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Frutta secca: la produzione di Manuzzi cresce per valore e quantità

Continua lo sviluppo sul mercato per Manuzzi, azienda romagnola che opera nel settore della lavorazione e distribuzione di frutta secca, esotica e disidratata. I dati relativi al primo semestre del 2024 evidenziano infatti una crescita che si attesta su un +14% a livello di valore della produzione e un +26% in termini di quantità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A trainare la crescita i mix di prodotti sgusciati, dai classici misti di frutta secca al naturale ai più sfiziosi misti tostati non fritti senza sale, sempre più apprezzati dalle grandi insegne della Gdo, grazie alla loro versatilità e ai differenti pubblici ai quali si rivolgono, dagli studenti agli sportivi. A questi si accompagnano anche i datteri, dai deglet nour disponibili tutto l’anno anche al naturale (senza aggiunta di sciroppo di glucosio e senza conservanti), ai più pregiati medjoul e ramati, questi ultimi disponibili nella vaschetta apri e chiudi; oggi sono proprio i datteri il cavallo di battaglia dell’azienda, sempre più utilizzati anche in cucina come alternativa “salutare” allo zucchero semolato grazie al loro contenuto indice glicemico e all’apporto calorico decisamente inferiore. Senza dimenticare i mirtilli rossi essiccati, che stanno registrando un notevole sviluppo nell’ambito del trend generale di crescita dei berries nel mondo del fresco.

A confermare questo, anche i dati che riflettono un significativo aumento dei consumi interni, favoriti dalla diffusione di uno stile di vita orientato al benessere e da una maggiore consapevolezza nelle scelte nutrizionali: lo scorso anno il consumo di frutta in guscio in Italia si è attestato a 638mila tonnellate (fonte ISMEA) per volumi complessivi pari a oltre 115mila tonnellate. Adatti alla colazione, allo snack spezza fame, all’aperitivo o al dopo cena, e ormai completamente destagionalizzati rispetto alle tradizionali occasioni legate a ricorrenze e festività, a riscuotere consenso sono anche mix e barrette energetiche. Manuzzi continua a pianificare il futuro secondo un attento piano di sviluppo che prevedrà, nel 2025, ulteriori interventi sulla sede produttiva, per proseguire l’opera di automatizzazione delle linee di confezionamento. Già oggi l’headquarter di Manuzzi conta 3.200 mq di superficie coperta su un’area di 5.250 mq, con una sala confezionamento dotata dei più moderni strumenti ed efficaci sistemi di codifica e tracciabilità.

“Flessibilità ed immediatezza nella risposta alle richieste della grande distribuzione, grossisti ed industria sono le caratteristiche che ci contraddistinguono – afferma Aurelio Manuzzi, CEO dell’azienda – insieme alla selezione dei migliori fornitori in tutto il mondo che inseriamo all’interno di procedure di qualità secondo la certificazione IFS Food. Ma qualità per noi significa anche ricerca e innovazione nei processi produttivi, a cui dedichiamo investimenti costanti e team dedicati”.

Caffè Borbone, ricavi in aumento grazie a Gdo e mercato d’oltreoceano

Per Caffè Borbone il primo semestre del 2024 si chiude con ricavi a 166,7 milioni di euro, in aumento dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2023. Dall’analisi dei risultati emerge inoltre l’ottimo andamento del mercato estero, che cresce del 50% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. In particolare prosegue lo sviluppo del mercato americano che, sotto la guida della neocostituita filiale Caffè Borbone America Corp, raddoppia il risultato 2023. A livello di canali distributivi si segnala l’ottima performance della Gdo, canale strategico per coprire ancora più capillarmente il mercato e migliorare ulteriormente la penetrazione del brand su tutto il territorio nazionale.

Il primo semestre ha segnato importanti traguardi anche sul fronte dell’impegno in ambito sostenibilità. L’azienda ha aderito alla Science Based Targets initiative (SBTi) e ha definito i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2 a breve e lungo termine in linea con lo scenario net-zero e si appresta a sottoporli alla validazione del team di esperti di SBTi. Sempre nell’ottica di ridurre l’impronta ambientale, sono stati completati i lavori per la realizzazione di un nuovo polo logistico, con la costruzione di un nuovo magazzino da 10.000 mq nelle immediate vicinanze dello stabilimento di Caivano. Il nuovo fabbricato, che entrerà in funzione nella seconda parte del 2024, non solo permetterà un efficientamento in termini di gestione magazzino, ma contribuirà all’autonomia energetica dello stabilimento grazie all’impianto fotovoltaico da 500 kW posizionato sul tetto.

“Il percorso di crescita e sviluppo di questa prima parte dell’anno è il risultato di una strategia di business pianificata per affrontare l’attuale contesto economico e fronteggiare l’aumento dei costi della materia prima, in particolare della qualità di caffè Robusta, che ha raggiunto picchi record. Una strategia che ha messo al primo posto i consumatori, limitando il più possibile i rincari sui prezzi al pubblico, e che si è dimostrata efficace, permettendoci di continuare la nostra traiettoria di sviluppo” ha dichiarato Marco Schiavon, Amministratore Delegato di Caffè Borbone. Che aggiunge: “I risultati del primo semestre ci permettono di guardare con ottimismo al futuro e ci proiettano verso un traguardo di fine anno superiore ai 300 milioni con cui abbiamo concluso l’esercizio precedente”.

In ultima analisi, si segnala la Golden Medal che Caffè Borbone ha ottenuto a giugno nel Sustainability Rating di EcoVadis, una delle più importanti piattaforme internazionali di rating di sostenibilità, collocandosi nel 2% delle migliori società tra tutte quelle valutate da EcoVadis negli ultimi 12 mesi.

CraiFutura raccoglie i primi risultati: crescono fatturato ed Ebitda

CraiFutura, il piano avviato a fine 2022 con l’obiettivo di trasformare il Gruppo Crai in un’unica grande azienda, inizia a raccogliere i primi risultati. Si tratta di un piano industriale attraverso cui il Gruppo Crai evolve da Centrale di servizi ad azienda della distribuzione organizzata, rafforzando la capacità operativa della sede centrale di Milano, la Crai Secom, che sta diventando un vero e proprio Hubquarter: punto di incontro e coordinamento strategico dell’intero sistema Crai, in grado di centralizzare le attività chiave, produrre valore e generare fatturato. A fine 2023 la sede Crai Secom ha raggiunto per la prima volta un fatturato di 106 milioni di euro attraverso la nuova gestione centralizzata delle categorie cura casa e cura persona e al consolidamento delle piattaforme surgelati e secco. Numeri che, secondo l’azienda, riflettono la validità del percorso intrapreso, come testimoniato anche dal fatturato del Gruppo Crai, che ha concluso positivamente il 2023 con vendite complessive della rete di circa 3 miliardi di euro.

Questa trasformazione ha consentito anche di capitalizzare e concentrare parte dei risultati dei Centri Distributivi nell’Hubquarter milanese facendole registrare un Ebitda pari a 4 milioni di euro, rispetto ai 2,8 milioni dell’anno precedente, e un utile netto superiore a 1 milione di euro. A ulteriore conferma dell’efficacia del piano di sviluppo, anche i risultati aggregati di Crai Secom insieme alle società Food 5.0 (sviluppo dei prodotti a marchio) e Sinergia 5.0 (sviluppo cura casa e cura persona) mostrano un risultato positivo raggiungendo un Ebitda di circa 8 milioni di euro.

L’azienda sottolinea di credere nell’evoluzione di un modello non più legato al concetto di centrale operativa, ma proiettato verso una nuova organizzazione, che vede sede e Cedi uniti in un’unica azienda con al centro la rete dei negozi. Il piano quinquennale CraiFutura ha, infatti, come priorità il rafforzamento del modello economico e commerciale, con un focus particolare sulla valorizzazione del territorio e del suo posizionamento. L’Hubquarter è impegnato su diversi fronti, tra cui il rafforzamento di un’identità distintiva e riconoscibile, la definizione di una politica commerciale differenziante e attraente per i clienti, e lo sviluppo di modelli di business e format innovativi per migliorare la redditività degli oltre 1.500 negozi presenti in tutta Italia. 

L’evoluzione in corso ha l’obiettivo di efficientare le attività tra la sede, i centri di distribuzione e gli imprenditori, razionalizzare i costi e concentrare gli sforzi su ciò che crea vero valore per il territorio, garantendo ai clienti un’esperienza di acquisto sempre più completa e soddisfacente. “Con CraiFutura stiamo ridisegnando il futuro di Crai, consolidando la sua evoluzione ad azienda distributiva, con la massima attenzione alla profittabilità dei nostri punti vendita e alla soddisfazione dei clienti” spiega l’Amministratore Delegato di Crai, Giangiacomo Ibba. “I nostri obiettivi sono ambiziosi, ma il traguardo conseguito già al termine del primo anno rappresenta una prima importante conferma sulla validità del percorso intrapreso. Per continuare a crescere vogliamo puntare su ciò che ci rende unici: la nostra rete di imprenditori, la loro profonda conoscenza del territorio, della comunità e delle persone che ne fanno parte”.

Vending: tecnologia e innovazione alimentano il fatturato di Fas International

Fas International Spa, azienda vicentina che opera nel mercato dei retail automatico (vending machine), chiude il 2023 con dati in crescita e allarga la compagine direzionale con la nomina del manager Francesco Cantini, a cui è stata affidata l’intera operatività aziendale. Il fatturato 2023 segna 53 milioni di euro, in aumento del 12,5% rispetto ai 48,5 milioni del 2022, con un Ebitda del 19,3% (circa 10,3 milioni di euro, il 77% in più rispetto al 2022), mentre l’utile si attesta sui 4,5 milioni (in aumento di circa il 300% rispetto agli 1,7 milioni del 2022). La ripartizione dei ricavi per aree geografiche di destinazione nel 2023 indica l’Italia come il singolo mercato più importante (37,5%), seguita dai Paesi dell’Unione Europea (51,7%) e quindi dai Paesi extra Ue (10,8%).

A trainare la performance 2023 è stato in particolare l’estero, trend che si conferma anche nel primo semestre del 2024: con ricavi complessivi in crescita del +7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, i mercati internazionali confermano il momentum positivo con una crescita del +22% sul 2023, e con il peso dell’Italia che passa al 30,6%. A fronte di un calo generalizzato del -1,6% del mercato delle macchine vending nel 2023, Fas International ha registrato una crescita a due cifre grazie soprattutto agli investimenti effettuati in tecnologia e innovazione, e a una maggiore attenzione al settore del retail tech; oggi il 20% delle macchine vending vendute da Fas è destinato a postazioni pubbliche. Si tratta di una percentuale alta, se si considera il fatto che i distributori automatici sono tipicamente posizionati soprattutto all’interno delle aziende.

Il percorso di managerializzazione e valorizzazione voluto dall’amministratore delegato Luca Adriani, figlio del fondatore Antonio e da vent’anni alla guida dell’azienda assieme alla sorella Mariangela, è culminato con l’ingresso ad inizio 2023 di Francesco Cantini in qualità di Direttore Generale e, all’inizio del 2024, alla sua ulteriore ratifica con il conferimento di tutte le deleghe operative. Francesco Cantini, 59 anni, è manager di lunga esperienza: prima di entrare in FAS è stato amministratore delegato di Selecta-Argenta Italia e, precedentemente, ha rivestito ruoli di AD e Direttore Generale in diverse importanti aziende multinazionali, sia in Italia che all’estero. L’ingresso di Cantini ha dato forte impulso all’organizzazione delineando un percorso di strutturazione dell’Azienda, accelerando le metriche chiave del conto economico e contribuendo a formalizzare un piano strategico di sviluppo per i prossimi anni.

“Siamo soddisfatti dei nostri risultati che confermano la solidità della nostra visione e ci spingono a continuare il nostro percorso di crescita e innovazione; l’ingresso di Francesco Cantini, un professionista con una grande esperienza e che stimo molto, ci aiuta a proseguire in questa direzione, ancora con più forza” ha commentato Luca Adriani, Amministratore Delegato di Fas International.

“Abbiamo consolidato il mercato italiano e ora possiamo guardare all’estero, dove continuiamo a crescere. Abbiamo maggiore solidità e una strategia ben definita e possiamo contare su una tecnologia estremamente competitiva, sostenibile e applicabile al mondo del retail. Le soluzioni di Fas sono vere e proprie piattaforme digitali integrate, in grado di sostenere e gestire l’intera filiera, dalla fornitura alle prenotazioni, con diversi benefici per tutti gli attori: un netto miglioramento della qualità e del servizio, un evidente risparmio di tempo e significative riduzioni di consumi energetici” ha aggiunto Francesco Cantini, Direttore Generale di Fas International Spa.

La tendenza del retail tech

Il termine “retail tech” si riferisce all’uso e all’applicazione di tecnologie innovative e digitali nell’ambito del settore del commercio al dettaglio (retail). Tre sono le maggiori tendenze del 2023 per Fas: la prima riguarda molti imprenditori del vending che vedono nel Retail Tech una grande opportunità di ‘reinvenzione’ del modello classico della distribuzione automatica e decidono di dotarsi di infrastrutture tecnologiche su cui innestare il proprio modello di business appunto in ottica retail tech, acquistando macchine connesse e altamente tecnologiche, ad esempio con pagamento esclusivamente digitale, non solo destinate a locazioni private ma anche e soprattutto a luoghi pubblici quali per esempio i negozi automatici o H24, molto frequentati dalla comunità con un target d’elezione 19-29 anni, o dai turisti. La seconda tendenza riguarda la spinta che al retail tech viene data dalla esigenza di sopperire al forte turn-over e alla mancanza di personale nel mondo dell’hotellerie, del bar e della ristorazione, problema molto serio per tutta la industry, ma che vede una soluzione nel punto vendita automatico, anche grazie alla relativa app di prenotazione dedicata. Questa soluzione risolve la mancanza di personale, contribuisce a migliorare la customer experience ed a generare significative efficienze operative per esempio attraverso la ‘relocation’ produttiva nei centri di cottura, consentendo una vera e propria ‘rivoluzione qualitativa’ del modello con prodotti di qualità e pasti freschissimi. Infine, la terza tendenza riguarda le microaziende, ad esempio quelle degli agricoltori e degli allevatori, molto presenti all’estero, in particolare in Francia ma anche in Olanda e in Belgio, il cui sistema di vendita a chilometro zero, per dare un servizio veloce e flessibile ai propri clienti, passa attraverso la vending machine di Fas International.

“L’extra vending si sta espandendo da un lato all’estero, in particolare nei paesi nordici e nel centro Europa, dove vige una tradizione diversa e dove i negozi automatici stanno dando numeri eccezionali, penso, ad esempio, ai fornai in Olanda o in Belgio, dall’altro tra i giovani italiani. Penso, in particolare, a certi giovani imprenditori del Sud Italia che scelgono la distribuzione automatica come loro business. Questo porta gli operatori ad aumentare la propria professionalità e tecnologia, perché se il vending diventa una cosa glamour, la macchina deve essere altamente tecnologica, elegante, funzionale e di design oltre che utile. Le locazioni non hanno successo se metti la macchina vecchia” ha detto in merito Luca Adriani.

La ristorazione collettiva

Un altro comparto in crescita per Fas International nel 2023 è stato quello della ristorazione collettiva, dove Fas collabora con due importanti partner con circa 60 macchine attualmente installate. Alla catena Bar Atlantic, il brand di ristorazione interna di Esselunga che offre un servizio di ristorazione completo ai dipendenti aziendali, Fas fornisce le macchine automatiche e l’app attraverso la quale è possibile prenotare il pasto, preparato con gli ingredienti e l’apporto del personale Esselunga, direttamente dal proprio smartphone. Della stessa tipologia è l’accordo con Serenissima Ristorazione, importante realtà veneta della ristorazione collettiva e commerciale. Attraverso Food24 System, sistema tecnologico realizzato da Fas, si può gestire, tramite una webapp proprietaria del cliente, la prenotazione e la distribuzione 24 ore su 24 di prodotti alimentari in regime refrigerato controllato (+3°).

Maiora cresce (+7,37%), diventa Società Benefit e rinnova il CdA

Maiora, gruppo pugliese operante al Centro-Sud nei canali Gdo e Cash & Carry con le insegne Despar e Altasfera, nel 2023 ha realizzato un incremento dei ricavi del +7,37% rispetto al 2022 (833 milioni). Un bilancio positivo dunque per la giovane azienda nata nel 2012 che però rappresenta l’evoluzione di due storiche imprese del territorio, Cannillo e Ipa Sud, e che ha visto crescere considerevolmente i principali indicatori finanziari, registrando rispettivamente un Ebitda di 54 milioni (+ 39%) e utili di 20 milioni (+ 65% rispetto al 2022).

Raggiunti ottimi risultati anche dal punto di vista del piano di riammodernamento della rete, che a oggi conta la ristrutturazione di oltre 30 punti vendita: il piano industriale 2021/2025 ha puntato essenzialmente su un consistente remodelling, finalizzato al restyling dei principali store della rete (tutti adeguati secondo i canoni del modernissimo “Format 35”), con un investimento di 21,4 milioni nel 2023. Si aggiunge nel 2024 un ulteriore stanziamento di 22 milioni, utili a completare ristrutturazioni e nuove aperture di una rete che arriverà così a contare oltre 550 punti vendita (franchisee inclusi) e 14 Cash & Carry, comportando un incremento di 400 collaboratori e collaboratrici, come previsto dal piano di assunzioni.

Tra le importanti novità che accompagnano il percorso di crescita di Maiora ci sono l’annuncio del passaggio a Società per Azioni Società Benefit, modello ritenuto più adeguato alle dimensioni, ai valori e alle prospettive del gruppo, e il rinnovamento, nel solco della continuità, del Consiglio di Amministrazione. Accanto ai Consiglieri Felicia Ileana Cannillo, Marco Peschechera, Luigi Peschechera, entrano a far parte del principale organo di gestione societario Grazia de Gennaro e Giuseppe Peschechera: ciascuno, anche in virtù delle deleghe conferite, contribuirà a condurre la Maiora verso il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi definiti. A Franco Cannillo, patron del Gruppo Cannillo, viene affidato il ruolo di Presidente, mentre Pippo Cannillo manterrà il ruolo di Amministratore Delegato. Nicola Peschechera continuerà ad assicurare il suo prezioso contributo quale Presidente Emerito.

Maiora è tra le prime aziende del settore ad adottare questa importante transizione, individuando, attraverso la trasformazione societaria, le principali direttive che affiancheranno la prospettiva economica. Tra queste, l’attenzione alle tematiche ESG, su diversi fronti: riduzione degli effetti negativi sull’ambiente circostante, contenendo gli sprechi e commercializzando prodotti a ridotto impatto ambientale con migliori aspetti nutrizionali, per contribuire alla salute della popolazione; attuazione di un’evoluzione progressiva del modello di business verso un’economia a emissioni ridotte, in linea con gli obiettivi europei di neutralità climatica e quelli nazionali di transizione ecologica; progressiva restituzione al territorio del valore generato, contribuendo allo sviluppo locale attraverso iniziative di salvaguardia del patrimonio culturale e naturale; impegno a rappresentare un punto di riferimento per le proprie persone e per quelle delle comunità locali, favorendo un ambiente di lavoro produttivo, rispettoso, equo e sicuro.

“Dopo un 2023 ricco di soddisfazioni abbiamo intrapreso nel 2024 ambiziosi progetti in merito a vari aspetti, tutti con l’obiettivo di investire nel nostro percorso di crescita. Inoltre, la credibilità del nostro gruppo, che siamo certi aumenterà ulteriormente con il passaggio in Società Benefit, si tradurrà in sempre maggiore responsabilità nei confronti del territorio in cui operiamo” ha commentato Pippo Cannillo, Amministratore Delegato di Maiora.

Le difficoltà non piegano Apofruit, bilancio 2023 a 274 milioni di euro

Per Apofruit il 2023 si chiude positivamente, sia per i soci produttori sia per la cooperativa. A fronte di un’annata contraddistinta da imprevisti e grandi difficoltà – in primis l’alluvione in Romagna, ma non solo -, i numeri a consuntivo risultano soddisfacenti e premianti: il valore della produzione è pari a 274 milioni di euro, rispetto ai 268 milioni del 2022. A livello di Gruppo, quindi comprendendo anche Canova, Canova France, Canova Spagna, Piraccini, Mediterraneo Group e Vivitoscano, sono stati raggiunti i 351 milioni di euro rispetto ai 340 milioni dello scorso anno. In ragione di questi risultati, dove tutte le società del gruppo hanno ottimamente performato, l’utile netto del Gruppo, post-imposte, si attesta a 884.000 euro, rispetto ai 331.000 euro del 2022. Il patrimonio netto di Gruppo infine è di € 108.536.000.

“Il 2023 è stato un anno profondamente controverso, che in campagna ha visto tantissimi problemi. A tutta la drammaticità dell’alluvione in Romagna, si sono infatti aggiunte le conseguenze di gelate, grandinate e siccità. Insomma, una vera e propria tempesta perfetta, che ha fatto crollare i quantitativi conferiti. Abbiamo infatti toccato il minimo storico di 1.356.000 quintali di ortofrutta conferiti, con una riduzione del 19,5% rispetto al 2022” spiega Mirco Zanotti, Presidente di Apofruit.

I risultati positivi, però, sono stati determinati dal mercato. “A fronte di una situazione così complessa a livello produttivo, la campagna commerciale si è rivelata molto soddisfacente durante tutto l’anno, per cui abbiamo chiuso il bilancio 2023 con un totale di liquidato di 127.148.000 euro, ovvero un +8,6% rispetto al 2022. Un dato niente affatto scontato, visto appunto che è venuto a mancare praticamente quasi il 20% dei quantitativi di ortofrutta. Le ragioni di questa performance sono da ricercare, in gran parte, nei prezzi mediamente sostenuti che hanno avuto costantemente le diverse referenze ortofrutticole, dai kiwi verdi ai kiwi gialli, dalle patate alle cipolle, solo per fare alcuni esempi dei prodotti che hanno registrato alcune tra le migliori performance. Del resto, nel caso di kiwi, cipolle e patate, ci siamo trovati di fronte a una carenza a livello globale, il che ha contribuito a mantenere elevate le quotazioni” aggiunge Ernesto Fornari, Direttore Generale di Apofruit.

Amadori chiude il 2023 a 1.780 milioni di euro (+2,5%). Tiene la Gdo

Amadori ha chiuso il 2023 con buone performance e risultati economico-finanziari che confermano la solidità del gruppo: ricavi per 1.780 milioni di euro, Ebitda a 126 milioni di euro, risultato netto di 28,5 milioni di euro e patrimonio netto pari a 377 milioni di euro. Complessivamente la crescita del fatturato aziendale si è attestata al +2,5%, grazie all’aumento dei volumi e dei prezzi di vendita dei prodotti a valore, oltre agli importanti investimenti sulla filiera integrata italiana, che si conferma la principale risposta strategica per garantire competitività. Tra le azioni volte allo sviluppo e alla valorizzazione delle filiere si colloca la partnership strategica, a ottobre 2023, con Forno d’Oro – azienda specializzata nella produzione di affettati avicoli ad alto contenuto di servizio – che ha portato il gruppo ad aumentare la flessibilità operativa e a rafforzare ulteriormente la propria supply chain.

Con riferimento alle performance di vendita, il canale Gdo ha fatto registrare una sostanziale tenuta (+0,7% a valore), il canale normal trade è cresciuto del +2,3% a valore e il canale del fuori casa ha continuato la sua crescita, con il consumo italiano OOH che nel 2023 ha superato i livelli pre-Covid in valore assoluto, rappresentando così uno dei principali canali di sviluppo per Amadori. Nel corso dell’anno sono stati confermati e incrementati gli investimenti, portando a circa 70 milioni di euro l’impegno per potenziare il presidio lungo tutta la filiera integrata, che a fine 2023 occupa complessivamente oltre 9.300 addetti ed è formata da 19 siti produttivi (tra stabilimenti di trasformazione alimentari, piattaforme logistiche primarie, mangimifici e incubatoi), a cui aggiungono 16 centri di distribuzione tra filiali e agenzie e circa 800 allevamenti, sia a gestione diretta che in convenzione.

Grazie alle proprie filiere italiane, integrate e attente alla sostenibilità, Amadori punta a proporre un’alimentazione proteica variegata, di qualità e caratterizzata da diversi “colori”: dalle carni avicole (proteine “bianche”), alle uova e ovoprodotti (“gialle”), dalle carni di suino (proteine “rosa”, commercializzate attraverso il brand Lenti, acquisito nel 2022) alla linea “Veggy” Amadori (proteine “verdi”, a base di legumi). Un’ampia gamma di prodotti che testimonia il percorso intrapreso dal gruppo, per evolvere la sua offerta di proteine “naturali” e diventare la Protein Company italiana più sostenibile e innovativa, come sintetizzato dal nuovo corporate brand “Amadori – The Italian Protein Company”, attraverso un’offerta adatta a tutti i consumatori. In linea con questa visione, è stato varato il nuovo Piano Strategico 2024-2028, che prefissa gli obiettivi di medio-lungo termine e delinea il percorso che guiderà l’azienda nell’evoluzione a leader culturale e di mercato. Tra i diversi ambiti di crescita è incluso, fra l’altro, lo sviluppo della presenza nell’“Out of Home”: nel 2023 le catene di ristorazione in Italia hanno registrato una crescita annua a doppia cifra (circa l’11%) e rappresentano un’importante opportunità per sostenere la crescita aziendale.

“Il Piano Strategico 2024-2028 sarà un percorso in cui i nostri sforzi si concentreranno verso le direttrici principali di rafforzamento della brand reputation, la ricerca delle efficienze operative e la valorizzazione delle risorse interne, oltre alla riduzione della dipendenza da fattori esogeni, attraverso significativi investimenti. Questi obiettivi convergono verso un unico paradigma: concentrare le risorse nella creazione di valore” dichiara Denis Amadori, Amministratore Delegato del gruppo.

Apo Conerpo, anno sfidante ma bilancio solido con volume di affari a quasi 790 milioni

Nonostante i mancati conferimenti per oltre il 27% dei volumi, è un bilancio solido quello di Apo Conerpo, organizzazione di produttori ortofrutticoli, con un valore della commercializzazione che supera i 434 milioni di euro (+1,8%) e un volume d’affari che raggiunge quota 787 milioni di euro.

“Il 2023 è stato un anno particolarmente sfidante per il nostro settore, nessuna coltura è stata risparmiata, con effetti particolarmente rilevanti su diverse fra le produzioni principali dell’Emilia-Romagna – commenta il Presidente Davide Vernocchi. “A ciò si aggiunge il complesso scenario internazionale con i suoi effetti sui mercati e sui prezzi di energia e materie prime, l’esplosione dell’inflazione e il manifestarsi di nuove povertà, la difficoltà ormai critica nel reperire manodopera per il settore ortofrutticolo e le scelte spesso discutibili prese dall’Europa che impattano come un macigno sulle nostre aziende agricole. Un quadro complesso che ha generato un’inevitabile contrazione dei conferimenti, fermi nel 2023 a 732.000 tonnellate, il 27% in meno rispetto alla media degli ultimi dieci anni e il dato più basso della storia di Apo Conerpo”.

Il bilancio 2023, approvato a fine giugno, mostra una Apo Conerpo solida, con una flessione di soli 2,7 punti rispetto a quel 2022 che aveva segnato il miglior risultato del gruppo nell’ultimo decennio. “Individuo tre fattori cruciali per questo risultato – spiega Vernocchi: il progressivo allargamento della base sociale anche in altre regioni che ha garantito disponibilità costante di prodotti anche nelle fasi più critiche, l’ottima performance economica del pomodoro da industria nonostante i danni dell’alluvione e l’encomiabile lavoro delle nostre business unit – Alegra, Brio, Naturitalia, Opera e Valfrutta Fresco – per la valorizzazione massima del prodotto disponibile sia nella Grande Distribuzione nazionale, dove registriamo addirittura un incremento a valore del 13,86%, che all’estero”.

Analizzando i dati storici emerge però un dato rilevante. “Se confrontiamo i risultati attuali con quelli del 2018, ultimo anno in cui i nostri soci hanno registrato raccolti e conferimenti in linea con i diversi potenziali produttivi, il volume d’affari del gruppo Apo Conerpo è cresciuto dell’8% – prosegue Vernocchi. È un dato indubbiamente positivo ma che copre appena un terzo degli effetti dell’inflazione e dell’incremento dei costi ricaduto sui produttori. C’è molto da fare per sostenere un settore cruciale per la regione e il Paese come l’ortofrutta: oggi la sfida principale per un imprenditore agricolo è quella di continuare a produrre in un mutato e sempre più difficile contesto climatico e garantire una reale sostenibilità economica alla sua impresa. Perché se viene meno la redditività, le aziende agricole chiudono. È per questo che, con passione e senso di responsabilità, Apo Conerpo ha messo in campo risorse importanti sul fronte della ricerca scientifica e, da oggi, ha scelto di coinvolgere nella governance anche nuove forze che, per esperienza e competenza ci aiuteranno ad affrontare le criticità delle nostre filiere”.

“L’assemblea dei soci mi ha onorato nuovamente della sua fiducia – spiega Vernocchi – indicando anche quattro nuovi vicepresidenti espressioni dei principali areali produttivi delle cooperative socie e delle filiere che rappresentano il cuore dell’attività di Apo Conerpo: Adriano Aldrovandi (Presidente FruitModena Group), Alberto Guerra (Vicepresidente Agrintesa), Massimo Passanti (Presidente Propar) e Aldo Rizzoglio (Presidente Patfrut). Al nostro fianco potremo contare anche sulla competenza, professionalità e visione strategica del nuovo Direttore Generale di Apo Conerpo, Daniele Maria Ghezzi, docente universitario e già direttore del consorzio per l’internazionalizzazione ‘Piacenza Alimentare’, principale realtà nazionale del settore con un centinaio di associati”. Classe 1979, Ghezzi riceve il testimone da Gabriele Chiesa che ha diretto Apo Conerpo negli ultimi 21 anni “attraversando le fasi più complesse della nostra storia: a lui va il più sincero e profondo ringraziamento da parte di tutto quel Gruppo Apo Conerpo che ha contribuito a rendere grande e che continuerà a supportare la struttura”.

“La sfida che ci lanciano il clima e i mercati è altissima ma Apo Conerpo c’è, forte della specializzazione delle nostre business unit, delle capacità del sistema di cui siamo parte a livello nazionale e internazionale, del valore dei nostri marchi, del nostro impegno nella ricerca, delle competenze uniche che ognuno di noi mette a servizio dei nostri soci, nel segno di quei valori quali solidarietà, mutualità e radicamento sul territorio che ci contraddistinguono e che ci hanno guidato negli ultimi, difficili anni” conclude Vernocchi.

Fatturato a 25 milioni per Apicoltura Piana, recuperata marginalità pre pandemica

Apicoltura Piana, azienda di Castel San Pietro (Bologna) che produce miele, chiude il 2023 con un fatturato di circa 25 milioni di euro, segnando un +5% rispetto all’anno precedente. Il bilancio evidenzia parametri positivi e una crescita significativa per quanto concerne tutti i principali indicatori finanziari: l’utile netto è aumentato notevolmente attestandosi a 1.481.495 euro, tornando così alla normale marginalità del periodo pre-pandemico. Quasi triplicati i valori di Ebit, che sfiora i 2 milioni di euro, ed Ebitda che raggiunge circa 2.400.000 euro. Un marcato miglioramento anche per la posizione finanziaria netta (PFN) verso le banche, indice di una maggior stabilità finanziaria. Questi indicatori sono il risultato di una gestione aziendale efficiente e di strategie di mercato in grado di generare profitti.

Driver della crescita le ottime performance dei prodotti di punta con referenze che rispondono alle nuove esigenze di consumo sempre più orientate verso prodotti sani e sostenibili come la  linea Squeeze che, grazie al pack in polietilene PET riciclato al 50%, è in grado di ridurre significativamente l’impatto sull’ecosistema, rispondendo così alla crescente domanda dei consumatori attenti alla salute e all’ambiente. Ottimo andamento anche per la linea Dolce Regina che comprende gusti tradizionali come Millefiori, Acacia e Millefiori Biologico, proposti rigorosamente in vaso di vetro per esaltare le caratteristiche di colore e trasparenza del miele. Inoltre nel corso del 2023 l’azienda ha ampliato gli investimenti nel marketing e nella comunicazione, con l’obiettivo di supportare il posizionamento del brand sul mercato e mantenere aggiornati consumatori e buyer sulla gamma prodotti, la qualità del miele e le novità organizzative.

Massimo Mengoli e il Consigliere Anca Brinza

“Siamo decisamente soddisfatti dei buoni risultati raggiunti. L’obiettivo per il 2024 è proseguire nel nostro percorso di sviluppo – ha commentato Massimo Mengoli, Amministratore Delegato di Apicoltura Piana. Queste ottime performance non sarebbero state possibili senza il supporto costante del team che lavora con noi, che ringrazio per la dedizione. Importante anche la fidelizzazione degli apicoltori, aver fissato la soglia minima di 5,20 euro al chilo per il miele millefiori ha valorizzato il loro lavoro, evidenziando quanto apprezziamo gli sforzi che fanno ogni giorno per offrire un miele sano, etico e di qualità. Guardiamo con fiducia al futuro, il prossimo anno puntiamo ad aumentare il trend di sviluppo, ampliando l’azienda per incrementare la nostra capacità produttiva. Per centrare questi traguardi, continueremo a puntare sull’alta qualità dei nostri mieli, che si unisce all’innovazione nel rispetto della tradizione e della sostenibilità ambientale”.

Supercentro, crescono fatturato e investimenti. Obiettivo: 200 punti vendita

Si chiude con un fatturato di 257 milioni (+5%) e l’EBITDA a 6,2 milioni il bilancio di Gruppo Supercentro che procede spedito nel piano industriale che prevede investimenti sulla rete e sul potere d’acquisto dei consumatori. Il Gruppo tarantino, oggi presente nel sud Italia (Puglia, Calabria, Basilicata) con una rete multicanale a marchio Sisa, Ipersisa e QuickSisa, dopo l’apertura del nuovo format cash & carry Wiva, e le prime inaugurazioni del 2024, infatti, investirà quasi 13 milioni nel corso dell’anno che riguarderanno sia l’ampliamento e la ristrutturazione di parte della rete, l’acquisto di immobili e l’ammodernamento rispetto a standard di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica di alcuni punti vendita ma anche un investimento sul margine per sostenere il potere di acquisto dei consumatori in linea con quanto fatto nel 2023.

Nel 2024 il Gruppo oltre all’apertura del nuovo cash & carry di San Giorgio Jonico concluderà, l’acquisto di diversi immobili, tra cui un ulteriore cash & carry in provincia di Bari e di un Cedi a Surbo (Lecce) a essi dedicato, l’apertura di tre nuovi punti vendita e la ristrutturazione di ulteriori quattro punti vendita. A questi si aggiungeranno gli investimenti per la riduzione di 1 punto percentuale di margine (dopo i 2 punti investiti nel 2023) a sostegno del contenimento dei prezzi.

“Gli indici di bilancio 2023 confermano la solidità patrimoniale della società” ha commentato Antonio Bonucci, Direttore Generale di Gruppo Supercentro. “Il capitale di debito incide in maniera positiva sull’equilibrio finanziario aziendale e la posizione finanziaria netta migliora, passando dai 6,25 milioni ai 2,88 milioni. Questo dato è frutto dalla gestione dei flussi finanziari che avviene attraverso due verticali ben distinte: la prima riguarda l’approvvigionamento di finanziamenti di breve periodo come supporto all’attività di gestione caratteristica; la seconda invece è relativa agli investimenti programmati. La gestione equilibrata degli strumenti finanziari ha prodotto infatti una riduzione dell’utilizzo degli stessi; elemento virtuoso in considerazione di un accordato da parte delle banche di oltre euro 12 milioni”.

“Continua la crescita del Gruppo che con il rinnovo del CDA mostra di voler consolidare quel ricambio generazionale avviato ormai da tempo” ha aggiunto Paolo Michele Macripò, Presidente di Gruppo Supercentro. “La nuova governance con l’inserimento di tre nuovi consiglieri e la nomina di Leonardo Giangrande a Vice Presidente del Gruppo sosterrà la nuova fase di crescita che porterà il Gruppo operante da oltre vent’anni a raggiungere i 200 punti vendita complessivi”.

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