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Il vino green riduce l’uso dei fitofarmaci del 40%: il caso del Montefalco Sagrantino

Si fa presto a dire vino sostenibile e naturale: ma è davvero possibile ridurre l’uso di fitofarmaci in vigna? La risposta è sì, e la prova è il progetto della filiera vitivinicola dal Consorzio Tutela Vini Montefalco, diventato modello di sostenibilità per l’intero comparto agricolo dell’Umbria. Grazie a una gestione più sostenibile dei vigneti, è stata infatti raggiunta una riduzione dell’uso dei fitofarmaci del 40%.

Nato nel 2015 come progetto pilota per la coltivazione dei vigneti del Montefalco Sagrantino DOCG, Grape Assistance è un assistente tecnologico “in campo”, a servizio dei produttori, che permette di ottenere bollettini meteo e previsioni a lungo termine, informazioni sullo stato di salute reale delle piante utili a superare il sistema dei trattamenti a calendario. Oggi è chiamato Smart Meteo e ha esteso il suo raggio d’azione non solo a tutti i vigneti umbri, ma anche agli altri tipi di coltivazione, 

 

Obiettivo -75% di fitofarmaci per l’agricoltura umbra

«Un valido aiuto che ha consentito di effettuare interventi mirati solo in caso di presenza di agenti patogeni, riducendo in maniera significativa l’utilizzo dei fitofarmaci. Oggi portiamo sui mercati prodotti più sostenibili e in linea con le esigenze dei consumatori – spiega Amilcare Pambuffetti, Presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco –. L’obiettivo, con Smart Meteo, è di raggiungere una riduzione del 75% su tutto il territorio umbro. Massimizzando i vantaggi del protocollo, l’Umbria potrebbe toccare quota 60 milioni di euro di farmaci non somministrati in agricoltura, una rivoluzione ecosostenibile ed economica sorprendente che siamo fieri di aver innescato».

Nei primi tre anni di applicazione il risparmio economico medio che il modello di Montefalco ha raggiunto in vigna è di circa 175 euro l’ettaro. Con l’applicazione del protocollo all’interno di tutte le aziende del Sagrantino, 60 circa per poco più di mille ettari, si abbattono tonnellate di prodotti chimici, corrispondenti a circa 88 mila euro, con un risparmio complessivo stimato in circa 105 mila euro annui.

Le denominazioni di origine Montefalco si arricchiscono così di vini sempre più attenti all’ambiente, molti dei quali faranno il loro ingresso sul mercato estero in occasione del ProWein 2018, in programma dal 18 al 20 marzo a Fair ground Düsseldorf. Un banco di prova importante: l’export pesa circa il 70% sul fatturato complessivo dei vini di Montefalco, contro una propensione all’export del 52% del comparto del vino italiano.

Nel 2017, le aziende del territorio hanno esportato fuori dai confini nazionali quasi il 10% in più rispetto all’anno precedente, soprattutto verso la Germania mercato di riferimento per rossi e bianchi fermi prodotti in maniera sostenibile. Il 12% dei tedeschi, infatti, dichiara di aver consumato vino green, soprattutto italiano e l’84% si dichiara interessato a continuare acquistarlo in futuro (Survey Wine Monitor Nomisma 2017 per ICE-Agenzia).

Molecola celebra il Made in Italy e guarda al mercato internazionale

Dalla prima lattina alla bottiglia in vetro, dalla grande distribuzione al mondo dell’Horeca: Molecola, la prima cola interamente italiana, compie un nuovo e significativo passo avanti. La presentazione ufficiale, dal titolo Molecola: dal sogno alla realizzazione di una cola italiana  ha avuto luogo a Bologna presso FICO Eataly World. Nel corso dell’evento sono stati presentati la nuova bottiglia in vetro “90.60.90” – ideata da Curve Creative Studio e realizzata da Verallia per il canale della ristorazione – e la nuova Molecola Bio & Fair Trade.

L’incontro, presentato da Gianluca e Nicola Vitello di Radio Deejay, ha visto tra i relatori Francesco Bianco, Fondatore e Partner Molecola, Marco Gallo, Fondatore e Direttore Creativo Curve Studio Torino, Laura Miotto, Responsabile Marketing e Clienti Internazionali Verallia Italia, Luigi Rivaroli, Ingegnere di processo e sviluppo prodotto Verallia Italia, Stefano Dozio, Direttore Generale Gruppo Co.Pro.B. Italia Zuccheri, Marco Masselli, Direttore Generale e Vicepresidente Italian Identity e Antonio Biella, Direttore Generale San Bernardo.

Il progetto Molecola
Ispirata ad un’antica ricetta piemontese di fine Ottocento riscoperta da Francesco Bianco e Graziano Scaglia, Molecola nasce all’inizio del 2013 per soddisfare l’esigenza del mercato italiano di avere un prodotto che fosse massima espressione del Made in Italy, realizzato con ingredienti nazionali e preparato con saperi codificati della nostra tradizione. Una motivazione forte che ha contribuito a costruire l’identità di Molecola, frutto della collaborazione con importanti attori del panorama italiano, permettendole di ottenere la certificazione Italcheck da Italian Identity come prodotto 100% Made in Italy con l’Audit Partner Agroqualità.

Tra i protagonisti del progetto Molecola, Italia Zuccheri, cooperativa bolognese capace di garantire all’Italia una riserva strategica di zucchero grazie ai suoi 5.700 bieticoltori associati che, coltivando barbabietole nei campi dell’Emilia Romagna e del Veneto, consentono un completo controllo della filiera dal campo al cliente. Italia Zuccheri è così in grado di fornire uno zucchero totalmente italiano per la realizzazione della bevanda.

Tutto italiano anche l’imbottigliamento di Molecola: a Fidenza (Parma) prendono vita le lattine, primo confezionamento della bevanda, mentre a Ormea (Cuneo) vengono riempite le bottiglie in PET, destinate alla grande distribuzione. Recente è, invece, la collaborazione con Verallia Italia, tra i leader mondiali negli imballaggi in vetro per l’industria alimentare, con cui è stata realizzata la nuova bottiglia per il mondo Horeca nello stabilimento di Gazzo Veronese (Verona).

La nuova bottiglia per il canale Horeca
Concepita e realizzata dall’agenzia torinese Curve Creative Studio e realizzata da Verallia, la nuova bottiglia in vetro “90.60.90”, lavorata come la trama di un tessuto sartoriale, gioca con le linee sinuose ed accattivanti che ricordano la silhouette delle dive italiane degli anni Cinquanta, periodo d’oro del cinema italiano, in cui sono riconoscibili il vitino da vespa e i fianchi prosperosi delle attrici che hanno contribuito a creare in tutto il mondo il mito dell’italianità. Questa bottiglia esclusiva, che apre la distribuzione di Molecola ai canali dell’Horeca, è stata pensata per esaltare le particolarità del prodotto nel contesto della ristorazione e risulta anche vantaggiosa da un punto di vista della user experience, facilitandone la presa con una lavorazione ergonomica e antiscivolo che abbina estetica e funzione. Un’ulteriore attenzione all’usabilità è data dall’utilizzo, nella parte inferiore della bottiglia, del testo in braille che riporta il nome della bevanda e della bottiglia, garantendone un’elevata accessibilità.

La Nuova Molecola Bio & Fair Trade
Accanto alla nuova bottiglia in vetro, Molecola lancia inoltre sul mercato la versione Bio & Fair Trade: insieme al consorzio Altromercato, principale realtà di Commercio Equo e Solidale in Italia, è stato infatti creato un prodotto realizzato con ingredienti selezionati, provenienti esclusivamente da coltivazioni biologiche e produzioni fairtrade, come lo zucchero di canna, che va a sostituire lo zucchero bianco della barbabietola, ed il guaranà, che prende il posto della caffeina.

«La nostra forza è stata di riuscire ad aggregare intorno a questo progetto grandi realtà italiane, che condividessero con noi idee, esperienza e passione – dichiara Francesco Bianco, Fondatore e Partner Molecola. – La ricetta è nata a Torino, dove abbiamo sperimentato le prime produzioni, e da qui siamo partiti alla ricerca di partner in tutta Italia per rendere Molecola un prodotto unico “nel gusto e nel cuore”. Abbiamo cercato di unire le eccellenze del nostro Paese, piccole e grandi molecole, che insieme hanno dato vita a una bevanda in grado di rappresentare il Made in Italy in tutto il mondo. Grazie al supporto di Eataly, siamo riusciti a portare Molecola a New York, a Chicago, in Russia, in Brasile e a Stoccolma. Oggi ci ritroviamo con una gamma completa di prodotti e siamo pronti ad affrontare il mercato italiano e quello internazionale».

La parola a Verallia

La vera missione affidata a Verallia nell’ambito del progetto Molecola 90-60-90 è stata quella di tradurre e applicare al vetro un progetto di stile che puntava a creare una nuova icona dell’italianità, esaltando l’eleganza della bottiglia, sia attraverso la sinuosità delle forme, modellate secondo le proporzioni delle dive del cinema italiano del dopoguerra (che danno il nome al formato: Molecola 90-60-90), sia mediante una particolare trama su vetro, concepita per sottolineare la natura “sartoriale” del prodotto, quasi che la bottiglia fosse un corpo femminile fasciato da un elegante abito tagliato su misura.

Inizialmente abbiamo affrontato il progetto in modo tradizionale, adeguando forme e dettagli dell’agenzia grafica alle esigenze produttive” – ricorda Luigi Rivaroli, Ingegnere di processo e sviluppo Verallia Italia. “L’ostacolo più grande da superare è stato realizzare la trama su vetro. La soluzione ha comportato ore di lavoro, prove, confronti, lavorazioni molto particolari che hanno richiesto tutta l’abilità di stampisti specializzati. Nonostante l’estrema complessità realizzativa, questa trama è diventata uno dei principali elementi distintivi della bottiglia.

Siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo a un progetto italiano coraggioso e innovativo come Molecola” – afferma Laura Miotto, Responsabile marketing e clienti internazionali Verallia Italia. “Da diversi anni facciamo dell’innovazione tecnologica e di design la strada per diffondere il vetro come il materiale più bello, sano e sostenibile per il packaging di alimenti e bevande, favorendo la creazione di nuove professionalità con iniziative come il Verallia Design Award, un concorso internazionale dedicato si giovani aspiranti designer chiamati ad esprimere il loro talento, ideando e progettando nuovi contenitori in vetro”. 

Virosac lancia PROXSAC BIO, il sacco con i manici che protegge l’ambiente

Virosac lancia PROXSAC BIO, il sacco per la raccolta dei rifiuti organici che, grazie alla pratica forma a shopper, garantisce funzionalità e comodità per chiusura e trasporto della spazzatura.
La grande famiglia Virosac amplia una linea che aveva già conquistato i consumatori, con le recentissime confezioni dotate di profumazioni, per offrire un rimedio alla sensazione maleodorante data dai rifiuti. Ora PROXSAC è anche BIO, ed intende assecondare le esigenze di un mercato sempre più sofisticato ed attento alla salvaguardia dell’ecosistema.
A fare la differenza sono le maniglie, che permettono una facile chiusura dei sacchetti e consentono allo stesso tempo di riempire le confezioni fino all’orlo. Inoltre, la saldatura antigoccia assicura la massima tenuta del materiale, evitando gli strappi derivati dalla concentrazione del peso sul fondo del sacco. Grazie alle pratiche bretelle, il trasporto sarà ancora più agevolato.
Dal 1991 l’azienda si caratterizza per lo studio e la produzione di sacchetti ecosostenibili, promuovendo un’ampia gamma riconosciuta dalle Certificazioni CIC e OK COMPOST, secondo la normativa “UNI EN 13432”, che attesta l’osservanza di tutte le normative europee per la biodegradabilità e la compostabilità.
Il prodotto e la confezione, che riportano l’indicazione della data di produzione, sono infatti completamente biodegradabili e compostabili: in soli 90 giorni, il sacco si trasforma in compost e consente di ricavare concime fertilizzante, per rispettare pienamente l’equilibrio ambientale.
PROXSAC BIO è frutto di numerosi investimenti attuati recentemente dall’azienda trevigiana, in termini di innovazione, ricerca, strutture organizzative e tecnologia. Un prodotto 100% green ma che non tralascia robustezza e resistenza, per contribuire alla qualità della vita delle famiglie italiane e continuare a guidare il mercato.

Brimi lancia le nuove mozzarelline Bio nel pack da 120 gr

Brimi, azienda altoatesina specializzata nella produzione di mozzarella lancia le nuove mozzarelline Bio nel pack da 120g, arricchendo così la sua gamma di prodotti biologici.
Prodotte solo con latte da agricoltura biologica proveniente da filiera controllata e certificata secondo quanto stabilito dal regolamento CEE 834/2007, si caratterizzano per la consistenza morbida ed elastica.
Utilizzando il latte biologico fornito dai contadini BIO, Brimi conferma il suo costante impegno in materia di eco sostenibilità, contribuendo attivamente alla salvaguardia delle risorse naturali e del territorio. Questi plus sono riscontrabili anche nel packaging innovativo: il colore verde non solo allinea il prodotto a tutta la gamma Brimi Bio ma ricorda anche i verdi pascoli altoatesini.

Omia apre un nuovo segmento nel mass market, con due shampoo dermo specifici

OMIA apre un nuovo segmento nel mass market, lanciando la sua nuova linea di shampoo eco bio dermo-specifici a base di oli essenziali.

Due i nuovi shampoo, che confermano la vocazione dell’azienda per l’EcoBio Therapy: Sebo-Shampoo Purificante per capelli grassi e Shampoo Trattante Antiforfora Lenitivo. Entrambi sono studiati  per il trattamento specifico della forfora e del cuoio  capelluto seborroico e caratterizzati, come tutti i prodotti OMIA, da una formulazione biologica, naturale, trasparente, e da un processo produttivo certificato.

“La nuova linea,  prodotta in confezioni ad alto volume (200 ml)  e venduta ad un  prezzo equo, testimonia la filosofia aziendale di OMIA, che pone al centro il  consumatore – afferma il CEO, Gianluca Angioletti –  Siamo stati pionieri dell’ecobio cosmesi alla portata di tutti.  Innovazione e qualità alla portata di tutti è il nostro obiettivo. Ad oggi siamo presenti nella grande distribuzione, supermercati e casa toilette, con una presenza distributiva del 40%. Intendiamo ampliare la nostra presenza anche sul canale dei supermercati alimentari, dove attualmente non è prevista una proposta nell’area del cosmetico naturale e biologico”

OMIA Sebo-Shampoo Purificante per capelli grassi – 200ml

E’ un prodotto EcoBio cosmetico certificato sebo-equilibrante naturale clinicamente testato per garantire capelli liberi da grasso.P rofumato naturalmente con Tea Tree Oil e Olii Essenziali di Rosmarino, Limone e Bergamotto, ( tutti olii biologici certificati) regola la secrezione del sebo e contrasta la caduta dei capelli lasciandoli soffici e luminosi.

Prezzo al pubblico: € 5,55

 

OMIA Shampoo Trattante Antiforfora Lenitivo – 200ml

E’ un prodotto EcoBio cosmetico  certificato con efficacia testata su Mallassezia furfur, in grado di rimuovere la forfora grave ostacolandone la ricomparsa. Profumato naturalmente con tea tree oil (olio essenziale biologico certificato) e salvia officinalis,, combatte la forfora sia grassa  che secca ostacolandone la ricomparsa e grazie alla presenza di calendula ed aloe vera rinfresca il cuoio capelluto.

Prezzo al pubblico: € 5,55

 

 

QB Fruit, lo snack di frutta disidratata presente nell’avancassa della GD, cambia veste

Nuova veste bianca per QB Fruit, brand della Ciavolino International. “Da qualche mese – spiega Teresa Del Giudice, direttore marketing e commerciale dell’azienda -abbiamo lanciato la nuova veste per caratterizzare anche visivamente la salubrità del nostro prodotto, un morbido snack di frutta disidratata a cubetti e barrette, 100% naturale, senza zuccheri aggiunti, senza coloranti e conservanti, privo di glutine e Ogm free. Il QB Fruit è presente in Conad ed Esselunga, in Unes con il marchio Viaggiator Goloso. Siamo al lavoro per ampliare le opportunità dei consumatori di trovare lo snack italiano, buono, pratico e utile in ogni momento della giornata, dal lavoro allo sport” prosegue Del Giudice.

“Usiamo frutta fresca di qualità proveniente da una cooperativa dell’Emilia Romagna, selezionata e lavorata in modo da conservare proprietà nutritive, gusto e profumo. QB Fruit è in due formati, in morbidi cubetti in pack da 25 grammi e in pratiche barrette QB Mix da 30 grammi, distribuito da Ciavolino International sia nel canale retail che nel fuoricasa

 

 

Red Bull lancia Organics, la nuova linea di soft drink bio ed effervescenti

Red Bull presenta ORGANICS, una nuova gamma premium di bevande dissetanti biologiche, senza aromi artificiali, coloranti artificiali, conservanti o additivi. ORGANICS by Red Bull è disponibile in 4 varianti: Simply Cola, Bitter Lemon, Ginger Ale e Tonic Water.
I prodotti della linea ORGANICS by Red Bull non sono Energy Drink, ma Soft Drink effervescenti .
Le bevande ORGANICS by Red Bull contengono ingredienti di origine naturale e, in ottemperanzaai Regolamenti Europei per i prodotti biologici, rappresentano una alternativa biologica alle bibiteanalcoliche tradizionali.
Questa nuova linea di prodotti è confezionata nell’iconica lattina di alluminio Red Bull, riciclabile al 100%. ORGANICS by Red Bull propone un’offerta alternativa ai benefici funzionali di Red BullEnergy Drink e include i seguenti gusti:
ORGANICS Simply Cola:contiene ingredienti di origine naturale, con un gusto unico, che non risulta troppo dolce.
ORGANICS Bitter Lemon: contiene succo naturale di limone e oli di agrumi, accompagnati da
una nota erbacea amara, derivante da estratti vegetali naturali, e presenta una caratteristica nota bitter.
ORGANICS Ginger Ale: contiene oli naturali di zenzero e succo di limone da agricoltura biologica,con un colore ambrato e un aroma speziato.
ORGANICS Tonic Water:contiene una miscela armonica di limone e lime con ingredienti di
origine naturale. Un caratteristico mix di note dolci, amare e secche.

Sempre più di tendenza: dal pasto pronto al makeup, purché sia vegano

Una private label vegana di pasti pronti è la novità di Asda, insegna britannica, a riprova di due cose: una, che il veganesimo, stile di vita vagamente minaccioso e ampiamente dileggiato, cresce: negli ultimi dieci anni è aumentato nel Regno Unito di tre volte e mezza. L’altra, che la marca privata ha percorso una lunga strada in questi ultimi anni, passando da alternativa low cost di prodotti base alla capacità di intercettare le tendenze nuove e finanche i vuoti lasciati dalle grandi marche.
In questa strada sembra andare la proposta di pasti pronti e snack certificati vegani che parte con tre referenze, insalata di riso con fagioli neri, sandwich e tortilla.

«Abbiamo sempre più clienti che diventano vegani, così abbiamo introdotto una linea che non solo va incontro alle loro necessità dietetiche ma che è anche in grado di trasformare ricette molto amate in opzioni vegane e pronte da mangiare. Vista la richiesta di versioni vegane di ricette popolari, nel corso del 2018 espanderemo ancora di più l’assortimento con prodotti innovativi e deliziosi» spiega Andrew Johnston, Asda Innovations Chef.
Tra le alternative a base vegetale l’insegna ha già introdotto un formaggio cheddar vegano, da utilizzare per ripieni e imbottitura di panini.

E le opzioni vegane si espandono anche oltre gli alimentari. Si moltiplicano ad esempio le opzioni di trucchi non testati su animali e vegani, ovvero a base 100% vegetale, spesso anche biologici. Dall’alta gamma al prodotto di massa, segno dell’allargarsi della consapevolezza presso i consumatori. E recensite da una pletora di siti internet più o meno affidabili, compresa la potente associazione animalista americana Peta, ma anche stampa trendsetter come Vogue o Cosmopolitan, e testimonial hollywoodiani come Gwyneth Paltrow.
Un’onda globalizzata, tanto che perfino Alibaba, colosso cinese dell’eCommerce, offre una linea di makeup vegana.

Casillo al FICO: presentato “Puglia come mangi”

Casillo, azienda di Corato (Ba) leader nella selezione, movimentazione, miscelazione, trasformazione e commercializzazione del grano, ha presentato a  FICO Eataly World il progetto “Puglia come mangi”. Presenti all’evento: Domenico Mazzilli (AD Selezione Casillo), Paolo Sanguedolce (Responsabile ricerca e sviluppo Selezione Casillo) e Fabio Mastandrea (mastro fornaio di Bari). Ad aprire i lavori Tiziana Primori, AD di Eataly World.

Cos’è “Puglia come mangi”?

Un progetto completo che si avvale anche della presenza all’interno di FICO del mulino Casillo, che racconta come la materia prima viene trasformata per passare così dal campo al chiosco di “Puglia come mangi” dove viene usata per realizzare le specialità locali dello street food: la FOCACCIA barese, la PUCCIA salentina e il PANZEROTTO.

 “FICO Eataly World rappresenta tutte le filiere dell’agroalimentare italiano, dal campo alla forchetta, offrendo ai visitatori conoscenza, esperienza, divertimento anche attraverso i 45 luoghi ristoro, che vanno dallo street food fino al ristorante stellato, dal Nord al Sud del nostro Paese” – dice Tiziana Primori Amministratore Delegato Eataly World. “Puglia come mangi” è inserito nella filiera dei cereali, una delle più ricche e celebri della nostra tavola: Casillo, a FICO, consente di scoprire e sperimentare la meravigliosa varietà e qualità degli ingredienti e il saper fare della Puglia, una delle regioni che vantano le tradizioni agroalimentari più interessanti del nostro Paese. In estrema sintesi, un assaggio dei saperi e i sapori della nostra Italia”.

 “Siamo molto felici e orgogliosi di essere parte attiva di FICO, un luogo così prestigioso che racchiude il meglio della nostra cultura legata alla terra – afferma Domenico Mazzilli AD di Selezione Casillo – Casillo è un’azienda dinamica, innovativa e sostenibile che con “Puglia come mangi”, presenta in un contesto di respiro internazionale l’eccellenza agroalimentare della nostra regione. E’ un importante veicolo per far conoscere i prodotti pugliesi simbolo che contribuiscono a portare in alto il Made in Italy. Puglia come mangi racconta il nostro territorio e lo fa in modo semplice, immediato e salutare grazie all’uso di materie prime naturali. Nella nostra proposta di Street Food la qualità si lega sempre alla bontà”.

Questione di ingredienti
Secondo la filosofia di Casillo, la bontà nasce dall’ingrediente principale: una semola rimacinata 100% pugliese da filiera controllata e certificata “Prime Terre” (del brand Selezione Casillo) e lavorata in un sapiente impasto dai migliori artigiani panificatori.

In particolare, Prime Terre è il progetto guida nato per valorizzare le produzioni locali e dar vita a farine e semole che raccontano e profumano della terra in cui sono nate.

I grani duri e i grani teneri 100% italiani e 100% territoriali del progetto Prime Terre sono coltivati e macinati nelle regioni storicamente vocate alla coltura di cereali, come ad esempio Puglia, Emilia- Romagna, Toscana, Lazio, Sicilia, Basilicata, Campania e Abruzzo ma non solo. Ciascuna varietà rispecchia le attitudini agricole del territorio ed è espressione autentica della cultura contadina ancora presente nelle regioni.
Selezione Casillo con Prime Terre e con Puglia come mangi vuole, quindi, da un lato tutelare l’identità territoriale e dall’altro proporre un’esperienza di gusto memorabile attingendo allo straordinario patrimonio enogastronomico della regione.

 

 

 

Provenienza, ambiente e convenienza leve d’acquisto per il pesce nella Gdo

Come si acquista il pesce al supermercato, per quali motivo si sceglie una tipologia piuttosto che un’altra? Se ne è parlato, insieme a questioni come distribuzione e informazione del consumatore, a una tavola rotonda ad AquaFarm, la manifestazione di riferimento in Europa meridionale e sud-orientale e nel Mediterraneo per l’acquacoltura e l’industria della pesca, le vertical farm, le colture fuori suolo e le alghe. Organizzata in collaborazione con l’Associazione piscicoltori Api e con la Skretting, società leader nella produzione di mangimi, e moderata da Carlo Alberto Pratesi, docente di Sostenibilità innovazione e marketing dell’Università Roma Tre, ha messo a confronto rappresentanti della Gdo come Luca Colella di Auchan Retail Italia e Armando La Marca di Metro Italia Cash and Carry e allevatori sul tema dello sviluppo delle politiche di acquisto e sulla gestione degli aspetti correlati alla sostenibilità.

 

Localismo, certificazione Dop, Gdo le tendenze

Il dibattito, preceduto da un sondaggio che ha evidenziato come i principali aspetti da considerare per l’acquisto del pesce da parte degli italiani siano la provenienza italiana, il rispetto dell’ambiente e la convenienza, ha visto un’attiva partecipazione del pubblico presente, dotato di un cartoncino per esprimere il proprio parere in merito all’andamento della discussione, e che ha anche risposto a domande dirette del moderatore e del panel. In particolare è emersa l’importanza del localismo, cioè la produzione nei luoghi in cui ci sono le condizioni ideali, criterio questo che sembra aver soppiantato il mito del chilometro zero. Si è anche sottolineata l’importanza di un nuovo schema di certificazione sia come attuazione di una denominazione di origine sia ai fini di rendere oggettiva la descrizione qualitativa del prodotto al consumatore. Infine è stata sottolineato il ruolo di influencer delle scelte del consumatore sostenuto dalla grande distribuzione.

Sono emersi anche fattori critici da parte della stessa Gdo, che secondo molti allevatori ora sta iniziando a chiedere a questi ultimi prodotti «distintivi» per agevolare le scelte del consumatore più esigente, scelta questa che contraddice la spinta ai processi di standardizzazione ai quali gli allevatori sono stati chiamati fino ad ora. E soprattutto gli allevatori si chiedano se e come la Gdo intenda remunerare gli sforzi degli allevatori per accontentarli.

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