dimensioni, la maggior parte dei rivenditori del Nord America non hanno significative attività estere, ma costituiscono tutt’oggi le realtà con la quota più alta di ricavi della classifica, con una media di 23 miliardi di dollari.

Le società europee si confermano invece le più attive in ambito internazionale, con una copertura media di 16 Paesi, valore di molto superiore alla media delle Top 250 (in media, presenza in 10 Paesi).

Da ciò ne consegue come le vendite al di fuori del proprio Paese raggiungano nella media europea quasi il 40% sul totale del fatturato, con picchi di circa 47% per i retailer tedeschi e 46% per i francesi.

In Italia

Per i retailer italiani si registra, nell’anno chiuso al 30 giugno 2016, un andamento nel complesso positivo nonostante si evidenzi, per 3 dei 4 player nazionali in classifica, un calo nel posizionamento globale. Sia Coop che Conad perdono una decina di posizioni nella classifica delle Top 250, collocandosi rispettivamente al 76° e 77° posto. Anche Esselunga passa dalla 121esima posizione alla 125esima. Migliorano sensibilmente invece i risultati di Eurospin, che guadagna 26 posizioni (dal 214° posto al 188°).schermata-2017-01-19-a-12-08-26

I settori merceologici

Per quanto riguarda i diversi settori analizzati, i retailer del settore moda (abbigliamento ed accessori) ancora una volta sono le realtà che hanno registrato i tassi di crescita maggiori, pari al 7,7%, caratterizzati inoltre da margini più alti (7,1%). Segue a poca distanza il settore dei prodotti di beni durevoli e per il tempo libero, con una crescita di ricavi pari al 7,6%, ma con una marginalità nettamente inferiore (3,6%).

L’e-commerce

Le vendite online anche quest’anno hanno rappresentato una quota significativa dei ricavi totali di vendita al dettaglio. L’80% dei 50 maggiori e-retailer sono nella classifica dei Top 250.

Ben 45 delle aziende appartenenti ai Top 50 e-retailer hanno sede negli USA (27 società) o in Europa (18); le restanti 5 provengono da Paesi emergenti (4 dalla Cina e 1 dal Brasile).

È ancora una volta Amazon a registrare i risultati migliori, con vendite di prodotti per 79 miliardi di dollari, seguita da JD.com che, con 27 miliardi di dollari, supera Apple (24 miliardi di dollari). Wal-Mart, leader globale della Top 250 guadagna una posizione di tutto rispetto anche tra i top e-retailer, mantenendo un quarto posto e relative vendite per 14 miliardi di dollari.


*Nota metodologica

Il Global Powers of Retailing considera nelle proprie classifiche un panel di 250 gruppi di retailer presenti in tutto il mondo, variabile di anno in anno in base ai risultati finanziari; le analisi, in dollari americani, fanno riferimento ai dati di bilancio relativi all’anno fiscale 2015, cioè al periodo compreso tra giugno 2015 e giugno 2016.

 

 

 

 

 

 

Prénatal continua il suo progetto di retail design con il Gruppo Masserdotti

Prénatal ha scelto il Gruppo Masserdotti come partner tecnologico per un ampio progetto di retail design, che riguarda sia l’allestimento di nuovi punti vendita, sia il restyling di negozi già esistenti dislocati su tutto il territorio nazionale. Il progetto, iniziato nel 2016, proseguirà anche nel 2017 con nuovi interventi.

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L’azienda bresciana si è impegnata nella realizzazione e nell’installazione di grafiche decorative, promozionali e rappresentative del brand, sia all’interno sia sulle vetrine dei negozi Prénatal. Le stampe, destinate a diverse applicazioni, comprendono: rivestimenti filmici applicati a copertura completa delle vetrine; adesivi murali per la decorazione delle pareti con il logo, per l’identificazione delle categorie merceologiche esposte, delle directory di reparto, per le indicazioni delle offerte e la personalizzazione degli scaffali. Attraverso la stampa diretta sono state prodotte pannellature, anche di grande formato, con immagini di forte impatto e messaggi promozionali dedicati al programma di loyalty promosso dall’insegna. Il team di installatori specializzati del Gruppo Masserdotti ha portato a termine la messa in opera del nuovo look di ciascun negozio in tempi record, da uno a tre giorni in base alla metratura dei punti vendita.

“Grazie all’utilizzo delle più moderne tecnologie a supporto della visual communication, siamo in grado di offrire un’ampia varietà di applicazioni sempre più evolute, facilmente adattabili alle esigenze di comunicazione e di restyling del settore retail e installabili in tempi brevi. – spiega Alberto Masserdotti, CEO dell’omonimo Gruppo – Il continuo aggiornamento tecnologico è mirato a sperimentare le combinazioni più efficaci tra sistemi di stampa e materiali. L’obiettivo è offrire il valore aggiunto di supporti high-tech e performance elevate in ambito squisitamente estetico ma anche di impatto ambientale. In questo progetto di re-design, la qualità dei nostri prodotti e la competenza specializzata del nostro team hanno sicuramente contribuito a valorizzare la percezione del brand Prénatal”.

 

 

Iperal con Cefla anche nel nuovo iperstore di Besana Brianza

Iperal ha scelto di continuare la collaborazione con Cefla per il suo secondo iperstore aperto a Besana Brianza (MB), un punto vendita, di 1.800 mq, costruito recuperando l’area della Fratelli Citterio, da tempo dismessa, per sostituire lo storico supermercato aperto nel 2000. Per il nuovo iperstore di Besana Brianza Cefla ha fornito tutto il suo know-how: a partire dall’ingresso con il carrello “Carty” da 180 litri con le parti in plastica colorate di blu, per continuare con gli scaffali ultra-slim System10, allestiti all’interno e progettati per soddisfare le esigenze espositive sia food sia non food.

La scaffalatura
La scaffalatura

Questa tipologia di scaffalatura è infatti pensata per combinare leggerezza, solidità e design, riducendo l’ingombro e mantenendo una portata adatta a ogni tipo di merce.

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Il box informazioni

Ancora frutto della progettualità Cefla e del suo brand Zenith Shop Design è il box informazioni in legno e accessibile da tutti i lati e con numerosi punti d’ascolto e un’ampia praticità per gli operatori.

Barriera casse
Barriera casse

, ecco anche la barriera casse, composta da 9 banchi Futura Plus da 345 cm, predisposti per l’impianto di posta pneumatica e pensati per migliorare la qualità delle postazioni di lavoro per l’operatore e una miglior user experience del cliente.

Conad cresce del 7,5% e punta sul marchio d’insegna come asset strategico

Con un fatturato di circa 3 miliardi di euro e una crescita del 7,5 per cento, la marca Conad rappresenta il 30 per cento di un mercato che vale 10 miliardi di euro. La quota si attesta al 27,4 per cento sul Largo consumo confezionato, staccando di 8,2 punti percentuali la media Italia, salita al 19,2 per cento dal 18,8 dell’anno precedente (fonte: IRI, nov 2016). Per semplificare: quasi un prodotto su tre venduti è a marchio Conad. Marchio che si conferma uno degli asset strategici del gruppo distributivo, dietro al quale c’è il lavoro di 620 fornitori.

La marca Conad registra una crescita generalizzata, al punto di essere leader nel 45 per cento delle categorie e occupare la seconda posizione nel 75 per cento in virtù del migliore rapporto tra la qualità dei prodotti, paragonabile a quella della marca industriale, e la convenienza, con prezzi inferiori del 25-30 per cento. Qualità controllata con 650 mila analisi e circa 2.500 visite ispettive agli stabilimenti, con un investimento complessivo cresciuto di oltre il 10 per cento lo scorso anno.

“Oggi la marca Conad vale circa un terzo del mercato della marca del distributore in Italia. È un dato importante, risultato dell’impegno e della validità del lavoro svolto da dieci anni a questa parte ponendo il prodotto a marchio tra gli obiettivi al vertice della strategia del nostro sistema”, commenta il direttore commerciale di Conad Francesco Avanzini. “Per l’anno in corso abbiamo in programma la realizzazione di moltissimi progetti di sviluppo relativi ai prodotti e di rivisitazione delle gamme. Potenzieremo e miglioreremo i brand nel nostro portafoglio tramite innovazione e segmentazione all’interno delle varie categorie –  attualmente quelle in cui siamo presenti sono più di 300 – per presidiarle nel modo migliore con il marchio Conad”.

Spesa online in Sicilia grazie a Commerciale GiCap SpA e Risparmiosuper.it

Spesa online al Sud Italia: debutta il primo e-commerce della GDO siciliana, grazie a un progetto  di Commerciale GiCap SpA  (impresa socia di Gruppo VéGé) in collaborazione con Risparmiosuper.it, che ha curato l’architettura web e la messa a punto del servizio.

Nicola Mastromartino Presidente Gruppo VéGé
Nicola Mastromartino Presidente Gruppo VéGé

Il nuovo servizio, che al momento copre l’intero territorio della città di Messina da Torre Faro sino al comune di Roccalumera, è di particolare rilevanza strategica in quanto modello di riferimento che apre la strada alla realizzazione di progetti di e-commerce da parte delle altre imprese socie di Gruppo VéGé.
La piattaforma di e-commerce mette a disposizione la comodità di un servizio di spesa online che garantisce la possibilità di programmare la consegna a domicilio in tre fasce orarie (10:00/12:00, 16:00/18:00 e 18:00/20:00) oppure l’orario di ritiro degli acquisti presso il punto vendita.

L’offerta disponibile sulla piattaforma di e-commerce Quiconviene rispecchia fedelmente la filosofia dell’insegna sia in termini di ampiezza e profondità assortimentale sia di convenienza, con costi di consegna decisamente competitivi: 3,50 € per una spesa che va da 40 a 100 euro, gratis per importi superiori. Il pagamento dei prodotti avviene alla consegna tramite carta di credito, bancomat o contanti.

“Il mercato è cambiato, ma soprattutto sono cambiati le abitudini e i punti di riferimento del consumatore, che oggi sempre più utilizza il web sia per soddisfare le sue esigenze sia come metro di valutazione dei servizi” – dichiara Giovanni Capone, Direttore Vendite di Commerciale GiCap. “La nostra è una scommessa che dischiude nuovi scenari per l’azienda. Stiamo valutando tempi e modalità per introdurre la spesa online anche nei nostri punti vendita presenti a Palermo, Lipari e in diverse città della Calabria.”
Barbara Labate, CEO di Risparmiosuper.it, commenta il varo del servizio a Messina:- “Siamo fieri di aver contribuito al lancio del primo e-commerce in Sicilia mettendo a disposizione di Commerciale GiCap la nostra esperienza e il miglior supporto tecnologico possibile per valorizzare una tradizione di eccellenza nel servizio al cliente.”
“La piattaforma di e-commerce attivata per la prima volta a Messina da Commerciale GiCap è la dimostrazione lampante della straordinaria vitalità, del coraggio e dell’intraprendenza delle imprese socie di Gruppo VéGé” – sottolinea Giorgio Santambrogio, Amministratore Delegato di Gruppo VéGé. “In questo progetto, infatti, emerge a tutto tondo la capacità di guardare al futuro, avviando un progetto innovativo di vendita che introduce una shopping experience completa, personalizzata e gratificante, in linea con ciò che oggi chiede l’individuo-consumatore.”

Maltempo, temperature giù prezzi su, è allarme speculazione per l’ortofrutta

Crollano le temperature, si impennano i prezzi di frutta e verdura. In molti casi a causa di speculazioni. Ne è convinto il Codacons, che sulla vicenda ha presentato un esposto a 104 procure della Repubblica di tutta Italia. Secondo l’associazione per la tutela dei consumatori, se è innegabile l’ondata di gelo che attanaglia l’Italia e in particolare il Centro-Sud, questo non giustifica al momento l’impennata dei listini dell’ortofrutta all’ingrosso e al dettaglio, perché “la maggior parte dei prodotti oggi in vendita è stata raccolta nelle settimane scorse, quando cioè non vi era alcuna emergenza neve e freddo. Addirittura vengono spacciate per nazionali frutta e verdura provenienti da Paesi esteri, allo scopo di poter rincarare i prezzi con la scusa del maltempo. Vere e proprie speculazioni intollerabili sulla pelle dei consumatori e degli agricoltori. Per tale motivo – conclude Codacons – abbiamo chiesto a 104 Procure di aprire indagini su tutto il territorio alla luce del reato di aggiotaggio, e di individuare gli speculatori che determinano rincari ingiustificati dei listini all’ingrosso e al dettaglio”.

 

Difficoltà reali

Quello delle speculazioni sui prezzi è solo una delle conseguenze della morsa del gelo che ha colpito le campagne italiane e che ha spinto molte Regioni ad avviare le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità, a ciò incoraggiate dallo stesso ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina. Del resto l’agricoltura di mezza Italia è in difficoltà con decine di migliaia di ettari di verdure pronte per la raccolta bruciate dal gelo, serre danneggiate o distrutte sotto il peso della neve, animali morti, dispersi e senz’acqua perché sono gelate le condutture, ma anche aziende e stalle isolate che non riescono a consegnare il latte quotidiano e le verdure. Secondo Coldiretti nel Centro Agroalimentare Roma si riscontrano “una disponibilità dei volumi ridotta del 40% rispetto ai quantitativi consueti e rincari nei prezzi all’ingrosso di certe referenze schizzati a picchi massimi del 50/60% in più, rispetto ai listini di inizio anno”. In particolare,  secondo le rilevazioni del Centro ortofrutticolo di Roma tra gli aumenti più pesanti rispetto alla stessa settimana dello scorso anno spiccano il +350% delle bietole, il +233% dei cipollotti, il +225% degli spinaci, il +170% della lattuga, il 157% delle zucche, il 150% dei cavoli. Ingiustificabile il rincaro di alcuni prodotti secondo la Coldiretti perché già raccolti da tempo come mele, pere e kiwi “mentre rialzi alla produzione dovuti all’aumento dei costi di riscaldamento delle serre o alla ridotta disponibilità di alcuni prodotti orticoli danneggiati dalle gelate non possono essere un alibi per speculazioni che danneggiano i produttori agricoli e i consumatori”.

Le regioni più colpite sono Puglia (con un calo del 70% delle consegne), Basilicata, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Sicilia e Calabria, dove migliaia di aziende agricole hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha bruciato le piantine. Gravi i danni anche agli agrumeti e ai vigneti di uva da tavola che hanno ceduto sotto il peso della neve. C’è anche il problema delle difficoltà nelle consegne, che ha portato alla distruzione di tonnellate di generi deperibili come il latte e alcuni tipi di frutta e verdure. Ciò naturalmente non può non avere conseguenze sui prezzi, anche se pure Coldiretti invita a vigilare sul rischio di speculazioni.

Se è ancora difficile calcolare i danni sull’agricoltura italiana di questa ondata di gelo di inizio 2017, Coldiretti in base a dati del Crea ipotizza che gli eventi meteorologici estremi provocati dai cambiamenti climatici abbiano “rubato” all’agricoltura italiana almeno 14 miliardi di euro negli ultimi dieci anni tra produzioni distrutte e danni a strutture e infrastrutture. Cambiamenti che si manifestano con sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense (le cosiddette “bombe d’acqua”), con il repentino passaggio dal sereno al maltempo, con lunghi periodi di siccità che si alternano a forti piogge a carattere alluvionale, con gelate estreme e picchi di calore anomali. Stranezze che si evidenziano anche a livello territoriale come in questi giorni: mentre nella provincia di Padova non piove da 40 giorni e i livelli dei grandi laghi del Nord sono al di sotto della media, nel Mezzogiorno sono caduti quantitativi record di neve e le temperature sono proibitive, con pesanti danni alle coltivazioni e agli allevamenti.

Valmontone Outlet, grazie al recente restyling, chiude positivamente il 2016

Il Valmontone Outlet chiude positivamente un anno ricco di novità (il secondo della gestione Promos) dedicato al rilancio della struttura grazie all’ampio piano di restyling iniziato a gennaio 2015 e focalizzato su tre macro aree: property, marketing e commerciale.

L’anno appena concluso è stato caratterizzato dall’apertura della nuova Food Court, la prima in un outlet, con un nuovo ingresso dedicato e orari prolungati rispetto al centro. La corte occupa un’area di 3.000 mq e ospita 7 unità commerciali con brand della ristorazione noti a livello nazionale ed internazionale: Alice Pizza, Burger King, Casa Angelesi (marchio della catena di Farinella), Cono, KFC Kentucky Fried Chicken, La Piadineria, Old Wild West.

Importanti novità anche tra le nuove boutique: Denny Rose, Nivea, RefrigiWear, Swarovski, Tempur, Original Marines, Primadonna, Barbuti, Pianura Studio, Converse, Guess, Boutique Nespresso e l’alta pasticceria Petit Bouclè.

valmontoneoutlet_lqNel 2016 il Valmontone Outlet è stato scelto come meta di shopping e divertimento da più di 6.5 milioni di visitatori (+5,7% rispetto all’anno precedente).

Tomaso Maffioli, Amministratore Delegato di Promos commenta: “Chiudiamo questo secondo anno di gestione positivamente, con un fatturato  in crescita del 6% e con un incremento pari al 13% dall’inizio del nostro mandato. I dati positivi raccolti sono una conferma dell’efficacia e del gradimento, da parte della nostra clientela, degli investimenti fatti in nuovi format – come quello della Food Court, con i primi incrementi, in termini di visite, già riscontrati nelle primissime settimane di attività -, della valorizzazione dell’offerta fashion e della crescente attenzione dedicata all’intrattenimento nel centro.”

TALLY WEiJL, un 2016 ricco di successi. Un 2017 dedicato allo sviluppo rete

TALLY WEiJL ha chiuso il 2016 all’insegna del successo in Italia, festeggiando 10 anni di presenza nel nostro Paese  e un fatturato di oltre 400 milioni di euro. Per il gruppo svizzero, che conta più di 3000 dipendenti e oltre 800 negozi nel mondo, l’Italia si è confermata nel 2016 come il primo mercato del gruppo. La strategia di sviluppo nel nostro paese ha visto l’apertura di negozi monomarca in maniera sempre più capillare sul territorio. TALLY WEiJL ha inaugurato 28 nuovi punti vendita, diretti ed in franchising, inserendo location prestigiose come Il Centro ad Arese, il più grande shopping center d’Italia, il centro commerciale GrandApulia in Puglia ed  i centri storici di Taranto e Lucca.

“Il 2016 è stato un altro anno positivo per TALLY WEiJL Italia. Abbiamo raggiunto l’ambizioso traguardo dei 200 punti vendita sul territorio nazionale, celebrato con l’apertura del negozio di Mestre il 3 novembre, ma non ci siamo fermati, ed ora siamo già a quota 206” afferma Marco Dellapiana, country manager di TALLY WEiJL Italia. Il piano di sviluppo 2017 prevede l’apertura di almeno 20 negozi, diretti ed in franchising e il restyling dei punti vendita esistenti con il nuovo concept di negozio, che racchiude gli elementi che caratterizzano il DNA del marchio rielaborati in chiave moderna, così da rendere la shopping experience ancora più coinvolgente.

VéGé si espande nel drug, DuePiù entra nel Gruppo con 88 pdv Kuadrifoglio e Sirene Blu

Porta in dote 88 punti vendita specializzati a insegne Kuadrifoglio e Sirene Blu tra Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia ed Emilia Romagna DuePiù, consorzio con sede a Campodarsego (PD) che entra tra le imprese socie del Gruppo VéGé.
L’intesa, operativa dal 1 gennaio, porta a un’ulteriore crescita del comparto Drug all’interno di Gruppo VéGé. DuePiù, infatti, va ad affiancare le imprese Gargiulo & Maiello SpA, Bava srl e Detercart Lombardo, oltre ai gruppi Comipro ed In.Prof, nel presidio del segmenti Personal & Home Care, Toiletries e Cosmoprofumeria.

«Il nostro consorzio, che dal 2008 a oggi ha pressoché raddoppiato i punti vendita, unisce due solide realtà dell’imprenditoria veneta, accomunate sia dalla storica matrice familiare sia dalla volontà di realizzare un’ulteriore espansione sul territorio – dichiara Giulio Muner Direttore Commerciale di DuePiù -. In Gruppo VéGé abbiamo trovato interlocutori che condividono i nostri valori e un network nazionale dinamico, pronto a sostenere il nostro programma di crescita».

 

Home e personal care con pdv da 300 a 800 mq

DuePiù nasce nel giugno 2008 come sodalizio tra le imprese Centrodet SpA di Resana (TV) e Rossi Srl di Campodarsego (PD), consorziatesi allo scopo di affrontare con maggior peso contrattuale la negoziazione periferica con l’industria e ottimizzare lo sviluppo delle rispettive insegne: Sirene Blu e Kuadrifoglio. La struttura consortile fa sì che le due imprese condividano i servizi di centrale acquisti e di marketing mantenendo le proprie reti di vendita. Centrodet SpA, infatti, dispone di un CE.DI. da 10.000 metri quadri di superficie e gestisce attualmente 45 punti vendita di proprietà localizzati in Veneto (province di Belluno, Padova, Treviso, Venezia e Vicenza) Friuli Venezia Giulia (province di Gorizia, Pordenone e Udine), Lombardia (province di Brescia e Mantova), Trentino Alto Adige (provincia di Bolzano) ed Emilia Romagna (provincia di Ferrara).
La rete commerciale di Rossi Srl si articola in 33 punti vendita di proprietà dislocati tra Veneto (province di Padova, Verona, Vicenza, Treviso e Venezia), Lombardia (provincia di Mantova) ed Emilia Romagna (province di Modena e Reggio Emilia), cui si aggiungono altri 10 punti vendita in affiliazione, localizzati prevalentemente in Veneto. A supporto della rete opera un CE.DI., recentemente ampliato, da 8.500 metri quadri di superficie coperta.
I punti di vendita delle due imprese sono simili tra loro sia per metratura, mediamente calcolata tra i 300 e gli 800 metri quadri, che per assortimento, incentrato sui prodotti per la cura della casa e della persona. Per venire incontro alle nuove esigenze del consumatore e alle tendenze del mercato, tuttavia, negli ultimi anni sono stati inseriti con successo in entrambe le catene anche alcuni elementi di Petfood, petcare e bazar leggero.

Per saperne di più sulle strategie del gruppo leggi Con tech e acquisizioni cresce Végé, e punta sull’home care con In.prof.

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