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Retail Visions Popai per progettare un’esperienza d’acquisto memorabile

Retail Visions, l’annuale convegno sul Retail Design organizzato da Popai Italia è in programma Mercoledì 4 Novembre alla Triennale di Milano dalle ore 9.00 alle ore 13.00.

Questa edizione indagherà come progettare una shopping experience memorabile, “premio” per tutti i clienti all’interno del punto vendita.

Le caratteristiche dell’ambiente (spazio fisico, tecnologie, visual merchandising … ) sono gli elementi della grammatica del racconto rivolto allo shopper: in che modo il retail design può accrescere il ROI, rafforzando l’immagine dell’azienda e generando valore?

Il convegno analizzerà nuovi modelli di store, ambienti emotivamente coinvolgenti considerati dai retailer più innovativi investimenti necessari e della massima importanza.

Questa l’agenda del convegno:

Lara Asero – Manager Developer Lush
Beauty Innovation: concept all’avanguardia per una clientela sempre più esigente

Luca Corrà – Head of Retail Piquadro
L’ascesa del Made in Italy fra artigianalità e hi tech

Laura Donnini – CEO RCS Libri
Tradizione e contemporaneità, ieri e l’oggi: la nuova Libreria Rizzoli

Federica Vacca – Docente Politecnico di Milano
“Emotional & Experience design”, analisi dei trend di settore

Christian Zippi – Market Manager Pimkie
L’evoluzione del fast fashion tra digital e restyling del punto vendita

 

Modera il convegno Emanuele Sacerdote, autore, manager e imprenditore.

 

L’accesso è consentito solo previa registrazione all’indirizzo mail convegni@popai.it

La Nuova imprenditoria chiude il ciclo di incontri Plef a Expo il 21 ottobre

Si conclude il 21 ottobre alle 10,30 il percorso di 12 eventi organizzato in Cascina Triulza, padiglione della società civile di Expo, da PLEF. Il tema sarà la Nuova Imprenditoria, per dimostrare che il cambiamento verso una società sostenibile, rispettosa dei vincoli ambientali, sociali ed economici, è possibile. Una scelta non casuale, che corrisponde alla volontà di sottolineare che la costruzione del valore, in qualsiasi società, arriva dall’impresa, e preoccuparsi di come nascono le nuove imprese è garanzia che queste abbiano interiorizzato i principi di sostenibilità.
La giornata sarà introdotta da Alessandro Curti, imprenditore socio PLEF e sponsor del progetto EXPO “Il Senso Ritrovato”. Promotore di progetti di eco-innovazione e di un coinvolgimento partecipativo dei collaboratori e del territorio in cui opera, Curti rappresenta la dichiarazione che fare impresa responsabile e innovativa è un indicatore di successo nel tempo e nello spazio.
Curti SpA si propone anche come incubatore e acceleratore per nuove imprese: per questo motivo la sua esperienza ben si collega con un altro protagonista della giornata, la rete internazionale di The Hub, realtà nata in Inghilterra ma sviluppatasi in tutto il mondo. In Italia si è diffusa da Milano in altre sette città, fra cui Firenze, rappresentata in Cascina dal responsabile Riccardo Luciani che ci racconterà la ricchezza di contenuti dei giovani protagonisti attivi nel co-working di Firenze Rifredi, dove le imprese nascono e si fortificano, dall’idea al progetto fino alla costituzione societaria.
Lo scenario istituzionale di riferimento per le start up, tecnologicamente e creativamente intese, verrà illustrato da Paolo Carnazza del Ministero dello Sviluppo Economico che dalla ricostruzione del decreto Monti, del Ministro Passera, descriverà i cambiamenti in Italia, le risposte fornite dal mercato e le correzioni resesi necessarie nella normativa, e le prospettive attuali, come ad esempio il Fondo di Venture Capital per le PMI innovative e start up con alto potenziale di crescita appena approvato dal CdA di Invitalia, in conformità al decreto del gennaio 2015 del MISE.
Su questo scenario si misureranno poi le testimonianze di realtà invitate, la cooperativa Artis attiva nell’edilizia, l’UISP nello sport, l’associazione ForestIERI del tortonese nell’agricoltura, ma anche l’incubatore Salesiani 2.0 di Faenza, The Natural Step sul tema della Benefit Corporation e il Comune di Milano con la direzione attività produttive, ricerca e università con i risultati milanesi di nuova imprenditoria “IN” (innovazione-inclusione) e di future facilitazioni col crowdfunding civico.
Il dibattito coinvolgerà startupper, studenti e insegnanti interessati a capire l’opportunità dell’alternanza scuola/lavoro e tanti giovani a cui PLEF propone di formarsi, sempre e comunque in primo luogo, come imprenditori di se stessi, consapevoli e responsabili a garanzia della costruzione di un valore durevole.

Unione consumatori: consumo futuro nel segno di personalizzazione, omnicanalità e assistenza personalizzata

Massimiliano Dona, segretario Unione nazionale consumatori

Il futuro dei consumi è già qui, con la personalizzazione dei prodotti, nuove esperienze di consumo e assistenza postvendita personalizzata.

Così scrive nel suo blog pubblicato su Today Massimiliano Dona, segretario nazionale dell’Unione Consumatori, all’indomandi del workshop “Consumo futuro, retail engagement e customer care”, svolto ieri a Roma, in occasione dei sessant’anni dalla fondazione dell’associazione.

«Il mondo dei consumi – osserva Dona – è in una fase di rapido cambiamento spinto dalla digitalizzazione: se negli ultimi anni la diffusione di internet e dei nuovi device come smatphone e tablet aveva cambiato soprattutto le nostre abitudini personali, d’ora in avanti cambierà radicalmente il nostro modo di fare acquisti!»

Alcuni segnali di questo cambiamento si stanno già affacciando al nostro quotidiano.

«Penso alla personalizzazione di beni e servizi: può sembrare paradossale che nella società di massa sia possibile una così accentuata customizzazione eppure -solo per fare un esempio- si può persino costruire il proprio gelato industriale su misura, come proposto da Algida nei suoi Magnum store».

Un’altra tendenza riguarda il desiderio del pubblico dei consumatori di fare shopping in modo esperienzale. «Secondo una recente indagine del Centro studi Unioncamere in collaborazione con Swg – segnala Dona – ciò che ancora convince il 51% di italiani a preferire il “negozio tradizionale” al web è la possibilità di vivere l’esperienza diretta della merce, il contatto umano e la fiducia che ne deriva, la consegna immediata. Ecco perchè ormai il 60% di chi compra sia in negozio, sia online tende a fondere questi due ambiti nel processo di acquisto: ricerca del prodotto in rete, visita nel negozio per provarlo, ricerca dell’offerta migliore sul web e solo poi si decide se acquistarlo in store o online. Magari sullo stesso sito della catena visitata anche fisicamente. A patto che l’offerta sia vantaggiosa».

Vi è poi una terza chiave di lettura per leggere i nuovi trend di consumo, ed è l’aspirazione ad avere il meglio dal servizio di assistenza. «È finita l’epoca di una generica customer satisfaction (perché a pensarci bene la soddisfazione dipende dalle aspettative e queste sono diverse da persona a persona) e lancio di una digital care sempre più ad personam (come ci ha spiegato Vodafone durante il workshop raccontando il progetto Care». Si tratta di un programma partito il 12 ottobre che punta “a consolidare e valorizzare il rapporto di fiducia con i clienti, attraverso una serie di azioni concrete, negli ambiti della connettività, della trasparenza, del riconoscimento della fedeltà del cliente, e della accessibilità ed efficacia del servizio”.

«Insomma il futuro dei consumi – conclude Dona – è adesso: senza dimenticare, ovviamente, di verificare ogni giorno se è il caso di fidarsi di tutta questa attenzione al cliente!».

A margine, un giudizio sul decreto liberalizzazioni da poco varato dal Governo che proprio i consumatori ha deciso di tutelare poco. «Una pessima legge – commenta Dona – dannosa per i consumatori. La concorrenza è solo nelle parole del titolo. Per il resto, non solo non vi è traccia di libero mercato nel provvedimento, ma si fanno addirittura passi indietro, difendendo i privilegi delle lobby esistenti che già controllano il loro rispettivo settore. Speriamo che il Senato la stravolga».

I detenuti di Opera recitano per Telethon, Simply sponsorizza

Mercoledì 14 ottobre dalle 19.30 all’interno del Carcere di Opera, eccezionalmente aperto al pubblico, si terrà il Concert-Show per la pace nel mondo “L’amore vincerà”, lo spettacolo interpretato dai detenuti del circuito di alta sicurezza della Casa di Reclusione di Opera.

Banner-Evento-Telethon-Opera Con la collaborazione Rotary Club Milano Parco Sud e Laboratorio di Musical del Carcere e il coinvolgimento di Simply, l’insegna dei supermercati del Gruppo Auchan, è stata organizzata una serata dedicata a Telethon, che riceverà la somma ricavata dalla vendita dei biglietti d’ingresso. I carcerati, che in veste di attori e cantanti daranno vita a questo originalissimo musical, rinunceranno al ricavato per donarlo alla ricerca scientifica contro le malattie genetiche rare di Telethon. Una troupe RAI riprenderà la serata per trasmettere una sintesi dello spettacolo nel corso della tradizionale maratona televisiva di dicembre dedicata alla raccolta fondi a favore di Telethon.
La Casa di Reclusione di Opera è il più grande carcere italiano di massima sicurezza per numero di detenuti: 1.400 persone, di cui 1.300 con condanne definitive. Da otto anni, all’interno è stato avviato dalla cantautrice e regista Isabella Biffi (in arte “Isabeau”) in collaborazione con EDV Associazione Culturale e Ex.it Consorzio di Cooperative Sociali, un Laboratorio artistico del Musical. Il fine è il recupero e reinserimento lavorativo dei detenuti.
L’Amministrazione Penitenziaria crede fermamente nell’importanza, nel valore e nell’utilità di questo grande progetto sociale, conscia delle molteplici finalità e ricadute positive che si sprigionano dalla rivoluzione umana di detenuti ergastolani. Il profilo rieducativo è stato completamente riconosciuto dall’Area Pedagogica dell’Istituto, ma anche il profilo artistico ha raggiunto livelli sorprendenti.
All’interno della Casa di Reclusione di Opera è stato costruito un teatro da 400 posti. Gli spettacoli messi in scena dai detenuti hanno attirato quest’anno oltre 2.000 spettatori. Nel 2011 i detenuti ergastolani del Carcere di Opera sono stati autorizzati in via straordinaria a recitare presso il prestigioso Teatro degli Arcimboldi di Milano. Lo spettacolo ha richiesto un imponente spiegamento di forze di sicurezza, ripagato dal tutto esaurito del Teatro con oltre 1800 spettatori.
Per vedere lo spettacolo è necessario riservare il posto accedendo a questo link . Il biglietto si paga direttamente all’ingresso prima dello spettacolo.

Immagino Gs1 Italy: la product library di immagini e informazioni per leggere i consumi

Immagino, Gs1 Italy

Partito poco più di un anno fa, sulla spinta del Regolamento europeo 1169/2011 sulle informazioni in etichetta, Immagino di Gs1 Italy ha ormai costruito un database di 50 mila prodotti di oltre 700 aziende che coprono il 100% delle categorie del largo consumo. Ciascun prodotto fotografato è connotato con un set di oltre 100 caratteristiche ricavate dalle imformazioni contenute sul packaging: informazioni nutrizioali, allergeni e additivi, ingredienti, packaging, lifestyle.

«Con questo patrimonio di informazioni – ha detto il direttore generale di Gs1 Italy Bruno Aceto nel corso del convegno Fare Meglio Italiano – Immagino non è solo uno strumento efficiente per tutta la filiera, ma è anche una nuova fonte di informazioni per conoscere determinati fenomeni di consumo».

Da uno studio realizzato in collaborazione con Nielsen su 25.000 prodotti rappresentativi di tutte le categorie per un valore di 30 miliardi di euro di vendite, è stato possibile avere nuove metriche e inedite viste sui consumi degli italiani, da mettere a disposizione di tutti i componenti dell’ecosistema: aziende (industria e distribuzione), terze parti, istituzioni, i consumatori.

Qualche esempio. Analizzando le informazioni nutrizionali di bsicotti e merendine si scopre che i prodotti a basso contenuto di grasso hanno realizzato nell’anno terminante a luglio 2015 un incremento delle vendite rispettivamente di +3,2% e +5% contro il -1,7% e il +1,1% della media dei prodotti. Così i 250 prodotti senza lattosio sono cresciuti del +11,3% contro il +3,2% di quelli con lattosio. E i 717 prodotti biologici con il logo della foglia europea hanno registrato vendite per 251 milioni di euro con una crescita del 14,4%.

Una piccola notazione. Immagino è un servizio studiato e realizzato da Gs1 Italy, l’unico nel sistema GS1 globale. Anche questo significa Fare Meglio Italiano.

Un sistema agroalimentare basato su trasparenza e collaborazione per Fare Meglio Italiano

Quello che è andato in scena venerdì a Expo, con il convegno Fare Meglio Italiano per la regia di GS1 Italy, è con ogni probabilità l’inizio di un diverso approccio nelle relazioni tra industria, distribuzione e mondo agricolo, tutte e tre parti essenziali di un sistema vitale e competitivo, quello dell’agroalimentae italiano che, meglio di altri, ha superato gli anni della crisi.

Non senza difficoltà, indubbiamente. Ma proprio per questo il sistema ha in sé le capacità di segnare un cambiamento nelle relazioni, partendo – ha detto il presidente di Gs1 Italy Marco Pedroni – dalla capacità e dalla volontà di riconoscersi reciprocamente, di riconoscere con un approccio pre-competitivo di essere parte di un progetto comune per far diventare più forte il sistema agroalimentare italiano.

«Riconoscere le specificità dell’agricoltura italiana è importante per tutti gli attori, così come bisogna riconoscere all’industria che è stata fondamentale per dare valore all’agroalimentare italiano. La distribuzione, poi, deve essere considerata fondamentale per l’economia del Paese, come avviene dovunque nel mondo», ha precisato Pedroni.

A dare fondamento scientifico a queste premesse ci hanno pensato Giorgio Di Tullio, filosofo dell’innovazione ed Enzo Rullani, presidente Tedis Center Venice International University.

Per Di Tullio, il concetto di filiera verticale basata sul prodotto deve lasciare il passo a un ecosistema basato sulla condivisione delle conoscenze, sulla trasparenza, sulla tracciabilità e sulla sicurezza. «Il prodotto oggi è il processo ed è un atto di condivisione. È urgente ricercare e fissare i requisiti pre-competitivi del sistema, come primo passaggio di una strategia di revisione dello scenario complessivo, Senza definire il contesto pre-competitivo, si continuerà a interpretare il modello come continua contrattazione tra parti: non l’integrazione governa il sistema, ma la contrapposizione». E ha aggiunto: «Ragionare in prospettiva sistemica e secondo una logica di rete, significa comprendere la propria identità come parte di un ecosistema multidimensionale, dotato di strutture concettuali e di parole chiave, di comportamenti del tutto diversi da quelli conosciuti e attivati».

Sulla stessa onda anche Rullani, per il quale il modello di filiera lineare, ereditato dal Novecento e ispirato alla logica fordista della massima integrazione, ha fatto il suo tempo. Servono relazioni collaborative tra imprese che pur restando autonome, investono sulla relazione. Quali sono queste filiere diverse da quelle passate? «Per stare nelle filiere globali – ha affermato Rullani – bisogna imparare a lavorare in rete. Ma le reti stanno in piedi se rendono e generano valore. Occorre quindi superare i difetti di fondo: le reti spesso nascono per innovare ma nel tempo diventano conservatrici. Per questo sono necessarie idee-motrici, una concezione del vivere e del lavorare con un respiro molto più ampio, come la sostenibilità, l’ancoraggio al territorio (italianità) come differenza distintiva, non solo in termini di origine, ma di qualità e di promesse fatte al cliente. Il sistema agroalimentare italiano può essere la guida di questa trasformazione, valorizzando l’italianità attraverso la tracciabilità dei processi produttivi e presidiando i significati connessi al produrre e al vivere (estetica, sostenibilità, etica)».

I pilastri (i valori) sui quale far poggiare il processo di valorizzazione della filiera agroalimentare italiana sono, per Pedroni, quattro: la condivisione e la collaborazione delle diverse componenti, con il riconoscimento della molteplicità di produzioni, tradizioni e culture legate al cibo; la trasparenza, visibilità e sicurezza nei confronti dei consumatori; l’attenzione estrema alla tutela della legalità; le soluzioni per formare e valorizzare i giovani per la sostenibilità futura del settore stesso.

«Occorre lavorare su due punti – ha poi riassunto il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo -, vale a dire prendere atto che ciò che differenzia l’agricoltura italiana (in termini di struttura e di imprese) è figlio della nostra storia e della nostra cultura. Ed è un patrimonio da valorizzare. In secondo luogo spingere su un percorso di trasparenza perché il consumatore possa scegliere. Dobbiamo puntare sulla massima dimensione di italianità dal campo alla tavola. E soprattutto dobbiamo creare modelli nuovi, evitando che una volta terminata la fase di individuazione degli obiettivi comuni, quando si va nella fase operativa ci si torni a chiamare fornitori e clienti».

Da parte delle istituzioni, il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina non ha fato mancare il sostegno del Governo a costruire le condizioni per accompagnare la trasformazione. «Lo sforzo che deve essere fatto da tutti – ha spiegato Martina – riguarda la costruzione di un sistema agroalimentare che affronti e risolva il nodo delle difficoltà di rapporti nella filiera e in particolare ripensi a come viene scaricata la catena del valore. Abbiamo agricolture forti con imprese agricole deboli. E per noi il tema dominante è come consentiamo alle persone di stare nell’impresa agricola».

«Le leve su cui agire – ha poi concluso Pedroni – sono la fiducia, la trasparenza, le esperienze di altri sistemi. Accordi di ampio respiro, riduzione delle intermediazioni che creano inefficienza, apertura e dialogo verso i cittadini-consumatori per una trasparenza informativa sui prodotti e sui processi. Queste le sfide che hanno davanti le imprese e le loro persone. Siamo anche convinti che le azioni pre-competitive (dove è importante il ruolo concreto giocato dalle nostre associazioni) siano determinanti per valorizzare l’agroalimentare italiano».

Gruppo Lillo con MD sponsorizza la Settimana della Prevenzione di Napoli

MD sostiene la Settimana della Prevenzione giunta alla quinta edizione e presentata ieri a Napoli. Un progetto volto a diffondere la cultura della prevenzione attraverso conoscenze di tipo sanitario, culturale, educativo e scientifico. Tutti elementi utili a riconoscere e combattere le malattie più comuni che colpiscono oggigiorno la popolazione.

La Settimana della Prevenzione comincia a Napoli il 4 di ottobre con una serie di convegni e dibattiti tematici alla Città della Scienza. Dall’8 al 10 di ottobre, in piazza del Plebiscito, è possibile usufruire gratuitamente di screening medici e conoscere dal vivo anche i prodotti MD in un punto informativo dedicato. L’evento si conclude l’11 con la Prevention Race, una maratona di 10 km per ribadire il concetto che alimentazione e attività fisica vanno di pari passo nel combattere le malattie.

L’alimentazione gioca un ruolo primario nella prevenzione di numerose patologie contemporanee e nutrirsi bene vuol dire scegliere prodotti di fiducia la cui qualità e sicurezza è garantita da marchi come quelli presenti nei 720 punti vendita MD, frutto di oltre 20 anni di storia.

Tra questi, “Vivo Meglio”, un’intera gamma ispirata ai principi dell’alimentazione salutistica e rispettosa delle intolleranze, e “Premium”, dove la selezione delle migliori materie prime si unisce alle lavorazioni tipiche della tradizione gastronomica italiana con prodotti DOP, come l’Olio Extravergine di oliva. In anteprima anche la nuova linea Bio MD.

Plef a Expo: la finanza nella sharing economy

Nuovo appuntamento con Il senso ritrovato, il ciclo di incontri organizzato a Expo da Plef (Planet life economy foundation), Fondazione senza scopo di lucro che promuove la realizzazione di un nuovo modello economico e sociale in grado di creare vero “Valore” (economico, sociale, ambientale, umano).

Il 5 ottobre, nella giornata dedicata alla finanza, si svolge un incontro sul tema “Città abilitanti e finanza – Le condizioni per favorire lo sviluppo della comunità e dell’imprenditoria sociale”.

Il seminario, organizzato da LAMA e da Yunus Social Business Centre University of Florence, offrirà ai partecipanti una riflessione su come creare un eco-sistema facilitante che accompagni le comunità nella generazione di soluzioni ai problemi. I nuovi modelli di sharing economy (produzione, consumo, governance, conoscenza e finanza) offrono uno spaccato sempre più ampio di pratiche di coinvolgimento tra pari. Il ruolo che può giocare la finanza sia in modo tradizionale che tramite strumenti innovativi verrà messo a confronto con le condizioni di sistema che creano il “mercato”, con un’attenzione speciale rivolta alle città e città metropolitane.

Per informazioni: Agenzia Lama 055 576962 info@agenzialama.eu

Il popolo della rete dà i voti a Expo 2015. E la promuove

Code a Expo

Abbiamo effettuato una web research di sentiment analysis per indagare i mood lasciati in Social Media, Blog e Forum da netsurfer che hanno scritto nel web in italiano, inglese, spagnolo, tedesco, francese pareri, giudizi, commenti riguardo ad EXPO 2015, sia prima dell’inaugurazione che durante il terzo e quarto mese di apertura dell’Esposizione Universale, abbiamo inoltre analizzato i pareri di coloro che l’hanno visitata.

Abbiamo tralasciato per scelta metodologica news e siti di addetti ai lavori, con l’obiettivo di esaminare solamente il sentiment espresso liberamente e spontaneamente dai naviganti.

Il due periodi considerati sono stati i 60 gg compresi tra il 1° Marzo ed il 30 Aprile ed i 60 gg compresi tra il 1° Luglio ed il 30 Agosto. (Ricordiamo che EXPO 2015 è stata inaugurata il 1° Maggio e chiuderà il 30 Ottobre 2015).

Tra tutti i pareri eleggibili ai fini della presente indagine abbiamo realizzato ed analizzato un campione statisticamente rappresentativo costituito da 3.737.415 opinioni.

Riepiloghiamo le principali evidenze emerse; sono comunque disponibili tutti i dati rilevati e la loro interpretazione dettagliata.

 

Ripartizione dei pareri nelle varie lingue
I pareri scritti in italiano sono tre quarti del totale dei pareri rilevati (76,37%), seguono le opinioni lasciate nel web in lingua inglese (8,47%), spagnola (7,31%), tedesca (4,74%) e francese (3,11%).

Analizzando la ripartizione tra i pareri scritti prima dell’inaugurazione di EXPO 2015 a Marzo e Aprile e quelli scritti durante lo svolgimento dell’Esposizione Universale a Luglio e Agosto, notiamo che i netsurfer che si sono espressi in italiano hanno scritto più prima (55,81%) che durante l’evento (44,19%); chi ha scritto in Inglese, Spagnolo, Tedesco, Francese lo ha fatto in percentuale decisamente maggiore durante lo svolgimento della manifestazione (79,26%) piuttosto che durante i due mesi immediatamente precedenti (20,74%).

La campionatura effettuata garantisce la rappresentatività dei dati ampiamente oltre la soglia dell’errore statistico in ogni cella di quota (ad es. la base meno numerosa, pareri scritti in francese prima dell’inaugurazione, è 27.283).

 

Ripartizione dei pareri nei differenti canali web e tra infleuncer e naviganti
Il mix dei canali web si è spostato dai Social Media, utilizzati nel 73% dei casi quando si scriveva in rete riguardo EXPO prima dell’apertura della stessa, a Blog e Forum che insieme, a Luglio e Agosto, hanno raccolto il 67% delle opinioni (erano utilizzati nel 27% dei casi a Marzo e Aprile). Ciò è rappresentativo di un dibattito che si svolge in ambienti dedicati, ovvero di pareri meno generalistici, maggiormente specifici ed approfonditi.

Anche la ripartizione tra Influencer e Naviganti ha subito un’inversione, i primi sono cresciuti dal 14% al 32% (i secondi sono quindi scesi dall’ 86% al 68%).

Ricordiamo che con Influencer indichiamo quei naviganti “privati” ritenuti dagli altri fonte attendibile di informazione nell’80% dei casi: sono coloro che fanno proseliti, una sorta di opinion leader della rete. Segnaliamo inoltre che la media di Infuencer presenti nel web per argomenti di attualità e pubblico dominio, escludendo quindi gli addetti ai lavori e le news, è del 20%.

Quindi la percentuale di “liberi naviganti” che parla di EXPO 2015 con competenza e cognizione di causa, pur senza essere coinvolti professionalmente – gli Influencer – è più che raddoppiata, facendo segnare un + 12% sulla media web riferita ad argomenti di attualità, quando prima dell’inaugurazione tale percentuale era inferiore del 6% rispetto a tale media web.

Non sono presenti differenze significative tra le lingue per quanto riguarda le ripartizioni di cui sopra.

Dopo queste prime considerazioni, propedeutiche all’interpretazione dei dati, entriamo ora nel vivo di quanto emerso dall’analisi semantica e psicometrica effettuata dai software di intelligenza artificiale che emulano le reti neurali.

Abbiamo individuato dei cluster, dei macro-argomenti in cui si aggregano i pareri scritti in rete, li abbiamo contati ed abbiamo misurato la loro variazione in volume tra Marzo–Aprile e Luglio-Agosto, li abbiamo riclassificati in giudizi positivi, neutrali e negativi misurando anche in questo caso la variazione tra i due periodi, abbiamo isolato i pareri di coloro che hanno visitato EXPO 2015 confrontandoli con gli altri ed ai pareri scritti da chi ha visitato l’Esposizione Universale abbiamo attribuito una votazione.

Infografica voti a Expo

Argomenti trattati nelle quattro lingue straniere
Analizziamo gli argomenti maggiormente trattati nelle quattro lingue straniere.

Per prima cosa notiamo che gli argomenti non cambiano: prima dell’inaugurazione e durante lo svolgimento di EXPO 2015 si scrive in rete in inglese, spagnolo, tedesco e francese riguardo gli stessi temi.

Precisiamo che i cluster “Viaggio in Italia”, “Made in Italy”, “Milano / Città della Moda / Fashion” “Città d’arte italiane (non Milano)”, “Bellezze naturali italiane (mare in primis)”, sono da intendersi come argomenti sviluppati, dibattuti in associazione con la citazione di EXPO 2015.

Precisiamo inoltre di avere isolato i dati “Tema di Expo” e “Storia di Expo” anche quando non sono risultati essere gli argomenti maggiormente dibattuti.

Confrontiamo le percentuali del periodo antecedente l’inaugurazione con quelle del periodo a regime.

Gli argomenti strettamente legati all’Esposizione Universale “Tema di EXPO” e “Storia di EXPO” crescono quasi del 9 %, quelli relativi a “Milano/Città della Moda/Fashion” crescono del 2%, quelli relativi a “Viaggio in Italia”, “Made in Italy”, “Città d’arte italiane (non Milano)”, “Bellezze naturali” calano del 10 %.

Globalmente l’11,75% riguarda strettamente EXPO 2015, il 17,75% Milano Città dell’Esposizione Universale, il 63% l’Italia.

I driver della talkability di EXPO 2015 all’estero sono l’Italia e il Made in Italy; è l’immagine della penisola, del Made in Italy a veicolare l’Esposizione Universale e non viceversa.

 

Gli argomenti trattati in italiano
Anche in questo caso non abbiamo registrato nuovi argomenti tra quanto trattato in rete prima e dopo l’inaugurazione dell’Esposizione Universale.

Notiamo che gli argomenti sono completamente differenti (a parte Tema e Storia di Expo) rispetto a quanto affrontato dai naviganti che hanno scritto nel web nelle altre lingue analizzate, sono molto più numerosi e segmentati.

In particolare si concentrano in tre aree : una prima costituita da critiche, polemiche, scandali che a Luglio e Agosto fa registrare un calo del 17% rispetto a Marzo – Aprile; una seconda che riguarda l’occasione che EXPO 2015 rappresenta che cresce del 5% e una terza che riguarda le peculiarità dell’ Esposizione Universale che cresce del 12%.

Per quanto concerne le peculiarità di EXPO 2015, degli Ambassador, del Cirque de Soleil e delle iniziative digitali a Luglio e Agosto non se ne scrive praticamente più, del Cirque de Soleil se ne scriveva comunque pochissimo anche a Marzo e Aprile, delle iniziative digitali praticamente nulla da sempre.

Isolando i pareri ascrivibili unicamente al Tema ed alla Storia di Expo, i giudizi espressi nel web in italiano sono allineati con quelli scritti nelle altre quattro lingue analizzate (12% ed 11,75% rispettivamente).

 

Conoscenza del tema di EXPO 2015
Entriamo ora nell’analisi quali-quantitativa dei pareri.

Confrontiamo la conoscenza del tema di EXPO 2015 di chi si è espresso in rete nella lingua di Dante con quella di chi lo ha fatto nelle altre quattro lingue considerate (fino ad ora abbiamo visto “quanto” nelle varie lingue, prima dell’inizio e a Luglio/Agosto, si è scritto in rete riguardo al tema dell’Esposizione Universale).

Prima dell’inaugurazione solo i pareri lasciati nel web in italiano facevano registrare una conoscenza del tema dell’Esposizione Universale “Ottima + Buona” superiore al 50% (erano il 55%, ora sono il 96%).

A Luglio e Agosto i parerei lasciati in rete nelle quattro lingue straniere fanno registrare percentuali di conoscenza “Ottima + Buona” del tema di Expo, che vanno dal 60% dei pareri scritti in lingua inglese all’86% di quelli lasciati dai naviganti che si sono espressi in tedesco; prima dell’apertura oscillavano tra il 17% dei pareri scritti in Inglese e il 38% di quelli lasciati in rete da naviganti di lingua tedesca.

Nel complesso la conoscenza “Ottima + Buona” del tema di EXPO 2015 da parte dei naviganti che scrivono nelle quattro lingue estere selezionate è passata dal 27% di Marzo-Aprile al 70% di Luglio-Agosto

Dopo l’inaugurazione è esplosa la conoscenza del tema di EXPO 2015.

 

Giudizi positivi, neutrali, negativi
Vediamo adesso cosa emerge dalla riclassificazione dei pareri analizzati in giudizi positivi, neutrali e negativi.

Prima dell’inaugurazione i pareri in lingua italiana erano positivi solo nel 21% dei casi e negativi per il 47%, ora i giudizi positivi espressi in italiano salgono al 44% e quelli negativi scendono al 24%. Abbiamo assistito ad una inversione a 180 gradi.

I pareri positivi nelle quattro lingue straniere crescono del 10% passando dal 53% al 63% e quelli negativi scendono del 2%, ma soprattutto sono una percentuale irrisoria : il 3%.

Sottolineiamo che avendo riclassificato anche i pareri neutrali le percentuali dei giudizi positivi hanno un valore in un certo senso maggiore, poichè i pareri rimanenti non sono tutti negativi.

Il concetto di EXPO 2015 sta piacendo molto. I naviganti che scrivono nel web di EXPO 2015 nelle quattro lingue straniere prese in considerazione sono comunque molto più soddisfatti degli internauti che si esprimono in italiano.

 

Giudizi dei visitatori
Come hanno giudicato l’Esposizione Universale coloro che la hanno visitata?

Isolando all’interno dei pareri analizzati, quelli di chi si è recato presso EXPO 2015, il miglioramento dei giudizi è notevole, per quanto riguarda quelli espressi in italiano i positivi quasi raddoppiano salendo dal 44% all’83% ed i negativi scendendo dal 24% all’11%.

Abbiamo fatto questo confronto con i giudizi di chi ha scritto di EXPO 2015 (senza averla visitata) a Luglio e Agosto, se considerassimo la media dei giudizi tra Marzo-Aprile e Luglio-Agosto (espressi da chi non è stato in Expo), le percentuali di incremento dei giudizi positivi e quelle di decremento dei giudizi negativi, scritti dai visitatori, sarebbero ancora superiori.

Confrontiamo ora i giudizi scritti nel web a Luglio e Agosto, nelle 4 lingue straniere, da chi ha visitato l’Esposizione Universale: i giudizi positivi crescono del 27 %, passando dal 63% al 90%.

Globalmente l’88% dei giudizi lasciati in rete dai visitatori è positivo.

 

Ulteriori giudizi dei visitatori
Ovviamente chi ha visitato EXPO 2015 esprime anche pareri su argomenti differenti o ulteriori rispetto a quanto fatto dagli altri naviganti e lo fa in maniera più articolata. Questo ci ha permesso sia di aggregare i giudizi in ulteriori 10 cluster, sia di valutare tali giudizi con una scala da 0 a 10 (come nella votazione scolastica).

Le uniche insufficienze sono riservate dagli italiani e riguardano le code e il prezzo.

I visitatori nazionali attribuiscono ad Expo i voti meno brillanti ma la media globale dei loro giudizi è comunque 7/10; i visitatori stranieri (che hanno scritto nel web nelle quattro lingue analizzate) tributano una votazione globale di 8/10.

Da segnalare che dopo il “Prezzo” e le “Code” i voti più bassi sono per come è stato sviluppato il tema di EXPO 2015.

 

Gli argomenti più dibattuti in lingua italiana

Abbiamo inoltre voluto approfondire, riclassificandoli in giudizi positivi, neutrali e negativi, come sono cambiati i pareri oggetto del dibattito maggiore, ovvero più numerosi, lasciati nel web in italiano. Precisiamo che abbiamo attribuito valore positivo alla negazione di un’affermazione negativa, ad es. “non si tratta di spese inutili”.

Analogamente abbiamo attribuito valore negativo alla negazione di un’asserzione positiva, ad es. “non sarà una vetrina per Milano, l’Italia e il Made in Italy”.

I pareri espressi a Luglio ed Agosto sono meno negativi di quelli espressi sugli analoghi argomenti a Marzo e Aprile. In particolare crescono del 50% coloro che pensano che EXPO 2015 sarà un successo (e calano del 51% coloro che pensano sarà un insuccesso); analogamente sono cresciuti del 30% coloro che non giudicano che per l’Esposizione Universale siano state fatte spese inutili, (e calano del 31% coloro che invece lo reputano).

Curioso che si attenuino (+17% i positivi, -19% i negativi) i pareri su fatti oggettivi come le infiltrazioni mafiose e le tangenti, probabilmente se ne scrive in rete con minor enfasi e maggiore distacco.

 

Conclusioni
Si scrive in rete di EXPO 2015 enormemente più in italiano che non in inglese, spagnolo, tedesco e francese, ma comunque se ne scrive in quantità significative anche in ciascuna delle quattro lingue estere analizzate.

I privati cittadini che scrivono di EXPO 2015 nel web manifestano decisamente una maggior competenza a Luglio e Agosto rispetto a Marzo e Aprile. I driver della talkability di EXPO 2015 all’estero sono l’Italia e il Made in Italy; è l’immagine della penisola, del Made in Italy a veicolare l’Esposizione Universale e non viceversa.

Chi scrive in rete riguardo l’Esposizione Universale nelle quattro lingue straniere analizzate non tocca i temi degli scandali, delle tangenti e delle infiltrazioni mafiose, non dibatte sull’utilità o meno delle spese sostenute e sul successo/insuccesso che avrà EXPO 2015.

Dopo l’inaugurazione è esplosa la conoscenza del tema di EXPO 2015 che in particolare era molto bassa tra i netsurfer che digitavano nelle quattro lingue estere considerate.

I pareri negativi espressi in italiano erano prevalenti prima dell’inaugurazione, ma analizzando i giudizi scritti nella lingua di Dante a Luglio e Agosto assistiamo ad un ribaltamento a 180 gradi. Chi scrive di EXPO 2015 nelle quattro lingue straniere è comunque molto più positivo di chi lo fa in italiano.

Il concetto di EXPO 2015 sta piacendo molto. Chi ha visitato l’Esposizione Universale lascia in rete pareri e giudizi ancora più positivi di chi non vi si è recato ed in questo caso i pareri scritti in italiano quasi eguagliano quelli scritti nelle altre quattro lingue. Nove visitatori su dieci sono molto soddisfatti di EXPO 2015.

 

Di Gian Marco Stefanini – Web Research

 

WWW.WEB-RESEARCH.IT Srl

È un istituto di ricerche di mercato e consulenze di marketing che offre servizi rivolti ad aziende e multinazionali presenti nel mercato domestico.

Ha portato tra i primi in Italia una nuova metodologia di ricerche ed analisi di mercato: Web listening – Web research – Web monitoring. Utilizzando software di intelligenza artificiale che emulano il funzionamento delle reti neurali effettua un’analisi semantica e psicometrica dei testi presenti nel Web attribuendo loro personalità e punteggi. www.web-research.it ascolta il Web per scoprire, analizzare, razionalizzare cosa i clienti reali e potenziali pensano e dicono oggi e indietro nel tempo fino agli ultimi tre anni. E’ il partner ideale di aziende, marchi, prodotti, servizi e personaggi pubblici con esposizione mediatica significativa.

www.web-research.it – Tel. 02.89367297 – Fax 02.89367298 – P.zza Castello 26 – 20121 Milano info@web-research.itgianmarco.stefanini@web-research.it

WRC 2015: un nuovo modello di business del retail è possibile?

Nick Everitt, Global Insight and Strategy Director, Planet Retail

Come stanno cambiando gli atteggiamenti del consumatore a livello internazionale e cosa devono fare i retailer per convincerli? Questa la sfida che la Oxford Saïd Business School e Planet Retail hanno colto nell’indagine Towards the Retail Business Model of the Future, presentata questa settimana in occasione del World Retail Congress, evento internazionale punto di riferimento per il mondo retail.

Lo studio – condotto tra aprile e luglio 2015 su un campione di 13.500 consumatori in 15 diversi paesi nel mondo – analizza le diversità dei comportamenti di acquisto nei paesi emergenti e avanzati, ridefinendo il profilo di molte convinzioni comuni.

Nelle due immagini le motivazioni principali nella scelte dei clienti, escludendo il prezzo, nei Paesi sviluppati e in quelli emergenti.

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Sono tre i punti chiave ad emergere:

Non esiste una normalità di comportamenti del consumatore universalmente intesa.

– I mercati emergenti sono il motore del cambiamento.

– Vi è una diffusa delusione riguardo l’uso delle tecnologie in store. È necessario migliorare la shopping experience attraverso una tecnologia sempre più innovativa.

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Sulla base di queste linee guida un modello di retail di successo dovrà tenere conto di questi aspetti:

– I principi base del retail sono più importanti che mai: il vasto assortimento di prodotti, il servizio eccellente e l’affidabilità del marchio, rimangono valori essenziali.

– Il concetto di “convenienza” si sta ridefinendo: nei mercati in via di sviluppo la vicinanza o meno allo store non è una priorità. A livello mondiale è fondamentale una connessione ininterrotta tra negozi e online.

– I mercati emergenti sono in prima linea per l’innovazione tecnologica: il mobile payment e l’utilizzo diretto dei social media sono importanti impulsi all’acquisto.

– La tecnologia da sola non è la risposta: va utilizzata solamente come integrazione dell’esperienza in-store.

– I retailer affermati devono adattare il loro modello di business per avere una crescita sostenibile: devono essere più agili e investire in soluzioni innovative.

Se si guarda all’Italia, la principale leva di acquisto è rappresentata dalle promozioni. Il 70% dei consumatori italiani acquista sia online che in negozio in presenza di offerte. Il nostro mercato quindi deve rendere sempre allettanti le attività promozionali e di comunicazione, per permettere al consumatore di orientarsi tra la vastità di prodotti esistenti, e rendendolo in grado di controllare e organizzare la propria esperienza d’acquisto.

Riguardo alla tecnologia i mercati emergenti la fanno da padrone. In paesi come l’India, il Brasile e la Turchia vincono i retailer che meglio sanno far dialogare il punto vendita fisico con l’online.

Anche i social media hanno molta influenza sulle decisioni di acquisto, in India il 67% dei consumatori si fa guidare dal sentiment della rete circa il posizionamento di un brand,  in Cina questo è valido per il 57% dei rispondenti.

Il ruolo del mobile è invece comune denominatore per qualsiasi acquirente a livello globale: il 51% degli intervistati ha dichiarato di accedere ad internet dal proprio telefonino e di utilizzarlo per attività di shopping. Tuttavia, solo il 15% ha dichiarato di avere avuto una buona esperienza con il wi-fi e solo il 13% con la scansione attraverso lo smartphone. Il mobile rappresenta la convergenza dell’esperienza di shopping online e instore che, se opportunamente sfruttato, aiuterà a creare una stretta relazione tra il retailer e il consumatore.

Sono comunque elevate le aspettative del 72% dei consumatori riguardo alla tecnologia. Il 40% di loro se potesse farebbe tutti gli acquisti online, ma il 38% è coinvolto dall’atmosfera nel punto vendita.

Quattro le direzioni per la ridefinizione del modello di business del retail indicate dalla ricerca:

– Bisogna aumentare l’agilità per anticipare e rispondere alla crescita di elementi dirompentidella quotidianità del business.

– Andare incontro alle aspettative dei clienti e assicurare credibilità ai loro occhi è più sfidante che mai per i retailer. L’obiettivo sarà identificare e dare priorità agli investimentinelle soluzioni innovative che possano eccedere anche le aspettative dei clienti senza intaccare i margini di profitto.

– La tencologia deve essere costruita intorno all’esperienza d’acquisto

– La distribuzione avrà necessità di cambiare i processi, le routine il mix di talenti e la struttura organizzativa.

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