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Carrefour attiva centri di raccolta per i terremotati, in centro Italia

Carrefour rende noto di aver attivato alcuni centri di raccolta di beni di prima necessità, destinati alle popolazioni gravemente colpite dal sisma del 24 agosto. L’insegna, dopo essersi attivata per l’invio di beni di prima necessità, invita i clienti a dare un proprio contributo.

I primi punti vendita presso i quali sarà possibile consegnare i beni a partire da oggi sono:

-Rocca di Papa, via di Frascati 292, Rocca di Papa (RM): Protezione Civile
– Grottaferrata Pratone, via del Pratone snc, Grottaferrata (RM): Protezione Civile – Frascati, piazza Marconi 12, Frascati (RM): Regione Lazio
-Anguillara, largo dello Zodiaco 3, Anguillara (RM): Croce Rossa
-L’Aquila iperstore, via A. Panella 67, L’Aquila: Associazione Mamme per L’Aquila
-L’Aquila1, via A. Vicentini snc, L’Aquila: Associazione Mamme per L’Aquila
-Cascia, via P. Prosperi snc, Cascia (PG): Associazione Giovani per Cascia
-Rieti, via M. C. Dentato 9, Rieti: Caritas
-Terni, viale Bramante 33/B: Caritas
-Tarquinia, via A. Moro sna, Tarquinia (VT): Comune di Tarquinia
-Pineta sacchetti, via della Pineta Sacchetti 199, Roma: Associazione Carabinieri -Anagni, via Casilina Km 62, Anagni (FR): Croce Rossa
-Cessati Spiriti, via dei Cessati Spiriti n. 10, Roma: VII Municipio Roma Capitale
-Ciamarra, via A. Ciamarra 243/253, Roma: VII Municipio Roma Capitale
-Monte Mario, via A. del Peschiera 22, Roma: Protezione Civile

La lista aggiornata in tempo reale sui punti venditi aderenti all’iniziativa, sarà disponibile sul sito ufficiale di Carrefour.

Disponibili anche i punti vendita Carrefour del Gruppo Cassandra di Latina, Pontinia, San Felice Circeo, Sabaudia dove si possono donare i beni indicati dalla protezione civile: generi alimentari a lunga conservazione (acqua, latte in cartone, pasta, riso, farina, zucchero, caffè, tonno, legumi, pomodori in scatola, biscotti, olio, sale), prodotti per l’igiene (sapone, carta igienica, pannolini per bimbo e anziani, salviette umidificate, assorbenti da donna) e bicchieri, forchette, cucchiai, tovaglioli e coltelli in plastica.

I beni verranno consegnati ai punti raccolta preposti gestiti dalle organizzazioni competenti in collaborazione con la Protezione Civile.

Ahold Delhaize entra in Coopernic, e va insieme a Coop, E Leclerc e Rewe

Ahold Delhaize, uno dei maggiori attori della Gdo nato dalla recente fusione tra l’olandese Royal Ahold (cui fanno riferimento i marchi Albert Heijin, Gall&Gall e Etos) e il belga Delhaize, dal 1° settembre sarà un membro operativo di Coopernic. La Cooperation Européenne de Référencement et de Négoce des Indépendants Commerçant è il maggiore gruppo d’acquisto europeo di cui fanno parte anche Coop Italia, E. Leclerc e Rewe Group e che contava tra i soci, dal 2015, anche Delhaize.

“La mission principale di Coopernic – si legge in una nota – rimane quella di rafforzare l’indipendenza e la prestazione di ognuno dei retailer nel suo mercato, tramite l’ottimizzazione delle condizioni commerciali con i fornitori internazionali, che assicurano un valore aggiunto ai consumatori-clienti”.

Quest’ultimo ingresso conferma Coopernic come il gruppo d’acquisto dei “big”, leader di mercato della Gdo nei rispettivi Paesi di riferimento. Ahold Delhaize ha una famiglia di 22 marchi locali con oltre 50 milioni di clienti a settimana in 11 Paesi, 6.500 punti vendita dove lavorano 375mila persone. Coop Italia, con i sui 1.200 punti vendita dove lavorano 55mila persone, è la maggiore insegna italiana, che genera un fatturato di 12,7 miliardi di euro e ha 8,2 milioni di soci consumatori.  È entrata in Coopernic nel gennaio 2015 lasciando Centrale Italiana. La francese E.Leclerc, presente in cinque Paesi europei, ha 652 punti vendita e 499 soci, un fatturato di 45,7 miliardi di euro e una quota di mercato in Francia del 20,7 %. REWE Group, con un fatturato di 52,4 miliardi di euro, 15mila punti vendita in 20 Paesi e 330mila dipendenti è tra i maggiori attori della distribuzione tedesca ed europea.

Salame, crudo e cotto sempre al top. Cresce l’attenzione per i più leggeri

In varie lingue straniere il termine “salumi” identifica insaccati e prosciutti prodotti in Italia; i salumi sono uno dei prodotti che connotano il Made in Italy e il mercato estero continua a premiarli, mentre nel mercato domestico, a causa della crisi economica e della conseguente riduzione della spesa alimentare, gli ultimi anni hanno fatto registrare una contrazione delle vendite.

 

Wikipedia.it elenca ben 311 differenti tipi di salumi italiani così ripartiti:

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Vediamo ora quanto emerso dalla nostra web research di sentiment analysys, riguardo a salumi e prosciutti della tradizione italiana, lasciati nella rete domestica da privati che scrivono in social, blog e forum.

I più menzionati

Quando i naviganti scrivono nella rete domestica pareri e commenti sui salumi menzionano (citazioni multiple):

Tipologie

tipologie

Gli “arrosti affettati da carni bianche” e la bresaola, vengono spesso accomunati in quanto rappresentano un sotto segmento che potremo definire “dietetico”, o “salute/benessere” e complessivamente totalizzano il 40% dei pareri intercettati, se considerati come un unico segmento scalzerebbero dal primato della popolarità il cotto (31%).

A sua volta, se considerassimo l’accoppiata “cotto + crudo” come un unico segmento totalizzerebbe il 56%.

Infine, se considerassimo la terna “storica” della tradizione dei salumi “cotto, crudo, salame” come un unico segmento, totalizzerebbe il 78%.

A titolo di curiosità segnaliamo alcune citazioni, statisticamente irrilevanti, riguardanti salame di selvaggina e di pesce sia di mare sia di acqua dolce.

Pur riguardando i salumi della tradizione italiana è stato inevitabile intercettare anche citazioni su salumi di produzione straniera: nel 6% dei pareri della categoria “altri”, tra i salumi d’importazione primeggiano gli spagnoli serrano e pata negra e nella categoria “esotici” quelli di struzzo (sebbene molti prosciutti di struzzo siano prodotti domestici).

 

Formati distributivi

Stando ai pareri (multipli) intercettati, questa la ripartizione delle tipologie di store dove vengono maggiormente acquistati salumi e prosciutti:

Formati distributivi

formati distributivi

Il mercato domestico dei salumi è estremamente segmentato per brand, linee e referenze, stilare una classifica per singolo prodotto menzionato avrebbe avuto una significatività estremamente ridotta anche a causa delle citazioni multiple. Abbiamo così optato per una riclassificazione delle referenze menzionate, accorpandole secondo le holding di appartenenza.

 

La top ten dei produttori

Questa la classifica per produttore (primi dieci, citazioni multiple):

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Tale classifica può essere interpretata come una web brand awaraness.

Le citazioni per i salumi a marca privata (del distributore, non del produttore) sono il 20%

I momenti di consumo sono equamente distribuiti e trasversali a tutta la giornata e a tutte le occasioni (menzioni multiple):

Momenti di consumo

momenti di consumo

 

Sottolineiamo che in quasi un caso su tre (18% + 12%) i salumi vengono acquistati per essere consumati fuori casa ; in quasi un caso su due sono consumati come ingredienti del classico “panino”.

Abitudini di consumo

Dal punto di vista delle abitudini di consumo è da segnalare che quando si hanno ospiti sia per pranzo che per cena e/o aperitivo gli affettati non mancano (quasi) mai: sono presenti nel 90% dei pareri riguardanti il menù degli inviti.

I temi più trattati in rete, quando i netsurfer nazionali scrivono riguardo l’argomento salumi, sono (citazioni multiple):

  • dietetico / salute e benessere (46%)
  • naturale (preparazione) (38%)
  • italianità (del prodotto) (32%)
  • territorialità (specialità regionale; produzione locale) (27%)
  • formati / packaging (24%)
  • DOP & IGP (21%)

Questa classifica può essere interpretata anche come quella dei principali driver di acquisto da parte del popolo della rete nazionale.

Ci ha stupito trovare con bassa frequenza pareri su:

  • fresco (8%)
  • prezzo (7%)
  • gastronomia (4%)

I pareri negativi

I pareri negativi, fatto 100 il numero delle opinioni intercettate ed analizzate, sono il 19% e sono ripartiti in tre argomenti :

  • conservanti (9%)
  • allevamento intensivo (5%)
  • componenti e valori nutrizionali (4%)
  • altro (1%)

Analizziamo ora il profilo socio demografico di chi ha lasciato i propri mood riguardo salumi e prosciutti nel web domestico.

Più uomini: 54%, di età compresa tra i 35 ed i 55 anni (51%), di cultura media (58%).

Distribuita uniformemente la provenienza dei pareri in base all’area geografica: Nord (35%), seguiti da quelli provenienti dal Centro (33%), quindi quelli digitati dal Sud e Isole (32).SALUMI 1

Questa la provenienza delle opinioni rispetto all’urbanizzazione: da aree metropolitane nel 31%, da zone urbane nel 30%, da aree suburbane nel 28%, da piccoli insediamenti / zone rurali 11%.

Utilizzo uniforme degli ambienti web : Social Media (51%), seguiti da Blog e Forum (49%).

Ricordiamo che i pareri lasciati in ambiti dedicati come Blog e Forum sono maggiormente approfonditi e competenti, mentre quelli provenienti dai Social sono più superficiali.

Provengono da influencer il 26% delle opinioni intercettate.

CONCLUSIONI  

Le maggiori menzioni sono per la terna “cotto, crudo, salame”, da tenere sotto controllo “arrosti affettati da carni bianche, bresaola” per la connotazione light e fitness; in 3 casi su 4 salumi e prosciutti vengono acquistati presso i supermercati; in un terzo dei casi vengono consumati a cena ed in un altro terzo “fuori casa” come colazione “al sacco”; gli argomenti maggiormente trattati sono ascrivibili alla sfera della salute e del benessere; i pareri negativi, meno di uno ogni 5, si concentrano principalmente sui conservanti.

 

di Gian Marco Stefanini

WWW.WEB-RESEARCH.IT Srl

È un istituto di ricerche di mercato e consulenze di marketing che offre servizi rivolti ad aziende e multinazionali presenti nel mercato domestico.

Ha portato tra i primi in Italia una nuova metodologia di ricerche ed analisi di mercato: Web listening – Web research – Web monitoring. Utilizzando software di intelligenza artificiale che emulano il funzionamento delle reti neurali effettua un’analisi semantica e psicometrica dei testi presenti nel Web attribuendo loro personalità e punteggi. www.web-research.it ascolta il Web per scoprire, analizzare, razionalizzare cosa i clienti reali e potenziali pensano e dicono oggi e indietro nel tempo fino agli ultimi tre anni. E’ il partner ideale di aziende, marchi, prodotti, servizi e personaggi pubblici con esposizione mediatica significativa.

www.web-research.it – Tel. 02.89367297 – Fax 02.89367298 – P.zza Castello 26 – 20121 Milano info@web-research.itgianmarco.stefanini@web-research.it

Walmart compra Jet.com e sfida Amazon sull’e-commerce

Ormai è un fatto acquisito che nessuna insegna della Gdo può prescindere dal canale online. L’ingresso di Amazon, con tutta la sua portata di fuoco, anche nei freschi ha di fatto cambiato le carte in tavola, aprendo il canale, che, è opportuno ricordarlo, negli USA, mercato evoluto, ha oggi una quota dell’8% del mercato. Resta il fatto che il canale va presidiato, e al meglio. L’ultima conferma arriva dall’americana Walmart, la più grande insegna della grande distribuzione “fisica” al mondo, che ha dichiarato l’intenzione di acquistare Jet.com, start-up dedita alla vendita di grocery online, per una cifra record: 3,3 miliardi di dollari. La maggiore mai utilizzata per l’acquisto di una società che opera nel web. L’acquisto potrebbe essere finalizzato già il prossimo novembre.

Secondo il New York Times, la mossa segnalerebbe l’ammissione della difficoltà di Walmart nel canale online che ha portato alla necessità di affidarsi a dei professionisti del web, e anche un cambio di strategia. Jet.com è infatti diventata famosa per i suoi acquisti “all’ingrosso” (ovvero più di acquista di un certo prodotto, più sconti si ottengono). Inoltre la start up sarebbe particolarmente forte su due target che interessano particolarmente Walmart ma su cui l’insegna non è particolarmente forte, i Millennials e gli abitanti delle grandi città.

Non sempre però la strada dell’acquisizione paga. Morrisons ad esempio ha appena deciso di cedere le proprie quote in Fresh Direct, acquisite nel 2011. Un modo per tamponare il momento di crisi dell’insegna britannica sul mercato americano. L’azione non sottintende però certo a un arretramento dal canale, che sarà presidiato in due modi: tramite una partnership con lo specialista Ocado e un accordo proprio con Amazon per vendere prodotti freschi nel Regno Unito.

Gdo online, ad agosto Iper torna in vetta

Il testa a testa tra Iper ed Esselunga per la migliore performance online tra le società della grande distribuzione con un sito Internet in lingua italiana ad agosto si risolve a favore di Iper, che ritorna in vetta alla classifica stilata ogni mese da Bem Research. Cambiano le posizioni, ma restano sempre quelle le insegne che detengono la Top 5, quattro delle quali sono italiane.

bemresearch-agostoIpermercati Iper migliora di una casella rispetto a luglio 2016 dunque, e scalza dal primo posto Esselunga. Terza è la francese Decathlon e migliora, rispetto a trenta giorni fa, anche Bricocenter, oggi quarta. In calo è Coop: perde due posti e deve ora accontentarsi di chiudere la top-five.

Nel complesso, l’andamento online dei 30 brand del settore si attesta a 36,1 punti-indice e segna un +1,1% mensile di performance sul web. L’andamento delle ricerche per parole-chiave su Google, però, è piatto rispetto alle rilevazioni di un anno fa, e presenta differenze regionali: sette regioni sono in crescita e dieci in forte calo. Un sensibile miglioramento di ricerche si registra in Calabria, Basilicata e Friuli-Venezia Giulia (+33%, +21% e +17%), mentre dati negativi si evidenziano per Molise, Valle d’Aosta e Sardegna ( -27%, -12% e -10%).

«Anche questo mese si conferma la buona posizione dei brand italiani che resistono tutti nella top- five – dice Carlo Milani, direttore di BEM Research -. Ipermercati Iper ed Esselunga si scambiano la vetta; la sola presenza straniera è rappresentata dal marchio francese Decathlon. È un dato positivo per tutto il made in Italy, soprattutto per quanto riguarda i prodotti agroalimentari commercializzati su Internet. Per i brand del settore è molto importante farsi conoscere sul web: Carrefour, che da alcuni mesi non rientra nel gruppo dei migliori cinque, ha lanciato un’iniziativa rivolta ai cacciatori di Pokemon, in modo da attirare un numero sempre maggiore di clienti. Il legame tra il mondo virtuale di Internet e la promozione di un brand per incentivare l’acquisto di prodotti è sempre più stretto».

Etichétto di Coralis si espande, al via in quattro punti vendita del Sud

Si dipanano tra Puglia e Calabria le nuove aperture dei punti vendita che presentano prodotti Etichétto, l’etichetta di garanzia del consorzio Coralis.

Il primo ha aperto il 23 luglio per l’insegna Pascar a San Giorgio Jonico. e su 1.000 metri quadri dedica una particolare attenzione ai reparti del fresco e alla selezione di prodotti Etichètto. «Ho scelto di inserire i prodotti Etichètto perché ho potuto constatare, vivendo all’interno dei nostri punti vendita, quanto l’attenzione delle persone sia sempre più rivolta alla qualità, alla trasparenza – dice Carmine Passarelli, titolare di Pascar – . I clienti leggono le etichette e vogliono sapere cosa mangiano, ecco perché scelgono i prodotti Etichètto.» Sotto l’insegna Pascar, oltre a questo punto vendita, ce ne sono altri 13 più un Cash&Carry tutti nella provincia di Taranto.

Sempre sul mare Jonio, ma in Calabria, a Lazzaro di Motta San Giovanni, ha aperto i battenti il 30 luglio un nuovo punto vendita sotto l’insegna Verdeblu di Zumbo srl.: il settimo nella provincia di Reggio Calabria, con una superficie di 800 metri quadri, suddivisi tra i reparti di ortofrutta, macelleria, salumeria, gastronomia e pescheria e una vasta selezione di prodotti Etichètto.

«È diventato importante per le persone sapere cosa mangiano. Sono attenti compratori i più giovani, che amano anche scoprire nuovi marchi – dichiara Giovanni Zumbo -. Per noi mettere in assortimento i prodotti Etichètto significa dare un servizio in più ai nostri clienti in tema di qualità, salubrità e provenienza di ciò che vendiamo».

Due le aperture infine del Gruppo TRE P che ha riaperto, dopo una completa ristrutturazione, il punto vendita a Montalbano Jonico e aprirà alla fine di agosto un nuovo negozio a Laterza in provincia di Taranto. Entrambi hanno una superficie di circa 400 metri quadri. in cui sono inseriti 80 metri lineari di scaffali e i tre reparti di macelleria, ortofrutta e, per la prima volta, gastronomia che offre un assortimento di “solo prodotti Etichetto” integrato da alcune “eccellenze territoriali”, selezionate con criteri analoghi. All’interno è possibile trovare anche un forno in cui vengono cotti prodotti panificati freschi come focacce e pizze.

«Poter offrire ai nostri clienti un assortimento di prodotti di così alta qualità e con la garanzia del marchio Etichètto ci mette nella condizione di poter soddisfare le esigenze di tutte quelle persone, che sono in continuo aumento, che prestano attenzione a ciò che comprano e a ciò che mangiano. Inoltre, il nuovo layout dei punti vendita crea un’atmosfera di maggiore accoglienza e si distingue dal format classico dei supermercati» dichiara Onofrio Petruzzi titolare del Gruppo TRE P.

«È davvero bello vedere che i progetti messi in campo dal consorzio prendono sempre più forma e si realizzano in punti vendita che tendono a cambiare le abitudini di acquisto degli italiani in un’ottica di maggiore sicurezza alimentare. Un grande in bocca al lupo ai nostri due soci» ha dichiarato Eleonora Graffione, Presidente del Gruppo Coralis.

A Prato riapre, ampliato e rinnovato, il Conad di via Gherardi

Ampliato e rinnovato nel layout, negli assortimenti e nelle dotazioni tecnologiche: dopo 18 giorni di lavori un Conad rinnovato riapre i battenti oggi nella centrale via Gherardi a Prato. Non solo di restyling si tratta, visto che la ristrutturazione ha ampliato la superficie commerciale di ben 100 metri quadri, reso possibile grazie all’acquisizione, avvenuto circa un anno fa, della superficie attigua che ospitava la farmacia San Martino. Il supermercato Conad ha così inglobato una superficie totale di circa 200 metri quadri, 100 dei quali destinati ad area vendita e i restanti a locali per attrezzature tecniche.

Attualizzate anche le dotazioni tecnologiche, che vedono l’adozione di più moderne tecnologie all’insegna dell’efficientamento energetico, mentre per quanto riguarda il lay out, ampi spazi sono dedicati al mondo del fresco e freschissimo, ai prodotti biologici e del territorio a km 0.

L’operazione ha permesso la totale ristrutturazione e rivisitazione dei reparti freschi sia in termini di ampliamento della superficie espositiva, sia in termini di layout. Totalmente nuove ed all’insegna dell’efficientamento energetico le attrezzature frigo e le dotazioni tecnologiche proprie del punto di vendita, come l’impianto di climatizzazione, riscaldamento e le attrezzature della sala motori, anch’essa interessate dall’ampliamento.

Totalmente rivisitati anche il reparto gastronomia e panetteria, con pane sempre fresco. Ampio spazio è stato dedicato ai prodotti biologici e salutistici (gluten free e senza lattosio) per una maggiore attenzione al benessere fisico. Significativi l’ampliamento del reparto ortofrutta, posizionato all’inizio del percorso di vendita, e la dotazione di nuovissime attrezzature del reparto carni.

«Sono molto orgoglioso di presentare questo rinnovato e più grande punto di vendita, dal quale mi aspetto molto e che arricchisce l’offerta Conad in città -, dichiarano Paolo Biondi e Davide Pruder, soci Conad del Tirreno -. L’ampliamento e il rafforzamento dei reparti freschi hanno permesso un incremento delle persone occupate, che confidiamo di consolidare ulteriormente nel tempo. Ho grande fiducia nell’investimento fatto, che ci consente di rispondere ancora meglio all’esigenze dei nostri clienti, con un servizio ancora più efficiente, moderno, di qualità abbinato alla consueta convenienza Conad. L’obiettivo è accrescere il legame con il territorio e servire sempre meglio i cittadini di Prato».

DoveConviene: lo shopping sempre più smart e geolocalizzato

Due amici, tanta voglia di mettersi in gioco e un’idea geniale che dà il via all’avventura di Dove Conviene, app di successo, oggi utilizzata da 15 milioni di utenti nel mondo.

A.Palmieri a sx S.Portu a destra-_Fondatori e CEO DoveConviene 2
Alessandro Palmieri e Stefano Portu

È Stefano Portu, uno dei due protagonisti, a raccontarci questa sfida.

“Io e Alessandro Palmieri ci siamo conosciuti e siamo diventati amici lavorando alla start-up di Buongiorno, uno dei pochi unicorni italiani, a fine anni novanta. Un’esperienza straordinaria in cui siamo entrati in un ufficio con 4-5 persone e abbiamo contribuito a creare un’azienda da oltre mille in decine di paesi. Dopo quindici anni di digitale, percorsi su strade diverse (manager io e imprenditore Alessandro), volevamo fare, di nuovo insieme, qualcosa di grande e internazionale partendo dall’Italia. Abbiamo deciso di concentrarci – attraverso un servizio digitale – sulla semplificazione il modo in cui si fa la spesa nei negozi fisici.

È così nata DoveConviene, servizio utilizzato oggi da oltre 8 milioni di italiani, che trovano su di noi tutte le informazioni per fare smart shopping in modo geolocalizzato nei negozi vicino casa: orari, store, volantini e promozioni disponibili, così da risparmiare tempo e denaro, trovando sempre i propri brand preferiti.

Qual è lo scenario competitivo in cui si inquadra DoveConviene?

Leggere il volantino per decidere in che negozio andare e cosa comprare è la più importante abitudine di shopping in almeno una trentina di grandi paesi nel mondo, coinvolge miliardi di persone di tutte le età e decine di migliaia di retailer.

DoveConviene, traslando su digitale una abitudine di massa come questa, gode quindi di una diffusione ormai molto importante in diversi paesi, dove è entrata nell’elite di quello 0,01% delle app mobile che fanno il 90% dell’utilizzo reale dei consumatori. Siamo già tra le prime 5 app di shopping in Italia, Brasile e Messico, disponibili anche in Usa, Spagna e Indonesia e veniamo utilizzati già da 15 milioni di utenti, il doppio rispetto a un anno fa.

In Italia, dove lo sviluppo è iniziato prima, è l’app più utilizzata su base mensile nel settore retail e la seconda italiana più utilizzata in assoluto (escludendo gli operatori telefonici). Numeri impressionanti e che continuano a crescere in doppia cifra ogni trimestre.

Come è cresciuta fino a raggiungere ben 8 milioni di utenti e il 90% dei responsabili acquisto?

Grazie alla combinazione di tre aspetti: la penetrazione del mobile in tutti gli strati della popolazione, la forza della value proposition – che abbina il contenuto del volantino geolocalizzato a tutte le info su orari e contatti dei negozi e alle novità di prodotto – e infine l’estrema semplicità d’uso.

Quanto si è evoluto l’atteggiamento degli utenti/consumatori dal vostro esordio a oggi?

L’audience è cresciuta di 8 volte in 3 anni e prevediamo triplichi ancora nei prossimi 3 fino a oltre 20 milioni di utenti. L’intensità di utilizzo cresce nel tempo: i nostri utenti storici aumentano i volantini letti anno su anno, a testimonianza di uno spostamento progressivo dell’abitudine sul digitale.

Quali strategie state implementando per incrementarne la diffusione a livello globale?

Il volantino è il media più importante per portare i consumatori in negozio in almeno 25 paesi, nei quali rappresenta in media il 70% degli investimenti dei retailer. Un’abitudine per miliardi di consumatori su cui, solo per stampa e distribuzione vengono investiti circa 30 miliardi di dollari ogni anno.

Per cogliere appieno le opportunità offerte da questo mercato abbiamo creato un team internazionale con colleghi di 10 nazionalità, centri di eccellenza in diversi uffici sulle aree chiave del business e presenza commerciale locale nei diversi mercati.

Attualmente siamo presenti in sei paesi – Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Messico e Indonesia – con uffici attivi in Italia, Messico e Brasile e puntiamo ad arrivare ad un totale di 10 Paesi entro la conclusione del 2016.

Quali vantaggi offre DoveConviene ai retailer e ai top brand?

Permette di raggiungere un numero di consumatori già molto grande e incontinua crescita, nel momento tra pianificazione e acquisto, influenzando drive to store e intention to buy. Per i retailer è un modo per distribuire il volantino su un 20-30% di consumatori altospendenti sempre meno raggiungibili attraverso la carta, in modo più efficiente e ottenendo anche fondamentali customer insights attraverso cui riorientare e ottimizzare la propria strategia di marketing e promozionale.

Sono misurabili i benefici che apporta in termini di visibilità?

Uno dei punti di forza del volantino digitale – assieme alla copertura di un ricco target aggiuntivo e all’efficienza – è proprio la sua misurabilità. Noi forniamo un reporting puntuale su quantità, qualità e geolocalizzazione delle letture, abbinato a importanti insights di marketing su quanti e quali contenuti del volantino hanno maggiore impatto sul consumatore.

Per DoveConviene ci sono ancora margini di crescita o si sta raggiungendo la fase di maturità?

La penetrazione del mobile internet è in piena esplosione e raggiungerà il 90% della popolazione nel 2019. In questo scenario, noi siamo come dicevo la seconda app italiana più utilizzata e rappresentiamo la digitalizzazione di una delle più importanti abitudini degli italiani, quella di prepararsi agli acquisti in negozio scoprendo promozioni ed offerte. Nonostante la crescita esplosiva degli ultimi anni, quindi, abbiamo chiari indicatori di essere lontani dalla maturità di questo mercato e potere triplicare la nostra audience nei prossimi anni, rimanendo il player digitale con più forte impatto sul drive to store in negozio.

DoveConviene e il mercato del lavoro: quali le prospettive? Quali profili ricercate e con quali requisiti?

Oggi DoveConviene è composta da un team di oltre 120 professionisti di 10 nazionalità diverse, ma punta ad ampliare il proprio organico fino a 200 unità entro la fine del 2016. Siamo alla costante ricerca di nuovi talenti, persone curiose e intraprendenti che abbiano un solido know-how in campo digitale e che vogliano entrare in un contesto internazionale in forte evoluzione.

Beecher’s, un caseificio nel cuore della Grande Mela

Cambiare il modo in cui mangiano gli Americani non è certo una missione né facile, né modesta, ma da sempre sono gli entusiasti, per non dire i fanatici, che, nel bene e nel male, trasformano il mondo. E un pizzico di fanatismo Kurt Beecher Dammeier deve coltivarlo se, nel giugno del 2011, dopo tre anni di riflessioni, ricerche e calcoli economici decise di aprire uno dei più strani e affascinanti negozi alimentari della città; proprio nel cuore di Manhattan, nel Flatiron District, e precisamente al9 00 della Broadway, all’angolo della 20° St.

La prima volta che un turista Italiano lo scopre (ma anche molti scafati consumatori Americani) la sorpresa è certa. Anche noi non avremmo mai immaginato di trovare un piccolo caseificio nel cuore della Grande Mela, … un caseificio combinato con la vendita al dettaglio di formaggi e un’area di ristorazione. Ma tutto ciò che riguarda Kurt è curioso e singolare.Beechers - Coop Lombardia (new York City 2013) 2 23

Prima di tutto il fatto che questo gourmet (con la passione del formaggio sin dai tempi dell’infanzia) la cui educazione culinaria è frutto dell’auto-apprendimento, è cresciuto a Seattle (WA) sull’altra sponda degli USA. Quella città, peraltro è da sempre una fucina di idee per il retail; infatti, vi hanno preso l’avvio o messo la loro sede Cinnabon, Starbucks, Amazon, Costco, … Beecher’s vi ha aperto, nel 2003, la sua prima location, all’interno del Pike Place Market (lo storico mercato della città) subentrando alla vecchia gestione di un punto di vendita obsoleto.

Il primo store

La novità consistette nel materializzare un concetto semplice, ma difficile: A) proporre un’offerta di formaggi assolutamente genuini e della massima qualità sia come lavorazione, sia come materia prima: soluzione resa possibile accordandosi con un agricoltore-allevatore locale che fornì a Kurt le partite di latte prive di additivi e di residui chimici tipici degli allevamenti intensivi, necessarie a qualificare la sua missione. B) unire gli aspetti dell’esperienza che nasce dall’informazione e dalla degustazione del prodotto, a quelli più specifici della scelta e dell’acquisto dello stesso. Dunque, adottando la moda dei lunghi tavoli conviviali che caratterizzano molti odierni casual restaurant e proponendo un insieme di ricette che si possono trovare anche nel libro di Kurt: “Pure Flavor: 125 Fresh All-American Recipes from the Pacific Northwest”, il nuovissimo Beecher’s conquistò i primi clienti con snack, lunch e dinner a base di formaggio, arricchiti dai giusti accoppiamenti con frutta, mieli e salse e vino e birra. Certamente aprire un secondo punto di vendita di così complessa e difficile gestione, a Manhattan, dove templi della gastronomia come Dean & DeLuca, Balducci, Di Palo, Citarella, Zabar, … vantavano da lungo tempo la propria fama di qualità e varietà eccelse, sembrava nel 2011 un’idea bislacca, per non dire folle. La New York dell’euforia finanziaria evaporata nel nulla, che ancora tremava al ricordo dei rischi paurosi corsi con il crollo del 2008, non sembrava proprio il luogo in cui proporre soluzioni così curiose, insolite e non proprio competitive in fatto di prezzi. Un sandwich Big Deal nello store di New York costa 10$, il formaggio Flagship 22 $ alla libbra, tanto per dare un’idea. Noi stessi visitando questo Beecher’s, poco dopo la sua apertura, pensammo quindi che sarebbe stato un tentativo effimero, che non avrebbe avuto futuro, L’ennesimo progetto tra i tanti ispirati dalle follie della Grande Mela e … ci sbagliammo.Beecher's - Broadway 900 - NYC-38

I casari

Infatti, oggi, l’azienda necessita di una produzione supplementare per tenere il passo con le vendite e questa produzione dove potrebbe aver luogo se non nel Wisconsin? In questo stato, i cui cittadini vanno fieri del nome affibbiato loro di Cheeseheads, stanno accadendo cose interessanti. I suoi formaggi stanno seguendo il percorso dei vini della California (un tempo ridicolizzati, oggi apprezzati e rispettati nei più reputati concorsi enologici). Nel Wisconsin stanno imparando a produrre ottimi formaggi, che hanno il solo difetto: imitare, nel nome, quelli Italiani e Francesi. Dunque Beecher’s attualmente integra la sua offerta con una produzione del Wisconsin, rendendola complementare a quella realizzata in loco nei suoi due store. Tuttavia, non commette l’errore menzionato, di adottare l’“Italian o il French sounding”. Offre propri formaggi dai nomi fantasiosi: No Woman, Just Jack, Marco Polo, Flagship, ecc. unici, nel bene e nel male.

Beechers - Coop Lombardia (new York City 2013) 2 16Ma cerchiamo di descrivere l’ambiente alla luce della (da noi tanto citata) “consumer experience”, peraltro (da noi) assai poco praticata. Innanzitutto si enfatizza il fattore “vista”. Transitando dalla 20° strada, il passante può gettare lo sguardo all’interno e osservare i cheesemonger (o casari) che raccolgono o rompono la cagliata prima di darle una forma. Ancor meglio si può osservare il tutto dal salotto ricavato dal sovrastante mezzanino, magari concedendosi una bella porzione di Mac&Cheese (the Best of the World! È il claim dell’insegna). In effetti i maccheroni non sono così scotti come in tanti altri luoghi e le due varietà di formaggi stagionati Flagship e Just Jack convergono nel produrre una mantecatura molto più godereccia nei nostri (più dietetici) 4 formaggi. Ovviamente le varianti smoked o tex-mex, che sono parte di un menu piacevole pur nella sua sinteticità, consentono anche qualche deviazione moderatamente esotica.

Gli spazi interni

Una seconda caratteristica è il visual merchandising del luogo. Grazie alle “diaboliche” arti dello store design di impronta Americana, il luogo ha comunicato da subito l’idea del vissuto, pur senza calcare quel falso shabby chic che è dilagato ovunque in America e che oggi sembra mostrare segni di stanchezza, puntando su una palesemente falsa, esagerata e ostentata vecchiezza artificiosa. I materiali utilizzati da Beecher’s, ovvero legni e metalli industriali sono combinati così da creare un ambiente caldo e pulito (nel senso delle geometrie, ma anche in quello igienico, spesso discutibile nei locali della Grande Mela, che pur è adusa ad atmosfere hard-boiled!). Le esposizioni sono essenziali e leggibili. D’altronde essendo un negozio monomarca la logica dell’assortimento poco profondo è del tutto compatibile con la promessa fatta al cliente.Beechers - Coop Lombardia (new York City 2013) 2 27

Non va dimenticata poi la notevole importanza assunta dal servizio di catering e di gift, anche in questo caso a prezzi non esattamente bassi: 8 pezzi da 200 gr costano 89$!

Molto interessante è poi lo spazio ricavato nell’interrato e chiamato The Cellar. Lo stile archeo-industriale dei suoi interior è riuscito a trasformare la cantina di un edificio di 135 anni in un casual restaurant d’atmosfera. Infatti, nell’ambiente raccolto dello scantinato è possibile gustare un menu che prevede una bella serie di piatti semplici, tra cui ovviamente assaggi di charcuterie e formaggi in vari abbinamenti. Nello stesso luogo si svolge poi con grande successo l’attività di education al pairing con vini, birre, whisky. In conclusione, vige ancora una volta, come sempre il sacro principio del retail specializzato americano: eccellere indiscutibilmente in UNA cosa, distintiva, memorabile, inimitabile, da completare poi con i necessari servizi aggiuntivi. E, da questo punto di vista, l’intuizione imprenditoriale di Kurt Beecher’s può dirsi certamente riuscita.

di Daniele Tirelli e Marco Tirelli

Legge antispreco: l’opinione di Federdistribuzione

Legge antispreco: a un giorno dalla sua approvazione in Senato, ferve già il dibattito e l’opinione pubblica è concorde nel plauso. Visto che il tema è uno di quelli caldi, sentiti e dibattuti e a cui già da tempo si cerca di trovare una soluzione. Secondo, infatti, uno studio del Politecnico di Milano (Surplus Food Management – Against food waste) la distribuzione ogni anno dona prodotti alimentari per 65.000 tonnellate (pari a oltre 220.000 pasti al giorno). Una quantità che sta crescendo nel tempo e che ora potrebbe essere ulteriormente aumentare grazie al provvedimento approvato ieri.

“Questa legge – commenta infatti Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione – rappresenta un importante passo per semplificare il processo di donazione delle rimanenze alimentari, un’attività nella quale le nostre imprese sono impegnate già da molto tempo nonostante le numerose difficoltà. Prima di questa norma assistevamo al paradosso che destinare i prodotti a rifiuto costava più che donarli. Questo a causa dei pesanti adempimenti burocratici necessari per fare le donazioni. Ora si sono invece create migliori condizioni per raggiungere l’obiettivo più volte indicato dal Ministro Martina, cioè raddoppiare le attuali 480.000 tonnellate di donazioni da parte dell’intera filiera, raggiungendo il milione di tonnellate annue”.

“Apprezziamo il lavoro svolto dall’Onorevole Gadda, impegnata in prima linea nell’intero percorso parlamentare della legge e sempre disponibile al confronto. Una disponibilità importante, che ha consentito di giungere a una formulazione finale ampiamente condivisa da tutti gli operatori coinvolti. Stesso apprezzamento per il Senato, che ha saputo accelerare i tempi per l’approvazione di un provvedimento da tutti ritenuto efficace”.

“Per dare impulso alle donazioni sarà importante che gli enti locali recepiscano l’invito contenuto nella norma, riducendo la tassa sui rifiuti per i soggetti che donano. Più donazioni significa meno rifiuti e meno costi per il sistema, e noi auspichiamo che almeno una parte di questi risparmi possano essere distribuiti a chi alimenta questo percorso virtuoso”.

“Diffondere il messaggio positivo delle donazioni è fondamentale per alimentare un senso di responsabilità nelle imprese e nei cittadini. Per questo Federdistribuzione, insieme a Federalimentare, Fondazione Banco Alimentare e Unione Nazionale Consumatori partecipa al progetto “LIFE-Food Waste Stand up”, proprio con l’obiettivo di sensibilizzare al contenimento dello spreco e di educare al recupero delle eccedenze”.

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