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Snack Dolci, fatturato a 592 milioni di euro. L’analisi di IRI

Quella degli Snak Dolci, notissima categoria spezzafame, ha contiguità con numerose altre merceologie. Come quelle di Gomme da Masticare, Caramelle, Tavolette, Praline, Ovetti o Pronti da Gelare, ma affinità ci sono anche con altri ambiti competitivi come quelli di Pasticceria,  Biscotti, Snack Salati Yogurt, Merendine o Frutta Secca. Tutti concorrono, infatti, a soddisfare il medesimo bisogno di pausa spezzafame; qualcuno con valenze più “golose” e di impulso, qualcuno con sfumature più salutistiche.

Andamento sul canale moderno

Il comparto del Fuori Pasto Dolce rappresenta l’8,5% del fatturato della Drogheria Alimentare, sviluppa oltre 2.200 mio euro nell’anno terminante a marzo 2021 con una flessione del -1,5%. Al suo interno categorie fortemente legate all’impulso, all’ on the go e alla snackizzazione come Caramelle e Gomme da Masticare hanno subito forti rallentamenti durante il periodo di pandemia perché, a fronte delle restrizioni, sono venuti a mancare i momenti e le occasioni di consumo. Premiate invece le Tavolette di Cioccolato, prodotto eclettico che ha soddisfatto il bisogno di indulgence e parallelamente è stato utilizzato per cucinare torte, dolci nel periodo del lockdown e ha confermato la sua crescita anche nei mesi successivi, chiudendo l’anno terminante a marzo 2021 con una crescita a valore del +12,6%: ben 56 milioni di € in più rispetto all’anno precedente. Gli Snack Dolci sono la prima categoria a valore con un fatturato di 592 milioni di euro e presentano trend sostanzialmente stabili, in leggera crescita a volume (+0.2%) e in leggera flessione a valore (-0.1%). L’ultimo anno terminante ha visto i mesi di aprile e maggio 2020 con flessioni a doppia cifra. Come per Caramelle e Gomme anche per gli Snack sono mancate le occasioni di consumo: le merende dei bambini, l’on the go, la pausa dolce. L’autunno ha visto invece trend incoraggianti che sono culminati con un mese di gennaio 2021 estremamente positivo: grazie anche alle performance nella settimana dell’Epifania, gli italiani hanno riempito le calze della befana di Snack Dolci. Ottime anche le performance del mese di marzo 2021, in netto contrasto con i dati molto negativi di marzo 2020 quando è iniziato il primo lockdown.

Tra i canali distributivi i supermercati sviluppano oltre il 57% del fatturato della categoria con una crescita del +1,2%. Il secondo canale per importanza con un peso del 19% e primo per tasso di crescita a valore (+9,7%) è il discount; si confermano poi le difficoltà degli ipermercati (-14,2% a valore) a cui si uniscono le performance poco brillanti del Libero Servizio Piccolo (-5,3%). Il mercato è molto eterogeneo: offre al consumatore oltre 220 referenze tra cui scegliere negli ipermercati, 150 nei supermercati e 60 nel discount e nell’Lsp. I clienti dei punti vendita del Largo Consumo Confezionato possono scegliere tra i più classici e sfiziosi prodotti a base Cioccolato e Biscotto oppure tra quelli più salutistici come quelli a base Frutta e le Barrette di Cereali. Snack base Cioccolato e base Biscotto sono i due segmenti più importanti a valore, ognuno sviluppa oltre il 25% della categoria ma quest’anno hanno avuto trend molto diversi: in crescita il primo (+7,3% a valore) in flessione il secondo (-5,9%); in leggera flessione anche il segmento base cereali (-1%) e il base wafer (-2,2%).

Prezzi e promozioni

Il prezzo al chilo di 11.84 euro – sostanzialmente stabile – e una battuta di cassa media di 1,61euro fanno degli Snack Dolci un prodotto mainstream con un indice prezzo intorno al 95% rispetto ai prodotti del comparto Fuori Pasto Dolci, ma risultano decisamente meno convenienti se paragonati alle Merendine. Il livello promozionale «ogni taglio prezzo» è stabile al 26,6%. Tra i segmenti il più promozionato è quello dei prodotti a base Biscotto che raggiunge il 37,5%, mentre il base Cioccolato non arriva al 20% dei volumi veicolati in promozione «ogni taglio prezzo». Per quanto i consumatori siano sempre molto attenti ai prezzi, in questo contesto di Fuori Pasto il fattore “impulso” gioca un ruolo molto importante. E’ necessario stimolare sempre il consumatore, che raramente ha nella sua lista della spesa questi prodotti. Nonostante un anno estremamente difficile, gli elementi chiave del successo di questa categoria sono la valorizzazione della marca, la visibilità all’interno del punto vendita e la comunicazione.

Nuovi trend

Anche se quest’anno è stato molto particolare, l’Innovazione rimane un elemento chiave in un mercato guidato dall’impulso. Sul mercato si stanno affacciando ai prodotti dei grandi leader novità “spezzafame” che strizzano l’occhio al mondo più salutistico. Un’altra tendenza incentivata dalla pandemia è quella relativa allo sviluppo dell’online: è vero che oggi pesa solo l’1,5% del fatturato complessivo degli Snack Dolci (anno terminante a marzo 2021, totale iper + super + libero servizio piccolo + discount + generalisti Online) ma è vero pure che questo peso è più che raddoppiato rispetto allo scorso anno.

Le merendine fatturano 1.088 milioni di euro. L’analisi di Iri

Per colazione o come pausa dolce, agli italiani le merendine piacciono. Ma quali performance hanno avuto durante la pandemia? Ce lo racconta un’analisi di IRI.

Insieme a Biscotti, Fette Biscottate, Cereali per la Prima Colazione, Torte Pronte, Pasticceria e Wafer, le Merendine compongono, il comparto dei Prodotti da Forno e Cereali, che rappresenta quasi il 6% del fatturato del Largo Consumo Confezionato (LCC), in lieve flessione nell’ultimo anno rispetto ai precedenti. La pandemia da Covid-19 e le variate abitudini degli Italiani nell’ultimo anno hanno infatti portato ad una crescita complessiva di questi prodotti, seppur inferiore a quella del Largo Consumo nel suo complesso: se l’LCC ha registrato un trend di fatturato per gli ultimi 12 mesi a marzo 2021 pari a +6,1%, i Prodotti da Forno si sono fermati ad un +1,3% (sul perimetro di ipermercati, supermercati, negozi a libero servizio piccolo e discount). Le Merendine sono riuscite a chiudere il periodo con uno spunto lievemente superiore, pari al +2,0%, realizzando il 26,9% del fatturato del comparto.

Andamento della categoria

La categoria delle Merendine ha realizzato nell’ultimo anno a marzo 2021 un fatturato di 1.088 milioni di euro nella Distribuzione Moderna (ipermercati + supermercati + libero servizio piccolo + discount) in crescita del +2%; anche i volumi sono stati positivi e pari al +1,6%. Come tutte le categorie del Largo Consumo, anche le Merendine sono state impattate dalla pandemia: ad una crescita delle vendite del mese di marzo 2020 (+4,4% a valore), comune a molte categorie per effetto dei comportamenti dei consumatori che hanno acquistato molti prodotti in ottica di “scorta”, hanno fatto seguito i mesi della primavera/estate con fatturato negativo, per riprendere poi a crescere con tassi importanti a partire da settembre, ovvero dalla seconda fase di restrizioni. Oltre la metà delle vendite complessive delle Merendine sono state realizzate dal canale dei supermercati (56% del valore e 52% dei volumi), ma la crescita del mercato è trainata dai discount che hanno superato nell’ultimo anno un quinto del fatturato complessivo e un quarto dei volumi con trend in crescita quasi a doppia cifra. Il libero servizio piccolo e soprattutto gli ipermercati chiudono invece il periodo in terreno negativo, come successo per molte altre categorie del Largo Consumo. L’assortimento medio delle Merendine è ampio: settimanalmente sono presenti quasi 100 referenze in un supermercato medio, che salgono a 150 in un ipermercato ma scendono a 36 in un discount, in cui gli assortimenti sono sempre molto più «asciutti». L’offerta di prodotti così variegata è frutto delle diverse tipologie di Merendine, che permettono di segmentare la categoria da più punti di vista: in primis per forma, andando dai trancini ai croissant, dalle crostatine ai plum cake, solo per citarne alcune, fino ad arrivare a prodotti più innovativi come i pancakes. I trancini sono il tipo di prodotto più importante in termini di peso, dal momento che sviluppano un terzo del fatturato complessivo della categoria, seguiti dai croissant, con oltre ¼ del fatturato; la tipologia più dinamica è però quella dei plum cake, che aumentano il proprio peso anno dopo anno, seguiti dalle crostatine. Le Merendine si differenziano anche tra semplici, ricoperte (spesso con cioccolato) e farcite con creme e marmellate di gusti vari, che permettono ai produttori di innovare e soddisfare così i gusti di un numero maggiore di consumatori. Ancora, è possibile identificare alcuni segmenti del mercato, più o meno dinamici e ampi, che offrono alternative ai consumatori con prodotti biologici, senza glutine o con farina integrale.

I primi due sono nicchie di mercato, che sviluppano ognuno circa l’1% del fatturato complessivo, in calo nell’ultimo anno, frutto delle strategie dei produttori, che di volta in volta presentano sul mercato nuovi prodotti. Le Merendine integrali sviluppano invece oltre il 6% del fatturato complessivo e, anche in questo caso, il loro peso sull’intera categoria varia in funzione dei nuovi prodotti, che spesso arricchiscono l’offerta integrale con altri ingredienti più o meno golosi: crema alla nocciola, marmellata ai frutti rossi, miele, cioccolato. I consumatori sono infatti sempre più alla ricerca, non solo in questa categoria, di prodotti “salutistici” ma che strizzino anche l’occhio al gusto.

Prezzi e promozioni

All’interno del comparto dei Prodotti da Forno e Cereali, la categoria delle Merendine ha, insieme ai Cereali, un posizionamento premium tra i prodotti consumati per la Prima Colazione: il prezzo medio al chilo di pari a 6,45€ (anno terminante a marzo21, iper+super+LSP), in linea con i Cereali (6,49€) e decisamente più elevato di Biscotti e Fette Biscottate, che si posizionano intorno i 4€; questi prezzi non tengono in considerazione le Merendine senza glutine, che raggiungono quasi i 14€/kg. Le Merendine sono anche la categoria più promozionata tra i Prodotti da Forno (oltre 1/3 dei volumi sono venduti in taglio prezzo), seguite a breve distanza dai Biscotti e con maggior distacco da Fette Biscottate e Cereali (meno del 30%). La pressione promozionale è però in progressivo calo; risulta infatti essere inferiore di 3 punti rispetto allo scorso anno e di quasi 7 rispetto all’anno terminante a marzo 2017. Un discorso a parte deve essere fatto per i discount, che hanno notoriamente prezzi più bassi e promozioni più contenute: con un prezzo medio al chilo di 4,69€, il risparmio per le Merendine acquistate in questo canale è pari a quasi il 30% rispetto alla Distribuzione Moderna “classica”. Al contempo le attività di taglio prezzo sono inferiori e si attestano nell’ultimo anno ad un 22% dei volumi complessivi.

Innovazione

Come già anticipato, l’innovazione di prodotto nelle Merendine è importante e permette ai produttori di soddisfare le nuove richieste dei consumatori: negli anni solari 2019 e 2020 i nuovi lanci (intesi come nuovi EAN immessi sul mercato) hanno sviluppato un fatturato che si attesa tra il 3 e il 4% delle vendite complessive della categoria, in crescita rispetto ai lanci del 2018 (1,4% del fatturato) ma inferiore a quelli del 2017, che avevano superato il 5%. L’innovazione di prodotto delle Merendine è soprattutto estensione di gamma: si differenzia l’offerta grazie a nuove farciture golose (crema alla nocciola, latte e cacao, crema pasticcera…), nuovi gusti di confettura (molto apprezzati negli ultimi anni i frutti rossi, che sono stati utilizzati per parecchi lanci, ma anche farciture più particolari come mix di zucca-carotaarancia, per fare un esempio), farina integrale o nuovi ingredienti nell’impasto, dalle classiche gocce di cioccolato ai più innovativi mix di pere e cioccolato o mele. Non mancano, anche se in misura minore, le nuove brand che arricchiscono i classici ingredienti delle Merendine con crema al limone piuttosto che yogurt greco o farina di riso. Ancora una volta, l’innovazione permette di soddisfare le richieste dei consumatori che cercano prodotti buoni, in linea con le tendenze “salutistiche” ormai radicate, ma comunque sempre golosi.

Il canale online

Per quanto attiene alle Merendine, il canale on-line pesa solo l’1,2% del fatturato complessivo (anno terminante a marzo 2021, totale iper + super + libero servizio piccolo + discount + generalisti Online) ma questo peso è più che raddoppiato rispetto ai 12 mesi precedenti. La sua crescita ha infatti contribuito per oltre il 20% alla crescita del fatturato complessivo della categoria.

Svolta salutista per Buondì: arriva la versione integrale

Segno dei tempi: dopo avere fatto parte per tanti anni, dal boom economico in poi, della storia sociale degli italiani (o quanto meno della loro colazione) anche Buondì si rifà il look e presenta la nuova versione integrale. La nuova ricetta – disponibile naturalmente accanto alle “classiche” – è decorata con una croccante granella di fiocchi di avena, semi di lino e semi di girasole tostati.

Obiettivo è evidentemente la schiera sempre più vasta di consumatori attenti ai temi della salute e del benessere e alla ricerca di prodotti integrali. La nuova referenza vanta tra l’altro il 30% di grassi in meno rispetto alla media delle merendine più vendute (per maggiori informazioni vedi la tabella comparativa di Aidepi www.aidepi.it/claims-comparativi)

Come da tradizione Buondì, infatti, Buondì Integrale è lievitato naturalmente per 22 ore, segreto che rende la sua pasta morbida e gustosa, con l’aggiunta di farina di frumento integrale.
Motta, marchio trend setter che nel 1953 ha rivoluzionato il rito della colazione degli italiani inventando con il Buondì la prima merendina realizzata con lo stesso impasto soffice e goloso del panettone, rinnova così l’appuntamento quotidiano della colazione con la bontà di un nuovo prodotto-icona.

Per promuovere la nuova referenza è partita una campagna tv, attiva dallo scorso 12 febbraio e on air fino al prossimo 5 marzo, che proseguirà anche sui canali web dedicati a Buondì. Al centro il claim “Se vuoi gustarti una colazione leggera o golosa ed è rimasto un solo Buondì, è meglio che inizi a correre”.

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