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Despar, riparte il concorso con cui sfidare l’intelligenza artificiale

“Sfida l’Intelligenza Artificiale con Pino & Vinci con Despar”: è ripartito il 17 ottobre il concorso di Despar Centro Sud, proposto sui profili Facebook e Instagram e rivolto a tutti i clienti Despar nonché alla community online, cresciuta in modo considerevole negli ultimi anni.

Sono oltre 20.000 i premi in palio con tre meccaniche di gioco differenti, accessibili dalla piattaforma www.desparconcorsi.it (un memory game, un gioco con prova d’acquisto e la nuova modalità di estrazione finale a soglie). Il requisito dell’acquisto di un prodotto delle linee a marchio Despar e la possibilità di accumulare punti facendo più volte la spesa sono finalizzati ad aumentare la pedonabilità dei punti vendita, nonché a rafforzare la fedeltà al marchio, dal momento che in tal modo per il cliente aumentano le chance di vincere uno tra i super premi.

Vi è anche il fine di spronare le persone all’utilizzo delle piattaforme social e della carta fedeltà: quest’ultima, infatti, si può inserire in fase di registrazione, consentendo di monitorare l’effettivo successo del concorso, anche grazie alle preziose analisi elaborate dal CRM, che saranno utilizzate per sviluppare strategie ancora più efficaci e personalizzate. Inoltre, l’ulteriore ampliamento del seguito sui canali social accrescerà la possibilità di veicolare ad una community sempre più grande le iniziative e i valori a cui Despar Centro Sud aderisce e in cui crede.

La mascotte Pino, già volto del Concorso del 2023, porta con sé un’originale novità, ovvero l’opportunità di interagire con i partecipanti tramite l’intelligenza artificiale alimentata da Bravissima.ai, l’agente IA sviluppato da MediaMilano. Questo sistema offre risposte semplici e chiare alle domande dei consumatori, eliminando il problema della lettura di regolamenti complessi e rendendo dunque intuitiva ed efficace la partecipazione alle iniziative promozionali. Inoltre, si riconferma punto di forza di questa iniziativa il sistema di prenotazione e ritiro degli oltre 20.000 premi direttamente nei punti vendita: il vincitore può organizzare dal sito il proprio ritiro nel punto vendita di fiducia comodamente e senza attese, tramite un apposito software di booking & ticketing. In tal modo, anche l’operatività all’interno dei supermercati diviene più efficiente.

“I nostri canali social rappresentano strumenti incisivi e versatili per dare voce al nostro marchio e alla nostra rete nel centro-sud – spiega Grazia De Gennaro, CDA Maiora SpA SB con delega a Comunicazione e CSR. Questo concorso vuole rafforzare ancora di più il legame con la community e amplificare la brand awareness. Durante gli anni scorsi i nostri concorsi ci hanno permesso una diffusione online sempre più capillare: nel 2023 abbiamo raggiunto oltre 300.000 utenti. Dopo il successo del concorso a premi dell’ultimo anno, siamo determinati a superare i risultati ottenuti”.

Müller, on air la campagna promozionale creata dall’intelligenza artificiale

Si chiama Unlimited Pleasure la nuova campagna che Müller dedica a Müller Mix, linea di yogurt in doppia vaschetta, on air su TV e canali digitali dal 15 settembre al 15 ottobre e dal 3 al 16 novembre. Composta da due film dedicati a due prodotti molto amati, Müller Mix Bianco con Wafer al Cioccolato (spot da 15’’) e Müller Mix Vaniglia con Mandorle Caramellate (spot da 20’’) – la campagna introduce un dettaglio innovativo: per la prima volta all’interno del mercato italiano dello yogurt, un brand utilizza l’intelligenza artificiale per la creazione delle immagini dello spot.

La produzione ha attraversato quattro fasi: intelligenza artificiale per ‘vedere’ le idee in anteprima, live action per dare una base realistica ai film, CGI per replicare l’intelligenza artificiale in modo controllato e infine di nuovo AI per restituire alle immagini lo speciale gusto estetico proprio dell’AI.

Müller Mix offre un’ampia gamma di combinazioni che permettono di unire il gusto avvolgente dei suoi yogurt, con consistenze uniche e particolari, a ingredienti sempre golosi e originali. È il consumatore che sceglie, di volta in volta, la combinazione che più lo rappresenta e anche quale parte del mix esaltare maggiormente dando vita a infinite forme di piacere, ogni giorno differenti.

In entrambi i soggetti della campagna, i protagonisti – una donna per lo spot Müller Mix Vaniglia con Mandorle Caramellate e un uomo per Müller Mix Bianco con Wafer al Cioccolato – scelgono il proprio Müller Mix, sapendo che, di lì a poco, vivranno un’esperienza straordinaria che investirà le loro emozioni, creando sensazioni e piaceri inaspettati. È proprio l’intelligenza artificiale, attraverso immagini suggestive e suoni evocativi, a rappresentare le emozioni dei protagonisti: di cucchiaino in cucchiaino, sulle persone emergono elementi che rievocano le consistenze, i sapori, i profumi, i colori che via via assaporano. Un’esperienza di piacere inaspettata ed emozionante.

IA generativa, Cina leader per utilizzo ma USA in testa per implementazione

Quali sono i Paesi leader nell’utilizzo dell’IA generativa? Secondo un recente studio condotto da Coleman Parkes Research Ltd e promosso da SAS, al primo posto c’è la Cina. I decision maker aziendali del Paese asiatico riferiscono che l’83% delle loro organizzazioni sta già impiegando la GenAI nelle loro attività. Si tratta di un dato superiore a quello del Regno Unito (70%), degli Stati Uniti (65%) e dell’Australia (63%). Le organizzazioni statunitensi però sono in vantaggio in termini di maturità e di completa implementazione, con il 24% rispetto al 19% della Cina e all’11% del Regno Unito.

Cosa significa questo in termini di impatto economico globale dell’intelligenza artificiale e della GenAI? In un report del 2023, McKinsey ha stimato che l’IA generativa potrebbe generare l’equivalente di 2,6 trilioni di dollari a 4,4 trilioni di dollari all’anno in una serie di casi d’uso. Si tratta di un valore paragonabile all’intero PIL del Regno Unito nel 2021. Questo impatto aumenterebbe l’incidenza complessiva dell’intelligenza artificiale dal 15% al 40%. “Sebbene la Cina possa essere in testa nei tassi di adozione della GenAI, una maggiore adozione non equivale necessariamente a un’implementazione efficace o a migliori ritorni”, ha dichiarato Stephen Saw, Managing Director di Coleman Parkes. “In effetti, gli Stati Uniti sono in vantaggio con il 24% delle organizzazioni che hanno implementato completamente la GenAI, rispetto al 19% della Cina.”

Tra i punti salienti dei risultati della survey globale vi sono indicatori che segnalano che le diverse region sono già pienamente convinte dell’IA generativa e stanno iniziando ad adottarla in modo significativo, ma a ritmi diversi. “Con qualsiasi nuova tecnologia, le organizzazioni devono attraversare una fase di scoperta, tenendo separata la concitazione del momento dalla realtà, per comprendere la complessità delle implementazioni in azienda. Con l’IA generativa abbiamo raggiunto questa seconda fase”, ha dichiarato Bryan Harris, Executive Vice President e CTO di SAS. “Dopo l’hype della scoperta, ora le organizzazioni devono saper implementare la GenAI in modo mirato per poi fornire risultati di business ripetibili e affidabili grazie a questa tecnologia.”

Le region che utilizzano e implementano pienamente l’IA generativa nei processi della loro organizzazione a che punto sono? (Percentuale relativa all’implementazione GenAI nei processi aziendali)
Nord America: 20%
APAC: 10%
LATAM: 8%
Europa: 7%

Quali region hanno implementato policy in ambito GenAI? (Percentuale in riferimento alle aziende con policy)
APAC: 71%
Nord America: 63%
Europa: 59%
LATAM: 52%

In che misura le aziende che hanno previsto un investimento nella GenAI nel prossimo esercizio finanziario dispongono di un budget dedicato?
APAC: 94%
Europa: 91%
Nord America: 89%
LATAM: 84%

Come si posizionano i settori specifici in termini di piena implementazione della GenAI e nei processi aziendali?
Settore bancario: 17%
Telco: 15%
Assicurazioni: 11%
Life science: 11%
Servizi professionali: 11%
Retail: 10%
Settore pubblico: 9%
Healthcare: 9%
Manufacturing: 7%
Energia e utility: 6%

Quali settori hanno indicato di utilizzare già l’IA generativa quotidianamente?
Telco: 29%
Retail: 27%
Banche: 23%
Servizi professionali: 23%
Assicurazioni: 22%
Life science: 19%
Assistenza sanitaria: 17%
Energia e utility: 17%
Manufacturing: 16%
Settore pubblico: 13%

Quali dipartimenti all’interno delle organizzazioni stanno utilizzando o pianificando di utilizzare la GenAI?
Sales: 86%
Marketing: 85%
IT: 81%
Finanza: 75%
Produzione: 75%

Solo il 9% dei partecipanti al sondaggio indica di essere estremamente familiare con l’adozione di GenAI da parte della propria organizzazione. Tra gli intervistati le cui organizzazioni hanno implementato pienamente l’IA generativa, solo il 25% dichiara di essere estremamente familiare con la strategia di adozione della GenAI della propria organizzazione. Anche i decision maker responsabili dell’investimento tecnologico non hanno familiarità con l’IA, compresi quelli delle organizzazioni che sono più avanti nella curva di adozione. Nove senior decision maker su 10 del mondo tecnologico ammettono di non comprendere appieno la GenAI e il suo potenziale impatto sui processi aziendali. I CIO, con il 45%, sono in testa alla classifica dei dirigenti che comprendono la strategia di adozione dell’IA della loro organizzazione. Tuttavia, solo il 36% dei Chief Technology Officer (CTO) afferma di essere pienamente aggiornato. Tuttavia, nonostante questo gap di comprensione, la maggior parte delle organizzazioni (75%) dichiara di aver stanziato dei budget da investire nella GenAI per il prossimo anno finanziario.

Conserve Italia avvia il processo di digitalizzazione di filiera della frutta

Nasce in Emilia-Romagna la più ampia rete di monitoraggio agronomico d’Italia, dove sensoristica in campo e intelligenza artificiale supportano i frutticoltori su molteplici fronti, fornendo precise indicazioni su quando e come irrigare, ad esempio, oppure sul momento opportuno per applicare un trattamento contro un insetto o un patogeno. Questo modello di agricoltura digitale di ultima generazione, che davanti alle problematiche in campo diminuisce i tempi di intervento, aumentando così efficienza e sostenibilità, è stato sviluppato dalla tech company xFarm Technologies e Conserve Italia, detentrice di marchi come Valfrutta, Yoga, Cirio, Derby Blue e Jolly Colombani. Un progetto che è partito a pieno ritmo a marzo 2024 e avrà una durata di tre anni, con l’obiettivo di dare un supporto agronomico alle 200 aziende agricole presenti in Romagna che partecipano ai progetti di filiera per impianti programmati di frutta da industria e conferiscono, tramite sette cooperative, albicocche, pesche gialle, nettarine, percoche, pere e mele.

La rete di monitoraggio agronomico è diffusa su ben 700 ettari e prevede l’installazione di 600 sensori forniti da xFarm Technologies alle aziende conferenti di Conserve Italia. Da stazioni meteo a sensori di umidità del suolo e di bagnatura fogliare, questi strumenti, il cui posizionamento nei frutteti è già iniziato, renderanno possibile la creazione di celle di monitoraggio capaci di rilevare con precisione le condizioni ambientali delle diverse zone in cui sono dislocati i produttori. Questo permetterà alle aziende agricole di usufruire della strumentazione in modo ottimizzato e condiviso, così che ciascuna possa ricevere una dettagliata reportistica, necessaria per le scelte agronomiche interne, mentre i tecnici di Conserve Italia possono avere una visione d’insieme sempre aggiornata in tempo reale.

L’innovazione passa anche dalla sperimentazione
I dati raccolti dai sensori saranno inoltre sfruttati per identificare, tramite delle prove di campo, le migliori strategie agronomiche per la gestione dei frutteti. Infatti, Conserve Italia ed xFarm Technologies stanno studiando dei protocolli e individuando le 10 aziende in cui prenderà avvio la sperimentazione di nuove tecnologie per la difesa delle colture dagli agenti patogeni e l’efficientamento dell’irrigazione dei terreni. In questa occasione, verranno sfruttati strumenti innovativi come trappole intelligenti per il riconoscimento automatico degli insetti grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, modelli previsionali e sistemi di supporto alle decisioni (DSS) che aiutino a individuare il momento ideale per effettuare i trattamenti, proteggendo al meglio le colture e, al contempo, riducendo il numero degli interventi. Verrà inoltre testata la tecnologia Smart Spraying, finora sfruttata per la distribuzione a rateo variabile di prodotti liquidi su colture specializzate, anche per la conta dei frutti e il riconoscimento dello stato di maturazione, tramite appositi algoritmi di computer vision.

“Questo progetto rappresenta un punto di svolta per la digitalizzazione delle filiere ortofrutticole: grazie alle nuove tecnologie digitali è possibile monitorare areali così vasti ed eterogenei in maniera efficace. Le piante da frutto sono notoriamente tra le più complesse da gestire, in quanto presentano un ampio numero di possibili problematiche, non sempre facili da riconoscere e trattare. Avere a disposizione un gran quantitativo di dati provenienti dalle diverse zone di produzione permetterà non solo di prendere decisioni migliori, ma anche più tempestive, con un incremento dell’efficienza e una riduzione degli interventi, in un’ottica di sostenibilità” commenta Giovanni Causapruno, Global Head of B2B di xFarm Technologies.

“Vogliamo continuare a dare un futuro alla frutticoltura nel territorio emiliano-romagnolo dove si concentra la maggior parte della nostra base sociale agricola, per questo siamo impegnati a mettere in campo interventi a sostegno dei produttori anche sul fronte dell’agricoltura di precisione” aggiunge Daniele Piva, Direttore Produzioni Agricole di Conserve Italia. “La collaborazione con xFarm Technologies è strategica perché consente di accompagnarci verso una produzione più sostenibile, sia per le aziende agricole che per l’ambiente, in una transizione ormai imprescindibile per fare fronte ai cambiamenti climatici. Con le stazioni meteo e i sensori installati, gli agricoltori avranno a disposizione informazioni dettagliate a supporto delle loro decisioni. Questi dati riguarderanno un ampio territorio, che va ben oltre le 200 aziende agricole interessate, e potranno essere messi a disposizione dei tecnici delle cooperative agricole anche per le colture dedicate al mercato del fresco”.

AI nell’industria alimentare: il mercato varrà quasi 45 miliardi nel 2028

Nel 2028 il mercato dell’Intelligenza Artificiale nel settore alimentare varrà $43,4 miliardi. A guidare il mercato globale sarà il Nord America, seguito da Europa e APAC. Il segmento della filiera in cui l’AI varrà di più sarà la logistica mentre il controllo qualità quello in cui l’AI crescerà maggiormente, raggiungendo $6,2 miliardi nel 2028. Sono alcune evidenze emerse dalla ricerca realizzata da PwC Italia sugli usi e le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale Generativa nell’industria alimentare.

Il crescente ricorso all’AI nell’industria alimentare è sostenuto da tre fattori:

1. Normative – Regolamentazioni come GDPR, OECD, CCPA e AI ACT contribuiscono a promuovere l’uso responsabile dell’AI, proteggendo i dati dei consumatori e incentivando le aziende a sviluppare soluzioni che aumentino l’efficienza operativa.

2. Competenze – È prevista una crescita di forza lavoro qualificata e specialisti AI del +36% entro il 20311, che si traduce in nuove competenze per ottimizzare la produzione, la distribuzione e la sicurezza alimentare.

3. Automazione dei processi – L’AI migliora l’efficienza operativa automatizzando i processi, riducendo gli sprechi e aumentando la produttività sostenibile.

La leadership di mercato del Nord America è legata all’intensificazione dei controlli sulla sicurezza alimentare, all’introduzione di standard di qualità più elevati e all’adozione di nuovi modelli di business per l’automazione dei processi, soprattutto nella logistica. L’Europa, con una quota del 27% e un rendimento di $2,2 miliardi, si posiziona al 2° posto del mercato globale, grazie alle performance di Germania e Francia, seguite da Italia, Spagna, Paesi Bassi e Svizzera. Il mercato dell’AI nel settore è trainato dalle normative europee per l’introduzione di nuovi modelli di business per la sicurezza e il controllo qualità alimentare e da nuove applicazioni di analisi predittiva per gestire la catena di approvvigionamento. L’APAC è il 3° mercato nel 2023, con una quota del 21% pari a $1,7 miliardi ma, secondo le proiezioni di PwC, sarà la regione in cui l’uso dell’AI nella filiera alimentare crescerà di più nei prossimi anni con un CAGR del 40% (2023-2028), grazie alle iniziative governative per il finanziamento delle industrie, il sostegno all’agricoltura e alla ricerca per la sicurezza alimentare e lo sviluppo di una forza lavoro qualificata attraverso programmi come AI TEACH per l’ASEAN.

Guardando ai segmenti della filiera agroalimentare, la logistica rappresenta il 34,5% del mercato dell’AI, grazie all’uso di sistemi avanzati per l’automazione che potenziano l’efficienza e la reattività dei magazzini. L’AI, impiegata per il miglioramento degli imballaggi, e l’adozione di sistemi di ispezione visiva automatizzati garantiscono consegne tempestive e preservano l’integrità dei prodotti lungo tutta la catena di fornitura.

Nei prossimi anni il controllo qualità sarà il segmento trainante per l’innovazione dell’AI nel settore e raggiungerà, secondo le stime di PwC, un valore di mercato di $6,2 miliardi nel 2028, con un CAGR medio del 40,6% (2023-2028). L’innovazione nel controllo qualità è legata, da un lato, alle normative più stringenti sugli standard di sicurezza e trasparenza alimentare e, dall’altro, alle richieste dei consumatori sulla provenienza dei prodotti e sulla sostenibilità dei processi. Algoritmi avanzati per il monitoraggio in tempo reale della catena di fornitura, l’applicazione di tecnologie predittive per la manutenzione preventiva e l’integrazione di sistemi di tracciabilità intelligenti sono gli strumenti che agevoleranno la transizione.

L’AI nel panorama di startup Food Tech in Italia
In linea con le tendenze globali, in Italia l’Intelligenza Artificiale è la tecnologia più adottata fra le 341 startup del settore Food Tech prese in analisi da PwC (42,8%), seguita dal Machine Learning (37%), biotecnologie (32%), Internet of Things (28,6%), blockchain (10,5%) e robotica (9,5%).

Social sentiment analysis: l’alimentazione e i consumi sui social media
Il Team Innovation PwC ha analizzato oltre 100.000 conversazioni sui social e sul web riguardanti i temi di alimentazione sostenibile e salutare. L’analisi, condotta su un target di utenti Millenials (61%), Gen Z (30,4%) e Gen X (8,7%), ha evidenziato un sentiment positivo per il 60% delle conversazioni. L’identikit del consumatore medio di cibi salutari è una donna millennial, tra i 25-34 anni, appassionata di cucina salutare che dedica parte del suo tempo a sperimentare ricette vegetariane e vegane, integrando la passione per il cibo con uno stile di vita sostenibile.

Secondo la ricerca PwC, i valori nutrizionali influenzano le decisioni di acquisto alimentare del 45% degli utenti online, seguito dal rapporto qualità-prezzo, decisivo nella scelta di prodotti per il 20% dell’audience. Guardando alla sostenibilità, il 43% dei consumatori è disposto a spendere di più per packaging sostenibili e pratiche aziendali responsabili. Per gli acquisti offline invece, il 20% dei consumatori si rivolge a negozi specializzati.

Spesa di Pasqua, l’intelligenza artificiale può evitare sprechi e overstock

A ormai pochi giorni dalla Pasqua, la Gdo si aspetta una crescita sensibile delle vendite di uova di cioccolata, colombe, vini e agnello. “L’idea che questa festività generi automaticamente un aumento delle vendite dei prodotti agroalimentari non sempre però si rivela accurata” spiegano Giulio Martinacci e Vincenzo Morelli, co-founder di Tuidi, azienda foodtech che, attraverso sistemi basati su intelligenza artificiale, automatizza la gestione dello stock dei distributori.

A tal proposito Tuidi ha sviluppato Delphi, un software per la gestione di punti vendita e centri di distribuzione che automatizza l’operatività aziendale quotidiana attraverso interfacce personalizzate e permette di ottenere la corretta previsione di vendita e la giusta pianificazione dello stock. Delphi analizza milioni di dati relativi a variabili endogene ed esogene, come previsioni metereologiche, festività e dati della concorrenza al fine di produrre accurati modelli previsionali di machine learning che massimizzino le performance economiche dell’azienda. In che modo? Ecco qualche esempio di come queste variabili possono incidere sull’incremento o diminuzione delle vendite dei prodotti anche durante le festività pasquali, permettendo all’azienda di organizzare efficientemente la gestione del magazzino.

Promozioni e festività, vino rosso, carne e uova di gallina
Per il vino e carne, le vendite nella settimana di Pasqua aumentano rispettivamente del +25% e + 16%, rispetto a periodi al di fuori della Pasqua. Ma se entrambi i prodotti vengono messi in promozione nella settimana di Pasqua, queste comportano un aumento delle vendite del 390% e 270% circa. Quindi le promozioni risultano molto efficaci. Scontato, no? Tuttavia, il trend opposto invece possiamo notarlo per un altro prodotto agroalimentare molto consumato durante la Pasqua, come le uova di gallina. Le vendite giornaliere di queste aumentano di circa il 30% nella settimana di Pasqua rispetto a periodi al di fuori di quello pasquale. Le promozioni in questo caso non sono molto efficaci in questo periodo. “Abbiamo notato che quando le uova vengono messe in promozione in periodi differenti da quello pasquale, le vendite aumentano del +710%. Invece, se vengono messe in promozione nella settimana di Pasqua, le vendite aumentano solo del 7%” affermano i co-founder di Tuidi.

Pasqua bagnata …crollo delle vendite di carne, uova e vino.
Cosa succede, se, come spesso accade, si deve fronteggiare una Pasqua piovosa? “In base alle nostre analisi e risultati – proseguono i referenti di Tuidi – se piove durante il periodo di Pasqua, la vendita di carne e di uova diminuisce del 22%, il vino del 20%, rispetto a una Pasqua senza pioggia”. Questo potrebbe derivare dal rischio di non poter organizzare gite fuoriporta, scampagnate e grigliate all’aperto? Quale sia la causa ultima non è importante, ciò che conta è che anche le condizioni meteorologiche sono fondamentali da tenere in considerazione e con anticipo.

Pasqua al mare e boom di acquisti nei punti vendita delle città costiere
Complice l’arrivo della primavera e la voglia di spostarsi in cittadine costiere, il turismo aumenta durante la Pasqua nelle località di mare. “Ad incrementare saranno anche le vendite e gli acquisti di prodotti nei punti vendita vicino al mare. Per l’esattezza – precisano – nella settimana di Pasqua abbiamo riscontrato in media un +35% di acquisti rispetto a punti vendita più lontani dal mare”. Un attore alimentare, dunque, non può considerare solo festività, promozioni e il meteo ma anche la posizione geografica di dove le vendite avranno luogo.

Concorrenti e promozioni: uova di Pasqua
Cosa succede alle loro vendite, durante il periodo di Pasqua, se ci sono due supermercati con insegne differenti, a pochi passi di distanza tra loro? Le analisi di Tuidi attestano che nel periodo pasquale, se un supermercato avvia promozioni sulle uova di Pasqua più alte rispetto al competitor più vicino, le vendite di quest’ultimo subiscono un arresto del 24% rispetto al competitor che ha applicato promozioni.

Cannibalizzazione e Pasqua: il cioccolato
Sempre secondo le analisi di Delphi, arriva la conferma che le uova di Pasqua, influiscono nettamente sulle vendite degli altri tipi di cioccolata. Dati alla mano, diminuiscono del 20% le vendite degli altri tipi di cioccolatini durante le festività pasquali. Da questo caso studio pasquale emerge come una serie di variabili esogene ed endogene influenzino in modo differente le vendite. Tuttavia spesso si commettono errori evitabili a causa di decisioni affrettate che trascurano alcune di queste variabili, conducendo a risultati subottimali. Nel settore della filiera alimentare, se si considera un punto vendita di dimensione medie, dove si contano qualche decina di migliaia di prodotti, bisogna tener conto della complessità del contesto. Non è possibile semplicemente applicare modelli statici basati sul passato per predire le vendite future, poiché centinaia di fattori potrebbero influenzare contemporaneamente ogni giorno ed in modo differente l’andamento delle vendite. Pertanto, è fondamentale adottare un approccio multidimensionale, considerando più variabili in gioco, anziché limitarsi a parametrizzare le previsioni: dunque, cercare di spiegare quella che apparentemente potrebbe essere definita una relazione di casualità come relazione di causalità. L’intelligenza artificiale è sicuramente un grandissimo alleato in questo.

Controllo incrociato delle giacenze, ottimizzazione dell’inventario: l’AI contro le rotture di stock, eccesso di scorte e sprechi
Sapere quale possa essere l’impatto di più variabili sulle vendite di prodotti è il primo passo per avere una gestione più ottimale di punti vendita e magazzini. L’IA può svolgere un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione della gestione dell’inventario, consentendo di prevenire sprechi, ridurre le rotture di stock e migliorare complessivamente l’efficienza operativa. Come approcciarsi alla Pasqua nel migliore dei modi? Tuidi indica alcuni consigli con l’obiettivo ultimo di aumentare la soddisfazione dei clienti:

Controllare costantemente giacenze: ci possono essere molti imprevisti che hanno l’impatto ultimo di non far trovare i prodotti alla “clientela pasquale” tra cui furti, gettati, prodotti rotti o consegnati in errato modo. Grazie ad algoritmi proprietari, Delphi identifica queste ed altre potenziali anomalie (quali inversioni, prodotti fermi, giacenze negative) per rendere lo stock sempre preciso;

Gestire dinamicamente gli assortimenti: esporre sempre i prodotti con facing pre-determinati senza considerare la vendibilità dei prodotti sullo scaffale può far correre il rischio di avere tanti articoli basso vendenti. Delphi permette di identificare le referenze sottoperformanti, decidendo il giusto livello di sottoscorta delle stesse ed eventualmente quali di queste eliminare dall’assortimento per introdurre nuovi prodotti ed avere degli scaffali a marginalità più alta.

Non parametrizzare ma considerare la multidimensionalità: è sbagliato assumere che le vendite del periodo precedente (es. le precedenti quattro settimane o lo scorso anno), continueranno a ripetersi costantemente. I fattori endogeni ed esogeni, come dimostrato, cambiano costantemente e influenzano più prodotti in modo sempre diverso. Assumere a priori di applicare un “mark-up” per ogni situazione è un grave errore.

Introdurre un sistema di IA: per prevedere i fabbisogni e anticipare la previsione della domanda grazie allo studio di milioni di dati su migliaia di prodotti: un processo più ottimizzato in termini di accuratezza di performance e più automatizzato in termini di sostituzione modalità più talvolta usuranti come fogli di carta, Excel o terminali che costringono a “sparare” il QR-code di ogni prodotto facendo una maratona infinita tra gli scaffali.

Le evidenze dimostrano come tramite Delphi e un approccio basato su previsione della domanda elaborato con Intelligenza Artificiale è stato possibile ridurre l’overstock dei prodotti del 24% ed incrementare l’efficienza di vendita (ovvero, a parità di costo d’acquisto, aumento le vendite) nei punti vendita del 18%. “Il vantaggio è avere i prodotti giusti al momento giusto e questo permette riduzione rotture di stock e dell’overstock, diminuzione di sprechi alimentari e risparmio di tempo, così da trovare esattamente l’uovo di Pasqua che cerchi quando entri al supermercato” concludono Martinacci e Morelli.

AI generativa e AR/VR potrebbero risollevare il mercato della telefonia

Dopo le vendite record registrate durante la pandemia, il mercato delle telecomunicazioni al momento si trova in una fase di stallo. Senza innovazioni dirompenti, difficilmente si assisterà a una ripresa della domanda da parte dei consumatori. Gli esperti di GfK hanno individuato due tendenze che però potrebbero risvegliare i mercati degli smartphone e del gaming dal loro torpore: l’intelligenza artificiale generativa e la realtà aumentata/virtuale (AR/VR).

L’AI generativa farà crescere la domanda di smartphone
Le prestazioni degli smartphone continuano a migliorare, ma i consumatori hanno bisogno di applicazioni pratiche per sfruttare questa potenza. Se attualmente gli smartphone sono utilizzati principalmente per le app di messaggistica come WhatsApp e WeChat (72% degli utenti di smartphone a livello globale) o per la fotografia (64%), il prossimo grande passo avanti arriverà con l’implementazione diffusa dell’IA generativa.

L’avvento dell’intelligenza artificiale generativa nella vita quotidiana darà una forte spinta alla domanda di smartphone. I dati di GfK, derivanti dal monitoraggio continuo delle vendite e del comportamento dei consumatori, indicano già una propensione a pagare di più per ottenere funzionalità avanzate. Tuttavia, se il salto di innovazione non è percepito come veramente significativo, i consumatori preferiscono aspettare prima di acquistare un nuovo dispositivo. L’allungamento dei cicli di sostituzione degli smartphone è un fenomeno già evidente. I dati gfknewron Consumer lo confermano: nel 2023, per la prima volta, la quota maggiore (35%) di nuovi acquirenti di smartphone possedeva un dispositivo di due o tre anni. Nel 2022, la maggioranza degli acquirenti possedeva invece uno smartphone di uno o due anni.

AR/VR e il metaverso per il mercato di massa
Il clamore pubblico intorno al metaverso si è un po’ attenuato. Tuttavia, il settore continua a evolvere, con una diversificazione tra consumatori interessati e non. Mentre le vendite totali di dispositivi legati al metaverso sono diminuite del -2% a unità nel 2023, i ricavi generati sono aumentati del +15%. La tendenza alla premiumization si riflette nel fatto che i consumatori interessati a queste innovazioni hanno investito in prodotti più avanzati di realtà aumentata (AR), mista (MR) o virtuale (VR). Di conseguenza, la quota di fatturato dei visori AR e MR è cresciuta del 30%, raggiungendo 225 milioni di dollari nel 2023, rispetto al 4% del 2022. Ci sono però notevoli differenze nel modo in cui questo trend si manifesta nelle diverse aree del Mondo. Mentre la maggior parte dei visori MR è stata acquistata in Europa occidentale (83% del fatturato globale), la maggioranza dei visori AR è stata acquistata in Cina (98%). Allo stesso tempo, in Cina è crollata la domanda di dispositivi VR tradizionali: -55% rispetto al 2022. Nel resto del mondo, invece, la VR sta ancora registrando una leggera crescita dei ricavi (+3%). Le ragioni di queste differenze geografiche non sono legate solo alle preferenze dei consumatori, ma anche alla distribuzione, in quanto alcuni dispositivi semplicemente non sono disponibili in alcuni mercati.

Il mercato delle telecomunicazioni potrebbe ricevere un notevole impulso se gli visori AR, MR o VR diventeranno adatti all’uso quotidiano per la maggioranza delle persone, invece di rimanere un prodotto di nicchia per applicazioni specializzate come il gaming.

E-commerce: l’AI accompagnerà sempre di più le esperienze d’acquisto

Il mondo degli acquisti online continua la sua crescita a ritmi sostenuti (+9,3% nel 2023) , seppur non paragonabili al periodo di picco riscontrato negli anni della pandemia 2020-21. Tuttavia, sebbene si sia registrata un’inflessione per l’e-commerce nel settore beauty, fashion e food, le previsioni per il primo semestre del 2024 stimano che a trainare il comparto saranno il pharma (+19,7%) e il pet (+38,5%). A dirlo una recente analisi di Qaplà che ha incrociato i dati relativi alle spedizioni e-commerce di oltre 180 corrieri.

Le tendenze del 2024
Iper-personalizzazione dell’esperienza d’acquisto, la tecnologia di ultima generazione e la delivery experience: secondo Qaplà saranno queste le principali tendenze che accompagneranno l’e-commerce nel 2024.

L’intelligenza artificiale sta trasformando radicalmente il settore, attraverso una gamma di servizi dedicati all’analisi dei comportamenti dei consumatori. L’obiettivo è ottimizzare l’esperienza di acquisto online, coinvolgendo gli utenti e incentivandoli tramite strategie di marketing mirate: un esempio tangibile di questa rivoluzione è il commercio conversazionale, supportato da tecnologie di IA e Machine Learning. Il modello di shopping online, incentrato sulla conversazione, sta guadagnando sempre più popolarità in quanto consente agli utenti di interagire con assistenti virtuali per cercare e acquistare prodotti. Un aspetto chiave di questa evoluzione è la personalizzazione, considerata fondamentale nel marketing e-commerce anche nel 2024: il 65% dei clienti, infatti, si aspetta un’esperienza adattata alle proprie esigenze. Tale tendenza è confermata da app capaci di creare cataloghi basati sui comportamenti degli utenti, anticipando le loro preferenze e garantendo esperienze di acquisto coinvolgenti. Inoltre servizi di ricerca vocale e visuale stanno offrendo un’esperienza più naturale e fluida, consentendogli di interagire con assistenti vocali o scattare foto per cercare i prodotti.

I chatbot stanno rapidamente emergendo come protagonisti nell’ambito dell’assistenza e delle vendite online ma nel contempo si rivelano anche motori di vendita e di personalizzazione, grazie all’applicazione dell’intelligenza artificiale per l’apprendimento dei comportamenti degli utenti e la possibilità di suggerire prodotti in linea con le loro preferenze, replicando l’esperienza di shopping fisico anche grazie all’aggiunta di immagini e video in tempo reale. L’analisi, realizzata in collaborazione con Oct8ne e Doofinder, ha evidenziato come tali tecnologie non solo migliorano l’esperienza d’acquisto, rendendola maggiormente coinvolgente per il consumatore, ma anche il tasso di conversione, essenziale nell’e-commerce.

Il settore delle spedizioni degli e-commerce ha subito notevoli cambiamenti nel 2023, con previsioni di una crescita complessiva del 6,7% nel primo semestre del 2024 e un’accelerazione prevista per i mesi di gennaio, aprile e maggio. Nonostante l’aumento degli acquisti online però, la percentuale media di problemi durante le spedizioni è rimasta costante al 3%6, sottolineando l’importanza di monitorare e intervenire proattivamente per garantire un’eccezionale delivery experience e mantenere la fedeltà dei consumatori. Nel 2024, infatti, gli e-shopper cercano più di una semplice esperienza di acquisto online: desiderano sperimentare un contesto simile a quello di una boutique, con consigli mirati e offerte personalizzate, creando una “Personal Customer Journey”. La trasparenza nel tracciamento degli ordini è quindi essenziale, così come la comunicazione “one-to-one” mirata alle esigenze degli utenti. Una survey di Unguess per Qaplà ha rivelato che l’assenza di comunicazioni post-spedizione genera ansia nel 47% dei clienti e compromette la credibilità dello shop per il 33%. Il Marketing Post-Spedizione assume, pertanto, un ruolo chiave, consentendo ai venditori di creare comunicazioni personalizzate basate sui dati del destinatario: email e pagine di tracciamento possono includere raccomandazioni di prodotti o offerte promozionali. Inoltre l’integrazione con chatbot e link all’assistenza aiutano gli acquirenti a sentirsi accompagnati durante il processo di consegna, mantenendo un contatto diretto con il venditore anziché con il corriere.

Consumatori insoddisfatti, cresce l’interesse per lo shopping guidato dall’AI

Un recente studio dell’IBM rivela il crescente divario tra le richieste dei clienti e l’attuale offerta: a emergere è dunque un’insoddisfazione generale nelle proprie esperienze di acquisto. Appena il 9% dei consumatori intervistati afferma di essere soddisfatto dell’esperienza in negozio e il 14% degli acquisti online. I consumatori desiderano una maggiore varietà di prodotti disponibili (37%), maggiori informazioni sui prodotti (26%) e un processo di pagamento più rapido (26%).

Per quanto riguarda l’online, due terzi dei consumatori intervistati scoprono nuovi prodotti tramite il web ma molti hanno espresso insoddisfazione per il loro percorso di acquisto, citando difficoltà nel trovare i prodotti che desiderano (36%), informazioni insufficienti (33%) e un processo di reso complicato (33%). L’inflazione e l’incertezza economica continuano a far diminuire gli acquisti e il 62% dei consumatori ha anche affermato che il prezzo è una delle ragioni principali per cui cambierebbe negozio o addirittura marchio.

A migliorare l’intera esperienza di acquisto potrebbe essere l’intelligenza artificiale, rappresentata ad esempio da assistenti virtuali o applicazioni, capaci di creare customer experience intuitive, uniche, personalizzate ed efficienti. “Il settore del retail deve affrontare sfide continue, ma ha anche la possibilità di cogliere opportunità senza precedenti” ha dichiarato Luq Niazi, Global Managing Director IBM. “I consumatori di oggi, di fronte a un numero enorme di scelte e canali, prendono sempre più decisioni di acquisto basate sul costo e sulla qualità dell’esperienza che i rivenditori propongono”.

Le nuove frontiere tecnologiche per il retail: cosa avverrà nel 2024?

Il mondo del retail vive un processo di trasformazione che coinvolge soluzioni e tecnologie sempre più innovative mentre, allo stesso tempo, la digitalizzazione si sta rivelando un supporto fondamentale per ottimizzare i processi aziendali interni ed esterni. Il ruolo svolto dalla digital transformation e dall’omnicanalità è determinante. Ma cosa devono aspettarsi aziende, retailer e consumatori nel nuovo anno? Ecco quali sono i temi che, secondo Manhattan Associates, saranno di tendenza del 2024: 

Vecchie tecnologie per nuove applicazioni
I retailer dipendono sempre più dai loro punti vendita per gestire gli ordini sia negli store che online. Tuttavia, la loro attività è spesso rallentata da una scarsa precisione dello stock di prodotto. La tecnologia RFID può automatizzare i processi di tracciamento e rifornimento dello stock, riducendo la necessità di controlli manuali e garantendo che i prodotti siano sempre disponibili. Inoltre, la tecnologia RFID genera una grande quantità di dati, che possono essere utilizzati per ottenere informazioni sul comportamento dei consumatori, sulle variazioni delle scorte e sulle performance del punto vendita. Dati e insight possono essere utili per il pricing e le campagne di marketing offrendo ai clienti un’esperienza più personalizzata e priva di interruzioni.

Per quanto riguarda la security in-store, i retailer possono utilizzare le etichette RFID come antifurto e rafforzare le misure di sicurezza al fine di identificare i comportamenti sospetti e ridurre così eventuali perdite. Infine, la RFID può fornire una maggiore trasparenza e tracciabilità nella supply chain, dai produttori ai centri di distribuzione fino ai punti vendita, consentendo un migliore controllo della logistica e aiutando ad affrontare in modo più efficiente problemi come la visibilità dello stock, la contraffazione o il ritiro dei prodotti. Ciò contribuisce a ridurre l’eccesso di scorte e gli sprechi e aiuta i consumatori a fare scelte più consapevoli sui prodotti che acquistano.

L’ascesa dell’intelligenza artificiale nelle interfacce utenti
Oggi, la collaborazione perfetta tra uomo e macchina è in grado di aumentare l’efficienza come mai prima d’ora. I LLM (Large Language Models) sono diventati eccezionali nell’analizzare le richieste che provengono dal linguaggio naturale, nel comprenderle e nel suddividerle in attività e obiettivi. I progressi dell’IA generativa hanno modificato l’equazione unilaterale dell’interazione uomo-macchina in una relazione bidirezionale e multimodale, in cui i computer sono ora in grado di comprendere e comunicare anche con il linguaggio dell’uomo. Ciò consentirà un cambiamento nelle interfacce utente rispetto a quanto si è visto e sperimentato negli ultimi 30 anni. Sebbene sia già presente in parte con assistenti virtuali come Alexa, Siri e Google, l’IA generativa inizierà a diffondersi sempre di più e ad inserirsi nelle applicazioni di consumo e aziendali di tutti i giorni.

La cloud innovation non si fermerà
Negli ultimi anni si è registrata una tendenza all’adozione del cloud e ci si aspetta un’ulteriore accelerazione della domanda di software cloud-based nel prossimo futuro. L’esigenza si è spinta oltre l’operatività e l’alleggerimento delle funzioni sui software provider, per ottenere l’accesso alle innovazioni più recenti e aggiornate a un ritmo molto più veloce. Ora con il software cloud versionless le aziende possono accedere a nuove innovazioni ed essere in grado di reagire alle aspettative dei clienti e alle tendenze del mercato in tempo reale ogni pochi mesi. È necessario che le imprese tengano il passo con i rapidi cicli di innovazione guidati da tecnologie come l’IA generativa, o rischiano di essere considerate obsolete.

Un approccio unificato end-to-end
I ritmi della supply chain di oggi ha reso più importante che mai la necessità di un’unificazione end-to-end, che significa: migliorare l’efficienza, pianificare le risorse e le operazioni, ridurre le tempistiche e le spese. Va oltre l’integrazione, quindi. Grazie a una soluzioni unificata, un TMS, ad esempio, ha la possibilità di ripianificare, regolare e ottimizzare le operazioni in base alle variazioni che inevitabilmente si verificano una volta che un piano di trasporto viene consegnato al sistema di gestione del magazzino. Ciò si traduce in una migliore organizzazione, una maggiore visibilità e una riduzione dei costi per spedizionieri, organizzazioni logistiche e retailer.

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