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e-commerce e packaging le 7 tendenze del 2018: sarà l’anno della personalizzazione

e-commerce e packaging un binomio strettissimo che influisce sulle performances del servizio.

Quali sono oggi le tendenze prevalenti degli e-merchant e le loro richieste?

Se ne è perlato nel corso dell’evento Netcomm Focus dedicato alla logistica e al packaging, dove Rajapack, filiale italiana del gruppo RAJA, ne ha evidenziate 7:

  1. Packaging minimal che riduca i volumi e l’impiego di materiale. Una soluzione che ha una doppia valenza, da una parte incontra il gusto estetico del pubblico, dall’altra riduce i costi di trasporto e gestione logistica;
  2. Packaging conforme alle tabelle peso-volumetriche dei principali corrieri, sempre in ottica di riduzione di volumi e costi;
  3. Packaging green capace di soddisfare le 3 “R”: ridurre, riutilizzare, riciclare. I merchant sanno che il 52% delle decisioni di acquisto è influenzato dall’impatto ambientale dell’imballo e Rajapack testimonia questa tendenze con un crescita del 40% delle richieste per imballaggi eco-sostenibili;
  4. Packaging riutilizzabili: soluzioni che possono essere impiegate anche per eventuali resi da parte del consumatore che nell’80% dei casi infatti dà per scontato di poter rendere la merce nel medesimo imballo in cui l’ha ricevuta;
  5. Packaging anti-effrazione: si moltiplicano i nastri adesivi personalizzati o in carta anti-furto, le scatole americane senza chiusura automatica (più facili da aprire) e le buste con messaggi di tentata effrazione;
  6. Packaging personalizzato: il pacco è un vero e proprio biglietto da visita per le aziende capace anche di trasmettere al consumatore i valori e le peculiarità che le caratterizzano, per questo è importante una personalizzazione significativa che riguardi sia il lato esterno che quello interno per influenzare il cosiddetto effetto WOW;
  7. Packaging più veloce e meno ingombrante in grado di risparmiare spazio a magazzino e incrementare la produttività soprattutto nei momenti di maggiore attività.

Passando poi agli e-shopper, vediamo quali accorgimenti contribuiscono all’effetto wow.

 Cresce l’unboxing, ovvero il fenomeno della condivisione sui social del momento di apertura del pacco.

Sempre più rilevante il premium packaging (conosciuto anche come packaging regalo) non solo nel lusso, dove in realtà non stupisce, ma anche in settori come l’elettronica e il food a testimonianza di un e-shopper sempre più attento ed esigente.

Sempre più spazio alla personalizzazione specialmente nell’abbigliamento, dove l’importanza è comunicare senza particolari esigenze anti-shock, e nella gioielleria La personalizzazione, infatti, sarà uno dei trend in forte crescita nel 2018. Dall’indagine di DotCom Distribution emerge infatti che il 44% degli e-shopper che spendono più di 200$ al mese ripeterà l’acquisto online solo se ha ricevuto un packaging personalizzato e curato nei dettagli.

 

 

 

Coop Olanda introduce i camion elettrici per la logistica

Foto: Guido Benschop

Si fa un bran parlare di auto elettriche, ma tanto della mobilità sostenibile passa anche per il trasporto su gomma: a che punto siamo dunque con i camion elettrici? Una prima risposta viene dalla Coop olandese, che ha annunciato un progetto pilota per rifornire i punti vendita del centro di Rotterdam con autocarri elettrici.

Coop Supermarkten fornisce energia elettrica al 100% ai suoi negozi di Rotterdam. Per contribuire al Green Deal 010, il programma per azzerare le emissioni dai trasporti e dalla logistica nel centro di Rotterdam nel 2020, l’organizzazione del supermercato sta esplorando nuove possibilità per le forniture elettriche nei centri urbani.

Dal centro di distribuzione di Gieten (Drenthe), quattro volte a settimana i container vengono caricati su un camion elettrico di Breytner, specialista nel settore del trasporto elettrico al 100%, il quale rifornisce i negozi Coop Today nel centro della città, silenziosamente e in modo pulito.

«Coop in questo modo rifornisce i negozi in modo sostenibile e riduce l’inquinamento atmosferico e l’inquinamento acustico nelle aree densamente popolate. Breytner ha le conoscenze e le competenze per fornire una distribuzione a prova di futuro e pulita» dice Coen Worst, Transport Manager di Coop.

Dopo il progetti pilota di Rotterdam, Coop sta studiando le possibilità di fornire emissioni zero in altri suoi negozi. Con il programma Green Deal, il governo olandese punta ad arrivare a una logistica a zero emissioni entro il 2025. Entro quell’anno, Coop sarà pronta a fornire tutti i negozi nei centri urbani nei Paesi Bassi senza emissioni.

Il robot per consegne made in Italy è partito da Cremona, ci consegnerà lui la spesa in futuro?

Un robot, progettato e realizzato in Italia nella milanese e-Novia (un incubatore che sviluppa competenze distintive con il gruppo di ricerca MoVe del Politecnico di Milano) anche se dal nome inglesissimo Yape (acronimo di Your Autonomous Pony Express) ha realizzato ieri la sua prima consegna a Cremona. La città che negli ultimi due mesi ha ospitato la sperimentazione in campo aperto. Percorso: 400 metri, dalla sede della locale Confcommercio al Municipio. Contenuto: un plico di fogli bianchi, “su cui si scriverà il futuro”.

Yape è una sorta di drone terrestre, che funziona tramite un’App collegata alla piattaforma di gestione che gestisce l’intero processo. Partendo dalla scansione in 3D del viso del cliente per il riconoscimento facciale. Una volta giunta a destinazione avvisa il richiedente che dovrà scendere in strada e mostrare le fattezze per il riconoscimento biometrico: solo allora lo sportello si aprirà e si avrà accesso al contenuto. La capacità di carico è fino a 70 chilogrammi (più che sufficiente, per dire, per una spesa anche pesante) e l’autonomia è di circa 80 km.

E la sicurezza, è la domanda che sorge spontanea nella mente di qualsiasi connazionale? Sarà garantita dall’intero set di telecamere ad alta definizione (tre sistemi distribuiti sui quattro lati del veicolo, che minimizzano la zona d’ombra fatti di 4 sensori LiDARS 3D in grado di “vedere” fino a una distanza di 35 metri; 4 videocamere con un cono visuale di 120° ognuna e con capacità di analisi dell’immagine e 8 sensori di prossimità), necessarie al robottino per interagire con l’ambiente e districarsi nel traffico cittadino tra cani, pedoni, semafori e segnali stradali, e che trasmette a un centro di controllo tutte le informazioni sull’ambiente circostante (e le fattezze biometriche dell’eventuale malintenzionato che volesse impossessarsi del contenuto).

Yape viaggia su due ruote dotate di motori elettrici autonomi che minimizzano il consumo di energia massimizzando l’agilità di movimento. Può effettuare rotazioni sul posto e superare ostacoli come le rampe dei marciapiedi o le rotaie del tram. Per questo è particolarmente adatto a muoversi negli spazi stretti e irregolari delle città italiane ed europee, sia su marciapiede (a una velocità massima di 6 km orari) sia su pista ciclabile (fino a 20 km orari).

Cremona è la cittadina lombarda piccola ma d’arte, e sufficientemente smart per coinvolgere il Comune in questo progetto innovativo, con il coinvolgimento della polizia municipale, che ha supervisionato il viaggio in assenza, ancora, di autorizzazioni non ancora esistenti per il nuovo mezzo di trasporto, mentre il mezzo veniva osservato a distanza dalla centrale operativa allestita al CRIT, Polo per l’Innovazione Digitale di Cremona, con cui e-Novia e il Comune di Cremona hanno stretto una forte sinergia nella fase dei test autunnali.

 

Soluzioni al traffico cittadino

Il mondo delle consegne ormai da qualche anno è in pieno fermento, e si fa un gran parlare di droni e dirigibili, tricicli o chiatte, testate da Franprix a Parigi, e naturalmente robot: testati da Metro in Germania e Domino’s Pizza in Australia, sono già utilizzati per consegne a Londra da JustEat e Tesco, mentre in California sono attivi DoorDash (pasti a domicilio) e Postmates (posta). Il motivo? I problemi di traffico e di logistica generati dal sempre più diffuso uso dell’e-commerce e del food delivery, specie nelle aree urbane. Dove solo nel (lontano?) 2015 sono stati consegnati 31 miliardi di pacchi, cifra che si stima salirà a 43 miliardi nel 2020. Ogni giorno a Milano vengono consegnati circa 150mila pacchi da 11mila camion vuoti in media per il 60%, che contribuiscono al 27% dell’inquinamento atmosferico. 

I vantaggi dunque si misurano in termini di sostenibilità (Yape è elettrico) e diminuzione del traffico su strada, assicurano dall’azienda. E magari pure dall’assenza di rivendicazioni sindacali che hanno visto anche recentemente i riders di Deliveroo e Foodora organizzare flash mob e biciclettate per chiedere più garanzie e migliori condizioni economiche.

Di sicuro c’è chi ci crede: Eldor Corporation, multinazionale dell’automotive con sede a Como, ha investito la considerevole cifra di 6 milioni di euro che contribuiranno a finanziare YAPE, “per raggiungere gli ambiziosi obiettivi nell’ambito della guida autonoma e della prossima integrazione dei sistemi connessi nelle smart city”. Al momento la società sta sondando vari distributori e società di spedizioni per stringere accordi. Obiettivo: portare i robottini nelle nostre strade (e sui nostri marciapiedi), per consegnare pasti, spese o pacchi di ogni tipo.

Inoltre, YAPE farà parte della sperimentazione della tecnologia 5G assegnata dal Ministero per lo Sviluppo Economico a Vodafone Italia per l’area strategica di Milano. La tecnologia per reti mobili di quinta generazione offrirà alta velocità e bassa latenza con possibilità di sviluppo enormi in moltissimi ambiti, tra cui, appunto, quello dell’automotive e della mobilità.

 

Come funziona

Trasporti, Coop premiata per il progetto “salva CO2” con Logistico dell’Anno 2017

Coop Italia vince il Premio Logistico dell’Anno 2017 per il progetto Trasporto collaborativo multiplayer. Il riconoscimento, promosso da Assologistica e il mensile Euromerci, viene assegnato a progetti svolti in diversi ambiti della filiera logistica. E nel caso di Coop riguarda l’eco sostenibilità. Coop infatti ha sviluppato una modalità innovativa e sostenibile di trasporto merci in collaborazione con Chep Italia, la società di servizi di pallet pooling, e con due fornitori di prodotto a marchio Coop, Sorgenti Emiliane Modena, impresa attiva nell’imbottigliamento, produzione e distribuzione di acque minerali, e Deco Industrie, l’impresa di detersivi per la cura della persona e della casa.

Il progetto Trasporto collaborativo multiplayer garantisce una sensibile riduzione dei viaggi con camion a vuoto, riducendo quindi le emissioni di CO2 e i costi per tutti gli attori coinvolti. In particolare, il risparmio totale permette una diminuzione nelle emissioni di C02 pari a 20 tonnellate su una base annua di circa 19.000 Km percorsi.

In futuro inoltre è previsto un ulteriore sviluppo del progetto attraverso l’implementazione di un’applicazione mobile in sinergia sulle linee, per una gestione dematerializzata dei documenti.

«Siamo soddisfatti di aver ottenuto questo riconoscimento – spiega Giuseppe Bertini, Direttore Logistica e Supply Chain – perché va a premiarci su un versante, quello della sostenibilità, che come Coop pratichiamo da anni in modo diverso ma sinergico, dalla filiera di prodotto al punto vendita».

In questa modalità di trasporto combinata in Italia Coop è pioniera. «Il nostro impegno –  continua Bertini – è estenderla a tutti i fornitori di prodotto a marchio. Il che ovviamente amplierebbe in maniera esponenziale il beneficio ambientale che ne deriva».

Con l’eCommerce consegne a +69% nel 2021, richiesti più spazi per la logistica urbana

Aumenta l’eCommerce esponenzialmente (si prevede un incremento del 69% del volume di consegne entro il 2021) e cresce il bisogno di consegne nell’ultimo miglio, di conseguenza si registrerà nelle principali città europee un forte incremento della richiesta di spazi per la logistica urbana. Lo riporta una recente ricerca di Cushman & Wakefield, che nel report Urban Logistics utilizza il “Modello di Spazio Urbano” sviluppato in collaborazione con P3 Logistic Parks per quantificare la richiesta totale di spazi urbani per la logistica nei più importanti mercati europei dell’eCommerce, in base ai volumi attuali e futuri delle vendite online.

 

Londra la più richiesta, a Madrid e Barcellona il maggior incremento

In termini di popolazione e potere di acquisto, è senz’altro Londra il più importante e maturo mercato dell’eCommerce in Europa, con una richiesta attuale di spazi urbani per la logistica di 870.000 metri quadri. Si prevede che nel 2021 la richiesta supererà gli 1,2 milioni di metri quadri (+42%). 

RICHIESTA DI SPAZI URBANI PER LA LOGISTICA IN ALCUNI MERCATI EUROPEI
Fonte: P3 Logistic Parks e Cushman & Wakefield.

 

Segue la Germania, secondo mercato chiave dell’eCommerce in Europa, sia per il numero di grandi città sia per il vantaggio acquisito dallo shopping online rispetto al resto del continente. Si prevede che la richiesta di spazi nei mercati tedeschi aumenterà del 77%, ciò nonostante i 370.000 metri quadri di spazi richiesti a Berlino, il mercato più importante tedesco, saranno meno di un terzo di quelli richiesti a Londra.

I mercati europei dell’eCommerce meno maturi beneficeranno dalla forte crescita delle vendite online che faranno aumentare i livelli della domanda entro il 2021. Il più elevato incremento della domanda in termini percentuali è previsto in Spagna, con Madrid e Barcellona che registreranno un incremento del 102% toccando rispettivamente i 360.000 e 167.000 metri quadri. La richiesta di spazi urbani per la logistica a Varsavia, un mercato relativamente piccolo che ha superato le previsioni di crescita dei volumi dell’eCommerce negli ultimi due anni, dovrebbe aumentare del 90% passando dagli attuali 43.000 metri quadri agli 82.000 previsti entro il 2021.

Per Milano, unica città italiana presa in considerazione dalla ricerca, è prevista una crescita del 75,5% nella richiesta di spazi urbani per la logistica, passando dagli attuali 73.000 ai 130.000 metri quadri circa stimati nel 2021.

Il report mostra anche che il costo delle consegne urbane è elevato e rappresenta fino al 50% del costo della supply chain in Europa per un totale di 70 miliardi di euro e con una previsione di crescita del 7-10% nei prossimi cinque anni. Le soluzioni immobiliari sono attualmente offerte nelle zone periferiche e non all’interno delle città, sia per il valore più elevato delle possibili destinazioni alternative, sia per l’opposizione esercitata dagli stakeholder cittadini nei confronti della logistica.

«Considerando che vengono fatti sempre più acquisti online, è fondamentale che le nostre grandi città abbiamo la capacità di gestire l’aumento del volume delle consegne in tutta Europa – dice Lisa Graham, Head of Logistics Research & Insight di Cushman & Wakefield EMEA -. Secondo il nostro Modello di Spazio Urbano ci sarà una crescita sostanziale in tutta Europa. In prospettiva, sarà fondamentale per i retailer online e per gli spedizionieri utilizzare spazi urbani per la logistica per soddisfare le crescenti aspettative dei clienti in termini di rapidità e affidabilità delle consegne, e allo stesso tempo per ridurre i costi al fine di giustificare canoni di locazione più elevati»

 

È locker-mania: Auchan France apre un deposito da 250, Amazon va nei condomini

Saranno i locker la via maestra per unire reale e virtuali, acquisti online e punto vendita? Difficile dirlo ora, ma quel che è certo è che al momento la comodità di ordinare online e ritirare in un punto fisso a qualsiasi ora sembra allettare i più, e le iniziative si moltiplicano, quanto meno all’estero. In Francia ad esempio Auchan ha allestito un mega-desposito di 250 lockers – il più grande di Francia – nel parcheggio dell’ipermercato di Saint-Étienne Centre 2. Secondo Linéaires, la strategia dell’insegna è quella di ampliare questa modalità di click and collect partendo proprio dai punti vendita che non dispongono di servizio drive (molto diffuso da anni in Francia), per poi espandersi altrove. In questo caso dunque il legame con il punto vendita reale è decisivo e tutt’affatto casuale. L’obiettivo è spingere sulla multicanalità e, come ha spiegato Jean-Charles Fhal, a capo dei drive per Auchan Retail France “rappresenta una risposta di prossimità alle necessità di vari tipi di consumatori”.

Dall’altro lato dell’Oceano ben diversa è l’ultima pensata di Amazon. Il gigante delle dotcom pensa veramente a 360 gradi, e anche questa volta non manca d’audacia. Dopo aver installato i locker per le consegne in 2 minuti nei campus universitari, ora si sta rivolgendo agli androni dei condomini. Un “modulo” (chiamato “Hub By Amazon”) da 43 armadietti che può accogliere ogni tipo di pacchi dai principali operatori, poste comprese. Un sostituto 24 ore su 24 della portineria, o una mega cassetta delle poste, se vogliamo, naturalmente non nominale e da utilizzare in caso di necessità. Ma pare che negli USA la quantità di ordini (e consegne) che si accumulano nelle portinerie stia iniziando, in certe aree, a giustificare una tale soluzione. Addirittura, potrebbero diventare un vantaggio richiesto dagli inquilini in cerca di casa, proprio come una portineria, un terrazzo o una piscina. Non a caso al momento sono coinvolti due grandi operatori immobiliari.

Evidenti le differenze con i locker “tradizionali”, installati in luoghi pubblici o insegne (tipo 7 eleven, in Italia invece c’è un accordo con Pam) ed esclusivamente dedicati agli acquisti alla compagnia di Jeff Bezos, mentre questi, che possono accogliere qualsiasi consegna, sono a disposizione dei soli residenti.

 

MBE Worldwide entra nel capitale sociale della start-up Spedingo

Un incontro fortunato, il loro.

Da una parte c’è BE Worldwide S.p.A., azienda che oggi conta circa 2.600 Centri Servizi in 41 Paesi nel mondo che offrono servizi di logistica, stampa e comunicazione, che ha deciso di aprire il proprio network a nuove opportunità nel settore delle spedizioni e della logistica ecosostenibile, in ottica di sharing economy.

Dall’altra ecco Eurocubia s.r.l., la start-up che ha realizzato il portale Spedingo.com, il primo markeplace italiano che, grazie ad un algoritmo proprietario, fa incontrare la domanda di trasporto merce (auto e moto, traslochi, trasporti su pallet, etc.) da parte di privati e piccole e medie imprese con l’offerta di trasportatori che viaggiano con camion semi-vuoti o completamente vuoti, tipicamente nei viaggi di ritorno dopo aver consegnato la merce trasportata. La richiesta di preventivo, completamente gratuita, genera un’asta tra i trasportatori che hanno a disposizione metri cubi nei propri mezzi.

Una congiunzione costruttiva che si è conclusa con l’ufficializzazione dell’acquisizione da parte di BE Worldwide S.p.A della quota di maggioranza del marketplace italiano che mette in contatto chi ha l’esigenza di movimentare merci con autotrasportatori che hanno ancora spazio libero a bordo dei propri camion.

“Facilitare in tutto il mondo l’attività di imprenditori e privati offrendo alla clientela soluzioni personalizzate, di facile accesso e contraddistinte da un livello di servizio unico è da sempre la mission di MBE.” – dichiara Giuseppe Rudi, Chief Operating Officer di MBE Worldwide S.p.A. – “Attraverso la partnership con Spedingo, MBE potrà beneficiare delle sinergie tra la Rete e il marketplace per portare al cliente un servizio a valore aggiunto e innovativo dal punto di vista digitale ed ambientale.”.

“Siamo lieti di entrare a far parte del gruppo MBE.” dichiarano Marco Tontini e Marco Tamanti, fondatori di Spedingo. “Dopo aver raggiunto importanti risultati nei primi quattro anni di attività – con 700mila preventivi di trasporto transitati sul portale e oltre 30mila spedizioni realizzate – crediamo possa oggi avere inizio una nuova e stimolante fase di sviluppo ed internazionalizzazione per Spedingo, grazie alle sinergie con il network globale di MBE.”

 

Amazon Locker nei supermercati Pam Panorama in 66 città e 11 regioni

Foto: Flickr.

Un servizio per i propri clienti: così Pam Panorama vede l’introduzione degli Amazon Locker, i punti di raccolta degli ordini effettuati sulla regina delle dot.com,  nei propri punti vendita su e giù per il Belpaese. Tra le prime insegne ad installarli (in Via Sabotino 6, a Milano, i locker sono disponibili dal 5 dicembre 2016), oggi sono in 66 città in 11 regioni. 

Come si legge in una nota dell’azienda. “il traffico di spedizioni e ritiri negli store Pam Panorama è continuato ad aumentare, contando decine di movimenti giornalieri in ogni singolo punto vendita. Per questo motivo il Gruppo ha continuato l’installazione degli Amazon Locker in numerosi punti vendita. L’introduzione dell’innovativo servizio in collaborazione con Amazon, conferma l’attenzione del Gruppo nei confronti dei suoi clienti ai quali desidera offrire un servizio sempre più completo, comodo e al passo coi tempi”.

I chioschi self-service di Amazon sono generalmente distribuiti in posizioni strategiche, dove i clienti possono indirizzare e ritirare i prodotti ordinati su Amazon quando vogliono, grazie a estesi orari di apertura e location comode da raggiungere. I primi sono partiti nel settembre 2011 a Seattle, Londra e New York, e oggi si trovano in oltre 2000 postazioni in più di 50 città nel mondo. L’ultima evoluzione è quella dei Locker di posizionati in alcuni college americani, dove ormai si può acquistare una serie di articoli in due minuti dall’ordine. In Europa esistono centinaia di locker che registrano un volume annuo di oltre un milione di pacchi consegnati.

Ma come funzionano? Al momento dell’ordine, basta selezionare l’indirizzo dell’Amazon Locker più vicino a casa, all’ufficio o alla palestra, aggiungerlo in rubrica e indirizzare lì la consegna. Una volta che il pacco sarà in posizione, si riceverà una mail di notifica con un codice di ritiro e un codice a barre, da utilizzare per il ritiro. Se entro 3 giorni dalla consegna il pacco non viene ritirato, Amazon si occuperà di riprenderlo e di rimborsare il cliente del costo dell’articolo ordinato.

 

Logistica, qui si gioca il futuro: dalle consegne in minuti al magazzino volante con droni

L’ultimo miglio della consegna della spesa è cruciale e dispendioso, e in un settore, quello dei supermercati, dove l’e-commerce è ormai un prerequisito fondamentale per restare sul mercato. Sono sempre loro, i big del mercato americano Walmart e Amazon, ormai in lotta aperta, che guidano e aprono squarci sul futuro.

Come i magazzini volanti, veri e propri dirigibili automatizzati e controllati da remoto, dai quali partirebbero le consegne via drone. Walmart avrebbe secondo la stampa specializzata anglosassone consegnato una richiesta di licenza, con l’obiettivo di risolvere un problema: “portare un prodotto alla destinazione di consegna può causare ritardi indesiderati aumentare i costo e ridurre i ricavi”. Veloce, e soprattutto economico, perché il sistema permetterebbe di ridurre i costi di consegna. Il magazzino semovibile infatti potrebbe essere spostato dove la domanda è maggiore in quel momento. Una domanda sempre più volatile e soprattutto volubile come i consumatori ormai abituati a chiedere – e ottenere – tutto subito, ovunque: al lavoro, in viaggio, a casa. E quindi sempre più difficile da prevedere e programmare.

Il dirigibile potrebbe spostarsi da una città all’altra ed effettuare le consegne via drone, o raggiungere località rurali, servendo una zona molto più ampia rispetto a un magazzino tradizionale.

In passato Walmart ha anche consegnato una licenza per droni da utilizzare all’interno del punto vendita. Una richiesta di brevetto per un magazzino volante era già stato presentato l’anno scorso da Amazon, la prima ad ipotizzare ed utilizzare droni per la consegna.

 

Amazon ora consegna in due minuti

Le università americane dove è stata attivata la consegna in due minuti.

Amazon è stato anche il primo operatore a consegnare in un’ora, che sono diventati minuti. Due per la precisione. Con il nuovo servizio Instant Pick-up, attivato in cinque università americane, gli utenti Prime possono ordinare e ritirare entro due minuti una serie di prodotti di largo consumo (dagli snack alle bevande, dai prodotti per l’igiene personale ai caricatori per cellulare) nel locker dedicato installato nel campus, a portata di mano. E anche l’acquisto di impulso si trasferisce nell’e-commerce. 

Packaging leva del food delivery, business da 200 milioni che d’estate va in vacanza

Il packaging è fondamentale per sfondare nel mercato dell’out-of-home, e in particolare in quello del food delivery, che quest’anno sta conquistando tutta l’Italia e non solo le aree metropolitane in cui spopola durante l’inverno. Secondo un sondaggio condotto da uno degli operatori storici del settore, Just Eat, in collaborazione con l’Università Bocconi, nelle Riviere Liguri le ordinazioni siano aumentate in media complessivamente del 63%. Lo stesso Just Eat, servizio erogato da una società danese attiva in Italia dal 2011, rivela che in Italia ci sono 5.500 ristoranti affiliati all’azienda in 550 comuni e ha oltre 105 dipendenti e un numero di clienti in continua crescita. E i suoi concorrenti (Deliveroo, Foodora, UberEATS) sono player in continua espansione. Secondo una ricerca del Censis del marzo 2017 in Italia le consegne di cibo a domicilio sono un business che vale 812 milioni e di questi 200 milioni sono riconducibili agli ordini ai ristoranti, cresciuti del 66% in dodici mesi. Un’espansione che attira nuovi soggetti, dal colosso Amazon a catene di supermercati, piccole aziende locali e ristoranti digitali.

Grande domanda e diversi modelli di business: se Just Eat mette semplicemente in contatto clienti e ristoranti che già dispongano di un servizio di consegna a domicilio, altri player come Foodora, Foodinho e Deliveroo, offrono invece un servizio di delivery per i ristoranti che prima non prevedevano la consegna. Di solito le piattaforme simili hanno nella velocità il loro punto di forza, garantendo in genere un tempo massimo di consegna di 30 minuti. Altri atout la facilità di pagamento (che avviene attraverso carta di pagamento o in-app, i cui dati vengono registrati dal sito per eventuali futuri pagamenti) e la geolocalizzazione, che permette al cliente di controllare in tempo reale lo stato del suo ordine fino alla consegna dello stesso e di verificare l’effettiva rapidità del servizio. Quanto alla qualità della cucina, il target è medio-alto.

 

Anche il packaging cresce, del 6%

In un mercato così competitivo si può prevalere solo grazie alla cura del dettaglio. Per questo, secondo Laura Barreiro, Sustainability and Stakeholder Engagement Europe del Gruppo Asia Pulp & Paper (APP), fondamentale può rivelarsi il packaging, che rende riconoscibile un marchio e resta impresso nella mente dei consumatori. Secondo una ricerca dell’istituto Smithers Pira commissionata dal Gruppo APP, il mercato europeo del packaging out-of-home (OOH) crescerà del 6% per raggiungere un valore totale di 6 miliardi di euro entro il 2020, proprio grazie all’incremento dei mercati fast food e fast-casual. Solo in Italia, il ritmo medio di crescita è pari all’1,2% annuo. Per questo le aziende di imballaggi stanno dedicando grande attenzione al settore. Lo stesso gruppo APP, ad esempio, ai pasti a domicilio ha dedicato le linee Foopak (imballi di elevato standard a contatto con cibo e bevande per il retail food&beverage) e Sinar Kraft (gamma di packaging multistrato in cartone e cartoncino certificato PEFC (Programme for the Endorsement of Forest Certification) e pensato per offrire la massima resistenza alle temperature fredde, rendendolo ideale per il confezionamento di bevande e per il packaging dei surgelati.

 

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