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Nutri-score, la controversa etichetta a semaforo arriva anche in Belgio

Il logo Nutriscore.

L’etichetta a semaforo Nutri-score che dà i voti agli alimenti classificandoli in più o meno salutari, già adottata l’anno scorso in Francia (leggi Parte in Francia Nutri-score, l’etichetta a semaforo: un danno per il Made in Italy?), arriva anche in Belgio. Il ministro della salute federale Maggie De Bock come anticipato da The Brussles Times ha dato – è il caso dk dirlo – semforo verde , anche se l’adozione per ora rimane volontaria. Ma il ministro cladeggia. Da parte loro le sue maggiori insegne Delhaize e Colruyt, hanno già adottato il sistema, approvato anche dall’organizzazione dei consumatori Test-Achats. L’etichetta fornisce un’indicazione che va dalla A (verde scuro) alla E (rosso) che dovrebbe riflettere in che misura un prodotto alimentare contribuisce a una dieta sana.
Meno entusiasta l’industria alimentare, che avrebbe dichiarato che la maggior parte dei produttori non utilizzerà l’etichetta.

Il Nutri-Score si basa su un calcolo del contenuto di zucchero, sale, grassi saturi e calorie che per molti (compresa la nostra Coldiretti) è a dir poco semplicistico. Molto cavalli di battaglia della sanissima dieta mediterranea ad esempio si guadagnano punteggi scrasi tendenti al rosso, tra questi l’olio EVO, il parmigiano e il prosciutto. Da consumare cum grano salis, ma che sarebbe un delitto (per il gusto, quanto meno) eliminare dalla dieta.

I dubbi sull’industria alimentare processata sono comprensibili: sono già obbligati ad elencare gli ingredienti e le loro proporzioni, ma le informazioni sono in caratteri minuscoli e potrebbero essere inintelligibili per la maggior parte dei laici, specialmente quando ingredienti come gli zuccheri sono elencati sotto diversi nomi in modo che le quantità appaiano più piccole di quelle che sono.

“Il codice colore è troppo semplicistico”, ha detto il portavoce di Fevia, la federazione dell’industria alimentare, Nicholas Courant. “Non tiene conto delle esigenze individuali. Potete immaginare che un atleta di 25 anni abbia requisiti diversi rispetto a un pensionato. Ma questo sistema non tiene conto di ciò. E ha anche aggiunto. “Pensate al nostro cioccolato belga, un prodotto di cui siamo giustamente fieri. Vogliamo davvero attaccare un segnale di avvertimento rosso sulla confezione?”

Gruppo Gabrielli, Massimo Tomasetto è il nuovo direttore Cfo

Massimo Tomassetti è il nuovo direttore Amministrazione Finanza e Controllo (CFO) del Gruppo Gabrielli.
Torinese, cinquantuno anni, Tomassetti entra a far parte dell’organizzazione aziendale del Gruppo Gabrielli rispondendo all’AD del Gruppo Gabrielli, Mauro Carbonetti.
Laureato in economia e commercio, Tomassetti ha maturato importanti esperienze in realtà aziendali nazionali ed internazionali tra cui in Dayco Europe e Otis, dirigendo le diverse funzioni dell’area finanziaria.

Il Gruppo Gabrielli è una realtà dinamica e in crescita – ha detto Massimo Tomassetti –, sono molto orgoglioso di far parte di questa squadra fatta di persone appassionate. Auspico di poter dare un contributo importante con la mia esperienza alla storia di questa che è già una grande azienda ultracentenaria e che guarda con ottimismo al futuro.”
La nuova direzione AFC unirà la direzione Amministrazione Finanza e Controllo e la direzione Controllo di Gestione (DCG).

Torna Casa Crai, un web talent per entrare a far parte del cast della seconda stagione

Aspriranti attori prepratevi: la seconda stagione della web serie Casa Crai promossa dallo storico gruppo della Gdo italiana propone infatti una grande novità, un Web Talent che inviterà le persone a entrare a fare parte del nuovo cast. Gli aspiranti attori, selezionati tra le persone comuni attraverso un contest online, affiancheranno gli attori Pino Insegno e Roberto Ciufoli, diventando con loro i nuovi protagonisti.

La locandina che pubblicizza il web talent.

Per partecipare alla selezione – il web talent è attivo dal 20 agosto al 9 settembre – è necessario caricare un video-provino su www.casacrai.it seguendo le istruzioni presenti nel sito. Ai candidati èrichiesto di presentarsi e mostrare il proprio talento, scegliendo tra diversi ruoli da interpretare. Pino Insegno e Roberto Ciufoli selezioneranno i dieci provini migliori che il 13 settembre saranno visibili sul sito, e dal 14 al 20 settembre potranno essere votati dal pubblico. Il 21 settembre saranno definitivamente comunicati i tre nomi che entreranno ufficialmente a fare parte del cast di Casa Crai 2.

La serie saràambientata, come nella prima stagione, tra gli scaffali di un punto vendita CRAI e continueràa raccontare, attraverso gag e scene divertenti, il “fare la spesa” da una diversa prospettiva, sfruttando temi, situazioni e personaggi ispirati a episodi di vita vissuta all’interno dei negozi. Obiettivo: rafforzare il legame con i clienti attraverso un’interpretazione ironica e grottesca delle situazioni piùvarie.

“La prima stagione di Casa Crai, grazie ai contenuti divertenti e innovativi – dice Mario La Viola, direttore marketing, format, rete e sviluppo del gruppo CRAI – ha riscosso un successo incredibile e ha generato al nostro interno un grande entusiasmo nel cercare nuovi spunti di vicinanza alle persone. È per questo che Crai diventa ancora piùsocial attraverso un Web Talent che ha lo scopo di coinvolgere realmente gli spettatori-fan e il personale dei nostri punti vendita. Il contest consentiràla selezione di aspiranti attori, scelti dal pubblico tra le persone comuni che decideranno di candidarsi, che entreranno a fare parte del nuovo cast insieme a Pino Insegno e Roberto Ciufoli.”

La prima stagione ha registrato oltre 10 milioni di contatti, oltre 4.150.000 visualizzazioni su Facebook e con oltre 65.000 interazioni con il pubblico.

Le riprese sono programmate per fine settembre, mentre le dieci nuove puntate di Casa Crai 2 saranno pubblicate da dicembre 2018 su tutti i canali digitali di Crai.

Ecco l’ultima punata della prima serie.

Un look tutto nuovo per l’U2 di via Durazzo a Milano

Riapre mercoledì 29 agosto il punto vendita U2 Supermercato di Via Durazzo, 5 a Milano con un nuovo look e tante novità per i cittadini milanesi. Il rinnovato punto vendita, che si estende su una superficie di vendita di oltre 860 metri quadri, sarà dotato dei reparti di gastronomia servita, ortofrutta sfusa, macelleria e panetteria self – service. Inoltre, il supermercato di Via Durazzo offre un comodo servizio di spesa a domicilio, le colonnine per la ricarica dei cellulari e il Wi-Fi gratuito per tutti i clienti. Cinque le casse e 22 gli addetti del punto vendita rinnovato.
Per festeggiare la riapertura del punto vendita, fino a domenica 2 settembre i clienti riceveranno in omaggio una pratica shopper firmata U2 Supermercato e 6 euro in buoni spesa.
In via Durazzo sono disponibili oltre 8.100 referenze tra le quali 1.000 di gastronomia/panetteria, 150 di ortofrutta, 300 di carne, un vasto assortimento di latticini (600 referenze), surgelati (300 referenze), scatolame (5.000 referenze) e prodotti non food (750 referenze). I clienti potranno scegliere tra i prodotti firmati il Viaggiator Goloso e U! Confronta e Risparmia, oltre a Green Oasis Casa, la nuova linea di prodotti ecosostenibili e consigliati da Legambiente per la cura della casa e del bucato.
L’attenzione verso l’ambiente e la sostenibilità è confermata anche dalla proposta di borse in TNT riutilizzabili e sacchetti interamente biodegradabili e compostabili, oltre a confezioni d’acqua senza il tradizionale imballo in plastica.

Riconfermata la formula Every Day Low Price di U2 Supermercato, che coniuga la qualità dell’assortimento con una linea prezzi più competitiva e un approccio “controcorrente”: non realizza promozioni, non stampa né distribuisce volantini, non ha un programma di fidelizzazione con tessere a punti o simili.

Lo store sarà aperto 7 giorni su 7 dalle ore 8 alle 21.

Da Pam Local il panettone anche in agosto con “Panettone al solleone?”

Segue una antica tradizione che sta tornando in auge, quella di mangiare il panettone non solo a Natale, ma tutto l’anno, sì, anche ad agosto, l’iniziativa di Pam Panroama che nei Pam local, sempre attento alle ultime tendenze, ha scelto di proporre, da inizio agosto negli oltre 80 punti vendita distribuiti su tutto il territorio italiano, un panettone artigianale. Con l’originale iniziativa “Panettone al solleone?”, i Clienti dell’insegna possono, infatti, acquistare il Panettone classico Borsari a 5,90 euro.

A chi può sembrare strano consumare questo dolce anche sotto l’ombrellone, basti sapere che nell’Ottocento il Pan di Toni era disponibile tutto l’anno nelle pasticcerie. Un’usanza che è stata ripresa agli inizi degli anni duemila quando sempre più artigiani pasticceri hanno iniziato a preparare questo dolce anche a Ferragosto.

La ricerca Pam local ha selezionato questo articolo che si distingue per l’utilizzo di ingredienti di prima scelta e per l’adozione di tecniche di lavorazione che mixano tradizione e innovazione: uova intere, lievito madre, miscelatori artigianali, raffreddamento naturale con sospensione capovolta per quattro ore. Il risultato è un dolce morbido e fragrante che si distingue per il suo gusto intenso, reso ancora più unico dal clima estivo: le temperature più alte infatti fanno sciogliere naturalmente il burro dell’impasto, esaltandone profumi e aromi. Il prodotto è ideale per essere consumato insieme con un fresco gelato alla crema oppure dello yogurt, della frutta fresca e un buon bicchiere di moscato freddo.

“Da Pam local, qualità e gusto non hanno stagione: ecco perché, per il secondo anno consecutivo, abbiamo scelto di stupire i nostri clienti, proponendo il panettone anche in estate – commenta Francesco Mazzucato, Direttore Commerciale Pam local -. Il gradimento dei clienti è stato molto superiore all’anno scorso, un’altra iniziativa di successo del convenience store italiano Pam local.”

Esselunga apre le candidature per la Job Week milanese, al via dal 9 al 12 ottobre

Esselunga ha aperto le candidature per la Job Week di Milano che si terrà da martedì 9 a venerdì 12 ottobre. L’evento di recruiting, organizzato direttamente dall’azienda, è finalizzato alla ricerca e selezione di personale per il potenziamento degli organici dei negozi.

In particolare, questa iniziativa si focalizza sul recruiting di Allievi Carriera Direttiva di Negozio, posizione che prevede un percorso di crescita professionale all’interno del punto vendita.

Per accedere all’evento a numero chiuso, possibile solo previo invito, si deve effettuare la registrazione compilando il form di iscrizione sul sito Esselungajob fino a domenica 16 settembre. Partecipando alla Job Week, i candidati convocati hanno la possibilità di conoscere l’organizzazione, scoprire i percorsi di crescita professionale all’interno dell’azienda e incontrare il team di selezione. L’incontro con i candidati nel corso dell’evento si articola in una presentazione della realtà aziendale di Esselunga, nonché della posizione lavorativa ricercata e, a seguire, un breve colloquio individuale con i selezionatori.

Nel corso delle 4 giornate di selezione a Milano, Esselunga conta di incontrare in colloquio circa 1.200 candidati.

L’iniziativa di Esselunga a Milano è la terza organizzata in città dopo quella di novembre 2016 e di settembre 2017. Nelle ultime due edizioni sono stati invitati 3.500 candidati. Nel 2018 anche Torino, Bologna, Firenze, Como e Roma hanno ospitato i Job Day Esselunga.

Le informazioni su requisiti, descrizione del profilo e altre offerte di lavoro sono visualizzabili a questo link.

 

Walmart brevetta il supermercato dove si fa la spesa con la realtà virtuale

Sembra una di quelle notizie fituribili a cui ci ha abituato Amazon, tra drone, braccialetti e store senza cassa, ma questa volta il protagonista è Walmart, la maggiore insegna “fisica” statunitense, nonché prima al mondo: secondo Bloomberg la catena avrebbe brevettato uno store virtuale da usufruire in modalità virtuale, un negozio cioè dove, grazie agli occhialoni che ormai un po’ tutti conosciamo, è possibile entrare, muoversi tra gi scaffali, prendere gli articoli e inserirli in un carrello, immateriale pure quello. Sarà questo il futuro della spesa? O quanto meno uno dei futuri possibili?

Intanto la società avrebbe fatto domanda per due brevetti che descrivono uno “showroom virtuale” e un sistema di realizzazione che collegherebbe i clienti vestiti con cuffie VR e guanti dotati di sensori a una rappresentazione tridimensionale di un negozio Walmart, dove aggirarsi tra corridoi digitali da casa e “afferrare” prodotti, che verrebbero immediatamente prelevati e spediti da un centro di distribuzione completamente automatizzato.

La realtà virtuale secondo Bloomberg ha attirato l’attenzione delle insegne fisiche in lotta costante con gli enormi costi associati alla manutenzione e alla manodopera dei negozi.

Risale a febbraio l’acquisizione da parte di Walmart di Spatialand, una startup che progetta software per creare esperienze di realtà virtuale.ed è ospitata nell’incubatore tecnologico interno di Walmart, Store No. 8.

Walmart si sta muovendo aggressivamente nel mondo digitale nello stesso momento in cui Amazon e altre dotcom stanno cercando di aprire negozi fisici. Amazon ha acquisito Whole Foods Market lo scorso anno e sta anche aprendo negozi senza casse, mentre Google starebbe progettando un flagship store a Chicago.

Walmart ha presentato più di una dozzina di brevetti sulla realtà virtuale, ma la sua attenzione si sta spostando dall’uso della realtà virtuale per le sue attività interne, ad esempio chiamate in conferenza virtuale, ad applicazioni esterne incentrate sul cliente.

Italianità, un richiamo in etichetta da 6,3 miliardi di euro per Osservatorio Immagino

Quanto vale l’italianità nel cibo? Tanto, tantissimo, o meglio 6,3 miliardi di euro di giro d’affari secondo la terza edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy che ha analizzato le informazioni presenti sulle etichette di 60.600 prodotti alimentari venduti in supermercati e ipermercati nel 2017. Il motivo è semplice: l’orgine italiana “rassicura, stuzzica e garantisce gli acquisti alimentari”. Così uno su quattro dei prodotti venduti nella Gdo vanta in etichetta l’origine italiana (con bandiere tricolore, diciture “100% italiano” o “made in Italy”) e uno su 20 è Dop, Doc, Igp o Docg.

Dietro questi numeri non ci sono solo le norme che hanno introdotto l’indicazione obbligatoria dell’origine della materia prima per diversi alimenti – tra gli ultimi le conserve di pomodoro, per cui l’obbligo entrerà in vigore dal 27 agosto 2018 – ma anche proprio quei valori di rassicurazione, qualità e gusto che gli italiani riconoscono ai prodotti alimentari “made in Italy”.

 

Un trend in crescita

Sui 60.600 prodotti alimentari di largo consumo analizzati oltre 15.300 richiamano l’origine italiana in etichetta: nel corso del 2017, le loro vendite sono cresciute del 4,5%, ossia a un tasso maggiore rispetto al +2,3% fatto registrare nel 2016. Gli oltre 6,3 miliardi di euro di vendite sono circa 274 milioni di euro più del 2016, e sono dovuti soprattutto alle vendite senza promozioni dei nuovi prodotti.

 

Tricolore innanzitutto

L’elemento più utilizzato in etichetta per richiamare l’origine italiana è la bandiera tricolore, usata dal 14,3% dei prodotti alimentari italiani, che hanno generato il 13,8% del giro d’affari totale dell’alimentare confezionato venduto in Italia nel 2017. Rispetto all’anno precedente, il valore delle vendite è aumentato del 4,9%, contro il +3,1% registrato tra il 2015 e il 2016.

Nella classifica dei trend di crescita – ed escludendo le indicazioni geografiche europee – al numero uno si posiziona il claim “100% italiano”, che nel 2017 ha visto le vendite fare un balzo in avanti del 7,8% rispetto all’anno precedente, grazie soprattutto a formaggi (in particolare mozzarelle e crescenze), prodotti avicunicoli e latte. A presentarsi in etichetta come “100% italiano” sono 5,2 prodotti alimentari su 100 e le loro vendite raggiungono una quota del 7,4% sul totale alimentare.

In chiaroscuro il claim “Prodotto in Italia”, le cui vendite hanno cambiato direzione nel corso del 2017, passando da un’iniziale crescita a un finale in zona negativa, chiudendo l’anno con un -0,4%.

Il 5% circa dei 60.600 prodotti alimentari analizzati dall’Osservatorio Immagino riporta una delle quattro indicazioni geografiche riconosciute e tutelate dalla UE. Dop e Doc vanno decisamente più veloci rispetto al 2016 (rispettivamente +6,9% e +8,1%), trainati dalle vendite di formaggi per il Dop e di vini e spumanti per il Doc. Continua l’espansione delle vendite di prodotti alimentari Igp e Docg, con trend molto positivi (rispettivamente +7,8% e +8,7%), ma più contenuti rispetto al 2016. Il “motore” delle vendite sono i salumi Igp e i vini e gli spumanti Docg.

 

Fonte: Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, ed. 3, 2018

 

Trentino-Alto Adige la regione più valorizzata, Puglia l’emergente

L’Osservatorio Immagino ha anche misurato la presenza delle regioni italiane sulle etichette dei prodotti alimentari. Circa 2 mila prodotti specificano la regione di provenienza, pari a circa il 3,3% del totale dell’offerta a scaffale. Il numero dei prodotti è sostanzialmente stabile ma il giro d’affari è in crescita per tutte le sette regioni più presenti in etichetta. La più evidenziata in etichetta resta il Trentino-Alto Adige, seguita da Piemonte, Toscana, Sicilia, Lombardia, Puglia e Campania.

Sulle confezioni il Trentino-Alto Adige spicca sia per numero di prodotti (672, circa l’1,1% del totale) sia per valore delle vendite (241 milioni di euro, con un’incidenza dello 0,9%), in crescita annua del 4,8% durante l’intero 2017. Ma è la Puglia la regione che ha messo a segno il dato più importante dei trend di vendita, registrando un +17,7% rispetto al 2016, seguita da Toscana (+13,9%) e Piemonte (+11,6%).

La terza edizione dell’Osservatorio Immagino è scaricabile dal sito osservatorioimmagino.it.

È di Sainsbury’s il primo supermercato britannico senza casse: paghi dove vuoi

Amazon Go fa scuola: per la prima volta nel Regno Unito arriva il supermercato senza casse, è il Sainsbury’s della stazione di Clapham North, Londra. Qui i clienti possono già utilizzare una nuova tecnologia di scansione pay and go che consente di pagare i prodotti in negozio usando il proprio smartphone.

Basta prendere i prodotti e saltare completamente il checkout: utilizzando l’ultima versione dell’app SmartShop, tramite smartphone si possono scansionare gli acquisti e pagarli tramite l’app, da qualsiasi punto del negozio, utilizzando Apple Pay.

I clienti possono già utilizzare SmartShop in 68 supermercati Sainsbury. La funzionalità pay & go di Clapham porterà questa tecnologia al livello successivo. Invece di pagare per i tuoi acquisti in un punto designato, come già avviene negli altri punti vendita, i clienti di Clapham possono pagare il loro carrello ancora più velocemente e da qualsiasi punto del negozio.

Già ora tramite SmartShop avvengono oltre 100.000 transazioni e tra 3.000 e 4.000 nuove registrazioni dei clienti a settimana. Si prevede che i pagamenti contactless in negozio raggiungeranno i 2000 miliardi di dollari entro il 2020: la sperimentazione offrirà ai clienti un altro modo per pagare comodamente in-store.

“La tecnologia e le mutevoli abitudini di acquisto dei clienti hanno trasformato il modo in cui le persone acquistano la spesa  ha detto  Clodagh Moriarty, Chief Digital Officer di Sainsbury’s Group -. I nostri team lavorano costantemente per portare nuove esperienze di acquisto convenienti ai clienti e siamo lieti di essere il primo rivenditore di generi alimentari nel Regno Unito ad offrire ai clienti la possibilità di effettuare acquisti senza check-out. L’ultima versione di SmartShop, con la sua nuova funzione di pagamento, renderà estremamente veloce l’ingresso e l’uscita dei clienti da parte di chi desidera scansionare, pagare e uscire”.

Diversamente da Aamzon Go, il negozio di Clapham non divenetrà prò completamente senza cassa: disporrà anche di check-out self-service e check-out con personale, per i clienti che preferiscono pagare in una cassa. Sainsbury’s utilizzerà il feedback dei clienti da Clapham per sviluppare e migliorare l’esperienza prima di testare la tecnologia in diversi tipi di negozi e luoghi nei prossimi mesi.

L’app SmartShop scan, pay & go è stata sviluppata internamente da un team di esperti la cui missione è aiutare i clienti a risparmiare tempo e acquistare comodamente. L’app era stata precedentemente testata al minimarket Sainsbury nella stazione ferroviaria di Euston, dove i clienti potevano utilizzarla per scansionare e pagare i tre articoli che compongono un kit per il pranzo take away.

Aste al ribasso, il chiarimento di Esselunga e Conad

Chiarisce la sua posizione a seguito delle polimiche delle settimane passate sulle aste online al doppio ribasso che strangolerebbero gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione la nota diramata oggi da Esseluga. La catena di Pioltello tiene infatti a chiarire che “il Gruppo Esselunga ha adottato un proprio codice etico che impone il rispetto dei diritti umani fondamentali e la dignità delle persone. Ci impegniamo costantemente nella prevenzione di ogni forma di sfruttamento. Allo stesso tempo chiediamo ai nostri fornitori il rispetto di questi principi, pena l’esclusione dalla nostra rete commerciale”.
Esselunga, inoltre, “non ha mai fatto ricorso alla pratica delle aste elettroniche per l’acquisto di prodotti agricoli e agroalimentari, nel rispetto dei propri valori e a tutela dei suoi clienti e dei suoi fornitori”.
Coerentemente con questi principi, a settembre 2017 l’insegna ha sottoscritto un protocollo di intesa con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali al fine di favorire un mercato più trasparente e per evitare effetti distorsivi nei rapporti di filiera.

Nei giorni scorsi anche Conad era intervenuta attraverso le parole dell’Ad Francesco Pugliese, in merito allo sfruttamento del lavoro nelle campagne e alle affermazioni di coloro che vorrebbero addossare la responsabilità di questi fenomeni alla distribuzione e alle “aste al doppio ribasso”.

“Si vogliono confondere le acque sovrapponendo due fenomeni differenti, entrambi esecrabili, ma di natura molto diversa. Il primo è quello dello sfruttamento dei migranti, a cui ricorre da tempo una parte dell’imprenditoria agricola. È vergognoso ma non vi è nulla di nuovo, purtroppo: in passato le vittime erano principalmente le donne, da qualche tempo sono gli stranieri ma si tratta sempre di persone private di diritti. Cercare i responsabili al di fuori del mondo agricolo significa giustificare implicitamente gli imprenditori della terra che ricorrono all’illegalità (peraltro a scapito di tutti gli altri) e rinunciare a combattere – al fianco delle autorità e delle forze dell’ordine – una piaga che invece riguarda profondamente proprio il comparto agricolo. Le leggi ci sono e sono molto chiare, ma il ruolo di vigilanza e repressione spetta alle istituzioni che devono incrementare le visite ispettive”.

Qyuanto inevce alle aste a doppio ribasso, questione “prettamente commerciale”, “Conad ha più volte espresso la sua contrarietà e infatti non vi partecipa. Gli imprenditori agricoli dovrebbero fare lo stesso: astenersi. Attualmente al Parlamento europeo è in discussione una Direttiva comunitaria che sarebbe bene includesse queste aste tra le pratiche sleali nella filiera alimentare.  È certamente un buon inizio, purché ci si ponga davvero l’obiettivo di tutelare il mondo agricolo e le piccole e medie imprese, non le grandi multinazionali del food alle quali non mancano i mezzi per imporsi”.

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