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Formaggi nel LCC, un mercato in crescita. L’analisi di IRI

Il Covid-19 ha stravolto la vita e le abitudini di tutti noi: le misure di contenimento varate dal governo per fronteggiare la pandemia hanno causato il crollo dei consumi Fuori Casa e, specularmente, un incremento di quelli casalinghi. La conseguenza più immediata è stata la crescita registrata in alcuni canali del LCC. Un esempio lampante di questo trend – come evidenzia uno studio di IRI – viene dal comparto Latte&Derivati, che con un giro di affari pari a 12,2 miliardi di euro, nel 2020 ha registrato una crescita complessiva del +8%. Tale incremento delle vendite è stato diffuso in tutti i mercati del comparto con la sola eccezione del Latte Fresco, condizionato sia da una crisi di lungo periodo, dovuta soprattutto ai cambiamenti degli italiani nel modo di fare colazione, sia dalla penalizzazione del lockdown, inevitabile per un prodotto dal consumo giornaliero.

Formaggi & Co.

Il maggior tempo trascorso tra le mura domestiche ha indotto il consumatore a cucinare di più; una nuova abitudine confermata dall’andamento particolarmente positivo dai prodotti utilizzati normalmente in cucina come ad esempio panna/besciamella e burro, che segnano incrementi rispettivamente del +17,1% e del +17,2% (IRI Liquid Data – Iper+Super+Libero Servizio Piccolo+Discount – Anno Terminante gennaio 2021). Nell’ultimo anno i Formaggi – il mercato più grande del comparto – con un valore di oltre 7 miliardi di euro, hanno mostrato una performance davvero brillante, registrando una crescita attorno al +10%.

Dal monitoraggio dei mercati LCC effettuato da IRI Liquid Data , emerge come nel 2020 la crescita delle vendite di Formaggi è stata molto più accentuata sulla componente a Peso Imposto (PI). In realtà, la maggior dinamicità delle referenze a Peso Imposto è un fenomeno in atto già da tempo e nell’ultimo anno è stato ulteriormente accentuato. La componente a Peso Variabile invece è stata penalizzata dal timore dello shopper ad approcciare i banchi assistiti, considerando più “sicuri” i prodotti confezionati rispetto a quelli tagliati/porzionati al momento. Inoltre, i banchi assistiti sono stati in molti casi chiusi nella prima fase della pandemia, un fattore che ha contribuito ulteriormente a contenere le vendite. I Formaggi a Peso Variabile sono comunque riusciti a raggiungere una crescita di oltre il 3%, dato interessante soprattutto se confrontato con altri settori del Largo Consumo, dove i prodotti non calibrati hanno accusato delle flessioni, in alcuni casi anche molto rilevanti. Un esempio è la Gastronomia (-13,9% nei canali Iper + Super – Anno Terminante a Gennaio 2021).

Formaggi a Peso Imposto

In questo segmento, la crescita del mercato nell’ultimo anno è stata di oltre mezzo miliardo di euro. Tutti i canali hanno contribuito a questo incremento: in primis quello più frequentato per gli acquisti, ossia il Supermercato, ma in particolare si è distinta la performance del Discount, canale che ha registrato la crescita più elevata (+18%) e che è arrivato ad assorbire circa il 25% del fatturato complessivo della categoria. La crisi economica derivata dalla pandemia ha incrementato la domanda di convenienza contribuendo ad accelerare la crescita del Discount, formato di convenienza per eccellenza. La crescita del canale è confermata da un’indagine sui consumatori condotta a novembre 2020 da REM-Lab, secondo la quale il 91,4% dei rispondenti ha dichiarato di frequentare regolarmente i Discount e la fedeltà al canale è cresciuta del 20%. È tuttavia riduttivo attribuire il successo del Discount al solo fattore della convenienza, altri driver – come l’ampiezza assortimentale – spiegano il trend. Merita una menzione speciale il canale Online, che è letteralmente esploso durante questa pandemia in tutti i mercati del Largo Consumo. Per il mercato dei Formaggi, il canale Online ha segnato una crescita del +165%.

Tipicità, free from e bio

Uno dei più importanti macrotrend di consumo che negli ultimi anni ha influenzato le tendenze dei mercati è l’orientamento dello shopper verso prodotti tipici/d’origine, legati alla tradizione e di provenienza locale. Questo orientamento è ben evidente nel mercato dei Formaggi, dove i prodotti DOP (+13,1% – Anno Terminate Gennaio 2021) e quelli con latte 100% italiano (+11,7% – Anno Terminate Gennaio 2021) mostrano tassi di crescita molto elevati. Sul fronte dei prodotti tipici, si è particolarmente distinto il Gorgonzola, con un aumento della spesa pari al +25%. Un altro macrotrend relativo alle nuove abitudini dei consumatori è quello legato alla preferenza di prodotti “salute/benessere”. L’affermarsi di nuovi stili di consumo e la consapevolezza che una dieta sana è un importante fattore di prevenzione delle malattie legate all’invecchiamento, hanno determinato l’affermazione di fenomeni come il “Free From” e il Biologico. Nel caso dei Formaggi questa tendenza si legge nella significativa crescita dei prodotti senza lattosio, sia per le tipologie di prodotto naturalmente senza lattosio, sia per le tipologie dove invece i diversi Brand hanno inserito nelle proprie gamme di prodotto alcune varianti prive di lattosio (essenzialmente Formaggi Freschi come mozzarella, ricotta ecc.) Il Biologico, invece, sembra faticare ad affermarsi nel mercato: rimane una nicchia pari all’1% e addirittura segna una flessione delle vendite nell’ultimo anno. Infine, l’analisi delle tendenze delle diverse tipologie di Formaggio rivela che i prodotti a contenuto di servizio, ed in particolare quelli destinati alle preparazioni alimentari, come mozzarella da cucina e mascarpone, hanno vissuto un anno eccezionale.

Previsioni

Questo lo scenario attuale, sul futuro, sottolinea lo studio di IRI, regna ancora l’incertezza.Tuttavia, il buon senso suggerisce che, ancora una volta sarà l’andamento della pandemia a determinare i risultati: tanto più lungo sarà il periodo di tempo necessario a raggiungere l’immunità di gregge, tanto più potremo attenderci un consolidamento dei risultati ottenuti nel 2020. Una volta ripristinate le condizioni pre-Covid, o nel momento in cui verrà raggiunta una nuova normalità, è invece presumibile attendersi una ripresa dei consumi fuori casa, che con ogni probabilità influenzerà negativamente le vendite destinate al consumo casalingo.

IRI e ALDI: nasce la prima partnership in Italia

Siglata la partnership tra IRI e ALDI: in questo modo la catena tedesca
entra ufficialmente nel panel dedicato al monitoraggio del formato Discount di IRI, contribuendo ad aumentare l’accuratezza di  rappresentazione del canale. “ALDI ha scelto, per supportare il proprio business in Italia, di avvalersi della più innovativa soluzione tecnologica esistente ad oggi per la misurazione delle performance di mercato: IRI Liquid Data”- ha commentato Angelo Massaro, Amministratore Delegato di IRI
L’accordo è stato chiuso dopo alcuni mesi di lavoro congiunto da parte dei team di ALDI ed IRI, durante i quali le aziende hanno potuto dimostrare sinergie e rispettive capacità e competenze, verificando di avere la stessa visione alla continua ricerca dell’eccellenza nelle relative aree di business: offrire la migliore esperienza di acquisto nei propri punti vendita da una parte e garantire ai propri clienti le migliori soluzioni informative per generare valore e crescere sul mercato dall’altra.

2020: anno d’oro per la Birra in GDO. L’analisi di IRI

Un 2020 positivo per il Largo Consumo Confezionato (+6,5% in volume e +7,6% in valore, considerando i canali Iper + Super + Libero Servizio Piccolo + Specialisti Casa e Persona + Discount), soprattutto grazie al contributo dei reparti Food e Home Care.

Discount e Specializzati Casa e Persona, sono stati i formati più performanti (a volume rispettivamente +10,3% e del +9,1%).

Mentre sul fronte prezzi si è registrato un calo generalizzato della pressione promozionale che si attesta al 24,8% (-2,3 punti rispetto al 2019) e un conseguente aumento dei prezzi medi (+1,1%).

In contrazione anche la profondità degli assortimenti, con la sola eccezione del Discount. Infine, come abbiamo più volte evidenziato, il 2020 ha assistito a un vero e proprio boom dell’e-commerce, che ha chiuso l’anno con un trend a valore pari a +119%.

Covid e bevande

In questo contesto, si registra un ottimo andamento per le Bevande nel canale Brick&Mortar (+4,4% a volume e +5% in fatturato).

La crescita è stata guidata dal mondo degli Alcolici con un contributo estremamente positivo da parte di tutte le categorie (incrementi in volume: Vino +5,6%, Spumanti +6,7%, Spirits +6,5% e Aperitivi +23,8%).

Un clima più rigido rispetto all’anno precedente ha invece influito negativamente sui volumi sviluppati dalle Bevande Analcoliche: in calo le Bevande Piatte -4,6% (Tea, Isotoniche, Acque aromatizzate), mentre restano in terreno positivo l’Acqua +1,9% (lo spostamento su formati più grandi a discapito dei formati da consumo fuori casa riduce il prezzo medio della categoria), i Succhi e i Nettari +1,4%, le Bevande Gassate +2,7% e soprattutto gli Energy Drink +10,8%.

Il mercato della birra

In quest’ambito, nel 2020 le vendite hanno superato per la prima volta il fatturato di 2 miliardi di euro (Totale Italia incluso Discount), consolidando anche in questo difficile anno la sempre maggiore centralità della categoria all’interno del comparto del Largo Consumo Confezionato.

Ancora una volta i risultati di fatturato (+10,7%) sono migliori rispetto al trend dei volumi, che restano comunque estremamente positivi (+9,0%). Questo dato è influenzato in particolar modo dalla diminuzione dell’attività promozionale che, seppure molto alta (49,8%), scende rispetto all’anno precedente (-2,6 punti).

Questa performance si spiega essenzialmente con lo spostamento dei consumi dal mercato del fuori casa, verso un consumo casalingo.

La razionalizzazione dello scaffale

Il fenomeno, attribuibile ai problemi logistici durante il periodo di lockdown ha coinvolto anche il mercato della Birra. Il segmento più colpito è stato quello delle Speciali che hanno registrato un calo di 10 referenze medie a scaffale a marzo e ad aprile; tuttavia il segmento ha continuato a mostrare una certa dinamicità (+18,9% a valore). La realtà delle Birre Speciali è ormai consolidata: a valore è infatti il secondo segmento del mercato con una quota del 18,9%.

Anche le Standard crescono molto velocemente (+9,5%), mentre le Birre Sophistication, che hanno un prezzo/litro leggermente superiore alle Birre Standard, mostrano dei trend positivi ma a tassi più contenuti (+5,9%). In crescita anche gli altri segmenti: Saving +7,1%, Beer Mix +3,9% e Analcoliche Light +4,9%.

In questo contesto, il Discount sta crescendo a tassi quasi doppi rispetto agli altri canali (+15,7% a volume), mostrando una spiccata vivacità sia a parità di rete che in termini di nuove aperture di punti di vendita.

Va sottolineato inoltre che tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 gli assortimenti medi a scaffale sono tornati in territorio positivo: un fattore che potrà sicuramente giovare al trend di tutta la categoria della Birra.

In linea con l’intero comparto del Largo Consumo Confezionato, anche per la categoria della Birra, l’innovazione è stata sostanzialmente azzerata nel 2020 e rimandata al 2021.

Le principali dinamiche del mercato

 

Anno 2020

Euro (mio)Var.
%
Quota Val.EttolitriVar.
%
Quota Vol.% Vol. PromoVar. P.ti
Birra2.05010,7100,011.048.0549,0100,049,8-2,6
Standard7599,537,04.670.9378,242,354,7-3,1
Sophistication3925,919,12.018.8815,318,360,1-2,7
Special Beer56818,927,71.814.03219,616,438,8-2,7
Saving2617,112,72.139.5806,519,420,53,6
Beer Mix393,91,9222.1155,02,025,1-5,8
Analc. + Light304,91,5182.50911,01,718,6-4,8

 Fonte: IRI InfoScan Census – Tot Italia + Discount (Dati Promo: Ita Iper+Super+LSP>100mq) – 2020

Promozione e comunicazione

Le difficoltà logistiche dovute al lockdown hanno causato un calo promozionale che si è verificato in tutti i segmenti ad eccezione delle Birre Saving: Standard -3,1 punti, Sophistication -2,7 punti Special Beer -2,7 punti, Beer Mix -5,8 punti e Analcoliche Light -4,8 punti.

Contemporaneamente anche la profondità di sconto e l’efficacia delle promozioni sono calate notevolmente e molte attività all’interno dei punti di vendita, come doppie esposizioni e/o teatralizzazioni che avevano caratterizzato le scorse stagioni, non sono state implementate durante il 2020.

Emerge, invece, un trend dei volumi molto positivo per il segmento delle Birre Analcoliche Light con l’obiettivo strategico di allargare le occasioni di consumo della categoria per incrementare il consumo pro-capite. La ricerca sulla qualità del prodotto delle Birre non alcoliche e una maggiore visibilità all’interno del Punto di Vendita sono alcune delle strategie volte a far crescere i consumi.

In questo scenario la comunicazione con gli strumenti canonici, ma anche attraverso lo sfruttamento delle piattaforme digitali sempre più popolari, continua ad avere un ruolo centrale.

Horeca e Cash&Carry: la situazione

A partire dal primo lockdown il mondo del Fuori Casa è stato e continua ad essere uno dei settori più penalizzati dalla crisi pandemica.

Il servizio di misurazione IRI Grossisti Bevande, evidenzia infatti come le vendite di questi prodotti, in crescita negli ultimi anni nel Canale dei Grossisti specializzati (Fonte: IRI Grossisti Bevande che monitora le Partecipate ed i Consorzi), chiudono il 2020 con un andamento dei volumi pari a -31,4%; il calo è generalizzato e non risparmia nessuna categoria. La Birra, che sviluppa il 37% del fatturato e che è considerata la categoria più rilevante, registra un -35,4% in termini di volumi e un -35,8% in termini di ricavi.

Differente la dinamica di sviluppo dei Cash&Carry che presumibilmente si riposizionano cambiando l’offerta, diversificandola dall’Horeca, in modo da allargare la propria clientela. In questo canale il comparto delle Bevande chiude il 2020 con un -0,9% in volume e un -13,3% in valore. Il gap è spiegato dal consistente aumento del peso dell’Acqua Minerale (la categoria meno costosa), a discapito delle altre categorie. Oltre all’Acqua solo gli Aperitivi Alcolici registrano un aumento delle vendite, mentre le altre categorie sono tutte in contrazione. La Birra rimane stabile in volume (-0,1%) ma perde in fatturato (-2,3%). Il calo del prezzo medio, a fronte di una pressione promozionale in contrazione, è dovuto al differente mix: cresce la fascia Mainstream a discapito delle marche Premium; aumenta la quota del vetro nel formato da 66cl e cala quella del formato da 33cl.

La Mdd tocca quota 20% e sviluppa più di 11 mld di fatturato

Gli acquisti di prodotti alimentari a marca del distributore (Mdd) sono cresciuti anche nel 2020: +9,3%, raggiungendo una quota di mercato del 20% (+0,5 sull’anno precedente) pari a 11,8 miliardi di euro di fatturato (nel 2019 era di 10,8 miliardi di euro)*. Per la Distribuzione Moderna la filiera legata a questi prodotti ha dimostrato di essere un fattore che genera valore e una leva che può contribuire allo sviluppo economico del Paese, accompagnandone il rilancio secondo criteri sempre più sostenibili. Si calcola, inoltre, che nel 2020 abbiano fatto risparmiare alle famiglie italiane circa 2 miliardi di euro

Queste alcune delle evidenze proposte da ADM e  MarcabyBolognaFiere come anticipazione del Convegno del 24 marzo 2021 nell’ambito dell’edizione digitale della manifestazione.

Mdd e filiera

Conta circa 1500 industrie la filiera che produce la Mdd; di queste l’85% è rappresentato da piccole e medie imprese italiane. Come evidenzia il Position Paper di The European House – Ambrosetti “Dall’emergenza al rilancio sostenibile: il contributo della Marca del Distributore”, le insegne distributive selezionano le industrie partner seguendo vari criteri di produzione e packaging sostenibile. Tra questi, quelli più richiesti sono: attenzione nell’utilizzo di sostanze chimiche; garanzia di tracciabilità della filiera; tutela del benessere animale; riduzione della plastica e utilizzo di imballaggi riciclabili. 

Dalla survey realizzata da The European House – Ambrosetti risulta che la transizione verso modelli di produzione e consumo sostenibili è considerata una priorità strategica da oltre l’80% delle insegne distributive e delle aziende Mdd partner che hanno realizzato investimenti specifici o che li hanno programmati nei prossimi tre anni.

“La Distribuzione Moderna Alimentare – ha sottolineato Marco Pedroni, Presidente di ADM, Associazione Distribuzione Moderna – ha un peso economico e sociale per il Paese forse poco conosciuto dalle stesse Istituzioni: nel 2020 ha generato 143 miliardi di Euro di fatturato, sostiene direttamente 425.000 occupati e rappresenta il primo  canale per la spesa alimentare delle famiglie italiane. Ogni settimana 60 mio di consumatori entrano nei nostri punti vendita e anche nel difficile 2020 la Marca del Distributore (MMD) è cresciuta 3 volte di più dei prodotti dell’industria alimentare. Se il Paese vuole tornare a crescere deve sostenere i consumi interni, a partire dalla capacità di spesa delle fasce più deboli.”

“La Marca del Distributore spiega il 78% della crescita dell’industria alimentare nel mercato domestico negli ultimi 17 anni. Grazie alla sua relazione privilegiata con la società, il consumatore e la filiera di riferimento – ha detto Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti – la Marca del Distributore è uno dei pochi settori economici ad essere coinvolto su tutti i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e su 71 dei rispettivi 169 target. La Marca del Distributore, ancor più nel 2020, è diventata una leva chiave per l’affermazione di un nuovo modello di Società che mette al centro il benessere dell’individuo”.

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MarcabyBolognaFiere: la road map del prossimo futuro

“La 17° edizione di MarcabyBolognaFiere si terrà, auspichiamo in presenza, il 23 e 24 giugno 2021 – ha dichiarato Gianpiero Calzolari, Presidente di BolognaFiere – ma è già partita, dal 15 marzo con l’adesione di operatori fortemente qualificati, la piattaforma digitale che accompagna aziende e buyer all’evento con occasioni di matching su scala internazionale. Sempre in avvicinamento all’evento, accanto all’appuntamento presentato oggi si terrà il 25 marzo, il Convegno ‘La Marca del Distributore guida il Rilancio Sostenibile in Italia e in Europa – I Distributori e i Produttori in azione’, che comprenderà la presentazione del XVII Rapporto MarcabyBolognaFiere, che analizza l’evoluzione dei prodotti Mdd, organizzato da BolognaFiere e ADM, in collaborazione con IRI e IPLC”.

Al convegno del 24 marzo 2021, che sarà trasmesso sul sito dedicato alla manifestazione fieristica, interverranno: Stefano Patuanelli (Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali); Stefano Bonaccini (Presidente, Regione Emilia-Romagna); Veronica De Romanis (Professoressa di Politica Economica Europea, Stanford University di Firenze e LUISS di Roma); Marco Pedroni, Presidente di ADM – Associazione Distribuzione Moderna; Gianpiero Calzolari (Presidente, BolognaFiere); Valerio De Molli (Managing Partner & CEO, The European House – Ambrosetti); Massimo Viviani (Consigliere Delegato, ADM). Modera Andrea Bignami, SkyTg24.

Il Convegno in programma il 25 marzo 2021 amplierà il confronto allo scenario europeo: dopo la presentazione del XVII Rapporto MarcabyBolognaFiere sul Mercato 2020 dei prodotti a Marca del Distributore (a cura di Gianmaria Marzoli, Retail Solutions Vice President Iri), seguirà una sintesi dell’indagine, arricchita da testimonianze di alcune insegne non italiane, sulla sostenibilità della Marca del Distributore in Europa condotta per BolognaFiere da IPLC (a cura di  Paolo Palomba, Partner IPLC Italia).

 

*(Dati riferiti al Largo Consumo confezionato alimentare esclusi discount)

Largo Consumo Confezionato: il rapporto previsionale di IRI

In che modo lo scenario attuale influenzerà le vendite di Largo Consumo nei mesi futuri?Sul tema, IRI ha elaborato le sue previsioni tenendo conto di alcuni elementi.

A determinare i trend futuri, pesa innanzitutto il fatto che la seconda ondata di contagi da Covid-19 si sta protraendo anche nel primo trimestre del 2021 con la diffusione di nuove varianti del virus: questo sta portando ad un’estensione delle restrizioni alla socialità e alla mobilità, più marcate in alcune aree del Paese. Come conseguenza restano ancora chiuse molte attività turistiche e d’intrattenimento e permangono limitazioni (o chiusure localizzate) per bar e ristoranti. Altro fattore determinate è la distribuzione dei vaccini, che sta procedendo con maggiore lentezza rispetto alle attese e quindi la prospettiva di completamento della vaccinazione di massa è spostata verso la fine del 2021.

L’estendersi della fase pandemica sta quindi mantenendo ancora oggi molto elevato il
passo delle vendite di Largo Consumo nella distribuzione moderna. D’altro canto la permanenza di una fase acuta del virus sta rallentando la ripresa dell’economia e inasprendo il disagio economico ed i divari sociali.

Proprio questa instabilità economica diffusa influenza l’espansione delle vendite nei discount e degli acquisti dettati dalla ricerca di convenienza.
I prezzi restano deboli e si osserva una ripresa dell’attività promozionale, anche se al
di sotto dei livelli pre-Covid.

Le ipotesi evolutive di IRI
Dalle analisi di IRI condotte con metodi di statistica inferenziale sono stati isolati questi fattori, che spiegano le fluttuazioni delle vendite previste per quest’anno. Per ognuno di questi è stata tracciata un’ipotesi evolutiva.
Sul fronte del fattore causale primario, cioè lo sviluppo pandemico, ci attendiamo un primo
ripiegamento solo nei mesi primaverili. Un ripiegamento che dovrebbe coincidere
auspicabilmente anche con l’accelerazione della fase di vaccinazioni di massa.
Nonostante la tendenza al miglioramento del clima di fiducia delle famiglie, gli effetti negativi prodotti da una crisi economica che ormai sembra destinata a protrarsi più a lungo, mantengono condizioni di diffuso disagio economico e ampi divari fra le classi sociali. La ripresa della socialità e della mobilità sarà solo graduale e questo condizionerà ancora le spese domestiche che continueranno ad assorbire quota parte dei consumi in precedenza effettuati fuori casa. La diffusione del «lavoro agile», che sta diventando un fatto strutturale, contribuirà a sua volta a mantenere in ambito domestico una parte dei consumi alimentari migrati dai canali extra-domestici. Questo comporta che una fetta non trascurabile di pasti Out of Home resterà in casa, continuando a sostenere gli acquisti alimentari, soprattutto nella prima metà di quest’anno. La crisi del reddito e l’inasprimento della competitività orizzontale manterranno centrale la gestione del prezzo sia per quanto riguarda il posizionamento che per quanto riguarda la leva promozionale. Per questo motivo non ci aspettiamo un atteggiamento inflazionistico da parte del mercato (i prezzi medi dovrebbero attestarsi al -0,5%), né una contrazione dell’attività promozionale.
Inoltre il 2021 sarà l’anno delle «controcifre» per il Largo Consumo; i trend sconteranno il
confronto con i periodi di forte discontinuità segnati l’anno scorso.
Tenendo conto dei fattori sopra elencati, le previsioni di IRI indicano che le vendite a valore
per la chiusura 2021 registreranno un calo del -3,1%. Si prevede una flessione dei volumi del -2,6%.

A partire da marzo la domanda di Largo Consumo dovrà confrontarsi con più periodi di forte rialzo registrati nel 2020. L’andamento delle vendite è previsto entrare in terreno negativo a causa appunto degli inevitabili «rimbalzi» sulla controcifra. Il rimbalzo negativo è previsto soprattutto per i Reparti Chimici, per cui ci si attende una contrazione delle vendite a valore a del 4,6%. Meno impattate le vendite delle Bevande (-2%) e della Drogheria Alimentare (-2,8%).

Il maggiore calo previsto per il secondo semestre del 2021 è causato principalmente da due fattori:
• Il primo è la ripresa dei consumi Fuori Casa, in coincidenza di una maggiore normalità
sociale con l’auspicato esaurirsi dell’epidemia che “strapperà” un po’ di vendite al retail
(resterà però la parte generata dallo smart working e comunque da un atteggiamento
diffuso di cautela per la frequentazione di bar e ristoranti).
• Il secondo è dovuto alle difficoltà di reddito delle famiglie, a fronte di una ripresa
economica che sarà comunque lenta e che potrebbe manifestarsi con maggiore forza
solo a partire dalla seconda metà del 2022.
Una nota finale deve sicuramente essere attribuita al canale che maggiormente ha acquisito importanza nel corso del 2020 e che rimarrà un punto di riferimento fondamentale per il consumatore anche in futuro: l’e-Commerce. Le previsioni di IRI indicano una crescita a valore per il canale del 60% per il 2021 che lo porterà a sfiorare la quota del 3% sul totale nella Distribuzione Moderna (fisica e online) per le vendite di prodotti confezionati di largo consumo.

Canali d’acquisto: come sceglie il consumatore. L’analisi di IRI

La «rivoluzione» determinata dalla pandemia da Covid-19 che si è diffusa nel nostro Paese, ha messo in discussione o accelerato tendenze preesistenti nei comportamenti di acquisto e nel modo di fare impresa nel settore del Largo Consumo Confezionato, portando a un cambiamento degli assetti della GDO in Italia.
Per la Grande Distribuzione Organizzata il 2020 si è chiuso con una crescita in termini di vendite a valore pari al +5,1% a livello di “Totale Negozio”, considerando quindi tutte le merceologie presenti in assortimento. A prima vista, sembrerebbe una performance in linea con gli andamenti degli anni precedenti, ma in realtà il risultato è stato determinato da un mix di componenti del tutto singolari. Grazie alle informazioni derivanti da IRI Liquid Data vediamo che il 2020 ha registrato un altalenarsi di fasi con andamenti fortemente differenti tra loro: abbiamo assistito a picchi della domanda durante la prima ondata epidemica (circa +9%) e a successivi momenti di stabilizzazione (+2% durante i mesi estivi) conseguenti alle riaperture o agli allentamenti delle misure di restrizione dettate dal governo, per poi osservare, nell’ultimo periodo dell’anno, un assestarsi delle vendite verso un più moderato
+3,7%; quest’ultimo dato potrebbe indicare che gli italiani si sono adeguati ad un nuovo stile di vita, tornando ad una tendenza all’accaparramento più equilibrata.
La crescita di 5,1 punti percentuali per le vendite a valore a livello di “Totale Negozio” nel 2020 è un risultato da scomporre in andamenti fortemente disomogenei tra loro a seconda del comparto analizzato: si assiste ad una crescita costante del Largo Consumo Confezionato nel suo insieme, ad un sostanziale equilibrio delle vendite dei prodotti Freschissimi a Peso Variabile e ad un crollo dei fatturati nel General Merchandise, con punte che sfiorano il -16% nei canali Ipermercati e Supermercati (fig. 1).

fig.1

Analogamente quando ci focalizziamo sull’andamento dei singoli canali distributivi si osservano dinamiche differenti a seconda del formato preso in esame: esse sono in parte condizionate dal protrarsi di tendenze preesistenti ed in parte frutto dell’adattamento dei modelli di acquisto alla crisi in corso.

fig.2

Il discount e i supermercati

La più rilevante delle tendenze osservate nel corso dell’anno appena concluso, è stata l’accelerazione del Discount, che ha cominciato a guadagnare spazio in misura consistente soprattutto nella seconda metà dell’anno, in concomitanza con l’acuirsi delle situazioni di disagio economico delle famiglie. Questa tendenza si è amplificata con il passare dei mesi, aggiungendo al canale un guadagno di circa 2 punti di quota di mercato nell’ultima parte dell’anno. La «galoppata» del Discount ha dei risvolti di particolare interesse perché la performance commerciale si è accompagnata ad un aumento dell’attrattività sui consumatori, unitamente ad una nuova e più elevata capacità di fidelizzazione che in precedenza sembrava estranea a questo formato.

Il successo del Discount appare cosìmotivato non solo dalla convenienza, ma anche dalla sua maggiore compatibilità al nuovo atteggiamento «Back-to-Basic» della shopper experience. Si evidenzia perciò che il consumatore ricerca la possibilità di passare meno tempo possibile nei punti di vendita, trovando subito ciò di cui ha bisogno; gli elementi di piacere nel fare la spesa e la socializzazione sembrano stati in buona misura accantonati durante l’epoca Covid. In quest’ottica, la sempre maggior quota dei reparti Fresco e Freddo contribuisce a posizionare il Discount come un canale in grado di offrire servizio e prossimità, oltre alla convenienza. Si osserva una crescita anche per i Supermercati medi e piccoli, che nel loro complesso continuano a rispondere alle mutate esigenze dei
consumatori in questo periodo storico. Il boom dei negozi di prossimità registrato ad inizio pandemia, invece, è stato più una risposta contingente alle fasi di stretto lockdown; con
l’allentamento delle misure restrittive il formato è tornato a mostrare i limiti per il suo sviluppo che già erano evidenti nel pre-Covid. Gli Specializzati Casa e Persona nelle prime fasi della pandemia sono stati penalizzati dalle restrizioni e da «problemi di interpretazione» delle norme da parte della autorità locali, che hanno costretto alcuni punti di vendita a chiudere temporaneamente. Tuttavia, il canale ha mostrato una decisa
ripartenza già dalla primavera, trascinata dalla domanda eccezionale di prodotti per l’igiene e per la sanificazione, ma anche per il mix di offerta competitivo nelle sue categorie d’elezione, confermando così il successo già ottenuto prima della pandemia. Risultati del tutto opposti per le Grandi Superfici generaliste, soprattutto gli Ipermercati, che dopo la flessione causata dalle restrizioni al movimento, non sono riusciti a recuperare attrattività verso i consumatori, proseguendo la crisi strutturale di fatturato già in corso da alcuni anni.
Per comprendere l’andamento dei canali fisici durante il 2020, è però necessario tenere in considerazione anche la forte accelerazione intrapresa dal canale online, la cui crescita è forse una vera e propria icona dell’emergenza sanitaria.

fig. 4

Infatti, l’epidemia ha accelerato in misura impressionante lo sviluppo di questa forma di commercio, attirando e fidelizzando nuovi shopper e abbattendo molte barriere culturali e conoscitive che fino ad un paio di anni fa sembrava potessero frenarne lo sviluppo. Per il canale online, il 2020 si è chiuso con un fatturato superiore a 1,3 miliardi, una dimensione di tutto rispetto, anche circoscrivendo il perimetro ai soli operatori «generalisti online». Secondo le nostre proiezioni i ricavi potranno balzare a 2,3 miliardi già durante il 2021. Se così fosse, questa modalità di vendita raggiungerebbe una quota non trascurabile nell’ambito delle vendite del Largo Consumo Confezionato.

Conclusione

Al momento è difficile prevedre l’evolvere dell’attuale situazione, in quanto ogni possibile mutamento è legato all’andamento della pandemia da Covid-19 e ai risultati della campagna vaccinale che è stata avviata da qualche mese in tutto il mondo. Tuttavia, ci sono alcune azioni che i Retailers che operano nel mondo del Largo Consumo Confezionato dovrebbero prendere in considerazione fin da subito:
➢ Per le grandi superfici e in particolare per gli Ipermercati, è sempre più urgente un radicale ripensamento strategico in merito al loro ruolo all’interno del contesto sociale ed economico italiano.
➢ Il Web-shopping non è più un’opzione, ma un must strategico per chi vuole affermarsi nel retail del Largo Consumo: bisogna però considerare che ad oggi il posizionamento dell’offerta è fortemente orientato alla fascia Premium, fattore che potrebbe condizionarne la crescita in un contesto di forte crisi economica.

Vino e GDO: tavola rotonda virtuale a Wine2Wine

Vino e Grande distribuzione di fronte al cambiamento”, questo il titolo della 16° edizione della tavola rotonda tematica organizzata da Veronafiere. Originariamente programmata in aprile a Vinitaly 2020, si terrà lunedì 23 novembre, dalle ore 11,00 alle 12,30, on line nell’ambito della manifestazione Wine2Wine Exhibition.

Verrà presentata la ricerca elaborata da IRI per Vinitaly che analizza l’andamento delle vendite del vino italiano nel canale della Grande distribuzione (Gdo) nei primi 10 mesi del 2020, con tendenze discontinue tra primavera, estate e autunno, causate dall’intensità variabile della pandemia Covid. Favorite anche dalla chiusura, totale o parziale, di ristoranti, bar e affini (il canale HoReCa), le vendite del vino sono complessivamente aumentate nella Gdo del 6,5% a volume.

Saranno esaminati l’andamento dei vari formati, dei vini a denominazione d’origine, degli spumanti e del prosecco in particolare, del vino a marchio del distributore (MDD), del vino biologico ed altro ancora. Il dibattito che seguirà la presentazione della ricerca cercherà di individuare le tendenze d’acquisto dei consumatori, di prefigurare lo scenario del 2021 e le possibili sinergie tra cantine e insegne della Grande Distribuzione.

Il programma

La tavola rotonda sarà aperta dalla presentazione della ricerca da Virgilio Romano, Business Insight Director di IRI e seguita dagli interventi dei discussant, con la conduzione di Luigi Rubinelli, Direttore di RetailWatch:

  • Federvini, Mirko Baggio (Responsabile vendite canale Gdo Italia di Villa Sandi)
  • Unione Italiana Vini, Enrico Gobino (Marketing Director del Gruppo Mondodelvino Spa)
  • Carrefour, Gianmaria Polti, Responsabile Beverage
  • Conad, Alessandra Corsi, Direttore marketing dell’offerta e MDD
  • Coop Italia, Francesco Scarcelli, Responsabile Vini, Birre, Bevande Alcoliche
  • Gruppo Selex, Fabio Sordi, Direttore commerciale.

Modalità di partecipazione

La tavola rotonda è gratuita e aperta a tutti;  per collegarsi sarà sufficiente collegarsi al link seguente:

https://www.vinitaly.com/it/wine2wine-exhibition-digital-edition/?utm_source=Fanini&utm_campaign=Wine2Wine20&utm_term=26&utm_content=digitaledition

 

 

LCC: gli scenari previsionali di IRI

Partendo dal presupposto che l’esercizio previsionale sia uno strumento indispensabile per gli operatori del Largo Consumo, IRI ha elaborato le previsioni sull’andamento dei mercati afferenti al comparto, per la chiusura dell’anno in corso e per il 2021.

Il nuovo rapporto profila uno scenario prospettico guidato da ipotesi «ragionate» ricavate dalle opinioni prevalenti fra gli esperti macroeconomici, i principali Istituti di Studi Sanitari, Imprese e Consumatori.

Evoluzione endemica della pandemia

Le previsioni di IRI si basano su assunzioni dell’andamento atteso dei fattori che influenzano le vendite. Il principale è ovviamente quello sullo sviluppo del fenomeno epidemico. Sulla base delle opinioni degli esperti e delle analisi dei dati pubblicati dall’Istituto Superiore della Sanità, si ipotizza un avanzamento dei contagi con una curva magari oscillante ma più lunga rispetto a marzo/aprile 2020, con ripiegamento a partire dall’aprile/maggio 2021, dove si ipotizza l’inizio della disponibilità del vaccino e la messa a punto di protocolli di cura specifici. In questo lasso di tempo (autunno-inverno) il tasso di ospedalizzazione resterà sensibilmente più basso rispetto alla fase acuta (6/10% vs 31% medio di Aprile 20). Questo elemento è fondamentale perché è alla base dell’ipotesi che il sistema sanitario non arrivi ad una situazione di collasso, portando le autorità a dichiarare un nuovo periodo di lockdown generale con il rischio di far piombare l’economia in una fase di profonda depressione.

Ciclo economico

Gli ultimi aggiornamenti delle previsioni macroeconomiche dipingono uno scenario di forte arretramento della produzione di reddito per l’anno corrente, dovuto prevalentemente dalla caduta epocale dei livelli di attività economica registrati nel primo semestre di quest’anno. Le anticipazioni per il terzo trimestre indicano un’inversione congiunturale (cioè rispetto alla prima metà del 2020) che scongiura i timori che il sistema economico possa entrare in una fase di depressione. Per il 2021 i principali istituti prospettano un recupero degli indicatori macroeconomici, ma non sufficiente a colmare le perdite contabilizzate quest’anno. In questo scenario il dispiegamento delle risorse messe a disposizione dalle autorità europee e la messa in pratica delle misure contenute nella manovra delineata dal governo sono le condizioni indispensabili che guidano il profilo atteso.

Prezzi e promozioni

Nel III trimestre del 2020 le promozioni di prezzo si sono riallineate ai livelli del 2019. Si è imposta un’evoluzione sostanzialmente in linea nell’orizzonte previsionale, perché la domanda ancora in tensione non dovrebbe stimolare un impiego più massiccio della leva. I prezzi sono, in media, sostanzialmente fermi. Per il 2021 si è tracciata un’evoluzione piatta considerando sia l’assenza di particolari fattori inflazionistici macroeconomici sia la forte competizione all’interno della filiera.

Migrazione dei pasti fuori casa in casa

Questo fenomeno iniziato con il lockdown continuerà ad incidere – anche se in misura minore rispetto al periodo del lockdown- sulle vendite alimentari retail fino a maggio per poi decrescere ma senza rientrare completamente. Lo Smart Working è un elemento che contribuirà ancora a sostenere questa parte di domanda LCC nel retail, anche dopo la auspicabile risoluzione della pandemia. Ci attendiamo perciò un parziale affievolimento del fenomeno dopo maggio 2021.

Tenendo conto dei fattori sopra elencati, le previsioni di IRI indicano che le vendite a valore per la chiusura 2020 saranno nettamente positive, attestandosi ad un +5,8%. L’andamento dei volumi si prevede raggiunga un +5%.

Per quanto concerne il 2021 gli andamenti saranno invece in flessione. Il prossimo anno infatti sarà condizionato dal “rimbalzo” del primo semestre sul periodo più difficile della pandemia del 2020, dove le crescite del mercato erano state eccezionalmente alte. La chiusura attesa del comparto nel 2021, a valore e volume, è del -1,9%.

Il rimbalzo negativo della spesa atteso per il 2021 coinvolgerà soprattutto le categorie del Fresco Confezionato e i Reparti Chimici. Anche per le bevande si prevede un ripiegamento delle vendite in valore, ma i ricavi resteranno al di sopra dei livelli del periodo pre-Covid (2019).

Il calo dei volumi sarà più accentuato per i comparti Casa e Persona a causa del rientro della extra-domanda dei prodotti “Be Safe” (come gli igienizzanti) nel secondo semestre del 2021.

Una nota finale deve sicuramente essere attribuita al canale che maggiormente ha acquisito importanza nel corso del 2020 e che rimarrà un punto di riferimento fondamentale per il consumatore anche in futuro: l’e-commerce. Le previsioni di IRI indicano una crescita a valore del 111% per quest’anno e dell’80% per il 2021.

 

IRI acquisisce RSi, fornitore leader di strumenti di analisi

IRI, leader mondiale nelle informazioni di mercato per il Largo Consumo, il Retail e lo Shopper ha annunciato di aver acquisito Retail Solutions, Inc. (RSi), fornitore leader del settore delle soluzioni per la supply chain dedicate a produttori e distributori. L’operazione, che si propone di integrare il know how di RSi con la tecnologia e il patrimonio informativo di IRI, permetterà di offrire il servizio dedicato alla filiera logistica più completo del mercato, unitamente al più grande patrimonio informativo relativo al Largo Consumo Confezionato.

Durante l’operazione, Iri si è avvalsa della consulenza legale di Kirkland & Ellis LLP mentre RSi è ricorso a Wells Fargo Securities per la consulenza finanziaria, e a LLC e Cooley LLP per quella legale. L’evoluzione futura dell’accordo prevede che RSi diventerà una consociata operativa autonoma di IRI, anche se  – ad oggi – le condizioni dell’accordo commerciale non sono state rivelate.

“L’acquisizione di RSi – ha spiegato Andrew Appel, Presidente e Amministratore Delegato di IRI –  è parte di un ampio progetto di investimenti in tecnologia, soluzioni e dati per promuovere l’innovazione del comparto e aiutare i clienti ad affrontare le sfide di business più impegnative. L’investimento in RSi è volto a migliorare le nostre competenze e la nostra offerta in ambito di ottimizzazione della filiera logistica per andare in contro alle necessità dei clienti durante un periodo così difficoltoso come quello che stiamo attraversando a causa della pandemia da COVID-19”.

Baljit Dail, Presidente di IRI Global, ha aggiunto: “Per Produttori e Distributori ottimizzare la supply chain grazie ad una completa visibilità dell’intera filiera, potendo individuare eventuali inefficienze, oggi è più importante che mai. L’aggiunta delle soluzioni dell’azienda leader RSi al nostro portfolio amplierà ulteriormente le nostre competenze e consentirà a Industria e Distribuzione di gestire un business più profittevole, cogliendo nuove opportunità in un contesto di mercato mutevole”.

L’offerta di RSi

Tante le soluzioni di RSi (utilizzate da oltre tre quarti dei 50 principali produttori di Largo Consumo nel mondo), tra queste ricordiamo la suite leader del settore per la gestione della supply chain (“OSA”) di RSi, denominata OSAPower, comprende una gamma completa di strumenti guidati da Intelligenza Artificiale per individuare, ridurre e prevenire le rotture di stock.RSi alimenta le proprie soluzioni con i dati provenienti da oltre 150 dei principali distributori nel mondo per fornire insight utili a oltre 500 clienti del Largo Consumo.

Bert Clement, Amministratore Delegato di RSi, ha dichiarato: “IRI è il partner ideale per rafforzare la nostra attuale suite di soluzioni e consentire ai clienti di ottimizzare ulteriormente le loro catene logistiche. Siamo entusiasti di unirci a loro”. Con l’accesso a dati, tecnologie, soluzioni e risorse migliori, i clienti attuali di RSi potranno prendere decisioni di business vincenti, massimizzando efficienza e crescita”, ha aggiunto Stuart Careford, Responsabile Clienti di RSi.

Vantaggi e benefici

Ma quali saranno, per i clienti di IRI e di RSi, i principali benefici che deriveranno da questa operazione?

In primis avranno a diposizione una suite di soluzioni per la supply chain, in grado di creare una visibilità completa end-to-end dell’intera filiera e consente di individuare e affrontare in modo più efficace eventuali inefficienze.

Un secondo vantaggio sarà una maggiore copertura del mercato, grazie alla combinazione del più grande patrimonio informativo sul Largo Consumo e sulla supply chain, che arriva fino al dettaglio di singolo negozio e magazzino.

Una maggiore collaborazione tra distributori e produttori creerà – inoltre – opportunità per migliorare notevolmente i principali parametri della filiera.

Ma i vantaggi andranno oltre, dal momento che la tecnologia e  l’integrazione di dati omogenei forniranno strumenti di analisi e business intelligence intuitivi, e orientati a risultati quasi in tempo reale. Questo metterà a disposizione della clientela lo strumento di analisi più intelligente nell’ambito del Digital Shopper Marketing, fornito mediante l’integrazione della soluzione e del team Ansa di RSi nel Media Center of Excellence di IRI. Corollario di tutto ciò saranno – infine – l’incremento delle capacità decisionali avanzate (grazie alla combinazione di enormi patrimoni informativi), l’ampia copertura geografica, la disponibilità di strumenti basati su Intelligenza Artificiale forniti da IRI e le soluzioni per la supply chain fornite a sua volta da RSi.

2020: le vacanze mordi e fuggi sostengono i prodotti del LCC. L’analisi di Iri

2020: senza dubbio l’anno delle vacanze lampo.C ome precisa Coldiretti, infatti, anche se gli italiani che si sono concessi un periodo di riposo nelle settimane a cavallo di Ferragosto 2020 sono stati  più o meno lo stesso numero dell’anno scorso (oltre 27 milioni), la durata del viaggio è stata mediamente molto contenuta (pochi giorni), tanto che già il 16 Agosto si registrava una massiccia ondata di rientri.

Inoltre, sempre secondo Coldiretti, la maggioranza dei vacanzieri ha scelto di riaprire le seconde case o di alloggiare in quelle di parenti e amici oppure di prenderne una in affitto; il tutto a scabito degli alberghi.

Queste vacanze “mordi e fuggi” e la minor frequentazione di Bar, Ristoranti, Alberghi, Stazioni di Servizio ecc. sostengono gli acquisti domestici per Prodotti Confezionati di Largo Consumo nel periodo di Ferragosto. Infatti, nelle due settimane a cavallo del 15 Agosto la Distribuzione Moderna ha registrato un incremento del +4,4% dei ricavi di Largo Consumo, quasi interamente dovuto all’aumento degli acquisti in volume (+3,9%), visto l’inflazione mediamente molto contenuta (+0,5%). Il tasso di crescita è significativo perchè segue a un mese di Luglio decisamente sotto tono, con un tendenziale dei ricavi attorno al +1%.

Inoltre, si registra un progresso della pressione promozionale (+0,7%), che torna a risalire dopo i cali consistenti registrati durante i mesi più colpiti dall’epidemia,

C’è poi il sospetto che la ripresa dei contagi da Coronavirus stia in qualche misura influenzando il «livello di allarme psicologico» dei consumatori, riflettendosi anche nei loro comportamenti di acquisto.

Infatti, il grafico proposto nella tavola a seguire pone un altro interrogativo sui motivi dello spunto delle vendite di prodotti di Largo Consumo nel periodo di Ferragosto. Si può osservare come il rialzo delle vendite coincida con la ripresa dei nuovi contagi da Covid-19. All’apparenza si nota una relazione fra i due fatti, anche se per confermarla o meno dovremo aspettare l’evoluzione del fenomeno epidemiologico nel nostro Paese nelle prossime settimane.

Certo è che non possiamo escludere a priori che la ripresa dell’epidemia (anche se i numeri sono ben lontani dai mesi del lockdown e la manifestazione dei casi sia ad oggi soprattutto asintomatica) possa aver toccato «nervi scoperti» in una parte della popolazione, portandola a rinunciare in extremis ai propri piani di viaggio o a ridimensionarli. Questo significa: più persone rimaste a casa e/o indotte a restare più a lungo nel contesto domestico e quindi un limite alla frequentazione dei punti di ristorazione.

 

 

 

 

Ma quali sono stati i prodotti con i maggiori incrementi delle vendite? La classifica della crescita vede ai primi posti i reparti “chimici” grazie alla domanda per prodotti “be safe” e per la pulizia degli ambienti e delle stoviglie. Ma anche i prodotti legati alla convivialità (Aperitivi, Spumanti, Birre, Liquori) hanno sviluppato incrementi importanti delle vendite. Da sottolineare, l’impennata delle vendite di prodotti Usa e Getta, corredo necessario per le gite fuori porta, i pic-nic e l’utilizzo nelle case vacanza.

Anche formulazioni alimentari che facilitano le preparazioni (Surgelati, Carni Fresche Confezionate, Conserve Animali, Salumi e Formaggi) hanno registrato crescite significative della domanda. Anche il Ferragosto un po’ più caldo rispetto all’anno passato ha dato il suo contributo spingendo la domanda di categorie stagionali come birre e gelati.

 

I tassi di crescita eccezionali di Disinfettanti e Sanificatori sono la cartina tornasole che la popolazione italiana continua ad adottare un comportamento volto alla cautela. Per fare alcuni esempi: Disinfettanti e i Prodotti da Parafarmacia, nel periodo analizzato (2 settimane terminanti al 23 agosto 2020) vedono un incremento delle vendite pari a 8,3 milioni di euro (+318,6% rispetto allo stesso periodo del 2019); l’Alcool Denaturato registra un aumento delle vendite a valore di 2 milioni di euro, + 234,7% vs il corrispondente periodo dello scorso anno e le vendite di Prodotti per la Pulizia delle Piccole Superfici, con +1,6 milioni di euro ricavi, crescono del 18,5%.

Contemporaneamente si osservano dei tassi interessanti di crescita di prodotti legati a momenti di convivialità, quest’anno probabilmente più all’interno di gruppi ristretti di familiari e amici (magari qualche grigliata o pic nic, piuttosto che la tavolata al ristorante). Un esempio sono le Birre con un incremento delle vendite di 10,6 milioni di euro (+11,2% vs stesso periodo del 2019), le Bollicine e gli Spumanti, oppure, come già accennato, gli Accessori da Tavola Usa e Getta (+2,6 mio €, pari ad una variazione percentuale di +15,7%).

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