CLOSE
Home Tags Filiera agroalimentare

Tag: filiera agroalimentare

Le magie di Expo: il supermercato Future Food District di Coop in una fotogalllery

2500 metri quadri di superficie sviluppati su due livelli, uno spazio sperimentale, capace di generare nuove interazioni tra consumatori, prodotti e produttori: un luogo in cui ritrovare un rapporto diretto con la filiera.

[Not a valid template]

Inizialmente i visitatori entreranno in un corridoio d’ingresso dove prenderanno coscienza di essere in un supermercato Coop (una parete illustra il concetto chiave della proprietà condivisa) e concettualmente effettueranno un viaggio nel tempo, dal magazzino di previdenza a Torino, il primo negozio Coop in Italia datato 1854 ai giorni nostri. Con lo stesso sistema poi si potrà visualizzare l’evoluzione del mercato dal medioevo al prossimo futuro. Arrivando al piano superiore il visitatore trova un mezzanino di passaggio interamente abitato da informazioni e popolato da un presidio di soci Coop cosi come opereranno nel supermercato 40 dipendenti di Coop Lombardia.  Anche qui un’infografica a parete permetterà di ripercorrere alcune tappe significative della storia di un movimento che ha oltre 160 anni di vita. Da questo spazio trasmetterà per tutta la durata di Expo RadioCoop, la radio in store di Coop che fungerà da amplificatore di tutto ciò che succederà nel FFD dentro la rete dei 1200 punti vendita Coop.

Dai soci coop in carne e ossa al primo incontro con YuMi, un robot di nuova generazione realizzato da ABB in grado di interagire con le persone dotato di braccia, vista e tatto, pensato per una nuova era dell’automazione in cui gli esseri umani e i robot eseguiranno congiuntamente le stesse operazioni. YuMi è infatti l’abbreviazione di “you and me” a sottolineare la collaborazione tra robot e uomo, con la sua capacità di manipolare in completa sicurezza qualsiasi oggetto, dai delicati elementi di precisione di un orologio fino a infilare il filo in un ago o interagire con i clienti del Supermercato del Future Food District.

Al piano superiore ci si immerge nella vera e propria superficie di vendita: un mare di prodotti su una struttura a gradoni, disposti su tavoli che seguono un ordine che va dalle materie prime, la frutta, il grano, il latte, ai prodotti via via più trasformati e elaborati, valorizzando il patrimonio agroindustriale italiano. Cinque le filiere: latte e derivati, the, caffè e cacao, cereali e birra, carne e pesce, ortofrutta e vino. Per fare un esempio: si parte dalla farina passando per la pasta i biscotti fino alla birra.

I prodotti sono esposti su ampi tavoli; il  loro semplice sfioro con la mano permetterà all’utente di ottenere informazioni aumentate sui prodotti ovvero tutte quelle informazioni che oggi o non sono disponibili o lo sono parzialmente solo in rete ma che, in ogni modo, non riusciamo a far stare in un’etichetta tradizionale. Attraverso queste “etichette aumentate” il prodotto è in grado di raccontare se stesso, le sue proprietà, la sua storia, il suo tragitto.

Tre sono i livelli di interazione previsti. Il primo permette di ottenere indicazioni sulle caratteristiche primarie dell’articolo, il secondo fornisce l’etichetta aumentata capace di rivelare l’origine delle principali materie prime che compongono il prodotto, e l’eventuale presenza di ingredienti allergizzanti, il dato nutrizionale per porzione e l’impatto ambientale espresso in CO2 equivalente, infine (terzo livello) informazioni in dettaglio sulla storia e sulle sue caratteristiche. Sostanzialmente si applica l’’Internet of Things “ai processi di vendita/acquisto della grande distribuzione.

L’eliminazione delle barriere verticali disegna un paesaggio orizzontale che favorisce il contatto e la relazione, permettendo di utilizzare il supermercato quasi come un’area di libero scambio,  una sorta di baratto delle idee. Lo stesso concetto di filiera apparenta in qualche modo il supermercato di Coop ai cluster tematici presenti in Expo.

Il Future Food District di Coop a Expo 2015

All’indomani della visita del presidente del consiglio Matteo Renzi al cantiere di Expo 2015, il countdown è ormai avviato e cominciano a svelarsi le “magie di Expo”, come le definisce il commissario Giuseppe Sala. Una di queste, “la sfida dai contenuti più interessanti” è il Future Food District dove la tecnologia spesa l’alimentazione: 6.500 metri quadri nel cuore del sito espositivo tra Cardo e Decumano, uno spazio nato dalla collaborazione tra Coop, il MIT  Senseable City Lab e lo studio Carlo Ratti Associati.

7 - Render 07- Il Supermercato del Futuro_sezione prospettica

Tocca al presidente di Coop spiegare i perché del coinvolgimento di Coop in Expo, dopo gli iniziali dubbi, un coinvolgimento che vale 15 milioni di euro di investimento tra realizzazione e gestione di quello che non sarà solo un’idea di supermercato del futuro, ma “un’occasione per confrontarci sui contenuti che appartengono al sistema coop: il cibo buono e sicuro per tutti. La scommessa per noi non è solo tecnica ed economica, ma è una scommessa< sociale. In Expo vediamo l’occasione di riscatto per il Paese  e noi ci crediamo. È una sfida tosta – afferma Pedroni -perché il prgetto speciale di Expo era la realizzazione di un supermercato che funzioni: una macchina di domani che deve essere una macchina di oggi”. E infatti sarà un punto vendita funzionante, con personale Coop.

GUARDA LA PHOTO GALLERY

Ma attenzione. Non bisogna confondere il supermercato del futuro con una previsione. “Le previsioni sono sempre un azzardo e quasi mai ci prendono – aggiunge Carlo Ratti -. Diverso è sperimentare cose nuove utili per costruire il futuro. Ed è questo il senso anche dell’impiego della tecnologia: sperimentare nuove esperienze. Poi qualcuna funziona, e qualcun’altra meno, ma ci avrà comunque indicato la strada per costruire il futuro”.

L’idea che sottende al Supermercato del futuro è quello di un mercato sociale, di una piazza aperta, di un mix tra storia, tradizione e futuro, di un logo di scambio tra le persone, non solo di merci ma anche di conoscenze e informazioni. “Lo scambio culturale è un tratto distintivo del commercio, da sempre – aggiunge Pedroni – e i nostri supermercato sono forse diventati macchine troppo funzionali in cui si è persa questa connotazione di piazza-mercato”. Sarà un un luogo di incontro e scambio fra produttori e consumatori in cui le barriere verticali lasceranno il posto a un paesaggio orizzontale che favorisce le interazioni, un rimando ai mercati delle origini, internamente il layout dispositivo è suddiviso in  cinque  vie dedicate ad altrettante filiere. L’idea nasce in casa Coop prima ancora dell’adesione a Expo Milano 2015 da un contest sull’innovazione cui hanno partecipato 80 dipendenti under 35.

“Il progetto originario datato 2013, chiamato GeoCoop, si basava sull’esperienza diretta di un gruppo di giovani dipendenti che hanno enfatizzato valori cari a Coop quali la trasparenza e la genuinità indispensabili per un atto di acquisto consapevole, necessario oggi ma ancora di più domani. Valori che noi riteniamo essere sempre più condivisi –  spiega ancora Pedroni -. Quello che si visiterà non sarà dunque un padiglione ipertecnologizzato dove la tecnologia è fine a se stessa; a noi di Coop interessava andare in una direzione opposta dove la tecnologia è utile, a servizio dell’uomo. Se ad esempio nell’Exhibition Area la visione dei prototipi delle fattorie del mare farà riflettere su un pianeta in cui la terra sarà infinitamente più scarsa di oggi, nel Supermercato del futuro le vie delle filiere comunicheranno a colpo d’occhio informazioni sul processo di lavorazione dei prodotti: partendo dai prodotti freschi e freschissimi, via via  verso i prodotti a più alto tasso di trasformazione.

Ma il Future Food District (FFD) ospiterà prefigurazioni di ciò che mangeremo. L’Exhibition Area dedica uno spazio in collaborazione con la Società Umanitaria di Milano dove si vedranno i primi prodotti commestibili derivanti dalle oltre 1.900 specie di insetti di cui si cibano già oggi circa 2 miliardi di persone; inoltre nella piazza ci saranno prototipi e  installazioni volti a esplorare alcune tecnologie innovative in materia di agricoltura urbana e produzione di cibo e energia. Oggi eccezioni domani normalità.

È il caso della Vertical Farm realizzata sulla base di un progetto ENEA: due pareti vetrate alte 4 metri e una coltura idroponica su più  livelli in grado di produrre per i sei mesi di Expo diversi tipi di ortaggi e del Canopy di alghe, apparentemente una semplice copertura, in realtà una complessa soluzione di acqua e microalghe in grado di produrre biomassa con applicazioni possibili in agro-ambientale.  Già dall’esterno, a partire dalla piazza, i visitatori di quest’Area Tematica incontreranno  numerosi assaggi di un  futuro sostenibile.

Alla Cooperativa Latte Arborea la Sardegna non basta

«Arborea non è il mulino bianco, ma è territorio, persone, prodotti». Con queste parole il direttore generale della cooperativa che affonda le sue radici nelle bonifiche delle paludi della piana di arborea attorno a Oristano negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, racconta dell’unicità di un’azienda che, negli anni, si è imposta come un player importante nel lattiero caseario dominato da grandi marchi: con un fatturato di 150,8 milioni di euro a livello nazionale è infatti la settima azienda e la quarta per contributo alla crescita. Unicità che è data dal fatto che tutto il latte lavorato è esclusivamente munto in Sardegna dai 246 allevatori aderenti alla cooperativa, ciò che significa garanzia sull’origine del latte, rigido controllo della filiera dalla coltivazione dei campi (8.000 ettari di superficie a foraggio) a tutte le fasi di allevamento, mugitura, produzione, logistica e legame con il territorio di origine.

Da sempre specializzata nella lavorazione del latte bovino, recentemente Arborea ha acquisito Fattorie Girau, specializzata nel settore ovicaprino con una gamma di prodotti che vanno dal latte di capre pastorizzato e UHT, yogurt, ricottine di capra e di pecora, grattugiati.

Schermata 2015-03-06 alle 00.04.40Sull’isola I i prodotti Arborea e Fattorie Girau sono presenti capillarmente sia presso la GDO sia presso il dettaglio tradizionale ed è leader di mercato, con quote a volume dell’82% per il latte fresco, 64,5% per il latte UHT, 37,3% per la mozzarella e 34,1% anche per il burro, infine con il 38,6% per la ricotta, 18,3% per lo stracchino e il 10,6 % per lo yogurt (Fonte: Nelsen). Sul mercato nazionale, la Cooperativa dispone di una piattaforma distributiva a Bologna e di reti di vendita indiretta.

« L’obiettivo della Cooperativa – precisa Luciano Negri, Direttore Commerciale e Marketing di Arborea – è il rafforzamento in Sardegna e la crescita in Penisola e all’estero.  In Sardegna, nonostante la distribuzione capillare e le quote di mercato di tutto rispetto, possiamo migliorare ancora la nostra presenza attraverso un maggiore presidio dei punti vendita col duplice scopo di avere un contatto più assiduo e collaborativo con i clienti ed effettuare un monitoraggio puntuale delle attività della concorrenza. In Penisola l’obiettivo rimane la presenza continuativa soprattutto nelle varie insegne della GDO del centro nord. In questo senso abbiamo visto crescere il rapporto commerciale con Coop, Conad, Bennet, Selex, Finiper, Esselunga, Auchan anche se ci manca ancora la presenza costante di referenze per noi fondamentali.

«Nei prossimi anni – precisa a sua volta Casula – vogliamo consolidare la nostra posizione, sia nel mercato regionale che in quello nazionale ed estero, puntando soprattutto sull’innovazione di prodotto e sullo sviluppo commerciale nei mercati esteri con particolare riferimento al continente asiatico. Per questo siamo impegnati in una costante attività di ricerca e sviluppo orientata al mercato dei cosiddetti ‘latti speciali’, che è attualmente l’unico a crescere, focalizzandoci sia nell’area delle intolleranze e della digeribilità, ma anche in quella del latte aromatizzato. L’attenzione verso la digeribilità e il benessere in senso più generale è un driver di crescita fondamentale per il latte, che deve rimanere un alimento essenziale per il benessere di tutti. Abbiamo già arricchito la proposta di prodotti delattosati. Non solo latte UHT, quindi, ma anche latte ESL, mozzarella nei diversi formati, ricotta, yogurt, recentemente il tradizionale formaggio Dolcesardo e, a seguire, svilupperemo anche mascarpone, panna, burro».

Schermata 2015-03-06 alle 00.02.00Tra le più recenti novità di prodotto Wey, la bevanda a base di siero di latte con purea di frutta e vitameine ACE e, prossimamente la linea di yogurt golosi al caffè, alla stracciatella e alla vaniglia.

Per guidare la crescita la Cooperativa Arborea guarda fuori dall’isola. È entrata nel novero delle aziende interessate a partecipare all’aumento di capitale della Centrale del latte di Firenze. «È un’operazione cui guardiamo con molta attenzione perché condividiamo lo stesso forte legame con i rispettivi territori, senza sovrapposizioni di tipo commerciale, e si potrebbero creare interessanti sinergie di sviluppo all’estero», conclude Casula.

A fine aprile apre Il Mercato del Duomo, nuovo flagship store di Autogrill

Aprirà il 30 aprile Il Mercato del Duomo, il nuovo flagship store del Gruppo Autogrill, vera cattedrale del gusto affacciato sul Duomo di Milano realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche (UNISG) di Pollenzo e progettato da Michele De Lucchi.

Il progetto, con un investimento di 13,5 milioni di euro intende rivitalizzare l’offerta culturale e artistica della Galleria Vittorio Emanuele, al cui angolo si trova. Il progetto architettonico, realizzato in collaborazione con l’architetto Michele De Lucchi, che valorizza i disegni originali del Mengoni. Attraverso questo intervento, rispettoso dell’identità degli spazi, ma al tempo stesso in grado di coniugare le esigenze complesse tipiche della grande ristorazione, Autogrill restituisce alla città uno dei capolavori del suo patrimonio storico-urbanistico, in cui si inserisce la scultura realizzata dall’artista Adam Lowe, che riproduce le radici di un albero di ulivo secolare, simbolo denso di significati legati alla storia e ai valori del Gruppo.

«Abbiamo scelto di trasformare Milano nel principale laboratorio di innovazione e sperimentazione del Gruppo – ha dichiarato Gilberto Benetton – perché crediamo nelle potenzialità di questa città, del suo territorio e della nostra azienda. Con Il Mercato del Duomo torniamo alle radici della nostra storia per guardare al futuro, un futuro che parla d’innovazione ed eccellenza”.

«In questo nuovo progetto Autogrill ha concentrato tutto il know-how acquisito nei numerosi anni di attività in tutto il mondo –afferma Gianmario Tondato Da Ruos, Amministratore Delegato di Autogrill – proponendo un’offerta unica e originale in grado di soddisfare le nuove tendenze e gli stili di consumo del nostro tempo. Il Mercato del Duomo è la rappresentazione esemplare della nostra filosofia che mette al centro il territorio, il recupero delle pratiche e dei mestieri artigianali, all’interno di un modello di sviluppo sostenibile, per l’ambiente e le persone».

Il Mercato del Duomo si sviluppa verticalmente su 4 piani, per una superficie complessiva di 5.000 metri quadrati, di cui 3.000 aperti al pubblico, che riflettono i progressivi stadi di lavorazione della materia prima e le diverse esperienze di consumo: dal cibo nella sua forma più semplice e naturale al prodotto lavorato e trasformato in ricette, dalla consumazione veloce a un’esperienza più slow.

Questo percorso esperienziale verticale si riflette nei diversi concept sviluppati all’interno de Il Mercato del Duomo:

–       il Bar Motta, che in un’atmosfera suggestiva, connubio perfetto tra tradizione e modernità, offre prodotti di caffetteria e croissanteria di altissima qualità;

–       il Mercato, la novità principale del nuovo punto vendita, gestito da Compagnia Alimentare, che riproduce il tradizionale mercato cittadino composto da banchi alimentari di produttori e fornitori locali, selezionati con il contributo di UNISG, dove i visitatori troveranno le eccellenze del territorio lombardo, e non solo;

pizza e focaccia Mercato del Duomo

 

05_la_macelleria_high

–      il Bistrot Milano Duomo, il concept di nuova generazione inaugurato nel 2013 presso la Stazione Centrale di Milano, che attraverso un’ampia offerta sviluppata su due piani valorizza i prodotti tipici e il recupero delle pratiche di lavorazione artigianale, in linea con la nuova filosofia di ristorazione Autogrill;

bistrot_2_high

–       la Terrazza Aperol, luogo di tendenza e simbolo del tradizionale aperitivo milanese;

–       il ristorante-laboratorio Spazio – un progetto della Niko Romito Formazione – dove i giovani cuochi della Scuola di Formazione di Castel di Sangro (L’Aquila) condivideranno con gli ospiti le storie, le idee e le emozioni che nascono dall’ideazione di un piatto fino alla sua realizzazione.

rendering_spazio_4_studioleonardoproject_high

–       Allo stesso piano, inoltre, sarà presente un Wine Bar, che proporrà al visitatore una selezione delle eccellenze enogastronomiche italiane. Due concept di alta cucina, ma accessibili al grande pubblico, che rappresentano l’ultimo stadio della lavorazione della materia prima. L’edificio comprende anche la libreria Feltrinelli collocata al piano seminterrato.

Martina-Gdo: convergenza su promozione Dop e Igp e trasparenza su origine del latte

È soddisfatto il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina per l’esito dell’incontro di ieri con le principali sigle della Gdo che operano in Italia.

«La grande distribuzione – ha detto il Ministro Martina – può svolgere un ruolo ancora più determinante nel rilancio del comparto agroalimentare italiano e il Governo è impegnato per favorire questo processo. Sono soddisfatto in particolare per la convergenza sulla nostra proposta di dare un’informazione chiara e trasparente al consumatore in merito alla zona di mungitura del latte, evidenziando l’origine del prodotto e dando così uno strumento di maggiore competitività alle aziende. Anche sul fronte dei prodotti Dop e Igp iniziamo un lavoro di valorizzazione per aprire nuovi spazi e per promuovere meglio questi marchi di qualità riconosciuta. Sono convinto, poi, che la nostra Rete del lavoro agricolo di qualità potrà contribuire a dare un metro certo e riconosciuto dallo Stato per la certificazione etica delle aziende, sgravando da questo compito le imprese della distribuzione. C’è molto lavoro da fare su questi fronti, così come su quello dell’internazionalizzazione, ma ci sono anche le premesse per fare il salto di qualità necessario».

Durante l’incontro sono stati affrontati i principali temi relativi al mercato dei prodotti agroalimentari nazionali, all’organizzazione della filiera e alla distribuzione del valore all’interno della stessa.

Quattro i punti di lavoro presentati dal Ministro e condivisi da tutti i soggetti al tavolo. In particolare:

1) Operazione straordinaria di promozione dei prodotti di qualità Dop e Igp nazionali con azioni dedicate nei negozi della Distribuzione organizzata, abbinata a una campagna di educazione alimentare e di promozione verso i consumatori.

2) Investimento nella Rete del lavoro agricolo di qualità, la cui cabina di regia si è insediata ieri presso l’Inps, come strumento di contrasto al lavoro nero e per la certificazione etica dei produttori fornitori della Gdo in ottica di semplificazione.

3) Sostegno all’export con piattaforme logistico distributive all’estero per accrescere il mercato dei prodotti italiani a livello internazionale.

4) Maggiore coordinamento su alcune filiere a partire da quella lattiero casearia dove anche un intervento della distribuzione può contribuire nella gestione del delicato passaggio di fine del regime delle quote. In particolare c’è stata adesione alla proposta del Ministero di garantire al consumatore una maggiore trasparenza sull’origine del latte, attraverso un segno chiaro e omogeneo per l’indicazione della zona di mungitura in etichetta.

Coralis e Coldiretti con Fai lanciano la filiera controllata e certificata

Conoscere la provenienza degli alimenti è una richiesta precisa dei consumatori, anche se non sempre la legge specie comunitaria sembra seguire tale “ratio”. È ancora viva ad esempio la polemica sulla legge Ue che consente di non indicare lo stabilimento di produzione degli alimenti. Coralis, Consorzio di imprenditori della Distribuzione, guarda avanti e propone, in partnership con Fai, Firmato agricoltori italiani, marchio promosso da Coldiretti, una filiera controllata, certificata e che indica con chiarezza i luoghi di produzione. Già da gennaio un numero selezionato di punti vendita consorziati Coralis ha introdotto in assortimento alcuni articoli della filiera dell’ortofrutta e del florovivismo mentre olio, pasta e riso arriveranno ad aprile.

Obiettivo comune: promuovere, sostenere e certificare i prodotti dei nostri territori. “Con Fai vogliamo garantire in Italia e all’estero tutti quei prodotti provenienti al 100 per 100 dai campi e dagli allevamenti italiani che rispettano l’etica nei processi produttivi e assicurano, per contratto, una equa ripartizione del valore tra i vari attori della filiera – spiega Gianluca Lelli, Responsabile Area Economica di Coldiretti – Con accordi come quello siglato con Coralis puntiamo a valorizzare la filiera agricola come vero e unico made in Italy alimentare e accorciare la filiera tra produttore e consumatore, assicurando a quest’ultimo un prodotto di origine sicura, italiana e tracciata, comunicando la distintività del made in Italy nel garantire alti standard di sicurezza alimentare, legame col territorio e naturalità”.

In questo processo Fai rappresenta per Coralis un partner in grado di dare una forte personalizzazione al prodotto grazie all’offerta di filiera certificata e controllata. È infatti la personalizzazione uno dei temi cari a Coralis che nasce come Consorzio di imprenditori della Distribuzione con la volontà di salvaguardare l’identità di ogni punto vendita. Tanto che ogni struttura associata con il progetto “Dai il tuo nome al futuro” porterà il nome di chi l’ha creata e l’ha resa luogo d’incontro e di riferimento all’interno del quartiere.

ELEONORA GRAFFIONE
Eleonora Graffione, presidente Coralis.

“Contrapponendosi alla scelta classica di riunire tutti i punti vendita sotto un’unica insegna, Coralis abbandona l’idea che industria e distribuzione debbano avere vita separata – dice il Presidente di Coralis Eleonora Graffione – “Tre sono i concetti ai quali il Consorzio riconosce un valore vero e profondo: la collaborazione nella fase di sviluppo e selezione dei prodotti, grazie a un nuovo rapporto tra fornitori e distributori per la scelta delle migliori soluzioni di processo; la condivisione delle informazioni necessarie al corretto sviluppo del prodotto, dei lotti e dei prezzi; l’allineamento con le ultime necessità di mercato”.

Il consorzio Coralis ha registrato nel 2014 un giro d’affari del +3% rispetto al 2013.

Carni trasformate, i deputati Ue per l’obbligo di indicare la provenienza

I recenti fatti di cronaca circa frodi alimentari e lo scandalo della carne equina lo dimostrano, i consumatori vogliono la massima trasparenza circa la provenienza delle materie prime, anche degli alimenti trasformati. Per questo i deputati Ue hanno chiesto alla Commissione europea di presentare proposte legislative col fine di rendere obbligatoria l’indicazione della provenienza delle carni anche degli alimenti trasformati, come avviene già per le carni bovine fresche.

La risoluzione, approvata con 460 voti favorevoli, 204 contrari e 33 astensioni, sollecita la Commissione a dare seguito alla relazione stilata nel 2013 con proposte legislative che rendano obbligatoria l’indicazione del Paese di origine delle carni utilizzate nei prodotti alimentari trasformati, in modo da assicurare una maggiore trasparenza in tutta la catena alimentare, informare meglio i consumatori europei aiutando così a riconquistare la loro fiducia.

“Oggi dobbiamo riconquistare la fiducia dei consumatori europei, che anche a seguito di frodi alimentari (…) auspicano regole più severe in materia di tracciabilità e informazione – ha affermato il presidente della commissione per l’ambiente Giovanni La Via -. L’intervento legislativo dovrà tener conto della trasparenza e della leggibilità delle informazioni per i consumatori pur consentendo allo stesso tempo alle imprese europee di operare in modo economicamente redditizio.

Lo chiedono 9 consumatori su 10

In effetti lo studio della Commissione europea (17.12.2013) mostra come più del 90% degli intervistati considera importante il fatto che l’origine delle carni sia etichettata sui prodotti alimentari trasformati. La questione del resto è lungi dall’essere “di nicchia” e riguarda un gran numero di alimenti. A seconda dello Stato membro, dal 30 al 50% delle carni macellate sono trasformate in ingredienti a base di carne per alimenti, principalmente carne macinata, preparati di carne e prodotti a base di carne.

Arriva dalla Sicilia l’avocado bio solidale di Altromercato

È 100% italiano e biologico, coltivato a Marsala da Agricoop impiegando lavoratori svantaggiati, come immigrati ed ex detenuti, e operando su terreni sottratti alla criminalità organizzata, secondo i criteri del Commercio Equo e Solidale l’Avocado Biologico Solidale Italiano di Altromercato.

L’avocado entra a far parte della gamma del Solidale Italiano Altromercato, progetto che si pone l’obiettivo di valorizzare i prodotti agroalimentari italiani, realizzati da realtà produttive di qualità, ecologicamente e socialmente responsabili. Avviato nel 2011 con alcuni dei prodotti tipici simbolo dell’Italia – pomodori, pasta, olio – il progetto promuove i valori di sostenibilità, equità e legalità per produzioni biologiche di eccellenza, che tutelano la biodiversità e le tipicità del territorio, nel rispetto dell’ambiente e dei diritti delle persone. Sono prodotti coltivati in aree del Paese in via di spopolamento e da percorsi virtuosi di riaffermazione della legalità, di inclusione sociale e di contrasto allo sfruttamento e al caporalato.

L’Avocado Biologico Solidale Italiano, di varietà “Hass” è distribuito da Ctm Agrofair, società specializzata nella distribuzione di frutta fresca del Commercio Equo e Solidale, ed è disponibile in molte delle 300 Botteghe Altromercato su tutto il territorio nazionale

Fruit Innovation a Maggio per superare il localismo dell’ortofrutta italiana

Nel corso dell’evento di presentazione di Fruit Innovation, la nuova fiera internazionale dell’ortofrutta in calendario a Milano dal 20 al 22 maggio prossimo, organizzato all’Ambasciata d’Italia di Berlino, il presidentedella manifestazione (e presidente di Adm e ad di Conad) Francesco Pugliese ha espresso con chiarezza i motivi della scelta di Milano come sede della nuova fiera internazionale dell’ortofrutta, dichiarando l’allineamento su Milano di ADM e dei suoi partners e manifestando preoccupazione per le logiche localistiche che danneggiano l’ortofrutta italiana e la sua immagine.

«Fruit Innovation – ha detto Pugliese – è un progetto che guarda non solo a una fiera che durerà tre giorni ma anche ad un impegno che si prolungherà per tutto l’anno, attraverso gli orientamenti e le indicazioni che verranno alla filiera dell’ortofrutta dalla nostra cabina di regia che vede la presenza della produzione, del commercio e della distribuzione ai livelli più alti. Intendiamo dare un segnale, mettere in campo cambiamenti che premino gli anelli della filiera a partire dalla  produzione, soluzioni che favoriscano accordi in tema di aggregazione e abbattimento dei costi. Innovazione è una parola da riempire di contenuti. Fruit Innovation nasce da questa progettualità oltre che dalla necessità di dare all’Italia un’unica ribalta fieristica di alto livello, nell’anno in cui il mondo guarda a Expo 2015».

Luca Bianchi, capo dipartimento del Ministero delle Politiche agricole, ha riassunto le linee guida del Ministero in tema di ortofrutta, affermando che Fruit Innovation si colloca in un percorso condivisibile e ha le carte in regola per diventare il “contenitore più adatto” a un grande dibattito nazionale all’insegna di regole e innovazione, come richiede il mercato.

http://youtu.be/us3WJAXpZPg

Sono stati oltre 300 i rappresentanti del mondo ortofrutticolo italiano e internazionale presenti in Ambasciata d’Italia per l’evento organizzato da Fruit Innovation in collaborazione con Confagricoltura e la Camera di Commercio Italiana per la Germania. Dopo il saluto dell’ambasciatore d’Italia a Berlino, Pietro Benassi, sono intervenuti, oltre a Pugliese e Bianchi, l’amministratore delegato di Fiera Milano, Enrico Pazzali, la presidente del Comitato Scientifico di Expo 2015, Claudia Sorlini e Nicola Cilento, membro di giunta di Confagricoltura.

Pazzali ha rimarcato il profilo internazionale di Fiera Milano, uno dei primi organizzatori di fiere al mondo, e la ferma volontà di fare di Fruit Innovation un evento di successo, valorizzando al massimo le logiche di crescita economica di una filiera tra le più rappresentative del nostro Paese in termini produttivi e di export.

Claudia Sorlini ha evidenziato la vicinanza dei temi essenziali di Expo 2015 con il concetto di innovazione in un settore che deve esprimere salute, benessere fisico e sicurezza ambientale come l’ortofrutta, per cui alla vicinanza fisica (solo 400 metri separeranno i padiglioni di Fiera Milano da quelli di Expo) Fruit Innovation ha con Expo forte affinità culturale.

Per Nicola Cilento serve rilanciare i consumi, «mettendo le imprese in grado di competere con gli altri produttori europei e creando opportunità più vicine alle reali necessità del settore”. “Sosteniamo Fruit Innovation – ha precisato – perché  siamo convinti dell’importanza di  giocare in squadra ad un livello davvero internazionale, sia in trasferta, sia in casa».

Riso Gallo partner ufficiale di Padiglione Italia a Expo 2015

Riso Gallo è partner ufficiale di Padiglione Italia a Expo Milano 2015. Durante tutta la durata dell’Esposizione – dal 1° maggio al 31 ottobre 2015 – i prodotti e le iniziative di Riso Gallo rappresenteranno la qualità e la tradizione del riso nel nostro Paese agli occhi degli oltre 20 milioni di visitatori previsti.

Riso Gallo accompagnerà i visitatori del Padiglione Italia in un viaggio gastronomico nella Penisola, attraverso i suoi prodotti 100% italiani (sarà l’unico marchio di riso in vendita nello shop di Palazzo Italia) e le ricette tradizionali regionali, di cui la nostra cucina è ricchissima, che faranno da guida alla scoperta dei sapori e del territorio italiano. Riso Gallo sarà il fornitore in esclusiva di riso, oltre che dello shop, anche della ristorazione all’interno del Padiglione Italia e protagonista di un ricco calendario di eventi (showcooking, presentazioni di nuovi prodotti, visite in azienda).

«Siamo la più antica azienda risiera italiana, da più di 150 anni diffondiamo nel mondo la cultura del riso e del risotto, un ambasciatore della nostra gastronomia all’estero. Oggi rinnoviamo il grande impegno in questa missione partecipando con orgoglio a Expo Milano 2015, dove il Padiglione Italia rappresenterà una preziosa occasione per ricordare perché il nostro Paese è conosciuto e ammirato in tutto il mondo per l’eccellenza dei suoi prodotti alimentari e della cultura culinaria che si è sviluppata attorno a loro», dichiara Carlo Preve, amministratore delegato di Riso Gallo S.p.A.

«Oltre ad avere rinomanza internazionale e impegno per la qualità, Riso Gallo è anche un’azienda attenta alle nuove generazioni: in particolare la sua Guida da anni aiuta la formazione dei giovani chef, futuri ambasciatori nel mondo della cucina italiana. In questo Riso Gallo interpreta bene il concept del Vivaio che abbiamo messo al centro di Padiglione Italia», ha affermato Diana Bracco, Presidente Expo 2015 S.p.A. e Commissario Generale di Sezione per il Padiglione Italia.

Riso Gallo è stata scelta, tramite un avviso pubblico, dal Padiglione Italia in virtù della sua rappresentatività ed eccellenza nella produzione italiana di riso. Si tratta infatti della più antica azienda risiera italiana: nata a Genova nel 1856, a conduzione familiare da 6 generazioni, produce interamente in Italia in un unico polo produttivo a Robbio, nel cuore della Lomellina (PV). Riso Gallo è leader del mercato italiano del riso confezionato e il marchio di riso più conosciuto in Italia (fonte: GFK Eurisko), oltre che il brand italiano di riso più noto e distribuito nel mondo: esporta infatti in tutti i 5 continenti in 75 Paesi, inclusa la Cina.

L’azienda è inoltre impegnata a diffondere la cultura del risotto in Italia e all’estero – con particolare attenzione ai giovani chef, futuri ambasciatori della cucina italiana – attraverso la Guida Gallo, giunta alla 9° edizione, che dal 1989 celebra questo piatto con oltre due secoli di storia, un rappresentante dell’alta gastronomia italiana.

Riso Gallo avrà diritto di fornitura e vendita in esclusiva di riso all’interno di Padiglione Italia e comunicherà questa partnership sia in pubblicità, sia sulle confezioni dei suoi prodotti, un punto di riferimento per chi ama esprimere la propria fantasia in cucina. Per l’occasione verrà realizzata una limited edition “Orgoglio d’Italia – Expo Milano 2015”, caratterizzata da uno speciale logo riportato sul fronte del pack di tutti i prodotti in vendita durante l’Esposizione, sia in Italia che all’estero.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare