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Lidl quattro sezioni in amministrazione giudiziaria, ma la società non è indagata

Lidl Italia si dichiara completamente estranea a quanto diffuso dai principali media in relazione all’operazione gestita dalla DDA. L’Azienda, che è venuta a conoscenza della vicenda in data odierna da parte degli organi inquirenti, si è resa da subito a completa disposizione delle autorità competenti, al fine di agevolare le indagini e fare chiarezza quanto prima sull’accaduto. Lidl Italia precisa, inoltre, che l’Azienda non risulta indagata e non vi sono sequestri in atto.” È questa la posizione ufficiale di Lidl Italia circa l’indagine contro le attività criminali della famiglia mafiosa catanese dei Laudani coordinata dalla Dda di Milano, che ha portato alla amministrazione giudiziaria per sei mesi di quattro direzioni generali: Volpiano, Biandrate, Somaglia e Misterbianco (che è quella catanese). in totale sono coinvolti di 214 punti vendita: 51 a Volpiano (tra Piemonte, Valle d’Aosta e parte di Liguria), 68 a Biandrate (in Piemonte e Lombardia), 62 a Somaglia (tra Lombardia e parte dell’Emilia Romagna), e 33 a Misterbianco, base catanese che gestisce anche 8 pdv a Malta, oltre che per la nuova piattaforma logistica da 44.000 metri quadrati. Secondo il Corriere della Sera si tratterebbe di una misura che, sottoponendo un’azienda a controllo giudiziario per sottrarla all’infiltrazione criminale, ha lo scopo di restituirla il più rapidamente possibile al mercato, una volta depurata dagli elementi inquinanti.  

Secondo La Stampa il procuratore Ilda Boccassini in conferenza stampa ha spiegato che «è stata accertata la collusione di alcuni funzionari che erano a libro paga e si facevano corrompere». Nell’ordinanza si parla di “stabile asservimento di dirigenti della Lidl Italia s.r.l., preposti all’assegnazione degli appalti, onde ottenere l’assegnazione delle commesse, a favore delle imprese controllate dagli associati, in spregio alle regole della concorrenza e con grave nocumento per il patrimonio della società appaltante”. 

La piattaforma ortofrutta centralizzata Crai al via per mille punti vendita

Un reparto ortofrutta Crai.

Una nuova Piattaforma Ortofrutta con un’area di 2.000 metri con sede a Segrate (Mi), : è la novità di CRAI, storico gruppo della Gdo attivo in Italia da più di quarant’anni, che permetterà di centralizzare gli acquisti. Inaugurata il 20 aprile, la nuova piattaforma affiancherà i 14 poli utilizzati attualmente dai soci per il rifornimento del reparto ortofrutta, con una previsione stimata di traffico di circa 8mila colli al giorno. Grazie alla presenza di celle coibentate a diverse temperature, sarà possibile trattare più di 400 referenze di prodotti freschi, freschissimi e secchi: frutta e verdura, ma anche legumi e frutta secca.  In questa prima fase la Piattaforma servirà circa 1.000 punti vendita.

 

Più efficienza, più assortimento

L’istituzione di questo unico polo, oltre a permettere di migliorare la qualità delle consegne ai CEDI, ha l’obiettivo di generare importanti economie di scala sui costi e sui prezzi in virtù dell’aumento dei volumi e di garantire una maggiore profondità di assortimento. Grazie al coinvolgimento di fornitori locali, inoltre, si potranno valorizzare i prodotti del territorio, garantendo così ai clienti delle diverse zone d’Italia un assortimento profondo, di qualità e costante nel tempo.
«La scelta di centralizzare gli acquisti ortofrutticoli è dovuta all’importanza che questo reparto riveste per CRAI: rappresenta infatti circa l’11% del fatturato complessivo dei supermercati e circa il 13% del fatturato complessivo dei negozi di prossimità, che si stima potranno, con questa nuova organizzazione, raggiungere il 15% – dichiara Carmelo Carriero, direttore acquisti CRAI Secom – Inoltre, ci consente di ottimizzare il servizio al punto vendita e di assicurare una maggiore qualità e attenzione ai clienti che ci frequentano, con la garanzia di fargli trovare in negozio prodotti sempre freschi».

Crai Extra Tortolì.

CRAI è presente con i suoi supermercati, superette e negozi alimentari in tutta Italia, in oltre 1.000 Comuni con oltre 3.400 punti vendita. La sua innovativa formula distributiva multicanale copre due grandi filoni distinti: oltre al canale alimentare (65%), il 35% dei punti vendita sono specializzati nella distribuzione di prodotti drug/toiletries (igiene per la casa e la persona), facendo del Gruppo CRAI il secondo operatore del settore in Italia.

MD apre a Macomer il più grande centro logistico della Sardegna, tre pdv al via nel 2017

È il più grande centro logistico per la grande distribuzione in Sardegna e sorge su un’area di 204.000 metri quadri, come più di 20 campi da calcio: lo ha inaugurato MD, secondo operatore italiano del settore discount con i marchi MD ed LD Market, in località Tossilo di Macomer.

Il nuovo Ce.Di. ha richiesto un investimento di 1,7 milioni di euro per l’acquisto dell’area e di 15 milioni per la sua realizzazione, ed è frutto di 14 mesi di lavoro affidati per la quasi totalità a ditte locali (21 su 24), che hanno impegnato per tutto il periodo oltre 80 operai al giorno. Tanto si è reso necessario per convertire l’ex opificio Legler, in disuso da anni, in una moderna struttura per la logistica con una capacità ricettiva a pieno regime fino a 200 punti vendita, più del doppio degli attuali MD presenti sull’isola: 82, di cui 52 affiliati e 30 diretti.

 

Occhi puntati sulla Sardegna con tre aperture nel 2017

«Si tratta di un investimento importante per il Gruppo MD – ha commentato il Presidente Patrizio Podini – che conferma la nostra intenzione di proseguire una decisa politica di sviluppo territoriale in Sardegna con l’apertura di altri punti vendita a breve. Puntiamo a una presenza capillare dell’insegna MD in un territorio che reputiamo strategico e per cui vogliamo rappresentare anche una risorsa importante in termini di riqualificazione territoriale e di opportunità di lavoro, offrendo nello stesso tempo prodotti di qualità al giusto prezzo».

Il Ce.Di. di Macomer aumenterà di oltre il 50% la capacità distributiva del Gruppo. Attualmente vi sono impiegate 80 persone tra dirette e indirette; nuove assunzioni sono previste in relazione all’intenso piano di sviluppo che MD ha in Sardegna.

Solo nel 2017 sono programmate tre aperture che porteranno all’assunzione di circa 60 persone: a Selargius (CA) con un pdv di 1.500 metri quadri a cui si affianca una piattaforma, di 2.500 metri quadri, destinata ad attività non alimentari; oltre a questo punto vendita, entro fine anno apriranno i nuovi store di Quartucciu (CA) e Sassari – Li Punti.

La superficie coperta totale del nuovo Ce.Di. è di 47.200 m2 di cui: 6.400 m2 di celle frigorifere, 36.250 m2 di deposito, 1.800 m2 di uffici e 2.750 m2 di officine e locali tecnici. Il magazzino conta 15.000 posti pallet e 67 bocche di carico e scarico in grado di gestire circa 80 containers in uscita e 80 in entrata al giorno.

Dal punto di vista ambientale, il centro distributivo di Macomer è fornito di illuminazione LED con sistema di accensione al passaggio, porte temporizzate, sistema analitico di misurazione e controllo dei consumi, impianto di controllo della temperatura, impianti frigo ad alta efficienza. Inoltre, è attiva un’efficiente raccolta differenziata e il trattamento dei rifiuti che vengono separati a monte in base alle caratteristiche del materiale.

Uber dopo la cena porta a casa la spesa, e l’accordo è con Kroger

Uber, il servizio di trasporto automobilistico privato attraverso app nonché incubo dei taxisti nostrani, e al momento nella bufera in Italia dove sta affrontando una serie di cause per concorrenza sleale, è ormai andato ben oltre il semplice trasporto di persone, e dopo i pasti (il debutto a MIlano qualche mese fa) negli USA potrebbe presto consegnare la spesa.

L’accordo sarebbe con Kroger, il secondo attore della Gdo statunitense con oltre 3.574 punti vendita, he sta testando le consegne della spesa tramite operatori Uber presso “clienti selezionati”.

Kroger naturalmente non è nuovo all’e-commerce, anzi.  Ha un suo sistema chiamato ClickList, una sorta di click and collect attivo quest’anno in 640 supermercati del gruppo, mentre l’e-commerce vero e proprio è generato dalla piattaforma Express Lane.

«I nostri clienti cambiano ed evolvono e noi cerchiamo di incontrarli ovunque siano e cosa ancora più importante dove stanno andando. Stiamo investendo molto nel digitale, E siamo contenti di questi investimenti perché i nostri clienti ci dicono che son importanti per loro» ha detto Rodney McMullen, Ad e chairman di Kroger’s.

Sullo sfondo c’è un concorrente, Amazon, sempre più attivo anche nel grocery. Secondo uno studio della società di consulenza Cowen la compagnia di Jeff Bezos, attualmente al nono posto per vendite nel grocery, entro il 2021 dovrebbe guadagnare la terza posizione dietro solo a Walmart e, appunto,  Kroger.

Drive… a piedi, così in Francia l’ipermercato conquista il centro città

Una nuova modalità si apre sul fronte delle consegne per l’e-commerce grocery, e vien non a caso da un Paese che tra i primi ha proposto il drive: il punto di consegna a piedi, in zone del centro città senza parcheggio o comunque facilmente raggiungibili solo camminando con piccoli punti vendita aperti da catene che hanno fatto la storia dell’ipermercato ovvero grandi superfici in periferia: Auchan, Leclerc e Cora.

L’ultima notizia è stata data dalla rivista specializzata Linéaires la quale riprende un “tweet” della concorrenza, un dipendente di Auchan: è il punto vendita di Leclerc che aprirà a Lille il 1° aprile. Sono 50 metri quadri scarsi in un vecchio quartiere della città dove sarà possibile ritirare la spesa, assemblata e consegnata da un magazzino che si trova in periferia. Le referenza a disposizione sono 12mila, ma soprattutto l’insegna sembra puntare sul fatto di poter offrire i “prezzi Leclerc”, che si fregiano di essere i più bassi del mercato anche agli utenti del centro città. Ha fatto storia la battaglia ingaggiata da Leclerc con le altre catene con pubblicità comparative che puntavano, appunto, sui prezzi, arrivando ad indicare il prezzo della concorrenza direttamente sulle etichette in negozio. Del resto l’affiche che pubblicizza la prossima apertura di Lille è chiaro, e recita: come si fa a far entrare un ipermercato in 50 metri quadri? Semplice, con l’e-commerce “fisico”.

Sono spazi piccoli ed essenziali dove si può ordinare direttamente o ritirare la spesa fatta online, oppure ordinare e chiedere al consegna a casa, come al Cora en ville di Reims. E che danno spazio all’innovazione: qui a breve si potrà anche ordinare e addirittura pagare con tecnologia Nfc dalla vetrina digitale.

Il Cora en Ville di Reims (foto Cora).

Anche Auchan ha testato questa formula di ritiro a Parigi con il suo servizio do vendite nline AuchanDirect.

Un modo insomma per superare la crisi degli ipermercati, ormai palpabile, e il ritorno dei clienti alla prossimità. e che viene non a caso proprio dalla Francia, che ha fatto ormai da 15 anni e più del drive una metodologia di ritiro diffusissima (vedi Click and drive: da noi all’alba, in Francia da 15 anni. L’evoluzione in un’infografica) ma che sta iniziando a segnare il passo, tanto che stanno iniziando a ridurre la rete. 

 

Esselunga lancia il click and collect Clicca e Vai, e parte da Varedo

Dopo anni di consegne a domicilio, Esselunga lancia una nuova modalità di spesa online, il click and collect: il primo centro di raccolta è a Varedo.

Clicca e Vai è il nuovo canale di vendita attraverso il quale il cliente effettua la spesa on line e la ritira in giornata con l’automobile, per ora presso un unico centro, quello di Varedo, situato sulla superstrada che collega Milano con la Brianza. Un’offerta che si somma all’altra tipologia di e-commerce, il servizio Esselunga a Casa, nato nel 2001 e cresciuto a tal punto che nel 2016 ha consegnato 1.350.000 spese ai propri clienti ed ha fatturato 158 milioni di euro. Il servizio oggi copre 1.115 comuni in 5 regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Piemonte), utilizza due magazzini dedicati (uno a Milano e l’altro a Firenze), e si appoggia a diversi Superstore nelle zone in cui è presente. Vastissimo l’assortimento, composto da circa 13mila articoli che spaziano dagli oltre 2.500 superfreschi (frutta, verdura, carne, pesce, latticini e prodotti gastronomici), ai prodotti surgelati fino ad articoli di grocery tradizionale (pane, pasta, pelati, detersivi, eccetera). Ogni prodotto in assortimento è accompagnato da una scheda informativa che contiene varie indicazioni: caratteristiche, ingredienti, valori nutrizionali, origine per la frutta e verdura, tracciabilità per la carne e il pesce e presenza di eventuali allergeni. Il cliente e-commerce, prima di acquistare il prodotto, ha a disposizione tutte le informazioni presenti in etichetta.

Ma quali sono le differenza tra i due servizi? Con Esselunga a Casa i clienti, previa registrazione sul sito Esselungaacasa.it, effettuano la spesa navigando nel negozio virtuale oppure sfruttando il motore di ricerca e scelgono il giorno e l’orario più comodo per ricevere la spesa direttamente a casa a partire dal giorno successivo all’ordine e fino a 20 giorni dopo l’inoltro dello stesso. La consegna è a pagamento e l’ordine minimo di 40 euro. Attraverso il sito dedicato Cliccaevai.esselunga.it, invece, il cliente effettua la spesa e la ritira a Varedo, presso il centro di Via Terni 20 – sulla superstrada Milano/Meda – già in giornata dopo sole 2 ore dall’invio dell’ordine e fino ai due giorni successivi. Il servizio è completamente gratuito, non sono previsti costi aggiuntivi né limiti minimi di spesa. Entrambi i servizi beneficiano delle stesse promozioni dei supermercati Esselunga.

Sembra dunque che dopo l’arrivo di Amazon la situazione dell’e-commerce nel grocery si stia finalmente sbloccando, tanto che si moltiplicano le iniziative, da Coop a Iper a Auchan e Carrefour, “tutti lo fanno”.  Ma addirittura un “veterano” come Esselunga, che per anni è stato di fatto monopolista sul canale online,  deve aver pensato che ormai una modalità di ritiro al cliente ormai evoluto non basta più, ed è necessario diversificare.

 

Vedi anche le nostre interviste sull’e-commerce grocery a due esperti.

Il lungo viaggio della Gdo verso l’esperienza mobile intervista a Marta Valsecchi dell’Osservayorio Mobile B2C Strategy del  Politecnico di Milano.

Food & Grocery, la rivoluzione passa per l’e-commerce intervista a Roberto Liscia di Netcomm.

Il lungo viaggio della Gdo verso l’esperienza mobile

Il 60% degli utenti naviga da smartphone, il mobile advertising aumenta del 53% in un anno, le applicazioni si moltiplicano, dalle app che monitorano la salute all’auto connessa al supermercato senza cassa di Amazon, sono oltre 830 le start-up finanziate in questo ambito a livello internazionale negli ultimi due anni ma solo il 14% delle aziende italiane ha una visione strategica sul canale mobile. Gli ostacoli sono sia tecnologici sia di ordine culturale e organizzativo secondo Marta Valsecchi che presenta le evidenze emerse dal nuovo Osservatorio Mobile B2c Strategy della School of Management del Politecnico di Milano
L’80% dei navigatori internet Mobile utilizza lo Smartphone per prendere decisioni d’acquisto o relazionarsi con i propri marchi preferiti. Il 34% lo usa anche per finalizzare la transazione. È alta la percentuale dei Mobile Surfer che non disattivano mai la connettività dei propri Smartphone: oltre due terzi (68%) ha il wi-fi sempre attivo, mentre la percentuale scende a poco più di un terzo (37%) per la geo-localizzazione e al 19% per il bluetooth.
Per quanto riguarda la tipologia di App di brand scaricate sugli Smartphone: il 72% ha installato almeno un’App di un gestore di telefonia, il 61% di una banca (valutate come le qualitativamente migliori), il 39% di un’insegna della Gdo, il 29% di un gestore utility e il 23% di un brand dell’abbigliamento. Rispetto ad altri settori è leggermente più basso il voto che gli utenti danno alle app della grande distribuzione, che sono usata in media 1,8 volte al mese: il 31% le giudica molto negativamente e il 36% pensa sia inutile. Fondamentale dunque è trovare i servizi e i contenuti che possano risultare utili ai consumatori.
Infatti, ben il 57% dei Mobile Surfer negli ultimi tre mesi ha abbandonato un sito/App perché non funzionava o non era sufficientemente veloce. Oltre all’usabilità, un tema caldo è quello della privacy: la sensazione che le aziende monitorino le ricerche personali è molto forte per tutte le fasce di età, mentre il consenso al tracciamento per ottenere offerte e messaggi mirati genera sensazioni ambivalenti, a metà tra il fastidio per l’intrusione e l’utilità percepita per possibili vantaggi che ne deriverebbero.

Nova Coop, il drive debutta all’iper di Beinasco, primo passo verso l’e-commerce

Il drive debutta presso Nova Coop, grazie al servizio partito il primo febbraio presso l’Ipercoop di Beinasco (To).  “Coop Drive” consente di ordinare la spesa online e andare a ritirarla in automobile ad un apposito punto di ritiro, senza fatica e scegliendo l’orario più comodo. Il servizio è gratuito, è garantito già dopo due ore dall’ordine ed è attivo dalle 8.30 alle 20.30, sette giorni su sette. Per usufruirne basta collegarsi al sito “La Spesa che Non Pesa” da pc, cellulare o tablet. Dopo aver registrato le proprie credenziali, è possibile munirsi del carrello virtuale in cui caricare la spesa. a disposizione ci sono oltre 10mila tipologie di prodotti delle principali marche (comprese tutte le linee Coop), dai prodotti alimentari confezionati, inclusi i Freschi e Freschissimi (ortofrutta, carni rosse e bianche, panetteria e pasticceria, ma anche latticini e surgelati), al necessario per la cura della persona e la pulizia della casa. In futuro il servizio si arricchirà anche della gastronomia preincartata e dei prodotti ittici freschi. Una volta ultimata la spesa, basterà scegliere l’orario del ritiro e le modalità di pagamento, che potrà essere effettuato solo digitalmente online o al momento del ritiro.

 

Un primo passo verso l’e-commerce

Come mai proprio ora utilizzare un sistema che in Italia in passato non ha avuto un particolare successo (pensiamo alle esperienze comunque attive di Tigros e Carrefour, Auchan e Iper)? «Sicuramente stiamo vivendo un’evoluzione dell’e-commerce in Italia anche per quanto riguarda la spesa alimentare, che comincia ad avere un certo rilievo – ci spiega Roberto Patrucco, direttore dell’Ipercoop Beinasco -. Il nostro obiettivo comunque è la consegna a domicilio, in un futuro immediato. Però vogliamo arrivarci con un livello di servizio alto: il drive è i promo passo. Seguirà entro fine anno un drive stand alone a Torino, un centro logistico per l’e-commerce dove si potrà anche ritirare con la modalità drive».  I vostri obiettivi? «Sono ambiziosi, vogliamo arrivare all’1% del fatturato dell’iper entro fine anno per giungere al 4%. E nei primi due giorni abbiamo già quasi raggiunto l’obiettivo. I soci si sono dimostrati interessati, provano il servizio anche per testarlo e il primo riscontro è stato molto positivo». Cosa ne pensa della partnership annunciata da Auchan in Francia per il pagamento  dall’auto connessa (vedi La spesa si pagherà dall’automobile connessa: Auchan testa in Francia)? «A mio avviso è un orizzonte più lontano, mi interessa di più il tema della domotica con le App per fare la lista della spesa e i dispositivi tipo Dash e Alexa e gli elettrodomestici connessi, trovo che ci siamo più opportunità concrete per spingere alla spesa nel punto vendita».

Coop drive Beinasco«Quello di Beinasco è il primo Drive che inauguriamo e non a caso lo facciamo in uno dei punti vendita più importanti di tutta la rete Nova Coop – sottolinea Ernesto Dalle Rive, Presidente di Nova Coop -. Testeremo il gradimento da parte dei clienti con l’obiettivo di estendere il servizio su tutto il territorio piemontese. Entro l’anno attiveremo un secondo Drive in una zona semicentrale di Torino, che non sarà agganciato a un ipermercato esistente ma completamente autonomo, e lanceremo la consegna a domicilio. Parallelamente confermiamo tutti gli investimenti già annunciati su Torino e Vercelli e abbiamo in progetto almeno sei nuove aperture nei prossimi anni tra Torino, Ivrea, Giaveno e Asti. Il futuro però è nella capacità di integrare il negozio reale con un’offerta online presidiata di persona. L’epoca dei grandi ipermercati è finita e, nel rispetto dei nostri dipendenti, non crediamo che la soluzione sia introdurre aperture h24. Le parole chiave per noi sono “qualificare” e “innovare”, le politiche dell’offerta e il rapporto con il consumatore».

LIpercoop di Beinasco è posto in un centro commerciale con oltre 4 milioni di visitatori annui e un presidio soci di oltre 65.000 soci. È il terzo punto vendita di Nova Coop in termini di fatturato in Piemonte e il secondo a Torino, con oltre 1,5 milioni di scontrini all’anno. Al nuovo Drive lavora un team di sette persone.

Sfida multicanalità: Lidl testa un format a Berlino, Carrefour consegna in un’ora a Parigi

Dopo l’entrata di Amazon, la Gdo è sempre più multicanale: Lidl testa un format per il click and collect a Berlino e Carrefour consegna in un’ora a Parigi.

La notizia è succosa: secondo il settimanale tedesco Lebensmittel Zeitung Lidl starebbe testando a Berlino nel quartiere di Schöneberg un nuovo format Express votato alla multicanalità. Qui si possono infatti ritirare gli acquisti anche freschi fatti online, velocemente grazie alle casse dedicate al click and collect. L’assortimento di prodotti sarà invece limitato e punterà su convenienza e largo consumo. Lidl in Germania opera con il click and collect per la sua offerta non food, ma aveva già annunciato che a dicembre sarebbe partito con un test nel fresco e surgelato. Colpisce il fatto che anche una catena discount come Lidl stia approcciando la strategia multicanale, consapevole di quanto le richieste della clientela si stiano spostando verso questa direzione, complice la propensione e l’abitudine sempre più frequente all’e-commerce o al click and collect della clientela.

Insomma, l’accelerazione causata dall’ingresso a gamba tesa di Amazon sui mercati europei si sta facendo decisamente sentire. Dopo Sainsbury’s a Londra, ora anche Carrefour è partita con la consegna della spesa in un’ora in Francia. Livraison express è per ora limitata a Parigi e Neully-sur-Seine. Su una selezionata gamma di prodotti, per ora 2000, prevede una finestra di consegna di mezz’ora, dà la possibilità di tracciare la consegna, costa 4,90 euro e viene effettuata in bicicletta grazie all’accordo con la start-up Stuart Delivery.

In Italia la consegna in un’ora della spesa anche di prodotti freschi ad oggi è disponibile solo nell’area milanese grazie ad Amazon Prime Now, che ha attivato partnership con U2 Supermercati e Natura Sì, oppure con il servizio di Supermercato24.

Logistica contrattuale a 79,8 miliardi di euro di fatturato, +1,2% spinta dall’e-commerce

La logistica cambia pelle e cresce, spinta da un’omnicanalità sempre più diffusa anche da noi. Nel 2016 la Contract Logistics in Italia raggiunge 79,8 miliardi di euro di fatturato, +1,2% in termini reali, dopo due anni di segno positivo (+2,6% nel 2015 e +1,4% nel 2014) sostenuti dall’aumento del traffico merci, dall’export e da una tiepida ripresa del PIL. Il calo del numero di aziende nella logistica conto terzi del periodo di crisi (-14% dal 2009 al 2013) si è arrestato: nel 2014 le aziende sono poco più di 97mila tra autotrasportatori, corrieri, gestori di magazzino, operatori logistici, spedizionieri, gestori di interporti/terminal intermodali e operatori del trasporto ferroviario/combinato strada-rotaia. Cresce il fatturato medio dei Top Player (nel 2014 dal 3,5% al 4,3%). E cresce la terziarizzazione che rappresenta il 40% delle attività logistiche del 2014: se la logistica vale 109 miliardi in Italia, il mercato della Contract Logistics (il fatturato degli operatori al netto del valore del subappalto) è pari a 43,5 miliardi di euro. Sono i dati forniti dall’Osservatorio Contract Logistics della School of Management del Politecnico di Milano.

È un mondo in evoluzione quello della logistica dunque, che vede nella distribuzione dell’ultimo miglio in città affermarsi nuove iniziative “green”, come la consegna in bicicletta o con veicoli elettrici (neecssaria anche per accedere a zone a traffico limitato), abbinate a servizi aggiuntivi che rispondono a esigenze specifiche dei consumatori (come la distribuzione dei prodotti in una rete di negozi o l’installazione a casa). Si espandono i network di distribuzione di fronte a ordini sempre più piccoli e alla necessità di una rete estesa e capillare. E continua la rivoluzione digitale del settore, co el aziende sempre più interessate a soluzioni come Smart glass, Workflow scheduling, Load building, RFId, Sensoristica, Dematerializzazione e digitalizzazione documentale per il trasporto, piattaforme collaborative e Logistics App.

«Dalla ricerca emerge il quadro di una logistica sempre più complessa per l’aumento della gamma, la frammentazione degli ordini, la disomogeneità delle richieste dei consumatori e dei punti vendita, ma che grazie alle nuove tecnologie diventa sempre più ‘smart’ – spiega Gino Marchet, Direttore scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics –. Il digitale, nell’epoca della quarta rivoluzione industriale, è un elemento quasi imprescindibile per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei processi, in particolare grazie ad un utilizzo sempre più intelligente e tempestivo delle informazioni. E l’interesse espresso da aziende committenti e fornitori di servizi logistici per le nuove tecnologie testimonia la voglia del settore di innovare e di avere un atteggiamento positivo rispetto a queste opportunità».

L’omnicanalità spinge soluzioni smart

In un contesto di forte cambiamento in cui le vendite online mostrano una crescita a doppia cifra, lo sviluppo di una strategia omnicanale porta le aziende tradizionali a riconfigurare i modelli logistici spesso anche attraverso sinergie con i canali di vendita tradizionali, diventate sempre più necessarie perché le iniziative siano sostenibili economicamente.

«Dalla nostra indagine – dice Damiano Frosi, Ricercatore senior dell’Osservatorio Contract Logistics – emerge un mondo ancora in costruzione sul fronte omnicanale, in cui gli operatori sono alla ricerca di sinergie in tutte le fasi del processo: dalla gestione delle scorte, alla gestione del magazzino, fino alla distribuzione. In questa evoluzione il compito della logistica è rendere coerenti le scelte strategiche e operative affinché il processo sia davvero ‘smart’, utilizzando tutte le leve a disposizione, sia la tecnologia che i processi e le persone»

La configurazione del modello logistico risente delle peculiarità degli specifici settori. La ricerca ne ha studiati tre: produttori alimentari, GDO e retailer no food. I produttori del settore alimentare spesso percepiscono il canale eCommerce B2c come uno strumento per rafforzare il proprio brand, integrare la gamma ed aumentare le vendite del canale tradizionale, ma dal punto di vista logistico il canale tradizionale e l’eCommerce B2c risultano ancora separati. Nella GDO diverse grandi insegne hanno attivato il canale eCommerce B2c in risposta all’ingresso di nuovi competitor, con conseguenze sul sistema logistico nel coinvolgimento del punto vendita per l’attività di picking e in alcuni casi nella ricerca di sinergie tra canali in fase di distribuzione. Tra i Retailer no food invece l’eCommerce B2c è ormai ampiamente diffuso con volumi di vendita in crescita costante e nella logistica si osserva una forte ricerca di sinergie tra i diversi canali.

I volumi di vendita online spesso non sono ancora sufficienti a strutturare un network di distribuzione dedicato. Per questo, alcuni fornitori stanno sviluppando network ad hoc per supportare la crescita dell’eCommerce B2c, a partire dalle aree geografiche con maggior assorbimento di domanda (Milano, Roma e Torino rappresentano oggi il cuore delle consegne eCommerce).

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