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Rapporto Mediobanca, svetta Esselunga, su i discount, Coop stabile, lottano le francesi

Una fotografia della Gdo nel periodo 2011-2015 (per i gruppi che operano in Italia) e 2014-2015 (per l’estero, ne parleremo in un articolo successivo): lo propone come di consueto il Centro Studi Mediobanca, che fa un interessante punto della situazione. Niente di nuovissimo, certo, più che altro una conferma di tendenze già ben note. Si scopre così che Esselunga svetta in produttività, gli ex-discount Lidl ed Eurospin godono di ottima salute, molto meno le francesi Auchan e Carrefour con una ripresa però per quest’ultima, mentre la Coop è stabile.

Il report esamina otto tra i maggiori Gruppi italiani della Gdo operanti nella distribuzione alimentare al dettaglio che rappresentano circa il 50% del mercato: Auchan-SMA, Canova 2007, holding della famiglia Brunelli, cui fa capo la Finiper con i marchi Iper e Unes, Carrefour Italia, Eurospin Italia, Lidl Italia s.r.l, Gruppo Pam con i marchi PAM, Panorama e i discount IN’S; Supermarkets Italiani della famiglia Caprotti con il marchio Esselunga; e, infine, l’aggregato delle maggiori cooperative di consumatori operanti a marchio “Coop”. Escluse le principali associazioni di dettaglianti: Conad, Selex, Gruppo VéGé in qaunto “la parcellizzazione dei soci, imprenditori titolari degli esercizi legati a grandi distributori all’ingrosso, o la compresenza di società che svolgono attività al dettaglio e all’ingrosso rendono difficoltosa la produzione di aggregati di bilancio significativi e comparabili”.

 

Fatturato +4,5% in cinque anni

In complesso, il fatturato dei maggiori operatori della Gdo italiana è cresciuto del 4,5% nel periodo 2011-2015 e dell’1,9% nell’ultimo anno. Il record di crescita tra 2011 e 2015 spetta ai discount: Lidl Italia (+43%) ed Eurospin Italia (+42,9%), seguiti da Esselunga (+11,6%) e da Iper-Unes (+7%); le Coop sono rimaste stabili (+0,1%), in arretramento il Gruppo Pam (-4,9%). Gli operatori francesi Auchan-SMA hanno sofferto: Auchan-SMA è in calo del 19,6%, Carrefour del 9,3%, ma con un’importante differenza. Se Auchan-SMA ha perso l’8,9% del fatturato anche nel 2015, Carrefour ha registrato la prima crescita dal 2012, con vendite in ripresa del 6,1%. Anche nel 2015 Lidl Italia (+9,6%) ed Eurospin (+6,7%) hanno confermato la propria leadership di crescita, precedendo Carrefour (+6,1%) ed Esselunga (+4,7%). L’aggregato delle Coop segna ricavi per 10,9 mld., ma Esselunga resta primo operatore individuale per dimensioni, con vendite pari a 7,2 miliardi, seguita da Carrefour a 4,9 miliardi e da Eurospin che con 4,4 miliardi ha scalzato Auchan-SMA, scesa a 4,15 miliardi.

Esselunga è il gruppo più efficiente nel 2015 con 16mila euro di vendite per metro quadro, ma la sua redditività operativa (ROI al 16%) è inferiore a quella di Lidl Italia (23,7%) ed Eurospin Italia (20,6%).

 

Dove vincono i discount

Ma quali sono secondo il rapporto i punti di forza delle insegne che è forse riduttivo definire discount? Per Eurospin: veloce riciclo del magazzino (19 giorni), rapido pagamento dei fornitori (70 giorni), bassa incidenza dei costi del personale (5,8% del fatturato), meno della metà della media degli altri operatori (13%). Simile il quadro di Lidl Italia con veloce rigiro del magazzino (16 giorni) e pagamento dei fornitori (62 giorni), ma un costo del lavoro più elevato (9,6% sul fatturato) avendo una rete commerciale composta esclusivamente da punti di vendita diretti. Per tale motivo il fatturato per addetto di Eurospin (623mila euro) è circa il doppio di Esselunga (328mila) e Lidl Italia (337mila). Eurospin conta 7.100 dipendenti contro i 21.900 di Esselunga e gli 11.000 di Lidl Italia.

Dal 2011 Eurospin ha cumulato utili netti per 635 milioni, circa il triplo di Lidl Italia (206 milioni) ma poco oltre la metà di quanto realizzato da Esselunga che ha toccato 1,1 miliardi. Profondo il rosso di Carrefour (-2,5 miliardi) e Auchan (-559 milioni).

 

 

Un contesto di parcellizzazione e offerta elevata

Nel 2015 le aree di vendita della Gdo italiana sono tornate a crescere (+0,6%), ma il numero dei punti vendita si è contratto del 2,1%. La riduzione è originata dalle attività del libero servizio (<400mq) a minore superficie (-6,4%); stabile il dato degli ipermercati (>2.500mq) mentre hanno realizzato incrementi tutte le altre tipologie: supermercati (tra 400 e 1.499mq) +0,9%, superstore (tra 1.500 e 2.499mq) +1,8% e discount +4,3%. Il superstore si conferma il format più efficiente con vendite mediamente pari a 8.400 euro/mq, seguito dall’iper con 6.000 euro/mq e dal supermercato con 5.400 euro/mq. Le vendite per mq sono in crescita tra il 2007 e il 2015 solo per i superstore (da 7.500 a 8.400 euro) e i discount (da 4.200 a 4.600); gli altri canali hanno perso terreno, in particolare gli iper (da 7.600 a 6.000 euro). Il segmento discount nel 2015 ha rappresentato il 16% della distribuzione organizzata. Al suo interno il Gruppo Eurospin è leader di mercato, con una quota del 32,3%.

L’Italia resta un Paese con aspetti contradditori, con una bassa presenza di grandi superfici (solo l’1,4% degli esercizi, mentre il libero servizio arriva a coprire quasi il 50% del totale); un’offerta complessiva elevata (pari a 289 mq ogni mille abitanti, alle spalle della Germania) e una bassa concentrazione, con i primi cinque operatori della Gdo a coprire il 52% del mercato contro il 62% di Spagna, 68% della Germania, 73% di Francia e 76% del Regno Unito.

Le vendite dell’aggregato sono aumentate nel 2015 dell’1,9%, attestandosi a 40,1 mld di euro. La variazione è originata dal diffuso aumento del fatturato di tutti i gruppi ad eccezione di Auchan-SMA che registra una riduzione dell’8,9%; i maggiori incrementi hanno riguardato Lidl Italia (+9,6%), Eurospin Italia (+6,7%), Carreforur (+6,1%) ed Esselunga (+4,7%). Anche nel periodo 2011-2015, Auchan-SMA ha ridotto il fatturato del 19,6%, seguita da Carrefour (-9,3%) e Gruppo Pam (-4,9%); forti gli incrementi di Lidl Italia (+43%) ed Eurospin Italia (+42,9%), seguite da Esselunga (+11,6%).mediobanca-fatturato-gdo

 

Quanto a numero di punti vendita, il maggiore sviluppo della rete ha interessato Eurospin Italia (+19%) e il Gruppo Pam (+10,1%, di cui +8,6% solo nell’ultimo anno), seguiti da Coop (+7,9%) ed Esselunga (+7,8%). Dal 2011 Carrefour ha ridotto del 15,5% i punti vendita complessivi, passando da 1.303 a 1.101 (la rete in franchising si è contratta di oltre 200 unità mentre quella diretta si è incrementata di circa 30 unità); nel caso di Auchan-SMA si è invece avuto un progresso del 4,3%, da 1.817 a 1.895 (+78). La rete più estesa a fine 2015 è quella di Auchan-SMA con 1.895 punti vendita, dei quali oltre l’81% in franchising/affiliazione, formula cui il gruppo francese fa ricorso più estensivo, seguito da Carrefour con 1.101 punti (56% circa in franchising/affiliazione), Eurospin Italia con 1.048 punti (diretti e franchising) e dalla Coop (866, di cui circa l’1% in franchising). Lidl Italia e Esselunga gestiscono solo punti vendita di proprietà (rispettivamente 568 e 152 unità).

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Esselunga, prima della classe in efficienza

Esselunga ha confermato nel 2015 la leadership d’efficienza con vendite pari a 15.732 mila euro/mq, contro i 7.184 euro medi del panel. Gli altri gruppi si collocano tra i 6.850 euro/mq delle Coop e i 3.500 euro/mq di Gruppo Pam. Nell’ultimo anno solo Carrefour mostra un aumento dei ricavi per mq (+6,1%). Flessioni assai importanti sul 2011 hanno interessato Auchan (-15,5%) e Carrefour (- 11,2%). Solo Unicoop Firenze, all’interno dell’aggregato Coop, ha conseguito vendite unitarie prossime a quelle di Esselunga con 14.247 euro per mq. Anche esaminando il fatturato per punto vendita il quadro non muta: Esselunga realizza quasi 48 milioni (+4,5% sul 2011 e +1,6% sul 2014), il fatturato annuo di una media impresa italiana, davanti a Iper-Unes (15,5 milioni, -0,4% sul 2011 e +5,3% sul 2014), Coop (12,3 milioni, +11,6 e -7%), Auchan-SMA (11,6 milioni, -18,4% e -9,8%), Carrefour (8,3 milioni, -15,7% e +4,8%) e Gruppo Pam (4,2 milioni, -15,8% e -4,9%). I livelli sono influenzati dalla superficie per punto vendita: quasi 3mila mq in media per Esselunga, 2.200 mq per Auchan-SMA, 1.800 mq per le Coop, 1.600 mq per Carrefour e 1.100 mq per Gruppo Pam. I dipendenti per 1.000 mq sono massimi per Esselunga (48 unità), intermedi per l’aggregato delle Coop (31 unità), attorno alle 20 unità per i due Gruppi francesi e 16 unità per la Gruppo Pam.

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Coop su grazie alla gestione finanziaria

Il sistema delle maggiori Coop ha chiuso il 2015 con un fatturato aggregato a 10,9 miliardi, in perdita operativa (-0,7% il mon sul fatturato), ma con un risultato corrente positivo (3,1% del fatturato), grazie al contributo della gestione finanziaria (3,8% del fatturato). Sei delle undici società dell’aggregato Coop hanno chiuso il 2015 con una perdita operativa. La Coop Centro Italia è stata la più performante (mon al 2,9% del fatturato). In cinque anni l’aggregato delle coop ha cumulato utili per 109 milioni, rivenienti da proventi finanziari netti per 1.275 milioni, margini industriali per 4 milioni e proventi non ricorrenti per 234 milioni, a fronte di svalutazioni finanziarie per 948 milioni e imposte per 456 milioni. Unicoop Firenze è la cooperativa di maggiori dimensioni (fatturato di 2,3 miliardi) e quella più efficiente (14.250 euro di vendite per mq). Nel 2016 è stata costituita Coop Alleanza 3.0, fusione di tre precedenti cooperative, con ricavi stimati in 5 miliardi di euro. I finanziamenti da soci sono in diminuzione del 3%, da 11,1 miliardi nel 2014 a 10,7 miliardi nel 2015. Le consistenze maggiori sono raccolte da Coop Adriatica (2.265 milioni) e Unicoop Firenze (2.035 milioni). Il portafoglio degli investimenti finanziari è pari a 10,8 miliardi, composto da titoli non immobilizzati per 7 mld (-4,9% sul 2014; di cui 3 mld in titoli di Stato e 2,6 mld in obbligazioni), partecipazioni per 2,2 miliardi e titoli immobilizzati per 1,6 miliardi. Le disponibilità sono pari a 2 miliardi (-0,5% sul 2014).

Nel periodo 2011-2015 la gestione industriale delle Coop ha prodotto margini cumulati positivi pari a 4 milioni, cui si aggiungono 1.275 milioni rivenienti dalla gestione finanziaria. Il portafoglio di titoli e partecipazioni ha prodotto nello stesso periodo svalutazioni per 948 milioni. Le poste straordinarie hanno comportato introiti per 234 milioni. Tenuto conto delle imposte per 450 milioni, si ottiene un utile netto cumulato di 109 milioni.

Esselunga apre un nuovo superstore a Camerlata, presto anche a Cusano Milanino

Esselunga apre un nuovo superstore di 3800 metri quadri a Como Camerlata in via Pasquale Paoli. 139 saranno gli addetti di cui 74 selezionati sul territorio.
Grazie al progetto curato dallo studio Nonis, Esselunga ha riqualificato l’area con importanti interventi sulla viabilità ampliando via Badone, mettendo in sicurezza gli attraversamenti pedonali e costruendo un sovrappasso pedonale. La memoria storica dell’ex Fisac, industria tessile che sorgeva a Camerlata, è stata conservata con interventi volti a ricordare l’antica tradizione della lavorazione della seta.
L’Esselunga di Camerlata, seconda apertura del 2016, anticipa di pochi giorni quella del nuovo superstore di Cusano Milanino, in provincia di Milano.

I reparti
L’offerta di frutta e verdura sfusa e confezionata prevede oltre 450 prodotti; più di 700 le etichette di vino con l’assistenza di sommelier.
Nel negozio di Como Camerlata apre anche il 118° forno: panettieri specializzati, formati dalla “scuola dei mestieri” interna, offriranno ai clienti 18 varietà di pane fresco panificato durante l’intero arco della giornata, oltre a pizze e focacce preparate in loco.
All’interno sarà inaugurato anche il bar Atlantic, una realtà consolidata nel campo della ristorazione presente in 82 negozi Esselunga, oltre alla 38° profumeria EsserBella.
Alle casse, come ormai tradizione per  la tecnologia di Esselunga, previsti self-scanning e self-payment con utilizzo di lettore.

Esselunga, Caprotti nel testamento caldeggia Ahold, altolà a Coop

Potrebbe esserci un futuro belga-olandese per Esselunga, o quanto meno sono queste le indicazioni che il fondatore e patron Bernardo Caprotti ha indicato nel suo testamento per il futuro dell’insegna (pubblicato da Repubblica).  un futuro non italiano dunque, e assolutamente non con le odiate Coop, ma, “quando i pessimi tempi italiani fossero migliorati, una collocazione internazionale. Ahold (oggi fuso con Delhaize) sarebbe ideale. Mercadona no”.

Ahold hafinalizzato a luglio il processo di fusione con la belga Delhaize, che ha portato alla nascita di uno dei maggiori gruppi della grande distribuzione mondiale, presente in 11 Paesi attraverso 22 marchi locali con 6.500 punti vendita, oltre 50 milioni di clienti e 375mila impiegati. L’olandese Royal Ahold (cui fanno riferimento i marchi Albert Heijin, Gall&Gall e Etos) e il belga Delhaize (3.410 pdv in sette Paesi in tre continenti), insegne europee ma con forti interessi nel mercato USA (dove realizzano il 60% delle vendite), hanno dato vita alla quinta insegna della grande distribuzione in USA con vendite da 54 miliardi di Euro, e in Europa al quarto retailer per dimensioni.

Un colosso che potrebbe esser interessato a un gioiello come Esseleunga, con la quale entrerebbe nel mercato italiano dalla porta principale. È certamente presto però per capire se ci sarà un’offerta del gruppo il quale, interpellato dall’Ansa, non ha voluto commentare (come è comprensibile essendo una compagnia quotata in borsa). In soffitta potrebbero finire almeno per il momento invece l’interesse dei fondi di investimento Blackstone e Cvc Esselunga acquirente cercasi, e tra i pretendenti (ri)spunta Walmart)

Eredi universali in parti uguali sono designate la figlia Marina e la seconda moglie Giuliana, che ottengono il controllo di Supermarkets Italiani, la holding che controlla Esselunga, e il 55% della Villata, l’immobiliare che raccoglie uffici, magazzini e supermercati. A Giuseppe e Violetta si spartiscono quindi il restante 30% di Esselunga e il 45% dell’immobiliare.

L’indicazione resta comunque quella di vendere: Esselunga “è diventata ‘attrattiva’”. “Però è a rischio. È troppo pesante condurla, pesantissimo ‘possederla’. “Attenzione: privata, italiana, soggetta ad attacchi, può diventare Coop (peraltro membro insieme ad Ahold nella centrale Coopernic). Questo non deve succedere”.

Fitto di puntualizzazioni e precisazioni sulle ragioni di alcune scelte. Ce n’è per tutti: i figli del primo matrimonio con Giorgina Venosta, Giuseppe e Violetta, i due fratelli “la cui liquidazione (richiesta) mi è costata quasi vent’anni di ristrettezze”, la pinacoteca Ambrosiana rea di non aver giustamente valutato un dipinto leonardesco da lui donato, la società cattolica italiana che non ha apprezzato il suo successo.

Per sapere chi è Ahold-Delhaize leggi Ahold Delhaize completa la fusione e nasce un supergruppo della Gdo.

Sul web tra le insegne della Gdo Iper ancora al top. Sul podio Esselunga e Decathlon

Per il secondo mese consecutivo Ipermercati Iper si piazza in testa alla classifica di BEM Research dedicata ai brand della Gdo che si rivolgono al pubblico Internet con un sito web in lingua italiana. A settembre il podio non cambia e nel testa a testa con Esselunga la spunta ancora l’insegna di Brunelli. Decathlon, unico marchio straniero, si conferma al terzo posto e precede Coop e Bricocenter.

In generale risulta in calo la performance online dei 23 siti web della grande distribuzione, che segna -1,3% in trenta giorni, mentre la media del settore si attesta a 35,7 punti-indice. Il dato delle ricerche su Google è piatto su base annua, ma non è uniforme sul variegato territorio nazionale: in alcune regioni la curiosità verso il settore è aumentata anzi sensibilmente. Ad esempio, si registra un aumento del 33% in Calabria, del 21% in Basilicata e del 17% in Friuli Venezia Giulia. Risultati opposti, invece, giungono da Molise (-27%), Valle d’Aosta (-12%) e Sardegna (-10%).

bem-rank-settembre16«Il commercio sul web è sempre più strategico per tutta l’economia nazionale e le aziende italiane si dimostrano all’avanguardia su Internet – rileva Carlo Milani, direttore di BEM Research –. Il recente accordo tra il ministero delle Politiche agricole e il colosso dell’e-commerce cinese Alibaba dimostra quanto per l’Italia sia necessario tutelare la qualità dei propri prodotti, anche con accordi che superano i confini nazionali. E per la diffusione dei nostri prodotti sul web è fondamentale che sia sempre garantita la qualità del made in Italy».

L’indice BEM Rank prende in considerazione cinque parametri che sono: la ricerca del brand su Google; la visibilità dei siti web su parole chiavi ad alto traffico relative al settore di riferimento; la velocità di caricamento delle pagine web; l’usabilità dei siti web e il grado di competizione online nel settore in cui l’azienda opera.

Esselunga acquirente cercasi, e tra i pretendenti (ri)spunta Walmart

Se ne parla da anni ma forse siamo arrivati al dunque: Bernardo Caprotti, deus ex machina di Esselunga, potrebbe essere sul punto di vendere l’insegna. Secondo un’indiscrezione di Repubblica proprio oggi, lunedì 12 settembre, sarebbe previsto una riunione del Cda con lo scopo di dare un mandato alla banca d’affari americana Citigroup “per vendere e negoziare una partecipazione di controllo nella società della grande distribuzione”. Sullo sfondo, i ben noti contrasti tra Caprotti, alle soglie dei 91 anni, e i figli avuti dal primo matrimonio, e la volontà di assicurare la continuità dell’azienda tramite una gestione solida.

Tra i gruppi interessati a mettere le mani sulla prima catena di supermercati del nostro Paese (nel 1957 apre il primo punto vendita, in viale Regina Giovanna a Milano) oltre che la più efficiente (con una redditività a metro quadro di 15.840 euro), ci sarebbe anche Walmart, colosso americano nonché prima catena della Grande distribuzione al mondo, mentre avrebbero già mostrato il oro interesse i gruppi di private equity Cvc e Blackstone.

Walmart invero già nel 2004 pareva essere giunto alle soglie dell’acquisizione, poi rifiutata da Caprotti stesso, e in passato si è fatto il nome anche della spagnola Mercadona. Ora tra i gruppo interessati spunta anche il nome di Carrefour.

La valutazione dell’insegna oscillerebbe tra i 4 e i 6 miliardi, debiti compresi. La catena ad oggi possiede 152 Superstore e Supermarket in Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Liguria e Lazio, conta oltre 22.000 dipendenti e nel 2015 ha registrato un fatturato di 7,3 miliardi di Euro.

 

Aggiornamento del 13/9

Confermato il mandato a Citigroup per selezionare le manifestazioni di interesse non vincolanti giunte all’insegna, arriva il commento del ministro del Lavoro Giuliano Poletti che, in occasione di un incontro organizzato dalla Camera di commercio italo-tedesca a Milano, ha dichiarato: «Da italiano, mi piacerebbe che Esselunga rimanesse in mano a un imprenditore italiano, ma penso che l’importante sia avere un imprenditore che abbia intenzione di fare bene l’imprenditore, come ha fatto Caprotti fino ad ora con questo bellissimo gruppo. Se rimane in mano a imprenditori italiani, benvenga. Se così non dovesse essere, io credo che l’Italia abbia comunque interesse a portare sul suo territorio investitori internazionali, se vogliamo crescere in un mercato aperto e competitivo. Il primo obiettivo è salvaguardare questa impresa».

A luglio Esselunga scalza Iper dal podio dei siti Gdo più apprezzati

Dopo il dominio di Iper, torna Esselunga in cima alla classifica dei migliori brand online della grande distribuzione nel mese di luglio. È quanto emerge dalla classifica di BEM Research che ha analizzato l’andamento su Internet di 19 marchi del settore con siti web in lingua italiana. Esselunga ottiene il punteggio massimo per trend di ricerca, velocità e usabilità; Ipermercati Iper fa meglio per visibilità, ma è indietro con i trend di ricerca. Al terzo posto si conferma Coop, che a giugno condivideva la posizione con Decathlon, ora al quarto posto. Chiude la top-five Bricocenter, azienda italiana specializzata in bricolage.

Sembra dunque che anche la grande distribuzione italiana sia trionfalmente entrata nelle logiche della rete e della comunicazione multicanale, mentre l’e-commerce, come previsto, sta decollando, spinto dall’ingresso di Amazon nelle sue varie forme.
Il settore in media registra i 35,7 punti-indice, un dato in calo dell’1,2% rispetto alla precedente rilevazione di BEM Research. Esselunga, numero uno a luglio, totalizza 46,6 punti-indice; Ipermercati Iper 46 e Coop 41,6. Il grado di competizione sul web dei diversi marchi è “medio basso”, ma rispetto a un anno aumenta il numero delle ricerche su Google legate al settore di un buon 20%.
«Nella grande distribuzione i marchi made in Italy continuano a rappresentare un’eccellenza. Nella top-five ci sono quattro brand italiani, con Decathlon unica presenza straniera – spiega Mariachiara Marsella, Web marketing manager di BEM Research – È un settore che ha saputo innovarsi e che continua a farlo. Chi vende prodotti agroalimentari riesce a raggiungere un pubblico sempre più ampio e aumenta la base dei propri clienti grazie all’e-commerce. La GDO può contare, inoltre, su un pubblico fedele disposto a cercare online il proprio distributore preferito».

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Insegne Gdo online: svetta Iper, seguono Esselunga, Coop e Decathlon

Ipermercati Iper si conferma in testa alla classifica dei migliori brand online della grande distribuzione in Italia, anche nel mese di giugno. È quanto emerge dall’indice stilato da BEM Research che ha analizzato l’andamento sul web del settore, tenendo conto di cinque parametri: ricerche su Google; visibilità dei siti web su parole chiavi ad alto traffico nel settore di riferimento; velocità caricamento e usabilità dei siti web e grado di competizione online nel settore in cui l’azienda opera. In seconda posizione è stabile Esselunga; in terza si affiancano Coop e Decathlon che totalizzano lo stesso numero di punti indice (42,3). Chiude il gruppo dei top-five Bricocenter, quinta come trenta giorni fa. Quattro su cinque insegne dunque che godono delle migliori performance online sono italiane. Infatti, non riesce a rientrare nel gruppo dei migliori Carrefour, che ad aprile si era attestata al quinto posto.

Nel complesso, il grado di competizione online tra le 13 società analizzate da BEM Research è alto. Da un lato la media di incidenza sul web di tutti i brand cala del 2,2% in un solo mese; dall’altro le ricerche su Google per parole chiave di interesse sono aumentate di oltre 20 punti percentuali rispetto a giugno 2015.

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«Nel settore della grande distribuzione l’Italia c’è e si fa sentire – spiega Carlo Milani, direttore di BEM Research -. Ipermercati Iper ed Esselunga sono i leader della classifica, e tra i migliori cinque brand online l’unico non italiano è Decathlon. Quando si parla di cibo e di agroalimentare, la scuola italiana sa come rinnovarsi: oggi puntare sull’e-commerce è indispensabile per chi vuole raggiungere il più alto numero possibile di clienti. Un dato rilevante che emerge dalla nostra ricerca è sulla tipologia di sito web che la Gdo predilige: tutti cercano una grande usabilità per il loro portale. Vuol dire che c’è un pubblico fedele disposto a cercare il proprio brand, ma che vuole un sito facile da usare».

Nutrici: la banca del latte del Policlinico, realizzata anche grazie ad Esselunga

Nutrici: nasce al Policlinico una Banca del Latte Materno per dare una speranza in più ai bimbi prematuri.

Permetterà, infatti, di ridurre infezioni e altre patologie e affiancherà la Terapia Intensiva Neonatale della Clinica Mangiagalli.

Parliamo di una vera e propria Banca del Latte Umano che raccoglie il latte di altre mamme per nutrire da subito i piccoli prematuri, e dare loro tutti i vantaggi di questo importante alimento.

‘Nutrici’ è stata realizzata grazie al contributo di Esselunga e dei suoi clienti che, attraverso una campagna di sensibilizzazione da ottobre 2014 a ottobre 2015, ha coinvolto tutti i negozi del gruppo e ha permesso a Esselunga di donare 696.440 euro a favore della costruzione della Banca del Latte Umano Donato.

“I bimbi che nascono fortemente pre-termine – spiega Fabio Mosca, direttore della Terapia Intensiva Neonatale e della Neonatologia del Policlinico – sono particolarmente delicati, e i l latte materno donato riduce l’incidenza delle infezioni ma anche di patologie intestinali che possono essere molto gravi. Per questo è molto importante avere una Banca del Latte Umano Donato: alle mamme che vogliono partecipare a questa raccolta forniamo un tiralatte e tutto il materiale necessario, e garantiamo, grazie a Human Milk Link, il ritiro a domicilio e la consegna sicura alla nostra Banca”. Una volta arrivato in Policlinico, il latte materno donato viene pastorizzato, viene analizzato per misurarne le proprietà nutritive (in termini di carboidrati, proteine e lipidi) e viene conservato in speciali freezer, capaci in totale di raccogliere oltre mille litri di latte. Ogni fase è altamente controllata, per garantire sicurezza e qualità, e ogni passaggio è registrato grazie a un sistema di tracciamento. “Una volta pronto – aggiunge Mosca – il latte può essere distribuito, in modo completamente gratuito, ai neonati che ne avessero la necessità”.“È importante sottolineare – conclude – che non c’è nessuna controindicazione alla donazione del latte: la quota che viene donata non viene tolta al proprio bambino ma è latte in più, che andrebbe sprecato e che invece se viene raccolto permette di salvare delle vite. Per questo invitiamo tutte le neo-mamme alla donazione, perché è un atto di altruismo che permetterà”.

Per ulteriori informazioni vai a libretto nutrici

 

Esselunga, 2015 in crescita a 7,3 miliardi (+4,3%). E a fine anno debutta a Roma

L'Esselunga di Rozzano, uno dei sei punti vendita aperti ex-novo nel 2015.

Ha il segno più il bilancio 2015 del Gruppo Esselunga, con le vendite in crescita a 7.312 milioni di Euro (+4,3% sul 2014), investimenti per 400 milioni, e un organico medio salito di 795 unità a 21.930 dipendenti.
Il Cda di Esselunga ha esaminato i risultati 2015 così sintetizzati:
Un incremento del fatturato particolarmente significativo in un momento non facile per la Gdo, che vede il mercato di riferimento crescere solo del 2,4% (Fonte IRI).
Il Margine Operativo Lordo, a quota 625 milioni di Euro, è cresciuto del 20% rispetto all’anno precedente (quando si era attestato a 521 milioni). Il Risultato Operativo è stato pari a 431 milioni di euro (+29% rispetto al 2014). Cresce anche l’Utile netto, a 290 milioni di Euro (+37% rispetto ai 212 milioni del 2014). La Posizione Finanziaria Netta passa a -116 milioni di Euro (era di -85 milioni nel 2014).

Come si legge in una nota, “la politica di contenimento dei prezzi, pur a fronte di un incremento dei costi dei fornitori, si è rivelata ancora una volta centrale nella strategia di Esselunga, premiata con una crescita dei clienti del 5%, trainata anche da numerose iniziative promozionali”.
Sul fronte degli investimenti l’insegna ha investito 400 milioni di Euro. Negli ultimi cinque anni sono stati investiti oltre 1,8 miliardi di Euro.
L’organico medio ha raggiunto 21.930 unità con un incremento di 795 persone rispetto al 2014. Il 72% dei dipendenti è in forza con orario full-time e il 92% ha un contratto a tempo indeterminato. Negli ultimi cinque anni l’organico medio è cresciuto di oltre 2.600 persone. Grande è stato il focus sulla formazione professionale e di mestiere, che l’anno scorso ha coinvolto oltre 19.000 dipendenti, per un totale di 380.000 ore. Negli ultimi tre anni sono state erogate al personale complessivamente oltre 1 milione di ore di formazione.

Nel 2015 sono stati aperti sei punti vendita: Milano Via Adriano, Rozzano (MI), Casale Monferrato (AL), Sesto Calende (VA), Soliera (MO). Sono stati demoliti e ricostruiti ampliandoli i negozi di Corte Franca (BS) e Sassuolo (MO) mentre è stato completamente ristrutturato il negozio di Milano Viale Papiniano. Nel 2016 è prevista, tra le altre, l’apertura del primo Superstore a Roma.

Mediobanca fotografa la Gdo 2010-2014 e anche in Italia il discount vince

Eurospin Italia campione di crescita (+48,7%) e di redditività con un roe nel 2014 pari al 24,2%; Esselunga, seconda ma staccata, di efficienza,  con 16mila euro di vendite per metro quadro. Questi i dati che colpiscono a una prima lettura del rapporto “I maggiori gruppi italiani della Gdo alimentare, 2010-2014″ dell’Area Studi Mediobanca. A conferma della forza davvero dirompente del modello discount che non accenna a recedere e vince anche in Italia, oltre che in molti altri Pesi europei (emblematico è il caso del Regno Unito che abbiamo raccontato in vari suoi aspetti).

La fotografia è a dir poco in bianco e nero: tra 2010 e 2014 infatti il fatturato dei maggiori operatori della Gdo italiana è cresciuto  dell’1,5%, ma ha ceduto l’1% nell’ultimo anno. Il contesto italiano risulta contraddistinto da uno scenario particolare e anche contradditorio con una bassa presenza di grandi superfici (1,4% degli esercizi) e un libero servizio che copre il 50% del totale; un’offerta complessiva elevata pari a 226mq ogni mille abitanti, meno della Germania (343 mq), ma davanti a Spagna (, i 193 della Francia e i 99mq del Regno Unito; forte apertura del mercato, con i primi tre operatori della Gdo rappresentano il 34% del mercato contro il 53/54% di Francia e Spagna e il 61% di Germania e Regno Unito.

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Eurospin “vince” su vari fronti: veloce riciclo del magazzino (17,5 giorni), rapido pagamento dei fornitori (67 giorni), bassa incidenza dei costi del personale (5,6% del fatturato), meno della metà della media degli altri operatori, con un fatturato per addetto doppio rispetto ad Esselunga: 650mila euro contro 325mila. Eurospin conta 6.300 dipendenti contro i 21.100 di Esselunga. Dal 2010 Eurospin ha cumulato utili netti per 550 milioni, metà di quanto realizzato da Esselunga che ha toccato 1,1 miliardi. Profondo il rosso di Carrefour: -2,4 miliardi di euro.
Ed è innegabile la sofferenza delle insegne francesi. La perdita di fatturato ha fatto seguito a dinamiche differenti delle strutture commerciali. Dal 2010 Carrefour ha ridotto dell’ 11,1% i punti vendita complessivi (diretti e franchising/affiliazione), passando da 1.302 a 1.158 (-144 unità). Nel caso di Auchan-SMA si è invece avuto un progresso del 2,6%, da 1.827 a 1.875 (+48). Le maggiori espansioni sono segnate da Eurospin Italia (+19,4%) e Coop (+9,3% su base omogenea), seguite da Esselunga (+5,7%). La rete più estesa nel 2014 è quella di Auchan-SMA con 1.875 punti vendita, dei quali oltre l’82% in franchising/affiliazione, formula cui il gruppo francese fa ricorso più estensivo (81,9% del totale), seguito da Carrefour con 1.158 punti (55% circa in franchising/affiliazione) e Eurospin Italia con 1.003 punti (diretti e franchising). Esselunga (149) e Coop (802) gestiscono solo proprietà.
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Sguardo sulle Coop

Il sistema Coop ha chiuso il 2014 con un fatturato aggregato a 11,2 miliardi, in perdita operativa (-0,2% il mon sul fatturato), ma con un risultato corrente (2,6% del fatturato), grazie al contributo della gestione finanziaria (2,8% del fatturato). Sei delle 11 società dell’aggregato Coop hanno chiuso il 2014 con una perdita operativa. Coop Liguria è stata la migliore (mon al 2,7% del fatturato). In cinque anni l’aggregato delle coop ha cumulato utili per 53 milioni, rivenienti da proventi finanziari netti per 1.036 milioni, margini industriali per 136 milioni e proventi non ricorrenti per 194 milioni, a fronte di svalutazioni finanziarie per 814 milioni e imposte per 499 milioni. Unicoop Firenze è la cooperativa di maggiori dimensioni (2,7 miliardi) e quella più efficiente (13.800 euro per mq). Dal 2016 è operativa Coop Alleanza 3.0, fusione di tre precedenti cooperative, con ricavi stimati in 5 miliardi di euro.

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Il report esamina sei tra i maggiori Gruppi italiani della Gdo operanti prevalentemente nella distribuzione alimentare al dettaglio: Auchan-SMA; Canova 2007, holding della famiglia Brunelli cui fa capo la Finiper, con i marchi Iper e Unes; Carrefour Italia; Eurospin Italia, catena discount controllata con quote paritetiche del 25% ciascuna dalla cooperativa DAO – Dettaglianti Alimentari Organizzati (Lavis, Tn), Migross (della famiglia veronese Mion), Shop (della famiglia Pozzi, attraverso la Supermarkets Dugan) e Vega (cooperativa di dettaglianti attiva in Veneto e Friuli VG); Supermarkets Italiani della famiglia Caprotti con il marchio Esselunga; e le cooperative di consumatori (nove più due società da esse controllate) operanti a marchio “Coop”.

Una sintesi del rapporto è scaricabile a questo link.

 

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