CLOSE
Home Tags Mercato

Tag: Mercato

Unione Europea e Cina firmano: saranno 200 le IG protette

Unione Europea e Cina pubblicano formalmente un elenco di duecento Indicazioni Geografiche – 100 europee e altrettante cinesi – che potranno essere considerate “protette” reciprocamente attraverso un accordo bilaterale che sarà firmato nel corso del 2017.

A enfatizzare l’importanza di tale accordo per i prodotti italiani è l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche AICIG, attraverso le parole del Segretario Leo Bertozzi, il quale ha spiegato che quello odierno è in realtà “un risultato importantissimo che origina nel 2012 con il riconoscimento di un primo gruppo di dieci Indicazioni Geografiche Ue e altrettante cinesi. Detto risultato è foriero di tre interessanti assunti: dimostra l’importanza delle Indicazioni Geografiche a livello internazionale, apre le porte ad un ulteriore ampliamento del gruppo di 100 IG anche ad altre Denominazioni in futuro e soprattutto smentisce l’azione del Consorzio nomi generici CCFN fondato negli USA per opporsi alla tutela delle denominazioni registrate nella UE e quindi agente in direzione contraria alla Cina, che sta invece portando avanti una seria politica di riconoscimento delle IG europee”.

Le IG italiane
Duecento  le IG citate nel documento , di cui ben 26 appartenenti al nostro Paese, che può vantare il primato di Paese con il numero più elevato di IG: Aceto Balsamico di Modena, Asiago, Asti, Barbaresco, Bardolino Superiore, Barolo, Brachetto d’Acqui, Bresaola della Valtellina, Brunello di Montalcino, Chianti, Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, Dolcetto d’Alba, Franciacorta, Gorgonzola, Grana Padano, Grappa, Montepulciano d’Abruzzo, Mozzarella di bufala campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Prosciutto di Parma, Prosciutto San Daniele, Soave, Taleggio, Toscano, Nobile di Montepulciano.

Con siffatto accordo si va quindi a tutelare l’importante flusso di importazioni di prodotti agroalimentari europei che raggiungono ogni anno la Cina e di fatto a rafforzare la cooperazione tra UE e mercato cinese nato circa un decennio fa con il riconoscimento di protezione ai primi dieci prodotti IG per ogni parte.

Asiago DOP: riconosciuto e protetto in Cina

Asiago DOP, entro la fine del 2017, otterrà il pieno riconoscimento e la protezione in Cina.  È questo l’importante risultato raggiunto nei giorni scorsi dal summit economico UE-Cina inserito nell’accordo bilaterale sulla cooperazione e la protezione delle indicazioni geografiche avviato fin dal 2010. Il primo passo di questo processo è la pubblicazione formale degli elenchi dei 100 prodotti italiani e 100 cinesi che verranno protetti una volta entrato in vigore l’accordo, elenco nel quale, grazie all’impegno del Consorzio di Tutela, è stato inserito anche Asiago DOP.

«Rivendichiamo il successo del ruolo del Consorzio di Tutela Formaggio Asiago – afferma Fiorenzo Rigoni, Presidente del Consorzio – e di tutto il sistema di tutela italiano che ha visto riconoscere l’impegno pluriennale in Cina. Oggi siamo a celebrare l’importanza degli accordi bilaterali come strumento di protezione e di riconoscimento del valore economico, sociale e culturale delle DOP e la piena applicazione del Regolamento UE 1151/2012, in base al quale la protezione delle Indicazioni Geografiche è uno strumento per proteggere “il patrimonio culturale e gastronomico vivo” dell’UE”.

Il mercato cinese

Le importazioni lattiero casearie da parte della Cina sono in costante crescita. Nel 2016, hanno toccato quota 2,28 milioni di tonnellate, con un aumento del 20% in volume rispetto all’anno precedente. Sul fronte dei consumi, l’import cinese di formaggi cresce del 18% fra gennaio e aprile 2017, mentre l’export dei formaggi italiani è aumentato del 35% (dati CLAL.it).

 

 

Correlati: Unione Europea e Cina firmano: saranno 200 le IG protette

Cambiano i tempi ma il tonno in scatola tiene nei consumi: +2%

Il tonno in scatola continua a correre, e a piacere agli Italiani. Secondo i dati resi noti dall’Ancit, l’Associazione nazionale conservieri ittici e delle tonnare che associa 21 aziende in rappresentanza di un settore che dà lavoro a 1.550 persone, nel 2016 ha registrato una crescita dei consumi del 2%, confermandosi uno dei comparti trainanti dell’alimentare made in Italy. Il valore del settore lo scorso anno è stato di 1,2 miliardi di euro (mentre il fatturato totale del comparto conserviero ittico, che comprende anche sgombri, sardine, salmone, acciughe e altro è di 1,55 miliardi) con una crescita del 3% rispetto al 2015. Gli Italiani consumano ogni anno 150mila tonnellate, pari a 2,4 kg pro capite, con una crescita del 2% rispetto all’anno scorso, più o meno il doppio rispetto alla produzione nazionale, che si è attestata nel 2016 a 74mila tonnellate, con un aumento del 9%. L’Italia è il secondo produttore europeo dopo la Spagna. Le esportazioni hanno toccato quota 23.531 tonnellate (+4%), le importazioni 89.491 tonnellate (+4,2%).

 

Consumato da 9 italiani su 10

Dati tutti positivi che confermano l’attenzione per un prodotto che ha nella leggerezza, nella praticità, nell’economicità, nella salubrità i suoi skill principali. Lo dimostra anche un’indagine commissionata dall’Ancit alla Doxa, che fotografa il rapporto che gli italiani hanno con il tonno in scatola. Il 94% consuma abitualmente questo alimento, e il 43% lo mangia addirittura almeno una volta a settimana. Interessante scoprire come il tonno sia particolarmente amato da alcune tipologie di persone: gli “under 25”, le famiglie con bambine e ancora di più gli sportivi, che lo inseriscono tra i cinque alimenti irrinunciabili nella loro dieta assieme a carni bianche, legumi, yogurt e bresaola. Merito delle proteine nobili, degli Omega3, dello scarso apporto calorico.

Il tonno appare anche vincente grazie alla sua versatilità. Può essere consumato da solo o in molti modi diversi. Da questo punto di vista gli italiani sembrano preferirlo con gli spaghetti, in un sugo semplice e leggero, oppure come ingrediente di insalate di riso e di pasta, soprattutto nella bella stagione. Gli abbinamenti prediletti sono con il pomodoro (31%), con la pasta (27%), con il riso (16%), con le uova (9%), con i peperoni (4%) e con i carciofi (3%). Il tonno entra anche nelle nostre “schiscette” come ingrediente del piatto più gettonato per la pausa pranzo “homemade”, l’insalata di riso con tonno e pomodori, scelto dal 40% del campione. Segue l’intramontabile panino (o tramezzino) con tonno e pomodoro, che viene mangiato dal 35% degli intervistati. Piatti che sono amati perché considerati una pausa pranzo leggera e nutriente, da qualcuno perfino un “superfood” all’italiana grazie alla combinazione delle proteine nobili del tonno e degli antiossidanti contenuti nel pomodoro.

Merendine e fake news, italiani e qui pro quo. L’indagine Doxa per AIDEPI

Merendine croce e delizia.

Gli italiani le amano, ma spesso le temono anche. Per via dei fraintendimenti e dell’informazione sommaria e frammentaria.

Per verificare il gradimento dei nostri connazionali per gli snack e dolci e – contemporaneamente- verificare le “zone d’ombra” nell’informazione su di essi, Doxa, commissionata da AIDEPI, ha realizzato una ricerca.

Eccone le principali evidenze.

I consumi

Nel nostro Paese il 38% degli italiani sono consumatori di merendine e lo fanno in media 2 volte a settimana. Gli “habitue” di questo prodotto soprattutto under 35 (il 59%) . L’occasione preferita è la merenda (65%), risultato che si ottiene sommando lo spuntino di metà mattina a quello di metà pomeriggio, e a seguire a colazione (41%). Le merendine più amate dagli adulti sono le stesse che mangiavano da piccoli, a confermare un forte legame emozionale verso il prodotto: in testa quella tipo brioche (che è amata soprattutto dai più giovani under 35) seguita da quella a base di pasta frolla, tipo plumcake e a base di pan di spagna.

Italiani e “bufale”

Gli italiani sulle merendine non sono molto informati e sono essenzialmente 5 i principali “buchi neri”:

  • Oggi l’85% degli italiani non sa che nelle merendine non ci sono più gli acidi grassi trans (le grandi aziende dolciarie italiane li hanno tolti da tempo)
  • 8 italiani su 10 pensano che le merendine siano più caloriche delle merende fatte in casa (una merendina invece contiene meno calorie di un trancio di pizza, di un panino “imbottito” o di una fetta di torta fatta in casa).
  • 3 italiani su 4 (75%) sono d’accordo sul fatto che le merendine siano la causa dell’obesità infantile. Su questa falsa credenza va ricordato che – oltre a innumerevoli studi scientifici che evidenziano come non sia solo l’assunzione di cibi a determinare l’obesità ma lo stile di vita – una recente ricerca ha scoperto che in Italia proprio nelle regioni dove c’è un maggior consumo di merendine (al Nord Italia) ci sono i minori tassi di obesità.
  • Il 63% pensa che lo zucchero di una sola merendina faccia superare il bisogno giornaliero di zucchero di un bambino (e invece non è vero)
  • Sempre il 63% non sa che le merendine vengono fatte anche con il lievito madre (viene utilizzato per molte merendine).

Quello che gli italiani sanno

Su altri temi gli italiani mostrano invece di avere una consapevolezza maggiore. Ad esempio oggi la metà degli italiani (parliamo di 27 milioni di persone) sa che le merendine contengono meno grassi, zuccheri e sale di 15 anni fa. E 6 italiani su 10 sanno che nelle etichette delle merendine ci sono tutte le indicazioni utili per scegliere quella più adatta al proprio stile di vita. Per fortuna sono quasi tutti concordi (89%) sul fatto che le merendine sono un alimento anche per gli adulti (e non solo per i bambini).

Genitori e figli

La merendina si colloca nella “top five” degli alimenti preceduta da frutta, in testa con il 51%, yogurt (42%), snack salato (28%), e panino (24%). Oggi ben 8 genitori su 10 (81%) danno a merenda ai propri figli una merendina e lo fanno in media 2/3 volte a settimana, dimostrando una corretta alternanza con altre tipologie di merenda, nell’ambito di un consumo consapevole. Inoltre confrontando la merenda dei genitori con quella dei figli scopriamo che gli adulti consumano più o meno la stessa quantità di frutta dei loro figli (55% vs 51%), meno yogurt (30% vs 42%), snack salati (22% vs 28%) e meno merendine (14% vs 22%).

Le opinioni

Tra i consumatori l’opinione più diffusa è che la merendina sia una scelta tutto sommato accettabile per fare merenda quando si ha poco tempo a disposizione (84%). Per 7 italiani su 10 (68%) le merendine sono un prodotto innovativo, sempre al passo con i tempi e con le esigenze dei consumatori moderni. E ancora: il 63% considera le merendine un prodotto pratico e buono con cui fare merenda in ogni occasione. Infine il 40% ritiene che le merendine siano un prodotto nutrizionalmente valido, che puo trovare posto alternandolo ad altri alimenti, nel contesto di un’alimentazione equilibrata.

 

 

 

 

 

Tomato revolution, la linea biologica e trasparente di Altromercato

Nasce “Tomato Revolution” di Altromercato: la linea che punta a rafforzare una filiera biologica, legale e trasparente del pomodoro.
 
Obiettivo del progetto è valorizzare i prodotti nati in Italia, su terreni liberi dalle mafie o a rischio di spopolamento e sfruttamento, lavorati da realtà impegnate nella lotta al caporalato e nella responsabilità sociale. Quattro varietà di pomodoro, per altrettante nuove referenze, coltivate con metodo biologico secondo ricette tradizionali italiane.
 
Ad oggi, l’impatto di Tomato Revolution si traduce nel coinvolgimento di 5 cooperative e 30 piccoli produttori, attivi in territori ad alto rischio di sfruttamento della manodopera, che hanno lavorato, nel 2017, 100 quintali di pomodoro e confezionato 100.000 vasetti di specialità enogastronomiche. Piccoli numeri testimoni di un crescente interesse per una economia più giusta anche nel nostro paese.

La gamma

Ciascuna referenza si differenzia per sapore, consistenza e utilizzo principale, per dare una risposta alle diverse esigenze.
 
Passata di Puglia bio, ottenuta da pomodori varietà Roma, maturati al sole e selezionati a mano, sono lavorati subito per mantenere un sapore intenso e armonioso.
 
Pomodori Pelati in salsa bio: dal cuore del Parco nazionale del Gargano, riprendono la tipica tradizione pugliese: vengono selezionati e raccolti solo quando sono arrivati alla perfetta maturazione e lavorati freschi per preservare la consistenza della polpa del pomodoro varietà San Marzano.
 
Salsa pronta Siccagno e Finocchietto: il profumo fresco e aromatico del finocchietto si unisce al sapore delicato e dolce del pomodoro Siccagno, tipico della valle del Belice (Sicilia), che cresce senza irrigazione grazie alle particolari condizioni microclimatiche.
 
Spaccatelle di pomodoro bio varietà San Marzano: alla base di tante ricette regionali pugliesi, seguono una lavorazione artigianale che mantiene ed esalta il gusto del pomodoro biologico.
 
I pomodori delle quattro conserve di Tomato Revolution vengono coltivati dalle cooperative Pietra di Scarto (FO) e Semi di Vita (BA) utilizzando beni confiscati alle mafie, Rinascita (PA), Prima Bio (FO) con programmi di agricoltura di impatto sociale in zone a forte rischio di sfruttamento della manodopera. Una rivoluzione dal sapore autentico.
 

Freschello Vivo, nasce la linea di Cielo e Terra nelle 3 varianti rosso, bianco e rosè​ ​

Dalla storica cantina vicentina Cielo e Terra, nasce la linea di vini Freschello Vivo nelle tre varianti rosso, bianco e rosé. Prodotto di punta dell’azienda da oltre 25 anni, Freschello Vivo detiene il record, da oltre 10 anni, di essere il vino in bottiglia da 0,75 litri più venduto in Italia nel canale della distribuzione moderna. Merito che, assieme all’ottimo rapporto qualità prezzo, lo rende un’icona indiscussa del gusto e del piacere interpretando da sempre i gusti e le tendenze di un consumatore moderno. La linea Freschello Vivo nasce dall’idea di portare a tavola un vino adatto per ogni tipo di occasione: da quella informale, all’aperitivo serale, come ingrediente per cocktail o come semplice abbinamento da gustare a tutto pasto. Uve selezionate e vinificazione di qualità che portano nel mondo della convivialità l’esperienza vera e propria della leggerezza. I vitigni Merlot e Raboso donano a Freschello Vivo rosso un color rubino dal profumo di frutti rossi e di viola che, con la maturazione, sfuma verso toni più fini e delicati. Gli stessi sentori che si ritrovano anche nella variante rosé, dal caratteristico colore rosa antico, dal gusto ricco e vellutato. Freschello Vivo bianco è, a sua volta, un vino fresco e leggero che risulta al palato moderatamente floreale e vivace. Dal vitigno a bacca bianca Garganega, ne deriva un vino color giallo paglierino, dall’aroma fruttato di fiori bianchi e mandorle. L’equilibrio gustativo dona a questo vino corpo, struttura e morbidezza. La temperatura ideale di servizio della linea Freschello Vivo è di 8°-10°C per Freschello Vivo bianco e di 14°C per Freschello Vivo rosso e rosé. Contraddistinta da un bouquet fragrante e primaverile, la linea Freschello Vivo esalta l’intera esperienza del pasto grazie soprattutto alla bassa gradazione alcolica che, anziché coprire i sapori dei piatti, li fa parlare: rispettando una delle prime e fondamentali regole della gastronomia.

Il paradosso dell’e-commerce: tanti clienti pochi negozi

Molti acquirenti, pochi negozi: è il paradosso dell’e-commerce in Europa secondo un’indagine che scandaglia le vendite del 2016. Anno in cui è stato registrato un giro d’affari di 509,09 miliardi di euro, e in cui più di un utente europeo su due (esattamente il 57%) ha effettuato almeno un acquisto online. Eppure soltanto il 16% delle piccole e medie imprese europee vende online, e addirittura solo il 7,5% vende online oltre i confini del proprio Paese.

Per quanto riguarda l’Italia, il comparto va bene. Il fatturato nel 2016 è stato pari a 31,7 miliardi e la crescita rispetto all’anno scorso è del 10%.

«Nell’ultimo anno – dice Daniele Barbarossa, content manager Italia di Regali.it, un sito generalista di e-commerce – abbiamo registrato un aumento del numero di acquisti per ogni utente, con una media di 6 all’anno pro capite e picchi di 23. I nostri e-buyers sono principalmente donne (74%), giovani (circa il 60% ha tra i 18 e i 34 anni) e vivono in grandi città (Milano 16,46%, Roma 16,25%). La scelta di fare acquisti online non dipende, quindi, da una scarsa offerta da parte dei negozi fisici, che di certo non mancano nelle grandi città, ma dalla possibilità di poter scegliere tra prodotti particolari ed originali, sbirciando anche le vetrine virtuali oltre i confini nazionali. Infatti, sebbene si tratti di mercati differenti tra loro per volumi e dinamiche, abbiamo riscontrato come moltissimi prodotti riscuotano grande successo in diverse nazioni a riprova che in questi casi i confini geografici non hanno importanza».

Anche da noi però il numero di aziende che vende online è decisamente bassa. «L’offerta online – nota Barbarossa – è indubbiamente sufficiente a far fronte alle richieste dei compratori online, ma di certo è necessario riflettere su quel 16%, così come sul fatto che frequentemente si scelga di operare solo su mercati nazionali». Regali.it che opera in Italia, Francia, Spagna, Germania, Olanda, Svezia, Polonia, Norvegia, Danimarca, Finlandia e Belgio.

 

 

Alto Adige, quando il territorio parla di qualità

L’Alto Adige con i suoi masi e le sue malghe rappresenta una risorsa importante per l’eccellenza alimentare italiana.

Nel 1941 a Bolzano viene fondata la Federazione Latterie Alto Adige, cooperativa che da allora riunisce le 10 latterie sociali altoatesine con lo scopo di promuovere le attività dei soci e di farsi garante davanti ai consumatori – con il Marchio di Qualità Alto Adige che si trova sulle confezioni di latte, yogurt, mozzarella, burro e formaggio altoatesini – della qualità dei prodotti lattiero-caseari del territorio.

Il marchio di qualità

Oltre al latte, l’assortimento di prodotti lattiero-caseari con il marchio di qualità Alto Adige include yogurt, formaggio, mozzarella, mascarpone, ricotta, burro, panna e latte UHT. C’è inoltre il formaggio Stelvio, l’unico formaggio altoatesino con una denominazione di origine protetta a livello europeo (DOP).

La Federazione

La cooperativa oggi vanta una produzione di circa 392 milioni di kg di latte all’anno, pari al 3,5% della produzione italiana di latte e allo 0,3% della produzione europea, impiega 940 addetti e ha al suo attivo un fatturato di 461 milioni di euro. Con la quantità di latte a disposizione vengono realizzati i seguenti prodotti:

Latte Fresco21,5 milioni di kg, di cui latte fresco biologico 1,2 milioni di kg
Latte UHT29,2 milioni di kg
Yogurt135,4 milioni di kg, di cui yogurt biologico 5,0 milioni di kg
Formaggio20,4 milioni di kg, di cui 14 milioni di kg di Mozzarella
Burro3,2 milioni di kg
Panna2,6 milioni di kg
Mascarpone, Ricotta9,5 milioni di kg

Le novità dei soci

L’impegno della Federazione è quello di promuovere il “gusto” dell’Alto Adige e in quest’ottica l’innovazione diventa prioritaria.

Tante le nuove proposte dedicate ai consumatori e alle loro esigenze si spazia dai nuovi imballaggi sempre più green alle referenze free from, per arrivare a sapori nuovi e inediti in grado di esaltare una materia prima naturale come il latte.

Vediamo insieme una rapida carrellata delle proposte più recenti, presentate a Milano nella cornice del IN KITCHEN LOFT.

Latteria Merano presenta:

  • due nuove referenze per la linea Bellavita Free – cocco e caffè zero.
  • il maxi formato da 400 grammi senza lattosio, sia nella versione classica che con zero grassi.
  • lo yogurt da bere nel formato eco pack.

 

Latteria Tre Cime presenta:

  • il formaggio Montagna Alto Adige Superior a pasta semidura, di forma rotonda con un diametro di 38 cm e un’altezza di 10 cm e al taglio si evidenzia una pasta semidura di un bel giallo oro e dall’occhiatura scarsa a forma di noce.
  • il formaggio Originale Dobbiaco, il prodotto più tradizionale e più noto della Latteria Tre Cime. La particolare forma a stanga, lunga 35 cm e con un’altezza e una larghezza di 13 cm, lo rende un formaggio dal formato originale e inconfondibile.
  • Il formaggio Inticina, nome ladino della città di San Candido, un formaggio da tavola a pasta semidura prodotto con latte vaccino intero proveniente dagli alpeggi dell’Alta Pusteria.

Brimi presenta:

  • la nuova Mozzarella Latte Fieno 125gr.
  • Mozzarella Brimi Senza Lattosio è prodotta solo con latte vaccino pastorizzato delattosato che ha un contenuto inferiore allo 0,01% di lattosio.
  • la ricotta monoporzione di Brimi con il suo nuovo e pratico formato da 100 grammi

Latteria Vipiteno presenta:

  • tre nuove referenze della gamma Sapori di Vipiteno Pera e camomilla, Miele e melissa, Mirtillo rosso.

Mila presenta:

  • il nuovo yogurt da bere Fiori di Sambuco e Lime di Mila, nella bottiglietta richiudibile
  • lo yogurt bicomparto Gusto + Gusto nella versione senza lattosio.
  • Il nuovo gusto della linea “Gli speciali” Mango maracuja e kiwi
  • la variante Benessere Zero Grassi Frutto del Drago – Guaranà.

E-Marco Polo, l’e-shop di Alibaba porta in Cina il Made in Italy

Diverse migliaia di prodotti venduti, oltre 100 referenze disponibili di food&beverage, 11.000 follower, 150.000 visitatori unici mensili: sono alcuni numeri dei primi tre mesi di operatività di E-Marco Polo, l’e-shop B2C  di Alibaba, che opera su su Tmall Global (la piattaforma e-commerce cross-border dedicata esclusivamente ai prodotti/brand stranieri e non presenti in Cina) e si rivolge  alle aziende che intendono operare nel mercato cinese.  

La società è una delle più importanti iniziative strategiche di “sistema Paese” ed è nata in seguito al Memorandum di Intesa siglato tra il Governo Italiano e il Gruppo Alibaba.  Ha come partner industriali il Gruppo Cremonini, leader nella produzione e distribuzione di prodotti del food&beverage, la società di consulenza strategica specializzata su innovazione e internazionalizzazione delle imprese The Cambridge Management Consulting Labs (CMC Labs), e come partner finanziari Intesa Sanpaolo e Unicredit.

Le opportunità

I vantaggi per le aziende offerti da E-Marco Polo si possono riassumere nella semplificazione di accesso al mercato cinese; nell’opportunità di dare grande visibilità ai prodotti presso il pubblico cinese grazie alla vetrina dedicata al Made in Italy su Tmall Global e al supporto di campagne marketing; l’ottimizzazione dei costi operativi e i risparmi sui costi fissi; la gestione completa della supply chain con servizi garantiti dai partner di Alibaba.

Le opinioni

“E-Marco Polo – ha spiegato il CEO Stefano Scarsciotti – è una vetrina B2C che funge da “general contractor” e permette di vendere i prodotti direttamente con un servizio “end-to-end”, con le attività di logistica a supporto dei processi di export/import, marketing, customer care, oltre alle strategie e alle azioni di brand-marketing. Grazie alla nostra piattaforma flessibile e modulare, copriamo l’intera “value chain” dell’export in Cina”.

Augusto Cremonini, Presidente di E-Marco Polo, ha ricordato che la società “capitalizza l’enorme esperienza nella distribuzione internazionale del Gruppo Cremonini e il mercato cinese rappresenta una grande opportunità per l’e-commerce di prodotti alimentari. Alibaba è il leader mondiale coprendo il 54,2% del mercato online cinese B2C e la sua piattaforma Tmall Global conta migliaia di vetrine. Considerando che la cucina italiana è la più apprezzata a livello mondiale, riteniamo che E-Marco Polo possa dare enormi vantaggi alle esportazioni dei produttori del nostro paese, soprattutto a quelli di piccole e medie dimensioni”.

Coop sbarca in Cina con le sue private label e il mobile commerce di WeChat

Coop sbarca in Cina con le sue private label, e lo fa alla grande sulla piattaforma WeChat, che si porta in dote la bellezza di 880 milioni di utenti attivi. L’obiettivo, dichiarato, è sia di promuovere i prodotti a marchio Coop, sia di allargare la propria rete di business partner a cui affidare la commercializzazione.

WeChat è un’applicazione mobile progettata per gli utenti smartphone che consente di chattare, condividere, navigare e giocare all’interno di un’unica piattaforma. Ben più di un’applicazione di messaggistica, è un sistema integrato di servizi digitali che, oltre a configurarsi come un social media, permette agli utenti di acquistare prodotti e servizi ed effettuare pagamenti online, divenendo a tutti gli effetti Internet per il consumatore cinese. Qui aziende e Brand hanno la possibilità di interagire con i propri follower attraverso l’invio di messaggi diretti e news. 

L’apertura e l’implementazione dell’account ufficiale di Coop, primo tra le principali insegne della Gdo italiana, sono state gestite da Digital Retex, start up italiana specializzata in progetti di digital retail e partner di riferimento ufficiale di WeChat per l’Europa.

«La conoscenza del settore retail e delle dinamiche del mercato cinese, molto diverso dal nostro, ci ha permesso di sviluppare un account su misura per le esigenze di Coop e al tempo stesso interessante per il target di riferimento. Tramite WeChat è possibile raggiungere da subito i principali marketplace cinesi dove lo scambio commerciale online è molto elevato. Nel 2016 infatti, si stima che l’e-commerce tramite mobile abbia raggiunto i 500 miliardi di dollari, erodendo oltre il 10% delle vendite retail tradizionali» spiega Fausto Caprini, amministratore delegato di Digital Retex.

Coop potrà non solo espandere il proprio raggio di azione retail, ma anche avere un accesso privilegiato per conoscere più da vicino le tendenze dei consumi in Cina. WeChat di fatto, grazie all’ampio bacino di utenza attiva, riesce a osservare da vicino i comportamenti del consumatore e la propensione all’acquisto. 

«Il mercato cinese non è solo interessato ai settori di fashion e luxury, ma è sempre più orientato al business del food, e in particolare ai prodotti italiani. WeChat è un canale strategico per comunicare in Cina e con l’aiuto di Digital Retex riusciremo a fidelizzare il target di riferimento» afferma Wainer Stagnini, dirigente di Coop Alleanza 3.0.

WeChat è di proprietà di Tencent, società cinese che offre servizi per l’intrattenimento, i mass media, internet e i telefoni cellulari.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare