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Conad lancia la petizione per consentire alle parafarmacie la vendita di farmaci di fascia C

Nel pieno del dibattito in corso per l’approvazione al Senato del ddl concorrenza, Conad lancia una raccolta di firme per estendere la vendita dei farmaci di fascia C alle parafarmacie. A nove anni dalla legge Bersani che aveva in parte liberalizzato il settore, oggi sono ancora 3.800 i farmaci che si acquistano con la prescrizione del medico ma sono pagati integralmente dai cittadini (quelli, per intenderci con la ricetta bianca). In valore, citando il rapporto Osmed 2014, si tratta di 2.937 milioni di euro, cioè l’11% della spesa farmaceutica nazionale.

La vendita dei farmaci di fascia C nelle parafarmacie torna periodicamente ad affacciarsi tutte le volte che il Governo affronta la questione liberalizzazioni. Lo fu per il decreto Bersani e più recentemente con i provvedimenti di Mario Monti. Nessuno però ruscì a scalfire il muro innalzato dalla lobby dei farmacisti, che usano trincerarsi dietro la difesa degli interessi dei “pazienti” grazie anche all’effetto “camice bianco” su gran parte della popolazione. Tuttavia, uno dei punti che le organizzazioni dei farmacisti si guardano bene dal chiarire è quale sia la differenza tra un farmacista che lavora in una farmacia o in una parafarmacia, avendo entrambi conseguito la medesima laurea.

Così, come si legge in una nota, “Conad ha deciso di sensibilizzare e mobilitare i cittadini perché il Parlamento – a costo zero per le casse dello Stato e della Pubblica amministrazione – renda più dinamica la concorrenza nel mercato dei farmaci, allargando alle parafarmacie la vendita di quelli di fascia C. Ciò porterebbe ad una competizione sui prezzi con un beneficio per i cittadini stimato tra i 500 e i 900 milioni di euro all’anno. Così come è avvenuto per la liberalizzazione dei farmaci senza obbligo di prescrizione medica (Sop) e i farmaci da banco (Otc), che ha prodotto un’indubbia convenienza per i cittadini: con la concorrenza, i prezzi dei farmaci sono risultati più contenuti, con un valore medio di 8,1 euro in farmacia, 7,4 euro in parafarmacia e 6 euro della grande distribuzione (fonte: Assosalute, 2015)”.

Conad ha in funzione 97 parafarmacie su tutto il territorio nazionale, per un fatturato di 50 milioni di euro. I 3,7 milioni di clienti che le frequentano annualmente hanno risparmiato il 20 per cento rispetto ai prezzi della farmacia per complessivi 10 milioni all’anno.

«Preoccupa l’orientamento del Parlamento, che sul ddl concorrenza continua a tenere i farmaci di fascia C fuori dalle parafarmacie ignorando le raccomandazioni dell’Antitrust per una più completa liberalizzazione del settore farmaceutico», sottolinea l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese. «In questo modo si nega a tante famiglie la possibilità di risparmiare molte centinaia di milioni di euro all’anno, cifra che sarebbe un’importante boccata di ossigeno. Abbiamo scelto la petizione e la raccolta di firme nell’interesse dei cittadini e dei nostri clienti; per riconoscere la dignità della professione che i farmacisti svolgono nelle parafarmacie; nel nostro stesso interesse, perché sia possibile competere in un mercato aperto e con regole chiare quanto eque per tutti. Dobbiamo sottolineare, purtroppo, come il Paese sia ostaggio di lobby che cercano di assicurare la propria sopravvivenza anziché sostenere lo sviluppo dell’economia, far nascere nuova imprenditorialità, creare nuova occupazione e garantire ai cittadini servizi e convenienza».

Sul sito www.liberalizziamoci.it i cittadini trovano tutte le informazioni necessarie a conoscere più a fondo il tema, un dossier che ripercorre la storia e i benefici della liberalizzazione del mercato dei farmaci, dal primo decreto Bersani ai giorni nostri, e, soprattutto, la petizione da firmare. Oltre che sul sito, la raccolta delle firme avverrà anche nei punti di vendita Conad.

La comunicazione nei punti di vendita della rete, sui principali quotidiani nazionali e sulle pubblicazioni aziendali – Bene Insieme e Comma – è integrata da una sezione online presente sui social Facebook  e Twitter.

Sainsbury’s testa un nuovo format di prossimità per la “nuova spesa”, veloce e frequente

Un nuovo format di prossimità che incontri le esigenze delle nuove evoluzioni della spesa. Lo sta testando l’insegna britannica Sainsbury’s in sei punti vendita del Regno Unito. Il fine è quello di rendere la spesa più veloce e “facile”, e di offrire ai clienti una maggior scelta nelle aree che più li interessano. Tutto ciò presuppone un layout rinnovato, con una sezione di cibo pronto da asporto presso le casse che riunisce anche tutti i freschi, compresa la panetteria.
Più spazio (all’intero di superfici comunque contenute: la più piccola, a Londra Holborn, è sotto i 90 mq), fino al 30%, è dedicato ai prodotti per la casa, alla linea di abbigliamento private label e all’elettronica e questi articoli, che presuppongono una maggiore tempo per essere esaminati, sono posti lungo le pareti del punto vendita.

Foto: Sainsbury's
Foto: Sainsbury’s

Grande attenzione infine alle casse con nuove opzioni di pagamento. Tra queste le casse check out per piccoli carrelli oltre a quelle ormai tradizionali per chi usa il cestino, mentre spicca l’app “SmartShop”, che dopo una prima fase di test darà la possibilità di stilare la lista della spesa a casa, mostrare la posizione degli articoli su una mappa una volta nel punto vendita, scansire i codici a barra e pagare tramite smartphone.

«La maggior parte delle persone fa ancora la spesa nei supermercati e sarà ancora così in futuro, ma dobbiamo rendere i nostri punti vendita più comodi per chi li frequenta spesso – ha spiegato Mike Coupe, Chief Executive Officer di Sainsbury’s -. Con questo test vogliamo capire fino a che punto possiamo soddisfare ogni tipo di spesa, che sia una visita veloce per prendere un sandwich per pranzo o quella di persone che hanno più tempo e cercano un’idea per la casa, o un consiglio su un gadget tecnologico. Qualsiasi cosa i clienti abbiano acquistato poi, sappiamo che vogliono pagare il più velocemente possibile e per questo vogliamo dare loro più scelte possibili alle casse. I punti vendita pilota saranno per noi un barometro e ascolteremo man mano cosa ci dicono i clienti. È una prova e sappiamo che non tutto funzionerà, ma alcuni elementi sono già molto popolari”.

Le novità del test:
Layout

  • Foto: Sainsbury's
    Foto: Sainsbury’s

    Tutti i freschi sono insieme, compresa la panetteria e i pasti pronti da asporto, e sono posti vicino alle casse

  • I surgelati sono vicini al fresco per aiutare i clienti a scegliere tra prodotti simili
  • Banchi rinnovati, con più scelta e novità nella gastronomia, macelleria e una gamma più ampia di dolci fatti a mano nel banco pasticceria
  • Abbigliamento, articoli da cucina e per la casa, igiene e bellezza, parafarmaco ed elettronica sono prodotti che presuppongono una spesa più lunga e sono chiaramente posizionati nelle corsie esterne

Assortimento

  • Foto: Sainsbury's
    Foto: Sainsbury’s

    In media ogni pdv ha il 30% in più di articoli di abbigliamento, per la casa e la cucina, perché i clienti hanno chiesto di avere una scelta più ampia di questi prodotti

  • Maggior spazio per la stessa ragione è stato dedicato ai freschi
  • Molte gamme sono state semplificate evitando duplicazioni ad esempio per scatolame, confezionati e casalinghi per aiutare le persone a selezionare velocemente quei prodotti la cui scelta non è giudicata importante

Sainsbury’s ha aperto 98 minimarket l’anno scorso e ne aprirà da uno a due ogni settimana quest’anno

Il consorzio C3 entra nella centrale Auchan-Sma

Auchan e Sma hanno siglato un accordo di lungo periodo con il consorzio italiano C3, si legge in una nota congiunta.
L’alleanza che ha per oggetto la negoziazione all’acquisto entrerà in vigore da novembre
2015 e riguarderà gli accordi quadro di fornitura decorrenti dal 2016, portando ad acquisti
congiunti di quasi 9 miliardi di euro.
La centrale d’acquisto Auchan-Sma, in forza del mandato all’acquisto già in essere con Crai, Sisa, Coralis e i propri partner, grazie all’alleanza con C3 rafforzerà la sua posizione, affermandosi come una delle maggiori centrali di acquisto italiane.

Il gruppo C3 comprende 18 aziende con 28 centri di distribuzione, 16 cash&carry, 64 ipermercati, 190 supermercati e 164 superette. Auchan Italia è presente in 12 regioni con 60 ipermercati (49 a gestione diretta e 11 in affiliazione) e 10mila collaboratori. Nel 2014 ha registrato un fatturato alle casse di 2,9 miliardi di euro. Sma, presente sul territorio nazionale dal 1961, ha 9.000 collaboratori e 1.500 supermercati a insegna Simply, IperSimply e PuntoSimply, di cui 269 gestiti direttamente e i restanti con la formula dell’affiliazione. Nel 2014 Sma spa ha realizzato un fatturato alle casse di 4 miliardi di euro, Auchan 2,9 miliardi.

I trend della spesa 2015 secondo Waitrose: piccola, frequente, informale e flessibile

Quali sono le tendenze dell’alimentazione e della spesa nel 2015? Come l’anno scorso (vedi anche l’edizione 2014) Waitrose, insegna di supermercati britannica, li raccoglie in un rapporto basato non solo sulle vendite reali (va tenuto conto che la catena è di gamma medio-alta) ma anche su studi di mercato e focus group. Se alcuni risvolti possono essere molto “british”, altri trend si notano già nei nostri supermercati e alcuni, ci scommettiamo, arriveranno a breve.

Ormai abbiamo a disposizione “un campo di scelte illimitate” e disponibili a tutte le ore. Le restrizioni nell’orario di apertura dei negozi e nei tempi del lavoro, ma anche di disponibilità di merci e servizi sono saltate, complice l’e-commerce, le consegne in giornata, le aperture prolungate o addirittura 24 ore su 24. Dunque ecco come sta cambiando il nostro approccio al cibo, il nostro stile di vita, i rapporti di lavoro e di conseguenza anche la nostra spesa.

Il carrello della spesa nel 2015

  • Si fanno acquisti “come in vacanza”, spesso e scegliendo pochi articoli di uso immediato o quasi e con una grande attenzione al fresco.
  • Si fa la spesa in settimana, sempre più tardi. A Londra il 40% delle vendite nei pdv Waitrose ha luogo dopo le 5 del pomeriggio.
  • Due terzi delle persone sono “sopraffatte” dalla infinita possibilità di scelta da tutti i punti di vista e cercano di darsi dei paletti per riottenere il controllo sulle proprie vite (si sta diffondendo ad esempio il “martedì sera senza schermi, in cui si spegne ogni tipo di dispositivo elettronico.
  • L’ora del pranzo e della cena oscillano e il pasto diventa sempre più informale. I programmi tv spesso sono on demand e non hanno più un orario fisso. Una famiglia su 7 dice di usare la sala da pranzo meno, e un quarto mangia fuori casa più spesso che in passato.
  • La salute è un tema importante, ma otto intervistati su dieci non amano farsi dire cosa è salutare e cosa non lo è, e tendono a stabilire da soli le proprie “ricette per la salute”, cercando diete compatibili con il loro stile di vita.
  • Internet è la via maestra per informarsi sull’alimentazione e food blogger, social media e ricettari lanciano in continuazione nuove mode ed alimenti. E questo è vero non solo tra i giovani; anche molti pensionati hanno abbracciato la rete. Tra le ricerche più cliccate avocado, “gluten free” e “senza latticini”.
  • Cucine affollate e conflitti tra chef: se la mamma regina ai fornelli è da tempo un ricordo del passato, tra crisi economica con figli che ritornano in famiglia e famiglie allargate le cucine sono sempre più affollate di aspiranti cuochi, e sorgono attriti. Le ragioni principali? Disordine, prepotenza, lentezza ed “eccesso di sperimentazione”.
  • Nelle bevande il focus e sull’origine e la qualità: crescono le birre artigianali (+34%) e i vini inglesi (+95%) ma continua il successo del Prosecco come alternativa allo Champagne (che però cresce specie nella versione rosé, +46%). In genere si preferisce bere meno e meglio, e bilanciare l’eccesso di alcol, quando si abusa, con alimenti salutari come un’insalata, il giorno dopo. Aumentano le donne che apprezzano il whisky mentre il rum scuro esce dal “ghetto” del Cuba Libre e diventa superalcolico da meditazione. Una persona su 4 nel corso dell’anno ha deciso di evitare gli alcolici durante la settimana.

 

Borsino della spesa: cosa va su

  • pasti pronti
  • alternative vegetali al glutine, come gli spaghetti di zucchine e la base della pizza di cavolfiore
  • sostituti del sostituto: il latte di mandorla e cocco crescono più di quello di soia
  • i pasti da mangiucchiare, come tapas o mezes. Piccoli assaggi sfiziosi; si mangia meno e più spesso durante la giornata
  • il nutribullet, una sorta di superfrullatore in grado di sminuzzare semi e bucce che si presenta come “estrattore” di nutrienti ha spinto le vendite di frutta surgelata e pretagliata
  • cibo dal mondo: kimchi (cibo fermentato coreano), semi di chia (dal centro America) e cavolo nero (il nuovo “SuperTuscan”) agganciano i gusti dei consumatori britannici

 

Coopernic alleanza di opportunità, non strategica.

Coop, Leclerc, Delhaize, Rewe. Sono i soci di Coopernic, l’alleanza a quattro che scelgono Expo (ospite Marco Pedroni presidente di Coop Italia) per discutere di valori condivisi: la difesa dei consumatori, la politica dei prodotti Mdd come marche differenzianti e creatori di valore, la muscolosità nella negoziazione con la grande industria, il rapporto da rafforzare con le filiere agricole.

Frans Muller Ceo di Delhaize, Michel Edouard Leclerc, patron del Movimento Leclerc e Marco Pedroni (mancava Rewe) si scambiano opinioni e punti di vista, ma concordano in tutto: nel fatto che il legame con i produttori locali è una leva di costruzione del valore (ma non il localismo, che, soprattutto in Italia, molti rispolverano). «Gli agricoltori devono far parte di noi e noi abbiamo un grande obbligo di trasparenza», afferma Muller.

Concordano sul fatto che la convenienza per i consumatori è un valore e una necessità, ma essere meno costosi è un punto di arrivo, non un punto di partenza. Vale a dire che essere meno cari della concorrenza non deve andare a discapito della qualità dei prodotti («prezzi accessibili per l’alta qualità», è il mantra di Pedroni).

Concordano sul fatto che il prodotto MDD è una marca  e anzi l’impegno di ciascuno, declinato nei rispettivi Paesi, è quello di renderlo sempre più differenziato rispetto ai prodotti di marca, «facendo innovazione e sviluppo», dice Pedroni. «Stiamo imparando a diventare industria», chiosa a sua volta Leclerc.

Concordano, infine sul fatto che Coopernic, che riunisce quattro big europei (per ora: chissà se anche Ahold non ne entrerà a far parte) che insieme valgono 130 miliardi di fatturato è un’alleanza di opportunità. Riassume Leclerc per tutti: «Ognuno di noi mantiene la propria personalità. Insieme cerchiamo le leve per essere i migliori sui rispettivi mercati. Insieme sviluppiamo una capacità di negoziazione nei confronti di 100-130 fornitori internazionali e comuni, ancora una volta secondo una logica opportunistica, non strategica. In fondo le grandi industrie segmentano le loro politiche di prezzo. Dal nostro punto di vista l’unione fa la forza. Non abbiamo quindi progetti per costruire una identità comune, cerchiamo di incrociare gli aspetti migliori delle nostre imprese».

«Per quanto riguarda i prodotti MDD – aggiunge Pedroni – sviluppiamo un’attività su base volontaria relativa a segmenti di prodotto dove verifichiamo che esiste una convergenza di obiettivi per attività comuni con i fornitori di tutti i Paesi. Ciò significa che di volta in volta potranno essere coinvolti  solo i soci ai quali lo specifico progetto interessa. Nel corso di quest’anno abbiamo dato il via a una ventina di gare. Nel 2016 potranno essere il triplo o il quadruplo e ciascuno parteciperà in funzione delle necessità. Ma al di là degli aspetti tecnici è fondamentale la sintonia sulla visione del  consumatore e sull’approccio al mercato».

E questa sintonia si potrà alimentare dallo scambio di conoscenze e di esperienze: daquelle che derivano dal Supermercato del Futuro di Coop al modello del Drive di Leclerc all’estensione della vendita online di farmaci che Leclerc ha annunciato partire in Francia tra cinque mesi per farne poi un business che potrà interessare gli altri soci e arrivare, forse, negli Stati Uniti via Delhaize-Ahold. Progetti. Ma viste le persone coinvolte – e le persone sono importanti perché, ha ricordato Leclerc, «le alleanze si fanno con le persone», – progetti di peso.

Motta e Sun co-marketing: con Buondì il latte Consilia costa 1 cent

È piaciuta ai consumatori l’attività di co-marketing tra Motta e Sun – Supermercati Uniti Nazionali, gruppo di acquisto attivo nel nord e nel centro Italia. Semplice ed efficace: acquistando una confezione di Buondì Motta nei punti vendita delle aziende aderenti al Consorzio Sun (Magazzini Gabrielli, Italbrix, Cadoro e Gros) è possibile comperare a solo 1 centesimo un litro di latte Consilia, private label della centrale di acquisto Sun.

«Da sempre il latte rappresenta un alimento indispensabile della nostra dieta Mediterranea – ha dichiarato Sfefano Rango direttore generale Sun – per questo abbiamo voluto andare ancora di più incontro alle esigenze dei nostri consumatori vendendo 1 litro di latte a solo un centesimo grazie a questa attività di co-marketing con un’azienda storica e importante quale Motta».

Riciclare conviene con Conad-Pac2000A e Tetrapack fa tappa in Umbria

“Riciclare Conviene”, campagna ambientale itinerante , torna in Umbria per l’edizione numero 11, dopo aver fatto tappa a Terni nel 2013 e dopo la conclusione della tappa di Arma di Taggia (IM) e per rendere tangibile il risparmio che deriva dalla raccolta differenziata e dal riciclo dei rifiuti, è in funzione nel centro commerciale Quasar Village di Corciano, a pochi chilometri da Perugia, la postazione interattiva dedicata alla raccolta differenziata dei cartoni Tetra Pak. Qui ad ogni conferimento saranno rilasciati gli eco-scontrini, che danno diritto ai buoni sconto sulla spesa nel Conad Ipermercato.

Da sinistra: Luciano Sisani, Direttore di TSA Trasimeno Servizi Ambientali; Danilo Toppetti, Direttore Generale di PAC 2000A; Francesco Di Maria – Coordinatore Progetto Life EMaRES; Lorenzo Nannariello, Responsabile Progetti Ambientali di Tetra Pak Italia; Cristian Betti, Sindaco di Corciano; Massimo Gai, Direttore Marketing & Commerciale Consumer di Lucart)
Da sinistra: Luciano Sisani, Direttore di TSA Trasimeno Servizi Ambientali; Danilo Toppetti, Direttore Generale di PAC 2000A; Francesco Di Maria – Coordinatore Progetto Life EMaRES; Lorenzo Nannariello, Responsabile Progetti Ambientali di Tetra Pak Italia; Cristian Betti, Sindaco di Corciano; Massimo Gai, Direttore Marketing & Commerciale Consumer di Lucart)

L’XI edizione di “Riciclare Conviene” è promossa da PAC 2000A e Tetra Pak Italia in collaborazione con TSA, Trasimeno Servizi Ambientali e con il patrocinio del Comune di Corciano. L’iniziativa, che durerà fino al 10 gennaio 2016, non sostituisce la modalità locale di raccolta dei contenitori Tetra Pak, ma intende dimostrare che l’impegno per l’ambiente riduce costi, sprechi e inquinamento.

«Crediamo che le buone pratiche ambientali siano importanti per rafforzare il legame con il territorio», ha dichiarato durante l’inaugurazione il Direttore Generale di PAC 2000A, Danilo Toppetti. «Per la galleria commerciale Quasar, inaugurata lo scorso anno, abbiamo previsto diverse soluzioni tecnologiche per abbattere i consumi energetici, come l’impianto fotovoltaico che produce energia elettrica per la struttura. Inoltre tutti gli impianti di climatizzazione della galleria non utilizzano combustibili fossili. Esempi concreti che rimandano al tema del risparmio ambientale, al centro di questa iniziativa».

«Tetra Pak promuove lo sviluppo sostenibile. In concreto, utilizza le risorse in modo efficiente e promuove la raccolta differenziata e il riciclo dei propri contenitori su tutto il territorio nazionale – ha aggiunto Lorenzo Nannariello, Responsabile Progetti Ambientali di Tetra Pak Italia – grazie al Protocollo d’intesa siglato con Comieco nel luglio 2003. Nel 2014 sono state raccolte e riciclate in Italia oltre 22.700 tonnellate di confezioni Tetra Pak, circa 1,3 miliardi di contenitori».

La campagna ambientale itinerante Riciclare Conviene è stata inaugurata a Modena nel 2011. Fino a oggi sono stati raccolti oltre 180mila cartoni Tetra Pak. Dopo l’edizione di Corciano, Riciclare Conviene proseguirà in altre città italiane per divulgare una sempre più attenta coscienza ambientale.

Pam Panorama aderisce a Stop Foie gras e ne sospende la vendita

“Un’indagine di Essere Animali e Promoviendo el Veganismo negli allevamenti nel sud della Francia, dove viene prodotto oltre il 70% del foie gras distribuito in tutto il mondo, Italia compresa, documenta terribili condizioni di vita per milioni di anatre, ingozzate a forza con un tubo metallico per indurre il loro fegato ad ammalarsi. Ancora vengono utilizzate le gabbie individuali, illegali nell’UE, dove gli animali non possono nemmeno aprire le ali”.

Così comincia la petizione Stopfoiegras.org inviata ad alcune catene della Gdo operanti in Italia (Auchan, Bennet, Conad, Carrefour, Eataly, Esselunga, Pam) con la richiesta di interrompere la vendita di questo prodotto.

La petizione è supportata dal filmato Foie gras-Solo crudeltà che documenta il processo di allevamento con alimentazione forzata degli animali e la loro macellazione per estrare il fegato malato.

 

ATTENZIONE IL FILMATO CONTIENE IMMAGINI FORTI!

Pam Panorama, per ora unica insegna della Gdo italiana, ha aderito a questa campagna di sensibilizzazione lanciata dall’associazione Essere Animali con lo scopo di fermare la distribuzione del foie gras all’interno di supermercati e ipermercati.

Nei 153 punti vendita diretti Pam Panorama a partire dai prossimi giorni non sarà più in vendita il foie gras.

«Siamo molto orgogliosi della nostra scelta  – afferma Michela Airoldi, Direttore Marketing di Pam Panorama –. Abbiamo visionato il materiale mostratoci dall’associazione Essere Animali relativo al trattamento a cui sono sottoposte le oche per la produzione del foie gras e abbiamo preso la decisione, che stavamo già maturando da tempo, di cessare la distribuzione di questo prodotto nei nostri punti vendita. Siamo certi che anche i nostri clienti apprezzeranno questa scelta».

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Perché Mariano’s può insegnare molto al retail alimentare italiano

«Shop well. Eat well. Live well» è lo slogan di Mariano’s Fresh Market, insegna del gruppo Roundy’s Supermarkets che, con i suoi 4 miliardi di fatturato, si colloca al 37esimo posto tra le catene di grocery store americane.

Ne scrive Daniele Tirelli sull’ultimo numero di inStore, tracciando la storia professionale del Ceo Robert “Bob” Mariano, ma soprattutto cogliendo le carateristiche di innovazione che ne fanno una insegna a mezzo tra Safeway e Whole Foods. Secondo Tirelli, che ha visitato lo store di Bucktown, uno dei 32 attivi nell’area di Chicago, sono diversi gli aspetti che fanno di Mariano’s una insegna interessante per i etailer italiani: un ambiente commerciale di vicinato, l’enfasi sulla frechezza, la profondità di assortimento in ogni categoria, e il suo saper essere il risultato di un’audace fuzione tra supermarket e ristorante.

Per Tirelli, la tumultuosa avanzata dei grocerant (v. articolo) è uno degli aspetti che più sfuggono ai retailer nostrani e “il caso di Mriano’s costituisce un riferimento obbligato per il retail Italiano che appare, al momento, ancora titubante nell’intraprendere la strada della specializzazione alimentare e della ibridazione con business collaterali”.

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Selex pubblica il Bilancio Sociale 2014

cover bilancioLa raccolta nazionale Metti in tavola la solidarietà in collaborazione con Croce Rossa Italiana (2 milioni di pasti per le famiglie in difficoltà) e la campagna Tutti per la scuola per fornire materiale didattico alle scuole con la donazione dei punti fedeltà. Sono solo due delle iniziative in ambito sociale e ambientale realizzate localmente o su base nazionale nel corso del 2014 dal Gruppo Commerciale Selex e contenute nella seconda edizione del Bilancio di sostenibilità appena pubblicato.

Il Bilancio sociale è suddiviso in tre parti. La prima è dedicata alla presentazione della realtà Selex e delle sue caratteristiche di Gruppo associativo, formato da Imprese profondamente legate al territorio, e mette l’accento sul contributo all’occupazione. Negli ultimi tre anni le imprese che fanno capo a Selex hanno assunto migliaia di nuovi lavoratori e su 31 mila dipendenti, più del 93% ha un contratto a tempo indeterminato.

Nella seconda parte si considerano i clienti, la loro soddisfazione attraverso un’offerta basata su qualità, sicurezza e convenenza, e la difesa del loro potere d’acquisto, che nel 2014 si è tradotto, attraverso le attività promozionali, in un risparmio di 447 milioni di euro per le famiglie. 

Nella terza parte del Bilancio sono esposte le principali iniziative avviate a livello nazionale e locale. La versione integrale del Bilancio sociale si può consultare qui 

 

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