Dreher Limone Radler Zero è stata eletta Prodotto dell’Anno nella categoria bevande gassate. Scelta da più di 12mila consumatori, Dreher Limone Radler Zero ha conquistato il premio che da oltre 30 anni valorizza i prodotti più innovativi e ne amplifica la visibilità attraverso l’uso del logo “Eletto Prodotto dell’Anno” che assicura forza e impatto su ogni scaffale.
Con questo premio, Dreher Limone Radler Zero conferma la capacità di innovazione del gruppo HEINEKEN sempre pronto a stupire i suoi consumatori con prodotti originali e dal gusto unico. Il premio, infatti, basato esclusivamente sul voto dei consumatori che hanno partecipato alla più importante ricerca di mercato sull’innovazione in Italia, assicura ai prodotti vincitori una grande visibilità. Non a caso: il 73% dei prodotti eletti negli ultimi 5 anni è ancora a scaffale, l’83% dei consumatori dice di fidarsi di “Eletto Prodotto dell’anno” e il 68% è “più propenso ad acquistare un prodotto con questo logo”.
Dreher Lemon Radler Zero è distribuita attraverso i canali Ho.Re,Ca, Modern Trade e nei distributori automatici nei formati bottiglia di vetro da 33cl e lattine sleek da 33cl. È disponibile in cluster 33clx3 a € 2,39 e in lattina sleek da 33cl a € 0,76.
In Europa è stato il settore del retail quello che lo scorso anno ha registrato la crescita più rapida nel mercato immobiliare commerciale, con un investimento totale di € 67, 3 miliardi di euro. Questi i dati che emergono da una ricerca di Cushman & Wakefield. Il settore ha beneficiato di un esuberante 2015, caratterizzato da una crescita a volumi del 28% rispetto ai 12 mesi precedenti e dell’8% a valore, grazie alla forte crescita dei rendimenti e dei canoni nelle principali città. La Germania ha goduto di un anno record nel 2015, tanto da superare il Regno Unito e diventare, nel settore, il mercato più attivo in Europa per una cifra pari a € 17.95 miliardi di euro. Markus Schmitt-Habersack, presidente della squadra Cushman & Wakefield tedesca, ha dichiarato: “Se Londra può essere la città più importante per gli investitori transfrontalieri, la Germania può invece contare su una maggiore penetrazione, con sette città nella top 20. Per quanto riguarda lo scenario europeo nel suo complesso, i paesi nordici, con volumi in ascesa del 158% si sono rivelati i più dinamici. Al contrario, Spagna e Italia sono state un po’ in ombra. Meglio il Portogallo con un aumento del 194%. Infine si registrano volumi in crescita del 237% in Belgio, del 244% in Polonia e del 103% nella Repubblica Ceca. Il rapporto evidenzia come le tendenze economiche siano state favorevoli per il settore retail a causa di una ripresa (modesta ma reale) del reddito e di un miglioramento del mercato del lavoro.
Zucchero: i consumatori lo percepiscono come un “amico e nemico” per l’alimentazione. A dirlo una ricerca commissionata dal produttore di ingredienti funzionali BENEOe realizzata su oltre 5.000 consumatori di cinque Paesi europei, intervistati per conoscere la loro percezione in merito allo zucchero, ai carboidrati ed all’alimentazione relativamente alla risposta glicemica.
I consumatori e le loro paure
A proposito di salute, i timori principali riguardano: la gestione del peso (43%), l’affaticamento o la scarsa energia (36%) e lo stress (35%).
La motivazione principale dei consumatori rispetto alla riduzione dello zucchero nell’alimentazione riguarda i suoi effetti negativi per la salute. Il 58% degli intervistati fautori di un consumo minore di zucchero hanno affermato che il fattore principale in tal senso è il controllo del peso.
Hanno destato preoccupazione anche gli effetti deleteri a lungo termine del consumo di zucchero come il diabete, menzionati quasi da un consumatore su tre tra quelli che cercano di ridurre il consumo di tale alimento. Ma, c’è un però: sebbene desiderosi di diminuire il quantitativo di zucchero consumato, i rispondenti non sono pronti a rinunciare a un senso di appagamento simile a quello offerto da esso: il 60% ha affermato di consumare zucchero perché gradisce il gusto, mentre un intervistato su tre (il 33%) ha risposto che lo zucchero migliora il suo stato d’animo in genere.
E poi ci sono consumatori refrattari ad abbandonare lo zucchero, consapevoli dell’effetto energetico per il corpo e il cervello. Il 46% dei rispondenti ha infatti affermato che il motivo principale per cui consuma tali alimenti è che “danno energia”. La soluzione? Optare per carboidrati buoni, cioè gli alimenti integrali, le fibre, i carboidrati complessi nonché quelli a rilascio lento, con il 51% dei rispondenti che considera questi ultimi generalmente migliori e il 60% che li associa a un’energia prolungata.
Possibili soluzioni
Ed è in questo contesto di consumo che si inquadra la proposta BENEO, in quanto la scelta di ingredienti come il carboidrato a rilascio lento Palatinose™ (isomaltulosio), le fibre ricavate dalla radice di cicoria inulina e oligofruttosio Orafti® o il succedaneo dello zucchero ISOMALT (ingredienti funzionali che si ricavano naturalmente dalle radici di cicoria e dalla barbabietola da zucchero) può aiutare i produttori a soddisfare la domanda dei consumatori di alternative a sostegno della gestione dell’energia e di un peso sano.
e-commerce e incremento delle vendite on line: i retailer sembrano proprio non temerli. Ecco quanto emerge dallo studio di CBRE “How Active Are Retailers Globally?”, che esamina le strategie di espansione globale di oltre 150 grandi brand internazionali con sede in America, in Asia Pacifico e in Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA). Lo dimostra il fatto che l’83% dei brand considerati ha dichiarato di avere, anche per il 2016, piani di espansione del network fisico.
Solo il 22% considera la vendita on-line una forma agguerrita di concorrenza.
Naturalmente un po’ di prudenza nello sviluppo della rete non guasta, infatti solo il 17% degli intervistati aprirà più di 40 negozi nel 2016. In generale, il 67% ha espresso l’intenzione, per quest’anno, di aprire non più di 20 negozi.
Tra i retailer che hanno l’Italia come target di espansione/rafforzamento del network fisico, il 71% ha in pipeline 1-5 negozi per il 2016. Si tratta in particolare di brand internazionali, provenienti da Germania, Inghilterra e Stati Uniti per la maggior parte. In generale l’Italia, con l’11% dei retailer internazionali interessati ad espandere il loro network nel nostro mercato, risulta la nona destinazione preferita in Europa (sedicesima nel mondo) dietro a Germania (35%), Francia (33%), UK (29%), Olanda (22%), Spagna (21%), Belgio (16%), Austria (15%) e Polonia (12%).
“I retailer che vogliono espandere il proprio network in Italia continuano ad avere come target i centri storici dei capoluoghi, con Milano, Roma e Firenze in testa, oltre ai centri commerciali dominanti. Resta sempre molto elevato l’interesse verso canali di vendita alternativi come stazioni ferroviarie e aeroporti, dove si beneficia di grandi flussi pedonali e l’investimento produce anche ritorni in advertising – spiega Gaetano Lamacchia, Responsabile Retail Agency di CBRE Italia. La presenza fisica è ancora fondamentale per l’espansione di un brand: i retailer oggi più che mai hanno bisogno di creare un’affinità emotiva con il cliente ed i consumatori sentono ancora la necessità di vivere l’esperienza dell’acquisto e di identificazione con il messaggio che il brand trasmette”.
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Le città chiave
Grazie al turismo e alla capacità di spesa nel bacino d’utenza l’Italia è ancora un paese su cui puntare. Ma quali sono le città più promettenti? Oltre a Milano e Roma, sono sei, ad oggi, le città chiave: Verona, Padova, Venezia, Torino, Bologna, Firenze. Non sono da trascurare anche alcune città interessanti nelle regioni meridionali come Napoli, Palermo, Catania. Tutte queste città, oltre ad avere una popolazione elevata, possono godere di flussi turistici superiori ad essa e di capacità di spesa degli abitanti superiore alla media nazionale.
Mentre procede la discussione parlamentare sul ddl Concorrenza che prevede numerosi emendamenti a favore della liberalizzazione dei farmaci di fascia C (quelli che necessitano di ricetta ma non prevedono il rimborso da parte dell’Ssn), i promotori della petizione “Liberalizziamoci” (Conad, Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane e Altroconsumo) annunciano che le firme ad oggi raccolte sono arrivate a 144.511 e che, comunque vadano i lavori della Commissione, l’iniziativa congiunta non si arresterà. “Se il Governo non saprà cogliere l’opportunità del ddl Concorrenza – dichiarano i promotori – noi andremo avanti. L’azione delle lobby [dei farmacisti, ndr] può solo ritardare le riforme, ma non può arrestare l’assunzione di consapevolezza da parte dei cittadini, che sono anche elettori e sanno riconoscere molto bene chi tutela gli interessi di pochi a svantaggio di molti”.
I farmaci di fascia C sono a totale carico delle famiglie per un ammontare di 3 miliardi di euro all’anno. Si tratta di medicinali di uso comune (antinfiammatori, antidolorifici, antidepressivi, anticoncezionali, ecc.), che nel tempo sono stati esclusi dai rimborsi. La loro vendita nelle parafarmacie – dove è già obbligatoria la presenza del farmacista – favorirebbe una dinamica concorrenziale che porterebbe a un abbassamento dei prezzi, a vantaggio dei pazienti e a costo zero per lo Stato. La petizione Liberalizziamoci indirizzata al Governo – nelle persone del presidente del consiglio Renzi e delle ministre Guidi e Lorenzin – chiede che sia consentita la vendita dei farmaci non mutuabili con ricetta anche nelle parafarmacie, nell’interesse di molti soggetti: dei cittadini, che potranno così beneficiare di un calo dei prezzi; dei farmacisti di parafarmacia, che hanno la stessa abilitazione dei colleghi di farmacia; degli operatori del settore, che dovrebbero poter competere a condizioni eque in un mercato concorrenziale, aperto e dinamico.
Secondo Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane “Nessun alibi sarà preso in considerazione perché nessun motivo valido e serio impedisce l’approvazione di una norma, quella che liberalizza i farmaci di fascia C, che creerebbe risparmi per i cittadini, nuova occupazione, nuove aziende e nuovi investimenti. Negare tale provvedimento è una scelta politica, è una scelta di campo”.
È Giuseppe Colotto il nuovo Amministratore Delegato di Grandi Salumifici Italiani, nominato dal Consiglio di Amministrazione del Gruppo.
Giuseppe Colotto, savonese, 51 anni, con una laurea in Scienze Politiche, proviene dal Pastificio Rana, dove dal 2012 è stato responsabile del business Europa ed Internazionale. Precedentemente ha ricoperto il ruolo di Managing Director di Grocery Category Europe di Kraft Foods tra il 2009 e il 2011 e prima ancora, dal 2007 al 2009, CEO di Kraft Biscuits Iberia sempre per lo stesso Gruppo. Ha lavorato per il Gruppo Danone per otto anni, tra l’Italia e la Spagna, ed ha iniziato la sua carriera in Procter&Gamble nel 1989.
L’inserimento di un Manager di comprovata esperienza nel mondo food e retail consentirà a Grandi Salumifici Italiani di continuare il processo di crescita e di consolidamento sul mercato italiano e di valutare un ulteriore sviluppo nei mercati esteri di riferimento.
Sarà Soren Hagh, attuale Executive Director Global Marketing del Gruppo, il nuovo Managing Director di HEINEKEN Italia dal 1° marzo. Dal canto suo Edwin Botterman, dopo sette anni, lascia la guida del Gruppo in Italia per passare al medesimo ruolo nel suo Paese di origine, il Belgio.
Soren Hagh, Danese di nascita, 41 anni, ha vissuto per tre anni in Italia, durante la sua esperienza in Lego, all’inizio della sua brillante carriera. A capo del marketing prima in Lego, poi in L’Oréal e Diageo con ruoli globali, ha ricoperto in L’Orèal il ruolo di General Manager prima in UK e poi in Germania e infine di General Manager Europe. Nel 2013 è entrato in HEINEKEN con il ruolo di Executive Director Global Marketing. Ha seguito, in particolare, lo sviluppo dei global brands e la trasformazione digitale della comunicazione dell’azienda che ha portato al conseguimento del prestigioso premio che Heineken ha vinto nell’ultima edizione dei “Cannes Lions” come “Creative Marketer of the Year”.
“In questi sette anni, HEINEKEN Italia – commenta Botterman – ha tagliato il traguardo dei 40 anni investendo risorse in innovazioni di prodotto, in comunicazione e in promozione della cultura birraria. I prodotti lanciati da HEINEKEN nel 2015 rappresentano oltre la metà delle innovazioni proposte nel settore birrario in Italia, e un quarto delle innovazioni nell’intero settore beverage. Abbiamo introdotto piani di sostenibilità di lungo periodo, riducendo emissioni e consumi idrici, promuovendo il consumo responsabile e sviluppando una profonda cultura della sicurezza sul lavoro. Tra una nota professionale di curiosità, interesse e stimolo per la nuova sfida che mi attende, ed una nota di nostalgia che già avverto, lascio un’azienda solida e leader del settore birrario in Italia e sono molto contento di consegnare il testimone nelle ottime mani di una persona come Soren Hagh, che mi succederà alla guida dal prossimo 1 marzo.”
“Sono entusiasta del nuovo incarico che mi è stato conferito. – dice Hagh – Sono particolarmente affezionato all’Italia, Paese nel quale ho avuto le mie prime esperienze lavorative e di cui ho bellissimi ricordi. È una sfida a cui mi accingo con molta determinazione e nella piena consapevolezza che HEINEKEN è un’azienda simbolo in Italia, un importante attore economico della Nazione con 4 birrifici e quasi 2.000 dipendenti. Ha investito e fatto crescere marchi di grande rilevanza nazionale come Birra Moretti, Dreher, Ichnusa e controlla Partesa, leader nella distribuzione di bevande in Italia. Abbiamo davanti a noi importanti innovazioni di prodotto e insieme a tutti coloro i quali hanno generato il successo in questi anni vogliamo continuare ad affermare la leadership dell’azienda nel settore birrario”.
Con 1miliardo e 150 milioni di litri d’acqua venduti (che vuol dire uno sviluppo del 16%), il Gruppo Norda della famiglia Pessina è andato ben oltre il traguardo che si era prefissato. Arrivando a un fatturato di 131 milioni di euro (+9% rispetto al 2014).
Le performances
Contando anche sulla capacità del Gruppo di coprire capillarmente ogni area geografica (dal Nord, al Centro, al Sud), i brand che fanno capo all’azienda hanno performato molto bene: iI solo marchio Norda è cresciuto del +18% nel canale moderno, con una crescita importante anche nell’Horeca a +14% in volume. Una buona stagione estiva 2015 non basta, da sola, a permettere di cogliere risultati tanto positivi: la solida crescita del Gruppo appare strutturale sia attraverso uno sviluppo per linee interne (innovazione, lancio di nuovi prodotti, ammodernamento impianti e nuove linee di imbottigliamento) che esterne (acquisizioni Gaudianello nel 2010, Sangemini nel 2014, e Toka nel 2015).
Di particolare spicco anche la crescita del +42% di “Grazia”, l’effervescente naturale imbottigliata a Terni presso lo stabilimento Sangemini. Positivo, inoltre, anche il rilancio dello stesso brand Sangemini: nello scorso anno, infatti, le acque del Gruppo Sangemini (Sangemini, Fabia, Grazia, Aura, Amerino) sono cresciute complessivamente di oltre il 70% a volume, fermo restando un confronto parziale con il 2014 di soli 8 mesi, in quanto la gestione operativa da parte di Norda è iniziata nel mese di aprile dello stesso anno.
Infine, anche il sito produttivo di Monticchio (PZ) in Basilicata, nel quale sono imbottigliate le acque Gaudianello (effervescente naturale) e Leggera (oligominerale), ha avuto una crescita rispetto al 2014 del +4%, superando i 330 milioni di litri.
Grisbì, la frolla ripiena di morbida crema diventa continuativa nel prelibato gusto cocco.
È la prima volta per Grisbì che un prodotto pensato per la limited edition estiva scatena un entusiasmo tale, anche su rete e social network, da stimolare una serie di azioni di marketing fino alla fine dell’anno che si sono concluse con il lancio dell’esotico gusto in versione unlimited.
La frolla fragrante al gusto cioccolato ripiena di morbida crema al cocco ha saputo guadagnarsi un posto fisso privilegiato all’interno della gamma Grisbì per il consumo classico continuativo, esaudendo così le innumerevoli richieste dei fan.
Grisbì Fresh Summer Edition 2015 aveva infatti già portato con sé una piacevole sorpresa: un tam tam digitale con protagonista il nuovo aroma cocco, che ha affiancato il pocker dei gusti classici – cioccolato, nocciola, crema al limone e caffè – con un altissimo tasso di gradimento tra i consumatori.
Lavorare sì. Ma dove? Quali sono i settori più promettenti, quelli con le maggiori potenzialità?
Lo svela una ricerca di Jobrapido che ha sondato il terreno in Italia, e in alcuni Stati europei, analizzando le offerte di lavoro pubblicate sul proprio sito da novembre 2015 a gennaio 2016.
In Italia è emerso come il settore del Commercio / Retail / Grande Distribuzione sia il più attivo nella ricerca di personale, con 157 mila annunci, seguito da quello dell’ Amministrazione / Risorse Umane con 69 mila e dall’Informatico con 68 mila. Al quarto posto dei mestieri più ricercati ci sono quelli legati all’ambito dei Servizi, con 64 mila offerte. Sono invece tra le meno ricercate le figure nel settore tecnico, con 816 annunci, e in quello agricolo, con 370.
Ecco la top 10 degli annunci di lavoro per tipologia in Italia (novembre 2015-gennaio 2016):
Commercio / Retail / Grande Distribuzione: 157.000
E poi veniamo a Germania e Olanda, paesi importanti e rappresentativi per la dinamicità del mercato del lavoro. Qui notiamo qualche variazione nei trend, nel primo è infatti emersa una predominanza di offerte di lavoro in campo informatico (410 mila annunci), seguito da Manifatturiero con oltre 320 mila annunci e Sviluppo e Programmazione con 192 mila job post.Nei Paesi Bassi invece è il Manifatturiero/Artigianato a prevalere con 134 mila job post, seguito dal settore Informatico, con circa 103 mila, dal Trading/Export con 55 mila. Meno ricercati, invece, giornalisti e ingegneri, ciascuno con 1.600 job post.
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