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Cosa c’è nel carrello dei consumatori italiani? L’essenziale

La ripresa dell’inflazione, seppur contenuta, che ha caratterizzato l’andamento dei prezzi nel largo consumo nei primi 9 mesi del 2025, sta iniziando a impattare sulla domanda. A fronte di una capacità di spesa più ridotta, i consumatori ponderano le proprie scelte d’acquisto e cambiano le dinamiche di fedeltà ai brand e alle insegne distributive. Si aprono quindi nuove sfide per industria e distribuzione per intercettare le nuove esigenze degli shopper. Questo lo scenario delineato e approfondito durante il webinar “Nuovi consumatori, nuove sfide: i segnali del cambiamento nella grande distribuzione”, organizzato da GS1 Italy in ambito ECR e in collaborazione con Circana.

CRESCITA MODERATA A VOLUME
Seppur in questo clima di ordinaria incertezza economica e sociale, i fatturati della distribuzione moderna nel comparto del largo consumo confezionato (LCC) sono aumentati, sostenuti da una crescita moderata dei volumi (+2,2%) e dalla ripresa dell’inflazione (+1,4%). A supportare la domanda sono soprattutto i prodotti più essenziali con dinamiche molto diverse tra loro in base al grado di sostituibilità e alle alternative disponibili nelle diverse categorie.
A fronte della necessità di compiere scelte di acquisto più equilibrate e ponderate, le performance promozionali, complessivamente ancora in calo rispetto al 2024, hanno un grado di aggressività e di efficacia differenti a seconda del ruolo delle categorie.

LA MDD OLTRE IL 30% DI QUOTA
Il ruolo della marca del distributore (MDD) diventa sempre più centrale nella scelta dei consumatori, arrivando a un’incidenza del 30,3% a totale LCC (+0,2% rispetto all’anno precedente). L’assortimento si razionalizza, a eccezione del discount (+3,7%), e dove predomina l’essenzialità c’è poco spazio per l’innovazione di prodotto che infatti risulta limitata: solo il 5% del fatturato deriva da nuovi prodotti (rilevati tramite lo standard di identificazione GS1 GTIN – Global Trade Item Number).
In uno scenario dove l’incertezza è diventata la norma – afferma Corina Passaro, Senior Retail Director di Circana – soddisfare le esigenze dei consumatori è una rivoluzione silenziosa che parte dal carrello e trasforma la catena del valore lungo i processi logistici, produttivi, decisionali”.

L’ERA DELL’OMNICANALITÀ
Questo avviene in un contesto di grande fluidità tra insegne e formati, con i consumatori che mescolano sempre più i propri canali di acquisto. Si assiste a una penetrazione sui canali online in costante aumento, con il digitale che non è più un canale isolato, ma parte integrante del processo di acquisto.
Questi nuovi strumenti aprono scenari di omnicanalità, dove il successo di un’insegna o di un formato dipende dalla capacità di offrire un’esperienza di acquisto coerente e senza frizioni tra negozio fisico, e-commerce, app e servizi di click&collect, premiando chi riesce a soddisfare i bisogni dei clienti in modo rapido e personalizzato in ogni punto di contatto.

EVITARE L’OUT OF STOCK RESTA UNA PRIORITÀ
L’efficienza a scaffale rimane un tema sensibile: il 39% dei clienti preferisce cambiare brand piuttosto che attendere il ripristino. Dal Barometro ECR-OSA (Optimal Shelf Availability) sviluppato da ECR Italia – l’associazione che all’interno di GS1 Italy raggruppa le principali aziende di industria, distribuzione e logistica per migliorare l’efficienza di filiera – emerge che nell’ultimo anno si stabilizzano il tasso di out of stock al 3,4% e quello delle vendite perse al 4,6% (nel 2024 erano rispettivamente 3,5% e 4,8%), ma la stagionalità crea un’alta variabilità nei mesi a seconda della categoria trattata.
ECR Italia ha il compito di mettere a fattor comune esperienze e strumenti – puntualizza Carolina Gomez, ECR Senior Project Manager di GS1 Italy – fornendo al settore linee guida e metriche di riferimento per affrontare in modo coordinato le nuove esigenze dei consumatori e l’evoluzione del mercato”.

BUONE PERFORMANCE PER FORMAGGI E SALUMI
Dalla segmentazione delle categorie di prodotto in base alle performance a volume e per out of stock, attribuendo loro un ruolo (eccellenza esecutiva, collaborazione efficiente, sviluppo potenziale, inefficienza), emerge che formaggi e salumi sono fra le categorie più performanti, mentre frutta e uova fresche risultano tra quelle da sviluppare.
In un momento in cui l’incertezza è la nuova normalità – conclude Giuseppe Luscia, ECR Senior Project Manager di GS1 Italy – la capacità di misurare e interpretare correttamente ciò che accade nel punto vendita diventa essenziale: è lì che si manifesta la fiducia del consumatore e si misura la reale efficacia della collaborazione di filiera”.
Per approfondimenti, i materiali del webinar “Nuovi consumatori, nuove sfide: i segnali del cambiamento nella grande distribuzione” sono disponibili sul sito di GS1 Italy.

La Mdd traina la crescita di Despar Italia

Marca del distributore avanti tutta. Despar taglia il traguardo dei 65 anni in Italia e rilancia sulla private label come elemento distintivo dell’insegna. “Puntiamo a chiudere il 2025 con un fatturato in crescita di circa il +3% rispetto all’anno precedente – dichiara Filippo Fabbri, Direttore Generale di Despar Italia –. Un risultato a cui ha dato un grande contributo la nostra marca del distributore: nel 2024 il fatturato dei prodotti a marchio Despar ha superato il miliardo di euro, quest’anno puntiamo a una crescita di circa il +5%”.
Despar Italia ha raggiunto una quota Mdd sul totale vendite grocery pari al 24,4%, superiore a quella del mercato italiano (che si attesta al 23,1%) e in crescita di 0,5 punti rispetto a settembre 2024 (fonte: Nielsen, dati I+S Grocery, progressivo settembre 2025). Tra i retailer della Gdo, escludendo i discount, Despar è la terza insegna per quota della Mdd in Italia e tra quelle con la maggior crescita a livello europeo (fonte: Nielsen IQ Consumer Panel 2024 vs 2023). Atro dato citato dalla società consortile è la quota delle vendite a confezione, che ha raggiunto a settembre il 27,3% (+0,7 vs settembre 2024): oggi nei carrelli dei clienti Despar un prodotto su tre è a marchio privato (fonte: NielsenIQ Discover progressivo settembre 2025).

LA STRUTTURA DELL’OFFERTA
L’offerta a marchio privato si compone di 17 linee, per un totale di circa 4.000 referenze, sviluppate grazie alla collaborazione con più di 500 fornitori di cui circa il 97% italiani. Complessivamente nel 2025 sono circa 170 i nuovi lanci di prodotto e 380 le referenze già esistenti su cui è stato effettuato un restyling. L’obiettivo è rendere l’offerta sempre più in linea con le esigenze in continua evoluzione del consumatore, con attenzione particolare a sviluppare nicchie di mercato, tra cui gli alimenti specializzati, in particolare l’area dei prodotti ad alto contenuto proteico, il segmento premium.

IL LANCIO DI S-BUDGET
La novità principale di quest’anno è però stata l’introduzione a livello nazionale di S-Budget, la linea di primo prezzo. Il progetto, frutto della collaborazione tra i sei soci del consorzio Despar Italia, valorizza una best practice già attiva da anni nei punti vendita di Despar Nord in Veneto, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia, trasformandola in un’iniziativa estesa all’intera rete.
Il portafoglio di prodotti S-Budget conta oltre 250 referenze per la spesa quotidiana tra alimentari e non alimentari – pasta, surgelati, latticini, salumi, prodotti per la casa e la persona – capaci di garantire un risparmio medio fino al 30% sul carrello della spesa. S-Budget è oggi presente in tutte le 17 regioni in cui l’insegna opera.

I BEST PERFORMER DEL 2025
Le linee di prodotto che hanno registrato le performance migliori sono state: Passo dopo Passo, marchio dedicato alla filiera, e Scelta Verde, che comprende prodotti biologici nel mondo food ed ecologici nel non food. Passo dopo Passo mostra una crescita del 27% rispetto all’anno precedente sia nel comparto ortofrutta a peso imposto (+36,1% vs 2024) che nel fresco (+10,4% vs 2024), a dimostrazione di quanto la tracciabilità della filiera sia un valore sempre più importante per il consumatore finale.
Scelta Verde cresce invece del 12,1% nel food con incrementi importanti nell’ortofrutta a peso imposto (+28,5% vs 2024) e nel fresco (+10,2%), con buoni risultati anche nella cura casa e cura persona (+17,2%).
Positive le performance registrate da Despar Premium (+2,8% vs 2024), che da oltre quindici anni porta sugli scaffali dei punti vendita dell’Abete eccellenze gastronomiche e specialità locali offrendo un’ampia gamma di prodotti Dop e Igp. Anche quest’anno, in corrispondenza del periodo natalizio, il brand si arricchisce con una Special Edition che include una selezione di salumi e formaggi che valorizzano il patrimonio gastronomico italiano e i piccoli produttori locali.

L’ESPANSIONE DELLA RETE
Sul fronte della rete, lo sviluppo è stato sostenuto dagli investimenti dei soci e dal grande apporto degli oltre 700 imprenditori affiliati. Da gennaio a settembre 2025, sono stati inaugurati 57 nuovi punti vendita (di cui 54 affiliati) e completate 17 ristrutturazioni (di cui 11 realizzate da imprenditori affiliati), a conferma di un’espansione che ha coinvolto tutte le aree in cui l’insegna opera, con particolare vivacità nel Nord Ovest e nel Mezzogiorno.
In Italia sono 1.323 i punti vendita a insegna Despar, Eurospar e Interspar, per un fatturato di 4,5 miliardi di euro. In un mercato grocery in crescita del +2,8% rispetto all’anno precedente, Despar Italia ha registrato una crescita del 3,1%, (fonte dati Nielsen I+S progressivo ottobre 2025). Sei le aziende associate: Despar Nord Ovest – Gruppo 3A, Despar Nord – Aspiag Service, Despar Centro Sud – Maiora, Despar Sardegna – SCS, Despar Sicilia – Ergon, Despar Messina – Fiorino.

I NUMERI DI SPAR INTERNATIONAL
L’Italia è il terzo Paese nel ranking globale di Spar International, il maggior gruppo mondiale della distribuzione associata presente in 48 Paesi nel mondo. Nel 2024 Spar International ha raggiunto un fatturato complessivo di 49,3 miliardi di euro, registrando una crescita del +4,6% rispetto all’anno precedente. Il gruppo conta più di 13.800 punti vendita che ogni giorno servono 14,7 milioni di clienti grazie al contributo di 470.000 collaboratori in tutto il mondo.

GLI INVESTIMENTI IN COMUNICAZIONE
Nell’anno in cui ha celebrato il 65° anniversario della sua presenza in Italia, il Consorzio Despar Italia ha potenziato le attività di comunicazione, incrementando del 25% gli investimenti. Tra le iniziative realizzate, la campagna offline “Da 65 anni sei in buone mani” veicolata attraverso i principali punti di contatto con il cliente e, a febbraio, il concorso nazionale “Festeggia con Despar” che ha permesso ai clienti di vincere 65 gift card del valore di 50 euro per la spesa nei punti vendita dell’Abete e due super premi finali: una Fiat 600 Hybrid e sei super spese da 4.500 euro assegnate nelle aree dei sei soci.
Per rafforzare la brand awareness sono stati quattro i flight della campagna “Casa Despar” che mette al centro il prodotto a marchio, a cui si è aggiunta la prima campagna nazionale totalmente digitale dedicata al lancio della linea convenienza S-Budget.

Shopping in Arabia Saudita per Investindustrial

Investindustrial scommette sulla crescita delle private label in Medio Oriente e realizza un’operazione che rappresenta una novità per il mondo finanziario europeo. L’acquirente è in realtà Windoria, società detenuta indirettamente da fondi affiliati di Investindustrial e nata dall’unione dell’italiana La Doria con la statunitense Winland Foods, entrambe attive proprio nella produzione di marchi privati. Il target è invece Al-Fursan Al-Maghawear, produttore e distributore saudita di salse, condimenti e altri prodotti alimentari a lunga conservazione. La novità sta nel fatto che si tratta della prima acquisizione di maggioranza in Arabia Saudita da parte di una società partecipata da un gruppo di investimento europeo. Il closing dell’operazione, soggetta alle consuete autorizzazioni da parte delle autorità competenti, è atteso entro la fine di questo mese di ottobre.

L’IDENTIKIT DI WINDORIA E AL-FURSAN
Con questa mossa Windoria consolida il proprio posizionamento nella produzione alimentare e come interlocutore di retailer, operatori foodservice e grandi marchi internazionali, forte di quasi 4 miliardi di dollari di ricavi, 29 stabilimenti produttivi e 5.000 dipendenti.
Al-Fursan, insieme alle controllate Al-Faris Al-Arabi Trading Ltd. Co. e Al-Faris Food Industries Ltd. Co., detiene una posizione di leadership nel segmento delle salse e dei condimenti, in particolare ketchup e aceto, grazie a marchi di rilevanza nazionale tra cui Baidar. Con circa 300 dipendenti, uno stabilimento produttivo a Riyad e una rete di distribuzione composta da sei sedi commerciali e sette magazzini in Arabia Saudita, l’azienda dovrebbe rappresentare un importante motore per la crescita di Windoria nell’area.
Nell’intenzioni di Investindustrial, l’operazione consentirà a Windoria e Al-Fursan di mettere insieme competenze locali e regionali, favorendo l’innovazione e la crescita per cogliere appieno il potenziale insito nella rapida espansione delle private label in Medio Oriente. L’acquisizione è stata resa possibile grazie alla decisione di Investindustrial di stabilire una presenza diretta nella regione e alla partnership strategica sviluppata con la Saudi Industrial Development Fund Investment Company (SIC), che ha svolto un ruolo determinante nel favorire collaborazioni di carattere industriale nella regione.

UNA STRATEGIA DI CRESCITA GLOBALE
A dimostrare la volontà di crescere anche fuori dai mercati occidentali è un dato: negli ultimi dodici mesi, Investindustrial – che è un gruppo di società di investimento, holding e consulenza gestite in modo indipendente con 17 miliardi di euro di fondi raccolti – ha completato add-on (cioè ulteriori acquisizioni operate da società già riconducibili ai suoi fondi) in Asia e Medio Oriente per un enterprise value complessivo di circa 500 milioni di euro, con le aziende in portafoglio che oggi gestiscono 25 stabilimenti produttivi nelle due aree. Una vocazione globale confermata dall’ampliamento dei team a Abu Dhabi e Shanghai e dalla recente decisione di aprire un ufficio a Tokyo.
Siamo orgogliosi di annunciare la nostra prima acquisizione in Arabia Saudita – dichiara Andrea C. Bonomi, Presidente dell’Industrial Advisory Board di Investindustrial – in un settore in cui vantiamo un know-how consolidato e che presenta importanti prospettive di crescita. Prevediamo un aumento significativo della penetrazione del private label in Medio Oriente e Asia nei prossimi anni, creando un’opportunità eccezionale per accelerare lo sviluppo del settore e valorizzare il potenziale di Windoria. L’acquisizione di Al-Fursan riflette l’impegno di Investindustrial nel trasformare i campioni locali in leader globali. La nostra attenzione rimane rivolta al miglioramento continuo e all’innovazione, con l’obiettivo di costruire l’impresa del futuro”.

Despar dedica una campagna nazionale alla linea S-Budget

Prende il via lunedì 22 settembre la nuova campagna di comunicazione di Despar dedicata a S-Budget, la linea convenienza dell’insegna, recentemente arrivata nei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar di tutta Italia. Si tratta della prima campagna su scala nazionale per questa specifica marca del distributore, un progetto che valorizza una best practice presente da anni nei negozi di Despar Nord in Veneto, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia, diventata poi comune a tutta la rete. Il Consorzio Despar Italia e i suoi soci hanno infatti esteso S-Budget a tutte le 17 regioni italiane in cui l’insegna è presente. Il portafoglio di prodotti conta oltre 250 referenze per la spesa quotidiana tra alimentari e non alimentari – pasta, surgelati, latticini, salumi, prodotti per la casa e la persona – che, secondo quanto riferito dal Consorzio, garantiscono un risparmio medio fino al 30% sul carrello della spesa.
La campagna, on air per tre settimane dal 22 settembre al 12 ottobre, prevede una pianificazione, gestita dall’agenzia media Initiative, geotargetizzata sui principali canali digitali, coinvolgendo le Tv connesse, la piattaforma Spotify con audio no skip e banner targetizzati, le home page di numerose testate nazionali e locali online e siti selezionati con diversi formati digitali, tra cui skin e banner. A questo si affianca un’attività di sponsorizzazione su social media, in particolare Facebook e Instagram.

PROTAGONISTA È IL BORSELLINO ANIMATO
Con il claim “Più S-Budget, più risparmi”, la campagna, ideata dall’agenzia creativa AD 010, intende raccontare i tratti distintivi – risparmio, qualità, ampiezza dell’assortimento – costruendo riconoscibilità e fiducia intorno ai prodotti, rafforzando la brand awareness e il ruolo strategico che la linea ricopre nell’offerta Despar per rispondere alle esigenze di più fasce di clientela. Elemento distintivo della creatività è l’icona del borsellino animato, presente in tutti i materiali della campagna. Un portamonete che vuole rappresentare visivamente la filosofia di accessibilità e convenienza alla base di S-Budget.
È la prima volta che portiamo in comunicazione S-Budget a livello nazionale – dichiara Ombretta Putzu, Responsabile Marketing e Comunicazione di Despar Italia – e lo facciamo unendo le forze di tutti i soci del Consorzio in un progetto condiviso che rende ancora più forte ed efficace la comunicazione dei valori e delle peculiarità di questa nuova proposta. L’estensione della linea S-Budget a tutto il network Despar e questa campagna adv sono il risultato concreto di una sinergia costruita a partire da un’esperienza di successo, che oggi diventa un’opportunità per i nostri clienti che vogliamo raccontare con un messaggio forte e coerente per tutto il territorio nazionale”.
Despar Italia è la società consortile, con sede a Bologna, che riunisce sotto il marchio Despar se aziende della distribuzione alimentare e i loro negozianti affiliati. Le sei aziende associate sono: Despar Nord Ovest – Gruppo 3A, Despar Nord – Aspiag Service, Despar Centro Sud – Maiora, Despar Sardegna – SCS, Despar Sicilia – Ergon, Despar Messina – Fiorino. Despar conta in totale 1.323 punti vendita, per un fatturato al pubblico 2024 pari a 4,5 miliardi di euro.

Pinalli lancia la sua prima private label

È un segno dei tempi e dell’evoluzione (senza confini) del retail. La private label – o marca del distributore, come preferiscono chiamarla le insegne – è da tempo una leva strategica, non solo in termini economici, ma anche di immagine. Un’ulteriore conferma arriva dal mondo della bellezza e da Pinalli, player attivo proprio in quel comparto, che ha lanciato sua prima private label. La linea – già disponibile nei 92 store e attraverso l’e-commerce ufficiale dell’azienda – viene presentata come una scelta strategica che arricchisce e completa l’esperienza d’acquisto, rafforzando la riconoscibilità dell’insegna nel panorama beauty nazionale.
Con la nascita della private label compiamo un passo decisivo – dichiara Raffaele Rossetti, Presidente e Amministratore Delegato di Pinalli –. Vogliamo esprimere in modo chiaro la nostra identità, dare vita a una proposta esclusiva per i nostri canali, arricchire l’esperienza dei clienti con strumenti capaci di rendere la routine di bellezza più completa e, al tempo stesso, intercettare e interpretare i trend più attuali. È una scelta che segna l’evoluzione del nostro ruolo: da semplice distributore a brand che crea valore, ispira e sorprende”.
La private label di Pinalli prende vita attraverso diverse linee: Make-uppy introduce pennelli e spugnette; Skincredible arricchisce la routine skincare con accessori come patch e pad; Hairmazing è dedicata allo styling dei capelli, con elastici, mollette e pettini; BeautyTool offre strumenti di precisione come pinzette e limette. A chiudere la collezione, le pochette, in vari colori e formati. Si tratta tuttavia di solo il primo passo di un percorso più ampio, che vedrà progressivamente l’ingresso di nuove categorie e lo sviluppo di ulteriori progetti a marchio Pinalli, a cominciare dal lancio di due mascara in questi giorni.

IL RITORNO IN TV
È emblematico che, contestualmente al debutto della private label, l’insegna annunci un’altra iniziativa focalizzata anch’essa sull’identità d’insegna: il ritorno on air con la campagna Tv nazionale “Pinalli sei meraviglia”, firmata da Serviceplan sotto la direzione creativa di Igor Borghi. La campagna, trasmessa sulle principali emittenti nazionali e sulle piattaforme digitali, mira a rafforzare il nuovo posizionamento del brand e amplificarne la riconoscibilità su tutti i touchpoint.
Nata nel 1984 a Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza, Pinalli ha chiuso il 2024 con un fatturato di 170 milioni di euro. Da febbraio del 2023 una quota di maggioranza della società è detenuta da H.I.G. Capital, uno dei principali fondi di investimento internazionali, che ha investito in partnership con la famiglia Pinalli e con l’attuale management.

Piccoli marchi crescono, grazie all’innovazione

Piccolo è meglio? Quando si parla di innovazione nel largo consumo sembrerebbe proprio di sì. Le piccole aziende stanno lavorando bene su vasta scala nella creazione di prodotti “Superstar” e la media di vendite di innovazione è maggiore per le marche di piccole e medie dimensioni rispetto a quelle più grandi. A sostenerlo è il report “Europe’s Innovation Pacesetters 2025” pubblicato da Circana, uno studio dettagliato su oltre 75.000 nuovi lanci e rinnovamenti di beni di largo consumo nel 2024 che includono alimentari, bevande, prodotti per la casa, cura della persona, neonati e animali domestici. Il report analizza i dati dei punti vendita dei più grandi mercati europei monitorati da Circana – Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito – e si basa su ricerche sui consumatori per comprendere i loro comportamenti di acquisto.

CREATIVITÀ (E VENDITE) IN CALO
In tutta Europa, la continua incertezza geopolitica ed economica, unita all’inflazione, ha portato a un calo complessivo dell’innovazione nei beni di largo consumo. Il numero di innovazioni è diminuito del 20% rispetto al 2023, mentre le vendite inerenti nuovi prodotti sono calate del 17%, passando da 28,9 miliardi di euro nel 2023 a 24,1 miliardi di euro nel 2024. Lo scorso anno solo il 5,2% di tutti i beni di largo consumo erano innovazioni, in calo rispetto al 6,2% dell’anno precedente; uno dei livelli più bassi mai registrati da Circana.
Il Regno Unito e i Paesi Bassi hanno avuto i tassi di inflazione più alti e quindi hanno subito il maggiore calo di innovazione in termini di valore delle vendite. Il Regno Unito ha visto le vendite di innovazioni nelle categorie alimentari diminuire del 28% tra il 2023 e il 2024, mentre i Paesi Bassi sono calati del 43% nello stesso periodo. Il Regno Unito rimane tuttavia il mercato più importante per l’innovazione, con il 7% delle vendite di nuovi prodotti alimentari provenienti dallo sviluppo di nuovi prodotti, il più alto tra i sei Paesi.
L’innovazione è la linfa vitale del settore dei beni di largo consumo, una fonte attestata di crescita e un modo per soddisfare i consumatori che cercano prodotti nuovi in un momento di tagli ai costi e di incertezza – commenta Ananda Roy, Senior Vice President and Industry Advisor, Consumer Goods, Circana –. Nonostante il calo dell’innovazione anno su anno, registrato in tutti gli anni successivi alla pandemia, e con le aziende concentrate sull’ottimizzazione dei loro portafogli e sull’uso della ‘shrinkflation’ per aumentare le vendite, esistono significative aree di crescita tra brand minori e follower e tra alcuni dei nostri marchi storici più amati che si stanno reinventando”.
L’analisi di Circana rivela anche che i nuovi prodotti performano meglio nell’anno successivo al loro lancio. Ciò accade in quanto i consumatori hanno modo di provarli, eventuali problemi iniziali della distribuzione possono essere risolti e le strategie di prezzo possono essere adeguate. I lanci di prodotti innovativi Rising Stars (che hanno generato da 500.000 a 1 milione di euro di vendite per SKU) o Mainstream (da 100.000 a 500.000 euro) nel loro primo anno, spesso passano a diventare Superstar (generando più di 1 milione di euro) entro il secondo anno di diffusione.

DAL POLLO BIOLOGICO ALLA VODKA SCOZZESE
Nel 2024, i produttori di beni di largo consumo minori hanno innovato su vasta scala, con l’innovazione che ha contribuito fino al 79% delle vendite totali di una brand. Come anticipato, la media di vendita di innovazione è stata più alta per i produttori di dimensioni extra piccole, piccole e medie rispetto a quelli grandi, con un aumento del contributo complessivo delle aziende minori all’innovazione di prodotto.
L’azienda alimentare spagnola a conduzione familiare, Avícola Sánchez, è in cima alla classifica dei Produttori Più Innovativi del 2024 (basata sul valore medio delle vendite per innovazione). Nota per il suo pollo biologico Avicosan, ha generato vendite di 36 milioni di euro per ogni innovazione. In un altro caso, la marca di bevande alcoliche ‘disruptive’ Glen’s Vodka, che fa particolarmente leva sulle sue radici scozzesi, ha generato vendite di 22 milioni di euro per ogni innovazione.

MARCHI STORICI E MDD
Circana sottolinea che le brand storiche si stanno reinventando attraverso una combinazione di diversificazione, collaborazione e ispirazione da TikTok per svecchiare, dare nuova energia e ridefinire le categorie. Per quanto riguarda invece le marche del distributore, molti lanci sono ora diventati brand a sé stanti, con i reseller in tutta Europa che sperimentano nuove rotte di mercato, ‘bundle’ di prodotti e servizi nonché strategie di prezzo per contribuire a rendere l’esperienza di acquisto più piacevole. “I consumatori apprezzano moltissimo i nuovi prodotti che si adattano al loro stile di vita, alle loro scelte alimentari – aggiunge Ananda Roy – e che li aiutino a raggiungere i loro obiettivi di vita. Per questi motivi, sono disposti a pagare di più per articoli che offrono qualcosa di veramente differenziato. Ma è fondamentale assicurarsi che i nuovi prodotti soddisfino le aspettative, altrimenti i consumatori li abbandoneranno in modo silenzioso. Il messaggio per i produttori e le marche CPG è chiaro e semplice: è il momento di innovare”. Come? Secondo il report sono sei i trend di innovazione che influenzano i consumatori:

  1. Alimenti a base vegetale con gusti innovativi, ingredienti riutilizzati creativamente (ad es. frutta brutta ma buona) e sistemi di ricarica o detersivi per bucati veloci aiutano i consumatori a scegliere prodotti etici.
  2. Crescente domanda di tavolette di cioccolato fondente e aromatizzate, con packaging innovativo.
  3. Focus su salute e benessere, con bevande energetiche premium e ipertoniche che soddisfano la domanda di una nutrizione potenziata in formati convenienti.
  4. Produttori che aggiungono proteine e vitamine, seguendo trend salutistici come il microbioma e la perdita di peso (inclusi prodotti ispirati a GLP-1).
  5. Ispirazione alla cucina globale, come il Dubai Chocolate, il cioccolato diventato virale.
  6. Brand noti con un tocco in più, come le bevande proteiche con caffè.

Gruppo Selex cresce del 7,9% nei primi 5 mesi del 2025

Si è chiuso con un incremento del +4,5% del fatturato al consumo complessivo il 2024 di Selex, che raggiunge così i 21,1 miliardi di euro. Ancora superiore la crescita nei primi 5 mesi del 2025, comprensiva delle nuove aperture: +7,9%, rispetto al +4,4% del comparto nazionale (fonte NiQ, Lcc Iper+Super), mentre la quota di mercato sale al 15,6% (fonte: Nielsen GNLC), rafforzando la posizione di vertice nella grande distribuzione italiana. “Il 2024 e questi primi mesi del 2025 evidenziano un mercato dinamico nonostante le incertezze della situazione internazionale ed un’economia che cresce molto lentamente – dichiara Alessandro Revello, Presidente Gruppo Selex –. La nostra priorità è migliorare costantemente la rete dei punti di vendita, i prodotti ed i servizi ai nostri clienti attraverso investimenti in ristrutturazioni, nuove aperture, competenze e tecnologia. Stiamo inoltre investendo sull’innovazione a più livelli, in queste settimane ad esempio lanciamo la nostra piattaforma Selex Media, il primo progetto di retail media integrato ed omnicanale del nostro settore”.

GLI INVESTIMENTI SULLA RETE
Per sostenere gli obiettivi di sviluppo, il gruppo ha avviato un programma di investimenti da 480 milioni di euro finalizzato all’inaugurazione di 67 nuovi punti vendita e al rinnovamento di 114 strutture esistenti. La rete distributiva delle 18 imprese socie conta 3.331 punti vendita con formati diversi, dai superstore ai discount. Le insegne con diffusione nazionale sono Famila, A&O e C+C, cui si affiancano brand regionali. L’organico è di oltre 42.600 addetti.
Durante il 2024, le 8.000 referenze Mdd dei differenti brand del gruppo hanno ottenuto una crescita del +6,4%, dato che Selex interpreta come una conferma dell’efficacia di un approccio che mira a diversificare e ampliare le private label, dalle linee premium e salutistiche a quelle orientate al risparmio. Il segmento cash & carry evidenzia, invece, un andamento del +1,0% in uno scenario di mercato caratterizzato da una flessione del -5,6% (fonte Circana).
Sul fronte della strategia omnicanale, il Gruppo prosegue nello sviluppo dell’e-commerce attraverso la piattaforma proprietaria CosìComodo.it, che nel 2024 ha fatto registrare un incremento del +8% a livello di fatturato e si conferma nel 2025 con un +5% nei primi 5 mesi dell’anno. L’insegna rappresenta il canale e-commerce per 10 insegne del gruppo e copre con i servizi di consegna a domicilio e click&collect oltre 1.200 CAP in tutta Italia.

LE PREVISIONI PER IL 2025
Le proiezioni di fatturato per il 2025 vengono confermate, con un target di 22 miliardi di euro. “Il gruppo registra buoni risultati anche in questi primi mesi del 2025, ma rimane una preoccupazione di fondo sulla tenuta dei consumi per la seconda parte dell’anno – afferma Maniele Tasca, Direttore Generale del Gruppo Selex (nella foto a sinistra) –. Dobbiamo proseguire il contrasto all’inflazione ed adeguare gli assortimenti per offrire in modo continuativo convenienza sugli scaffali e cogliere le opportunità offerte dai cambiamenti nelle abitudini di consumo. Con l’iniziativa Selex Media, in fase di lancio, ci proponiamo di innovare e migliorare la relazione con i nostri clienti e con i partner fornitori”.

MD, ricavi stabili a 3,7 miliardi di euro nel 2024

Il 2024 è stato un anno di consolidamento per MD. L’esercizio si è chiuso con 3,7 miliardi di euro di fatturato e una crescita dei ricavi netti dello 0,4% rispetto all’anno precedente. Il patrimonio netto supera i 619 milioni di euro e la marginalità si è mantenuta stabile, attestandosi al 6,09% nel 2024, in linea con il 6,11% registrato nel 2023. L’utile netto è stato di 81,2 milioni.
Nel Bilancio di Sostenibilità relativo al 2024 si legge che l’insegna conta 782 punti vendita (a fronte dei 785 indicati nel Bilancio di Sostenibilità 2023), per un totale di 9.172 dipendenti di cui il 64,9% donne con un incremento di 97 nuove risorse nell’ultimo anno. Riposizionamenti e aperture in location più strategiche, accompagnate dall’introduzione di format di negozio più evoluti, confermano la volontà di MD di rafforzare la propria presenza sul territorio non tanto attraverso l’espansione numerica, ma migliorando l’efficienza della rete esistente.
Dal punto di vista ambientale, MD ha registrato una riduzione del 20% delle emissioni di CO₂ rapportata alle superfici immobiliari e una riduzione dell’1,8% dei consumi energetici. Sono 308 i punti vendita che hanno consumi inferiori alla media aziendale e 65 impianti fotovoltaici sono stati installati, anche nei nuovi negozi, dove è stato introdotto il controllo da remoto degli impianti di raffrescamento e refrigerazione.

CRESCIUTA L’OFFERTA DI PRODOTTI A MARCHIO
Oggi MD conta circa 2.384 referenze private label (+6% rispetto al 2023) e 81 marchi food e non food. L’insegna sottolinea l’attenzione alla qualità, con il 100% dei prodotti a marchio costantemente valutati per impatti su salute e sicurezza. Nel 2024 sono stati condotti 211 audit sui fornitori e 189 audit nei punti vendita, con il 90% di conformità.

DONAZIONI E PROGETTI SOCIALI
L’insegna ha devoluto oltre 917.000 euro tra donazioni e progetti sociali: 543.289 euro attraverso la piattaforma Goodify e 40.000 euro alla Fondazione Veronesi. Con il programma di contrasto allo spreco alimentare, 240 tonnellate di prodotti sono state donate al Banco Alimentare, equivalenti a più di 479.000 pasti. “Da oltre 30 anni – dichiara Patrizio Podini, fondatore e presidente di MD – lavoriamo con una visione di lungo periodo. Nel 2024 abbiamo continuato a crescere integrandoci nel tessuto economico e sociale dei territori in cui operiamo. La forza di MD risiede nella sua capacità di evolversi restando fedele ai propri valori fondanti: rispetto, qualità, sostenibilità e inclusione. Guardiamo al futuro con determinazione, certi che insieme ai nostri clienti, collaboratori e partner continueremo a costruire un modello virtuoso di sviluppo”.
Investire nella sostenibilità – aggiunge Maria Luisa Podini, Amministratore Delegato di MD – significa proiettarsi nel futuro: un’impresa solida deve creare valore condiviso e duraturo, non solo economico, ma anche sociale e ambientale. Per questo, la sostenibilità è ormai parte integrante del nostro modello di business, consapevoli che solo così possiamo generare fiducia, innovazione e resilienza per affrontare le sfide che ci attendono”.

Coop, il 2024 si è chiuso con un giro d’affari di 16,6 miliardi di euro

Performance allineata all’inflazione nel 2024 per Coop. Il giro d’affari complessivo delle 72 cooperative associate ha raggiunto i 16,6 miliardi di euro, +1,2% rispetto all’anno precedente, ma la sola parte retail si è attestata a 14,9 miliardi di euro, in crescita dell’1%, in linea con l’incremento medio dei prezzi al consumo calcolato dall’Istat sull’intero anno. La quota di mercato è pari all’11,1%, scesa dello 0,3% rispetto all’anno precedente, ma tale da confermare il terzo posto tra le insegne della grande distribuzione italiana. Pressoché completato nel corso del 2024 il progetto sul prodotto a marchio, arricchito di ulteriori proposte. Ad esempio, la nuova offerta nel segmento pet food, lanciata con l’obiettivo di confrontarsi alla pari con le grandi catene specializzate nei prodotti per gli animali di casa. Complessivamente sono stati oltre 1.000 i prodotti oggetto di restyling o all’esordio in varie categorie, tra le quali igiene ambienti, salumi e formaggi. L’incidenza sul totale delle vendite ha superato il 40% e a fine 2023 il fatturato generato dal prodotto a marchio Coop ha toccato i 3,5 miliardi di euro.

BENE GLI SPESOTTI E LA TELEFONIA
Coop sottolinea il successo della nuova linea Gli Spesotti, focalizzata sulla convenienza ed entrata a regime nel corso del 2024: quasi 10 milioni di pezzi venduti ogni mese e 4 milioni di acquirenti in un anno tra i soci Coop. Altro aspetto evidenziato è relativo a Coop Voce, la telefonia a marchio Coop, che nel 2024 ha superato i 2,2 milioni di utenti (413.000 i nuovi utenti del 2024) sviluppando un giro d’affari pari a circa 157 milioni di euro (+3% rispetto al 2023).

I DATI SULL’OCCUPAZIONE
Nell’anno che ha visto il rinnovo del contratto di lavoro nella distribuzione cooperativa al termine di una lunga e complessa trattativa – ma che, precisa Coop, ha portato ad adeguamenti retributivi e a un potenziamento di clausole di welfare e di risorse investite in percorsi formativi – l’occupazione generata è di poco inferiore ai 58.000 dipendenti. Oltre il 70% dei dipendenti è donna e contemporaneamente è aumentata la percentuale di donne in ruoli direttivi, che supera il 40% Un dato da anni in crescita che testimonia l’impegno di Coop sui temi dell’inclusione e della parità di genere.
A febbraio 2023 Coop, prima nella grande distribuzione organizzata, ha ottenuto la Certificazione della Parità di Genere secondo la UNI PdR 125 e l’attestato è stato riconfermato nel 2024 a un anno di distanza e affiancato da altre Certificazioni della Parità di Genere raggiunte dalla maggior parte delle cooperative associate. Immutato il dato della base sociale; sono circa 6,2 milioni i soci (oltre un quarto delle famiglie italiane). La presenza femminile è forte anche nei Cda delle cooperative (40,8%) ed è confermato il dato della predominanza femminile fra i soci eletti nei vari organismi rappresentativi dei territori (54,4%).

Mdd: per il 69% degli italiani è una valida alternativa alla marca

Oltre la metà (53%) dei consumatori a livello globale acquista sempre più prodotti a marca del distributore. In Italia questa tendenza si rafforza ulteriormente, registrando un incremento di 3 punti percentuali e raggiungendo il 56%, con il 69% che giudica la Mdd una valida alternativa. Parallelamente, i dieci principali brand a livello mondiale hanno registrato una ripresa delle vendite nel 2024, segnale che la competizione tra retailer e produttori nel settore del largo consumo resta vivace. La sfida per conquistare l’attenzione dei consumatori si gioca sempre più sugli scaffali, dove la capacità di differenziarsi e creare valore diventa cruciale.
È quanto emerge dal nuovo report “Finding Harmony on the Shelf: 2025 Global Outlook on Private Label & Branded Products”, lo studio redatto da NielsenIQ (NIQ). Il report analizza le tendenze che stanno guidando la crescita globale del settore, offrendo una panoramica dettagliata su 25 mercati, inclusa l’Italia. Lo studio non si limita a fotografare il cambiamento nell’atteggiamento degli acquirenti verso i prodotti Mdd e di marca, ma approfondisce anche le dinamiche che influenzano le scelte di consumo. A completare il quadro, il report fornisce indicazioni strategiche per retailer e produttori che intendono intercettare efficacemente i bisogni dei consumatori in un contesto macroeconomico in continua evoluzione.

PRIVATE LABEL: AUMENTA LA QUALITÀ PERCEPITA
Dallo studio NIQ emerge inoltre un’evoluzione significativa nella percezione della qualità dei prodotti Mdd, in particolare, in Italia. Come anticipato, il 69% dei consumatori italiani li considera ormai una valida alternativa ai prodotti di marca, mentre il 46% li ritiene di pari o superiore qualità rispetto ai brand tradizionali (a fronte del 51% a livello globale). Quasi due terzi (60%) dei consumatori globali si fida delle marche del distributore, trend valido anche in Italia (61%).
Tuttavia, la disponibilità a pagare un prezzo più elevato per i prodotti private label resta contenuta: solo il 28% degli italiani si dichiara disposto a farlo. Inoltre, il 70% del campione nazionale riconosce un buon rapporto qualità/prezzo nella Mdd. Un dato interessante riguarda anche l’offerta: oltre la metà degli intervistati (51%) afferma che acquisterebbe più frequentemente questi prodotti se fosse disponibile una più ampia scelta.
Volgendo lo sguardo verso l’andamento di mercato delle marche del distributore, nonostante l’incremento di 1,4 punti percentuali della quota di mercato a livello globale (che raggiunge il +22,7%) si osserva un consolidamento del fatturato. Questo è evidente soprattutto in Europa, dove la crescita delle vendite si stabilizza: dal +12% circa del 2023, dovuto anche all’effetto inflativo, si passa al +4% nel 2024.

LA QUOTA DI CONSUMATORI “INFEDELI”
Viene anche evidenziata una crescente apertura all’esplorazione: in Italia, quasi la metà dei consumatori (47%) dichiara di ampliare i propri acquisti provando marche diverse in più categorie, a fronte di un trend globale che si attesta al 58%. Inoltre, il 57% degli acquirenti italiani sostiene di non prestare attenzione al brand, orientando le proprie scelte esclusivamente in base alle proprie necessità.
Un comportamento che si riflette anche nella minore fedeltà alla marca – ovvero la ripetizione degli acquisti nel tempo e della preferenza costante per un brand rispetto ai concorrenti – in confronto alla media globale: mentre il 60% dei consumatori mondiali dichiara di acquistare sempre lo stesso brand di cui si fida, in Italia questa percentuale si ferma al 42%. Un importante indicatore che illustra come gli italiani vengono guidati nel processo di acquisto: infatti, piuttosto che affidarsi all’abitudine, sono guidati dal valore e dalla rilevanza essendo dunque più propensi ad esplorare nuove opzioni. Una dinamica che sembra aprire a nuove possibilità: da un lato viene a crearsi spazio per l’innovazione e per nuovi attori nel mercato e, dall’altro, rivenditori e brand che rispondono con approcci agili e basati su insight hanno l’opportunità, non solo di assicurarsi l’acquisto, ma anche di costruire un nuovo tipo di loyalty, basata su fiducia, differenziazione e coinvolgimento autentico.

LA RELAZIONE CON I GRANDI BRAND
II 47% degli italiani afferma di comprare prodotti di marca preferendoli alle alternative più economiche. Sopra la media i Millennial con il 53%, leggermente sotto media i Boomer (46%) e la GenZ (45%). Emerge dunque un atteggiamento positivo dei consumatori verso i prodotti di marca, sentimento confermato dai dati di vendita a livello mondiale. Secondo il tracking NIQ Retail Measurement Services, le vendite dei 10 principali marchi globali sono cresciute del +4,8%, superando leggermente la crescita annuale delle vendite dei prodotti private label (+4,3%).
Sebbene le Mdd guidino le vendite in categorie come frutta secca e snack salati, il loro impatto si traduce in opportunità per tutti. Nate come alternative economiche, contribuiscono a migliorare la percezione complessiva della categoria, favorendo una maggiore accettazione da parte dei consumatori. Questo processo apre spazi di crescita anche per i brand di marca, che sono così chiamati a monitorare attentamente le categorie più dinamiche per cogliere nuove opportunità di sviluppo.
Il successo nell’attuale panorama della distribuzione non è un gioco a somma zero – commenta Enzo Frasio, Amministratore Delegato di NIQ Italia (nella foto sopra) – e ciò significa che vi è spazio di crescita per tutti gli attori del mercato. Infatti, le private label e i prodotti di marca possono non solo coesistere, ma anche crescere insieme, dando vita a uno sviluppo ulteriore che si riflette sulla tipologia di prodotto e sulla spesa generazionale. In Italia, dove gli acquirenti sono sempre più aperti a esplorare entrambi i tipi di marchio nelle varie categorie, l’opportunità è visibile. La strada più efficace è quella della collaborazione: quando retailer e produttori uniscono le forze, possono sfruttare i punti di forza complementari e rispondere all’evoluzione delle esigenze dei consumatori, costruendo un futuro di crescita condivisa e sostenibile”.

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