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Da Raja arriva il film estensibile manuale 80% riciclato

Riciclato all’80% e al 100% riutilizzabile: ecco il film estensibile manuale 80% riciclato, ultima novità del Gruppo RAJA, che ha fatto da tempo dei concetti di economia circolare, riutilizzo dei materiali plastici, packaging eco-friendly le sue linee guida.

Un prodotto assolutamente innovativo per l’intera filiera che garantisce, in un’unica soluzione, prestazioni invariate, resistenza e attenzione all’ambiente. Il film, altamente all’avanguardia, è infatti composto all’80% da materia prima riciclata di cui il 30% proveniente da rifiuti post consumo e il restante 50% da quelli industriali. RAJA si conferma quindi ancora una volta leader indiscusso nell’industry, proponendo non solo in Italia, ma anche in tutta Europa il primo e unico film estensibile composto da plastica riciclata post consumo e riutilizzabile al 100%.

Un’esclusiva che recentemente ha anche guadagnato importanti riconoscimenti come l’Oscar de l’Emballage, premio francese che viene conferito agli innovatori – professionisti e produttori – che operano nel campo del packaging. Non solo riconoscimenti ma anche importanti certificazioni europee che contribuiscono a rendere il film estensibile unico nel suo genere. Il prodotto è infatti garantito da EuCertPlast, un programma di riciclaggio di plastica, finanziato dalla Commissione Europea, che fissa alti standard di qualità, tracciabilità, trasparenza e impatto ambientale del riciclo.

Una testimonianza significativa dell’impegno attivo nel favorire la cosiddetta economia circolare, un sistema virtuoso in grado di dar vita a nuovi imballaggi a loro volta interamente riciclabili.

Caratteristiche perfettamente in linea con il concetto del risparmio di risorse del pianeta che, al contempo, assicura elevate prestazioni. La resistenza e le performance del film presentato da RAJA rispetto a quello standard rimangono infatti inalterate, fornendo alle aziende – in particolar modo nei settori quali logistica e trasporti, e-commerce e GDO – un valido strumento per fissare, proteggere e stabilizzare.

Questo prodotto arricchisce e valorizza ulteriormente la nostra offerta green, già ampiamente sviluppata e raccolta nel catalogo che presenta oltre 1.500 prodotti ecologici. – afferma Lorenza Zanardi, Direttore Generale di RAJA ItaliaIl Gruppo RAJA è da sempre attivamente coinvolto in uno sviluppo sostenibile per limitare i consumi a favore di materie ecologiche e riciclabili. Un’attenzione che interessa tutti i livelli della filiera, consegne incluse, volta a garantire i principi cardini di un’economia più sostenibile e rispettosa del Pianeta”.

Covid-19: trasportatori in allarme. Il piano del Gruppo Bracchi

Il trasporto è in trincea. Camionisti, responsabili della logistica, addetti alle consegne sono in prima linea nella lotta per mantenere i servizi essenziali attivi e per far sì che i contraccolpi economici causati dal Coronavirus siano il meno invasivi possibili. Per non aggravare la crisi economica già in atto, il Gruppo Bracchi ha deciso di non bloccare tutte le attività, ma di adottare le misure precauzionali per garantire la sicurezza di tutti i dipendenti, collaboratori e partner cercando al contempo di assicurare la continuità del servizio per i clienti.

In particolare, l’azienda con sede in provincia di Bergamo, uno degli epicentri dell’epidemia, ha subito istituito un comitato di gestione della crisi che ha diffuso un decalogo comportamentale in tutte le sedi del gruppo tra Veneto (nel Vicentino), Lombardia, Slovacchia, Polonia e Germania. Un dipendente su tre ad oggi è in smartworking, sono state sospese le trasferte, è stato predisposto l’uso di mascherine e guanti usa e getta per gli autisti durante il carico presso terzi, ma anche per i magazzinieri e gli sportellisti addetti allo scambio documentale. Non solo: è stato organizzato un controllo degli accessi e screening del personale esterno presente nelle sedi aziendali per prevenire il rischio di contagi.

“Il nostro pensiero, prima di tutto, è andato alle persone che fanno parte dell’azienda e a chi, adesso, è in prima linea nel combattere la pandemia”, spiega Mauro Crippa, direttore generale di Bracchi Group. “Per i nostri dipendenti abbiamo stipulato una polizza assicurativa con Assidim e Marsh SpA che prevede indennità di ricovero dopo il settimo giorno, indennità di convalescenza e diverse forme di assistenza a seguito di ricovero in terapia intensiva causato da infezione da Covid-19″. Nella speranza che nessuno debba mai farvi ricorso, il Gruppo Bracchi vuole con questo dimostrare ai dipendenti tutto il suo supporto.

“Siamo consapevoli tuttavia che le difficoltà che il Gruppo Bracchi sta affrontando sono niente a confronto a quelle dei medici e del personale sanitario”, conclude l’amministratore delegato Lorenzo Annoni. “Per questo, contribuiremo alla raccolta fondi per l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e alla raccolta AiutiAMO Vicenza promossa dalla Fondazione San Bortolo e dal Comune di Vicenza. Per moltiplicare l’impegno del Gruppo, per ogni euro raccolto dai dipendenti il Gruppo Bracchi ne devolverà un altro per contribuire alla causa”.

 

Fobia contagio: la paura di Covid-19 richiede soluzioni contactless

Le preoccupazioni relative a COVID-19 continuano a crescere e sempre più persone si rifiutano di toccare il dispositivo dei corrieri per firmare e confermare la consegna o il ritiro di un pacco. L’enorme traffico di ordini online con consegna a domicilio o al piano strada ha reso questa situazione un problema urgente per i retailer e le aziende di delivery, i quali cercano di salvaguardare clienti e dipendenti.

In Italia, in ottemperanza a quanto stabilito dal Decreto Legge n. 18 del 20 marzo 2020 (cd. “Cura Italia”), per le raccomandate, i pacchi e in generale tutta la posta assicurata varrà la firma apposta dall’operatore, che si dovrà comunque assicurare della presenza del destinatario o della persona abilitata al ritiro nel luogo indicato come indirizzo. Ciò non toglie che, avere un riscontro dell’avvenuta consegna, possa essere importante e, in molti casi, fondamentale per i retailer e le aziende di delivery.

Per riattivare questo possibilità, senza rischi per dipendenti e clienti, Scandit ha utilizzato la propria tecnologia di mobile computer vision e di scansione dei barcode per creare una web app, Contactless Proof of Delivery, veloce da implementare per i retailer e le aziende di delivery, e disponibile gratuitamente per sei mesi – fino al 30 settembre.

I clienti possono utilizzare il proprio smartphone per scansionare un QR code che apre la web app, quindi è sufficiente scansionare il codice a barre sul pacco e firmare sul proprio dispositivo per confermare una consegna o un ritiro. Il processo è semplice, senza bisogno di scaricare nulla o di accedere a un account.

Scandit ha sviluppato l’app e ha deciso di offrirla gratuitamente durante questa crisi, dopo aver ricevuto richieste da parte di alcuni dei propri clienti operanti in ambito logistica.

“A causa della pandemia, avevamo bisogno di un modo per garantire la sicurezza dei nostri corrieri e dei destinatari dei pacchi che non si sentivano a proprio agio a firmare per le spedizioni sui nostri dispositivi portatili. Avevamo bisogno di una soluzione rapida e semplice per consentire ai clienti di firmare le consegne attraverso i propri dispositivi mobile. Scandit fornisce già un software di scansione dei barcode per una delle nostre applicazioni di smistamento terminali e ci siamo resi conto che la stessa soluzione poteva essere utilizzata per questa nuova app con firma”, ha dichiarato Dastan Namousi, Demand & eService Manager, DB Schenker, Nordics.

“Quando abbiamo sentito parlare di questo problema dai nostri clienti, abbiamo creato rapidamente la web app”, ha dichiarato Samuel Mueller, CEO di Scandit. “Nel tentativo di renderla ampiamente disponibile il prima possibile, la offriamo gratuitamente per sei mesi a tutte le aziende che possono beneficiarne.”

 

La logistica ai tempi del coronavirus: l’esempio di Raben Sittam

Aumentano gli ordini nella food industry, cambiano i comportamenti d’acquisto e le modalità di lavoro, in questo scenario tratteggiato dall’emergenza sanitaria, la logistica e i trasporti continuano a svolgere un ruolo essenziale. Infatti, come confermato anche l’ultimo decreto (DPCM – 22 marzo 2020), tutte le attività di trasporto, commercializzazione e consegna di farmaci, tecnologia sanitaria, dispositivi medico-chirurgici e prodotti agricoli e alimentari rimangono attive e non soggette a fermo.

Ma come ha affrontato l’emergenza uno dei protagonisti del settore, come Raben Sittam uno dei protagonisti europei nel settore dei trasporti e della logistica, che ha la propria sede principale a Cornaredo, all’interno della regione Lombardia, la prima regione che ha dovuto fronteggiare le conseguenze del Covid-19?

“Abbiamo da subito adottato misure extra per proteggere il nostro personale interno ed i nostri autisti” – ha dichiarato Emily Calcaterra, Human Resources Manager di Raben Sittam. “In questo periodo almeno il 50% di ogni team lavora da casa con una turnistica a rotazione, di fatto un terzo dei nostri dipendenti sta lavorando in smart working. Coloro che non dispongono abitualmente di un laptop hanno potuto portare a casa i computer desktop con VPN installata. Abbiamo implementato un maggior numero di linee per le riunioni in videoconferenza in maniera tale da ridurre al minimo necessario le riunioni interne” – aggiunge Calcaterra.

In aggiunta a misure che facilitano il lavoro da casa, Raben Sittam ha adottato misure di protezione e nuove procedure come, ad esempio, l’obbligo della pausa di 30 minuti fra un turno e l’altro in magazzino, al fine di evitare l’assembramento per chi, inevitabilmente, non può assentarsi dal lavoro. A livello pratico, il personale di magazzino addetto al carico e scarico dei mezzi e gli impiegati operativi che scambiano documenti di trasporto con i vari autisti, stanno utilizzando costantemente guanti protettivi tanto da aver posizionato, negli uffici appositi contenitori chiusi per lo smaltimento degli stessi.

Non solo, Raben Sittam monterà pannelli di protezione in vetro/plastica nei primi punti di contatto, come ad esempio: cancelli, aree di accoglienza o altri luoghi primari in cui avviene la trasmissione e la ricezione di documenti verso e dagli autisti.

“Sappiamo quanto sia difficile, in questi giorni, assicurare lo svolgimento regolare delle attività in azienda” – ha dichiarato Wojciech Brzuska – CEO of Raben Sittam. “L’operatività nel nostro settore è garantita dal lavoro giornaliero di autisti, magazzinieri, spedizionieri e altre figure chiave per le quali non è possibile lavorare da remoto. Abbiamo adottato tutte le misure preventive previste dalle istituzioni e dall’OMS al fine di far sentire al sicuro tutti i nostri dipendenti che, ogni giorno, lavorano in questa situazione di difficoltà” – aggiunge Brzuska.

 

 

Lidl inserisce nella sua flotta di Somaglia 5 TIR a biometano

Logistica sostenibile?

Si può. A piccoli passi, ma si può. Lo dimostra Lidl con l’inserimento nella sua flotta di 5 mezzi pesanti alimentati a biometano, novità assoluta nell’ambito del Retail e della GDO, realizzati grazie alla collaborazione con IVECO, LC3 Trasporti ed Edison. I mezzi opereranno nel centro distributivo di Somaglia, fiore all’occhiello di Lidl, per la cui riorganizzazione nel 2016 furono investiti 45 milioni di euro. Oggi si occupa del rifornimento di 70 pdv tra Lombardia e Emilia e da qui transitano quotidianamente tra i 130 e i 150 mezzi.

I 5 TIR abbinano all’innovativa alimentazione, anche una nuova tecnologia per la refrigerazione dei cassoni,realizzata con azoto.

L’adozione del biometano rappresenta un ulterio paso avanti sulla via delle rinnovabili, dopo l’inserimento nella flotta di 50 unità alimentate con LNG.Parlando di obiettivi  e prospettive, Pietro Rocchi, Amministratore Delegato Vendite e Logistica Lidl Italia ha commentato: “Come obiettivo di lungo periodo, vogliamo gradualmente passare da un trasporto principalmente basato su combustibili fossili, a combustibili alternativi ad emissioni ridotte di CO2, come il biometano e il gas naturale liquido (LNG), che già impieghiamo con una nutrita flotta di mezzi. Il percorso di Lidl per una logistica più sostenibile è cominciato nel 2015, quando abbiamo presentato i primi camion alimentati a LNG. Da quel momento abbiamo raggiunto risultati molto positivi: nonostante la crescita costante della nostra attività e l’apertura in media di circa 40 nuovi punti vendita all’anno, siamo riusciti a ridurre le emissioni di CO2 del 5,2%, parliamo di 620.000 tonnellate di emissioni evitate. Ringrazio i nostri partner in questa iniziativa: LC3, IVECO ed Edison. Grandi Aziende, ognuna leader nel proprio settore, con le quali condividiamo valori e impegno per la sostenibilità”.

In effetti il bio metano (ottenuto da residui domestici, commerciali e agrotecnici) oltre a consentire una maggiore autonomia in termini di approvviginomento (sfrutta infatti la rete di gas nazionale) offre pure il vantaggio di un abbattimaneto di emissioni elevatissimo: 95%, che crea un circolo virtuoso di autosussistenza economica ed ecologica

“Per arrivare a questo punto – ha spiegato Alessandro Oitana, Medium&Heavy Business Line Manager IVECO – abbiamo lavorato come IVECO da molti anni arrivando a garantire: sicurezza, infrastrutture e autonomia km. Il mondo cambia e cambia velocemente e sicuramente il futuro vedrà nuove tecnologie, tuttavia, per arrivare ad avere le stesse condizioni a livello di capacità di carico, autonomia, tempi di ricarica e infrastrutture, la strada da fare è ancora tanta, quindi ci sentiamo di affermare che l’unica soluzione immediatamente disponibile ed economicamente sostenibile oggi sia il Biometano in tutte le sue forme sia CNG che LNG. Il mercato dimostra di recepire con entusiasmo queste nuove proposte; non è un caso infatti che in un panorama flat, nel 2029 i truck alimentati con gas naturale hanno invece fatto registrare una crescita del 52% rispetto all’anno precedente. Quanto ad IVECO, posso dire con un certo orgolio, che in questo segmento detiene oggi una quota del 70%.”

Sulla stessa linea anche Mario Ambrogi, Direttore Generale Gruppo LC3 Trasporti: “LC3 sin dalla costituzione ha prestato massima attenzione a quelle innovazioni tecniche e tecnologiche nel settore della produzione di veicoli destinati al trasporto pesante su gomma che potevano rappresentare l’avvio di un “modo nuovo” di fare autotrasporto. Grazie ai primi veicoli introdotti nel 2013 da IVECO, innovativi in quanto alimentati a LNG, e alla sensibilità alle problematiche ambientali subito dimostrata da Lidl, si è potuta sviluppare la visione nuova del “fare trasporto” propria di LC3, fino a raggiungere, oggi, un altro importante risultato con l’adozione di trucks alimentati a biometano. Rimane ancora molto da fare in termini di impianti di produzione di biometano, in impianti di stoccaggio, di liquefazione e di distribuzione diffusa; LC3, comunque, conferma il proprio impegno e il proprio affidamento nel biometano così come confermato anche dai propri partner IVECO, Lidl, Edison”.

Infine, approfondento il dema della distribuizione e dell’approvvigionamento,  Davide Macor, Direttore Mercato Business Edison ha preisato:L’impiego di fonti rinnovabili e la decarbonizzazione dei trasporti sono tra gli obiettivi cardine di Edison, in linea con i target europei di sostenibilità. Edison attualmente fornisce metano a più di 200 stazioni di rifornimento in tutta Italia e, in quanto aggiudicatario del bando GSE per il biometano, è oggi il primo operatore abilitato al suo ritiro e distribuzione. Edison, inoltre, è impegnata nella realizzazione della prima catena logistica integrata di LNG per un ulteriore sviluppo della mobilità sostenibile nel trasporto pesante e marittimo. Grazie a questi sviluppi, il contributo di Edison alla diffusione della mobilità sostenibile si basa su una gamma completa di servizi che includono la mobilità elettrica, metano e biometano, LNG e prossimamente BioLNG”.

 

Scegliere spazi urbani per la logistica conviene: lo dimostrano i costi del last link

Nell’e-commerce la sfida si gioca tutta lì: nel last link (detto anche last mile o ultimo chilometro), ovvero nella fase finale della supply chain dell’e-commerce indipendentemente dal mezzo di trasporto utilizzato, in un contesto urbano o rurale, verso un punto di raccolta o un domicilio. I clienti vogliono una consegna rapida ed efficiente e quindi non si può sbagliare. Inevitabile, quindi, che i costi lievitino.

Ce lo rivelano i dati contenuti nel report “Last Link: Quantifying the Cost”, e divulgati da Cushman & Wakefield, che evidenziano come nella supply chain dell’e-commerce ad incidere maggiormente sono proprio i costi del trasporto (50,3%) a fronte di un’incidenza del 4,3% dei costi immobiliari.

Abbassare questi costi, però non è impossibile.

Da un’analisi dei quattro principali mercati europei (Londra, Parigi, Madrid e Milano) è infatti emerso che la riduzione della STEM distance (il tempo di percorrenza tra il deposito urbano e il punto di consegna) abbassa sistematicamente i costi totali del “last link”. Nonostante i canoni di locazione notevolmente più elevati, il ricorso ai depositi urbani ha costi totali sempre inferiori rispetto ai costi totali generati dai magazzini di distribuzione, situati in genere fuori dalle città. Scegliendo i depositi urbani si riducono i tempi e i costi degli autisti, diminuisce il consumo di carburante e si ottimizza anche l’utilizzo dei furgoni. Quindi la riduzione della STEM distance con un avvicinamento di 10 minuti a un deposito urbano di dimensioni medie ha generato un risparmio di 1 milione di euro l’anno. “I risultati ottenuti dall’utilizzo del modello TLLC (Total Last Link Cost ndr) dimostrano che optare per la logistica di fascia premium scegliendo spazi urbani conviene, visti gli enormi risparmi possibili sui costi di trasporto totali – spiega a questo proposito Lisa Graham, Logistics Research & Insight team, Cushman & Wakefield -. Ci attendiamo un significativo aumento dei canoni di locazione per i depositi urbani nelle principali città europee, parallelamente a un ulteriore sviluppo degli hub logistici.”

Visione simile anche per Marzio Granata, Co-Head I&L Italy, Logistics & Development e Alessandro Mancini, Co-Head I&L Italy, Last Mile & Data Centre Advisory, che commentano: “La continua espansione dell’e-commerce e la crescita di una domanda sempre più attenta ai tempi di ricezione dei beni acquistati, stanno apportando un cambiamento strutturale del mercato immobiliare che favorisce il settore industriale e della logistica, evidenziando la necessità di hub in prossimità dei centri cittadini ed in molti casi dentro le stesse aree metropolitane. Grazie a strumenti sempre più innovativi e affidabili volti allo studio della logistica urbana, come “TLLC”, Cushman & Wakefield è in grado di rispondere alla crescente richiesta del mercato di approfondire questo settore con soluzioni e competenze di alto profilo professionale, tese a supportare le valutazioni in sede di analisi delle location di insediamento.”
Carlo Walder, Head of Capital Markets Industrial & Logistics, conclude: “L’interesse degli investitori, soprattutto stranieri, per l’acquisizione di immobili logistici in Italia è sempre molto forte. A questo si aggiunge quello per gli immobili last mile grazie al posizionamento vicino e all’interno delle città e all’espansione dell’attività di e-commerce. La scarsità di prodotto e le elevate aspettative dei venditori impediscono dei record nei volumi delle transazioni e obbligano gli investitori a cercare nuove opportunità quali operazioni di sale&lease back, l’acquisizione di magazzini sfitti in location interessanti e la riqualificazione di immobili urbani dismessi. I rendimenti sono in continua compressione”.
Nel lungo periodo, Cushman & Wakefield prevede che un ulteriore miglioramento dell’efficienza della distribuzione sarà determinato da soluzioni e tecnologie ecologiche. Una volta legalizzata in Europa, la tecnologia dei veicoli a guida autonoma avrà un impatto potenzialmente in grado di modificare i costi di trasporto; un precedente report di Cushman & Wakefield, “The Changing Face of Distribution”, stimava una potenziale riduzione della quota dei costi logistici totali dal 50% ad addirittura il 32%.

Metodologia

I dati contenuti nel report “Last Link: Quantifying the Cost” sono stati generati da un modello di nuova creazione chiamato Total Last Link Cost (o modello TLLC) sviluppato in collaborazione con P3 Logistic Parks, che permette di quantificare i costi totali del “last link” per qualsiasi immobile.

 

 

P3 Logistic Parks finalizza deal ad ARDEA per realizzare un magazzino chiavi in mano

P3 Logistic Parks  ha finalizzato un importante deal ad Ardea, a sud di Roma, nel distretto industriale di Santa Palomba, acquistando un terreno con possibilità di edificare un magazzino fino a 50.000 m2 e opzioni di ulteriore espansione, situato in uno degli snodi logistici più importanti del Centro Sud.

Si tratta infatti di una opportunità di sviluppo “chiavi in mano” particolarmente rilevante per il settore, in un’area servita da primarie infrastrutture viabilistiche alternative, quali la Via Pontina e la Via Ardeatina, e per la sua vicinanza (soli 2,7 km) al Terminal ferroviario intermodale di Pomezia –  Santa Palomba: un polo ad alta efficienza in fase di rilancio, che diventerà uno snodo fondamentale nel centro Italia per il trasporto merci su ferro, grazie a un corridoio ferroviario che unirà Scandinavia e Mediterraneo.

P3, inoltre, ha selezionato l’area di Ardea per la sua vicinanza a Roma e il posizionamento strategico per lo sviluppo logistico-distributivo, a soli 14 km dal Raccordo Anulare, 37 km dall’Aeroporto di Fiumicino e 7 km dalla SS 148 Pontina.

La nuova struttura logistica sarà  “customizzata” a seconda delle esigenze del cliente, ed ideale per una vasta gamma di settori tra i quali 3PL, automotive, retailers, manifattura leggera. Inoltre, la consegna del magazzino potrà avvenire in tempi brevi, in meno di un anno. Tra gli ulteriori plus della struttura vi saranno ampi spazi di manovra e un’altezza fino a 12 m sotto trave.

Ha dichiarato Jean-Luc Saporito, Managing Director di P3 Italy: “Siamo orgogliosi di proseguire lo sviluppo in Italia, ed in particolare nel Centro sud, con un progetto molto importante per P3 dal momento che è il primo gestito dalla società nell’area di Roma, nonché una delle opportunità logistiche più interessanti sul mercato, in un polo strategico di grande importanza per l’economia del territorio”.

Con un nuovo pallet di plastica Conad vince il premio “Il logistico dell’anno 2018”

Ridurre il danneggiamento dei prodotti, limitare i disservizi nel punto di vendita, evitare gli sprechi alimentari e la conseguente produzione di rifiuti: sono gli obiettivi alla base del progetto che Conad ha sviluppato assieme a Cpr System, partner storico nella gestione in comune di pallet e imballaggi riciclabili per il trasporto di prodotti.

Grazie a un nuovo pallet in plastica (polipropilene riciclabile al 100%), leggero e inforcabile per sollevamento, è stato possibile gestire al meglio la distribuzione dei prodotti deperibili a proprio marchio (salumi e formaggi). Il nuovo supporto consente di ridurre il peso complessivo della colonna di carico costituita da più pallet, aumentando al contempo la superficie di appoggio sull’elemento sottostante. Ma è anche un esempio di economia circolare, messo a punto per riutilizzare i materiali in successive fasi o cicli, riducendo gli sprechi ed evitando l’abbattimento di alberi per produrre pallet in legno.

Il progetto è valso a Conad il premio “Il logistico dell’anno 2018”, riconoscimento che Assologistica attribuisce ogni anno alle imprese che più fanno innovazione nel settore.

“Conad ha posto in questi ultimi anni una forte attenzione ai temi dello sviluppo sostenibile. L’impegno è cresciuto ed è evidenziato da tutte le iniziative messe in atto per ridurre l’impatto ambientale delle attività di distribuzione – spiega il direttore supply chain Conad Andrea Mantelli –. Il successo dei prodotti Conad è dovuto a un insieme di fattori: qualità, attenzione alla selezione dei fornitori, controlli sulla filiera, convenienza, ma anche ottimizzazione dei flussi distributivi. Elemento, quest’ultimo, su cui abbiamo lavorato molto, in chiave di centralizzazione logistica e di sviluppo di progetti innovativi. Il premio è il riconoscimento del nostro impegno in materia di sostenibilità e di un progetto che migliora la qualità dell’ambiente migliorando le modalità di trasporto”.

In un viaggio di rifornimento si possono caricare in media 120 nuovi pallet con una riduzione di 2.200 chilogrammi sul totale trasportato rispetto a quelli tradizionali in legno, a tutto vantaggio di una maggiore quantità di prodotto caricabile. In questo modo, inoltre, si riduce del 20% l’incidenza di prodotti danneggiati, evitando il reso e di generare rifiuti (legno e chiodi).

È soprattutto l’ambiente a trarne vantaggio: le emissioni di gas serra – ovvero di CO2 – legate ai trasporti si riducono del 42 per cento rispetto al tradizionale sistema con bancali in legno a causa della minor massa dei pallet in plastica, ai maggiori quantitativi trasportabili di prodotto e, dunque, al minor numero di viaggi degli automezzi.

“La partnership con Conad ci ha consentito di sviluppare importanti progetti finalizzati a preservare la qualità dei prodotti freschi e la sicurezza alimentare, ottimizzando i trasporti, rendendoli più efficienti e riducendone l’impatto ambientale – sottolinea il presidente di Cpr System Francesco Avanzini –. Cpr nasce sostenibile e consideriamo la sostenibilità un’opportunità anche per lo sviluppo economico del Paese. Il premio corona un impegno di lunga data, che portiamo avanti per fornire alla moderna distribuzione le risposte migliori e più efficaci, in un’ottica di economia circolare che è sempre più il nostro carattere distintivo”. 

Emissioni e rumore zero per il semirimorchio ad azoto di Lidl

Silenzioso e a emissioni zero: è il primo semirimorchio refrigerato ad azoto liquido adottato in Italia, da Lidl. Un rivoluzionario mezzo è stato presentato ieri in anteprima a Milano da LC3, prima Azienda in Italia ad aver abbracciato il metano allo stato liquido LNG, nonché storico partner della logistica del discounter tedeso. Perché non genera emissioni inquinanti nell’atmosfera: zero emissioni di anidride carbonica (CO2), ossidi di azoto (NOx) e polveri sottili (PM).

Già nel 2014 Lidl adottò la prima flotta di 15 mezzi Iveco Stralis alimentati a gas naturale liquido (LNG). Una soluzione tecnologica all’avanguardia e alternativa, volta a ridurre l’impatto ambientale del trasporto su ruota. Con RevolutionN2, il nuovissimo semirimorchio refrigerato ad azoto, prosegue la partnership tra Lidl e LC3 all’insegna della sostenibilità.

Spiega Pierpaolo Pastore, Direttore Logistica Lidl Italia,: “L’adozione nel 2014 dei primi mezzi a metano liquido fu una vera e propria svolta “verde” per la logistica di Lidl Italia. Oggi facciamo un ulteriore passo in avanti. Siamo molto orgogliosi di essere i primi in Italia ad adottare il semirimorchio ad azoto. Il primo mezzo sarà destinato al rifornimento quotidiano dei nostri punti vendita di Milano, con l’augurio di estenderlo poi nel breve anche ad altre aree cittadine. Un ringraziamento va ad LC3 che ha creduto in questo progetto, rendendolo realtà e segnando un’importante tappa per una logistica sempre più sostenibile”.

 

 

Ammanchi in Gdo: Asda adotta la soluzione Shrink Managment as a Service di Tyco

Ammanchi, antico problema della Gdo cui oggi grazie alla tecnologia cloud è possibile dare risposte concrete: ad esempio Asda, insegna britannica, ha deciso di adottare in tutti i suoi 642 punti vendita la soluzione Sensormatic Shrink Management as a Service di Tyco Retail Solutions che garantisce visibilità sui sistemi antitaccheggio (EAS) e di loss prevention.

Sensormatic SMaaS è un servizio basato sul cloud di Google che consente la gestione dei dispositivi e offre analisi predittive per controllare gli ammanchi, indirizzando al contempo le principali cause che li determinano. Con dashboard di facile navigazione, la soluzione aiuta a interpretare i dati permettendo ai retailer di individuare anticipatamente i problemi e prendere decisioni aziendali migliori.

L’implementazione di SMaaS per Asda fa parte di una più ampia strategia quinquennale che uno dei principali retailer britannici sta attuando con Tyco Retail Solutions al fine di ammodernare le sue soluzioni EAS e il suo ecosistema di tagging, nonché migliorare il sistema di segnalazione e di alert sul punto vendita. Utilizzando SMaaS, gli esperti di prevenzione degli ammanchi di Asda ricevono notifiche automatiche basate sulle eccezioni in tempo reale per individuare con maggior facilità eventuali problemi che richiedono un’attenzione immediata. Adottando misure preventive, Asda può iniziare a razionalizzare le attività, assicurando il futuro dei propri investimenti con iniziative mirate a centralizzazione dei processi di gestione, ottimizzazione del personale sul punto vendita e identificazione di possibili gap formativi.

“Grazie ai sistemi EAS ora disponiamo di nuove informazioni e di una gestione centralizzata che rendono più efficienti le nostre apparecchiature antitaccheggio e ci consentono di concentrare i nostri sforzi e gestire in modo più proattivo i nostri 642 punti vendita. Il vero vantaggio sarà realizzato quando potremo agire in modo predittivo per supportare i nostri punti vendita con il nuovo livello di visibilità garantito da SMaaS” ha detto Andrew Rees, senior manager Asset Protection di Asda.

 

Analisi puntuale

Sensormatic Shrink Management as a Service fornisce un quadro chiaro delle attività nei singoli punti vendita, per zona, regione e persino a livello d’impresa per isolare i dati e confrontare le metriche relative alle prestazioni. La mappa della criminalità organizzata nel retail, ad esempio, fornisce ai rivenditori informazioni sull’attività ORC in un’area geografica specifica, tenendo conto degli allarmi per la rilevazione di fogli di metallo e dispositivi jammer. Identifica i gruppi di negozi che hanno subito lo stesso evento ORC, consentendo ai retailer di effettuare analisi per prendere decisioni proattive e misure preventive.

Questo servizio innovativo contribuisce alla riduzione degli ammanchi e a una migliore operatività delle apparecchiature. Minimizzando i tempi di inattività, gli esperti in prevenzione degli ammanchi possono ridurre i tempi di gestione di sistemi e dispositivi e dedicare più tempo e risorse al miglioramento della store performance e dell’assistenza al cliente.

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