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Origine in etichetta, scatta l’obbligo anche per i pelati e derivati dell’oro rosso

Foto: Coldiretti.

Anche l’oro rosso è tracciato: scatta l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro. È infatti scaduto il termine di 120 giorni previsto per l’entrata in vigore, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018, del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.

I prodotti Made in Italy ottenuti con pomodori coltivati e trasformati in Italia saranno ora riconoscibili sugli scaffali dalla dicitura “Origine del pomodoro: Italia”.

Le confezioni di tutti i derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno infatti avere d’ora in poi obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:
a) Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato;
b) Paese di trasformazione del pomodoro: nome del Paese in cui il pomodoro è stato trasformato.
Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.

Per consentire lo smaltimento delle scorte i prodotti che non soddisfano i requisiti previsti dal decreto, perchè immessi sul mercati o etichettati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, possono essere commercializzati entro il termine di conservazione previsto in etichetta.

Si tratta di una attesa misura di trasparenza per produttori e consumatori dopo che dall’estero – rileva la Coldiretti – sono arrivati nel 2018 il 15% di derivati di pomodoro in più rispetto allo scorso anno (elaborazioni Coldiretti su dati Istat) relativi ai primi cinque mesi con 86 milioni di chili provenienti nell’ordine da Stati Uniti, Spagna e Cina.

 

Quai 5 milioni di tonnellate

La nuova normativa entra in vigore mentre si sta concludendo la campagna di raccolta del pomodoro in Italia che quest’anno dovrebbe assicurare un raccolto attorno a 4.750.000 tonnellate, con una buona qualità in termini di gradi Brix, ovvero di contenuto zuccherino, ma rese all’ettaro sotto le medie degli ultimi anni. Si tratta di una attività che impegna in moto in Italia una filiera di eccellenza del Made in Italy che coinvolge circa 7.000 imprese agricole, oltre 100 imprese di trasformazione e 10.000 addetti, che esporta 2 miliardi di euro di derivati del pomodoro in tutto il mondo.

L’Italia è il principale produttore dell’Unione Europea dove le previsioni riportano un calo produttivo complessivo del 14%, con riduzioni superiori al 20% in Spagna e Portogallo. A livello mondiale, il calo della produzione sarebbe meno sostenuto (-6,6%), nonostante la previsione di un meno 40% per la produzione cinese di pomodoro da industria, mitigata da un +14% della produzione californiana.

Sempre secondo Coldiretti oggi in Italia si consumano conserve di pomodoro per circa 30 chili a testa all’anno a casa, al ristorante o in pizzeria. I proodtti più gettonati sono, nell’ordine, le passate, le polpe o il pomodoro a pezzi, i pelati e i concentrati.

L’obbligo di orgine in etichetta per i prodotti a base di pomodoro segue quello per latte e prodotti lattiero-caseari, grano pasta e riso, di carni di manzo, maiale, di ovini e caprino e di pollame, prodotti ittici, olio, uova, miele e ortofrutta fresca.

Aste al ribasso, il chiarimento di Esselunga e Conad

Chiarisce la sua posizione a seguito delle polimiche delle settimane passate sulle aste online al doppio ribasso che strangolerebbero gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione la nota diramata oggi da Esseluga. La catena di Pioltello tiene infatti a chiarire che “il Gruppo Esselunga ha adottato un proprio codice etico che impone il rispetto dei diritti umani fondamentali e la dignità delle persone. Ci impegniamo costantemente nella prevenzione di ogni forma di sfruttamento. Allo stesso tempo chiediamo ai nostri fornitori il rispetto di questi principi, pena l’esclusione dalla nostra rete commerciale”.
Esselunga, inoltre, “non ha mai fatto ricorso alla pratica delle aste elettroniche per l’acquisto di prodotti agricoli e agroalimentari, nel rispetto dei propri valori e a tutela dei suoi clienti e dei suoi fornitori”.
Coerentemente con questi principi, a settembre 2017 l’insegna ha sottoscritto un protocollo di intesa con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali al fine di favorire un mercato più trasparente e per evitare effetti distorsivi nei rapporti di filiera.

Nei giorni scorsi anche Conad era intervenuta attraverso le parole dell’Ad Francesco Pugliese, in merito allo sfruttamento del lavoro nelle campagne e alle affermazioni di coloro che vorrebbero addossare la responsabilità di questi fenomeni alla distribuzione e alle “aste al doppio ribasso”.

“Si vogliono confondere le acque sovrapponendo due fenomeni differenti, entrambi esecrabili, ma di natura molto diversa. Il primo è quello dello sfruttamento dei migranti, a cui ricorre da tempo una parte dell’imprenditoria agricola. È vergognoso ma non vi è nulla di nuovo, purtroppo: in passato le vittime erano principalmente le donne, da qualche tempo sono gli stranieri ma si tratta sempre di persone private di diritti. Cercare i responsabili al di fuori del mondo agricolo significa giustificare implicitamente gli imprenditori della terra che ricorrono all’illegalità (peraltro a scapito di tutti gli altri) e rinunciare a combattere – al fianco delle autorità e delle forze dell’ordine – una piaga che invece riguarda profondamente proprio il comparto agricolo. Le leggi ci sono e sono molto chiare, ma il ruolo di vigilanza e repressione spetta alle istituzioni che devono incrementare le visite ispettive”.

Qyuanto inevce alle aste a doppio ribasso, questione “prettamente commerciale”, “Conad ha più volte espresso la sua contrarietà e infatti non vi partecipa. Gli imprenditori agricoli dovrebbero fare lo stesso: astenersi. Attualmente al Parlamento europeo è in discussione una Direttiva comunitaria che sarebbe bene includesse queste aste tra le pratiche sleali nella filiera alimentare.  È certamente un buon inizio, purché ci si ponga davvero l’obiettivo di tutelare il mondo agricolo e le piccole e medie imprese, non le grandi multinazionali del food alle quali non mancano i mezzi per imporsi”.

Blockchain, Carrefour la userà per tracciare la filiera, partendo dai polli “puliti”

La blockchain può essere usata anche per tracciare senza se e senza ma l’autenticità di una filiera: una risorsa per la grande distribuzione, che Carrefour Italia per prima in Italia sceglie di sfruttare, applicando la tecnologia alla tracciabilità dei beni alimentari. E parte dalla filiera del pollo allevato all’aperto e senza antibiotici, una pratica che da settembre sarà consultabile in maniera trasparente anche dal consumatore finale e riguarderà 29 allevamenti, due mangimifici e un macello. La prima applicazione sarà infatti presentata a settembre durante il salone Carrefour. In base ai risultati raggiunti, potranno partire nuove sperimentazioni, la prima delle quali dovrebbe coinvolgere la filiera degli agrumi.

“L’evoluzione delle richieste del consumatore e la rinnovata attenzione alla provenienza dei prodotti che la Gdo offre impone agli operatori del settore un impegno sempre maggiore verso la trasparenza delle informazioni. – commenta Stéphane Coum, direttore Operation Carrefour Italia –. La tecnologia blockchain è uno strumento fondamentale in questa direzione, poiché rappresenta un patto di fiducia tra Carrefour Italia e il cliente finale, che potrà verificare direttamente e in tempo reale le informazioni legate alla filiera del prodotto, dall’origine sino all’arrivo al punto vendita.”

I clienti Carrefour Italia potranno accedere alle informazioni relative al prodotto acquistato attraverso un QR Code e consultare i dati mappati grazie a una interfaccia realizzata da Carrefour Italia. La tecnologia blockchain garantisce l’immutabilità del dato registrato e lo storico delle informazioni del prodotto di filiera.

L’utilizzo della blockchain è parte della strategia avviata nel 1992 in Francia e nel 2001 in Italia, che ha introdotto il nuovo marchio Carrefour “Filiere Qualità”, ed è uno degli strumenti che il Gruppo Carrefour sta implementando per raggiungere l’obiettivo di lungo periodo, inserito nel piano strategico Carrefour 2022, di diventare leader mondiale nella transizione alimentare, un cambiamento necessario.

“Una rivoluzione epocale – continua Coum – che ci impegniamo a portare avanti con i nostri clienti seguendo i valori della qualità e dell’affidabilità dell’offerta, della sostenibilità, dell’accessibilità dei prezzi e delle informazioni. Per Carrefour Italia, la tracciabilità della filiera rappresenta in questo senso una ulteriore assunzione di responsabilità verso i nostri clienti e un nuovo passo verso la totale trasparenza”.

La blockchain ha già registrato una risposta positiva in Francia, dove Carrefour ha adottato la tecnologia quattro mesi fa, cominciando dalla filiera del pollo d`Auvergne per poi allargarsi al pomodoro Marmande. 

I microgreens di Cefla arrivano da Fico Eataly World con Flora Toscana

I microgreens sono tra i candidati a cibo del futuro per valori nutrizionali e facilità di coltivazione, e ora approdano all’interno del parco agroalimentare FICO (Fabbrica Italiana Contadina) Eataly World di Bologna, nelle Grow Unit di Cefla Shopfitting, posizionata nel punto vendita “La Serra” di Flora Toscana. Così è ora possibile acquistare micro-ortaggi freschi.


”Far crescere i microgreens qui a Fico all’interno dell’innovativa vetrina di Cefla ci consente di favorire la logistica dei preseminati e la gestione all’interno del punto vendita, permettendoci di offrire ai clienti e ai ristoranti del parco agroalimentare un prodotto cresciuto a cm 0, naturale, freschissimo e ricco di nutrienti” spiega Carlo Carcangiu, responsabile del punto vendita “La Serra”.
Il mobile-vetrina, grazie a un sistema di irrigazione e illuminazione LED appositamente studiato, permette di far crescere in soli sette giorni i microgreens, ovvero piante dalle elevate proprietà nutraceutiche, che contengono fino a 40 volte la percentuale di vitamine presente nei normali ortaggi.
“Siamo contenti di poter valorizzare la produzione di un nostro associato, L’Ortofruttifero, spiega Luciana Romiti – responsabile comunicazione e marketing di Flora Toscana – e allo stesso tempo fare cultura sui microgreens che contribuiscono a migliorare le abitudini alimentari delle nuove generazioni. Abbiamo già potuto toccare con mano la curiosità dei bambini nel provare piante dai sapori così intensi. Quando siamo venuti a conoscenza della Grow Unit di Cefla ci è sembrato uno strumento eccezionale, che garantisce inoltre la freschezza ottimale del prodotto”.

 

Nutrizione, educazione e intrattenimento
La Grow Unit è anche un utile strumento per veicolare il messaggio formativo e sociale alla base stessa del parco agroalimentare. In mezzo a una folla incuriosita nell’arena di Fico, si è svolto il primo workshop con show cooking dedicato ai microgreens organizzato da Flora Toscana in collaborazione con L’Ortofruttifero.

“È stato un piacere poter assistere al workshop dove l’agronoma Lucia Paoletti e la food blogger Ada Parisi hanno intrattenuto e incuriosito i presenti, attraverso le degustazioni e la preparazione di piatti con i microgreens. Ho visto persone impressionate nell’assaggiare una foglia di ravanello rosso e scoprire che ha un sapore più deciso del medesimo ortaggio adulto” spiega Stefano Pistis, product marketing manager di Cefla Shopfitting.


“La Grow Unit è stata pensata per dare uno strumento totalmente automatizzato, di utilizzo semplice, a punti vendita e ristoranti desiderosi di offrire ai clienti un prodotto naturale e fresco, dall’elevato contenuto nutraceutico e organolettico. Le diverse varietà di microgreens che crescono all’interno della grow unit rappresentano il risultato di un progetto partito un anno e mezzo fa, che sta destando notevole interesse nel mondo distributivo e Horeca” spiega Pistis.

Old Wild West adotta Cuki Save Bag, la vaschetta contro lo spreco

Old Wild West promuove la cultura del consumo di cibo responsabile e adotta Cuki Save Bag, la vaschetta che permette di portare con sé ciò che non si è consumato al ristorante. Un modo costruttivo per ridurre gli sprechi di cibo che, nel settore della ristorazione (commerciale e collettiva), si stima  si aggiri a valore intorno ai 2,6 miliardi di euro pari a 185 mila tonnellate di cibo (*).

Il progetto

Se hai gli occhi più grandi della pancia usa la testa: è questa l’anima del progetto Save Bag, realizzato da Cuki in collaborazione con Fondazione Banco Alimentare Onlus che da oggi può contare su una nuova preziosa partnership siglata con Old Wild West, la burger&steak house numero uno in Italia.

 

Il Progetto Save Bag al quale hanno aderito ad oggi già oltre 1000 ristoranti oltre alle Osterie Slowfood e i ristoranti della catena Eataly, è stato presentato alla XX° edizione del Salone del Gusto di Torino alla presenza dell’ ex Ministro della Politiche Agricole Maurizio Martina e del fondatore di Slowfood Carlo Petrini.

da sinistra, Lucchini, Radi e Bertolino

Le opinioni

 Carlo Bertolino, Direttore Marketing Divisione Largo Consumo di Cuki Cofresco S.p.A ha dichiarato:Siamo molto contenti che Old Wild West sia al nostro fianco nella lotta allo spreco alimentare contribuendo a diffondere una buona pratica come quella di portarsi a casa il cibo non consumato nei ristoranti. Cuki, inoltre, da tempo è impegnata nell’attività di responsabilità sociale, offrendo i propri contenitori per la protezione, trasporto e conservazione degli alimenti a sostegno del Progetto Siticibo del Banco Alimentare: con il progetto Cuki Save the Food in 7 anni sono state oltre 3 milioni di porzioni di cibo non consumato dalle mense aziendali, scolastiche e ospedaliere, unitamente ad alimenti freschi, frutta e pane, destinate agli enti caritativi impegnati a offrire pasti agli indigenti.

 Oltre ai ristoranti Old Wild West, format appartenente a Cigierre, Compagnia Generale Ristorazione SpA, anche gli altri marchi del Gruppo, America Graffiti, Wiener Haus, Pizzikotto e Shi’s, hanno aderito al progetto adottando Save Bag.  Sono quindi oltre 300 i ristoranti “targati” Cigierre che da oggi potranno dare ai propri clienti un’opportunità per contribuire a ridurre lo spreco alimentare.

Sul sito www.cukisavethefood.it/savebag i ristoratori che lo desiderano possono iscriversi per ricevere il Kit Save Bag e per registrare il proprio ristorante.

 

Paolo Radi, Direttore Commerciale e Sviluppo Gruppo Cigierre SpA ha aggiunto: “Nei nostri ristoranti serviamo oltre 22 milioni di coperti all’anno, un dato che esprime il successo dell’azienda ma – purtroppo– anche il potenziale spreco che ne consegue. Siamo, quindi, orgogliosi di contribuire alla sensibilizzazione del pubblico su questo importante tema.

La nostra clientela è costituita soprattutto da giovani e da famiglie con bambini, perfettamente in target con questa iniziativa: è doveroso responsabilizzare le nuove generazioni sul valore del cibo, soprattutto al ristorante.

D’ora in poi, tutte le tovagliette utilizzate nelle catene Old Wild West, America Graffiti, Wiener Haus, Pizzikotto e Shi’s, riporteranno un messaggio che stimola il cliente a portare con sé il cibo non consumato. L’invito giungerà sempre anche dai nostri addetti alla sala che hanno colto con grande entusiasmo questo progetto.”

 

*Fonte Indagine “Surplus Food Management Against Food Waste. Il recupero delle eccedenze alimentari. Dalle parole ai fatti” realizzata da Politecnico di Milano e Fondazione Banco Alimentare Onlus.

 

Obiettivo: “allineare” il sistema Italia, la Gdo adotta lo standard GS1 GDSN

È stato un soddisfatto Giorgio Santambrogio nella veste di presidente di ADM ad annunciare l’impegno della distribuzione moderna presente in Italia ad aderire allo standard GS1 GDSN. Perché ormai non basta parlare di Big Data, la prossima frontiera per le aziende è garantire la qualità del dato.

A margine del convegno abbiamo chiesto a Santambrogio il perché di questa decisione. 

Nel corso dell’incontro “Big data nel carrello – Dall’efficienza di filiera alle strategie di marketing” ampio spazio è stato dedicato al percorso virtuoso che – grazie agli standard GS1 – permette alle imprese di scambiarsi informazioni dettagliate e corrette, arrivando così a relazionarsi meglio con il consumatore.

Nella stessa occasione GS1 Italy ha annunciato l’avvio del Piano per l’attuazione della qualità dei dati, per accompagnare le imprese del largo consumo nello sviluppo della cultura del data quality all’interno dell’azienda e nella strutturazione dei processi di data governance. La qualità dei dati è, infatti, diventata un vantaggio strategico e le aziende devono assicurare che i dati disponibili sui loro prodotti siano di qualità, corretti e aggiornati.

Nei prossimi giorni sarà pubblicata la videointervista a Bruno Aceto, Ceo di GS1 Italy, che ci spiega più nello specifico cos’è e a cosa serve Allineo.

MARR dice no alle uova in gabbia e ottiene la certificazione di pesca sostenibile

MARR S.p.A., società leader in Italia nella commercializzazione e distribuzione di prodotti alimentari al foodservice con oltre 45.000 clienti (ristoranti, pizzerie, alberghi, catene di ristorazione, mense, bar ecc.), ha ottenuto la certificazione MSC (Marine Stewardship Council) secondo lo Standard MSC per la Catena di Custodia. I prodotti che si fregiano di questa certificazione provengono da zone di pesca governate attraverso avanzati programmi di gestione. Il marchio MSC è il sistema di garanzia della pesca sostenibile maggiormente diffuso e conosciuto a livello internazionale.

La nuova certificazione si aggiunge alla policy sulla pesca sostenibile adottata da MARR  che prevede un proprio disciplinare di gestione per il processo di controllo della “Filiera ittica sostenibile” certificato (www.marr.it/sostenibilita/pesca-sostenibile).

MARR ha anche adottato una policy sul benessere animale (www.marr.it/sostenibilita/benessere-animale) dove l’impegno nel  settore ittico si estende anche agli allevamenti di acquacoltura: entro il 2022, in accordo con il programma di controllo della “Filiera ittica sostenibile”, saranno estese le attività di verifica sui fornitori afferenti al settore dell’acquacoltura affinché siano rispettati i criteri di benessere animale per gli ittici.

Altro punto saliente della policy riguarda le uova e gli ovoprodotti. MARR ritiene che il confinamento delle galline in gabbie, sebbene realizzate in conformità alla normativa vigente, sia una pratica dannosa per il benessere degli animali: pertanto ha deciso di sospendere la commercializzazione di uova e ovoprodotti derivanti dalle galline allevate in gabbia entro il 2025. Saranno eseguite entro il 2019 anche campagne di sensibilizzazione rivolte ai clienti al fine di promuovere l’utilizzo di uova e ovoprodotti provenienti da allevamenti a terra e biologici.

I criteri di Benessere Animale sono per MARR parte integrante dei requisiti di fornitura, al fine di assicurare nelle filiere il rispetto della normativa vigente in Italia e nella UE sul benessere animale e delle cinque libertà previste dal “Farm Animal Welfare Council del 1979”.

MARR si impegna nel triennio 2019-2021 ad attuare un piano di verifiche ispettive al fine di valutare la conformità rispetto agli standard di benessere animale sottoscritti dai fornitori, avvalendosi anche della collaborazione di Organismi di controllo e certificazione accreditati, operanti a livello internazionale nel settore.

 

Despar lancia Binnostu, la nuova linea di vini sardi che valorizza le eccellenze italiane

Despar Italia lancia una nuova linea di vini sardi con il marchio proprio Binnostu: una novità tesa non solo a valorizzare le tipicità di un importante territorio come quello della Sardegna, ma anche a supportare il più ampio progetto di Despar volto a valorizzare le eccellenze italiane: in questo caso la Sardegna è stata scelta per promuovere due icone del panorama vitivinicolo.

Due i vini che saranno a breve disponibili nei vari punti vendita di Despar: il Binnostu Vermentino di Sardegna e il Binnostu Cannonau di Sardegna, prodotti nella zona di Jerzu, ridente paese situato a circa 500 mt sul livello del mare nel cuore dell’Ogliastra, lungo la costa orientale della regione.

“Il lancio di questi nuovi prodotti dimostra il nostro impegno nel valorizzare il territorio in cui operiamo, soddisfando le richieste del mercato con prodotti eccellenti collocati nel nostro assortimento MDD e sostenuti dai nostri marchi. Abbiamo infatti un approccio evoluto con la MDD e consideriamo la marca d’insegna uno dei punti cardine della fiducia dei consumatori. È pertanto fondamentale rispondere con prodotti di qualità, con un packaging distintivo e un posizionamento in grado di assumere un ruolo di vero e proprio brand e ruolo di guida nel panorama della GDO” – commenta Lucio Fochesato, Direttore Generale di Despar Italia.  

I due vini

Binnostu Vermentino di Sardegna: un vino bianco a Denominazione di Origine Controllata. Vino di colore giallo paglierino brillante, profumo fine con un elegante bouquet di agrumi. Al palato risulta delicato e persistente, morbido e lievemente fruttato. Si abbina perfettamente ad antipasti, crostacei e piatti di pesce in genere. Si consiglia di servire alla temperatura di 8-10°C. Grado alcolico: 13°

Binnostu Cannonau di Sardegna: un vino rossoa Denominazione di Origine Controllata. Vino di colore rosso rubino con riflessi violacei, al naso netto con percezioni di frutti di bosco e di macchia mediterranea. Al palato è sapido, armonico, piacevolmente tannico. Si abbina perfettamente a ricchi primi piatti, ad arrosti o carni. Si consiglia di servire alla temperatura di 16°C. Grado alcolico: 13°

 

 

 

Mielizia punta su nuovi segmenti: le composte, gli integratori e la crema al cacao

Mielizia, storico brand di Conapi arricchisce la sua gamma puntando su nuovi segmenti di mercato e spaziando dalle composte a base frutta, alla crema di cacao fino agli integratori biologici.

Le composte

Sono tre le referenze attualmente in assortimento e sono state selezionate tra le più alto vendenti: Composta di Albicocche, Composta di Fragole e Composta di Mirtilli. Le prime due sono prodotte con frutta 100% italiana a residuo zero,  mentre quella di Mirtilli è ottenuta con frutta biologica. Sono tutte dolcificate, ed è questo che le caratterizza nel panorama delle composte, con miele italiano di sulla al 5%.

Miele con cacao

Cremoso, spalmabile e dal colore scuro è un prodotto ottimo da solo ma perfetto anche se aggiunto al latte o spalmato su pane e fette biscottate. Si caratterizza per il ridotto contenuto di grassi (2,7 g per 100 g di prodotto). Può inoltre diventare un interessante ingrediente per la preparazione di dolci e dessert gustosi e originali.

Gli integratori

Fin dall’antichità il miele e gli altri prodotti ricavati dall’atività delle api, sono conosciuti per le loro proprietà terapeutiche, dalla propoli, al polline, alla pappa reale.

Barrette energetiche “raw”

Proposte nella versione Energia Bio, con pappa reale, ed Energia Sport Bio, con polline e pappa reale, sono lavorate a basse temperature per preservare l’integrità e il gusto degli ingredienti. Realizzate con prodotti apistici biologici italiani e con altri ingredienti selezionati, sono senza zuccheri aggiunti e senza glutine.

Formato: 35 g

 

Caramelle dure Sollievo Gola Bio

Uniscono l’azione antisettica della propoli con quella emolliente e lenitiva del miele.

Prezzo consigliato: 4,20 euro

Formato: 40 g

Energia Bio

Mix di miele, pappa reale e maca andina, tonico adattogeno, fonte di energia, consigliato nei momenti di maggiore impegno fisico e mentale, in periodi di stress e durante i cambi di stagione.

Prezzo consigliato: 7,50 euro

Formato: 7 bustine da 10 g

 

Energia Sport Bio

Ottenuto dalla combinazione di miele, polline, zenzero e rosa canina svolge un’azione di sostegno, ricostituente e antiossidante. Appositamente studiato per gli sportivi, rappresenta una fonte di energia tascabile pronta all’uso.  

Prezzo consigliato: 7,50 euro

Formato: 10 bustine da 10 g

Difesa e sollievo Gola Bio

Con miele, propoli, dalle naturali proprietà balsamiche e ricca di flavonoidi, sambuco ed echinacea purpurea che supporta le naturali difese dell’organismo e la funzionalità delle prime vie respiratorie.

Prezzo consigliato: 7,50 euro

Formato: 10 bustine da 10 g

Sollievo tosse Bio

Sciroppo con propoli e mieli italiani con aggiunta di estratto di eucalipto, che favorisce un’azione emolliente e lenitiva; altea e timo, indicati per il benessere della gola e verbasco, che sostiene la funzionalità delle mucose dell’apparato respiratorio.

 Prezzo consigliato: 13,90 euro

Formato: 100 ml

Difesa e sollievo Gola Bio Spray

Spray con propoli e mieli italiani, con olio essenziale di eucalipto, che offre effetto balsamico e azione emolliente e lenitiva.  

Prezzo consigliato: 8,50 euro

Formato: 30 ml

 

L’Azienda

Nata per iniziativa di Conapi (che è anche fondatore del brand Alcenero) Mielizia, che a giugno 2017 ha fatturato 22 milioni di euro,  ha oggi al suo attivo una quota di distribuzione ponderata del 45% e una crescita a volume del 30% annuo. Rispetto ai suoi competitor, classificabili essenzialmente come venditori, Mielizia è orgogliosa del suo “essere filiera”, in quanto riunisce al suo interno più di 600 apicultori italiani (per un patrimonio totale di oltre  90 mila alveari su tutto il territorio nazionale) e da poco ha permesso l’ingresso nella sua compagnie di produttori ungheresi e spagnoli.

Nel medio periodo l’obiettivo dell’azienda è quello di presentarsi come brand di miele italiano tout court.

Circuito distributivo

Oggi Mielizia è presente con  prodotti convenzionali in alcune delle principali insegne italiane (Coop, Conad, Aspiag), mentre per Natura Sì produce le referenze bio  del brand “Cuor di Miele” che quest’anno si è arricchito anche della linea di gelato, disponibile in 4 gusti (cacao, agrumi, vaniglia e nocciola).

All’estero, invece, Mielizia è presente con referenze biologiche in Bio Coop Francia e in Giappone.

A febbraio, infine, Mielizia ha inaugurato il suo canale e-commerce, molto apprezzato sia da curiosi e eclettici, più propensi ad acquistare tipologie diverse per testarle, sia da appassionati che acquistano grossi quantitativi del prodotto preferito.

Gelateria Callipo si presenta con un nuova veste e lancia il Tartufo al pistacchio

Gelateria Callipo, nasce nel 2008 dall’esperienza della famiglia Callipo, con una mission ben precisa: diffondere la cultura gelatiera di Pizzo di Calabria.

Oggi, a 10 anni dal suo esordio, l’azienda si presenta con una veste tutta nuova ma con la qualità di sempre.

L’operazione di rebranding è stata avviata nel 2017 con il restyling del logo e con la nuova brand image, caratterizzata dalle tipiche maioliche che enfatizzano lo stile mediterraneo e l’italianità,  e si completa con i nuovi packaging sviluppati su tutte le linee di prodotto e un sito completamente rinnovato, dinamico e accattivante dove trovare tutto il fresco mondo di casa Callipo. (http://www.gelateriacallipo.com).

La nuova veste grafica premium nasce per dare maggiore riconoscibilità ai prodotti dell’azienda calabrese e per comunicare in modo efficace le caratteristiche distintive delle referenze che costituiscono la linea Creme Pregiate.  

La classica vaschetta è, infatti, sostituita dalla coppa da 310gr. Il Visual ideato per il nuovo packaging  mette in evidenza l’ingrediente principale della referenza, mentre la scelta cromatica del nero evidenzia lo stile  elegante del prodotto «gourmand»,  un gelato raffinato, abbinato ad insoliti gusti dal sapore mediterraneo. Il codice colore nella parte inferiore del pack, diverso per ogni gusto identifica le 4 referenze: Cioccolato variegato al Rhum con Torrone di Calabria, Noce con Fichi di Calabria, Pistacchio, Ricotta con Pere e gocce di Cioccolato.

La linea dei Tartufi

Tra le novità anche una nuova referenza per la linea dei Tartufi con la versione al Pistacchio, un gelato ricoperto con scaglie di cioccolato bianco e con cuore fluido al pistacchio. Il tartufo al pistacchio è realizzato con latte fresco italiano e il 20% di pasta di pistacchio. Il gusto al Pistacchio completa la gamma Tartufo di Pizzo, tipico prodotto della tradizione gelateria di Pizzo di Calabria caratterizzato dal cuore fluido all’interno,  disponibile anche nei gusti Nocciola e Cioccolato, Caffè e Panna, Limoncello.

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