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Ortofrutta: Agrintesa entra nella cooperativa OSAS e approda nel Mezzogiorno

È stata formalizzata nelle scorse settimane dalle assemblee dei soci la fusione per incorporazione di Agrintesa con OSAS, cooperativa calabrese specializzata in produzioni frutticole. L’operazione, effettiva dal prossimo primo giugno, porta così il catasto frutticolo di Agrintesa oltre quota 9.300 ettari, a cui se ne aggiungono 7.300 di vigneto e 500 di ortaggi.

“Questa operazione sviluppa il bacino produttivo di Agrintesa permettendoci di ampliare ulteriormente il calendario di produzione e tutelandoci, al contempo, dal rischio climatico: in questo modo potremo offrire un servizio sempre migliore ai nostri partner della distribuzione” commenta Aristide Castellari, Presidente di Agrintesa. “Sono lieto che la nostra base sociale, con la quale ci siamo ampiamente confrontati negli ultimi mesi, abbia compreso l’importanza del progetto e le sue potenzialità: accogliamo al nostro interno una vera realtà cooperativa con la quale condividiamo interessi, valori e ideali e dove, come in Agrintesa, i produttori sono protagonisti”.

Nata nel 1962, OSAS oggi può contare su oltre 1.000 ettari coltivati dai soci nella Piana di Sibari e una compagine sociale da sempre specializzata e qualificata nella produzione di drupacee (pesche, nettarine e albicocche, con numerosi ettari di Ondine in pieno sviluppo) e agrumi, in particolare Clementine di Calabria IGP, con kiwi, cachi e arance ad arricchire il paniere. “Ad oggi OSAS è la cooperativa di riferimento nel proprio territorio” spiega il Presidente Luigi Nola: “la fusione in Agrintesa va nella direzione di garantire continuità e ulteriori opportunità di sviluppo ai produttori. Le basi su cui si è costruita questa operazione sono quelle della maggiore efficienza gestionale e dei migliori risultati economici per i nostri soci e giunge al culmine di un percorso sinergico avviato da tempo. Fin dal 2017 infatti OSAS, attraverso la società commerciale Campoverde, commercializza la propria produzione tramite Alegra, Brio e Valfrutta Fresco”.

“Questa operazione rappresenta un importante rafforzamento di Agrintesa” aggiunge il Direttore Generale, Cristian Moretti. “La nostra cooperativa crede da sempre nell’aggregazione e, pur mantenendo le radici in Emilia-Romagna, sta accrescendo la propria presenza in diverse regioni a forte vocazione ortofrutticola, diversificando così gli areali produttivi. Uno sviluppo che si basa su sinergie importanti fra soci, cooperativa e territori e che ci permette di perseguire la nostra mission: garantire risposte efficaci ai nostri soci produttori e ai nostri clienti generando continuità alla filiera ortofrutticola che rappresentiamo. Questa aggregazione va esattamente in tale direzione”.

Aumento quotazioni, digitalizzazione, innovazione: Conserve Italia rilancia i progetti di filiera

“Il futuro dell’agricoltura appartiene sempre di più alle filiere. E noi che siamo da sempre una filiera cooperativa integrata, rappresentiamo l’unico modello di impresa che mette insieme le fasi di coltivazione, trasformazione industriale e commercializzazione dei prodotti, con l’obiettivo di valorizzare la materia prima conferita dai soci e al contempo rispondere alle richieste di un mercato in continua evoluzione”: con queste parole il Presidente di Conserve Italia Maurizio Gardini ha concluso il suo intervento nell’incontro svoltosi nei giorni scorsi nella sala assemblee di Agrintesa a Bagnacavallo (RA), dove il Consorzio ha incontrato i rappresentanti e i soci produttori delle sette cooperative aderenti che partecipano ai progetti di filiera per impianti programmati di frutta da industria. Si tratta di contratti pluriennali per la coltivazione di frutta destinata alla trasformazione industriale, con un prezzo minimo garantito riconosciuto ai produttori che possono così programmare al meglio le attività.

Aumento delle quotazioni e contributi per nuovi impianti, attività di ricerca e sperimentazione per risolvere i problemi fitosanitari e trovare nuove varietà più resistenti ai cambiamenti climatici, investimenti in digitalizzazione per il monitoraggio delle piante e in meccanizzazione delle fasi di raccolta: queste le principali iniziative messe in campo da Conserve Italia a favore dei soci e illustrate nel corso dell’evento.

“Oltre vent’anni fa, nel 2003, Conserve Italia avviava il primo progetto di filiera per impianti programmati di frutta dedicato alle pesche gialle, produzione fondamentale per la realizzazione dei nostri succhi – ha detto il Presidente Gardini. Quella data ha segnato l’inizio di un percorso straordinario compiuto insieme alle cooperative e ai soci, un percorso che ha portato alla definizione di 6 progetti che ad oggi interessano 200 aziende agricole concentrate principalmente nell’areale romagnolo oltre che nei territori di Ferrara e Bologna, per un totale di 700 ettari di albicocche, pesche gialle, nettarine, percoche, pere e mele destinate alla trasformazione industriale”.

“Questa iniziativa, davvero unica nel panorama ortofrutticolo italiano – ha aggiunto il Presidente di Conserve Italia – ha garantito al nostro Gruppo una produzione di qualità per la realizzazione di prodotti premium come i succhi Optimum Yoga e le pesche sciroppate Valfrutta. Al contempo, ha assicurato condizioni favorevoli ai produttori grazie a contratti pluriennali allo scopo di garantire stabilità per l’intera vita degli impianti, un reddito costante e sicuro, non soggetto a oscillazioni di mercato in virtù di un minimo garantito che negli ultimi quattro anni è sempre stato incrementato; inoltre, le varietà selezionate per la trasformazione industriale comportano minori oneri nelle fasi di coltivazione e raccolta”.

“Vogliamo contribuire a dare un futuro alla frutticoltura dell’Emilia-Romagna dove si concentra la nostra base sociale – ha concluso Gardini – e in particolare lo vogliamo fare per la frutta da industria, che non è affatto arrivata al capolinea e può ancora rappresentare un’importante opportunità per le aziende agricole. Lo facciamo mettendo a disposizione competenze e professionalità dei nostri tecnici e investendo in ricerca, sperimentazione e innovazione tecnologica, oltre che con sostegni concreti e diretti ai produttori”.

Nel corso dell’evento, il team agricolo di Conserve Italia ha illustrato le nuove condizioni offerte ai soci e la programmazione dei nuovi impianti da mettere a dimora, insieme al progetto agro-meteo per il monitoraggio delle piante sviluppato con xFarm Technologies e in collaborazione con l’Università di Bologna, fondamentale per fornire ai produttori dati a supporto delle loro decisioni in fase di irrigazione e trattamento. Spazio poi ai risultati della ricerca varietale finanziata da Conserve Italia nell’ambito del progetto Maspes, agli esiti della sperimentazione su nuove strategie di difesa fitosanitaria in collaborazione con Agrinet e anche ai test di raccolta meccanizzata realizzati con mezzi appositamente modificati, nel tentativo di ridurre il problema della carenza di manodopera oltre che costi e tempi di questa fase.

Infine sono stati presentati il progetto di tracciabilità per le pesche sciroppate Valfrutta sviluppato dalla Divisione Marketing Retail (iniziativa che ha interessato una trentina di produttori per fornire ai consumatori, tramite QR Code in etichetta, informazioni dettagliate sull’origine del prodotto) e la nuova attività di comunicazione interna “Noi siamo Filiera” sviluppata dall’agenzia Orma Comunicazione per aprire un canale diretto con i produttori degli impianti programmati di frutta da industria.

Calano i prezzi di frutta e verdura di stagione, in discesa clementine, arance e cavolfiori

Grazie alle temperature medio-alte che si rilevano in questi ultimi giorni di gennaio, nei mercati ortofrutticoli si registrano generali ribassi dei prezzi di frutta e verdura.

FRUTTA

Clementine: Sta volgendo al termine la campagna delle clementine comuni che presto lasceranno il posto alle varietà tardive. Si confermano i prezzi in calo rispetto alle scorse settimane dovuti a un livello della domanda ancora basso. In particolare, rispetto al 2023, si registra un calo dell’11% grazie a un prezzo medio che si attesta su 1,20 euro/Kg.
Arance: buona la qualità delle arance rosse Tarocco che si sono affiancate alla bionda Navelina. Anche per questo prodotto, i prezzi sono in calo rispetto alle scorse settimane, sebbene si confermino prezzi più alti di quasi il 30% rispetto ad un anno fa per il calibro più piccolo e del 21% per quello più grande. Tale aumento è dovuto a una riduzione della quantità di produzione dovuta al maltempo della scorsa primavera e alla siccità della scorsa estate.
Mele: rimangono stabili i prezzi di tutte le varietà delle mele. In particolare, si registra 1,70 euro/Kg per le Golden Delicious, prezzo regolare seppur in aumento del 18% rispetto a 12 mesi fa a causa di un aumento della domanda a livello mondiale e all’aumento dei costi di produzione.

ORTAGGI

Finocchi, carciofi e cavolo verza: consigliati i finocchi a 1,37 euro/Kg (+28,04% rispetto al 2023 sebbene con un trend in calo) e i carciofi a 0,60 euro al pezzo (+22,45 euro/Kg rispetto a 12 mesi fa). Sceso a 0,88 euro/Kg (+10% rispetto a 12 mesi fa) il prezzo del cavolo verza.
Cavolfiori e lattuga: ottimi da consumare in questo periodo anche i cavolfiori bianchi per i quali si registra il prezzo medio di 1,35 euro/Kg, in calo rispetto al periodo natalizio ma stabile rispetto allo scorso anno e le lattughe che a 1,50 euro/Kg restano ancora in rialzo del 20% rispetto al 2023.
Pomodori e zucchine: l’aumento dei costi di produzione, invece, continua a tenere in alto i prezzi dei prodotti di serra: pomodori e zucchine in particolare. Sebbene anche per questi prodotti si sia registrato un trend in calo, rimangono in rialzo del 31,15% i prezzi del pomodoro Piccadilly e di quasi il 34% i prezzi delle zucchine scure lunghe.

A meno che la situazione climatica non dovesse cambiare improvvisamente, tali cali potranno proseguire anche nelle prossime settimane.

In Cina arriva Rubyglow, l’ananas ibrido con la buccia rossa

Rubyglow è un incrocio tra un ananas tradizionale e un ananas Morada, tipicamente non commestibile: questo lo rende un frutto ibrido prodotto attraverso tecniche tradizionali di incrocio. Gli ananas Rubyglow maturano su pianta in Costa Rica e sono venduti (senza corona) in confezioni dal design particolare. Il frutto presenta una buccia esterna rossa, una polpa giallo brillante e un nuovo sapore dolce. Al momento è stato lanciato da Fresh Del Monte in Cina, in tempo per il Capodanno cinese.

“Siamo orgogliosi di svelare l’ananas Rubyglow, un’esclusiva di Fresh Del Monte che consolida ulteriormente la nostra posizione nel mercato degli ananas”, ha affermato Mohammad Abu-Ghazaleh, Presidente e Amministratore Delegato dell’azienda. “I nostri scienziati continuano a elevare il livello creando nuove varietà di ananas, con gusti e colori diversi che soddisfano un numero sempre maggiore di consumatori in tutto il mondo. Crediamo che l’ananas Rubyglow sia il prodotto perfetto per costruire la nostra presenza sul mercato cinese”.

Con circa 5.000 ananas disponibili in tutto il mondo nel 2024 e 3.000 nel 2025, la rarità dell’ananas e le scorte limitate rendono Rubyglow un articolo molto ambito. In sviluppo da oltre quindici anni, dispone di un brevetto registrato negli Stati Uniti. Con questo prodotto Fresh Del Monte arricchisce ulteriormente il suo parco ananas che già annovera Pinkglow, Honeyglow e Del Monte Zero.

Quota di mercato in crescita per Pink Lady, in Italia da 25 anni

La stagione 2023/24 si preannuncia produttiva per Pink Lady, brand che opera nel settore melicolo e che quest’anno festeggia il venticinquennale di attività in Italia. La stima potenziale del volume di vendite in Europa per il prodotto a marca Pink Lady e PinKids è pari a 225.000 tonnellate (di cui 90.000 in Italia) rispetto alle 180.000 (di cui 75.000 in Italia, +40% in 10 anni) della scorsa stagione, ovvero +25% a livello europeo e +20% in Italia.

La filiera produttiva Pink Lady coinvolge attivamente 3 Paesi e oltre 3000 produttori:
Francia: Sud-Est, Sud-Ovest, Valle della Loira – 617 produttori;
Italia: Alto Adige, Emilia-Romagna – 2.455 produttori, pari al 78% del totale dei produttori;
Spagna: Lleida, Girona – 73 produttori.
A questi si aggiungono 10 vivaisti che producono gli alberi grazie a un lavoro di selezione naturale e di riproduzione in vivaio, 3.145 produttori che realizzano un lavoro minuzioso durante tutto l’anno per produrre una mela di qualità; 81 stazioni di confezionamento nelle quali si selezionano, conservano e confezionano le mele che diventeranno delle Pink Lady e Pinkids e 13 distributori che assicurano la commercializzazione di Pink Lady in 50 Paesi del mondo.

In Italia la coltivazione della Pink Lady è presente nelle regioni più produttive e vocate dal punto di vista melicolo, l’Alto Adige e l’Emilia-Romagna, con 2.440 ettari di frutteti. Un impatto positivo sull’economia locale italiana con circa 3.000 occupazioni sostenute dal settore, di cui quasi la metà di impieghi diretti (860 in Alto Adige e 580 in Emilia-Romagna). Sul territorio sono presenti inoltre 21 stazioni di confezionamento e 6 distributori autorizzati.

Rilevante l’impegno profuso dall’azienda per la sostenibilità: Pink Lady ha infatti eliminato la plastica nelle confezioni monouso, risparmiando in media 660 tonnellate di plastica in una stagione: le confezioni sono al 100% di cartone, con alveoli di cellulosa per i vassoi destinati allo sfuso. Il cartone è certificato FSC, proveniente da foreste gestite responsabilmente.

Nel contempo si registra l’impegno per la lotta allo spreco alimentare che si concretizza attraverso la riduzione dei frutti da scartare, migliorando costantemente i metodi di produzione e al monitoraggio tecnico della qualità. Le mele commercializzate con il marchio Pink Lady rappresentano dal 70 al 80% della produzione; quelle meno colorate sono particolarmente apprezzate in cucina, mentre le mele più piccole sono commercializzate con il marchio PinKids: presentano le stesse specifiche di qualità, colore e gusto ma l’unica differenza è il formato più piccolo che permette ai bambini di gustare una mela che si adatta perfettamente alle loro mani e al loro appetito. Le mele non selezionate, invece, sono utilizzate nelle industrie di trasformazione alimentare per produrre prodotti di qualità: estratto e polpa di frutta. Le mele non consumabili sono utilizzate per l’alimentazione animale, il compost o la fertilizzazione del terreno.

Nuova social challenge per Chiquita: reinterpretare lo storico jingle

Chiquita lancia la nuova social challenge “It Sounds So Good” e incoraggia i consumatori a reinterpretare l’inconfondibile jingle del marchio con il proprio stile personale: suonarlo all’ukulele, trasformarlo in una jam hip-hop, suonarne una versione rock, o persino dargli un tocco reggae.

“Vogliamo coinvolgere i nostri consumatori e tutti gli appassionati del brand a interagire con lo storico jingle di Chiquita in una modalità autentica e partecipativa, con l’intento di portarli nel mondo valoriale della marca e farli sentire parte della famiglia Chiquita” ha detto Mariaelena Paragone, Head of Global Brand Building Strategy in Chiquita. “Con ‘It Sounds So Good’, vogliamo connetterci sempre di più con le giovani generazioni, intercettando i loro gusti e i loro linguaggi attraverso il potere della musica, e incoraggiando il loro talento da creator di contenuti”.

Questa attivazione fa parte delle iniziative a supporto della campagna globale “It Peels So Good” lanciata la scorsa estate con l’obiettivo di consolidare il ruolo di Chiquita nella categoria, non solo in termini di qualità premium e gusto inconfondibile, ma anche di heritage e personalità distintiva. “It Sounds So Good” vedrà coinvolti una serie di influencer e creator su Meta e TikTok con l’obiettivo di incoraggiare i follower a cimentarsi col canto, imbracciare uno strumento musicale, o riunirsi con gli amici per fare un po’ di buona musica con Chiquita. Le versioni speciali del jingle dovranno essere condivise sui social utilizzando l’hashtag #ItSoundsSoGood, e taggando la pagina IG Chiquita @chiquitabanana o quella Tik Tok @chiquitabananaofficial. L’attivazione si concluderà con la pubblicazione da parte di Chiquita di un video mash-up di fine anno con le interpretazioni più coinvolgenti della community.

Pesche Saturnia, nelle Marche il più grande impianto produttivo d’Europa

All’inizio del 2023 è iniziata la piantumazione della nuova varietà di pesche piatte Nettarine Saturnia. Messe a dimora dall’azienda agricola Eleuteri di Civitanova Marche (MC), saranno in totale 80 mila entro la fine dell’anno: un vero e proprio “rimboschimento agricolo” che avrà anche ripercussioni positive sull’ambiente anche in termini di assorbimento dell’anidride carbonica.

Il nuovo impianto si chiama Anfiteatro e sta sorgendo a Monte Urano, in provincia di Fermo, nelle Marche. Una volta a regime sarà l’azienda agricola più grande in Europa nella produzione di nettarine piatte su una superficie totale di 32 ettari. La nuova ed esclusiva tipologia di drupacee, molto dolce e profumata viene già venduta in Gdo con il brand Saturnia ed entro il 2023 gli ettari coinvolti saranno complessivamente 40 per un totale di circa 80mila piante che daranno oltre 1.500 tonnellate di nettarine piatte.

“L’obiettivo è raddoppiare la superficie coltivata e i volumi entro cinque anni, costruendo un magazzino di confezionamento in modo da soddisfare anche i Paesi esteri, dove le pesche Saturnia sono già molto richieste ma che non riusciamo ancora a servire per insufficienza della produzione” ha dichiarato Marco Eleuteri, Presidente dell’azienda agricola Eleuteri che ha messo sul piatto 2 milioni di euro di investimenti per rinforzare il suo ruolo di maggior produttore nazionale di pesche piatte (120 ettari, un settimo di tutta la superficie nazionale) con 2000 tonnellate e 6 milioni euro di ricavi, completamente realizzati sul mercato italiano.

La previsione di raccolta della pesca Saturnia nella sua totalità si attesta sui 2 milioni di kg quest’anno. Il raccolto, che si protrae da maggio a settembre, vede un mantenimento dei volumi totali. Sebbene le piogge di aprile e maggio abbiano ridotto la produzione del 25-30%, il dato generale è stato bilanciato dalla messa in opera di nuovi impianti avvenuta negli ultimi anni. Per rafforzare la crescita l’azienda Eleuteri ha avviato una collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche dotandosi di un Variety Selector, ossia una figura professionale per osservare il comportamento delle nuove selezioni varietali di pesche e nettarine piatte nel mondo.

“Lo studio, l’osservazione e la sperimentazione sono alla base di una crescita aziendale virtuosa specie in un comparto come quello agricolo, dove i tempi di rientro degli investimenti sono fisiologicamente lunghi e, conseguentemente, gli errori di valutazione possono risultare drammaticamente costosi” spiega ancora Eleuteri. “È la sfida più importante fatta dalla nostra famiglia in oltre 37 anni di lavoro sulla pesca piatta. Ora, grazie ai 200 ettari che avremo in produzione nel 2024 potremo ampliare il mercato in maniera importante sia in Italia sia all’estero, guidando la crescita di questi frutti in cui siamo riconosciuti come uno dei maggiori specialisti al mondo”.

Due nuovi packaging (ecosostenibili) per i kiwi di Zespri

Zespri, azienda attiva nella produzione e commercializzazione di kiwi, ha lanciato in Italia una nuova gamma di packaging studiata per essere in linea con le esigenze del mercato e con le strategie verso gli obiettivi di sostenibilità che il brand intende raggiungere entro il 2025.

La nuova confezione va incontro alle esigenze del consumatore, sempre più attento a comprare prodotti realizzati con una gestione etica delle risorse, dalla produzione fino allo smaltimento e al perseguimento di un basso impatto ambientale.

Il nuovo design consente un maggiore spazio per la comunicazione di importanti driver di acquisto e la relativa modalità di consumo rafforzando così l’impatto di visibilità a scaffale della marca. La struttura ridisegnata permette di ottimizzare le operazioni di confezionamento, assicura una buona visibilità e protegge ulteriormente il frutto al suo interno. Non ultimo, il nuovo pack ha come plus l’essere flessibile nell’adattabilità ai diversi calibri disponibili durante la stagione commerciale, confermando così l’attenzione del brand alla qualità dei suoi prodotti.

Sviluppate per le due varietà Zespri Green e Zespri SunGold, le due nuove confezioni sono realizzate in cartone ondulato, con il 30% di carta riciclata, certificata FSC (Forest Stewardship Council) e sono disponibili presso le insegne della grande distribuzione.

Annus horribilis per la pera dell’Emilia-Romagna, crollo produttivo del 40%

Questo è stato davvero l’annus horribilis per la pera dell’Emilia Romagna IGP che ha visto susseguirsi le gelate di inizio aprile, le successive grandinate scatenatesi a macchia di leopardo e le due alluvioni del mese di maggio che hanno colpito, in particolare, l’area del ravennate. Una situazione drammatica che ha determinato un crollo produttivo superiore a quello del 2021.

Dalle analisi condotte con i propri soci, UNAPera – la più grande organizzazione europea di produttori di pere, con sede in Emilia Romagna – stima che la produzione disponibile controllata dai suoi associati per il mercato italiano del fresco sarà comunque in grado di coprire il fabbisogno dei clienti di riferimento e di tutti gli operatori impegnati nella valorizzazione delle pere nazionali.

“Un quadro complesso da cui però non intendiamo farci travolgere” commenta Adriano Aldrovandi, Presidente di UNAPera. “Salvo ulteriori complicazioni, la produzione 2023 dovrebbe presentare un elevato tenore zuccherino, per cui ottime qualità organolettiche, nonostante un aspetto non perfetto dal punto di vista estetico. Con la capacità produttiva gestita dai nostri associati consideriamo di poter coprire gran parte delle nostre esigenze”.

“Una tempesta perfetta che porta molti produttori ad abbandonare i campi o la coltivazione di pere e che intendiamo affrontare con forza e convinzione al fine di difendere e sostenere un frutto che fa parte della nostra storia, tradizione e cultura da diversi secoli e che è tra i preferiti di oltre il 30% dei consumatori italiani” aggiunge Mauro Grossi, Presidente del Consorzio di Tutela della Pera dell’Emilia Romagna IGP. “Grazie anche al sostegno della Regione Emilia Romagna, proseguiremo dunque con il progetto di rilancio avviato a fine 2022, affiancando una campagna di sensibilizzazione sia verso gli stakeholder che verso il consumatore finale per questa difficile situazione, coinvolgendo in modo attivo sia il mondo produttivo che quello distributivo”.

Il clima anomalo condiziona il prezzo di meloni e angurie

Dalle elaborazioni di BMTI sui dati all’ingrosso rilevati nel mercato all’ingrosso di Roma appartenente alla Rete Italmercati, l’andamento climatico anomalo che ha coinvolto il nostro Paese fino alla prima metà di giugno ha condizionato la domanda, la produzione e i prezzi di due prodotti tipicamente estivi e principalmente consumati in questo periodo: il melone e l’anguria.

Nello specifico, le piogge riversate da maggio alla prima metà di giugno hanno ridotto la produzione e, di conseguenza, la qualità nonché il livello della domanda, rimasto inevitabilmente basso all’inizio di entrambe le campagne e che ha mantenuto bassi anche i prezzi. Il caldo improvviso iniziato nella seconda metà di giugno però ha fatto schizzare il livello della domanda di meloni e angurie e, conseguentemente, i loro prezzi che hanno raggiunto rispettivamente un rialzo del 125% e del 78%, rispetto ad un anno fa.

In particolare, il prezzo all’ingrosso del melone questa settimana va da 2,50 a 3,00 euro/kg, per il mercato di Roma, fino a picchi che sfiorano anche i 3,50-4,00 euro/kg per il prodotto delle zone vocate (la Lombardia) mentre per l’anguria i prezzi oscillano tra 0,80 a 1,00 euro/kg.

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