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Bermé al bergamotto e mela, novità salutare grazie ai polifenoli

Un nuovo succo al gusto di bergamotto e mela, puro al 100%, senza aggiunta di zuccheri e conservanti, è la novità di Bermé. Prodotto italiano, utilizza un bergamotto autoctono della costa ionica di Reggio Calabria ricco di benefiche sostanze naturali. Insieme ad un’alimentazione sana aiuta a combattere il colesterolo con effetti positivi per il cuore.

Il grande valore aggiunto di Bermé sta nei i polifenoli, contenuti nel bergamotto e mantenuti intatti in concentrazione particolarmente elevata grazie a un particolare processo di estrazione del succo, sia dalla polpa del bergamotto sia dall’albedo (la parte interna bianca degli agrumi che contiene anche un’alta quantità di flavonoidi). I polifenoli sono antiossidanti naturali presenti nelle piante, di cui è stata scientificamente dimostrata l’efficacia nella riduzione del colesterolo.

Il gusto di Bermé è contraddistinto dalla freschezza delle note agrumate e un po’ aspre del bergamotto, che lo rendono dissetante, e dalla morbidezza della mela. Un succo ideale a colazione e a merenda, in grado di fornire un apporto di vitamine e sali minerali anche a chi fa sport.

Bermé è prodotto e distribuito da Dolomiti Fruits di Nanno (TN) in collaborazione con GM Srl di Condofuri (RC) e, al momento, viene distribuito in Italia nei punti vendita Crai, Conad, Interspar ed Eurospar, Unes, Sma e Simply del Gruppo Auchan. Entro luglio sarà completata la copertura nazionale della distribuzione del circuito GDO. All’estero si troverà entro la fine dell’anno negli Stati Uniti, in Germania, Austria, Cina, Russia, Emirati Arabi e Giappone.

Tra le certificazioni ottenute ad oggi: la IFS Food da CSQA, Kosher ABCERT e il marchio di qualità Demeter.

Grappa, alla scoperta di un rito emotivo profondo

Fiera Milano Media e Centro Studi Assaggiatori propongono un programma per la valorizzazione della grappa attraverso la ricerca di un rito che la possa distinguere a livello internazionale. Il programma, a cadenza annuale e con respiro poliennale, si struttura in una ricerca rivolta ai professionisti dell’ospitalità, ai giornalisti e ai tecnici del settore che ha come obiettivo di individuare riti per il consumo della grappa. Ogni anno Fiera Milano Media e Centro Studi Assaggiatori organizzeranno questo evento che si concluderà con una dimostrazione dei riti proposti e assegnando il riconoscimento ai migliori riti.

Il rito discende dal mito. E se quest’ultimo è la narrazione di qualcosa di straordinario e trascendentale, il rito indica un atto – o un’insieme di atti – che vengono svolti secondo una precisa procedura, in virtù di un mito, capaci di riassumerlo e di renderlo attuale.

Il rito ha una derivazione inconscia, a volte superstiziosa e intima (come quando ci si bagna il retro del lobo dell’orecchio con il vino versato sperando che porti bene), ma in genere ha una valenza sociale per riaffermare un credo e l’appartenenza a un gruppo. In questo ambito il rito rafforza i legami sociali e rinnova il mito.

Comunque sia, il rito necessita di un coinvolgimento emotivo profondo, raggiungibile attraverso una precisa sequenza di azioni e molte volte con il compendio imprescindibile di stimoli esogeni: luci, suoni, movimenti, odori e sapori.

Al rito, religioso o pagano, ci si prepara, e la preparazione fa già parte del rito. Una ragazza che si trucca e poi si veste per andare in discoteca sta già entrando nel rito, il barman che elabora un cocktail con movimenti studiati sta officiando un rito, alla pari del maître che gestisce un piatto alla lampada davanti ai commensali.

Se è vero che molti riti si compiono con l’acqua, i più comuni trovano sempre elementi rafforzativi in bevande che contengono almeno un po’ di alcol o di caffeina.

Come logica conseguenza i riti sono diventati i maggiori sponsor delle bevande fermentate e alcaloidee.

Possiamo immaginare che la vostra mente sia corsa al rito anglosassone del tè delle 5 caro al mondo londinese o alla ben più complessa cerimonia che si svolge intorno alla bevanda in estremo oriente e in Giappone in particolare, subito pensando che queste costituiscano una vistosa eccezione alla tesi di cui sopra, ma così non è: anche il tè contiene una significativa quantità di stimolanti.

Dai riti rinascono i miti

Lo possono diventare la bevanda e il suo produttore assumendo valori sbalorditivi, come può entrare nel mito l’officiante: l’assaggiatore, il narratore, il sommelier, il barman, il cuoco e il maître.

Ecco quindi che il mito rafforza il rito, lo rende esclusivo di un gruppo o di un momento e pienamente appagante del bisogno per il quale era sorto. Nello stesso tempo il rito genera una forte valorizzazione degli elementi che lo compongono, templi i cui si svolge inclusi.

I cardini sui quali un rito si svolge e si afferma sono sostanzialmente tre: il luogo, il narratore e gli elementi di mediazione. Tra questi ultimi quelli di maggior spicco sono le bevande: il vino in primis, a seguire birra e altri fermentati (si pensi al sakè), acquaviti, caffè e tè.

Se è difficile trovare un rito senza una bevanda, non esiste una grande bevanda senza un rito. E non di rado è stato proprio il rito a generare il successo di una bevanda.

Pensiamo un attimo al tequila: ricavato da una materia prima povera di sostanze aromatiche e facile preda di microrganismi, distillato un tempo in alambicchi primitivi, non è mai stato una gioia dei sensi. Per sopperire a questa carenza naturale fu introdotto l’uso del limone e del sale sull’incavo formato dall’indice e dal pollice: una leccata e poi un bicchierino d’acquavite tutto d’un fiato. Divenne rito e per il tequila fu la fortuna.

Non meno importante, volendo riferirci a tempi più vicini a noi, è stato il recupero della tradizione dello spritz (pirlo per i Bresciani, furlan per i Friulani) con un conseguente insperato business per gli ingredienti (Prosecco, Aperol, Campari) e per i bar che organizzano aperitivi.

Qui sorge spontanea un’altra riflessione: la complessità del rito

Recarsi al bar al mattino per un espresso veloce è comunque un rito, per molti irrinunciabile, ma è decisamente semplice. Sedersi in un bar a Vienna, farsi servire un caffè in tazza di porcellana fine con panna e latte a parte, dosare con cura gli ingredienti, intercalare il sorseggio con piccola pasticceria costituisce un rito decisamente più complesso.

Ecco che i riti possono nascere da abbinamenti tra più elementi sapientemente uniti dal partecipante o dall’officiante del rito. Se invece di essere una caffè alla viennese avessimo preso come esempio un cappuccino a Costa Masnaga, a fare la parte del leone sarebbe stato il barista con la sua capacità di montare il latte alla perfezione e di versarlo con arte su di un espresso eccellente.

Molti riti – da quello del tequila al cappuccino – sono costruiti attraverso abbinamenti.

L’ombra con l’ovetto, tipicamente veneta, è costituita da un semplice bicchiere di vino (in genere bianco) con un nuovo sodo: il piacere di un’abitudine che diventa rito irrinunciabile, con conseguente aumento dei consumi.

Una bevanda semplice diventa rito quando soddisfa un mito collocandosi in un preciso momento di aggregazione, come può farsi complessa diventando rito stesso la sua preparazione. Caso classico la caipirinha.

Ma un mito può volere un rito: quanti prenderebbero mai in mano disinvoltamente una bottiglia di vino da qualche centinaio di euro e la stapperebbero distrattamente versandone il contenuto in un vetraccio di infimo ordine?

Un rito ha naturalmente la necessità di una scenografia, coerente con il rito stesso. Fanno parte di questa il luogo, gli arredi e i complementi di arredo. La piazza di Manzanarre in Spagna è il luogo del rito dell’aperitivo serale per tutta la città. Quattro bar offrono preziosi Xeres serviti in piccoli bicchieri e accompagnati da formaggi e stuzzichini a base di pesci, entrambi scelti con estrema cura.

La poltrona di casa vostra può essere il tempio in cui officiate il rito di un incontro con voi stessi accompagnato da un Cognac d’annata, servito per l’occasione in un balloon di vetro leggerissimo da avvolgere nel palmo della mano.

Ma non meno importante è l’officiante di un rito che ha il compito di preparare il tempio curando ogni minimo particolare, ma anche di dimostrarsi all’altezza del proprio ruolo attraverso uno stile impeccabile. Se un ballon può essere riscaldato nel palmo della mano e un tumbler gestito con disinvoltura e incuranza, un calice da degustazione va tenuto rigorosamente per lo stelo pinzandolo tra il l’indice e il medio o, se volete fare i fighetti, pinzando il piede con il pollice e l’indice.

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Algida lancia Swedish Glace, gelato di soia senza glutine e lattosio

Con il claim “tutto il gusto del gelato, senza compromessi”, Algida entra nel mercato del free from con un gelato a base di soia capace di soddisfare i consumatori più attenti: perfetto per chi soffre di allergie o intolleranze, grazie all’assenza di glutine e alla quasi totale assenza di lattosio (meno dello 0,01%), e per chi ama l’esperienza golosa e gratificante del gelato.
La qualità della soia di Swedish Glace è certificata da quattro caratteristiche principali: è senza glutine, senza lattosio, decorticata e non OGM.

Una vera svolta per l’azienda, marchio del gruppo Unilever, diventata famosa per la pubblicità del “cuore di panna”, ma che non fa che venire incontro alle esigenze di fasce sempre maggiori di consumatori, affetti da intolleranze o allergie (un trend in crescita), o più semplicemente desiderosi di limitare nella propria dieta l’apporto di alimenti considerati, a torto o a ragione, meno salutari.

Swedish Glace è proposto in due gusti: vaniglia e lampone. La vendita è prevista nella GDO e nelle farmacie.

Con la crema di yogurt al lampone Loacker mette la frutta nel wafer

Frutto della combinazione di flamponi e crema allo yogurt, i nuovi wafer  Loacker Speciality Lampone-Yogurt saranno disponibili dal prossimo giugno e costituiscono il primo gusto fruttato della linea Specialty Wafer, che si aggiunge ai gusti Espresso, con crema al caffè, e Dark-Noir, con crema al cioccolato fondente e cialde di wafer arricchite al cacao.

La crema è ottenuta con lamponi, senza aggiunta di coloranti, grassi idrogenati né aromi artificiali. Il packaging attraente e dai vivaci colori è in materiale riciclabile e preserva il prodotto dall’umidità.

Due i formati previsti. La confezione da 150 grammi con 21 wafer e quella da 37,5 grammi con 9 wafer in multipara da 5 confezioni.

 

Da Pedon a Tuttofood benessere quotidiano con i nuovi mix di semi

SuperMix! è la nuova linea di mix di semi arricchiti con ingredienti selezionati per le loro specifiche proprietà benefiche che Pedon presenta a Tuttofood, dedicati sia a consumatori attenti alla propria alimentazione e che vogliono integrarla con una fonte di benessere, sia a chi adotta un regime restrittivo per intolleranze o scelte alimentari vegetariane e vegane.

Sono infatti caratterizzati dall’alto contenuto di fibre, proteine, vitamine, omega3, ferro, fosforo e magnesio. 100% naturali, non contengono alcun conservante o additivo, sono no ogm e unici nella categoria garantiti gluten free, nuts free e vegan ok.

“Assistiamo a una nuova concezione del cibo diffusa tra i consumatori, basata sul legame comprovato dalla ricerca scientifica tra alimentazione e benessere psico-fisico e dove il fattore tempo diventa sempre più cruciale – dichiara Luca Zocca, Marketing Manager Pedon – Gli alimenti moderni hanno di conseguenza invaso e conquistato un posto di rilievo nelle abitudini alimentari quotidiane. Siamo attenti all’evoluzione e al mutamento della domanda di tali beni adeguando l’offerta ai nuovi segmenti di mercato. In questa logica nascono i SuperMix!, capaci di rivitalizzare la categoria e di rispondere alla crescente richiesta di prodotti naturali, sani e facili da usare.”

Disponibili in sei varianti sono studiati per arricchire insalate e zuppe, per rendere speciali le preparazioni da forno come pane e focacce, per fortificare la colazione in aggiunta ai cereali e nello yogurt. I SuperMix! sono anche indicati come snack, prima e dopo un’attività sportiva o in ufficio come fuoripasto salutare.

La linea SuperMix! nasce da differenti combinazioni di semi altamente nutrienti – come il girasole, la zucca, il sesamo, il lino e la canapa – arricchite da verdure stabilizzate, soia tostata, chia e mirtilli morbidi in 4 varianti per i mix “salati”(insalate, zuppe, panificati, snack), oppure da fiocchi di grano saraceno, chia, bacche di goji e mirtilli ricoperti di cioccolato fondente in 2 varianti per la colazione. Il QR Code presente sull’etichetta permette al consumatore di accedere facilmente a una scheda completa dei valori nutrizionali di ciascuna referenza con suggerimenti d’impiego.

Innovativo è il packaging utilizzato, di nuova concezione ed esclusivo per la categoria.

I SuperMix! si presentano infatti in un comodo vasetto salvaspazio con un dispenser brevettato salvafreschezza che permette di dosare facilmente il contenuto. La trasparenza del vasetto esalta il contenuto e i colori per una maggiore visibilità ed impatto a scaffale. Il pratico vassoio espositore, anch’esso trasparente e mono-facing, oppure l’espositore da terra offrono diverse soluzioni espositive sul punto vendita.

Due soluzioni Checkpoint System per proteggere i prodotti dai furti nel retail

Proteggere i prodotti dai furti è uno degli imperativi per il retail. Secondo il Barometro Mondiale dei Furti nel Retail di Checkpoint System  le differenze inventariali incidono infatti per un costo di 96 miliardi di euro a livello globale, con una percentuale media pari al 1,29% delle vendite. E l’Italia non sfugge a questi dati.

Nel nostro Paese le differenze inventariali sono state in diminuzione nel 2014 rispetto all’anno precedente, attestandosi all’1,09% delle vendite, per un valore pari a 3,1 miliardi di euro di perdite annue per gli esercenti ed una maggiore spesa, di circa 94 euro a persona. Nello specifico, oltre il 75% delle differenze inventariali sono da attribuirsi ai furti, compiuti dai clienti per un 53,4% e dai dipendenti per il 22%. Seguono gli errori amministrativi (16,3%) e le frodi da parte dei fornitori (8,3%).

Tra le più recenti soluzioni per ridurre le differenze inventariali da applicare nel punto vendita o alla fonte, proposte da Checkpoint System, vi sono i tag iS AutoPeg  e  l’etichetta EP 4210 FOOD per alimenti.

La soluzione iS AutoPeg Tag offre ai Retailer della GDO una protezione elevata per articoli ad alto rischio esposti a broche come pile, lamette e cartucce d’inchiostro, con un’etichetta senza chiodo e applicabile in un solo gesto. La soluzione si fissa rapidamente e in tutta sicurezza su confezioni con singolo o doppio foro ed è facilmente rimovibile in cassa per essere riutilizzata. L’etichetta è leggera e solida, preserva il brand del prodotto, è aggiornabile con soluzioni RFId per la visibilità d’inventario e può essere applicata alla fonte.

L’etichetta EP 4210 FOOD per alimenti è invece, per i retailer che desiderano proteggere gli alimenti freschi e surgelati, sempre più oggetto di furti, una delle poche soluzioni sul mercato certificate TUV per l’utilizzo nel microonde, e offre un livello di sicurezza superiore, data dalla certificazione ISEGA che permette il contatto diretto con il cibo. È una delle etichette RF per alimenti più piccole al mondo, che è possibile integrare facilmente all’interno delle etichette peso/prezzo per una massima protezione, permettendo così ai retailer di alimentari di migliorare la disponibilità dei prodotti a scaffale. Come l’etichetta iS AutoPeg Tag, anche la EP 4210 FOOD può essere applicata nel punto vendita o alla fonte, consentendo un risparmio di ore lavorative, e assicura l’arrivo dei prodotti ad alto rischio nello store, già protetti e pronti per la vendita. Checkpoint offre inoltre opzioni di stampa personalizzate con la nuova etichetta per alimenti, che consentono ai retailer di stampare messaggi sulle etichette riguardanti il punto vendita, compreso il marchio, se richiesto

L’applicazione alla fonte

Quella dell’applicazione alla fonte è uno dei temi cui i retailer sono sensibili. Infatti sposta il processo di applicazione delle etichette di sicurezza da un intenso lavoro manuale nel punto vendita ad un processo automatizzato presso il produttore, permettendo ai negozi associati di concentrarsi sull’esperienza d’acquisto dei clienti, piuttosto che sull’applicare etichette.

Una delle ragioni dell’aumento dell’utilizzo della protezione alla fonte da parte dei retailer e dei CPG, è la possibilità di proteggere categorie di prodotto che in precedenza erano considerati troppo difficili da etichettare, quali i liquidi, alcuni capi d’abbigliamento, carni e piccoli cosmetici.

Anche i produttori sono sensibili all’appliczione di etichette contro i furti alla fonte. Ne è un esempio la collaborazione con Berlucchi per due referenze “storiche”, i Franciacorta Cuvée Imperiale Brut e Max Rosè, senza compromettere l’estetica o l’immagine del brand sulla bottiglia.

«Sono prodotti-icona del bere italiano, e meritano un’adeguata protezione – afferma Arturo Ziliani – e grazie alla collaborazione con Checkpoint, i risultati sono soddisfacenti: a quasi un anno dall’applicazione dei primi tag, abbiamo riscontrato un sensibile aumento delle vendite in termini di sell-in, cui corrisponde un egual beneficio per i retailer a livello di sell out”.

Unilever scommette sull’oral care e lancia Zendium

Unilever scommette sull’oral care, portando in Italia il nuovo marchio Zendium. Lanciata in Danimarca, la linea Zendium sfrutta le proprietà di enzimi e proteine per rafforzare le difese naturali della bocca e si compone di un dentifricio e di un collutorio. Secondo gli studi clinici di Unilever, i prodotti aumenterebbero del 60% i fattori protettivi della saliva contro i batteri rispetto a un normale dentifricio al fluoro. Il marchio sarà distribuito in tutti i canali, dalla grande distribuzione organizzata alla farmacia, con un posizionamento di prezzo premium

Nonostante l’anno appena trascorso sia stato duro per il cura persona, comunque Unilever, nel 2014 ha fatto registrare buone performances nel comparto, tanto da guadagnare quota, crescendo più del mercato stesso.

«L’oral care – ha infatti spiegato l’Ad Angelo Trocchia – è una categoria molto importante per l’azienda nella Penisola: infatti dopo il mercato dello skin cleansing è il mercato che pesa di più sul fatturato dei nostri prodotti per la cura della persona. Nella categoria oral care siamo leader in Italia con circa il 30% di quota di mercato. Questi risultati ci confermano il ruolo importantissimo di questa categoria per il raggiungimento degli obiettivi di crescita 2015 di Unilever Italia». (Fonte ItaliaOggi)

 

 

Callipo Gelateria presenta due nuove referenze

Callipo Gelateria Srl, che si propone l’obiettivo di far conoscere nel mondo la tradizione gelatiera di Pizzo di Calabria, amplia la gamma dei propri prodotti con due nuove referenze.

Per la linea “Le Creme Pregiate” presenta il nuovo gusto Yogurt variegato al Miele e granella di Noce.

Disponibile nel formato da 430 grammi e da 2.500 grammi, è un gelato raffinato ed unico, realizzato con latte fresco di alta qualità, la noce italiana della varietà Lara e con il rinomato miele calabrese di Amaroni.

Dagli abbinamenti inconsueti e ispirati ai profumi mediterranei, Le Creme Pregiate sono tutte prive di glutine e quindi adatte anche ai consumatori celiaci.

gelateria callipo - tartufo limoncello confezione

Per la linea “Il Tartufo” lancia la nuova versione al Limoncello. Il Tartufo Limoncello è preparato con vero succo di limone di Sicilia e panna fresca.

Si caratterizza per il cuore fluido di Limoncello ed è ricoperto di granella di meringa. È in distribuzione nel formato singolo da 110 grammi oppure in astuccio da 2 pezzi. Di recente, nell’ambito del Wabel Frozen Awards (il premio dedicato al comparto surgelati organizzato dalla piattaforma Wabel, che si occupa di incontri business to business fra fornitori qualificati e acquirenti), il Tartufo Limoncello Callipo si è aggiudicato il premio d’innovazione per la categoria Gelati e Dessert.

Il Tartufo Limoncello e i Filetti di Tonno al naturale con sale iodato Presal®, inoltre, sono stati inclusi nella selezione dei 3 finalisti per le rispettive categorie merceologiche “Surgelato” e “Ittico” del TUTTOFOOD INNOVATION AWARD, il concorso dedicato ai prodotti più innovativi del 2015.

Amica Chips con Emergency

A partire da aprile e per la durata di un anno, chi acquista uno dei prodotti Amica Chips sostiene l’associazione umanitaria Emergency.

Amica Chips infatti sosterrà il Centro Pediatrico aperto da Emergency nel 2002 a Goderich, in Sierra Leone, Africa dove, ogni mese, lo staff di questo centro pediatrico, che ha vinto nel 2013 il premio AWOL come migliore struttura ospedaliera del paese, cura gratuitamente circa 2.280 bambini, di cui il 79% di età inferiore ai 5 anni. Dalla sua nascita a oggi, l’associazione ha curato oltre 6 milioni di persone in 16 Paesi.

Sulle confezioni trasparenti da 500 e 400 gr. delle patatine classiche Amica Chips – le più vendute in Italia  -, e nella pagina dedicata sul sito di Amica Chips, i dettagli dell’iniziativa.

Sofficini: debutta il nuovo spot con Carletto

Sofficini on air con il nuovo spot. Carletto, l’inconfondibile camaleonte testimonial del brand Sofficini Findus, torna infatti in tv, in occasione del lancio della nuova ricetta dei suoi amati Sofficini, extra croccanti anche al forno.

Grazie infatti alla nuova e speciale panatura, i Sofficini risultano ancora più gustosi e sono extra croccanti anche preparati al forno e non solo in padella. Un miglioramento nel gusto che Carletto è impaziente di condividere con tutti.

Nel nuovo spot tv, on air da domenica 26 aprile, ci troviamo nel bel mezzo di un concorso di cucina, i cui giudici sono tre bambini. Tra i vari concorrenti, uno spicca più di tutti: proprio lui, Carletto.

Il camaleonte, fiero di sé, porta davanti ai giudici la sua ricetta. Si tratta ovviamente dei nuovi Sofficini, di cui Carletto racconta i segreti. I giudici apprezzano… anche più di quello che Carletto avrebbe desiderato, visto che in un attimo tutti i Sofficini che aveva preparato vanno a ruba e a lui non resta che rimirare il vassoio ormai vuoto.

Ma poco importa: Carletto ha dimostrato anche questa volta le sue grandi abilità… di chef!

La creatività è firmata da Havas Worldwide Milan: sotto la direzione creativa esecutiva di Giovanni Porro, hanno lavorato i direttori creativi Antonio Campolo (art director) e Luigi Fattore (copy), Massimo Filimberti (art director). La regia è di Dario Piana con Movie Magic, mentre 3D e Post-produzione sono stati curati da Ubik.

La pianificazione è curata da Havas Media.

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