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I discount continuano la loro corsa in Italia

Sempre più italiani scelgono di fare la spesa al discount: una crescita che non si arresta anche nei primi mesi dell’anno. Non è solo una questione di prezzi competitivi: oggi anche i target più evoluti e gli appassionati di food frequentano sempre di più queste insegne.

Dalle nuove abitudini di acquisto post-pandemiche alla digitalizzazione, dall’attenzione alla sostenibilità alla crescita dell’inflazione: tanti sono i fattori che negli ultimi anni hanno modificato i comportamenti dei consumatori nella spesa del largo consumo. Secondo i dati GfK Consumer Panel questo cambiamento di contesto ha premiato il canale online, i drugstore e soprattutto i discount – mentre tutti gli altri canali hanno visto una contrazione negli ultimi due anni. La crescita dei discount è un fenomeno che interessa il nostro Paese già da qualche anno e che non si è arrestato neppure durante il periodo della pandemia. A luglio 2022 i discount hanno raggiunto una penetrazione dell’85,3% delle famiglie italiane.

Un profilo di utenza sempre più variegato
Tante le ragioni che stanno dietro al successo crescente dei discount: dall’apertura di tantissimi nuovi punti vendita agli investimenti in comunicazione, dalla promozionalità all’evoluzione dell’assortimento con l’inclusione di brand affermati ma anche di prodotti internazionali o di nicchia, difficili da trovare altrove. Sicuramente – rispetto a qualche anno fa – non è più solo il prezzo competitivo a caratterizzare l’offerta di queste insegne: un riposizionamento che emerge chiaramente dall’analisi dei consumatori che oggi fanno la spesa al discount. Secondo i dati GfK Sinottica, infatti, negli ultimi anni la penetrazione di questo tipo di insegne è cresciuta presso tutti i target, ma in particolare presso le componenti più evolute ed elitarie della popolazione, per le quali il prezzo non è sicuramente il primo fattore nella scelta del punto vendita.

Guardando invece alla segmentazione della popolazione basata sugli stili alimentari emerge una crescita della penetrazione dei discount particolarmente accentuata presso i cluster più dinamici, curiosi e “metropolitani”. A scegliere sempre più spesso – rispetto al passato – di fare la spesa su questo canale sono infatti i Food Lover (4,2 milioni di italiani, un target prevalentemente femminile e moderno, con conoscenze e competenze elevate in cucina), i Food Player (4,4 milioni di italiani, un target giovane, evoluto e prevalentemente femminile che ama sperimentare in cucina, con un occhio alla linea e alla sostenibilità) e gli Urban Taster (8,8 milioni di italiani, un target più adulto, cittadino e con risorse elevate, che ama la sperimentazione e la convivialità).

Discount protagonisti anche in comunicazione
Dopo la crescita registrata lo scorso anno, nei primi sette mesi del 2022 gli investimenti pubblicitari e la pressione televisiva della Gdo risultano in calo. In questo contesto, i Discount, seppure in contrazione, mostrano una maggiore tenuta in termini di presenza televisiva rispetto alle altre insegne. Nonostante lo scenario di comunicazione appena descritto, nell’analisi del percepito dei consumatori italiani, i discount continuano a mostrare performance più positive rispetto al resto della Gdo, sia in termini di visibilità che di propensione. Nel periodo compreso tra gennaio e luglio 2022 rispetto al pari periodo del 2021 – infatti – si confermano in crescita sia l’Advertising Awareness (+12%) – che misura il ricordo degli spot pubblicitari – sia la Brand Awareness spontanea dei discount (+13%).

Le rilevazioni GfK STP evidenziano, inoltre, un aumento nella propensione di visita ai discount, in crescita del +3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Gli italiani, quindi, sono in questo momento particolarmente attenti alla comunicazione pubblicitaria di questa tipologia di insegne: un altro indizio della forza attrattiva dei discount nel contesto odierno. Sarà interessante continuare a monitorare il fenomeno per capire come evolveranno i comportamenti dei consumatori dei prossimi mesi alla luce dell’incertezza del contesto attuale e dell’aumento generalizzato dei prezzi.

2020: cresce la tecnologia nonostante la pandemia. L’evento GfK

In un anno complicato per l’economia italiana come è stato il 2020, il settore della Tecnologia di consumo è andato in controtendenza: secondo le rilevazioni GfK le vendite sono cresciute del +5,5% a valore e il valore complessivo del mercato ha raggiunto i 15,5 miliardi di euro.  

Se le vendite nei punti vendita tradizionali hanno registrato una leggera flessione – a causa delle chiusure e delle limitazioni alla mobilità introdotte per contrastare la pandemia – il canale online ha registrato una crescita significativa, arrivando a pesare il 24,4% del totale delle vendite a valore.  

Traina la crescita la performance positiva del comparto IT Office (+32,5%), che a fine 2020 è arrivato a generare il 23,9% del valore complessivo del mercato italiano dei Technical Consumer Goods. Trend in crescita anche per il Piccolo Elettrodomestico (+15,5%), per l’Elettronica di consumo (+4,7%) e il Grande Elettrodomestico (+3,4%).

Rallenta invece nel corso del 2020 il comparto della Telefonia (-5,2%) che si conferma comunque il più importante per il mercato italiano della Tecnologia di Consumo, con una quota pari al 34,6%. Decisamente più negativo il risultato del comparto Home Comfort (-16,2%) e quello della Fotografia (-36,9%), che sembra aver sofferto in maniera particolare le restrizioni legate al Covid-19 e il forte ridimensionamento di viaggi, eventi e altre occasioni di socialità.

Andando a considerare l’andamento delle vendite nel corso dell’anno, si nota una crescita costante del mercato rispetto al 2019. Gli unici trend negativi sono quelli relativi ai mesi di marzo e aprile, in corrispondenza del primo lockdown.

Rispetto agli anni passati, cresce ancora l’importanza dell’ultimo trimestre dell’anno, che arriva a pesare il 33% del totale delle vendite a valore. Tra ottobre e dicembre si sono concentrate infatti tantissime le iniziative promozionali che hanno trainato gli acquisti di tecnologia: un fenomeno che va ben oltre la settimana del Black Friday e si estende su tutto il “Golden Quarter”.

Per fare il punto sugli altri trend che hanno caratterizzato il mercato della Tecnologia nel 2020 – ma anche il Largo Consumo, i Consumi, i Media e la Comunicazione – GfK organizza per mercoledì 24 febbraio il GfK Insight Summit 2021 – un grande evento digitale in diretta streaming dedicato ai consumi e alla comunicazione.

L’evento si articolerà su diversi appuntamenti nel corso della giornata, che consentiranno di approfondire il patrimonio di conoscenza a 360° sui mercati e i consumatori derivante dalle ricerche e dalle analisi condotte da GfK in Italia e a livello internazionale. Inoltre, verranno presentati alcune previsioni relative al 2021 e alle tendenze che si affermeranno a livello italiano e internazionale.

Il GfK Insight Summit 2021 è un evento privato con accredito obbligatorio. Per iscrizioni e informazioni sul programma visitare il sito www.gfk.com/gfk-italia-insight-summit-2021

Consumi: la sostenibilità guida le scelte. La ricerca di GfK

Oggi più che mai la sostenibilità e l’attenzione per la salvaguardia del pianeta sono in cima alle preoccupazioni dei consumatori. Secondo quanto emerge dalla ricerca GfK #WhoCaresWhoDoes sulla Sostenibilità e le preoccupazioni ambientali, un numero crescente di consumatori sta modificando i propri comportamenti per effetto della crescente sensibilità ai temi ambientali. A livello europeo, una famiglia su tre (35%) ha smesso di acquistare determinati prodotti e/o servizi a causa del loro impatto negativo sull’ambiente o sulla società.

Anche i consumatori italiani si dimostrano molto attenti alla sostenibilità: il 30% dichiara di evitare i prodotti con imballaggi in plastica e il 36% ha smesso di acquistare certi prodotti e servizi a causa del loro impatto negativo; una percentuale che sale al 65% per il segmento degli Eco Active, che comprende i consumatori più ingaggiati dalle tematiche ambientali.

Gli italiani sono in media ben disposti anche rispetto al tema del riciclo e dichiarano di riciclare molto di più rispetto alla media mondiale. Dalle ricerche GfK emerge però che per il 58% delle famiglie è ancora poco chiaro cosa succede ai prodotti quando vengono riciclati.

Un altro aspetto importante è quello degli imballaggi: oltre la metà delle famiglie italiane si aspetta che le aziende mettano a disposizione confezioni fatte da materiale riciclabile al 100%, di materiali alternativi alla plastica o di plastica biodegradabile.

Guardando invece alle categorie di prodotto dove gli shopper ritengono di avere un’influenza maggiore in termini di sostenibilità, per l’Italia troviamo ai primi posti l’home e il personal care; a livello europeo, invece, si piazzano in cima alla classifica frutta e verdura.

La sostenibilità e l’attenzione per la salvaguardia del pianeta sempre più centrali per i consumatori. Un dato che nessun Brand può permettersi di ignorare, anche perché ben il 62% degli italiani preferisce compare prodotti da aziende che dimostrano attenzione all’ambiente.            

L’influenza delle nuove generazioni

Secondo quanto emerge dallo studio GfK, in Europa i responsabili degli acquisti famigliari vengono influenzati nelle loro scelte principalmente dai figli (45%), seguiti dagli amici (42%), dal coniuge (37%) e dai genitori (19%). Le opinioni dei membri più giovani delle famiglie contano di più di quelle dei politici (14%), dei media (13%) e delle celebrità (9%). Di conseguenza, per produttori e retailer oggi è ancora più importante tenere conto dell’orientamento delle generazioni più giovani rispetto alle tematiche ambientali per impostare le proprie strategie di crescita future.

I consumatori ci credono

Secondo i risultati della nostra ricerca, i consumatori sono sempre più convinti che i propri comportamenti di acquisto possano avere un effetto positivo sull’ambiente. Secondo il 40% degli intervistati, sono soprattutto i produttori di beni e servizi a poter fare la differenza nel ridurre l’impatto ambientale, seguiti dai governi con il 35%.

A livello europeo, 3 famiglie su 10 preferiscono evitare di acquistare prodotti con un imballaggio in plastica. In un momento come quello attuale – in cui l’emergenza COVID-19 ha messo al centro le tematiche di igiene e sicurezza – è ancora più significativo rilevare che così tanti consumatori cercando di liminare la produzione di rifiuti in plastica da imballaggio.

La percentuale di consumatori che cerca di evitare i rifiuti in plastica varia da Paese a Paese, ma ovunque risulta in crescita il segmento dei consumatori Eco Active, vale a dire di colore che si sentono responsabili in prima persona e stanno modificando i propri comportamenti di acquisto. A livello europeo questo segmento arriva a pesare il 24% e la Germania è il paese che vanta il maggior numero di consumatori Eco Active (38%). Seguono in classifica l’Irlanda, la Slovacchia (25%), la Spagna (24%), l’Italia e la Gran Bretagna (entrambe 23%). In alcuni Paesi, in particolare Spagna e Francia, il segmento di consumatori Eco Active ha registrato una crescita significativa rispetto allo scorso anno. 

Un altro gruppo molto rilevante è quello dei consumatori Eco Considerer (43% del totale a livello europeo) che include coloro che si dichiarano preoccupati per i rifiuti in plastica e che modificano di tanto in tanto i propri comportamenti, ma che ritengono importante soprattutto un’azione più incisiva da parte delle aziende e dei governi.

 

Nota metodologica

I dati riportati in questo comunicato stampa si basano su ricerche condotte da GfK in collaborazione con Kantar ed Europanel in 24 Paesi. La rilevazione è stata effettuata a  giugno 2020. I 10 Paesi europei al quale si riferiscono i dati riportati nel comunicato sono i seguenti: Italia, Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Francia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, Portogallo e Spagna. Il report GfK copre i seguenti Paesi: Italia, Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Russia e Slovacchia.

Qui un estratto della ricerca “Who Cares? Who does? Sustainability Concern and Action”

Tecnologia di consumo: ancora positivo il trend. I dati GfK

La nuova ondata di contagi e le nuove restrizioni imposte per contenere l’epidemia non sembrano per ora frenare la Tecnologia di consumo, che dall’inizio della Fase 2 è sempre rimasta in area positiva. Secondo i dati GfK sul Retail Panel Weekly* , nella settimana dal 19 al 25 ottobre (influenzata dalle chiusure dei centri commerciali non alimentari durante il weekend) il mercato è cresciuto ancora del +34,8% rispetto allo stesso periodo del 2019, con trend positivi sia online che offline.

La crescita a doppia cifra del mercato riguarda sia il canale online (+49,1% a valore) sia i punti vendita tradizionali (+31%). Le vendite risultano in crescita anche in Lombardia  e Piemonte – regioni interessate da chiusure parziali durante il weekend – anche se con trend meno positivi rispetto al resto del Paese.

L’andamento positivo della Tecnologia di consumo è iniziato con le riaperture della Fase 2 (settimana del 4 maggio 2020) ed è continuato senza interruzioni anche nei mesi successivi, con trend settimanali sempre in crescita rispetto allo scorso anno. Le vendite della settimana scorsa (Week 43) sono state particolarmente positive anche per effetto delle promozioni speciali messe in campo di alcuni retailer.

Il trend positivo della settimana 43 riguarda tutti i principali settori della Tecnologia di consumo, con eccezione della Fotografia, che nella settimana considerata registra una contrazione del -18,5%. Il dati GfK mettono in evidenza ancora una volta la crescita sostenuta del comparto IT e Attrezzature per ufficio (+96%) che negli ultimi mesi ha fatto registrare vendite record legate alle nuove esigenze di smart working e didattica a distanza degli italiani. Molto positivo anche l’andamento dell’Elettronica di Consumo (+48,5%), dell’Home Comfort (+29,9%) e del Grande e Piccolo Elettrodomestico, che segnano una crescita rispettivamente del +24,4% e del +16,8% rispetto alla stessa settimana del 2019. Crescita a doppia cifra anche per il  segmento Telecom (+13,5%), il più importante per fatturato sviluppato.

Stime per il mercato globale nel 2020

Fare una stima globale oggi è complesso: nelle scorse settimane GfK ha rilasciato un Forecast che prevede un andamento piatto della Tecnologia di consumo a livello mondiale (+0% rispetto al 2019), con un valore complessivo del mercato pari a 1 trilione di euro. Tuttavia la previsione partiva da uno scenario senza nuovi lockdown. La rapida evoluzione degli ultimi giorni, ha mutato in peggio il contesto previsionale, per cui è giusto tenerlo presenta nella lettura dei dati ad oggi rilasciati e che vedremo  qui di seguito.

In questo contesto di trend piatto del mercato nel suo insieme, gli andamenti previsti per i singoli settori sono molto diversi. GfK stima infatti un calo del -6% a fine 2020 per il mercato Telecom, che rappresenta da solo il 40% del fatturato dei TCG. Il settore in assoluto più positivo sarà quello dell’IT e Attrezzature per ufficio, per il quale si prevede una crescita a valore del +15% a livello mondiale. Un altro settore che ha registrato forti crescite durante l’anno il Piccolo Elettrodomestico, per il quale si prevede una crescita a fine anno del +9% nel valore. Andamento più piatto per i settori dell’Elettronica di consumo e del Grande Elettrodomestico, per i quali si stima un trend rispettivamente del -1% e del -2% a valore rispetto al 2019.

Nota metodologica

Attraverso la metodologia Retail Panel, GfK raccoglie in maniera continuativa i dati di sell-out dell’Elettronica di consumo per oltre 300 gruppi di prodotto e in più di 70 Paesi, coprendo i principali Retailer e canali di vendita.

*I dati contenuti in questo comunicato si basano sui dati di sell-out delle principali insegne online e offline attive sul mercato italiano, rilevate attraverso il GfK Retail Panel Weekly nella settimana dal 19 al 25 ottobre 2020. Il comunicato si riferisce al paniere dei 25 prodotti tecnologici più importanti che GfK rileva su base settimanale.

Il Black Friday ai tempi del Coronavirus. L’analisi GfK

L’emergenza Coronavirus ha condizionato fortemente i consumi nella prima parte del 2020, portando i consumatori a un approccio sempre più omnicanale. La voglia di fare acquisti (magari risparmiando) rimane forte, secondo quanto emerge dall’ultima edizione della ricerca GfK Climi Sociali e di Consumo, il 66% degli italiani dichiara di essere più attento ai prezzi rispetto a un anno fa.

Per questo gli eventi promozionali, piacciono sempre di più come dimostra, per esempio, il fatto che 1 italiano su 2 ha intenzione di approfittare delle promozioni del Black Friday 2020, considerato da 1 italiano su 3  sia il momento migliore dell’anno per fare shopping . Lo scorso anno*, stando a un’indagine GfK circa il 37% degli italiani ha utilizzato le promozioni del Black Friday 2019, spendendo in media 180 euro e acquistando mediamente 4 prodotti Ed è pure emerso che nel 2019 il 65% degli Italiani ha dichiarato di voler approfittare del Black Friday per fare i regali per il Natale.

Ci sono poi delle categorie di consumatori che sembrano amare particolarmente questo evento promozionale: ad esempio, 1 su 3 tra chi effettua abitualmente acquisti online pensa che il Black Friday sia il momento migliore dell’anno per fare shopping. Anche tra i più giovani il gradimento è particolarmente elevato: secondo i dati GfK, al 75% dei consumatori della Generazione Z piace fare acquisti durante il Black Friday. Inoltre, lo scorso anno il 65% degli Italiani ha dichiarato di voler approfittare del Black Friday per fare i regali per il Natale: un trend da monitorare per capire se questa è diventata un’abitudine consolidata per i consumatori italiani.

Il Black Friday nell’anno del COVID-19

E quest’anno? I dati più recenti sembrano confermare questa voglia di tornare a comprare: secondo una rilevazione effettuata da GfK a metà settembre, 1 italiano su 2 (il 54%) ha intenzione di fare acquisti durante le promozioni del Black Friday 2020.

Per monitorare questo e altri indicatori GfK ha lanciato la terza edizione dell’indagine Black Friday 2020, che attraverso una doppia rilevazione verificherà aspettative, desideri e comportamenti di acquisto degli italiani prima e dopo il Black Friday.

Promozioni e mercato Tech

Anche nel nostro Paese, gli ultimi mesi dell’anno sono diventati sempre più importanti per il mercato della Tecnologia di consumo. In pochi settimane, infatti, si concentrano Prime Day, Black Friday, Cyber Monday e promozioni di Natale – tutti eventi che fanno registrare picchi di vendite per i prodotti Tech. Secondo le rilevazioni sul sell-out di GfK POS Tracking***, l’importanza dell’ultimo trimestre è cresciuta costantemente negli ultimi anni, arrivando a pesare nel 2019 ben il 32% del totale delle vendite a valore. In particolare, durante la settimana del Black Friday 2019 le vendite hanno registrato un incremento record del +175% a valore rispetto alla settimana media.

In un anno come il 2020, che ha visto prima una forte contrazione dei consumi durante il periodo del lockdown (con il rinvio di molti acquisti) e successivamente una forte ripresa delle vendite di prodotti Tech, sarà ancora più importante monitorare l’andamento delle ultime settimane per capire quale sarà la chiusura complessiva del 2020.

Per farlo, GfK ha elaborato una soluzione specifica: GfK Tech Seasonal Peak Monitor, un report sintetico basato sui dati POS Weekly che fornisce una panoramica sulle principali dinamiche del mercato Tech, fornendo gli strumenti per reagire rapidamente.

e-mobility: il comparto cresce del 140%. I dati di GfK

Negli ultimi anni, ma soprattutto negli ultimi mesi, le strade italiane hanno visto la diffusione di un nuovo mezzo di trasporto: il monopattino elettrico. Un mezzo che si è diffuso grazie anche ai servizi di sharing, ma che molti hanno deciso di acquistare per sperimentare nuovi modi di spostarsi, specialmente in città.

Secondo i dati GfK, in Italia il comparto E-Mobility (che comprende monopattini elettrici, skateboard elettrici, hoverboard e one wheel) ha registrato nei primi 7 mesi del 2020 una crescita a valore del +140%, rispetto allo stesso periodo del 2019. La tipologia di prodotto di gran lunga più venduta è stata quella del monopattino elettrico, che negli ultimi mesi è arrivato a pesare a valore oltre il 90% del comparto. Sono escluse da questo perimetro le biciclette elettriche e a pedalata assistita.

Complessivamente, tra gennaio e luglio 2020 sono stati vendute oltre 125.000 unità. Il picco di vendite si è registrato nel mese di luglio (+52,6% a unità) ma il trend in forte crescita ha caratterizzato tutto il periodo successivo al lockdown, complice sia il clima estivo, sia probabilmente la voglia di dotarsi di nuovi mezzi di trasporto individuali (quindi più sicuri sul fronte del contagio) ed ecologici. Un ulteriore stimolo alle vendite è sicuramente arrivato anche dal Bonus Mobilità 2020, che si applica anche all’acquisto di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica acquistati a partire dal 4 maggio 2020.

Nel periodo considerato, il prezzo medio di vendita dei dispositivi per la mobilità elettrica è stato di 320 euro, in forte crescita rispetto allo stesso periodo del 2019, quando si attestava a 193 euro.

La tecnologia di consumo resiste alla pandemia. L’analisi di GfK

Nei primi sei mesi del 2020, il valore del mercato globale* dei Technical Consumer Goods (TCG) è sceso a 306 miliardi di euro per effetto della crisi legata al Coronavirus. Secondo le rilevazioni GfK, le vendite sono diminuite del -5,8% a valore a livello internazionale. Rispetto ad altri settori, il calo è stato relativamente contenuto, grazie anche all’emergere di nuovi bisogni per la gestione della vita in casa durante il lockdown. Questi i principali trend del mercato Tech presentati da GfK in occasione di IFA 2020 a Berlino. In altri termini si può constatare che, nonostante le difficoltà che hanno caratterizzato la prima parte del 2020, il mercato della Tecnologia di consumo ha dimostrato una certa resilienza, registrando un calo delle vendite abbastanza contenuto: -5,8% a valore nei primi sei mesi dell’anno. Un dato che si spiega con il ricorso alla tecnologia per affrontare la crisi.

Durante il lockdown e la contestuale chiusura dei negozi, infatti, le persone hanno vissuto nuove esperienze all’interno delle mura domestiche – smart working, intrattenimento, pulizia ecc… – che hanno generato nuovi bisogni, contribuendo a sostenere il mercato della Tecnologia.

I trend che hanno guidato gli acquisti durante la prima parte dell’anno sono stati la semplificazione, le performance, lo shopping senza barriere, la salute e l’igiene. Tutte tendenze che continueranno ad essere centrali anche nella fase “New Normal”.

Il mercato in Italia

Anche dal nostro Paese arrivano segnali positivi per il settore Tech: le ultime rilevazioni GfK – aggiornate al mese di luglio – mostrano una crescita del +4,5% a valore rispetto allo stesso periodo del 2019. Dall’inizio dell’anno, il mercato italiano della Tecnologia di consumo risulta in calo del -1,4% a valore; un dato che fa ben sperare per i prossimi mesi.

Effetto food preparation

Il lockdown ha influito sulle abitudini, comprese quelle alimentari: nelle prime settimane della crisi, per esempio, i consumatori hanno fatto scorta di surgelati e questo ha determinato una crescita immediata delle vendite di Congelatori. Come dimostra il fatto che tra il 2 e il 22 marzo le unità vendute hanno segnato un +317% in Gran Bretagna e un +185% in Germania. Finita la fase di accaparramento, nelle settimane successive è iniziata a crescere la domanda di apparecchi per la preparazione del cibo. In Germania, ad esempio, questo comparto è cresciuto del +28% nel periodo compreso tra il 23 marzo e il 26 aprile 2020.

Il trend del mangiare a casa ha sostenuto le vendite di dispositivi per la Food preparation anche dopo la fine del lockdown e questo ha avuto un effetto positivo sul settore del Piccolo Elettrodomestico, che è cresciuto del +8,6% a livello internazionale. Il Grande Elettrodomestico ha registrato invece una flessione del -8,6%, nonostante le performance positive di alcuni prodotti, come ad esempio i forni a microonde (+36,8%).

Effetto smart working

Fin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, i consumatori hanno avuto l’esigenza di attrezzarsi per gestire la continuità lavorativa e formativa in casa. Di conseguenza, il settore IT e Office è cresciuto a valore del +15% a marzo e del +15% ad aprile a livello internazionale.

Le settimane tra il 9 marzo e il 5 aprile – con l’inizio del lockdown in molti Paesi – sono state caratterizzate da un “effetto panico” sugli acquisti. In questo periodo, c’è stato un incremento delle  vendite a unità del +297% per le Webcam, del +120% per i Monitor e del +62% per PC Portatili e Tablet in Francia, Germania, Italia, Spagna e Gran Bretagna. Questo trend positivo è continuato anche dopo. Complessivamente, a livello internazionale il comparto IT è cresciuto del +17,2% a valore nei primi sei mesi del 2020, mentre il comparto Office è cresciuto del +12,1%.

Cresce il comparto Gaming

Durante il confinamento, i consumatori di tutto il mondo si sono dotati di nuovi dispositivi per vivere al meglio l’Entertainment dentro casa. Le vendite di chiavette per lo Streaming sono cresciute in tutti i Paesi: nei Paesi Bassi, ad esempio, si è registrato un +54% nel periodo compreso tra il 9 marzo e il 5 aprile. Molto positivo anche il comparto Gaming, con un crescita del +55% delle vendite di PC Portatili e del +62% dei Monitor con caratteristiche Gaming nei primi sei mesi del 2020.

Al contrario, durante il lockdown le vendite di TV sono crollate, per poi registrare una netta ripresa nella successiva fase di “Revenge Shopping”. Complessivamente, il comparto TV ha visto una flessione del -7% a valore, con forti differenze a livello geografico: l’Europa occidentale e i Paesi asiatici sviluppati sono cresciuti rispettivamente del +4% e del +13% a unità, mentre i Paesi asiatici emergenti hanno registrato una flessione del -28% a valore. A livello internazionale, il settore dell’Elettronica di consumo (incluso il comparto Foto) ha registrato una flessione del -8,7% nei primi sei mesi dell’anno.

Nota metodologica

Attraverso la metodologia Retail Panel, GfK raccoglie in maniera continuativa i dati di vendita dei Technical Consumer Goods (Elettronica di consumo, Foto, Telecomunicazioni, IT, Apparecchiature per ufficio e Grande e Piccolo Elettrodomestico) in oltre 70 Paesi in tutto il mondo.

Fase 2 e 3: la paura del contagio condiziona il LCC

Il Covid 19 sta avendo l’effetto di uno shock sull’universo del largo consumo non alimentare, come emerge dall’analisi dell’Osservatorio Non Food 2020 di GS1 Italy, la cui edizione completa sarà pubblicata a settembre[1].

Da questo studio – che comprende l’analisi micro e macro economica svolta da REF Ricerche, le previsioni delle vendite per canale e la ricerca sul punto di vista del consumatore svolte da Metrica/TradeLab – emerge una situazione molto critica che avrà un impatto pesante sui consumi non food e sulla rete commerciale: il 2020 sarà un anno con vendite in forte calo in tutti i 13 comparti merceologici analizzati (con la sola esclusione dei prodotti di automedicazione), e che colpirà soprattutto i prodotti di cancelleria (-32/40%), l’abbigliamento e le calzature (-30/39%), il bricolage (-18/25%) e l’edutainment (-15/22%).    

Entrando nell’analisi dei canali commerciali, l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy stima che il calo delle vendite previsto per tutto il 2020 colpirà soprattutto le grandi catene e le superfici specializzate, mentre si assisterà a una forte accelerazione dell’e-commerce, che farà aumentare il numero di comparti non alimentari in cui  l’e-commerce supererà il 10% di incidenza. 

Per arrivare a delineare questo scenario l’Osservatorio Non Food di GS1 ha analizzato e combinato molti fattori. Il primo è la mancata ripartenza dei consumi durante la fase 2. Infatti, tra maggio e giugno il recupero della domanda è stato solo parziale e limitato ad alcuni settori, come arredamento e auto. Altri – come l’abbigliamento e la pelletteria – sono ancora fermi. A complicare la situazione per le imprese c’è l’attenzione ai prezzi: l’attesa di vederli ridotti si scontra con l’aumento dei costi di produzione, che sta acutizzando la crisi in molti settori extra-alimentari. 

Alla criticità dello scenario delineato dall’Osservatorio Non Food analizzando i dati di vendita nel bimestre maggio/giugno, si aggiungono le previsioni negative per i mesi a venire così come emergono dal sondaggio condotto da Metrica intervistando 1.000 persone, che nell’ultimo anno hanno acquistato prodotti non food.

Se durante il lockdown il 75% ha effettuato almeno un acquisto non alimentare (in particolare libri, prodotti per il giardinaggio e il bricolage) e per il 90% l’ha effettuato online (soprattutto articoli di arredamento e attrezzature sportive), a tre settimane dalla fase 2 solo il 60% degli intervistati era tornato in uno store fisico non alimentare.  

Tornare a visitare i punti vendita del non food è stata soprattutto una necessità legata a esigenze di acquisto (55% delle risposte), ma anche la dinamica sociale e psicologica ha avuto il proprio peso: il 33% aveva voglia di tornare a fare la vita di sempre, mentre il 27% ha dichiarato di voler tornare a fare shopping. Il 70% dei reticenti ha dichiarato di non essere tornato nei punti vendita per mancanza di necessità, ma non va sottovalutata l’attenzione all’aspetto sanitario: il 26% non si sentiva sicuro e il 21% non voleva frequentare posti affollati.

La paura del contagio continuerà a influire in modo importante sia sulla frequenza di visita dei punti vendita, sia sulle scelte degli store da visitare, e potrebbe determinare anche nuovi comportamenti strutturali di visita e acquisto. A rischio appaiono soprattutto i centri commerciali: solo il 29% dei loro frequentatori abituali dichiara di non voler cambiare le proprie abitudini contro il 68% che prevede di andarci di meno, principalmente per il timore di dover fare troppe file a causa dei protocolli di sicurezza.

Se gli italiani sono tiepidi verso grandi store e centri commerciali, sembrano invece bendisposti nei confronti dell’e-commerce: dal 15% al 25% dei consumatori intervistati dall’Osservatorio Non Food di GS1 Italy dichiara di voler sostituire gli acquisti fatti nei negozi fisici con quelli realizzati via web

Il lockdown ha indubbiamente giovato alla vendita online: ha generato un’esperienza d’acquisto giudicata più che soddisfacente nel 70-80% dei casi e ha avvicinato anche nuovi consumatori, soprattutto in alcuni comparti. Spiccano giardinaggio e ottica dove circa un terzo di coloro che ha hanno acquistato online lo hanno fatto per la prima volta tra marzo e maggio 2020. Dal 60% all’80% di questi consumatori, a seconda delle categorie acquistate, esprime la volontà di continuare ad acquistare articoli sul web anche nella seconda parte del 2020. Anche estendendo l’arco temporale l’intenzione non cambia e anzi, in questo caso l’interesse a fare acquisti sul web si estende anche all’abbigliamento e alle calzature, ossia ai due settori che generano il maggior fatturato di tutto il mondo del non food. 

La grande incognita di questo scenario è la ripresa economica, che condizionerà in modo decisivo l’andamento degli acquisti non alimentari. Il 45% degli intervistati si è detto abbastanza preoccupato per il futuro e, per questo, intenzionato a comprare solo i beni non alimentari necessari, rimandando o evitando gli acquisti giudicati superflui. Un 23% è più preoccupato e, in un caso su tre, preferisce rinviare gli acquisti al 2021. A farne le spese saranno soprattutto articoli di arredamento e grandi elettrodomestici.

[1] L’Osservatorio Non Food di GS1 Italy raccoglie informazioni su 13 comparti: abbigliamento e calzature, elettronica di consumo, mobili e arredamento, bricolage, articoli per lo sport, prodotti di profumeria, casalinghi, automedicazione, edutainment, prodotti di ottica, tessile casa, cancelleria, giocattoli. L’Osservatorio viene aggiornato annualmente coinvolgendo partner riconosciuti come TradeLab per l’elaborazione dei risultati finali che si basano sui dati rilevati dalle più note e affidabili fonti informative (Istat, Iri, Sita Nielsen, Gfk).

 

Post Covid-19: la nuova normalità raccontata da GfK

Dopo otto settimane difficili, coincise con il periodo di lockdown, dall’inizio della Fase 2 il mercato Tech ha fatto registrare una forte crescita, con trend positivi sia online che nei punti vendita tradizionali.

Ma quali sono i prodotti che crescono di più? E come si stanno attrezzando i Retailer per gestire i nuovi bisogni e le nuove aspettative (anche in termini di sicurezza) dei Consumatori?

Nel corso del live event “Verso una nuova normalità: l’andamento dei mercati Tech nella Fase 2” gli esperti GfK hanno cercato di fare il punto sui trend che stanno influenzando lo scenario attuale e sulle prospettive per i prossimi mesi. Enzo Frasio, Presidente di GfK Italia, ha sottolineato come negli ultimi tre mesi i consumatori e i mercati siano profondamente cambiati: “La nuova normalità accompagnerà le aziende verso nuovi territori e nuove sfide, e solo chi sarà in grado di adattarsi proattivamente a questo nuovo contesto riuscirà a vincere”.

A seguire, Daniele Novello (Sub-Lead Consumer Insight) ha fatto il punto sull’evoluzione del quadro psicologico dei consumatori italiani. Dalle ricerche GfK emerge che il sentiment degli italiani è prevedibilmente più pessimista rispetto al periodo precedente a COVID-19. Tuttavia, nelle ultime settimane, si osservano prove della voglia di ripartire. Il Coronavirus fa sempre meno paura (il 31% degli italiani si dice oggi molto preoccupato, era il 64% a marzo) e anche a fronte delle – sempre più diffuse – preoccupazioni economiche, si colgono incoraggianti segnali di ripresa di progettualità nei consumi da parte delle famiglie italiane.

Da sottolineare anche la centralità del tema della sostenibilità. Spiega Novello: “A dispetto della minor propensione agli investimenti in sostenibilità che emerge dalle interviste fatte da GfK a un panel di oltre 500 Manager d’azienda, i consumatori italiani ribadiscono la loro crescente attenzione e sensibilità al tema. La crisi legata al COVID-19 sembra aver aumentato l’attenzione alla salute delle persone e la consapevolezza che il benessere di ciascuno di noi passa sempre più dal benessere del Pianeta”.

La tecnologia di consumo

Sul settore si è espresso Fabrizio Marazzi (Lead Market Insight) raccontando l’evoluzione del mercato italiano della Tecnologia di Consumo negli ultimi mesi: dai segnali positivi delle prime settimane del 2020, alla flessione che ha caratterizzato tutto il periodo del lockdown fino alla netta ripresa che è iniziata con la Week 19, quella iniziata lunedì 4 maggio, primo giorno della cosiddetta “Fase 2”. Nella settimana dall’8 al 14 giugno le rilevazioni effettuate da GfK sul Retail Panel Weekly* fanno registrare una crescita del +24% a valore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Nelle ultime settimane il mercato italiano è anche riuscito a recuperare almeno in parte la negatività legata all’emergenza COVID-19: dall’inizio dell’anno (Week 1- Week 24) il perimetro Retail Panel Weekly registra infatti un +0,3% a totale.

Se durante il periodo del lockdown era stato soprattutto il canale online a crescere, con la Fase 2 sono tornati a crescere in maniera importante anche gli store fisici: nella settimana dall’8 al 14 giugno i punti vendita tradizionali hanno fatto registrare una crescita a valore del +14% rispetto allo stesso periodo del 2019. Si tratta della quarta settimana di fila che vede una crescita a doppia cifra del canale fisico.

Spiega Marazzi: “Tradizionalmente l’Italia è uno dei paesi con la penetrazione più bassa dell’e-commerce, ma uno degli effetti a lungo termine della crisi legata al Coronavirus potrebbe essere una maggiore propensione nei confronti degli acquisti sul web. Analizzando il peso del canale online e di quello fisico da inizio anno, infatti, emerge chiaramente una crescita di importanza del primo per quanto riguarda la Tecnologia di Consumo. Per il perimetro di prodotti monitorati dal GfK Retail Panel Weekly, il canale online è passato dal pesare il 18,3% a valore nel pre-lockdown al 24,4% nella Fase 2. Considerando tutte le settimane dall’inizio dell’anno (Week 1- Week 24) sul perimetro Retail Panel Weekly il canale online è arrivato a pesare il 27,5% a valore”.

Con la Fase 2 sono tornati a crescere tutti i prodotti Tech più importanti per fatturato, ma nei primi mesi dell’anno i diversi comparti hanno reagito in maniera diversa all’emergenza COVID-19. La performance più positiva in assoluto è stata quella del comparto IT e Office, che grazie alla spinta di smart working e didattica a distanza è cresciuto complessivamente del +41% da inizio anno. Positivo anche il Piccolo Elettrodomestico, che ha fatto registrare un +10% a valore rispetto allo stesso periodo del 2019, complici le performance positive dei dispositivi per la preparazione di cibo, per la cura della persona e per la pulizia della casa – molto richiesti in un periodo in cui le persone erano costrette a rimanere in casa.

Rimangono ancora in area negativa i trend da inizio anno di Grande Elettrodomestico, Telecomunicazioni ed Elettronica di consumo, anche se le crescite registrare dalla fine del confinamento hanno consentito di recuperare almeno in parte le perdite. Continua a soffrire invece il comparto Foto, che ha risentito più degli altri dell’impossibilità delle persone di muoversi e della cancellazione di eventi sportivi e cerimonie.

Nel dopo COVID-19

E in futuro? In mrito Ivano Garavaglia (Head of Retail) ha presentato alcuni insight su come sta evolvendo il mondo Retail nel dopo COVID-19.  Secondo quanto emerge dalla ricerca GfK Retail Insight 4.0 i negozi devono adeguare la propria offerta per soddisfare i nuovi bisogni dei consumatori, puntando su sicurezza, fattore umano e nuove tecnologie digitali.

Spiega Garavaglia: “Come abbiamo già visto per il mercato Tech, per effetto del lockdown le vendite on-line sono cresciute in maniera significativa e il 23% degli italiani dichiara che, anche quando la situazione sarà tornata alla normalità, farà più acquisti online di prima. Ma dai dati GfK emerge soprattutto una maggiore propensione alla Multicanalità: gli italiani ora più che in passato dichiarano infatti di acquistare i prodotti di cui hanno bisogno allo stesso modo nei negozi che online”.

 

Nota metodologica

*I dati presentati si basano sui dati di sell-out delle principali insegne online e offline attive sul mercato italiano, per il paniere dei 25 prodotti tecnologici più importanti per fatturato che GfK rileva su base settimanale attraverso il GfK Retail Panel Weekly.  

Fase 2: meno tempo per la TV. Sempre bene il digitale. I dati GfK

Dopo TV e divano (“ingredienti” principi durante il lockdown), nella Fase 2 gli italiani tornano progressivamente alla normalità. Senza però rinunciare al Digitale (già star durante la “clausura”), che continua la sua corsa, anche tra i Boomer. Ecco quanto emerge da GfK Sinottica, l’indagine single source che permette di analizzare i consumatori in tutti gli ambiti dell’agire e che ne monitora i comportamenti reali di consumo.  

L’evoluzione dei comportamenti

I dati GfK Sinottica mostrano come nelle prime settimane della crisi e durante il lockdown il tempo speso davanti alla TV sia aumentato in maniera significativa: +18% rispetto al periodo antecedente l’inizio dell’epidemia. Gli italiani si sono rivolti alla TV per cercare informazioni su COVID-19, ma anche per intrattenersi nel lungo periodo passato in casa. Ancora più significativo l’incremento di tempo dedicato alla TV tra i più giovani, con un +24% della Generazione Z tra il 21 febbraio e il 3 maggio.

Con la Fase 2 le cose sono però cambiate: dalle rilevazioni emerge infatti, che nella prima settimana di maggio il tempo speso davanti alla TV è cresciuto del +1% e nella seconda settimana del +3%, tornando quasi ai livelli precedenti l’emergenza Coronavirus. Una normalizzazione delle abitudini di fruizione che è dovuta probabilmente al ritorno al lavoro di molte persone e più in generale alla possibilità di uscire dalla propria abitazione. Il trend è ancora più marcato per la Generazione Z (14-24 anni) che nella seconda settimana di Fase 2 ha visto diminuire del -3% il tempo speso davanti alla TV.

Il Digitale continua a cresce

Tra smart working, didattica a distanza e video aperitivi, durante il lockdown il Digitale è entrato a far parte in maniera significativa della vita quotidiana degli italiani. I dati GfK Sinottica mostrano come il tempo dedicato agli strumenti digitali sia cresciuto del +25% nel periodo compreso tra il 21 febbraio e il 3 maggio 2020. Le persone hanno utilizzato il Digitale per informarsi, per fare la spesa, per lavorare, per socializzare e anche per intrattenersi, sviluppando nuove abitudini che sembrano destinate a continuare anche nella Fase 2.

Infatti, il tempo speso per tutti gli strumenti digitali è cresciuto ancora del +20 nella settimana tra il 4 e il 10 maggio e del +24 tra l’11 e il 17 maggio. Questo incremento si riscontra anche nelle fasce più mature della popolazione, quelle che prima dell’emergenza Coronavirus avevano meno familiarità con il Digitale. Ad esempio, tra i Baby Boomer (55-74 anni) la crescita è stata del +26% nelle prime settimane di emergenza e durante il lockdown. Anche in questo caso la crescita continua anche nella Fase 2, con un +24% nella settimana compresa tra l’11 e il 17 maggio.

Nota metodologica

GfK Sinottica è un’indagine single source basata su un campione rappresentativo di italiani con più di 14 anni. I dati contenuti in questo comunicato si riferiscono al periodo compreso tra il 21 febbraio e il 17 maggio 2020 e sono stati raccolti quotidianamente, in maniera continuativa con metodologie passive (Meter e Software Tracker). Tutti i trend si riferiscono al confronto con il periodo precedente l’inizio della crisi Coronavirus (27 gennaio – 20 febbraio 2020).

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