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Tag: e-commerce

Carrefour testa lo scanner per la spesa (in Belgio)

Dopo Izy, il sistema adottato da Chronidrive/Auchan, Carrefour Belgio testa la sua versione dello scanner per fare la spesa online, da casa, e averla consegnata o ritirarla in store: Connected Kitchen. La “cucina connessa” permette di fare la lista della spesa in tempo reale scansendo il codice a barre o dettando il prodotto al dispositivo. Il data base ha a disposizione 1,3 milioni di codici compresi quelli della “concorrenza”, per i quali verranno proposte delle alternative tra i 17mila articoli presenti nel paniere dell’e-commerce Carrefour. Il dispositivo, in fase di test da aprile, sarà poi messo a disposizione della clientela.

Italia grande produttore di vino ma solo lo 0,2% si vende online

Siamo i secondi produttori mondiali di vino, con 4,4 milioni di ettolitri prodotti ed un giro d’affari di 14,6 miliardi di euro. Ma tra i Paesi produttori siamo ultimi nelle vendite online, che, nonostante crescite annue del 30% e un mercato promettente, sono ferme allo 0,2%.
Un problema che penalizza sopratutto l’export e grandi mercati promettenti come la Cina, dove il food&wine è un settore in grande espansione.

È ciò che emerge dalla ricerca “La rivoluzione dei canali online nel mercato del
vino” condotta da Tannico.it, sito di e-commerce da 30mila bottiglie al mese, che offre dati sull’orientamento della domanda di vino online.
In Italia il canale è per ora limitato allo 0,2% contro una media mondiale dell’1,8%. La Cina, che anno dopo anno sta incrementando il proprio mercato, è il Paese con la penetrazione del canale online più alta, pari al 27%, quadrupla rispetto al Regno Unito “fermo” al 6,8%.


Il grande successo dell’e-Commerce in Cina è legato al fatto che questo canale si presenta come il mezzo più efficace e veloce per accedere al mercato del vino,  un settore sostanzialmente nuovo e privo di canali di vendita radicati nel territorio.

Fonte dati: Osservatorio Federvini.
Fonte dati: Osservatorio Federvini.

In Italia la situazione è opposta: il vino è parte integrante della cultura popolare e la capillarità dei produttori distribuiti sul territorio ha fatto sì che la domanda si indirizzasse principalmente sul canale fisico. La grande distribuzione coinvoglia l’86,3% delle vendite; il restante 13,7% comprende la vendita diretta e il canale internet con un valore complessivo di 12 miliardi di euro. Il canale online presenta dunque grandi opportunità in un Paese con 16 milioni di acquirenti online.
“Sono oltre 500 le cantine che si appoggiano a Tannico per la vendita dei loro prodotti, il 200% in più rispetto all’anno precedente – commenta Marco Magnocavallo, fondatore di Tannico.it -. Tannico, nell’ultimo anno, ha riscontrato un aumento delle vendite del 300%, per un totale di 200.000 bottiglie di vino vendute nel solo anno 2014, a dimostrazione del fatto che le opportunità di mercato ci sono. Per il 2016 prevediamo di raggiungere un volume di fatturato di 10 milioni”.

 

Su e giù per lo Stivale chi e cosa si compra online
Dalla ricerca elaborata da Tannico, sulla base delle vendite degli ultimi due mesi, la Valle D’Aosta risulta in testa alla classifica delle regioni che spendono di più, con un ticket medio di 141,2 euro, seguita dalla Sardegna con una spesa media di 104,08 euro. Conquista il terzo posto l’Umbria con 103,79 euro, mentre nelle ultime posizioni sono occupate da Triveneto, Emilia-Romagna e Piemonte con uno scontrino medio di circa 100 euro.
Il protagonista assoluto delle preferenze dei consumatori resta il vino rosso, con percentuali pari al 54% delle bottiglie acquistate sia al Nord Italia che nel Sud e nelle Isole, mentre al centro si attesta al 53%. Il vino bianco è più apprezzato al Centro con percentuali d’acquisto pari al 33%, mentre nel resto d’Italia gli acquisti di bianco oscillano tra il 29 e il 28%. Il frizzante viene invece preferito al Nord e al Sud, dove raggiunge il 15% delle bottiglie vendute, mentre al Centro si ferma al 12%. Chiudono i vini dolci con una quota pari al 2% in tutto il Belpaese.

Andando più nello specifico, quali sono per gli uvaggi più venduti online?  Il capolista dei vini acquistati online su Tannico nel 2014 è il Prosecco, seguito da Lambrusco e Gewürztraminer. Si spartiscono le restanti posizioni a pari merito, con il 5% del totale venduto, Franciacorta, Nebbiolo, Colli Orientali del Friuli, Sauvignon e Valpollicella. Ultimi due posti per Chardonnay e Pinot Nero.


Analizzando invece regione per regione, emerge che, tendenzialmente, gli uvaggi più acquistati al sud sono quelli provenienti dal nord Italia e viceversa. Come a dire che per acquistare i vini del territorio difficilmente si ricorre al web. Così, il Gewurztraminer primeggia in regioni come Campania, Calabria e Sicilia, mentre in Veneto non risulta neppure nei primi 5. Il lambrusco conquista la vetta di Valle D’Aosta, Puglia e Calabria. Insolito anche il Trentino Alto Adige, che nella top 5 include il toscano Morellino di Scansano e il Nero di Troia, assente però nella sua regione d’origine, la Puglia.

“L’e-Commerce del vino si mostra un’efficace strumento per ‘esportare’ il vino non solo all’estero, ma anche in aree del Belpaese diverse da quelle di origine. I produttori di vino che si aprono al canale e-Commerce possono così accedere a un mercato più ampio, non legato al territorio di produzione e basato esclusivamente sulla domanda dei clienti. L’offerta è in fase di strutturazione: il numero di cantine che aderiscono è ancora limitato, ma in crescita; la domanda, invece, sta registrando incrementi significativi. L’intero comparto Food&Wine nell’e-Commerce sta crescendo a doppia cifra. Sia gli operatori che i produttori hanno quindi in mano l’opportunità di costruire un nuovo mercato” conclude Magnocavallo.

Detto la spesa e la ritiro al drive: l’evoluzione del click and collect di Chronodrive

Uno dei 74 pdv Chronodrive, un “pure player” del click and drive attivo dal 2004. In Italia ha due punti vendita, a Rozzano e Torino. È una società del Groupe Auchan.

Accorciare il processo di acquisto e renderlo sempre più immediato e condiviso: è ciò che chiede un consumatore sempre più indaffarato e insofferente alle code e ai tempi d’attesa (vd Tecnologie, gli italiani sono pronti all’omnicanalità nel retail). Una delle soluzioni trovate è il click and collect che in Francia ha avuto una grande diffusione. Anche grazie alla rete dei Chronodrive, che ha appena presentato una innovazione per rendere il processo ancora più semplice e veloce.

Si chiama Izy (ma è una start up commercializzata in USA con il nome hiku) ed è un piccolo dispositivo tondo e bianco, magnetizzato che si può tranquillamente lasciare attaccato al frigo, con incorporato un lettore di codice a barre e un riconoscitore vocale. Per elaborare la lista della spesa dunque è sufficiente avvicinarlo al codice a barre del prodotto da “rimpiazzare”, oppure dettarlo e sarà immediatamente trasmesso (via wi-fi) e inserito in un elenco sull’app Chronodrive del proprio smartphone, la quale può anche essere mandata alla persona che poi effettuerà l’ordine (o il ritiro). In caso di indicazione generica (spaghetti, vino) l’App suggerisce delle opzioni basate anche sulle precedenti scelte dell’utente.

Il dispositivo è stato testato l’anno scorso su 150 clienti e secondo il magazine Linéaires il 70% delle ricerche sono state effettuate via voce, con una spesa media più alta del 5%.
Il dispositivo Izy è in vendita a 14,90 euro per la prima settimana di promozione, e in seguito a 29,90 (79 USD negli USA) e con esso Chronodrive si propone di raggiungere i suoi 20mila clienti più “digitalizzati”.

https://youtu.be/lIGA1wDKtv8

Amazon Fresh il marchio Amazon dedicato all’e-commerce dei freschi, ha lanciato un sistema molto simile negli USA, chiamato Dash.

Come si vede curiosamente entrambi i retailer hanno deciso di utilizzare lo stesso concetto per pubblicizzare la nuova tecnologia: è talmente facile che potrebbe usarla anche un bambino…

ConTonno Callipo eletto Prodotto dell’Anno per la categoria Conserve

ConTonno Callipo, nelle due versioni “Tonno e fagioli” e “verdure grigliate e Tonno”, è stato eletto  Prodotto dell’Anno 2015 per la categoria Conserve.

I ConTonno Callipo sono ideali da consumare come contorno o piatto veloce per tutte le occasioni.

Prodotti e distribuiti dalla Giacinto Callipo Conserve Alimentari SpA, l’azienda calabrese che da oltre 100 anni è leader nella produzione di tonno e conserve ittiche di alta qualità, sono disponibili in due diverse varianti, confezionate in vasetto di vetro: “Verdure grigliate e Tonno” e “Tonno e fagioli”.

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L’idea di utilizzare il vetro come packaging nasce circa 20 anni fa dalla volontà dell’azienda di valorizzare anche visivamente la qualità del proprio tonno, conservare e meglio preservare le caratteristiche organolettiche del prodotto, lavorato completamente in Italia a partire dal pesce intero, e soddisfare cosi un consumatore sempre piu attento alla qualità e alla genuinità di quello che mangia ma che, al tempo stesso, presta maggiore interesse anche al contenitore e non solo al contenuto.

In vendita nei canali del retail e della GDO si possono acquistare anche online sul sito Internet dell’azienda dedicato all’e-commerce e raggiungibile all’indirizzo http://shop.callipo.com al prezzo di 2,90 euro ciascuno.

 

Logistica ed e-commerce, a che punto siamo in Italia

Logistica ed e-commerce sono intimamente legati. Tanto il secondo è destinato a trainare il settore della logistica (già oggi in Italia le imprese operanti nella logistica conto terzi un fatturato di 77 miliardi di euro), quanto la prima è spesso il vero tallone d’Achille del commercio online, non solo nel nostro Paese.

Anzi è il fattore critico di successo su cui si stanno misurando non solo i colossi dell’e-commerce, ma anche i retailer che accanto ai negozi fisici sviluppano un’attività di e-commerce. Tempi di consegna sempre più brevi, tipologie di consegna personalizzate e servizi ancora in fasedi sviluppo come il “predictive shipping” e la consegna tramite droni sono il terreno sul quale si misura la relazione con il consumatore e il successo delle vendite (il tempo di consegna rapido è una delle maggiori richieste degli acquirenti online).

idealo, il portale di comparazione prezzi leader in Germania con una presenza consolidata in Europa, ha provato ad analizzare le soluzioni logistiche più diffuse nel settore e-commerce in Italia sulla base di un censimento effettuato su 50 negozi partner con le migliori performance sulla piattaforma di comparazione italiana.

Quali sono gli operatori logistici più diffusi in Italia? Quali sono i servizi aggiuntivi offerti dagli shop in materia di spedizione e consegna? Quali e quante soluzioni alternative vengono comunemente offerte agli e-shopper italiani? Queste alcune delle domande cui risponde lo studio di idealo.

Tra i servizi di spedizioni disponibili in Italia, una delle scelte preferite degli operatori e-commerce è l’azienda BRT S.p.a., nota anche come Bartolini. Il 62% dei negozi online presi in esame nello studio ha scelto il corriere espresso italiano per le consegne sul territorio italiano. Il 26% dei siti e-commerce si affida completamente a Bartolini per le spedizioni – è il caso di importanti marketplaces come Redcoon e Pixmania. Altri servizi frequentemente adoperati dai merchant italiani sono TNT e UPS.

Scelta del corriere – Nessuno shop tra quelli esaminati, tuttavia, offre agli utenti la possibilità di scegliere l’operatore tramite cui farsi recapitare la merce. Data la diversificazione dei servizi offerti, il consumatore dovrebbe avere maggior voce in capitolo nella scelta dello spedizioniere di fiducia e delle relative offerte logistiche.

corrieri utilizzati

Unica possibilità di scelta è la consegna tramite corriere espresso per ricevere velocemente la merce acquistata: oltre il 70% degli shop online indagati offre questo servizio.

consegna express

Tempi di consegna – Ma sui tempi di consegna c’è ancora poca disponibilità a effettuarla nello stesso giorno, anche se è il tema centrale su cui si discute nel mondo dell’e-commerce, solo tre dei 50 negozi online presi in esame – tutti appartenenti al gruppo Banzai – offrono questa modalità di spedizione.

same delivery

Consegna alternativa – Un altro elemento critico evidenziato dallo studio di ideolo riguarda la possibilità di consegna a un indirizzo alternativo (ufficio, familiare, punto di ritiro): solo Bartolini o TNT danno questa opzione, ma occorre notare che l’espansione sul territorio italiano entro il 2015 della rete di lockers e altre postazioni automatiche presso cui ritirare la merce senza alcun vincolo è destinata ad accrescere ulteriormente il potenziale dell’e-business in Italia.

Servizi a valore aggiunto – Sono relativamente numerosi gli e-commerce che offrono servizi a valore aggiunto in materia di consegne e spedizioni, come ad esempio la consegna al piano, la consegna serale, al weekend, su appuntamento e con spedizioni multiple – circa il 36% degli shop esaminati offre una delle precedenti opzioni. Quelli più diffusi (li propone il 22% del campione) sono la consegna al piano e quella su appuntamento. Solo 4 mechant su 50 consegnano nel week end.

Click and Collect – Uno dei trend più interessanti riguarda il ritiro presso un punto vendita fisico, una filiale del negozio online o un punto di ritiro (Pick-Up Point). In questo modo, i merchant hanno la possibilità di combinare i vantaggi dell‘e-commerce con quelli derivanti da un contatto diretto con i clienti tipico della vendita al dettaglio. Un impulso decisivo in questo senso è la strategia del Click & Collect – l’acquisto online collegato al ritiro presso l’esercizio commerciale del venditore. A seconda del modello di business, la merce viene predisposta in loco per il ritiro o consegnata presso una filiale attraverso un normale servizio di spedizione. Si tratta inoltre di uno degli esempi principali di omnicanalità.

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Il 42% dei negozi online presi in esame offre l’opzione pick-up come metodo di consegna alternativo. Il vantaggio per l’acquirente è rappresentato di solito da una tempistica di evasione dell’ordine più breve e dal risparmio sui costi di spedizione. I ‘locker’ risultano invece ancora scarsamente implementati.

La sfida della consegna green – Tra le aziende leader nel settore della logistica si moltiplicano le iniziative volte a ridurre le emissioni di CO2 all’interno della supply chain. Alcune delle iniziative più note sul tema “Carbon Neutrality” sono i programmi di spedizione eco-friendly promossi da DHL (‘GoGreen‘), UPS (‘UPS Carbon Neutral‘), o Hermes (‘We Do!’). Sorprende, invece, che nessuno tra i negozi online considerati nello studio abbia fatto proprio il tema dell’ambiente e della sostenibilità: nessun riferimento ad eventuali opzioni green in materia di trasporti e al rispetto per l’ambiente nella cultura delle vendite online in Italia.

Nel futuro maggiore flessibilità – Rivenditori online e spedizionieri sono destinati a lavorare sempre più a stretto contatto per sviluppare opzioni di spedizione sempre più comode e allettanti per gli e-shopper. La scelta del partner logistico diventa così di cruciale importanza per posizionarsi nel mercato online con una proposta veloce, flessibile e personalizzata.Attualmente, il settore e-commerce risulta nel complesso ancora poco innovativo in materia di consegna e spedizione. Gli operatori di logistica, invece, sono già in grado di offrire servizi innovativi per rendere l’invio e la ricezione delle merci più semplici e flessibili. I merchant che intendono restare competitivi sul mercato digitale e attrarre nuovi clienti dovrebbero essere aperti alle nuove tendenze. Sarà allora di cruciale importanza:

premere sull’acceleratore per la consegna in giornata;
generalizzare la consegna su appuntamento;
sviluppare l’offerta del ritiro presso ‘locker’ e distributori automatici;
rendere la consegna espressa la modalità di consegna di default.

Infine, se già i maggiori operatori della logistica offrono metodi di trasporto a zero emissioni, lo sviluppo di opzioni di consegna e di imballaggio a ridotto impatto ambientale dovrebbe essere parte integrante dell’e-commerce del futuro.

L’E-commerce degli italiani: fermi ai viaggi, solo l’8% comprerebbe alimentari

La Global Survey di Nielsen fotografa la propensione all’e-commerce degli italiani (e di altri 60 Paesi) rilevando affinità e (soprattutto) differenze con le punte più avanzate.

Come ai tempi pionieristici delle compagnie low-cost dunque, nel nostro Paese chi fa e-commerce pensa soprattutto al biglietto aereo, scelto dal 42% della popolazione. Solo l’8% è favorevole a comperare prodotti alimentari, vini e liquori sul web (in linea in realtà con la media europea fatta eccezione per l’Inghilterra, dove è il 26% che predilige l’online per i prodotti alimentari).

Anche l’abbigliamento nella patria dello stile fatica ad affermarsi: se a livello globale vestiti, accessori e scarpe con il 46% guidano la graduatoria degli acquisti via web, in Italia sono acquistati online solo dal 30%, piazzandosi dietro la prenotazione di alberghi (35%) e i libri cartacei (32%). L’elettronica di consumo è acquistata online dal 24% della popolazione. Il 21% degli italiani compra online gli e-book, e il 17% i prodotti di cosmesi o per l’igiene personale, ricercati però su web dal 19% della popolazione. Per quanto concerne auto e moto accessori, solo l’8% degli intervistati acquista online. in linea con l’Europa con l’eccezione dell’Inghilterra, dove il 19% fa ricerca su internet e il 17% compie l’acquisto online. Tre italiani su 4 preferiscono ricercare di persona giochi e prodotti per l’infanzia.

I social network sono impiegati da un italiano su tre (32%) per tenersi aggiornato sul business in Rete. L’82% acquista da PC (80% dato globale) seguito dal cellulare al 36% (44% globale) e dal tablet al 25% (31% globale).

«In Italia ci sono ancora ampi margini di sviluppo del mercato dell’online soprattutto negli acquisti di alimentari o prodotti per la persona – a detto l’ad di Nielsen Italia Giovanni Fantasia -. È sintomatico il fatto che la maggior parte degli acquisti in Rete venga fatta da PC, a differenza di ciò che avviene in quelle aree con uno sviluppo tecnologico più recente (soprattutto Asia), dove l’acquisto online si espleta in movimento (cellulari e tablet). D’altra parte, anche in Italia si sta affermando una politica di vendita integrata, che vede il web giocare un ruolo complementare al negozio fisico. Occorre accelerare un circolo virtuoso tra punto di vendita e Rete, poiché se da una parte quest’ultima può sostituire il negozio, è anche lo stimolo a visitare il punto vendita».

Comodo e conveniente sì, ma con diffidenza

La ragione principale per cui si ricorre all’online è la comodità, è chiaro. Un motivo citato in media dal 76% degli intervistati globalmente, dal 70% degli europei e dal 75% degli inglesi, ma che in Italia convince solo il 58%, mentre il 42% ancora non si fida a dare le informazioni della carta di credito (media UE 41%). Prima di procedere all’acquisto online il 60% degli italiani legge recensioni del prodotto/servizio.

Altra  motivazione che spinge all’e-commerce sono i prezzi bassi: il 52% pensa sia più conveniente fare acquisti su web che in negozio, e il 50% di potere beneficiare del prezzo migliore. Le spese di spedizione costituiscono però una barriera allo shopping online. Il 36% degli italiani vorrebbe che questa voce venisse eliminata dalle offerte dei vari prodotti. In Europa il valore oscilla tra il 30% della Germania e il 38% della Francia.

Il marketing diretto è una leva importante utilizzata nel commercio online: il 42% del campione accoglie favorevolmente le e-mail del retailer e il 38% ne chiede l’iscrizione per tenersi aggiornato. Le App sono usate per pianificare la spesa (dal 32%) ma solo il 21% gestisce la spesa nel negozio con un tool online. Il 27% pensa che i siti dei retailer non siano di immediato utilizzo.

Promo, vicinanza e rapporto umano spingono in negozio

Ma cosa spinge oggi il consumatore ad entrare in negozio? Le novità di prodotto sono approcciate grazie alle promozioni (53%) o ad uno sconto tramite coupon (35%), ma anche per provare qualcosa di nuovo (41%) o un gusto nuovo (32%). Il campione gratuito nel negozio funziona solo per il 17% dei consumatori, mentre il display scende al 13%. Per il 24% è attirato ancora dalle formule pubblicitarie classiche (giornali, tv, outdoor), il 18% da un packaging rinnovato.

La leva prezzo spinge il 61% degli italiani a visitare un nuovo punto vendita (media UE 70%, global 68%). Anche se le promozioni speciali attirano nuovi acquirenti (47%), il 55% dei consumatori sceglie il negozio/supermercato in funzione della comodità (vicinanza). La qualità del prodotto motiva il 41% degli acquirenti, mentre il 31% è sensibile all’assortimento dell’offerta. Il 35% sottolinea che il punto vendita deve essere ordinato e pulito mentre il 22% sottolinea l’importanza della presenza di uno staff professionale nel momento dell’acquisto.

L’indagine “Nielsen Global Marketing Effectiveness in the retailer landscape and the impact of e-commerce” è stata eseguita su un campione di 30.000 individui in 60 Paesi.

Supermercato24 fa e-commerce puntando sulla consegna veloce

Supermercato24 è una start up veronese nata nel settembre 2014 che consente di fare la spesa online in un supermercato a scelta e averla consegnata a casa entro un’ora o in giornata. Una sorta di e-commerce per conto terzi, che si avvale di 1200 fattorini ad oggi attivati su 58 province italiane del Centro-Nord (Roma compresa). L’e-commerce nel grocery, lo sappiamo, in Italia non ha mai decollato. Qual è dunque il senso del progetto? Ne abbiamo parlato con il fondatore e AD Enrico Pandian, 35 anni e alle spalle una serie di iniziative online create fin da quando era ragazzo.

Enrico Pandian

“Siamo partiti lo scorso settembre su Verona per vedere la reazione della gente, poi ci siamo allargati ad altre province del Veneto e della Lombardia e a gennaio siamo arrivati a Roma. Ci siamo infilati in un’area di mercato non presidiata: in Italia c’è una sola insegna che fa e-commerce, Esselunga, e qualche sperimentazione. Il nostro modello è stato l’americana Instacart. La nostra forza? La consegna in un’ora”.

Ci spiega come funziona?

Non siamo un supermercato ma una rete logistica che lavora in crowdsourcing. Il cliente va sul sito (non c’è l’app ma è ottimizzato per tablet e smartphone) e trova tutti i supermercati di almeno 600 mq nel raggio di una decina di chilometri. Può scegliere tra 8/15mila prodotti del supermercato che ha scelto, e la consegna a casa in un’ora (la richiede il 25% dei clienti) o in giornata (la vogliono 9 clienti su 10). Grazie a un algoritmo viene contattato il fattorino più vicino al supermercato, che prende l’ordine, fa la spesa e si occupa della consegna. Oggi abbiamo 1200 fattorini che presto arriveranno a 2000, padroncini ma anche privati che iniziano con poche consegne e poi aprono la partita IVA. Il cliente può pagare in contanti e da poco anche con bancomat. La spesa media è infatti ultimamente passata dalle 40 euro iniziali a più di 130, segno che i clienti hanno provato il servizio, si fidano e acquistano di più.

Una sorta di Uber della spesa insomma. Ma cosa ci guadagnate?

Con le insegne abbiamo vari tipi di accordi che vanno dalla comunicazione allo sharing: ogni insegna ragiona secondo le sue logiche. Il nostro obiettivo è garantire al cliente il migliore servizio possibile. Noi prendiamo una percentuale sulla spesa che va dal 5 al 15% mentre al fattorino va la fee di consegna che dipende dal volume e dall’importo della spesa. I prezzi sono indicativi, non possiamo cambiarli in tempo reale ma il cliente può scegliere il supermercato che conosce e sa quali sono i prezzi in quel punto vendita.

Il vostro punto di forza?

La velocità, soprattutto. La gente vede il frigo vuoto e vuole la spesa per cucinare al pasto successivo. Anche le poche insegne che fanno e-commerce consegnano il giorno dopo. I nostri fattorini non hanno un accesso privilegiato in cassa, ma abbiamo i dati dei flussi del punto vendita e sappiamo a che ora arrivare per fare meno coda. Abbiamo poi visto che la provincia, che non è coperta dall’e-commerce, è molto ricettiva. Possiamo consegnare anche nei paesi più sperduti. Non solo. Stiamo iniziando ad ampliare l’offerta con nuove tipologie di prodotto, come il pranzo o la cena. A Verona stiamo testando un accordo con una catena di fast food. E stiamo pensando anche al parafarmaco. Sono i clienti a chiederci quello di cui hanno bisogno, e la nostra idea per il futuro è quella di consegnare qualsiasi tipo di merce, in un’ora.

Non avete paura che le insegne si “svegliano” e inizino a pensare seriamente all’e-commerce?

No, perché non sono strutturate per fare consegne in un’ora, tanto che molti dei nostri clienti ci chiedono di fare la spesa all’Esselunga. Piuttosto abbiamo avuto richieste di operatori che vogliono usarci per le consegne delle loro merci.

Come utilizzate i dati?

Sono il nostro bene più prezioso perché sappiamo che tipo di spesa fa un nostro cliente e dove la fa. In futuro li utilizzeremo per fare proposte mirate e personalizzate sul sito, tra un mese partirà il nuovo sito completamente rinnovato. Ma potremmo anche vendere i dati non aggregati alle insegne ad esempio.

Quali i piani futuri?

Stiamo già lavorando per aprire a Londra entro giugno e partire con il servizio a settembre, anche facendo accordi con situazioni analoghe come Just Eat (consegne a domicilio per ristoranti, ndr) e puntando su due zone: il centro di Londra e la provincia, che ha logiche simili a quella italiana. Poi partiremo a Parigi, perché ce lo chiede uno dei nostri investitori, il fondo francese 360 Capital (supermercato24 ha vinto a gennaio i 360mila dollari della 360by360 competition, ndr). In Italia per ora consolideremo le province che abbiamo. Ma stiamo studiando il Sud, in particolare la Puglia dove vediamo delle potenzialità.

Chi è il vostro cliente tipo?

Per ora professionisti, giovani mamme, anziani, gente che non ha tempo o modo di andare a fare la spesa. Ma nei prossimi 6/9 mesi abbiamo intenzione di allargare la base e il target dei nostri clienti. Per questo se oggi facciamo la gran parte della comunicazione online, in seguito inizieremo ad usare iniziative di marketing “da supermercato”, tipo volantini e cartellonistica

Sainsburys testa le etichette digitali e lancia il click and collect

Creare un sistema più efficiente, alleggerire il personale da un lavoro tedioso e ripetitivo come il cambio dei prezzi, e risparmiare carta: questi i motivi che hanno spinto Sainsburys, una delle quattro principali insegne della Gdo britannica, ad introdurre –  cominciando dal punto vendita di prossimità di Shoreditch, il quartiere Hipsters ad alta concentrazione di start-up hi-tech di Londra – le etichette elettroniche. Una relativa novità per il Regno Unito, quanto meno per quanto riguarda il nuovo tipo che utilizza i-ink e consente di visualizzare ogni tipo di immagine o informazione. In particolare, l’idea di Sainsburys è quella di utilizzare sfondi colorati per sottolineare promozioni o iniziative speciali sul prodotto.

Un modo per stare al passo con i tempi e mostrarsi attivi lato interno e lato cliente, con un’obiettivo: parare le bordate dei due grandi concorrenti tedeschi Lidl e Aldi che stanno sconvolgendo il mercato della grande distribuzione inglese. L’iniziativa più recente di Sainsburys è il lancio del sistema clik and collect che entro fine anno raggiungerà 100 punti vendita. La raccolta è gratis per spese superiori alle 20 sterline e la spesa può essere ordinata fino a 20 giorni prima della consegna, che avviene il giorno seguente l’ordine. L’insegna opera nell’e-commerce da 18 anni con un giro d’affari di un miliardo di sterline (il 5% delle vendite) e copre il 98% del territorio britannico.

Olivier Jonvel ad di Leroy Merlin Italia: nuove aperture e cross canalità

L’inaugurazione del rinnovato punto vendita di Leroy Merlin a Solbiate Arno (Varese) coincide per Olivier Jouvel con il compimento di un anno alla guida dell’azienda. L’amministratore delegato di Leroy Merlin, incontrando la stampa, ha sottolineato che a tre anni dall’ultima apertura in Italia, il nuovo negozio Vision di Varese è la prima tappa di un nuovo programma di sviluppo.

«Il 2014 si è chiuso con un fatturato di 1,4 miliardi di euro in crescita del 5%, pur in un momento obiettivamente difficile.

Il 2015 sarà per noi l’anno del rilancio dello sviluppo. A fine maggio apriremo un nuovo punto vendita a Torre Annunziata e abbiamo messo a punto un piano per l’apertura di una ventina di negozi nei prossimi cinque anni. Ma il 2015 è anche l’anno dell’accelerazione verso la trasformazione cross-canale. Già oggi il 60-70% dei clienti consulta il sito web, dove tutta la gamma è visibile, ma solo 8.000 referenze sono acquistabili online. L’obiettivo è quello di arrivare entro l’anno a 15.000 referenze acquistabili. Nel corso dell’anno stiamo testando la formula del click&collect nei negozi di Roma e Seriate (BG) per lmettere a punto al meglio il servizio.

Ma riguardo all’impegno verso il digital non è tutto. A gennaio è stato attivato il sito per i tablet e quest’anno sarà la volta di una App per migliorare l’esperienza d’acquisto online.

Ma il cambiamento più significativo sarà il progressivo abbandono del volantino tradizionale alla comunicazione digital, in contemporanea con un posizionamento dei prezzi verso la convenienza every day good price per venire incontro alle esigenze del mercato più tradizionale.

Leroy Merlin in Italia

eBay azzera le commissioni nel suo marketplace food

Zero commissioni sul food: con questa mossa, che partirà dal 2 aprile prossimo, eBay.it ha deciso di promuovere l’area del sito dedicata all’enogastronomia “in modo da permettere ai propri venditori di offrire prodotti a prezzi molto più competitivi, soprattutto in vista dell’EXPO”. Vengono annullate insomma le “commissioni sul valore finale” pagate dal venditore professionale sul prezzo del prodotto venduto, pari all’8,7% del prezzo del prodotto. Inoltre i venditori professionali con un negozio premium su eBay non pagheranno le tariffe d’inserzione.
Lo scopo è quello di spingere un’area del sito, quella delle categorie relative ai prodotti enogastronomici, che nel 2014 ha registrato una crescita del 17%, con un valore medio d’acquisto di 31 euro e che si prevede che nel 2015 crescerà ancora, dato che l’e-commerce si sta sempre più affermando tra i canali preferenziali per vendere online anche prodotti enogastronomici e del Made in Italy. È un settore dalla potenzialità immense, che proprio in Italia resta ancora indietro (1% contro il 13% delle vendite online in UK).
Sulla piattaforma italiana di eBay lo scorso anno sono stati venduti 32.792 prodotti nella sottocategoria “Dolci e Biscotti”, 25.733 prodotti in “Pasta e condimenti” e 8.146 prodotti in “Salumi e Formaggi”. In tempo reale, invece, sono oltre 265 mila i prodotti enogastronomici in vendita su eBay.it e ogni 73 secondi si registra un acquisto.

Impegno contro l’Italian sounding
Uno dei problemi più sentiti per quanto riguarda la vendita online dei prodotti alimentari (e non solo) è però quello della contraffazione, flagello del Made in Italy. Per questo lo scorso anno eBay.it, l’AICIG e il Ministero per le Politiche Alimentari, Agricole e Forestali hanno siglato un Memorandum per la protezione dei prodotti DOP e IGP. Numerose le segnalazioni che hanno permesso di rimuovere prodotti non originali o contraffatti.
“Cresce il fatturato interno, l’export e il numero di imprese dell’agroalimentare italiano nel momento stesso in cui è in costante aumento l’attenzione internazionale nei confronti del cibo italiano e della nostra capacità di produrlo in maniera sostenibile e durabile – spiega Maria Letizia Gardoni, Delegato Nazionale Coldiretti Giovani Impresa -. È così che l’Italia diventa un punto di riferimento e un modello economico da imitare; questa tendenza si manifesta però anche con l’ascesa delle falsificazioni e delle speculazioni attorno al nostro bene primario. Per tale motivo è sempre più necessario creare non solo informazione riguardo al tema, ma strumenti che possano permettere al vero made in Italy agroalimentare di raccontarsi e farsi conoscere. Il web è senz’altro il primo di questi e non è un caso che oggi gli imprenditori agricoli investono anche su e-commerce, piattaforme digitali e marketing”.

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