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IRI a Consumi Tuttofood 2015: il retail alimentare può ripartire

Angelo Massaro - Iri.  © FotoZil
Angelo Massaro – Iri.
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L’intervento di Angelo Massaro, General Manager di IRI Italia e Grecia, in occasione del convegno organizzato da TuttoFood ed IRI il 2 febbraio, ha voluto indagare alcuni fenomeni chiave che caratterizzano l’andamento delle categorie di Alimentari e Bevande nel canale moderno.

In particolare Massaro ha evidenziato alcune problematiche che sembrano ormai intrinseche ai comparti e che ne impattano le vendite nel corso degli ultimi anni.

Contrariamente alle previsioni elaborate da IRI a fine 2013, il 2014 si è chiuso con un andamento negativo dei reparti di Alimentari e Bevande. Durante il 2013 i comparti avevano visto trend a valore piatti e volumi in flessione come risultante di un rincaro dei prezzi. Ci si attendeva per il 2014 un ulteriore lieve rialzo dei prezzi e un leggero recupero dei volumi. Al contrario, nonostante un contesto deflattivo, i volumi permangono in terreno negativo. La salvaguardia di questa voce di spesa delle famiglie durante il 2014 è venuta a mancare. Ne emerge che il consumatore ha fatto saving anche su tipologie di consumo primarie.

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Il tema dei prezzi è un altro elemento evidenziato da Massaro. A fronte di un periodo precedente in cui i prezzi della Gdo aumentavano in maniera superiore rispetto a quelli del paniere Istat, a partire dalla seconda metà del 2014 assistiamo ad un generale raffreddamento degli stessi. Ciò è determinato non solo dal contesto del paese, ma anche dalla necessità di tentare di sostenere i volumi agendo sulla leva prezzo. Il mezzo attraverso cui gli operatori hanno prevalentemente agito sul governo dei prezzi è stato l’utilizzo intenso della leva promozionale.

Le promozioni, che sembravano dover raggiungere un livello di saturazione nel 2014 hanno continuato a crescere, tanto è vero che 30 euro su 100 sono spese dal consumatore per prodotti in offerta.

Ma si tratta ancora di uno strumento efficace per incentivare l’aumento dei consumi? Le analisi di IRI indicano di no. Infatti il livello complessivo di produttività di questa leva di marketing è sceso ulteriormente rispetto al 2013 aumentando il valore delle perdite di ben 117 milioni di euro. Ciò significa che la GDO sacrifica circa un 1 punto di crescita dei ricavi sull’”altare” delle promozioni.

La domanda che pone al mercato Massaro è se sia utile continuare ad andare lungo questa direzione? Esistono vie alternative per il governo dei prezzi?

Un altro tema rilevante è quello della gestione degli assortimenti. L’offerta a scaffale cresce nonostante le vendite calino. Vi è quindi un problema di inefficienza nella gestione dell’offerta assortimentale.

Altro elemento di discontinuità, che era difficile attendersi, secondo IRI è il calo delle vendite dei Marchi del Distributori che hanno interrotto un processo di espansione in atto da molti anni. In tutti i reparti alimentari, infatti, assistiamo ad una lieve contrazione della quota a valore di questi prodotti.

Forse i distributori hanno saturato tutte le categorie con i loro brand? O dove sono presenti con i loro marchi non riescono più a sfare sviluppo? Oppure sono rimaste l’unico elemento di razionalizzazione dell’assortimento?

Tuttavia anche i grandi Gruppi Industriali stanno affrontando seri problemi. Dalle misurazioni di IRI già nel corso del 2013 emergevano cali nell’andamento delle vendite dei top player del Largo Consumo. Lo scorso anno questo fenomeno si è accentuato. Le Top 25 aziende, che rappresentano quasi 1/3 del fatturato totale del Largo Consumo Confezionato, hanno segnato complessivamente un -1,4%.

Le iniziative messe in atto da questi gruppi non sembrano ad oggi aver sortito effetti positivi. La situazione forse cela una crisi strutturale della grande impresa che opera nel Food? E’ forse un problema di lettura del territorio, vicinanza al consumatore, esigenze locali?

Massaro ha concluso il suo intervento illustrando quelle che sono le previsioni di IRI sull’andamento delle categorie di alimentari e bevande per l’anno in corso. Nonostante sia necessario intervenire su alcune problematiche del comparto, con il 2014 si conclude auspicabilmente un «biennio nero» che in due anni ha visto ridursi di oltre 2 punti percentuali i volumi acquistati all’interno del largo consumo confezionato, pari a minori ricavi per la filiera per circa 520 milioni di Euro.

Per l’anno prossimo IRI prevede un pur moderato recupero sia dei livelli di spesa che degli acquisti a volume, dietro l’ipotesi che le pressioni sul fronte economico tendano ad attenuarsi. In questo sarà di basilare importanza un miglioramento della situazione occupazionale che è il fattore fondamentale per innescare un nuovo ciclo di fiducia per le famiglie sulle prospettive del proprio potere d’acquisto, con ovvi benefici sui consumi.

Nel caso che non ci fossero ancora schiarite sul mercato del lavoro i segnali di ripresa verrebbero inevitabilmente nuovamente vanificati.

Vedi anche le previsioni per categorie

 

 

Retail alimentare: previsioni positive di Iri per il 2015

Nel 2015 IRI prevede  un’inversione della tendenza negativa sui volumi di vendite del retail alimentare che sarà comunque graduale e di moderata entità, secondo i dati diffusi da Angelo Massaro, general manager di Iri al convegno sui Consumi 2015 organizzato in collaborazione con Tuttofood.

Dando uno sguardo ai comparti che compongono la spesa delle famiglie nei settori di alimentari e bevande è possibile osservare però delle differenze che nascondono un comportamento d’acquisto volto a preservare il budget familiare salvaguardando le priorità di consumo.

1. In particolare l’alimentare secco, (Drogheria Alimentare) che è alla base del carrello della spesa mantiene quest’anno i livelli di volume acquistati nel 2013, grazie anche all’arresto dell’inflazione settoriale. Per il 2015 ci attendiamo una pur moderata ripresa degli acquisti. I prezzi cresceranno leggermente (+0,4%) come risultato delle pressioni su alcune materie prime alimentari bilanciate dall’altissimo grado di concorrenzialità fra imprese produttrici e fra distributori. Per gli alimentari freschi confezionati (salumi, formaggi, carni, ecc.) si prevede invece ancora una «limatura» dei volumi acquistati, a causa dell’inflazione di nuovo relativamente elevata. Questo spesso ne limita la competitività rispetto al prodotto fresco sfuso/non confezionato.

2. L’ortofrutta a peso imposto recupererà volumi attorno al +1% «ereditando» il vantaggio competitivo ottenuto nel 2014 attraverso il marcato riposizionamento in basso dei prezzi medi (-3,5%). Infatti, i rincari previsti per l’anno successivo saranno comunque limitati entro il punto e mezzo percentuale.

3. Gelati e Surgelati sono la voce dell’alimentare che nel corso degli ultimi due anni più ha subito i contraccolpi della crisi di domanda a cui si sono aggiunte le negatività generate dalle «anomalie» del clima (ricordiamo a titolo d’esempio l’estate disastrosa dal punto di vista meteorologico che ha fortemente influenzato la richiesta di gelati). Per il 2015 ci si attende un’inversione della tendenza a fronte di uno «stop» dei prezzi.

4. Il comparto delle bevande dissetanti è in forte caduta nell’ultimo biennio: questa è una delle voci dove il consumatore ha maggiormente «razionalizzato» il proprio basket di spesa. Qui hanno agito in forma combinata sia fattori legati al reddito, sia la relativamente alta crescita dei prezzi e, per ultimo, le stesse anomalie climatiche che hanno compromesso il mercato nel pieno della stagione estiva. Tuttavia parte del calo è strutturale e ascrivibile al cambiamento dello stile di vita delle famiglie che sta penalizzando soprattutto il mondo delle bevande gassate. In questo anche il progressivo invecchiamento della popolazione gioca un ruolo non trascurabile nel lungo periodo. Per il prossimo anno ci aspettiamo un calo più limitato (sempre al netto di possibili anomalie del clima) anche grazie al raffreddamento dei prezzi medi al dettaglio.

5. Vini e Alcolici a loro volta chiudono un biennio molto sfidante che ha comportato un ridimensionamento dei volumi venduti di circa 6 punti percentuali. L’elevata inflazione al consumo, determinata in buona parte dai ripetuti interventi fiscali, è stata il fattore esplicativo principale, che ha aggravato il calo strutturale dei consumi di bevande alcoliche. Attraverso l’ipotesi di assenza di nuovi inasprimenti della tassazione nel 2015, con conseguenti ovvie ripercussioni sui prezzi al dettaglio, ci attendiamo un calo decisamente più moderato degli acquisti in volume.

Good Appetito fa spesa e menù con i prodotti in promozione

Cosa cucino stasera? Tra i servizi più richiesti alla GDO ci sono le ricette, perché pensare a cosa cucinare nel quotidiano e di conseguenza a cosa acquistare è un compito oneroso, specie dopo una giornata di lavoro. Da qui l’idea di GoodAppetito, portale che ha avuto un’idea geniale: abbinare i prodotti in promozione dei supermercati con le ricette che spiegano come cucinarli.

Attivo inizialmente nelle province di Treviso, Padova e Venezia si è allargherà al resto del Veneto, Friuli, Emilia Romagna e da fine febbraio in Lombardia, e in seguito punterà su Roma. Startup nata nel 2014 all’interno della piattaforma digitale H-FARM Ventures, si basa su un sistema che suggerisce ricette relative ai prodotti in promozione che generano in automatico la lista della spesa da utilizzare sia che si scelga di andare al supermercato sia che si acquisti online, lista che può anche essere spedita a chi si vuole.

Grazie a rapporti di partnership con le principali insegne in corso di finalizzazione, a breve sarà possibile anche concludere l’acquisto della spesa direttamente dal sito di GoodAppetito.

“Sono partito dal concetto del volantino cartaceo delle promozioni, fino a creare un sistema per generare ricette ad hoc in base alle promozioni in quel momento presenti nei supermercati della zona selezionata dall’utente – spiega Tommaso Magnani, fondatore di GoodAppetito -. Il modello di business è relazionato alla trasformazione indotta dal mobile sulle abitudini dei consumatori, che impone a sempre più aziende (Brand & GDO) un ridisegno completo dei punti di contatto con il cliente, dal punto vendita all’online passando per i canali promozionali. Un modello in grado di generare una comunicazione ipertargettizzata, non invadente e vantaggiosa per l’utente”.

Non solo, esiste anche il grande tema degli ‘insights’, le analisi delle abitudini di consumo del cliente, che dà la possibilità di “comprendere in modo puntuale i bisogni del cliente “cucendo” su di lui promozioni e iniziative ad hoc. Un modo per sedurre, conquistare e fidelizzare il cliente, al fine di generare engagement” conclude Magnani.

Negozi digitali nei supermercati Sainsbury

Rendering di un negozio Argos: entro l'estate Sainsbury ne ospiterà dieci.

Dieci negozi dell’insegna Argos, tra le prime a ripensare il format in senso digitale per la sua gamma di prodotti non-food (dalla casa all’abbigliamento, dai giocattoli all’elettronica) apriranno entro l’estate all’interno di altrettanti punti vendita della catene di supermercati britannica Sainsbury, la seconda del Paese. Un modo per contrastare il calo di vendite che sta colpendo duramente le GDO inglese, complice il successo di Asdi e Lidl, hard discount che hanno incominciato a puntare su una qualità sempre più alta. Dopo le promozioni di inizio anno (vd GDO UK: è già iniziata la guerra dei prezzi 2015) l’insegna sembra puntare sulla diversificazione dell’offerta per attirare più clienti instore. Il che significa 20mila articoli non food in più che i clienti possono o acquistare direttamente nel negozio (che avrà una superficie variabile tra i 90  e i 450 mq) tramite tablet, o preordinare online e ritirare nel punto vendita. Altri 40mila articoli possono essere ordinati sempre via tablet nello store e consegnati a domicilio. Secondo Mike Coupe, Chief Executive di Sainsbury: “Questi 10 negozi Argos completeranno l’offerta del nostro supermercato dando ai clienti l’opportunità di acquistare una vasta gamma di articoli non-food. Porteranno qualcosa di nuovo e diverso e si inseriscono perfettamente nella nostra stratega di rendere i nostri supermercati più comodi e attrattivi. Oltre ad attivare delle partnership, continueremo comunque a proporre la nostra linea di abbigliamento e di altri prodotti per dare più scelta e più valore ai nostri clienti.”

John Walden, Chief Executive di Home Retail Group del quale fa parte Argos, ha dichiarato: “Il nostro nuovo modello distributivo ci consente di fornire in ogni store Argos una scelta di 20mila articoli entro poche ore, indipendentemente dall’ampiezza delle scorte in negozio. Ciò ci ha dato la possibilità di pensare a nuovi negozi e formati, e ci ha dato la capacità di raggiungere in modo economicamente vantaggioso un maggior numero di clienti e di aree del Paese”.

Ma com’è fatto un “negozio virtuale”? Esploriamolo in Google Maps.

Volantini e coupon, cresce la voglia di digitale

Volantini e coupon, la spina dorsale della comunicazione promozionale nella GDO, stanno per subire una rivoluzione. Che riguarda soprattutto la loro smaterializzazione e digitalizzazione. Ma non solo. Perché il passaggio al digitale consentirà ad esempio, collegandosi alla carta fedeltà e tramite l’analisi dei Big Data, di evitare di “sparare nel mucchio” e proporre promozioni e sconti personalizzati, ritagliati sulle esigenze, i gusti e le abitudini dei singoli.

Anche se al momento la comunicazione tramite sms resta il canale principe soprattutto nella fase di ingaggio, molto si sta già facendo, e molto si farà nel corso di quest’anno nel senso della dematerializzazione. Perché i vantaggi sono numerosi, e lo richiedono tutti. I consumatori Mobile in primis, che gradiscono a larga maggioranza la ricezione di Mobile Coupon passando dal 76% del 2013 all’88% del 2014. E cambiano anche leggermente motivazioni: ferma restando la praticità e la comodità, aumenta la richiesta di personalizzazione e la propensione ad usarlo nel pdv, sempre più luogo dove reale e virtuale di intersecano e si integrano, ma anche le dinamiche social. I consumatori preferiscono le App che aggregano varie offerte (anche se c’è un calo secondo l’indagine Doxa/Osservatorio dal 76% del 2013 al 73% del 2014) perché da la possibilità di confrontare immediatamente le proposte, ma aumenta la percentuale di chi preferisce l’App dell’insegna preferita (dal 24 al 27%) perché consente personalizzazione e servizi aggiuntivi.

Fonte: indagine Doxa/Osservatorio su 1535 Mobile Surfers, dicembre 2014.

Lato retailer poi la sperimentazione è in atto, a velocità diverse. Si utilizzano sia le app proprie, sia i wallet terzi, aggregatori di coupon. Le fasi da considerare sono la lettura, la redenzione e il clearing, la lettura può avvenire tramite QR code, digitazione o check-in in cassa, il coupon può essere virtualizzato sulla carta fedeltà fisica o usando le tecnologie contactless oppure un imager scanner. L’industria di marca è fortemente interessata. Tra i benefici intravisti c’è l’acquisizione di informazioni sul cliente, la riduzione dei costi, la personalizzazione dell’offerta e la riduzione delle frodi. Inoltre c’è la possibilità di controllare in tempi più brevi i risultati delle campagne ed eventualmente effettuare correzioni in corso d’opera. “La marca sta aspettando i retailer. Che hanno diversi nodi da sciogliere – spiega Marta Valsecchi, responsabile della ricerca dell’Osservatorio Mobile Marketing & Service del Politecnico di Milano – di ordine strutturale (la situazione economica, l’estensione nazionale o locale, la grandezza ecc.), di scelta del canale più efficace per distribuire i coupon (App proprietaria o wallet terzi, o combinazione dei due) e di sistemi di lettura e redemption, che devono essere abilitati. La sostituzione tecnologica si sta muovendo, anche guidata dalla necessità di dover sostituire terminali comunque obsoleti, me andrebbe inserita in una strategia più ampia. Il vero salto in avanti si avrà quando si ragionerà secondo una logica di CRM, per costruire una visione unica del consumatore seguito lungo tutte le fasi dell’acquisto. C’è movimento, con varie sperimentazioni in alcuni pdv: staremo a vedere quale sarà la risposta dei consumatori”.

 

Il volantino digital: lo leggono già 5 milioni di italiani

Secondo un’indagine Nielsen sono 20 milioni le famiglie che ricevono volantini della GDO, e 12 milioni quelle che li leggono regolarmente. Il volantino online è oggi letto da circa 5 milioni di individui, la metà solo su Mobile. “I numeri iniziano ad essere importanti – ha detto Marta Valsecchi -. E il Mobile diventa un nuovo media di comunicazione. Non solo: gli utenti sfogliano il volantino sia fuori (30%) sia dentro (17%) al punto vendita. Esistono poi le realtà che aggregano volantini, molto apprezzate dagli utenti e che sono anch’esse diventate un nuovo mezzo di comunicazioni sul quale investire”. Il volantino nell’app dell’insegna è molto diffuso (72%) anche se non raggiunge i livelli della consumer electronics (100%). Anche in questo campo, ci sarà dunque da lavorare.

Penetrazione volantino e App, fonte Osservatorio Mobile Marketing & Service.
Penetrazione volantino dematerializzato tra consumatori e retailer, fonte Osservatorio Mobile Marketing & Service.

Conad accelera lo sviluppo nel Nord Est

Con il perfezionamento dell’operazione già anunciata nei mesi scorsi, Conad aggiunge 45 punti vendita ex-Billa (39 in Veneto e 6 in Friuli) ai 3.007 in attività nel 2014. Prima di tali acquisizioni Conad contava 9 punti di vendita in Veneto e 10 in Friuli-Venezia Giulia. Una presenza, dunque, che per essere incrementata in tempi rapidi richiedeva un piano di sviluppo mirato, realizzato anche per linee esterne.

«È un’operazione importante che mette assieme due cooperative del sistema Conad per dare vita ad un progetto che riguarda tutta la rete di vendita», puntualizza l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese. «I punti di vendita acquisiti rappresentano un ulteriore passo nella direzione di affrontare la congiuntura economica con lo sviluppo, gli investimenti, l’innovazione. Puntiamo a soddisfare appieno le nuove esigenze di spesa dei clienti, con prodotti e servizi che abbiano il migliore rapporto tra convenienza e qualità, e quelle di sviluppo dei nostri soci, con nuove e più capillari forme di distribuzione».

Nello specifico, 32 punti di vendita a insegna Billa tra Veneto e FriuliVenezia Giulia da parte di Commercianti Indipendenti Associati Conad. Occupano una superficie complessiva di oltre 28 mila mq. Dei 26 in Veneto, 14 porteranno l’insegna Conad City, il tipico negozio di vicinato, di dimensioni più contenute e con una prevalenza di spesa quotidiana; 5 diventeranno supermercati Conad, di medie dimensioni, e 7, avendo una superficie al di sopra dei 1.500 mq, Conad Superstore. I comuni interessati sono Padova (9), Venezia (8), Treviso (5), Rovigo (3) e Belluno (1).

In Friuli-Venezia Giulia cambieranno insegna 2 punti di vendita a Trieste e 4 a Udine, per 5 mila mq complessivi di superficie.

«L’acquisizione dei punti di vendita Billa è una tappa importante del progetto di sviluppo che porterà a rafforzare la presenza di Conad nei supermercati e in una regione, il Veneto, in cui fino a pochi mesi fa avevamo pochi negozi», afferma l’amministratore delegato di Commercianti Indipendenti Associati Luca Panzavolta. «Il nostro obiettivo è qualificarci su tante nuove piazze e meritare la fiducia di un numero crescente di persone: siamo leader di convenienza e lo sviluppo in Friuli-Venezia Giulia e nel Veneto non potrà che portare vantaggi ad un numero crescente di clienti».

Dao-Dettaglianti alimentari organizzati acquisice invece 13 punti di vendita in Veneto – 4 nella provincia di Verona e 9 in quella di Vicenza – per una superficie complessiva di 12.520 mq. Per Dao, associata a Nordiconad, si tratta della prima vera espansione al di fuori dei confini “storici” in cui opera sin dal 1962, il Trentino Alto Adige, per di più realizzata con 13 punti di vendita in una regione dove aveva una presenza assolutamente marginale. Tutti passeranno a insegna Conad.

«È una tappa significativa nello sviluppo del gruppo, ancor più perché cala in una pesante fase congiunturale e di blocco dei consumi e permetterà di consolidare le quote di mercato di Conad. Puntiamo a raggiungere i 400 milioni di fatturato al dettaglio, 50 dei quali li attendiamo proprio dai punti di vendita rilevati in Veneto, con 130 soci imprenditori e 1.500 occupat».

Il cambio delle insegne si completerà entro la metà di marzo 2015 – i primi 6 punti di vendita hanno riaperto al pubblico –, come è stato illustrato nel corso dell’incontro che Commercianti Indipendenti Associati e Dao hanno avuto in mattinata con le istituzioni locali del Veneto e i fornitori.

Le acquisizioni rientrano nel piano di sviluppo di Conad a livello nazionale e serviranno ad incrementare la quota di mercato, salita lo scorso anno all’11,4 per cento e rafforzare la leadership nel canale supermercati, ora al 18,6 per cento (+0,4 punti percentuali rispetto al 2013), e nei punti di vendita di prossimità, al 14,3 per cento (fonte: Guida Nielsen Largo Consumo). In particolare, Conad punta a portare la presenza in Friuli-Venezia Giulia e nel Veneto ad oltre il 10 per cento (oggi è al 5 per cento) nel giro di cinque anni.

Immancabili le ricadute sulle economie locali, con il coinvolgimento di tanti piccoli e medi produttori in qualità di fornitori, e sulle comunità, in quanto nei punti di vendita Conad hanno trovato occupazione 1.080 dipendenti ex Billa tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia (942 dei quali nei punti di vendita veneti e 138 in quelli friulani), in gran parte donne.

Pagamenti con carte: dicembre positivo con il traino dell’e-commerce

Dicembre è stato un mese favorevole per le spese con carte di credito. Lo rileva il Barometro Cashless dell’Osservatorio Acquisti Cartasì, secondo cui il mese si è chiuso con un +7,6% sul dicembre 2013.

Osservatorio Acquisti Cartasi

Due gli elementi determinanti per il sostegno ai trend di spesa. Il primo – evidenzia l’Osservatorio – ha a che fare con la fiducia, che, pur con dinamiche non elevate, è riuscita a canalizzarsi verso gli acquisti “stagionali”, ma soprattutto verso le spese turistiche, cogliendo al balzo le opportunità di calendario. L’Istat infatti registra un andamento complessivamente non positivo delle aspettative dei consumatori, ma con indicatori in crescita riguardo alla situazione specificamente famigliare, sia economica sia di bilancio domestico. Il secondo è un fattore più tecnico, ed è legato ai flussi che uffici postali e tabaccherie (in particolare per i bollettini) stanno veicolando con livelli elevati e crescenti di utilizzo della carta: tale contributo è quantificabile in circa 1,2 punti percentuali.

A livello di canale, l’e-commerce, che vale 1,4 miliardi di euro  sulla spesa totale con carta di 8,4 miliardi, ha replicato il dato di novembre (+28,6%) e consacra il proprio ruolo ormai determinante anche per lo shopping di Natale. Anche il “mondo fisico” però evidenzia uno spunto positivo: complessivamente +4,2% (che si riduce al 3% depurato dai fattori tecnici di cui sopra) a fronte di un’inflazione piatta. Un progresso che si ripartisce in quote simili fra Alberghi e ristoranti, Alimentari e Dettaglio non alimentare.
Tutte le voci turistiche hanno fortemente beneficiato del vantaggio di calendario che ha riguardato sia un ponte dell’Immacolata ben accessibile, sia una collocazione favorevole delle festività natalizie. Risultato: Alberghi e Ristoranti +10,4% e Viaggi e Trasporti +8,5% (con Agenzie: +29,6%, Noleggi; +20,1%, Trasporti persone: +13,2% a controbilanciare il calo disinflazionistico dei carburanti: -9,8%). A ciò si aggiunge l’andamento di Attività ricreative: +8,6%.
L’Alimentare – spiega l’Osservatorio – ha mostrato una buona vivacità (+4,3%), segnale positivo nel periodo di Natale. La tendenza ha premiato i negozi specializzati (21,3%), on e offline, più che le catene, operanti quasi esclusivamente nel fisico (+0,8%). Parliamo di generi che si erano già segnalati in crescita negli ultimi mesi, ma che in dicembre hanno avuto un ruolo importante: cialde da caffè, specialità gastronomiche, ortofrutta a domicilio. Attività in grado di captare da un lato gli spazi di nicchie crescenti di bisogni, dall’altro i canali più adeguati a questi target (format distributivo innovativo, web).

Il Dettaglio non Alimentare (+11,7%) ha visto un concreto contributo dal web (+36,6%). E tuttavia le dinamiche settoriali sono complessivamente interessanti: Profumerie (+19,8%), Gioiellerie (+5,2%), Grandi magazzini (+4,5%) hanno ritrovato l’impulso, ma anche, su volumi decisamente più ridotti, Animali e accessori (+23,7%) e Piante e fiori (+10,6%) fanno da contraltare a Giocattoli (-21,9) e Pelletterie e Valigerie (-18,0%), tipologie distributive che non riescono a tenere il passo dei nuovi trend di consumo.

Da questo punto di vista, un fenomeno interessante riguarda l’elemento tecnologico. L’andamento di Informatica e beni digitali (+6,2%), in particolare questi ultimi (+7,3%), ha infatti proseguito la fase interessante, ma riducendo le esplosioni degli anni più recenti. Segno dunque che la diffusione di strumenti evoluti, in particolare mobili, ha ormai superato una soglia di massa critica ed è ben inserita nel sistema dei consumi, che permea atteggiamenti e comportamenti, ampliando le scelte e le decisioni di acquisto.

Scarica il White Paper GDO Report 2014

È disponibile in formato Pdf GDO Report 2014, un’analisi aggregata sui bilanci 2013 di 53 delle maggiori imprese della Gdo realizzata da DGM Consulting.

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Il report indaga i risultati economico-finanziari di un campione di 53 delle maggiori società della grande distribuzione, ritenuto altamente rappresentativo delle dinamiche interne al comparto, e li proietta nel biennio 2014-2015. Il fatturato totale del panel rappresenta nel 2013 circa il 65,6% dell’intero giro d’affari italiano dei canali ipermercati, supermercati, superstore, libero servizio e hard discount (Federdistribuzione 2013).

Il GDO REPORT di DGM Consulting fornisce

  • Le evidenze sulle dinamiche passate e presenti del settore italiano della Grande Distribuzione Organizzata, che diano indicazione di possibili cambiamenti nel comparto
  • Una comparazione tra i soggetti prescelti per l’analisi, e tra questi e i valori medi del mercato, per l’identificazione delle eccellenze gestionali in atto.
  • Una valutazione dell’impatto di variabili esogene sulle performance aziendali future, in ipotesi di perfetta continuità strategica, per rintracciare le prossime tendenze.

Il documento presenta dapprima un’analisi del mercato della grande distribuzione in Italia con attenzione alle dinamiche passate e presenti, e ai possibili sviluppi futuri. Successivamente, procede ad analizzare le aziende del campione selezionato, sia a livello aggregato, sia per cluster, sia singolarmente. I dati pubblici sono stati dapprima elaborati nella loro componente storica e vengono in seguito utilizzati come base di proiezione per l’ottenimento dei possibili valori economici, patrimoniali e finanziari degli esercizi 2014 e 2015, ipotizzando un’omogeneità di rete di vendita e una perfetta continuità tattico-strategica.

Per scaricare GDO Report 2014 clicca qui

 

Lo smartphone non basta: Tesco sperimenta lo shopping con i Google Glass

Google Glass: non tutti possono permetterseli, costano più di 1000 euro e sono al momento uno sfizio (con qualche pendenza per violazione di privacy), ma che i “wearable”, i dispositivi indossabili e connessi, si diffonderanno esponenzialmente nei prossimi anni è un fatto.

Anche se per il momento Google ha sospeso il progetto Glass Explorer così come lo conosciamo, ha già messo al lavoro il team di progettazione guidato questa volta da Tony Fadall, ex di Apple e progettista dell’iPod, perché l’azienda di Mountain View non ha alcuna intenzione di abbandonare il progetto.

E dunque Tesco, la principale insegna inglese, fa un’operazione di immagine più che di sostanza, certo, ma che promette di far parlare. La spesa online tramite Google Glass: ancora più tecnologica, che utilizza il dispositivo vocale di Google (“ok Glass, start shopping”) e la scansione del codice a barre per assemblare liste della spesa, ottenere informazioni nutrizionali e spedire l’ordine, che sarà consegnato più tardi a casa. Il software è stato sviluppato dal team interno di ingegneri e informatici dei Tesco Labs. Il video mostra il funzionamento dell’App.

Parafarmacie, Conad torna all’attacco: “barriere anacronistiche”

Si è tornato a parlare di monopolio sul mercato dei farmaci, Complice il Ddl al vaglio del Governo che potrebbe concedere anche alle parafarmacie e ai corner della Gdo la vendita di farmaci di fascia C: o l’intera classe dei farmaci non rimborsabili anche con obbligo di ricetta, oppure soltanto i farmaci generici di classe C, con modifiche alle modalità di immissione in commercio degli equivalenti, al momento piuttosto laboriosa.

Sul tema è intervenuto Alberto Moretti, direttore dei canali distributivi di Conad, che, intervistato dal sito online “Farmacista 33” ha denunciato “La persistenza di anacronistiche barriere che non porta benefici ai cittadini e non consente al Paese di innovare e migliorare la propria efficienza”. A proposito dell’andamento dei corner, quelli Conad sono “in costante crescita, tanto che nei piani di sviluppo per l’anno in corso ne prevediamo altri 20 oltre le 82 in attività nei nostri punti di vendita e centri commerciali. Contiamo, dunque, di superare quota 100 a fine 2015”.
Denunciando “l’apertura irrilevante” del governo Monti (che aveva allargato la vendita a galenici e farmaci veterinari) “tanto marginale che neppure le farmacie tradizionali erano interessate più di tanto”, ha ribadito come “Conad sia per una ‘vera’ liberalizzazione del mercato dei farmaci, come è accaduto in Europa, che riguardi anche la fascia C, quella di prodotti con obbligo di prescrizione medica non rimborsabile. È tale comparto che può fare la reale differenza per il cittadino, tenendo conto che tale spesa costituisce il 16,7% della spesa farmaceutica totale, ovvero 4,3 miliardi di euro”.

Vedremo come si svilupperà la vicenda. Sul tema del resto nello stesso Governo sembrano esserci posizioni contrastanti. Se il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha dichiarato che le parafarmacie sarebbero state al centro di misure pro-concorrenza, il sottosegretario Simona Vicari ha detto a “Farmacista33” che al momento sarebbe inopportuno intervenire sulle farmacie.

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