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Federdistribuzione: adesione al 10%. Punti di vendita aperti e servizio ai consumatori regolare

In relazione allo sciopero indetto oggi l’adesione, misurata puntualmente presso le imprese associate a Fededistribuzione, ha raggiunto una percentuale media complessiva del 10%, tale da non compromettere la funzionalità delle strutture di vendita. I negozi sono rimasti aperti (su oltre 15.000 punti vendita delle aziende aderenti all’associazione, solo una dozzina di piccoli supermercati ha dovuto chiudere) e il servizio al consumatore è regolare.

Lo dichiara Federdistribuzione in una nota e sottolinea che le e negoziazioni con isindacati sul Contratto Nazionale di Lavoro per la DMO si sono interrotte per una mancanza di volontà di dialogo da parte sindacale rispetto ad una proposta seria e credibile avanzata da Federdistribuzione, finalizzata alla complessiva tutela dei livelli occupazionali e alla sostenibilità delle imprese. All’interno di tale proposta non vi è alcuna pregiudiziale – afferma l’organizzazione dei retailer – nel riconoscere gli aumenti retributivi richiesti dai sindacati, purchè erogati nel triennio 2016-2018 e accompagnati da forme di sostenibilità, flessibilità e produttività.

Lo sciopero è stato motivato con la volontà da parte dei rappresentanti dei lavoratori per difendere il contratto nazionale scaduto 22 mesi fa.

Ciò in un quadro economico ancora complicato, con solo timidi e incerti segnali di uscita da una crisi profonda che ha avuto pesanti impatti sul settore e che richiederà tempi lunghi per essere superata.

Federdistribuzione conferma infine il proprio impegno a trovare soluzioni concrete che consentano al settore della DMO di superare questi anni di difficoltà e diano nuovo slancio agli investimenti e allo sviluppo.

Contratto distribuzione: domani è sciopero. Coinvolte tutte le maggiori insegne food e non food.

Domani in tutta Italia i lavoratori del commercio delle aziende aderenti a Fededistribuzione, Confesercenti e Distribuzione Cooperativa incrocerranno le braccia per chiedere il rinnovo del contratto scaduto da 22 mesi. Da parte dei sindacati si attende grande partecipazione, anche a giudicare dall’intensa attività su twitter con l’hashtag #Fuoritutti.

«La stagione dei rinnovi dei contratti – ha affermato Maria Grazia Gabrielli segretaria generale della Filcams Cgil – sta vivendo profondi attacchi e dilazionare molto i tempi forse porta con se l’idea  che dei contratti  nazionali stessi si possa anche fare a meno. Noi, restiamo convinti della centralità del contratto nazionale che va difeso e rafforzato in settori dove, la contrattazione di secondo livello aziendale e territoriale non c’è per una vasta platea di lavoratori e quella esistente ha subito in questi anni una rimessa in discussione che ci ha visto impegnati in confronti e scontri difficili nelle aziende». La stessa Filcams-Cgil in una nota sottolinea che “nelle trattative è risultato centrale la posizione espresse da tutte le controparti di un contratto nazionale non più rispondente ai cambiamenti intervenuti e che per questo necessita di una revisione straordinaria con la priorità di diventare strumento di recupero di produttività. La traduzione di questa impostazione si concretizza in realtà in un insieme di interventi volti ad abbattere e rendere più leggero il costo del lavoro. Ma in contratti nazionali più deboli, meno inclusivi e autofinanziati dagli stessi lavoratori non ravvisiamo nulla di moderno, di innovativo e di sostenibile”.

Fededistribuzione risponde di voler riconoscere aumenti contrattuali nel triennio 2016 – 2018 che garantiscano il potere d’acquisto dei lavoratori; quindi nessuna riduzione dei salari. TuttaviaL’associazione dei distributori fa notare che i sindacati hanno sempre rifiutato tutte le proposte: dagli interventi di flessibilitù e produttività con soluzioni sostenibili da individuare congiuntamente, “come ad esempio un utilizzo più efficace dei contratti a tempo determinato, soprattutto in località turistiche”, all’introduzione di nuovi e più efficienti strumenti per dare sostegno al reddito e migliorare la tutela della salute dei lavoratori.

” I sindacati hanno rifiutato queste proposte, ponendo come condizione preliminare l’applicazione del contratto stipulato con Confcommercio”, afferma Federdistribuzione, che conclude la sua nota così: “Federdistribuzione non può accettare passivamente l’applicazione di un altro contratto collettivo, come quello di Confcommercio, che ha ingiustificatamente riconosciuto aumenti retributivi superiori all’inflazione: ciò significherebbe mettere a grave rischio l’occupazione e lo sviluppo in molte grandi aziende, in un settore che rispetto al commercio tradizionale investe molto di più in formazione, sicurezza, sviluppo delle carriere, occupazione di qualità (91% di contratti a tempo indeterminato) contrattazione integrativa e welfare aziendale”.

Dal canto suo Ancc-Coop conferma di voler rinnovare il CCNL, a condizione che vengano salvaguardate le esigenze di competitività che ha posto nel negoziato. Nello specifico ANCC si è proposta alcuni obiettivi principali: la difesa del potere di acquisto dei soci e consumatori, la salvaguardia dell’occupazione e la distintività cooperativa.

“Per poter far questo – scrive in una nota l’Ancc – è indispensabile che Coop possa competere nel mercato con gli stessi costi contrattuali, derivanti dal contratto nazionale di lavoro, che le OO.SS. del Commercio hanno già convenuto, o che converranno in futuro, con le nostre imprese concorrenti del settore.

Esiste infatti un’ importante divario di costi, maggiori oneri a carico di Coop che si sono costituiti nel tempo in una situazione economica del tutto diversa e che, nella situazione attuale di difficoltà dei consumi – ove nel mercato operano concorrenti che applicano contratti di lavoro meno costosi dei nostri, o in alcuni casi non li applicano e al tempo stesso sono privi di contrattazione integrativa aziendale – non è più possibile mantenere. Coop si prefigge di raggiungere il recupero dei costi nel contratto nazionale di lavoro, mantenendo però alcuni maggiori costi sociali a proprio carico (es. sul tema della malattia, con tutele che nessun concorrente applica, sull’agibilità sindacale e sulla diffusione massima della contrattazione integrativa aziendale) e senza modificare i livelli retributivi già acquisiti dal personale oggi presente”.

Se le trattative non dovessero fare passi avanti, dopo quello di domani è già anunciato un nuovo sciopero il 19 dicembre, a una settimana da Natale.

MD (Lillo Group) prosegue il piano di sviluppo e apre a Trento

Dopo le recenti aperture di punti vendita targati MD in 9 località, tra cui Trapani, Torino e Agrigento, ieri  taglio del nastro per il nuovo store trentino MD, in via del Brennero,  al piano terra del nuovo Palazzo della Provincia.

Con i suoi 1.300 mq destinati alla vendita, lo store di Trento Nord si conferma così uno dei più grandi punti vendita del Gruppo. Per la nuova apertura sono stati assunti localmente 20 nuovi addetti tra i 20 e i 35 anni, che vanno ad aggiungersi ai 42 dipendenti del solo Trentino (sono 15 i punti vendita della regione) e ai 5.300 distribuiti su tutto il territorio nazionale. Patrizio Podini sottolinea così l’attenzione del Gruppo da lui fondato oltre 20 anni fa nei confronti dell’occupazione giovanile e conferma il piano di sviluppo annunciato a maggio durante la Convention annuale dell’azienda: 1.250 nuove assunzioni che fanno parte del piano di investimenti da 500 milioni di euro per aprire 60 nuovi punti vendita in 5 anni. Obiettivo: 3 miliardi di fatturato.

Nel corso dell’inaugurazione è stata annunciata anche l’apertura a dicembre di un secondo store MD sempre a Trento, e l’apertura di altri 7 store MD sul territorio italiano entro fine anno.

I nuovi punti vendita sono stati realizzati seguendo un progressivo avvicinamento a un concept completamente nuovo che verrà man mano applicato a tutti gli store MD, caratterizzato da grandi superfici vetrate, spazi di vendita razionali e luminosi, layout moderno e invitante e, come fiore all’occhiello, il nuovo reparto ortofrutta all’inizio del percorso, i reparti macelleria e gastronomia serviti e infine il reparto panetteria con pane sfornato caldo ogni giorno.

I reparti serviti macelleria e gastronomia. In fondo, il pane sfornato fresco tutti i giorni in 30 varietà
I reparti serviti macelleria e gastronomia. In fondo, il pane sfornato fresco tutti i giorni in 30 varietà
 Reparto ortofrutta MD Trento
Reparto ortofrutta MD Trento

Questo nuovo format ben rappresenta i plus di freschezza e qualità di tutta l’offerta food di Lillo Group, garantita dagli accurati controlli a cui i prodotti sono sottoposti fin dall’origine. Tra le oltre 2000 referenze a marchio privato, trovano posto anche la linea Premium, i prodotti senza glutine, la linea salutistica Vivo Meglio e per finire la neonata linea Bio.

Ampliato lo spazio destinato al non food, che dalle zone di produzione, italiane o estere che siano, fino ai cestoni promozionali viene seguito passo passo in un rigido controllo di tutta la filiera.

Le aperture di nuovi punti vendita MD confermano l’apprezzamento crescente da parte degli italiani della filosofia di Lillo Group: «Consumatori sempre più informati, preparati, esigenti e tecnologici» afferma Podini «addestrati alla ricerca dell’acquisto migliore, capaci di riconoscere la qualità al prezzo giusto. Quello che noi offriamo da sempre».

Lillo Group, con oltre 2 miliardi di fatturato nel 2014, è il secondo operatore italiano del canale discount.

Due aperture per Gruppo Selex, ad Arezzo e Belluno

Due nuove aperture per Gruppo Selex. Il gruppo infatti ha inaugurato un Famila a Trichiana (Belluno) e un A&O ad Arezzo.

Il Gruppo Unicomm di Vicenza (associato a Selex Gruppo Commerciale) inaugura oggi un nuovo Famila Superstore a Trichiana, in provincia di Belluno. Il Superstore, che sostituisce un precedente supermercato a insegna Super A&O, si sviluppa su un’area complessiva di 2.700 mq per una superficie netta di vendita di poco più di 2.000 mq, suddivisa in due unità distinte, food e non food. All’interno del Centro Commerciale Incon, in località Cavassico Inferiore 169, il nuovo Famila Superstore ha uno staff di 32 addetti.

La novità del nuovo Superstore bellunese è rappresentata dalla vasta unità dedicata al non alimentare, che si sviluppa su circa 1.000 mq con un assortimento costituito da circa 6.000 articoli. Un assortimento approfondito e studiato per offrire alla clientela tutto quello che serve per la casa e il tempo libero e dove sono presenti i seguenti reparti: elettrodomestici; tv e telefonia; casalinghi; cancelleria;
accessori auto e moto; giocattoli; fai da te; elettricità; tessile casa; abbigliamento esterno e intimo; accessori e alimenti per animali. A questi si aggiungono gli spazi riservati alle numerose attività promozionali e ai reparti stagionali.

Sul versante dell’offerta alimentare il Superstore garantisce una scelta articolata specie nei reparti più attrattivi, con una proposta mirata e in linea con le nuove tendenze. Ne è una dimostrazione il reparto pescheria, più di 80 referenze, che presenta, accanto al banco con assistenza alla vendita, anche un invitante reparto di friggitoria.
Oppure le 100 tipologie tra pane, pizze e focacce, la varietà del banco carni a vendita assistita e a self service, la scelta tra ben 150 prodotti ortofrutticoli di quarta e quinta gamma, i 26 metri assegnati al banco della salumeria e latticini, o i 10 metri in cui si sviluppa lo spazio dedicato alle specialità gastronomiche.
Nel complesso, tra alimentare e grocery, la clientela può scegliere tra più di 8.000 referenze, con mix di grandi marche, di prodotti a marchio Selex, di prodotti del territorio, di primi prezzi e, in continua crescita, di prodotti biologici e salutistici.
Il nuovo Superstore Famila di Trichiana è dotato di 6 casse ed è aperto dal lunedì al sabato con orario continuato dalle 8 e 30 alle 20 e la domenica dalle 9 alle 13.

Sempre oggi il Gruppo L’Abbondanza di Città di Castello (Pg), associato a Selex Gruppo Commerciale, inaugura un nuovo supermercato A&O ad Arezzo, località Pescaiola, in via Carlo Pisacane, 28.

Il supermercato, che si sviluppa su 900 mq di vendita, dispone di 5 casse, collegate ai sistemi informativi secondo i più moderni criteri di gestione, ed è dotato di un comodo parcheggio con 95 posti auto.
Con un organico di 20 addetti, il punto di vendita è aperto con orario continuato dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20 e 30 e la domenica dalle 8 e 30 alle 13 e dalle 15 e 30 alle 20.

Il nuovo A&O di Arezzo è progettato con impianti energetici ad alta efficienza e banchi surgelati provvisti di sportelli di chiusura per evitare la dispersione del freddo e garantire la corretta conservazione degli alimenti.

Grande importanza è riservata all’area dell’ortofrutta, che esalta la freschezza e la qualità, attributi che ritroviamo sempre in evidenza anche negli altri reparti: la gastronomia, con ampia scelta di salumi e formaggi al taglio, piatti pronti, pizze, pane e pasticceria e la macelleria.

Nel nuovo A&O, oltre alle migliaia di articoli e prodotti di marca, è significativa la presenza dei prodotti del territorio per i quali avviene una scrupolosa selezione tra fornitori locali, con un’attenzione particolare ai prodotti di alta qualità e alle aziende che nel territorio offrono occupazione. In tutto, il supermercato mette a disposizione della clientela più di 8.000 referenze.

Nel nuovo A&O di Arezzo, come negli altri punti di vendita del Gruppo, la fidelizzazione sarà protagonista con la Carta Club L’Abbondanza, diffusa in oltre 180.000 famiglie, grazie a sconti personalizzati, raccolte punti, cataloghi regali, vantaggi esclusivi e mirati per i clienti.

Aldo Pettorino (Sisa) nel consiglio direttivo di Adm

Aldo Pettorino, Presidente Ce.Di. SISA Campania s.p.a. fotografato nel suo ufficio a Gricignano di Aversa ph Mario Laporta ag. Controluce

Il Presidente di Sisa SpA Aldo Pettorino è entrato a far parte del Consiglio Direttivo di Adm, l’Associazione della distribuzione moderna. Ada rappresenta la Dmo del largo consumo la cui mission è quella di farsi portavoce del settore nei confronti della produzione industriale e agricola, contribuire a migliorare la filiera ed essere luogo di dialogo e confronto tra le principali associazioni della Dmo (Federdistribuzione, Ancc, Ancd).

È un riconoscimento importante per Sisa che ritorna a far sentire la propria voce nell’Associazione tramite il suo presidente nazionale.

Aldo Pettorino ha particolarmente apprezzato l’incarico che affronterà con il solito spirito di servizio, fornendo il proprio contributo di idee a favore delle migliori soluzioni che investono retail e industria.

«Sono orgoglioso della nomina quale componente del consiglio direttivo di Adm – dichiara Aldo Pettorino –. Ringrazio i colleghi che hanno voluto accettare la mia partecipazione, assicurando loro un fattivo contributo. I temi da sviluppare sono molti e il momento congiunturale è particolarmente complesso. Abbiamo bisogno di confronto e condivisione per ottenere i migliori risultati da mettere a disposizione delle nostre aziende e, in un’ottica più ampia, del sistema Paese. E questo sarà il mio impegno».

La PL Consilia cresce anche ad agosto, trainata da freddo e ortofrutta

L’estate non ha fermato gli acquisti e anche ad agosto le vendite dei prodotti a marchio Consilia aumentano a valore del +4,3%. Una tendenza che risulta essere di gran lunga superiore alla media degli altri prodotti a Marchio del Distributore. La rilevazione periodicamente effettuata dalla Business Intelligence del Consorzio SUN – Supermercati Uniti Nazionali è frutto di un’analisi dei dati IRI relativi al totale Italia Iper e Super. L’incremento maggiore si è avuto per le Private Label dell’ortofrutta +13,6%, del freddo +9,9% e delle bevande +8,7%. Più contenuto l’incremento delle vendite dei prodotti a Marchio del Distributore del fresco +4,1%, della cura della persona +3,9% e della drogheria alimentare +1,9%. Non mancano ancora i prodotti delle Private Label che hanno fatto registrare ad agosto una flessione nelle vendite e sono: pet care -2,4% e cura casa -0,4%.

Per quanto riguarda i prodotti a marchio Consilia si registra quasi per tutti un incremento delle vendite a doppia cifra e l’aumento più consistente è stato per le referenze del freddo +52,9%, a seguire: ortofrutta +18,9%, fresco +13,7%, pet care +13,2%, bevande 12,2%, cura casa +10,3%, drogheria alimentare +10,2%, mentre hanno subito una flessione le vendite dei prodotti della cura della persona pari a -11,5%. “

Direttore_Rango

«L’andamento delle vendite del brand Consilia – ha detto il Direttore Generale del SUN – Supermercati Uniti Nazionali Dott. Stefano Rango – sta rispettando le nostre previsioni. Le strategie decise dal Consiglio di Amministrazione si stanno rivelando efficaci. Un altro dato di periodo che è particolarmente importante per il nostro Consorzio è quello relativo al fatturato del Gruppo. Secondo i dati diffusi dalla rilevazione Nielsen Like4Like10000, riferito a Iper, Super e Libero Servizio, il progressivo tra gennaio e luglio mostra per il gruppo SUN un aumento del +5,9% il più alto in assoluto tra tutti i player italiani. Un risultato che trova conferma anche nell’incremento del fatturato relativo al solo mese di luglio che segna un aumento del +4,7%. Dati che confermano come i prodotti con il brand Consilia siano sempre più presenti nei carrelli della spesa dei consumatori».

Amazon con Prime Now consegna in un’ora (anche il fresco)

Un altro passo avanti di Amazon.it nel presidio dell’e-commerce alimentare e grocery. Mentre il dibattito tra i retailer italiani ferve tra i fautori del click&collect, del drive o del rocker, il gigante del commercio online sposta in alto l’asticella della competizione su tre fronti: la velocità di consegna, l’inserimento di prodotti freschi e surgelati e gli acquisti da mobile. Amazon.it ha infatti annunciato oggi Prime Now, il nuovo servizio dedicato ai clienti Prime. Grazie alla nuova app mobile Prime Now, i clienti possono beneficiare di consegne in un’ora o in finestre di due ore dalle 8 del mattino a mezzanotte, sette giorni su sette, su oltre 15.000 prodotti, alcuni dei quali sono disponibili solo tramite il nuovo servizio, per esempio pane, yogurt, gelato o minestrone surgelato.

IMG_2903IMG_2904Con un ordine minimo di 19 euro, i clienti Prime di Milano, Cinisello Balsamo, Paderno Dugnano e diverse altre città dell’hinterland milanese possono acquistare prodotti di uso quotidiano come pasta, caffè, pannolini e prodotti per l’infanzia, per la bellezza e la cura della persona, vini e alcolici, ma anche altri prodotti bestseller come videogiochi per console, giocattoli ed attrezzatura sportiva, che saranno consegnati direttamente a casa.

Il servizio è attivo da oggi a Milano ed in alcuni comuni dell’hinterland ed è prevista un’estensione del servizio anche in altre città italiane nel corso del prossimo anno.

«I clienti Amazon dell’area di Milano possono usare l’app Prime Now da oggi e scoprire più di 15.000 prodotti che possono essere consegnati in un’ora» ha dichiarato François Nuyts, Country Manager di Amazon.it e Amazon.es. «L’Italia è il secondo Paese in Europa dove Prime Now è stato lanciato e siamo molto orgogliosi di offrire ai nostri clienti Prime una consegna ultra-veloce, oltre ai benefici di cui possono già godere grazie al loro abbonamento Prime».

Tutti gli iscritti Prime possono scaricare da subito l’app Prime Now, disponibile per i dispositivi iOS e Android,  verificare i CAP coperti dal servizio e chiedere di ricevere le notifiche per sapere quando il servizio sarà disponibile nella propria area. Inoltre, per trovare i CAP raggiunti dal servizio, i clienti possono visitare www.amazon.it/primenow. La “spedizione in un’ora” è disponibile per i CAP raggiunti da questa modalità di spedizione al costo di 6,90 euro; la spedizione è invece gratuita scegliendo di ricevere il proprio ordine in finestre di due ore. Il servizio è attivo dalle 8 di mattina a mezzanotte, sette giorni su sette. L’importo minimo per gli ordini Prime Now è 19 euro.

I clienti Prime in Italia possono già usufruire della Spedizione Sera su più di un milione di prodotti, dell’archiviazione illimitata di foto grazie a Prime Foto e dell’accesso in anteprima alle Offerte Lampo di Amazon e alle offerte di Amazon BuyVIP. 

Previsioni Iri: il largo consumo torna a sorridere. E nel 2016 si recupera il calo 2013-14

Iri ha diffuso le nuove previsioni sui consumi, che confermano un andamento positivo per il largo consumo confezionato.

Siamo di fronte a una ripresa economica fragile e tutt’altro che consolidate – si legge nella nota – però sia i dati macroeconomici che le misurazioni censuarie di IRI documentano che stiamo assistendo ad una rinnovata fiducia sui mercati che stanno reagendo positivamente. IRI osserva anche con una crescente predisposizione agli acquisti dei prodotti di primaria necessità, fra cui il Largo Consumo Confezionato.

Se come auspichiamo, l’inversione del ciclo negativo si confermerà i consumi di prodotti di base (di cui il Largo Consumo è icona) continueranno a crescere.

2015 a +1,7% in volume. Le previsioni di IRI indicano una chiusura del 2015 con un andamento dei volumi pari al +1,7% (Vendite a valore a prezzi costanti) per il 2015 ed un ulteriore +1,1% per il 2016. Per quanto concerne l’andamento della spesa monetaria IRI prevede una chiusura d’anno con un andamento delle vendite a valore pari al +2,5%. Nel 2016 resterà un andamento positivo ma leggermente più ridotto: +1,9% (non dimentichiamo che il 2015 ha beneficiato di una stagione estiva eccezionalmente favorevole per i prodotti stagionali, ad esempio gelati, bevande, ecc.).

I freni alla crescita. La crescita non sarà tumultuosa a causa di tre fattori principali.

  • Il primo è che la rinnovata fiducia sul potere di acquisto di medio periodo delle famiglie italiane si riverserà (e si sta già verificando) soprattutto verso l’acquisto di beni durevoli.
  • In secondo luogo la crescente multicanalità (strutture specializzate, e- commerce, ecc.) che il “nuovo consumatore” ha sperimentato durante gli anni difficoltosi della crisi si andrà ulteriormente a consolidare attraendo ancora parte degli acquist
  • Infine, i forti cambiamenti nei comportamenti di consumo sviluppati dalle famiglie italiane nel corso della crisi permangono determinando un approccio più consapevole e attento agli sprechi.

Le responsabilità delle inefficienze di filiera. La caduta del ciclo economico è stata un’importante causa del calo delle vendite del Largo Consumo durante gli scorsi anni, tuttavia sono soprattutto le concomitanti inefficienze degli operatori dell’Industria della distribuzione (produttori e distributori durante il biennio 2013-14) ad avere compresso il trend degli acquisti. È evidente che questi due fattori sono correlati fra loro: infatti, le inefficienze di filiera sono in buona parte la conseguenza dell’adozione estesa di tattiche di brevissimo periodo – principalmente attività promozionali – volte a sostenere i volumi in un contesto di oggettiva difficoltà della domanda sui mercati di consumo.

Il miglioramento del clima economico sta aiutando la filiera a rivedere le proprie strategie e ciò permette un recupero della capacità delle leve di marketing di incontrare il favore del nuovo consumatore, un’inversione di approccio che pensiamo continuerà anche nel 2016.

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I prezzi. L’aumento dei prezzi nel 2012 e 2013 (aumento dei costi delle materie prime e inasprimento della fiscalità indiretta) ha contribuito a frenare gli acquisti. Questo elemento ha ridotto la sua rilevanza nel 2014 in concomitanza con la “disinflazione” del comparto. Tuttavia i prezzi hanno ripreso ad evolversi moderatamente in positivo nel 2015 (tendenza prevista continuare anche nel 2016) rallentando in parte il rilancio dei volumi. Il fatto però è racchiuso all’interno di margini fisiologici, complessivamente coerenti con l’inflazione attesa per il sistema economico generale.

Il prezzo medio del carrello della spesa crescerà in linea con l’inflazione generale del Paese (+0,8% nel 2016).

Per quanto concerne l’andamento a volume dei differenti comparti, nel 2016 si prevede il consolidamento della fase positiva con l’eccezione dei comparti stagionali (che risentiranno di un rimbalzo sull’estate molto favorevole del 2015).

Con le isole Almaverde Bio, Canova testa con Conad un nuovo format di vendita per l’ortofrutta biologica

È partito da qualche settimana con un test in due reparti ortofrutta ad insegna Conad Ipermercato, nei Centri Commerciali Punta di Ferro di Forli’ e Le Befane di Rimini, un progetto innovativo di grande rilevanza per lo sviluppo dei consumi del biologico.

Si tratta di isole dedicate interamente all’ortofrutta biologica, a marchio Almaverde Bio, con vendita assistita e totalmente gestite dalla Società Canova del Gruppo Apofruit, licenziataria esclusiva del marchio Almaverde Bio per l’ortofrutta fresca.

Le isole Almaverde Bio sono aree espositive di circa 20 metri quadri a vendita assistita dei prodotti venduti sfusi in cui si può trovare: l’accoglienza del negozio specializzato, la velocità di acquisto del supermercato e soprattutto i consigli e le promozioni con assaggio dei prodotti di stagione.

isolabella«Siamo molto soddisfatti dei primi risultati – dichiara Ernesto Fornari, Direttore di Canova – le vendite sono in continuo incremento e quello che più sorprende è l’apprezzamento dei clienti per l’ampia scelta di prodotti. Le isole Almaverde Bio presentano, infatti, la più vasta gamma di offerta di ortofrutta biologica esistente sul mercato con oltre 100 referenze che vanno dai prodotti esotici, al Km 0, dalla zucca, allo zenzero, dalla prima alla quarta gamma, alla frutta secca ai legumi e cereali secchi . La scelta del prodotto sfuso inoltre – sottolinea Fornari – asseconda la crescente esigenza dei clienti di evitare gli sprechi ed eliminare, il più possibile, l’immissione di rifiuti nell’ambiente con un effetto positivo sul contenimento dei prezzi di vendita».

Una caratteristica molto apprezzata delle isole Almaverde Bio è la profondità di gamma: l’ampia scelta di prodotti e la declinazione dell’offerta in una gamma completa rendono l’atto di acquisto un piacevole viaggio di conoscenza alla scoperta di novità poco note, di curiosità, di prodotti di nicchia di non facile reperibilità.

«Oggi – conclude Fornari – il consumatore di biologico è sempre più consapevole nella scelta di prodotti che oltre al gusto gli garantiscono contenuti salutistici ed è per questo che abbiamo concentrato il nostro impegno nella offerta di una gamma che possa soddisfare appieno queste esigenze. Nelle isole Almaverde Bio è possibile trovare l’introvabile, con una attenzione speciale per il benessere e la salute dei nostri client».

Il progetto test partito, al momento in due punti vendita in Romagna si trova in sinergia con la scelta di guidare il cliente evoluto e con esigenze alimentari speciali nell’acquisto di prodotti dedicati. È il caso del Conad Ipermercato di Rimini in cui, oltre all’isola Almaverde Bio sono presenti aree ben evidenziate dedicate alla scelta bio, vegetariana, vegan, gluten free in un’ottica di attenzione ai nuovi stili di vita.

Il test, nel breve periodo, potrà ampliarsi sull’intero territorio nazionale offrendo ai consumatori la più vasta scelta di biologico a marchio presente oggi sul mercato, ad un prezzo contenuto.

Prezzi bassi dell’ortofrutta = pesticidi: guerra di Greenpeace in Francia a Leclerc (e alla GDO)

Foto: Greenpeace.

Che “il miglior prezzo” sui prodotti alimentari non sia necessariamente una cosa positiva ormai lo capiscono anche i consumatori, perché l’altra faccia della medaglia possono essere le filiere sporche, il caporalato e l’uso dei pesticidi.

Lo sa bene anche Greenpeace, che in Francia ha ingaggiato una lotta contro l’insegna della GDO E. Leclerc arrivando ad attuare settimana scorsa un picchettaggio ad opera di 40 attivisti nella centrale di acquisti regionale Socamil presso Toulouse (dopo aver organizzato proteste davanti a vari ipermercati), arrivando ad ottenere dall’insegna l’istituzione di una commissione di controllo. Come di legge nel sito “il numero 1 della grande distribuzione in Francia e campione dei prezzi bassi noto per le sue feroci negoziazioni commerciali, si guarda bene dal comunicare le conseguenze ambientali e sanitarie dei pesticidi”.

Non solo, l’associazione ambientalista con un vero proprio “j’accuse” denuncia a chiare lettere le responsabilità della grande distribuzione, “che incoraggia per le sue esigenze pratiche agricole che hanno conseguenza gravi per l’ambiente e la salute. I due terzi degli acquisti alimentari in Francia si fanno nelle grandi specifici e quasi il 70% dell’ortofrutta fresca passa per questo canale. La grande distribuzione, e Leclerc in particolare (unica insegna a essersi rifiutata di rispondere al questionario inviato da Greenpeace a maggio circa l’uso di pesticidi che mettono in pericolo la vita delle api, ndr), esige dei prodotti agricoli perfetti, prodotti in grandi volumi, ai prezzi più bassi possibili e tutto l’anno. Questa politica di acquisti della grande distribuzione spinge gli agricoltori a coltivare prodotti standardizzati e in grandi quantità: in queste condizioni, non hanno altra scelta che utilizzare pesticidi, che gli assicurano il raccolto. Anche se questa scelta minaccia la loro salute, inquina il terreno – e dunque lo strumento del loro lavoro – e porta i consumatori a ritrovarne tracce nei loro piatti” si legge ancora nel sito dell’associazione. Greenpeace ha rilevato pesticidi nella maggior parte di mele e patate vendute nei supermercati francesi (ma risultati analoghi sono stati trovati anche in Italia per le mele). La campagna per chiedere a Leclerc di fermare l’uso dei pesticidi ha già ottenuto oltre 68mila firme.

Un atto d’accusa preciso, che dovrebbe far riflettere anche le insegne di casa nostra. Visto che da noi, oltre ai pesticidi, c’è anche il problema gravissimo del caporalato (vd Made in Italy e agromafie). Il problema riguarda il controllo delle filiere e la comunicazione ai clienti. Sullo sfondo, una domanda: quanto sono veramente disposti i clienti a spendere di più per salvaguardare la propria salute e condizioni di lavoro dignitose?

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