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Coop ancora in testa nel 2017, 13,4 miliardi nel retail Gdo (+2,6%)

Con una quota, immutata, del 14,2% nella Gdo, Coop attraverso le cooperative associate, si conferma anche 2017 leader della distribuzione italiana con un giro d’affari di 13,4 miliardi nel retail (+2,6%) e di 14,8 miliardi (+2,5%) tra attivita retail e diversificazioni. Sono i risultati del rendimento economico 2017 della più grande cooperativa italiana, che presenta un insieme di imprese che viaggia a diverse velocità.
La media delle grandi coop fa segnare un Ebitda medio pari al 4% e un risultato netto in miglioramento. Gli investimenti restano sostenuti (427 milioni di euro), il patrimonio netto è di 6,8 miliardi di euro, il prestito sociale si attesta sui 9 miliardi.

Con 6,8 milioni di soci (+237mila nel 2017), oltre un quarto delle famiglie italiane è proprietaria delle cooperative associate a marchio Coop. Sono 90.000 i soci che partecipano attivamente alla governance cooperativa e oltre 4.000 i soci volontari che animano 5.200 iniziative sul territorio per un valore sociale di 56,7 milioni di euro.

Resta in crescita l’occupazione (59.902 dipendenti con un +1,2% sul 2016, con una prevalenza di donne (68,8%) e contratti a tempo indeterminato (94,2%). Tramite i propri fornitori di merci e le altre attivitàdell’indotto, Coop sostiene direttamente o indirettamente 259.900 posti di lavoro, l’1% dell’occupazione del Paese.

 

Nel 2018 incertezze a Sud e negli iper

I primi 6 mesi del 2018 restituiscono un mercato del largo consumo in arretramento e ancora molto difficile nelle regioni meridionali e nel comparto degli ipermercati, incerte sono le prospettive anche per la seconda parte dell’anno. Coop, dopo un primo semestre in leggera contrazione, prevede volumi 2018 allineati a quelli del 2017. Le attivita programmate nel secondo semestre proseguono negli impegni sui progetti ambientali e per la salute con lo sviluppo dei propri Prodotti Coop. Ma nonostante le difficolta, si intensifica lo sforzo di investimento che nel triennio 2018-2020 superera 1,3 miliardi di nuove immobilizzazioni.

 

MDD oltre il 20% a 2,7 miliardi

Il prodotto a marchio, espressione dei valori Coop, ha completato il suo percorso di rivisitazione e nell’anno in cui festeggia i 70 anni di vita contempla un insieme di 4.500 referenze, un fatturato di 2,7 miliardi di euro per un’incidenza a valore del 28% nei supermercati e del 21% negli iper. A quantità, il prodotto a marchio Coop rappresenta quasi un terzo delle vendite alimentari.

Nel 2018 saranno 200 i nuovi prodotti a marchio che arriveranno a scaffale, altrettanti sono stati quelli nuovi nel 2017

Tra le caratteristiche esclusive del prodotto Coop figura al primo posto l’attenzione alla qualità e sicurezza; sono stati 3,2 milioni i controlli in campo e in laboratorio nel corso dell’anno.

 

Tra e-commerce e ristrutturazioni degli iper si lavora sul futuro

“Abbiamo iniziato ad affrontare questioni che ritardano la nostra crescita e su cui abbiamo preso decisioni rilevanti – ha detto Marco Pedroni, Presidente Coop Italia -. In primo luogo confermiamo la nostra presenza al Sud, con interventi di razionalizzazione, ma anche con l’estensione della formula cooperativa in un territorio come la Sicilia o con l’avvio di importanti partnership in franchising in alcune regioni. Le nostre cooperative stanno inoltre affrontando il problema di un formato come quello degli Ipermercati che mostra innegabili difficolta in tutto il mondo; le soluzioni sono differenziate e riguardano in alcuni casi la ristrutturazione e il ridimensionamento delle strutture e in altri casi l’innovazione del modello di offerta a parita di dimensioni. Abbiamo inoltre aperto cantieri importanti che incrociano le diverse sensibilitàdei soci e consumatori: l’innovazione negli assortimenti, l’e-commerce Food e Non Food, i servizi nel campo energetico. Stiamo praticando un ulteriore salto di qualità nell’offerta dei nostri Prodotti Coop, sia a livello di spinta commerciale che nell’evoluzione delle linee e della gamma assortimentale.”

“Stiamo vivendo una fase di cambiamento che genera una situazione a piùvelocita nelle diverse parti d’Italia dove siamo presenti, ma continuiamo a marcare le differenze del nostro modello di impresa rispetto ai competitor. Marcare le differenze significa non abbassare la guardia sui primati di qualita e di trasparenza, sulla ricerca della convenienza rispettando peròil principio del giusto prezzo per il consumatore ma anche per il produttore. Questo per noi vuole dire essere leader –ha sottolineato Stefano Bassi, Presidente Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) -. Alcune cooperative hanno superato brillantemente gli anni della crisi e generano utili importanti a partire dalla gestione caratteristica, altre stanno attuando strategie per raggiungere lo stesso obiettivo. Affronteremo eventuali necessarie ristrutturazioni in un dialogo aperto con lo scopo di salvaguardare i posti di lavoro”.

Legalitànelle filiere, attenzione alla salute e all’ambiente assieme alle politiche di convenienza e di rafforzamento patrimoniale sono gli obiettivi confermsti anche nel 2018. “Chiediamo al Governo di confermare la sterilizzazione dell’Iva e condividiamo quanto già proposto dal vice presidente Luigi Di Maio per una nuova regolamentazione delle aperture domenicali e festive nell’interesse dei consumatori e dei lavoratori” conclude Bassi.

Mareblu presenta Nutrimix, la gamma di insalate a base di tonno e salmone

Mareblu ha ideato le Nutrimix, una gamma di insalate pronte a base di tonno e di salmone, disponibili i cinque ricette, ognuna con uno specifico beneficio nutrizionale: Mediterranea e Provenzale, piatti unici bilanciati, la Messicana, ricca di fibre, l’Isolana, fonte di Omega3, e l’Ortolana Leggera, con il 40% di grassi in meno.

Ogni insalata Nutrimix è stata creata per soddisfare anche i palati più esigenti grazie all’utilizzo di ingredienti sfiziosi, come il riso nero selvaggio, i pomodorini secchi, gli agrumi, le erbe provenzali e l’uso esclusivo di olio extra vergine di oliva.

Mareblu inoltre, attenta alla sostenibilità, utilizza per le sue insalate solo pesce certificato MSC, il marchio del Marine Stewardship Council che attesta l’adozione di tecniche di pesca sostenibili nel rispetto del patrimonio degli oceani.

 

Nutrimix Mediterranea

Mediterranea – Piatto Unico Bilanciato – è un’insalata a base di tonno, arricchita con bulgur e verdure: ideale per chi desidera consumare un pasto gustoso senza pensieri.

  

Nutrimix Messicana

 

Messicana – ricca di fibre – è un’insalata di tonno, mais e fagioli rossi, saporita e leggermente piccante; particolarmente indicata per coloro che desiderano apportare la corretta quantità di fibre alla propria dieta.

 

Nutrimix Leggera Ortolana

 

L’insalata con Tonno Leggera Ortolana è perfetta per chi vuole avere sempre a portata di mano un piatto ricco di gusto e sapore, ma con il 40% in meno di grassi rispetto alle insalate presenti sul mercato*.

Una dieta sana dovrebbe inoltre dare spazio al consumo quotidiano di verdure di cui questa ricetta è particolarmente ricca.

 

Nutrimix Provenzale

L’insalata Provenzale con salmone, grazie alla presenza di pesce, cereali e verdure è un pasto completo e nutrizionalmente bilanciato, ideale per chi desidera mangiare in modo corretto, senza rinunciare al piacere della tavola e al proprio tempo libero.

 

 Nutrimix Isolana

L’insalata Isolana di salmone, fonte di Omega3 è ideale per chi è attento alla propria alimentazione, ma non vuole rinunciare alla praticità. Un invitante mix di ingredienti in grado di apportare all’organismo acidi grassi essenziali per il benessere fisico.

 

 

Primo semestre 2018, il mercato real estate italiano si ferma a 3,3 mld di euro

Una battuta d’arresto che però non preoccupa gli operatori: stiamo parlando del volume investito in Italia nel primo semestre 2018, che ha raggiunto circa 3,3 miliardi di euro, segnando una diminuzione del 40% rispetto allo stesso periodo del 2017 – anno record – il cui volume tuttavia è stato notevolmente superiore alla media decennale.
Se il volume degli investimenti nel settore immobiliare nel 2017 ha superato il record storico registrato nel 2007, con oltre 11,3 miliardi di Euro considerando tutti i settori ad esclusione del residenziale, i dati del primo semestre 2018 esprimono dunque un trend diverso, che tuttavia aveva raggiunto un volume superiore più del doppio rispetto alla media degli ultimi dieci anni.
Nei primi sei mesi del 2018 nuovi elementi di incertezza, legati anche alla situazione politica ed economica italiana, hanno contribuito a rallentare la crescita sostenuta del volume degli investimenti immobiliari che proseguiva da ormai cinque anni. La domanda si conferma elevata, ma è più cauta rispetto al passato.
“La prima metà dell’anno è stata comunque dinamica. Sicuramente la situazione di stallo politico alla fine di maggio, seppur transitoria, ha rappresentato un ulteriore elemento d’incertezza sul Paese che ha rallentato l’attività d’investimento. Alcuni investitori si sono raffreddati sull’Italia, valutando le opportunità con maggior cautela rispetto al recente passato, ma l’interesse rimane forte, anche in un’ottica di diversificazione europea” commenta Joachim Sandberg, Head of Italy and Southern Europe Region di Cushman & Wakefield. “Si possono evidenziare alcuni trend che hanno caratterizzato il primo semestre: i capitali internazionali continuano a rappresentare la componente principale degli investimenti (circa 65%), ma l’attività degli investitori domestici (35%) è in aumento rispetto al 2017; continua la compressione dei rendimenti prime, con transazioni uffici chiuse sotto il 3,5%, segnale di un mercato in salute in cui l’interesse continua ad essere forte; ed infine la conferma dell’attenzione verso lo sviluppo immobiliare, sia che si tratti di grandi progetti di rigenerazione urbana, oppure di singoli immobili da valorizzare”.

Approfondendo l’analisi, la diminuzione dei volumi si riferisce prevalentemente al settore direzionale (-58%) ed è riconducibile ad una combinazione di cause diverse, ma principalmente alla carenza di prodotto in linea con gli standard internazionali, risultato della limitata attività di sviluppo e riqualificazione negli ultimi anni. Uffici e Retail si confermano i settori dominanti in termini di volumi transati (circa 35% ciascuno), seguiti dalla Logistica (12%) e dal settore Alberghiero (10%).

Per quanto riguarda il settore direzionale, la limitata offerta di prodotto “core” ha generato un’elevata competizione e quindi una compressione dei rendimenti “prime” fino a raggiungere valori minimi storici, intorno al 3,50% netto per Milano e 4,00% netto per Roma.
Secondo Claudia Buccini, Head of Research di Cushman & Wakefield in Italia: “In risposta a questo scenario, gli investitori hanno iniziato ad ampliare e diversificare le loro strategie di investimento, ad esempio valutando opportunità prime ma in location secondarie, con solidi fondamentali immobiliari; oppure progetti di sviluppo o riqualificazione per creare nuovo prodotto di grado A, con le caratteristiche di flessibilità ed efficienza attualmente richieste dai conduttori. In altri casi ancora, hanno spostato la loro attenzione su asset class alternative, quali residenze universitarie, residenze per anziani o strutture sanitarie assistenziali, che tuttavia rappresentano settori ancora poco maturi nel mercato italiano e possono richiedere una più lunga fase di analisi e valutazione dell’investimento”.
Milano rimane più resiliente rispetto ad altri mercati italiani, confermandosi come “gateway city” in Europa, in grado di competere con gli altri mercati europei e attrarre un numero crescente di investitori e corporate, nonostante l’attuale situazione di incertezza politica.
Il Retail continua ad essere un target per gli investitori, con particolare riferimento a Centri Commerciali (55% del volume retail) e High Street (30%), e circa il 60% delle transazioni registrate nel primo semestre è rappresentato da portafogli. Per quanto riguarda il segmento delle high street, le città principali si confermano Milano, Roma, Venezia, Firenze e in minor misura anche Torino, dove l’interesse degli investitori è alimentato dalla dinamicità del mercato delle locazioni e dal trend positivo dei canoni, sostenuti dai flussi turistici che caratterizzano queste città. Per quanto riguarda il segmento out of town, il mercato è sempre più polarizzato, con domanda crescente e pressione sui rendimenti per i centri riconosciuti come “retail destination”, mentre soffrono i prodotti secondari non supportati da solide catchment area.

 

Cresce la logistica

La Logistica, che rappresenta il 12% sul totale degli investimenti, è l’unico settore che mostra un andamento in crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+25% ma partendo da una base limitata), a conferma del forte interesse generato dalla continua evoluzione dell’e-commerce e dall’espansione della grande distribuzione. Gli investitori sono focalizzati su opportunità immobiliari con contratti di locazione di lunga durata e conduttori affidabili, ma valutano anche opportunità di sviluppo per creare nuovo prodotto in linea con le richieste sempre più sofisticate degli operatori.
Infine, il mercato Alberghiero presenta interessanti opportunità e ampi margini di crescita, non solo nei mercati principali quali Milano, Roma, Venezia e Firenze, dove l’attenzione degli investitori è sempre elevata, ma anche in location secondarie che offrono rendimenti appetibili, oppure considerando asset class “alternative” quali residenze per studenti e ostelli, settori attualmente in evoluzione.
Conclude Carlo Vanini, Head of Capital Markets di Cushman & Wakefield in Italia: “Sicuramente il rischio legato al Paese è aumentato rispetto all’inizio del 2018 ed è ormai certo che nel 2019 la Banca Centrale Europea interromperà il lungo periodo di politica monetaria espansiva. Come effetto dell’aumento dello spread, i costi di finanziamento sono già cresciuti e gli investitori sono più cauti, soprattutto quelli internazionali, ma le opportunità che l’Italia offre rimangono elevate. Il driver principale per l’investimento immobiliare rimane il contesto economico del Paese, per il quale è previsto un andamento positivo nel 2018. È pertanto prevedibile che la crescita degli investimenti immobiliari prosegua in linea con il trend degli ultimi anni, pur se in modo più cauto e a ritmi meno sostenuti, con un’attenzione sempre maggiore ai fondamentali e all’evolversi della situazione politica”.

Panini Durini, club deal con Astraco, 20 punti vendita ed estero nel futuro

Astraco, società di advisory indipendente, attiva da gennaio 2018 sotto la guida di Nino Dell’Arte ha organizzato e strutturato l’ingresso di investitori privati in Pancioc S.p.A., società attiva nella gestione della catena di lunch bar tavola fredda a marchio Panini Durini. 

L’operazione è stata perfezionata attraverso l’acquisizione di una quota di maggioranza di Panini Durini da parte di una società veicolo ad hoc costituita e capitalizzata dal club deal. Nell’acquisizione ha co-investito, attraverso uno strumento di debito mezzanino, il Fondo Impresa Italia gestito da Riello Investimenti Partners SGR. I soci fondatori rimarranno co-investitori assieme alla nuova compagine azionaria.

Panini Durini, fondata nel 2011 con il primo lunch bar dal format innovativo e dal concept italiano, conta oggi 14 punti vendita localizzati nelle aree centrali e più strategiche di Milano e altri tre all’interno di centri commerciali. Ha riscontrato un notevole successo sulla piazza milanese grazie al sapiente posizionamento di prodotto e alla coerenza operativa, registrando un fatturato di 9.5 milioni di euro nel 2017 e una proiezione di chiusura prossima agli 11 milioni di euro per il 2018. 

L’obiettivo strategico del progetto è di sostenere una fase di ulteriore sviluppo ampliando il network di Panini Durini di oltre 20 nuovi punti vendita in Italia e all’estero nel corso del prossimo triennio. Panini Durini sarà guidata da un nuovo Amministratore Delegato, Domenico Mazzeo, investitore del club deal promosso da Astraco e manager di successo nel settore food retail, con alle spalle numerose esperienze tra le quali Obicà.

Il modello di Astraco, nel solco delle nuove forme di private equity, è quello di club deal trasparente, flessibile e con incentivi fortemente legati alle performance. Gli investitori partecipanti, ad oggi famiglie imprenditoriali, selezionano direttamente i progetti di investimento a cui aderire in base al proprio gradimento, alla comprensione delle leve operative di creazione di valore ed al contributo strategico proveniente dalle rispettive esperienze nei settori industriali di appartenenza.

 

Gli advisor

Astraco e gli investitori privati sono stati assistiti dallo studio DWF, dai partner Luca Cuomo e Michele Cicchetti, con la collaborazione di Gianni Vettorello, Matteo Polli e Artemis Tiamkaris per gli aspetti legali e contrattualistici e dallo studio Nctm, dal partner Manfredi Luongo con un team composto da Vincenzo Cantelli e Stephanie Cappella, per gli aspetti fiscali e di strutturazione dell’acquisizione. La Due Diligence finanziaria è stata completata da Deloitte Transaction Services con il partner Luca Zesi. Riello Investimenti Partners SGR S.p.A. con un team guidato da Luigi Terranova e Alberto Lampertico è stata assistita dallo studio legale Pavia e Ansaldo con la partner Marina Balzano e l’associate Giulio Asquini.

Gli azionisti di Pancioc sono stati assistiti dall’advisor finanziario K Finance, partner di Clairfield International, con il partner Filippo Guicciardi, il director Maximiliano Turelli e l’analista Beatrice Reggiori; degli aspetti fiscali si è occupato lo Studio Villa & Villa e Associati con i partner Emiliano Villa e Giacomo Volpi e degli aspetti legali e contrattualistici si sono occupati lo studio Alpeggiani, con il partner Niccolò Piccone, lo studio Gattai, Minoli, Agostinelli & Partners, con i partner Gerardo Gabrielli e Andrea Taurozzi e gli associate Andrea Mossa e Jacopo Ceccherini e lo Studio Legale Pepe & Ass.ti, con il Partner Francesco Ferrara.

[notizia da comunicato stampa]

Nasce Aicube, centrale d’acquisto tra Carrefour, Gruppo Pam e Gruppo Végé

Un nuovo soggetto si affaccia nella Gdo nazionale: è la nuova AICUBE, acronimo di Associazione Imprese Internazionali Indipendenti, frutto dell’accordo tra Carrefour Italia, Gruppo VéGé e Gruppo PAM. L’alleanza tra i tre fondatori crea una centrale d’acquisto tra le tre insegne e si fa promotore da subito di un’offerta di assoluta convenienza, tra Marca del Distributore e Marca Industriale, e della tutela per le PMI “Made in Italy”.

L’accordo, che vede i tre soci fondatori in posizione totalmente paritetica, avraà una durata almeno triennale, con una valenza esclusivamente in ambito nazionale e un sistema di mandati a negoziare incrociati. L’alleanza, tuttavia, non preclude l’ingresso futuro di altri soggetti della Gdo.

Market share del 14,3 %

La nuova AICUBE va a posizionarsi nei primi posti del ranking delle centrali d’acquisto in Italia, con un market share del 14,3% (elaborazioni Aicube su GNLC Nielsen – Febbraio 2018). Rappresenterà in fase di negoziazione 5.179 punti vendita distribuiti in tutte le regioni italiane, per una superficie commerciale totale di 3,15 milioni di metri quadrati e un fatturato complessivo al consumo (incluso gruppi mandanti) di 16 miliardi di euro (dati 2017).

Perché una nuova centrale d’acquisto in Italia
L’alleanza strategica tra Carrefour Italia, Gruppo VéGé e il Gruppo PAM spariglia le carte nel panorama nazionale della Gdo e getta le basi per una fase di rinnovamento di cui beneficerà il mercato nel suo complesso. AICUBE consente ai retailer fondatori di rivestire un ruolo da indiscussi protagonisti in un mercato sempre più orientato e condizionato dal digital. Da subito, AICUBE si fa garante sia di un’offerta commerciale di qualità a condizioni più vantaggiose per il cliente finale, sia di una maggiore opportunità a scaffale per i prodotti di marca, di ben altro spessore rispetto alla logica dei Discount.

Focus sulle MDD

Gli obiettivi immediati della nuova centrale d’acquisto sono la definizione degli accordi di base con i principali fornitori comuni, l’identificazione di sinergie sulla Marca del Distributore mainstream e la condivisione di politiche comuni verso i co-packer, per quanto attiene la Marca del Distributore premium. Molta attenzione verrà messa nella condivisione con l’industria di trend e dati sul consumo, in modo da indirizzarne sinergicamente la crescita. Infine, particolare importanza verrà posta nell’assicurare un nuovo equilibrio nei rapporti commerciali, a tutela delle PMI del “Made in Italy”.

Le motivazioni e le prospettive che hanno condotto Carrefour Italia, Gruppo VéGé e Gruppo PAM ad allearsi creando la nuova piattaforma centralizzata per la negoziazione sono state illustrate da Stéphane Coum, Presidente di Carrefour Italia, Nicola Mastromartino, Presidente Gruppo VéGé e Salvatore Dina, Presidente di PAM Panorama S.p.A..

“L’alleanza presentata oggi è un tassello importante per sostenere in Italia la transizione alimentare, punto cardine della nuova strategia di Gruppo annunciata lo scorso 23 gennaio. Per accelerare questo percorso, Carrefour Italia è da una parte impegnata a valorizzare le proprie filiere e le produzioni locali, e dall’altra a sviluppare accordi sinergici come quello annunciato oggi” ha sottolineato Stéphane Coum, Presidente di Carrefour Italia. “Grazie alla nuova Aicube, Carrefour Italia potrà offrire ai propri clienti prodotti di qualità a prezzi equi, e nel contempo valorizzare le produzioni italiane sia in Italia che all’estero. Già oggi, infatti, Carrefour Italia esporta oltre 640 prodotti di circa 100 fornitori italiani nei nostri negozi di Francia, Belgio e Spagna per un totale di più di 184 milioni di Euro”.

“Come è nostra tradizione, ci siamo assunti responsabilmente e con senso pratico il compito di studiare una soluzione innovativa che assecondasse ancora meglio le istanze dei clienti che desiderano trovare sugli scaffali la massima scelta, tra prodotti di qualità della marca industriale e a marca VéGé, alle migliori condizioni di mercato” – ha dichiarato Nicola Mastromartino Presidente Gruppo VéGé. “VéGé, pur leader indiscusso negli ultimi anni per crescita di quote e ricavi, ha voluto intavolare un confronto con Gruppo PAM, cui ci lega un’esperienza estremamente positiva di collaborazione e sinergie, e con Carrefour Italia, nella consapevolezza condivisa che solo unendoci avremmo avuto la possibilità di avere maggiore scelta, acquistare meglio e garantire prezzi più convenienti ai nostri clienti. AICUBE è tutto questo, ma non solo. Abbiamo condiviso, infatti, anche l’impegno a essere un interlocutore che tutela l’affidamento delle piccole e medie imprese che, in questi anni, hanno fatto insieme a noi un percorso di crescita.”

“Dopo diversi anni di proficua collaborazione tra VéGé e Pam annunciamo con piacere la nascita della nuova Aicube arricchita dalla presenza di Carrefour Italia” ha dichiarato Salvatore Dina Presidente Gruppo PAM “La nuova compagine godrà del rinnovamento e dei nuovi stimoli grazie all’apporto di competenze maturate anche in ambito internazionale. La nuova Aicube rappresenta per la grande industria di Marca un nuovo standard di efficienza ed opportunità nello scenario della distribuzione alimentare del mercato italiano.”

Inalca, shopping in Polonia: acquisita la società Mille Sapori Plus

Inalca SpA, società controllata dal Gruppo Cremonini e partecipata al 28,4% da IQ Made in Italy Investment Company (detenuta al 50% da CDP Equity, Gruppo Cassa Depositi e Prestiti), attraverso la società Inalca Food & Beverage (IF&B), ha acquisito il 60% del capitale di Mille Sapori Plus Sp. z.o.o., operatore leader nella distribuzione di prodotti alimentari italiani nel mercato del foodservice polacco.

Mille Sapori, con sede a Varsavia, è stata fondata otto anni fa da un imprenditore Italiano – Luciano Pavone – che resterà socio al 40% e manterrà la gestione operativa del business come CEO della società.

Mille Sapori vende già oltre 1.300 referenze di prodotti alimentari di origine Italiana, che distribuisce con una flotta di automezzi propri che raggiungono in maniera capillare oltre 1.000 ristoranti, con un fatturato atteso per il 2018 pari a 88 milioni di zloty (circa 20 milioni di euro).

Si prevede per la società un importante piano di sviluppo in quanto la Polonia, con una crescita del PIL tra le più alte in Europa ed una spesa per consumi delle famiglie cresciuta nel 2017 del 4,7%, è oggi una delle realtà più interessanti per il mercato della ristorazione fuori casa che è stimato in oltre 6,5 miliardi di euro e che continua a crescere a ritmo sostenuto.

Questa per Inalca è l’ultima di una serie di acquisizioni mirate alla creazione di una società leader nei mercati internazionali per la vendita e distribuzione di prodotti per la ristorazione italiana nel mondo, fungendo da piattaforma distributiva per tutti quei piccoli produttori Italiani che non hanno la forza e le infrastrutture per far arrivare i loro prodotti sulle tavole dei ristoranti e hotel dall’altra parte del mondo.

Inoltre, ulteriori sinergie potranno in futuro essere sviluppate una volta completato l’impianto di macellazione, disosso e produzione di carne bovina in fase di realizzazione da parte di Inalca a Socochin (a circa 70 km a nord di Varsavia) previsto entro la fine del prossimo anno.

Secondo Augusto Cremonini, CEO di IF&B, “con questa operazione IF&B ha l’opportunità di svilupparsi rapidamente in uno dei più dinamici mercati europei, in cui la domanda di prodotti di eccellenza della cucina Italiana è in costante e forte crescita. Con l’acquisizione di Mille Sapori, IF&B otterrà un eccellente presidio su tutto il territorio polacco”.

Per Guido Rivolta, CEO di CDP Equity, “l’acquisizione di Mille Sapori è perfettamente coerente con la tesi di investimento di CDP Equity in Inalca: rafforzare l’attività di distribuzione di prodotti agroalimentari all’estero, con l’obiettivo di promuovere e diffondere le eccellenze alimentari italiane nel mondo”.

Questa acquisizione in Polonia segue quelle già effettuate da IF&B in Australia, Capo Verde, Tailandia, USA, Malesia, Messico, Isole Canarie e Hong Kong, e porterà il fatturato di Inalca Food & Beverage a superare i 100 milioni di euro nel 2018.

Vendite online: vento in poppa per il fashion. E la Cina è top spender

Vendite online: nel 2017 hanno superato i 2.300 miliardi di dollari e si stima che nel 2018 si supereranno i 2.800 miliardi[1]. Un trend con il vento in poppa, seguito con dinamicità anche dal  mercato del lusso , nel cui ambito la spesa è salita di quasi 100 miliardi di euro, passando dai 170 miliardi del 2007 ai 262 del 2017[2].

Queste alcune evidenze emerse nel corso del Netcomm Focus Fashion & Lifestyle, promosso da Netcomm in collaborazione con Fashion Magazine

I consumatori

Vediamo il dettaglio: il numero di consumatori mondiali che scelgono il web per acquistare capi di abbigliamento, footwear e accessori aumenta con un tasso di crescita annuo medio del 9% tra il 2016 e il 2022: sono passati da 948 milioni nel 2016 a 1.062 milioni nel 2017; le stime per il 2018 li attestano a 1.178 milioni e il trend proseguirà nei prossimi anni fino a toccare la quota 1.580 milioni nel 2022. L’incremento della spesa di questi consumatori in abbigliamento e accessori aumenta a un tasso di crescita annuo medio ancora superiore (12%) tra il 2016 e il 2022, passando da 322.521 milioni di euro (2016) a 377.704 milioni di euro (2017), quest’anno supererà i 435 milioni fino ad arrivare a 645 milioni nel 2022[3].

“La crescita degli acquirenti online è inarrestabile e più della metà delle persone che scelgono questo canale acquistano prodotti lifestyle” commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. “La Cina si conferma il mercato online più importante nel mondo per quanto riguarda il fashion con acquisti per un valore di oltre 176.730 milioni nel 2017[4], circa il 50% della spesa mondiale in questo settore.

A livello mondiale i consumatori sono sempre più informati e consapevoli e la maggior parte di essi (il 61%) si aspetta una forte trasformazione del settore indotta dalle nuove tecnologie, con un grande impatto del digitale sui modelli di acquisto. Il 39% vorrebbe servizi di home delivery di alta qualità, il 44% chiede forti programmi di loyalty e il 45% desidera prodotti e servizi sempre più personalizzati[5]. Inoltre, è fondamentale che il negozio fisico si evolva in chiave omnicanale facendo da ponte fra mondo fisico e digitale e ridefinendo le modalità di relazione con la clientela”.

Il ruolo del negozio fisico    
Il negozio è ancora un luogo cruciale – anche alla luce del fatto che nei punti vendita viene effettuato il 63% degli acquisti – ma la rivoluzione tecnologica lo sta riconfigurando e i clienti cercano innovazione: il 58% dei consumatori ritiene infatti importante il pagamento self-service, il 70% apprezza la possibilità di trovare offerte real-time personalizzate, il 57% giudica utili gli schermi per vedere e ordinare prodotti, il 73% vuole addetti alla vendita preparati[6]. Il personale del negozio è portatore di una nuova cultura e deve essere adeguatamente formato, visto che il suo ruolo è fondamentale per la creazione di una relazione rinnovata col cliente.

Gli investimenti per la crescita del Digital Lifestyle          
Quella della in-store experience è una delle aree di investimento prioritarie per la crescita del Digital Lifestlyle secondo i professionisti del settore, indicata dal 26% del campione; il 60% è convinto che si debba investire sull’integrazione omnichannel e sul marketing digitale, il 34% menziona CRM e programmi di loyalty, il 26% indica brand building e difesa del prezzo e il 24% ritiene importanti investimenti IT per digitalizzare la value chain. Quest’ultimo è un fattore sicuramente cruciale: oltre a offrire la possibilità di disintermediazione attraverso la vendita diretta, a raccogliere grandi quantità di dati sui comportamenti e i desideri degli utenti che permettono di creare offerte coerenti ad essi, le nuove tecnologie consentono infatti di digitalizzare tutta la catena del valore, rendendo i processi più efficienti e rapidi.

 

[1] Dati Statista 2018

[2] Dati Bain & Company; Fondazione Altagamma

[3] Dati Statista 2018

[4] Dati Statista 2018

[5] Dati Daloitte Luxury Multicountry Survey for Global Powders of Luxury Goods 2017

[6] Dati PWC, Total Retail 2017

Conad investirà 1.280 milioni in tre anni e incassa un buon inizio di 2018

Oltre un miliardo di investimenti in tre anni e un andamento positivo, che da gennaio a maggio 2018 ha segnato un 4,2% sullo stesso periodo del 2017: li ha annunciati Conad oggi a Milano, alla Fondazione Riccardo Catella, presentando alla comunità finanziaria il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2018, approvato dall’assemblea dei soci. Ammonta dunque a 1.280 milioni il piano triennale di sviluppo dell’insegna, con un obiettivo: crescere oltre i 13 miliardi di euro di fatturato registrati nel 2017 (+4,9% rispetto all’anno precedente).

Intanto, nei primi cinque mesi dell’anno in corso l’incremento è del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2017, nonostante il mercato risulti in flessione dell’1,7% (fonte: IRI, iper+super totale negozio), Performano meglio i discount Todis (11,3%), gli store Sapori&Dintorni (7,7%), i Conad Superstore (6,6%) e i Conad (3,4%), mentre le Parafarmacie segnano un +10,8%.

Il margine operativo lordo del gruppo Conad (Ebitda del conto economico aggregato dei bilanci consolidati delle sette cooperative associate a Conad: Commercianti Indipendenti Associati, Conad Adriatico, Conad Centro Nord, Conad del Tirreno, Conad Sicilia, Nordiconad e PAC 2000A) è cresciuto dello 0,9%, a 408,9 milioni di euro rispetto ai 405,4 milioni del 2016. Il risultato operativo (Ebit) si è attestato a 224,2 milioni di euro.

In crescita anche l’utile di esercizio, a 207,7 milioni di euro dai 201,4 milioni del 2016 (+3,1%), a cui va aggiunto quello prodotto dai soci imprenditori.

Conad è il secondo player del mercato con una quota del 12,5% sul totale Italia rispetto al 14,2% del leader (fonte: GNLC 2017). Il patrimonio netto aggregato (consorzio e cooperative) ammonta a 2,4 miliardi di euro, più del doppio del valore di dieci anni fa (1,04 miliardi di euro), a indicare quanto lo sviluppo abbia rafforzato il valore del gruppo distributivo nel mercato della moderna distribuzione.

 

Più efficienza con il piano 2018-2020

Il piano di investimenti per 1.280 milioni di euro nel triennio 2018-2020 è così diviso: 394 nel 2018, 530 nel 2019 e 356 nel 2020. Servirà a finanziare nuove aperture e ristrutturazioni, a migliorare l’efficienza energetica dei punti di vendita e dei magazzini, a ottimizzare i centri distributivi.

“Conad si conferma un gruppo solido, con ottime potenzialità di investimento. Solido anche sul fronte patrimoniale e senza difficoltà a reperire risorse economiche per finanziare il proprio sviluppo – ha detto l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese –. Stiamo crescendo anche sul piano della redditività e degli investimenti, con numeri da leader di mercato che ci proiettano in un futuro sicuramente impegnativo ma che affrontiamo con ottime basi economiche e finanziarie. Ci aspettiamo che il Governo incentivi la libera concorrenza dei mercati e risolva il nodo della tassazione che frena le imprese. Imprese che, da parte loro, devono ritrovare il gusto di fare sviluppo, avendo dalla loro la cultura del saper fare e la capacità di investire in modo produttivo“.

Tesco e Carrefour annunciano un’alleanza strategica “a lungo termine”

Tesco e Carrefour hanno annunciato l’intenzione di entrare in “un’alleanza strategica a lungo termine”. Come si legge in una nota dell’insegna britannica, “l’Alleanza coprirà il rapporto strategico con i fornitori globali, l’acquisto congiunto di prodotti a marchio proprio e beni non destinati alla rivendita. Sarà governato da un quadro operativo triennale”.  Un accordo dovrebbe essere formalizzato entro i prossimi due mesi. 

Scopo per entrambe le società è quello di migliorare la qualità e la scelta dei prodotti, a prezzi ancora più bassi, migliorando così la competitività. Questo accordo consentirà inoltre a entrambe le società di rafforzare i rapporti con i loro fornitori e offrire loro opportunità significative. Ogni azienda continuerà a collaborare con i partner dei fornitori a livello locale e nazionale.

“Sono felice di entrare in un’alleanza strategica con Carrefour. Lavorando insieme e sfruttando al meglio le nostre capacità di prodotto collettivo e di sourcing, saremo in grado di servire i nostri clienti ancora meglio, migliorando ulteriormente la scelta, la qualità e il valore” ha detto Dave Lewis, Chief Executive di Tesco Group.

Secondo Alexandre Bompard, Presidente e CEO di Carrefour Group: “Questa alleanza strategica tra Carrefour e Tesco è un importante accordo in quanto unisce le competenze di acquisto di due leader mondiali, complementari nelle loro aree geografiche, con strategie comuni. Questo accordo è una grande opportunità per sviluppare i nostri due marchi al servizio dei nostri clienti, e rafforza ulteriormente Carrefour permettendole di raggiungere una pietra miliare nell’attuazione della sua strategia”.

Nova Coop, nel 2017 superato il miliardo di ricavi, 65 milioni gli investimenti 2018

Nel 2017 Nova Coop ha superato il miliardo di ricavi (un miliardo e 53 milioni di euro), con un utile netto a 18,5 milioni. Il miglior bilancio degli ultimi dieci anni. E per il 2018 si prevedono investimenti per 65 milioni e 160 nuove assunzioni.
Dà la fotografia di una Cooperativa solida e radicata sul proprio territorio, in grado di coniugare convenienza, innovazione e sviluppo, la XXIX Assemblea generale dei Delegati Nova Coop, tenutasi sabato al Grand Hotel Dino di Baveno (Vb), che ha approvato il bilancio consuntivo 2017.

“I risultati conseguiti nel 2017 – afferma il Presidente di Nova Coop Ernesto Dalle Rive – confermano la solidità della Cooperativa e la sua capacità di produrre risultati di bilancio coerenti con i nostri obiettivi di rafforzamento patrimoniale e di equilibrio economico finanziario, nonostante il nostro agire in un territorio estremamente competitivo e le ampie aree di sofferenza sociale ed economica ancora presenti nel Paese, che certo non contribuiscono alla ripresa dei consumi”.

 

Private label e soci crescono

Le vendite del 2017 sono state generate per 997 milioni da supermercati e ipermercati (+0,4% su identico perimetro 2016) e per 50,4 milioni dalle stazioni a marchio Enercoop di Pinerolo, Biella e Cuneo, grazie all’erogazione di 44 milioni di litri a 1,8 milioni di clienti, con un incremento degli acquirenti in omogeneo del 5,9% sull’anno precedente. Il secondo anno completo di apertura del concept store “Fiorfood” a Torino ha invece generato un fatturato di 5,25 milioni di euro e circa 180 mila coperti serviti.
Nova Coop ha chiuso l’anno con quasi 40 milioni di scontrini battuti. Un risultato positivo che ha visto la conferma del buon andamento della rete di vendita tradizionale e portato diverse novità nel carrello della spesa: crescono la preferenza per il Prodotto a Marchio Coop, quasi un +3% di pezzi venduti, e il valore della spesa media, in aumento dello 0,9%, grazie a un cambiamento del mix di spesa che vede l’affermarsi delle vendite continuative e il contrarsi di quelle promozionali.
L’applicazione per la prima volta della normativa nazionale sull’esclusione dalla cooperativa dei soci inattivi ha visto la conferma di 605.557 soci. Le nuove adesioni nei 12 mesi sono state 23.701 (3,91%), in una platea che fotografa i cambiamenti in atto nella società italiana, con l’aumento degli uomini (44% del totale), per la trasformazione dei modelli di consumo e dei ruoli nelle famiglie, e l’apprezzarsi dei soci non nati in Italia, che rappresentano circa il 5% della base sociale. Tra i nuovi iscritti è significativo il contributo delle giovani generazioni: il 6,5% ha tra i 18 e i 25 anni di età, il 21% è nella classe 26-35 anni.
Unica nel panorama della distribuzione cooperativa, Nova Coop ha aumentato di 731 unità il numero di Soci Prestatori, con una raccolta di 126 milioni di euro di nuovi finanziamenti che hanno assestato il valore medio del libretto di deposito a circa 8.000 euro. Il Prestito raccolto dagli 84.833 Soci Prestatori (14% del totale) ammonta così a 679 milioni di euro, con un rapporto prestito/patrimonio di 0,88, migliore rispetto alla media nazionale delle cooperative a consumo di 1,38.
“Nell’anno appena trascorso – dice Dalle Rive – ci siamo concentrati sull’elaborazione di proposte per soddisfare la figura emergente di un nuovo consumatore, attento a qualità e risparmio ma anche all’impronta etica dei suoi acquisti. Abbiamo attinto al nostro patrimonio di valori, rafforzando la riconoscibilità della proposta commerciale e sociale, per portare la nostra distintività cooperativa, già affermata nel Prodotto a Marchio, anche nei servizi erogati come nelle nostre sempre più numerose attività di protagonismo sociale”.

 

Si rafforzano E-commerce e drive e free wi-fi

Il 2017 si è aperto con l’avvio del servizio di e-commerce Drive di Beinasco, che consente di ordinare la spesa comodamente da casa o dall’ufficio e prenotarne il ritiro presso l’ipermercato nell’area dedicata. Il punto vendita rappresenta un case study di cui è allo studio l’estensione in altre aree del Piemonte.

Il sito di e-commerce www.cooponline.it ha continuato il suo percorso di rafforzamento, migliorando in particolar modo l’accesso da mobile in termini di conversioni (+50% del tasso di conversione da smartphone e tablet rispetto all’anno precedente) e di vendite (+40% rispetto all’anno precedente).

L’accesso alla rete è anche al centro del servizio “Wifi free” per consentire a Soci e clienti di usare internet gratuitamente nei punti ristoro, nelle sale dedicate alle iniziative sociali e nelle aree di vendita, già attivo negli ipermercati e presso le gallerie commerciali di Crevoladossola, Chieri e Collegno.

Un tema conduttore delle azioni di rinnovamento dei punti vendita è la politica energetica, con il proseguimento di un mix di interventi che ha consentito di ridurre in un anno il consumo di energia elettrica, a parità di superficie di vendita, del 5,94%, portando l’efficientamento complessivo in un quinquennio al 13,14%.

 

Ristrutturazioni e un nuovo format a Torino per 65 milioni di euro

Nova Coop ha investito complessivamente lo scorso anno 7,8 milioni di euro in interventi di ristrutturazione che hanno interessato i punti vendita di Pinerolo, Cuorgnè, Borgomanero e il Drive di Beinasco. Le attività di sviluppo e rinnovamento della rete continueranno anche nel corso del 2018 con un impegno di 65 milioni di euro che abbraccia le ristrutturazioni in programma a Gravellona Toce, Chivasso e Trecate (6 milioni in totale); il nuovo modello di superstore che debutterà a Torino in via Botticelli entro fine anno (48 milioni); il cantiere per un nuovo supermercato a Giaveno (12 milioni), in apertura nella primavera 2019; il cantiere di un nuovo magazzino dedicato al servizio CoopDrive che permetterà la consegna della spesa a domicilio a Torino (1,2 milioni).

È stata inoltre inaugurata nell’aprile scorso a Vercelli la quarta pompa di benzina a marchio Enercoop (2 milioni), che conferma la programmazione del piano di sviluppo delle pompe bianche a marchio con una nuova apertura ogni anno fino al 2020. I nuovi punti vendita di Torino – Botticelli e Giaveno porteranno a 160 nuove assunzioni, comprendenti anche livelli di responsabilità (120 a Torino, 40 a Giaveno).

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